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Rassegna stampa del 21 novembre 2013

 Agrigentoflash


Rifiuti, l'assessore Marino incontra i sindaci dell'ex Ato Ag2 Gesa
L'assessore regionale ai Rifiuti Nicolò Marino oggi, alle 11.30, nella sala riunioni dell'Irsap, incontrerà i sindaci dell'ex Ato Ag2 Gesa. Presenti anche il commissario Ferdinando Buceti e il liquidatore Teresa Restivo. Si farà il punto della situazione in vista della costituzione delle nuove Società per la regolamentazione della raccolta dei rifiuti e dell'avvio della nuova fase in cui sta entrando la gestione del servizio di igiene ambientale. Il confronto sarà molto utile e costruttivo in quanto i sindaci potranno riferire sui dubbi e sulle difficoltà concrete cui vanno incontro tutti i giorni, mentre l'assessore potrà dare suggerimenti su come affrontare le varie situazioni.


Siciliainformazioni


Patto di stabilità, sbloccati i fondi
"Subito 30 milioni per i Comuni"
"Abbiamo avviato un proficuo scambio di opinioni con il ministero dell'Economia sul patto di stabilità".
Lo ha detto l'assessore Luca Bianchi intervenendo alla seduta di stasera dell'Ars.
L'accordo tra regione e ministero, ha spiegato Bianchi, "sarà formalizzato nelle prossime ore" e "garantisce al Mef il conseguimento dei target di riduzione di spesa e a noi la capacità di copertura delle spese che avevamo previsto per il 2013″.
Per Bianchi nella lista di priorità "ci sono i trasferimenti ai comuni". "Entro la fine della settimana", ha spiegato, "potremmo garantire una ulteriore erogazione di 30 milioni che potranno essere trasferiti sia in termini di spazio di patto liberato che di erogazione ai comuni".
Con la deroga al patto di stabilità, la Sicilia potrà utilizzare 1,4 miliardi di euro per i pagamenti del 2013, gli stessi che erano stati congelati per non sforare il tetto imposto dal governo e concordato con Bruxelles. C'è il via libera al pagamento dei dipendenti tra cui forestali, Enti locali e fornitori.


LIvesicilia




Precari, Roma smonta gli annunci del governo
di Salvo Toscano
La via dei prepensionamenti, annunciata la settimana scorsa dalla giunta Crocetta come la strada maestra per avviare le stabilizzazioni dei precari, viene stoppata dal ministero. L'assessore Valenti: "Rassicuro i lavoratori, questa è la priorità per il governo". Domani vertice della verità con sindaci e sindacati.
PALERMO - L'annuncio, un altro, è rimasto strozzato in gola al governo Crocetta. Giovedì scorso, la giunta si presentava vittoriosa sulle pagine dei quotidiani siciliani, che all'unisono annunciavano la svolta nell'affaire precari. La soluzione, faceva sapere il governo, si era trovata grazie ai prepensionamenti permessi dal congelamento della riforma Fornero. Prepensionamenti che avrebbero potuto far posto in Sicilia, per la stabilizzazione dei precari degli enti locali, l'esercito dei 18 mila che a dicembre vedrà scadere i propri contratti.
Tagliare e stabilizzare, dunque. L'assessore alla Funzione pubblica Patrizia Valenti spiegava che la legge di proroga da varare all'Ars entro fine anno, si sarebbe fondata proprio su questo esamotage. Si attendeva solo una circolare del ministero. Che però ha riservato una doccia fredda alla giunta. Strozzando, appunto, il frettoloso annuncio dei giorni scorsi. La circolare non c'è ancora, ma i tecnici del ministero citati ieri da un quotidiano gelavano il governo: prepensionamenti sì, stabilizzazioni no. Il ministero spiega che il congelamento della legge Fornero (possibile per gli enti con eccedenza di personale) serve solo a creare un risparmio e non a liberare posti da assegnare ai precari. Insomma, a svuotare la pubblica amministrazione di personale, non a sostituirlo con altri dipendenti. Prima di tutto, infatti, bisognerà riportare il personale entro parametri sostenibili economicamente.
Una frenata che ha messo i allarme sindaci e sindacati. E soprattutto i precari, che prima ancora di sentir parlare di stabilizzazione ancora attendono certezze sulla proroga. L'assessore Valenti non si scompone e invita alla calma: "Voglio rassicurare i precari: stiamo lavorando giornalmente, l'argomento è sicuramente la priorità del governo. Per mettere su un sistema che sia attuabile, stiamo prendendo il tempo necessario, per avere a disposizione tutti i dati per procedere alla stabilizzazione". Che secondo l'assessore non resterà una chimera. Anche dopo la frenata del ministero: "Non è sicuramente in automatico che si sarebbe dovuto procedere. Per capirci, non abbiamo mai pensato che tutti i posti che si liberano con i prepensionamenti si possano mettere a concorso. Non c'è una concatenazione lineare tra le due cose. Certamente però, con i prepensionamenti si liberano posti in pianta organica e negli enti locali si abbassa il rapporto tra spese del personale e spese correnti, che è uno dei vincoli che limita la possibilità di assumere".
Insomma, non c'è un automatismo, ma gli esodi potrebbero comunque, secondo l'assessore, favorire un percorso di stabilizzazione dei precari. Che procederebbe secondo il sistema del bacino unico regionale: i precari degli enti locali finirebbero in un unico monte in cui dovrebbero attingere i Comune secondo le proprie esigenze di personale. Intanto, la Regione sta effettuando un monitoraggio per capire quanti dipendenti potrebbero andare in pensione sfruttando le norme più favorevoli.
Intanto, però, il tempo stringe. Entro 40 giorni vanno prorogati i contratti in scadenza. "La proroga deve esser condizionata a un piano di stabilizzazione. Sarà pronto entro la fine dell'anno, lavoriamo giornalmente di concerto con l'assessore al Lavoro e con l'assessore all'Economia per mettere insieme i tasselli che permetteranno una stabilizzazione scaglionata", spiega l'assessore Valenti.
I Comuni attendono risposta: "Bisogna dimostrare che i 360 milioni possano venire fuori da un risparmio di spese delle regioni - spiega il vicepresidente dell'Anci Sicilia Paolo Amenta -. Io mi preoccuperei in una prima battuta di trovare una soluzione per prorogare i contratti. Non possiamo certo tirar fuori un vincolo ogni giorno, finora come li abbiamo mantenuti questi precari? Il tema vero è come non aumentare la spesa pubblica. La regione deve individuare le voci di spesa da tagliare per compensare la spesa delle stabilizzazioni. Il 31 dicembre scadono i contratti: qua significa mandare a casa gente che lavora da 20 anni. Il 60 per cento dei corpi di polizia municipale è formato da contrattisti".
Domani pomeriggio l'assessore farà il punto con i sindacati e con i sindaci nell'unità di crisi costituita dal presidente della Regione. Aspettando di poter leggere la circolare del ministero, che non è ancora stata pubblicata. Sarà quella la base di partenza per cercare di trovare una via d'uscita. Che malgrado gli annunci, forse troppo frettolosi, è ancora da definire.


Province, Valenti: "Ragionevole la proroga dei commissari"
di Salvo Toscano
I due ddl di riforma sono stati presentati dal governo. Che adesso lavora a quello sull'attribuzione delle funzioni. I consorzi e le aree metropolitane dovrebbero nascere nella prima parte dell'anno prossimo
PALERMO - "La proroga dei commissari? Credo sia la soluzione più ragionevole, ma deciderà l'Aula". Patrizia Valenti, assessore regionale alla Funzione pubblica, spiega a Livesicilia i prossimi passi della riforma delle province. Che dovrebbero comportare la proroga dei commissari attualmente in carica almeno per i primi mesi del 2014. I due disegni di legge approvati dal governo saranno assegnati già dalla prossima settimana alle commissioni dell'Ars per poi iniziare l'iter in aula. "Si tratta dei ddl sui modelli organizzativi della città metropolitana e dei liberi consorzi. Stiamo definendo anche quello che riguarda il trasferimento di funzioni e la parte finanziaria. C'è un forte confronto su questo con gli uffici del ministro Del Rio".
Il testo sulla costituzione dei liberi consorzi prevede che entro 90 giorni dalla pubblicazione della norma devono essere istituiti i nuovi enti che prendono il posto delle Province. Ergo, "se la legge si approva a dicembre, i 90 giorni scadono a marzo - osserva l'assessore Valenti -. Occorre prevedere una fase transitoria". Che appunto dovrebbe passare dalla proroga dei commissari. Una decisione che spetterà all'Ars ma che pare "la cosa più ragionevole" al governo.
Quanti saranno i nuovi consorzi? Il rischio che da nove province si passi a trenta enti esiste. Ma la Valenti al ruguardo è ottimista. "La norma prevede che servano minimo 150 mila residenti e massimo 500 mila. Molto certo dipenderà da come si definiranno le città metropolitane e da cosa resterà 'fuori' da queste. Ma già sappiamo che si stanno attivando dei consorzi, quello Selinuntino, quello di Gela, e tutti superano i 300 mila abitanti. Io credo che si vada verso questa direzione, più grandi sì, più piccoli no, altrimenti diminuirebbe l'economicità dei servizi. Già spontaneamente, insomma, i Comuni si stanno muovendo in questo senso".
Anche di questo oggi si è parlato in un incontro tra il presidente della Regione Rosario Crocetta e i vertici del Partito democratico. Il Pd, a quanto si apprende, vorrebbe porre un freno al numero dei nascituri consorzi, magari anche con un intervento sul ddl
I Comuni sceglieranno a quale consorzio aderire tramite una delibera del consiglio. Il tempo stringe e l'obiettivo di chiudere la pratica entro dicembre si complica. "Ce la stiamo mettendo tutta - dice l'assessore Valenti -, e la prova è che la giunta dopo aver approvato il primo ddl sulle città metropolitane, che è il modello verso cui dovremmo tendere, abbiamo deciso di optare per il secondo modello, meno ambizioso, ma che però ci permette di partite per abituare piano piano i territori al nuovo corso".




DI SICILIA


GESA. All'incontro anche sindaci e sindacati
Ato rifiuti, oggi il vertice con l' assessore Marimo.
Ci saranno tutti questa mattina negli uffici della Gesa, la società d'ambito ormai in liquidazione, per ascoltare l'assessore regionale all'industria Nicolò Marino. Ci saranno i sindaci dei comuni soci, i sindacati, i commissari Restivo e Buceti, il commissario della provincia Infurnari e i rappresentanti di imprese e lavoratori, La riunione è prevista per le 11.30 e servirà a fare il punto su diverse situazioni. In primo luogo, nonostante siano passati mesi e mesi, i sindaci, per un motivo o per l'altro, non sono ancora riusciti a costituire ufficialmente le nuove Srr così come prevede la legge di riforma degli Ato. Al momento, quasi tutti hanno versato le quote per le nuove società mentre anche il Comune di Lampedusa ha deliberato, attraverso un atto adottato da un commissario ad acta inviato dalla Regione, l'adesione alla srl. Adesso manca solo la firma dal notaio per la costituzione delle nuove strutture che sostituiranno gli Ato. Era stato lo stesso assessore Marino, lo scorso ottobre, a spiegare che la nascita delle Srr servisse ad evitare che i Comuni sforino il patto di stabilità per effetto dei forti costi di gestione del comparto rifiuti. Fatto sta che i termini sono scaduti da tempo e si è andati avanti a passi piccoli e lenti. Sul fronte meno tecnico e più concreto, Marino ascolterà tra l'altro, le rivendicazioni dei sindacati degli operatori ecologici di Gesa che sono ancora in attesa di ricevere la quattordicesima congelata per i mancati accreditamenti delle somme necessarie alle imprese dell'Ati, indietro di diversi mesi nel pagamento delle loro fatture per servizi resi. (A.M.M.)


UNA LEGGE ALL'ARS
Musumeci: subito al voto, stop a riforma Province.
Stop all'istituzione dei liberi Consorzi dei comuni e dunque anche alla proroga dei commissari delle Province. E ritorno al voto, con il rinnovo degli organi elettivi da fissare tra il 5 aprile e 1130 giugno. Lo prevede un disegno di legge depositato dalla lista Musumeci e firmato da alcuni deputati dell'opposizione, tra cui Marco Falcone (Pdl) Giovanni Greco (Mpa) e Luisa Lantieri (Pid-Gs). Ad annunciare il nuovo ddl è stato Nello Musumeci che in chiusura di seduta parlamentare ha preso la parola spiegando le ragioni dell'iniziativa.


Soldi a forestali, precari e Comuni
Si sblocca la spesa della Regione
L'assessore Bianchi: c'è l'accordo con Roma, subito i fondi agli enti locali poi gli stipendi
Giacinto Pipitone - Salvo Ricco
PALERMO
La Regione sblocca la spesa. il congelamento di tutte le uscite, deciso un mese fa per prevenire sforamenti del patto di stabilità, verrà interrotto a giorni: io ha annunciato all'Ars l'assessore all'Economia Luca Bianchi.
Il governo regionale ha infatti raggiunto un accordo conio Stato sui nuovi vincoli di finanza pubblica individuando tetti di spesa che permettono di risparmiare qualcosa rispetto all'anno scorso senza ulteriori sacrifici oltre quelli già decisi con la Finanziaria della scorsa primavera. Ciò significa che al Comuni andranno subito finanziamenti per 30040 milioni Poi scatteranno: pagamenti degli stipendi arretrati ai forestali, al 18.500 precari degli enti locali e a tutte le categorie in difficoltà negli ultimi mesi. Infine, verranno sbloccati anche contributi e spese per investimenti già programmati ma rimasti in un limbo.
Slitta invece a martedì la discussione sul disegno di legge sull'acquisto di servizi dalle società partecipate, che riguarda la società Sas (ex MuItiservizi) e i suoi circa 2 mila dipendenti. L'assessore Bianchi ha però avvertito il Parlamento: senza l'approvazione della legge. entro la prossima settimana, la società per motivi procedurali sarà costretta a inviare al dipendenti il preavviso di licenziamento in quanto il suo contratto con la Regione per l'affidamento di servizi pubblici scade il 31 dicembre. Bianchi ha sostenuto che il testo all'esame dell'Ars non prevede ulteriore spesa (ci sarebbero invece due milioni di tagli rispetto al valori attuali) e che i fondi per la proroga dei contratti sono stati stanziati con la Finanziaria. A ogni dipendente, secondo i calcoli dell'assessore, saranno corrisposti circa 30 mila euro all'anno.
Intanto Bruno Marziano, presidente della commissione Attività produttive all'Ars, ieri ha comunicato «che i disegni di legge su Confidi, Irfis e Fondo unico per agricoltura e pesca sono adesso ad un passo dall'aula». La norma sui Confidi «consentirà di sbloccare circa 34 milioni per il pagamento relativo al contributi per prestiti contratti dal 2008 al 2012».
Pronta per l'aula anche la legge che riscrive le funzioni dell'Irfis: «Diventa una sorta di Cassa depositi e prestiti della Regione - ha spiegato Luca Sammartino di Articolo 4-. Farà la banca a tutti gli effetti e poi svolgerà attività istituzionale quale ente strumentale della Regione concedendo prestiti agevolati ad un tasso del 2% per le piccole e medie imprese'.
Via libera in commissione Attività produttive anche al disegno di legge che introduce nuove regole per i panificatoti siciliani: turni di apertura costruiti per garantire il riposo al dipendenti e lotta all'abusivismo. Le novità contenute nei testo proposto dal deputati dell'Mpa Pino Federico e Toti Lombardo riguardano anche «i requisiti morali e professionali necessari per l'accesso all'attività di produzione del pane, fino al confezionamento, alla modalità di vendita».
Una norma già approvata prevede infine un contributo all'Associazione regionale allevatori di Sicilia e agli allevamenti colpiti da Blue Tongue e autorizza l'assessorato per le Risorse agricole a concedere un contributo di 200 mila euro agli allevamenti colpiti dall'epidemia per consentire agli allevatori il ripristino dei livelli di produzione.


LA SICILIA


L'ARPA SVOLGERÀ UN'INDAGINE
L'ex miniera «Ciavolotta» sotto la lente d'ingrandimento della Regione Siciliana
Ex discariche abbandonate o miniere in disuso come Ciavolotta sotto la «lente d'ingrandimento» della Regione e dell'Arpa per accertare eventuali rischi per la salute.
E' un quadro non esattamente rassicurante quello che emerge in questi giorni a livello regionale sulla possibilità, anche nella nostra provincia, che siano stati smaltiti rifiuti pericolosi in modo illegale. A lanciare l'allarme, almeno sulle discariche in disuso, è stato l'assessore regionale Nicolò Marino il quale ha parlato di «studi specifici dell'Arpa, che — dice — ci hanno detto cose cose che non ci aveva mai detto prima., dati preoccupanti sull'inquinamento nelle vecchie discariche», Tra i casi citati, appunto, quello di Agrigento, che si unisce a Cela, Enna e Messina in un poco invidiabile «poker». Come si ricorderà, tra l'altro, alcuni mesi fa l'Assessorato al Territorio e Ambiente annunciò l'avvio di ispezioni agli impianti di smaltimento (in uso o abbandonati), anche se i lavori degli studi non sono stati ancora resi noti.
Se non è certo a quali singoli impianti Marino facesse riferimento, poco rassicuranti sono da tempo le condizioni dell'ex discarica comunale di Consolida, almeno per quanto riguarda l'affioramento di percolato e l'assenza, nel breve periodo, di progetti di bonifica radicale.
A questo si aggiungono le preoccupazioni, datate 2010 ma tornate in «auge» solo ora, sull'ex miniera di Ciavolotta. Una zona circondata da nere «leggende metropolitane» che vorrebbero la presenza di livelli di radioattività nei pressi dei pozzi e un alto tasso di tumori. Se nulla di tutto questo è stato accertato, in questa fase, c'è di certo che tre anni fa una commissione speciale d'indagine dell'Urps, l'Unione delle province siciliane, individuò una serie di miniere abbandonate sulle quali sarebbe stato necessario fare studi approfonditi. Se l'attenzione si concentrava principalmente su Pasquasia, tra Enna e Caltanissetta, anche l'impianto nei pressi del Villaggio Mosè era tra quelli che sarebbero dovuti essere sottoposti a verifiche.
Una speranza in tal senso potrebbe venire da un progetto all'avanguardia chiamato Miapi, Monitoraggio e individuazione delle aree potenzialmente inquinate, e finanziato con 10 milioni di euro per Sicilia, Calabria e Campania provenienti dal Pon Sicurezza, L'Arpa regionale in questa fase sta individuando le aree da sottoporre a controllo tra quelli che potrebbero contenere rifiuti tossici. «Si tratta - dice il dirigente regionale dell'Agenzia Francesco Licata di Baucina - di discariche pubbliche e private e altri siti a rischio contaminazione come cave e miniere dismesse». Punto di partenza potrebbe essere proprio il lavoro dell'Urps, con l'avvio di verifiche su Ciavolotta che potrebbero, in un senso o nell'altro, dissolvere gli incubi di chi risiede in quell'area.


Vertice questa mattina nella sede dell'ex Asi industriale tra l'esponente del governo Crocetta, sindaci e liquidatore.
Le parti si confronteranno per accelerare al massimo l'avvio delle cosiddette Srr che dovranno nascere in provincia
«Lezione» dell'assessore regionale
Marino spiega le novità in arrivo
Nella sala riunioni della sede agrigentina dell'lrsap (ex consorzio per le aree di sviluppo industriale) oggi alle 11,30 l'assessore regionale ai rifiuti Nicolò Marino incontrerà i sindaci dell'ex ambito di Gesa Agrigento due, alla presenza del commissario Ferdinando Buceti e del liquidatore Teresa Restivo.
E' la prima volta che il rappresentante del governo regionale incontra 'in trasferta' i rappresentanti delle comunità locali e comincia proprio da Agrigento. Sarà l'occasione per fare il punto della situazione in vista della costituzione delle nuove Società per la regolamentazione della raccolta dei rifiuti e dell'avvio della nuova fase in cui sta entrando la gestione del servizio di igiene ambientale. I sindaci avranno l'occasione per esprimere dubbi e difficoltà cui vanno incontro ogni giorno mentre l'assessore sicuramente darà delle ulteriori istruzioni su come regolarsi in vista delle novità che si stanno attuando. Peraltro Marino si sta adoperando per dare un'impostazione nuova a tutta l'organizzazione del servizio, ma in questi giorni si è reso anche protagonista di una accesa polemica con Confindustria, finita sulle pagine dell'Espresso al quale l'assessore è giunto a dichiarare che «fare l'assessore ai rifiuti, acqua ed energia in questa regione può essere pericoloso come indagare sulle stragi di mafia. Stiamo toccando interessi enormi, Interessi privati di chi pensa di poterci insultare impunemente riparandosi dietro lo scudo di Confindustria Sicilia». Quest'ultima, insieme a Legambiente, secondo Marino, «hanno avuto l'ardire di chiedere al Parlamento italiano di non convertire in legge il decreto con il quale veniva dichiarata l'emergenza rifiuti in Sicilia. Devo dedurre - disse subito dopo quella richiesta Marino - che queste associazioni non prediligano impianti di riciclo o compostaggio, probabilmente innamorati delle vecchie di- scariche».
Intanto non si sono ancora costituite le due Srr che dovranno nascere in provincia di Agrigento: per quella est, nella quale ricade anche il capoluogo, si attende ancora la delibera del Comune di Lampedusa, mentre per entrambe i rispettivi noi devono ancora ricevere la documentazione completa da parte delle banche dei rispettivi comuni. Siamo comunque agli sgoccioli e si spera che la prossima settimana tutto possa essere pronto.
SALVATORE FUCÀ




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