16 novembre - sabato
GIORNALE DI SICILIA
PROVINCIA Per lo sviluppo delle realtà agricole
Lavoro, c'è un'intesa col mercato tunisino
Le opportunità di collaborazione con il partner tunisino e l'offerta di nuove occasioni di crescita e sviluppo alle realtà agricole locali è stato il tema di una riunione operativa nell' ambito del programma di Cooperazione Transfrontaliera (programma operativo Italia-Tunisia 2007/20 13) svolta nella sede della Provincia. All'incontro erano presenti: Pierfrancesco Vita, funzionario Soat (Sezione Operativa di Assistenza Tecnica) di Agrigento, Nicola Sciortino funzionario di Licata, i funzionari Giuseppe Pasciuta e Giacomo Buscemi della Soat di Menti, il rappresentante della Cia, Pippo Di Falco e della Coldiretti Giuseppe Scalia oltre al direttore del settore "Attività economiche e produttive" Achille Contino e al funzionario Marisa Ciotta. (PAPI)
Revocata la delibera: «Restiamo nel Cupa»
Marcia indietro del commissario della Provincia, Benito Infurnari, sul Consorzio universitario. L'ente manterrà la propria presenza nella struttura societaria del Cupa anche per il 2014. La decisione è stata presa con la propria determinazione dal commissario straordinario che ha revocato la precedente decisione, del 26 settembre che sanciva la fuoruscita dal Cupa per l'impossibilità oggettiva a garantire per l'esercizio 2014 la propria quota sociale. L'ente è il principale socio del consorzio ed ogni anno destina una quota di oltre un milione di curo, poi ridotta ad 850 mila euro, il provvedimento, su iniziativa del commissario Infurnari, prende atto dell'approvazione dell'Assemblea siciliana delle variazioni al bilancio della Regione che, tra l'altro, ha incrementato il fonde per le Province siciliano di 15 milioni di euro. Questa variazione consentirà, anche per l'esercizio finanziario 2014, la persistenza del rapporto consortile.
(PAPI)
LEGGE Di STABILITÀ. Ieri la protesta di precari, operatori del pubblico impiego, del mondo della sanità e dei trasporti Lavoro, sindacati e sindaci concordi «Basta assistenzialismo e promesse»
La vertenza sarà anche nazionale, ma i problemi sono locali e radicati nel territorio agrigentino con punte d'emergenza. A centinaia ieri si sono riversati al terzo piano del palazzo della Provincia che ha messo a disposizione aula consiliare e sala stampa per consentire ai sindacalisti di Cgil e Uil di parlare ai propri iscritti, visto che la pioggia ha impedito il normale svolgimento del sit- in e dei comizio. Le quattro ore di sciopero hanno radunato precari, operatori del mondo della scuola, pensionati, lavoratori del pubblico impiego, della sanità, dei trasporti e di aziende private. Con loro, i sindaci di molti comuni della provincia, da quello di Favara a quello di Raffadali, da Casteltermini a Cianciana e altri ancora. Ad unirli, lo scontento per i contenuti della legge di stabilità varata dal governo delle larghe intese e che finisce col penalizzare territorio a rischio collasso lavorativo come quello di Agrigento. Tra le categorie più presenti allo sciopero, quella dei precari per molti dei quali i contratti sono prossimi alla scadenza. «Il Governo Regionale non può arrendersi a Roma - ha ribadito Alfonso Buscemi della Funzione pubblica della Cgil - che tratta il problema del precariato come una vicenda squisitamente economica e come tale vorrebbe procedere al taglio della spesa, così come avviene da almeno 5 anni». Tantissimi gli interventi miei- le offre due ore di dibattito. Per il segretario generale della Uil Aldo Broccio e quello della Uilcem Giovanni Manganella, «questo sciopero è stato assolutamente necessario per cambiare una legge di Stabilità che ritenendola iniqua e dannosa per lavoratori, pensionati e cittadini». Anche Massimo Raso, numero uno della cgil provinciale ha puntato il dito «sulla tassazione elevatissima ed ingiustificata che penalizza le famiglie, fa diminuire I consumi e le aziende sono costrette a chiudere e licenziare i propri dipendenti». Piero Mangione, leader dei pensionati della Cgil ha ricordato come da tempo ormai, «i governi si accaniscano letteralmente sui pensionati. «È inconcepibile e scandaloso - ha detto - che chi prepara e vota le leggi di stabilità o le finanziarie facciano finta di non accorgersi che certi provvedimenti riducono i pensionati normali e onesti sul lastrico e favoriscano i pensionati d'oro o i soliti privilegiati». Al termine della riunione, sindaci e sindacalisti sono scesi in prefettura per avere un'interlocuzione con prefetto che ha delegato un funzionario. (AMM)
LA SICILIA
«VANIFICATI GLI INTERVENTI»
Giardino botanico il punteruolo rosso uccide sette palme
Perfino un luogo teoricamente meno facile da violare come il Giardino botanico in via Demetra è stato terra di conquista per il famigerato punteruolo rosso. Nonostante gli svariati (e costosi) interventi di prevenzione effettuati dalla Provincia regionale con il coordinamento dell'agronomo Giovanni Alletto, sette esemplari di palma ad alto fusto sono stati uccisi dall'implacabile parassita.
Entrando nel giardino, immettendosi nei vialetto alla destra, basta camminare un po' per imbattersi nei tronchi mozzati dal personale di servizio. Il punteruolo dopo avere succhiato
«l'anima» alle palme ha depositato le proprie larve, azzerando di fatto ogni possibilità di sopravvivenza della pianta. «Non abbiamo potuto fare altro che tagliare e incapsulare i tronchi con
sacchi di plastica, al fine di impedire che altri esemplari possano essere attaccati. Le ferite erano profonde, nonostante i trattamenti specialistici che abbiamo svolto», ha evidenziato Alletto il quale definisce il punteruolo rosso «micidiale». Dunque, ad oggi si contano i sette le palme assassinate dal parassita con la <(proboscide>) al quale, nel Giardino Botanico di certo non manca la possibilità di scegliere a quale «tavolo accomodarsi» per soddisfare il proprio insaziabile appetito.
«Ovviamente seguiteremo la nostra attività di prevenzione e cure di tutti gli altri esemplari» ha evidenziato Alletto, con la speranza che non sia l'inizio di una imbattibile epidemia che arrecherebbe un danno inquantificabile (anche economico) a un sito botanico verso il quale non mancano le attenzioni e le cure,
FRANCESCO DI MARE
IL COMMISSARIO INFURNARI ha accettato la proposta del dirigente scolastico Buscemi
Per la prima volta in città un liceo a indirizzo musicale
Agrigento città avrà per la prima volta un Liceo Musicale. A sancirlo, con propria determina, è il il commissario straordinario della Provincia regionale di Agrigento Benito Infurnari, il quale ha accettato la proposta avanzata il 7 giugno scorso dal dirigente scolastico Teresa Maria Rita Buscemi, accordando, oltre all'indirizzo musicale, anche quello di Liceo scientifico con "opzione scienze applicate".
Tutto previo le garanzie da parte del preside che "l'attivazione dei nuovi indirizzi per il prossimo quinquennio non comporterà l'esigenza di reperire nuove aule" e che "la presenza di diversi indirizzi di studio non pregiudicherà la sicurezza degli utenti".
In tal senso anche gli uffici della Provincia hanno, lo scorso 5 novembre, certificato che le aule e i laboratori già attualmente in dotazione all'istituto sono idonei alle attività aggiuntive 'fermo restando però che il numero degli alunni dovrà essere compatibile con le superfici utili delle aule".
Insomma, qualcosa si inizia a muovere sul fronte della rimodulazione dell'offerta scolastica cittadina, caratterizzata da una presenza massiccia di Licei Scientifici "tradizionali" e da una distribuzione a "macchia di leopardo" in tutta la provincia, di istituti professionali o artistici. In città ad esempio, mancano un istituto agrario, un alberghiero o anche un istituto nautico, ma ci sono 3 licei scientifici e un liceo classico, un istituto per geometri, un professionale e ben tre commerciali. Squilibri presenti anche nel resto della provincia: Favara ospita l'alberghiero e un professionale, che ha sedi anche a Racalmuto e Canicattì. ltc, lis e ipia sono diffusi in molti altri centri della provincia, mentre "latitano" gli istituti umanistici, questo almeno ai dati dell'Ufficio scolastico presenti sul sito on line e aggiornati al 2010. Una irrazionalità nella distribuzione cui anche l'ufficio scolastico provinciale ha fatto caso, annunciando a settembre l'avvio di un percorso di confronto proprio con Benito Infurnari per verificare la fattibilità di una rimodulazione. Un processo che, in quella data, il provveditore Raffaele Zarbo individuava già come complesso da compiere per la gran quantità di interessi da dover valutare: l'eventuale aggravio di costi per la Provincia ma anche gli interessi delle comunità e le esigenze degli istituti. Gli spostamenti di indirizzo, infatti, coinciderebbero anche con la "migrazione" di molti studenti pendolari, e questo potrebbe comportare la riduzione degli organici nelle scuole.
CONSORZIO UNIVERSITARIO
La Provincia regionale fa "marcia indietro"
g. sch ) La Regione garantisce la copertura e la Provincia fa "marcia indietro" sulla possibilità di uscire dal Cupa. Con apposita determina il commissario Benito Infurnari ha infatti ritirato un proprio atto risalente al 26 settembre con il quale, a causa dell'assenza di una copertura di bilancio, aveva annunciato che l'Ente non avrebbe sostenuto il consorzio per l'anno 2014. A dire il vero già a fine settembre Infurnari aveva annunciato che quell'atto sarebbe stato eliminato, ma solo ora che 1'Ars ha votato le variazioni di bilancio è possibile firmare un atto ufficiale in tal senso. "Sono intervenuti mutamenti finanziari si legge infatti nella determina che consentono anche per l'esercizio 2014 la persistenza del rapporto consortile". La cosa più interessante, per certi versi, è che la Provincia si impegna a garantire la copertura anche per il 2014 anche se, al momento, l'ente dovrebbe essere sciolto il 31 dicembre 2013. L'avvicinarsi della data e le sempre più confuse voci provenienti dalla Regione, infatti, stanno spingendo tutti (in primis i vertici della Provincia) a ritenere la proroga del termine un fatto più che un'opinione.
LO SCIOPERO DEI NETTURBINI
Dedalo Ambiente: stipendi arretrati stop alla raccolta
Disagi per il mancato svuotamento dei cassonetti, Oggi si replica a inizio turno
È stato consumato lo sciopero annunciato dai lavoratori impegnati nei sette comuni della società d'ambito territoriale Dedalo Ambiente. Le maestranze hanno incrociato le braccia ieri e la raccolta è stata sospesa con la spazzatura che è rimasta nei cassonetti. Oggi si replica, ma con una misura meno pesante. I lavoratori si fermeranno infatti solo alla fine di ogni turno e pertanto la raccolta dovrebbe essere garantita. Alla base della serrata di ieri c'è il mancato pagamento dello stipendio di ottobre oltre che il nulla di fatto anche per quanto riguarda i premi di produzione risalenti agli anni 2011 e 2012, «Lo sciopero è pienamente riuscito spiega Alfonso Buscemi della Cgil Funzione Pubblica abbiamo riscontrato l'adesione totale in tutti e sette i cantieri della Dedalo Ambiente. Ci auspichiamo che quanto prima si pan ga fine a questo stillicidio di scioperi perché a rimetterci sono i lavoratori che a fine mese trovano le buste paga più leggere ma anche i cittadini a cui viene a mancare il servizio di raccolta malgrado continuino regolarmente a pagare la bolletta». Dall'altra parte della barricata, l'Ato di raccolta, tramite una nota a firma dei commissari straordinari, ha spiegato che «nonostante le innumerevoli problematiche che coinvolgono la Società d'ambito Ato Ag3, ivi comprese le procedure esecutive tuttora in corso e i limitati o parziali trasferimenti di somme da parte di alcuni Comuni, stanno procedendo al pagamento di un acconto pari al 50 per cento del netto degli emolumenti del mese di ottobre». Passi avanti che sono stati confermati anche dal commissario liquidatore Rosario Miceli: ((Ci stiamo sforzando per dare garanzie ai lavoratori le sue parole siamo riusciti a pagare la metà dello stipendio di ottobre. Per quanto riguarda i premi di produzione degli ultimi due anni, compatibilmente con i versamenti dei comuni, provvederemo nel più breve tempo possibile a pagare anche quelli».
GIUSEPPE CELLURA
Agrigentoflash
Agrigento, Provincia: aeroporto opera retrocessa
L'aeroporto di Agrigento "slitta" al 18esimo posto del piano triennale delle opere pubbliche della Provincia regionale di Agrigento e viene sepolto sotto decine di progetti di manutenzione di strade e scuole. Ci volevano un commissario, Benito Infurnari, e una situazione amministrativa altamente instabile per trasformare quello che per tutte le amministrazioni è un "libro dei sogni", ovvero il piano triennale, in una vera e propria "lista della spesa", in cui inserire solo ciò che è indispensabile. A scorrere la graduatoria deliberata da Infurnari nei giorni scorsi, infatti, si capisce come tutta l'attenzione dell'Ente sia indirizzata più verso il completamento o la messa in sicurezza dell'esistente piuttosto che sui nuovi progetti. Al primo e al secondo posto, infatti, si trovano gli interventi di manutenzione ordinaria per le strade provinciali e l'edilizia scolastica sociale e sportiva. Unica opera entro i primi 3 posti, la progettazione della cosiddetta "Mare-Monti", ovvero il collegamento tra le statali 115 e 118, mentre la realizzazione del Ipssa "Livatino" di Canicattì si trova al 41esimo posto. Segno del cambiamento dei tempi e delle necessità di un ente che verosimilmente dovrà continuare ad esistere in regime di commissariamento ancora per altri mesi oltre la data del 31 dicembre, individuata inizialmente come quella di scioglimento.
Sul fronte dei fondi disponibili la situazione è, almeno sulla carta, più che positiva: per gli anni 2013, 2014 e 2015 vi sono infatti oltre 237.737. 355 euro tra entrate acquisite con contrazione di mutui, stanziamenti di bilancio ed entrate vincolate per legge. L'approvazione del piano triennale, come prevede la legge, è anche il preludio alla presentazione del bilancio previsionale del 2013 della Provincia. A bloccare l'iter per la realizzazione dello strumento finanziario, le variazioni di bilancio votate solo in questi giorni dall'Assemblea regionale siciliana. L'approvazione in particolare dell'articolo 3 "incremento del fondo per le autonomie locali" ha infatti sbloccato oltre 15 milioni di euro per le nove Province siciliane, impegnando per Agrigento circa un milione e mezzo di euro necessari a quadrare il cerchio e garantire, ad esempio, la sopravvivenza di Cupa e Toscanini. Buona la situazione dell'avanzo di amministrazione, "ingrassato" dallo stralcio di diversi residui passivi effettuati dagli uffici contabili in questi giorni. Un "tesoretto" milionario che la Provincia si porta dietro da anni e che però, nei fatti, non può mai utilizzare per i vincoli del patto di stabilità.
G.Sch.
Revocata la fuoruscita dal Cupa per il 2014
La Provincia Regionale di Agrigento manterrà la propria presenza nella struttura societaria del Consorzio Universitario anche per il 2014.
La decisione è stata presa con la determinazione n. 57 del 15 novembre 2013 nella quale il Commissario straordinario Benito Infurnari ha revocato la precedente determinazione commissariale n. 34 del 26 settembre che sanciva la fuoruscita dal Cupa per l'impossibilità oggettiva a garantire per l'esercizio 2014 la propria quota sociale.
Il provvedimento, su iniziativa del Commissario Straordinario, prende atto dell'approvazione dell'Assemblea Regionale Siciliana delle variazioni al bilancio della Regione che, tra l'altro, ha incrementato il fondo per le Province siciliane di 15 milioni di euro.
Questa variazione del bilancio regionale, ampliando i fondi a disposizione delle Province, consentirà, anche per l'esercizio finanziario 2014, la persistenza del rapporto consortile e la possibilità di avere i fondi necessari per garantire il fabbisogno finanziario del Consorzio Universitario.
L'Ente Provincia, socio fondatore di maggioranza del Cupa, auspica che con questa decisione si possa procedere ad un ulteriore sviluppo e una maggiore incidenza dell'università sul tessuto economico e culturale della provincia di Agrigento.
Sicilia24h
Aeroporto no, Università sì
L'aeroporto no. L'Università sì. Il progetto dello scalo aereo retrocede ancora, tra Eccellenza e Promozione, e, in verità, non è mai stato in serie A. Il Commissario alla Provincia Regionale di Agrigento, Benito Infurnari, raffredda e congela l' entusiasmo e i voli pindarici della presidenza di Eugenio D'Orsi. Nel Piano triennale delle opere pubbliche, che è una tabella H dei lavori da compiere nei prossimi 3 anni e che, nell'80 per cento, si rivelano delle balle spaziali, l'aeroporto agrigentino anziché decollare precipita in picchiata al 18esimo posto della classifica. Precedenza invece a decine di progetti di manutenzione di strade provinciali e per l'edilizia scolastica, sociale e sportiva. In cima alla piramide delle opere prioritarie, tra le prime 3, resiste la progettazione della cosiddetta "Mare - Monti", il raccordo stradale tra la fascia costiera e l'entroterra della Sicilia centro - meridionale. Un frutto delle Variazioni di Bilancio alla Regione è stato un incremento del fondo per gli Enti locali : 15 milioni di euro per le 9 Province siciliane. Dunque, al palazzo in piazzale Aldo Moro ad Agrigento sono attesi circa 1 milione e 500 mila euro. L'Istituto musicale Toscanini e il Consorzio universitario recuperano fiducia e prospettiva di sopravvivenza. Il Commissario Infurnari ha firmato la determinazione 57 del 15 novembre 2013 che revoca la determinazione 34 del 27 settembre scorso. Prima no, adesso sì : la Provincia Regionale di Agrigento manterrà la propria presenza nella società dell' Università. Dunque, la Provincia paga la quota sociale per l'anno 2014, altrimenti sarebbe fuoriuscita dal Consorzio, e sarebbe stato un dietrofront catastrofico. L'Ente Provincia è il socio fondatore di maggioranza, e adesso, tramite un documento stampa, Infurnari lancia un appello all'Università: sviluppo e maggiore incidenza sul tessuto economico e culturale della provincia di Agrigento.
Valledeitempli
Provincia Regionale di Agrigento - Revocata la fuoruscita dal Cupa per il 2014
La Provincia Regionale di Agrigento manterrà la propria presenza nella struttura societaria del Consorzio Universitario anche per il 2014.
La decisione è stata presa con la determinazione n. 57 del 15 novembre 2013 nella quale il Commissario straordinario Benito Infurnari ha revocato la precedente determinazione commissariale n. 34 del 26 settembre che sanciva la fuoruscita dal Cupa per l'impossibilità oggettiva a garantire per l'esercizio 2014 la propria quota sociale.
Il provvedimento, su iniziativa del Commissario Straordinario, prende atto dell'approvazione dell'Assemblea Regionale Siciliana delle variazioni al bilancio della Regione che, tra l'altro, ha incrementato il fondo per le Province siciliane di 15 milioni di euro.
Questa variazione del bilancio regionale, ampliando i fondi a disposizione delle Province, consentirà, anche per l'esercizio finanziario 2014, la persistenza del rapporto consortile e la possibilità di avere i fondi necessari per garantire il fabbisogno finanziario del Consorzio Universitario.
L'Ente Provincia, socio fondatore di maggioranza del Cupa, auspica che con questa decisione si possa procedere ad un ulteriore sviluppo e una maggiore incidenza dell'università sul tessuto economico e culturale della provincia di Agrigento.
Agrigentonotizie
Agrigento, la Provincia regionale revoca la fuoriuscita dal Cupa
Il provvedimento, su iniziativa del commissario straordinario, prende atto dell'approvazione dell'Assemblea regionale siciliana delle variazioni al bilancio della Regione che, tra l'altro, ha incrementato il fondo per le Province siciliane di 15 milioni di euro
La Provincia regionale di Agrigento manterrà la propria presenza nella struttura societaria del Consorzio universitario anche per il 2014. La decisione è stata presa con la determinazione del 15 novembre 2013 nella quale il commissario straordinario Benito Infurnari ha revocato la precedente determinazione commissariale del 26 settembre che sanciva la fuoruscita dal Cupa per l'impossibilità oggettiva a garantire per l'esercizio 2014 la propria quota sociale.
Il provvedimento, su iniziativa del commissario straordinario, prende atto dell'approvazione dell'Assemblea regionale siciliana delle variazioni al bilancio della Regione che, tra l'altro, ha incrementato il fondo per le Province siciliane di 15 milioni di euro. Questa variazione del bilancio regionale, ampliando i fondi a disposizione delle Province, consentirà, anche per l'esercizio finanziario 2014, la persistenza del rapporto consortile e la possibilità di avere i fondi necessari per garantire il fabbisogno finanziario del Consorzio universitario.
L'Ente, socio fondatore di maggioranza del Cupa, auspica che "con questa decisione si possa procedere ad un ulteriore sviluppo e una maggiore incidenza dell'università sul tessuto economico e culturale della provincia di Agrigento".
17 novembre - domenica
GIORNALE DI SICILIA
Intervento nella sala convegni del Municipio dell'assessore regionale Ester Bonafede
Ribera: I comuni, con qualche eccezione in fatto di servizi socio-assistenziali per quelli che compongono il Distretto socio sanitario n, 6 con Ribera comune capofila, non spendono i fondo che sono stati loro assegnati soprattutto per gli interventi previsti dalla legge 32812000 che consente di assicura servizi vari per disabili, anziani, famiglie in difficoltà. E' stata questa l"amara" constatazione venuta fuori dall'incontro promosso dal deputato regionale Margherita La Rocca Ruvolo e tenuto nella sala dei convegni "Giovanni Ragusae ed Emanuela Guddemi" alla presenza dell'assessore regionale alla Famiglia, alle Politiche sociali e al Lavoro Ester Bonafede, della dirigente regionale del settore Antonella Bullara, e dell'onorevole Carmelo Carrara. L'incapacità di spendere i fondi è stata sottolineata a fronte delle continue richieste che le amministrazioni comunali richiedono per portare avanti la macchina amministrativa. Uno dei comuni citati per l'occasione è stato quello di Sciacca. Nel corso dell'incontro, affollato e che ha visto la partecipazione attiva di molti rappresentanti di associazioni di volontariato dell'hinterland e dei sindaci di Ribera, Sciacca, Montevago, Santa Margherherita Belice e Caltabellotta, sul tappeto anche i problemi legati alle difficoltà che incontrano alcune categorie di disabili, tra i quali gli audiolesi, a seguito della soppressione delle Province (su questi problemi l'assessore Bonafede ha assicurato il suo autorevole intervento), le iniziative per i giovani con in bandi dell'Apq, per anziani in difficoltà e bambini da zero a tre anni con gli interventi previsti dal Pac, e anche le questioni legate all'attivazione dei "cantieri di servizio". L'assessore Bonafede a proposito ha assicurato che i fondi ci sono e che l'iter amministrativo va avanti.
La Sicilia
Tre camere su 4 «invendute»
turismo Alberghi in crisi: sei strutture chiudono per il periodo invernale, 50 posti a rischio
Settore alberghiero in ginocchio e diversi hotel cittadini, tra cui alcuni prestigiosi come il Kaos ed il Grand'Hotel dei Templi, chiusi per periodi più o meno lunghi.
li fatto è che la crisi generale che sta attraversando tutto il nostro Paese sta investendo anche il settore del turismo per cui si registra una flessione notevole anche nelle prenotazioni degli alberghi. «Quando il 72 per cento delle camere rimane invenduto spiega il presidente di Federalberghi Franco Picarella la logica conseguenza è la chiusura: oggi con la pioggia di tasse che arriva su ciascuno di noi anche le camere che rimangono invendute diventano un costo e finisce che ci si trova di fronte ad una drammatica alternativa: o si pagano l'imu, la Tares e le altre imposte o si paga il personale. Per questo alla fine l'unica soluzione è quella di chiudere in attesa di tempi migliori e, nel frattempo, mettere il personale in mobilità, lo penso che almeno una cinquantina di lavoratori, se non di più, in questo periodo vive col paterna d'animo di rischiare di perdere il posto di lavoro. Peraltro anche se poi, dopo un periodo di chiusura invernale, alcune strutture ritengono di riaprire potrebbero farlo anche a ranghi ridotti per ridurre l'entità delle spese digestione, per cui alcuni posti di lavoro potrebbero andare perduti comunque».
«Questo è il risultato dell'inefficienza della nostra politica afferma Antonio Sciacca, titolare di un esercizio alberghiero cittadino nessuno sta muovendo un dito per svolgere un'azione di rilancio del settore turistico: per avere un assessore al ramo al Comune ci abbiamo impiegato un anno, senza contare che nessuno ha reagito quando il Consiglio comunale di Licata ha bocciato la variante al piano regolatore, facendo in modo che non si possa realizzare l'aeroporto. Un'infrastruttura di questo genere ci avrebbe aiutato non poco, rilanciando il commercio, il turismo e quindi l'economia. Invece il sogno è tramontato nel silenzio generale, senza che nessun uomo politico abbia mosso un dito o abbia speso una parola».
Accade così che parecchi alberghi abbiano chiuso per qualche tempo, come l'Antica Perla che sta approfittando del periodo di crisi per ristrutturare i propri locali. Riaprirà a marzo nella speranza che nel frattempo la situazione volga al meglio. Chiuso anche il Kaos dallo scorso 31 ottobre (telefonando risponde la sede centrale della catena cui appartiene la quale non sa nemmeno precisare la data per una eventuale riapertura della struttura). Chiusura programmata invece per il Grand'hotel dei templi (fermo dal 31 ottobre ma che riaprirà i battenti il prossimo i aprile), per il Dioscuri (riaprirà il 15 marzo) ed il Demetra (che riaprirà anch'esso il primo aprile): gli ultimi due lo fanno ogni anno. Chiuso da qualche giorno anche il Tre Torri il quale tuttavia potrebbe riaprire a breve, Il personale di questi alberghi, nel frattempo, sta col cuore in gola.
Appalti, nuove regole per evitare il fenomeno dei ribassi eccessivi. Obiettivo: maggiore trasparenza e semplificazione delle procedure
PALERMO. Stop al fenomeno dilagante dei ribassi eccessivi nelle gare d'appalto in Sicilia. A stabilirlo è il Dipartimento regionale lnfrastrutture con una circolare firmata dall'assessore al ramo Nino Bartolotta e dal dirigente generale Vincenzo Sansone. Pubblicata sul sito web della Regione, la circolare recepisce in anticipo rispetto al legislatore nazionale tutte le richieste dell'Ance Sicilia per mitigare il grave fenomeno dei ribassi eccessivi e per sbloccare e semplificare le procedure. «Si tratta di un provvedimento tempestivo e opportuno ha commentato il presidente di Ance Sicilia, Salvo Ferlito che sicuramente riporterà equità e trasparenza nel settore e aiuterà le piccole e medie imprese ad uscire dalla crisi evitando i soliti ritardi, controversie e spese legali». Dopo un lungo periodo di crisi per il comparto edile, dunque, questo provvedimento rappresenta un primo spiraglio positivo. In generale, nella valutazione del "prezzo più basso", dall'importo soggetto a ribasso va esclusa l'incidenza del costo della manodopera. Nello specifico, la circolare rivolta alle stazioni appaltanti, agli Urega, ai Geni civili e ai Dipartimenti regionali stabilisce che «per appalti di importo inferiore ai 5 milioni di euro, fino a dicembre del 2015, nelle gare che utilizzano come criterio di. aggiudicazione il prezzo più basso, è possibile (ma prevedendolo nel bando) procedere automaticamente all'esclusione delle offerte eccessivamente basse)). Ciò impedirà comportamenti discrezionali che possano favorire imprese che sono in condizione di praticare prezzi inferiori al mercato perche non rispettano le regole. «La circolare ha spiegato Bartolotta è uno dei risultati del lavoro del tavolo tecnico permanente voluto per affrontare le criticità del settore edile e dei lavori pubblici in Sicilia, al quale hanno preso parte i rappresentanti datoriali e di categoria. L'obiettivo è dare maggiore trasparenza e controllo anche e soprattutto nelle offerte anomale che spesso sono il frutto di utilizzo di manodopera irregolare (odi lavori incompleti, o eseguiti non a regola d'arte), che causano contenziosi in danno delle stazioni appaltanti».
Oltre a vanificare la trasparenza e la sana concorrenza, secondo l'associazione dei costruttori edili siciliani «il criterio del massimo ribasso quasi sempre conduceva all'interruzione dei lavori per impossibilità dell'impresa di fare fronte alle spese, comportando la necessità di perizie di variante)). Nelle grandi opere, poi, per consentire la partecipazione anche alle piccole e medie imprese rispetto ai grandi gruppi, è prevista una suddivisione in più lotti funzionali, fermo restando il quadro economico complessivo dell'opera. Non è consentito frazionare arbitrariamente l'appalto per non aggirare, ad esempio, le norme comunitarie di controllo previste. Per venire incontro alle imprese colpite dalla crisi, inoltre, le stazioni appaltanti hanno l'obbligo di erogare alla ditta aggiudicataria un'anticipazione pari al 10% dell'importo dell'opera. In tema di semplificazione, infine, la circolare chiarisce che il Durc ha una validità di 120 giorni. Potrà essere usato anche per gli stati d'avanzamento e per altri contratti pubblici senza doverne richiedere uno nuovo. Per forniture inferiori a 2Omila euro è sufficiente la dichiarazione sostitutiva. Un nuovo Durc andrà presentato solo all'atto del pagamento del saldo dell'opera. Un'ulteriore e significativa norma di trasparenza potrebbe venire dalla pubblicazione sui quotidiani non solo dei bandi iniziali delle gare d'appalto, ma anche dei sub-appalti e degli stati di avanzamento, La pubblicità eviterebbe di far finire nelle mani di imprese non in regola con le norme antimafia importanti opere di interesse collettivo.
Lunedì 18 novembre
La Sicilia
FORZA ITALIA NUOVO CENTRODESTRA. Cominciate le verifiche e l'organizzazione
Il giorno successivo allo strappo consumato tra Berlusconi e Alfano e la creazione di Forza Italia e Nuovo Centrodestra, qui, nella provincia dell'Angelino nazionale la macchina politica si è messa in moto in modo frenetico. Se a livello nazionale è ormai certo il passaggio con Forza Italia di Salvatore lacolino, Riccardo Gallo Afflitto e Giuseppe Ruvolo e il posizionamento con il Nuovo Centrodestra di Nino Bosco, Vincenzo Fontana e Giuseppe Marinello, più complesso è tracciare i quadri a livello locale. Così rappresentanti di entrambi gli schieramenti hanno lasciato i propri posti a Roma e Palermo per precipitarsi ad Agrigento e iniziare un'attività di conta dei sostenitori.
«Siamo tornati ieri spiega il deputato nazionale Nino Bosco per avviare il dialogo con i tanti amici della nostra provincia che sostengono il progetto del Nuovo Centrodestra. Entro fine della prossima settimana renderemo pubbliche le adesioni,),
Adesioni che, dice il senatore Giuseppe Marinello «si avvicinano almeno al 90 per cento del complessivo con la totale partecipazione degli esponenti politici storici che con noi hanno avviato il proprio percorso politico negli anni 90 al fianco di Silvio Berlusconi. Non rinneghiamo infatti continua che sia lui di certo la figura politica più importante degli ultimi 20 anni in Italia, ma oggi abbiamo privilegiato la stabilità del Governo nell'interesse degli italiani. Non nascondo comunque conclude- che vi sia un progetto già previsto di riaggregazione e che non vi sarà contrapposizione politica tra i gruppi anche a livello locale».
I nomi ormai certi sono quelli dei sindaci di Sciacca, San Giovanni Gemini, Ravanusa e Licata, ovvero Di Paola, Panepinto,D'Angelo e Amato a cui si aggiungono i presidenti dei Consigli comunali di Cattolica Eraclea, Calogero Augello, Porto Empedocle, Luigi Troja e Sciacca Calogero Filippo Bono. A questi si aggiungono, dicono i governativi, un numero ampio di consiglieri comunali con un generale passaggio al Nuovo Centro- destra di coloro che fino a ieri erano nel Pdl. Questo tuttavia non significa automaticamente che la nuova formazione di Alfano possa contare su numeri maggiori. Un esempio chiarissimo è quanto avverrà in Consiglio comunale ad Agrigento, dove i consiglieri comunali nel Ncd saranno solo due, mentre maggiore è il numero dei rappresentanti in aula vicini alle posizioni di Gallo Afflitto (tra Patto per il territorio, Pid-Cantiere Popolare e indipendenti). Questi, tuttavia, al momento pare non dovrebbero confluire all'interno di Forza Italia. Tutto però è abbastanza incerto in questa fase, al punto che in pochi di quell'area hanno ritenuto di dover rilasciare dichiarazioni.
«Occorre riorganizzare il partito - ha detto Salvatore lacolino - guardando ai bisogni dei Comuni, delle imprese e dei cittadini. Per farlo ci vogliono coerenza, passione ed entusiasmo. Non avremo difficoltà a trovare intese con i colleghi parlamentari per una rinnovata e vincente Forza Italia già alle europee)
Di Sicilia
Dirigenti, è stato rifatto il nucleo di valutazione
Sono Luigi Campoccia, Cristina Caruana e Concetta Ciotta i tre nuovi componenti dell'Organismo Indipendente di Valutazione dei dirigenti e dipendenti della Provincia di Agrigento. Sono stati nominati, con propria determinazione, dal commissario straordinario della Provincia, Benito Infurnari, dopo una attenta valutazione dei curricula presentati dai candi
dati.
In questo modo il commissario ha dotato l'ente di uno strumento importante, il cosiddetto nucleo di valutazione. A preparare l'istruttoria è stata la responsabile del procedimento, il funzionario della Provincia, Irene lannuzzo.
L'incarico peri tre componenti dell'Oiv scadrà il 30 giugno del 2014, ma essendo incarico ad "Intuitu personae"decorrerà dalla data di sottoscrizione del disciplinare e decadrà nel momento della cessazione del mandato commissariale.
All'Oiv spetta il compito di promuovere e attestare l'assolvimento degli obblighi relativi alla trasparenza ed all'integrità degli atti prodotti dai dirigenti dell'ente. Il nucleo di valutazione è composti dal segretario generale dell'ente, Giuseppe Vella, che lo presiede e da tre componenti esterni nominati dal presidente (o commissario in questo caso), per una durata non superiore a tre anni, in possesso di elevata professionalità ed esperienza maturata nel campo del management, della valutazione della performance e valutazione delle risorse umane.
18 novembre - lunedì
Sicilia24h
Esclusa dalla short-list, "Capitale della cultura": bocciata Palermo. Le reazioni e le polemiche
(Scritto da: Silvio D'Auria) PALERMO - Per Palermo una sfida notevole, ambiziosa che non è stata vinta. Si interrompe la corsa del capoluogo siciliano verso la ribalta culturale, il sogno di diventare "Capitale europea della cultura 2019" si frantuma. Ammesse alla seconda selezione solo sei città italiane su ventuno. Nella "short-list": Ravenna, Siena, Perugia-Assisi, Lecce, Matera e Cagliari. Fuori dalla corsa, insieme a Palermo, Siracusa ed Erice (Tp).
Una bocciatura che impone una delusione ancora più amara considerando che ad essere promossi, se si esclude il capoluogo sardo, sono centri minori. E' stato deciso ieri a Roma da una Commissione di giurati incaricata di valutare le candidature di ventuno città italiane a "Capitale europea della cultura 2019", composta da tredici membri di cui sette designati da varie Istituzioni europee e sei nominati dal Mibac. Tra le istanze sotto esame anche quelle di Venezia, di Pisa, delle siciliane Erice e Siracusa, dell'Aquila "in ricostruzione", della Taranto del "dopo-Ilva" e della Matera dei "Sassi". Per Palermo, davanti ai giurati riuniti ieri pomeriggio sulle sponde del Tevere, c'era una delegazione composta dal Sindaco Leoluca Orlando, dall'Assessore alla Cultura Francesco Giambrone, da Hedwig Fijen fondatrice della Biennale europea d'arte contemporanea "Manifesta", da Mimmo Cuticchio, dalla bengalese Sumi Dalia rappresentante della "Consulta delle Culture", da Egle Palazzolo presidente del "Comitato civico promotore", da Giuseppe Marsala e Roberto Albergoni rappresentanti del gruppo che ha redatto il dossier per la candidatura.
"Capitale europea della cultura", persa un'occasione lunga un anno. Un appuntamento per far conoscere meglio e condividere il valore della città e del suo territorio a 360°, che mira a legare con sentimenti di appartenenza ad un'unica comunità i cittadini europei, stimola la città scelta a valorizzare meglio le proprie potenzialità, a rimettersi a nuovo. Per la città "Capitale europea della cultura" l'evento si traduce in notevoli opportunità e benefici a più livelli a condizione, però, che la sua offerta sia inserita in una strategia di sviluppo a lungo termine condotta su percorsi culturali ad ampio raggio. Interi circuiti culturali ed economici del territorio coinvolti per un intero anno e messi decisamente sotto esame. Le città che hanno superato ieri la valutazione dovranno completare l'atto di candidatura entro il mese di maggio e la giuria, che tornerà a riunirsi a settembre, "raccomanderà" la città italiana da candidare. L'Italia e la Bulgaria sono i due Stati membri candidati a ospitare la manifestazione nel 2019, la selezione per le città bulgare è prevista a dicembre.
Gelato l'entusiasmo, si infrange un sogno per Palermo. Una sconfitta non solo per la città ma anche per la Sicilia. Una bocciatura per le associazioni, le istituzioni, le organizzazioni imprenditoriali, culturali e religiose che avevano creduto e aderito al progetto di "condurre" Palermo in Europa e gli europei (e non solo) a Palermo. La speranza dell'arrivo di due milioni di visitatori in un anno con tutti i benefici economico-sociali ovviamente attesi si spezza, riscatto di immagine compreso. Una candidatura sulla quale si è puntato davvero tutto. Testimonial d'eccezione, coinvolti enti e istituzioni, loghi e invasive campagne pubblicitarie e d'informazione, investimenti iniziali per convincere la Commissione che la città aveva le carte in regola, "ideale" per l'anno della cultura e rilanciare la sua immagine notoriamente bistrattata. Palermo "Capitale della cultura" significava un investimento da 323 milioni di euro. Un piano di cui l'85% sarebbe servito per gli investimenti strutturali e il 15% sarebbe stato dirottato su eventi in programma da qui al 2019: restyling della città, nove piccoli porti urbani dallo "Spasimo" al "Parco della Favorita" e altri 54 milioni da destinare a manifestazioni, concerti e spettacoli per tutto l'anno. La candidatura palermitana era stata appoggiata anche da un mecenate tedesco, Reinhold Wurth, che con la sua fondazione ha già finanziato il restauro della "Cappella Palatina". Evidentemente il progetto presentato non ha convinto i giurati, ritenuto non competitivo per un evento di lungo termine impegnativo e strutturato.
Le reazioni e le polemiche. Il Sindaco di Palermo non si arrende e, nonostante la bocciatura, si è detto pronto a proseguire il percorso: "I progetti vanno avanti lo stesso così come avevamo già annunciato - sono le parole del primo cittadino dopo l'esclusione di Palermo dalla "short-list" - il nostro impegno resta invariato. Questo percorso continuerà con tutti coloro che immaginano e vogliono realizzare una città diversa, migliore e vivibile". "Ringrazio tutti coloro che con entusiasmo hanno vissuto la candidatura - aggiunge l'Assessore Giambrone - e che adesso vivranno la realizzazione di quello che per noi resta il 'Piano strategico' per lo sviluppo della città. Siamo certi che continuerà la partecipazione e l'impegno di tutti a superare le criticità e promuovere la crescita culturale ed economica di Palermo". Bernardo Tortorici è tra coloro che hanno costituito il "Comitato per Palermo Capitale europea della cultura 2019", non fa mistero del suo disappunto: "Una decisione di cui non capisco le motivazioni, sono state scelte città meno competitive e profondamente diverse da Palermo per storia e non solo. Uno schiaffo alla Sicilia e alla voglia di riscatto di una terra". Appresa dai palermitani con comprensibile delusione, la notizia è stata seguita da accese critiche e polemiche. Davanti "Palazzo delle Aquile" (Comune di Palermo) e in migliaia di commenti che arrivano dai cittadini, dai membri delle associazione e dalla rete: "E' fallito Orlando, è fallito un sogno", "Fuori come in un campionato europeo di calcio: al primo turno!", "Possiamo riprovarci, Palermo capitale della subcultura″, "Nessuno avrebbe scelto una città dove quasi ogni settimana si sciopera, troppi problemi da risolvere", "Di sicuro è la capitale dell'emergenza abitativa e dei servizi pubblici carenti", "E' semplicemente ridicolo candidarsi ad un appuntamento culturale di portata europea con le strade invase dalla spazzatura".
Palermo candidata a "Capitale europea della cultura 2019", un'altra occasione che tramonta. Un progetto forse troppo debole, non innovativo al punto da non meritarsi il riconoscimento. Adesso alla città rimane la candidatura a "Capitale europea dello sport", l'appuntamento è tra due anni. Necessaria sarà l'individuazione di progetti e obiettivi con un approccio diverso rispetto a come si è tentato di fare in questa occasione. Un cambio di rotta, dunque, con nuovi presupposti sia nei metodi che nei contenuti. Con maggiore pragmatismo e meno sogni.
Per lo sport nel 2016 la decisione sarà adottata la prossima primavera. La sfida è con Praga. Un'altra illusione pronta ad ingannare il riscatto di una città e la sua terra o una nuova ambizione che diventa in realtà?