Agrigentoflash.it
Approvate richieste di nuovi indirizzi di studio del Politi di Agrigento e dei Licei "U. Foscolo - A. Sciascia" di Canicattì
Prosegue la verifica delle richieste di autorizzazione di nuovi indirizzi di studio per l'anno 2014/15 inviate dagli istituti superiori alla Provincia. Il Commissario straordinario Benito Infurnari, su proposta del Settore Politiche del Lavoro e dell'Istruzione, ha adottato un'apposita delibera con la quale ha autorizzato il "Liceo Classico U. Foscolo e il Liceo Scientifico A. Sciascia" di Canicattì a richiedere all'Assessorato Regionale all'Istruzione due nuovi indirizzi di studio: il "Liceo Linguistico" e "Liceo Artistico - architettura e ambiente". L'attivazione dei nuovi indirizzi di studio, come attestato dal Dirigente Scolastico Rossana Virciglio, è totalmente compatibile con quelli attualmente presenti e non comporterà sostanziali modifiche al piano di sicurezza scolastico, né aggravio economico per la Provincia Regionale di Agrigento.
Autorizzato, sempre dal Commissario Infurnari, il Liceo delle Scienze Umane "R. Politi" di Agrigento a richiedere all'Assessorato Regionale all'Istruzione i seguenti nuovi indirizzi di studio: "Liceo Scientifico con Opzione Scienze Applicate" e "Liceo delle Scienze Umane con Opzione Economico-sociale". Il Dirigente Scolastico del Politi Antonio Manzone, nella propria richiesta ha dichiarato che l'attivazione dei nuovi indirizzi scolastici non comporterà per il prossimo quinquennio l'esigenza di reperire nuove aule, essendo già state individuate le aule per le attività normali e per le attività speciali. La presenza di diversi indirizzi di studio nell'Istituto non pregiudicherà, in alcun modo, la sicurezza degli utenti e la funzionalità della scuola sotto tutti i suoi aspetti. Sarà la Regione, con appositi decreti regionali, a sancire l'istituzione di questi nuovi indirizzi di studi. Successivamente al decreto della Regione saranno assunti dalla Provincia Regionale di Agrigento i provvedimenti per garantire le regolari attività scolastiche negli istituti di propria competenza. L'apertura di nuovi indirizzi scolastici aumenterà l'offerta formativa da destinare ai giovani delle scuole medie superiori della provincia creando maggiori occasioni di studio ed una maggiore razionalizzazione della rete scolastica.
Rifiuti, la spiegazione dell'assessore Marino
Visita dell'Assessore regionale all'ambiente Nicolo' Marino questa mattina nei locali dell'Ato Gesa Ag2. Un incontro con tutte le rappresentanze sindacali, i Sindaci dei Comuni facenti parte dell'Ato, e la responsabile Teresa Restivo, per affrontare nei dettagli il cambiamento in atto per la gestione del servizio di igiene ambientale e raccolta dei rifiuti solidi urbani, in provincia di Agrigento. Il passaggio della gestione del servizio di igiene ambientale dall'Ato alle Srr, preoccupa non poco gli operai e gli operatori ecologici, che temono di perdere il lavoro. L'assessore Marino ha voluto cosi ribadire che i lavoratori e le loro famiglie possono stare tranquilli perché la riforma non determinerà cambiamenti occupazionali e non ci saranno licenziamenti.
Linksicilia.it
NON SONO COME I MIEI COLLEGHI CHE INCENSANO QUESTI PERSONAGGI". DA AGRIGENTO, L'ASSESSORE METTE I PUNTINI SULLE I.
Lo scontro tra l'assessore regionale all'Energia Nicolò Marino e lobby che si è impossessata di Confindustria Sicilia (e di mezzo Governo) è ormai all'acme. Come sappiamo non è al prima volta che l'ex Pm, parlando del tema più scottante della vita pubblica siciliana, alias, la gestione dei rifiuti, punta il dito contro "interessi enormi. Interessi privati di chi pensa di poterci insultare impunemente riparandosi dietro lo scudo di Confindustria Sicilia" ha detto ad esempio, nella recente intervista a L'Espresso. E quando si parla di Confindustria Sicilia e di rifiuti, il nome è quello di Giuseppe Catanzaro, vice presidente dell'organizzazione guidata da Antonello Montante (grande sponsor di Crocetta) e titolare, insieme con il fratello, della mega-discarica di Siculiana, in provincia di Agrigento, gestita, praticamente, in regime di monopolio. Proprio dalla Città dei Templi, oggi, l'assessore Marino sferra un altro duro attacco al 'Signore dei rifiuti'-L'occasione, una riunione con i Sindaci della zona convocata nella sede agrigentina dell'Ato rifiuti. Sindaci, infuriati con Catanzaro, che minaccia di chiudere la discarica quando non ha ricevuto tutti i pagamenti, costringendo i Comuni a sostenere il doppio delle spese per conferire i rifiuti a Gela: "Non lo può fare- dicono i Sindaci agrigentini. Si tratta di interruzione di servizio pubblico".L'ex Pm non ha esitato: "Bisogna smontare quei meccanismi che hanno consentito la creazione di questi monopoli. Intendo portare avanti la mia riforma senza esitazioni. Se non riesco, me ne vado" ha detto Marino guadagnandosi una standing ovation. Non solo. Su Catanzaro, ancora una volta è stato molto esplicito: "Non accetto lezioni di legalità da Catanzaro. Non sono come i miei colleghi che incensano questi personaggi. Nessuno può ergersi a simbolo della legalità. I simboli della legalità in Sicilia ce li hanno ammazzati tutti" ha detto l'assessore, riferendosi, ovviamente, alla bandiera della legalità sventolata da Confindustria Sicilia e usata per gestire potere. Insomma, l'assessore Marino dimostra grinta. Il problema è che, all'interno del Governo di cui fa parte, il peso di Montante and co. è notevole. Tant'è che la maggioranza che regge l'Esecutivo Crocetta non si affatica nel sostenere l'ex Pm. Anzi. Come dimostra il recente caso Pezzini (il super consulente del Patto dei Sindaci) fa il contrario.La sensazione è che non vedono l'ora di sbarazzarsi di un assessore così 'scomod0′. Al quale, comunque, resterà il merito, a differenza dei suoi colleghi di Giunta, di non essersi fatto trascinare giù. Nella melma
Regione: le avventure del signor Bianchi-Bonaventura e la 'rimozione-promozione' di Nicolò Marino
TORNA LO 'SPETTRO' DEL RIMPASTO DELLA GIUNTA. NON E' DA ESCLUDERE UN SCAMBIO CROCETTA-PD. IL PARTITO CANDIDA L'ASSESSORE LASCIANDO CAMPO LIBERO SUI RIFIUTI AGLI INDUSTRIALI. IN CAMBIO CEDEREBBE DA TRE A QUATTRO ASSESSORATI
PD-Crocetta-Bianchi-Lumia-Montante: ricomincia l'avventura del signor Bonaventura!
Per la cronaca, il Signor Bonaventura era un celebre personaggio del Corriere dei piccoli. Con l'odierna politica siciliana ha qualche legame. Soprattutto con l'assessore all'Economia, Luca Bianchi. Se il nostro assessore, che alla fine è simpatico, decidesse di indossare una marsina e bombetta rossa, accompagnati, magari, da larghi pantaloni bianchi e da un cane bassotto come quello che accompagna Stefania Petix, potrebbe somigliare al signor Bonaventura.
Il signor Bonaventura era sempre era sempre strampalato e squattrinato. Proprio come la Regione siciliana di oggi che l'assessore Bianchi rappresenta. Alla fine - lo diciamo per completezza d'informazione - il signor Bonaventura diventava milionario. E questo potrebbe portare fortuna alla nostra Regione, che in questa fase, delle avventure del signor Bonaventura, realizza solo la prima parte. Detto questo, noi ci auguriamo che l'assessore Bianchi realizzi anche la seconda parte. Anche se, allo stato attuale, i chiari di luna dicono l'esatto contrario, se è vero che, ad oggi, non c'è nemmeno uno straccio di Bilancio e Finanziaria.
Un'avventura da Corriere dei piccoli - intesa, in questo caso, come piccola politica - potrebbe essere anche quella del presidente della Regione, Rosario Crocetta, e del PD siciliano che, dopo una pausa di un mese o giù di lì, è tornato a chiedere il rimpasto, cioè un cambio nella guida degli assessorati.
Sul rimpasto si sofferma Marco Falcone, esponente di Forza Italia.
"Passata la tregua, peraltro molto breve, riprende l'assedio a Crocetta, da parte degli alleati, per il rimpasto in Giunta - dice Falcone -. Già l'Art. 4, per bocca di Lino Leanza e anche di Giuseppe Lupo del PD, con il pretesto che bisogna affrontare i temi dei Consorzi, delle Acque e delle Aree metropolitane, chiedono al Governatore Crocetta di rompere gli indugi e di fare subito un rimpasto in Giunta mettendo soggetti 'più rappresentativi'. Scongiurato il colpo di ariete della sfiducia, prima fomentata e poi negata, la maggioranza si accinge nuovamente a bloccare l'azione di Governo, stavolta ritornando a reclamare poltrone".
Direte: perché abbiamo inserito anche Lumia e Montante nelle avventure siciliane del signor Bonaventura? Perché anche loro ne fanno parte. Anche loro vogliono il rimpasto.
Lumia e gli industriali, a quanto si racconta, brigherebbero per una 'rimozione-promozione' per l'attuale assessore all'Energia, Nicolò Marino. La cosa non è nuova, visto che l'abbiamo scritto circa un mese addietro. Ma adesso il problema sta diventando impellente perché l'assessore Marino si è messo in testa - roba da non credere! - di far applicare, in Sicilia, la legge in materia di rifiuti e acqua.
Il 'rischio' che si sta paventando, a causa delle azioni 'inconsulte' dell'assessore Marino, è che il governatore Crocetta possa addirittura mantenere gli impegni di legalità assunti con gli elettori sul fronte dei rifiuti.
Crocetta, si sa, gelese verace, è giustamente abituato a giocare con gli elettori: l'ha fatto a Gela nel ruolo di Sindaco dell'antimafia 'tragediata'; e sta provando a farlo anche da presidente della Regione. La cosa gli è riuscita perfettamente con il Muos: dichiarandosi anti-Muos in campagna elettorale e passando, armi e bagagli, con gli americani dopo essere stato eletto.
Con i rifiuti, invece, sta succedendo qualcosa di 'inquietante'. Ovviamente, agli elettori Crocetta aveva promesso la 'rivoluzione' anche nei rifiuti. Per poi proseguire con le discariche.
Solo che l'assessore che ha messo in questo settore - il già citato Nicolò Marino - invece di 'incensare' di imprenditori di la munnizza di Confindustria Sicilia, vorrebbe addirittura liberare la Sicilia dalle discariche. Creando enormi problemi agli industriali di la munnizza, che sulle discariche ci campano.
Da qui i contrasti. L'ideale, a questo punto, sarebbe una bella 'rimozione-promozione' per Marino. E' l'unico modo è quello di candidare l'assessore alle elezioni europee. Ovviamente nel PD.
Per far 'appattare' tutte le carte...
Questo, ovviamente, andrebbe fatto nel quadro di un accordo sul rimpasto: il PD si 'caricherebbe' Marino e, in cambio il gruppo di potere Crocetta-Lumia-Confindustria Sicilia cederebbe da tre a quattro assessorati al PD
Livesicilia.it
Prima precari e Province .Il Bilancio può attendere
E' ormai definita la legge di stabilità che l'assessore all'Economia, Luca Bianchi, porterà in giunta a breve per il via libera, con un taglio alla spesa intorno ai 400 milioni di euro. Ma visti i tempi strettissimi (va approvata entro il 31 dicembre) è probabile, riferiscono alcune fonti parlamentari, che la manovra slitti all'anno prossimo, col conseguente avvio dell'esercizio provvisorio, per scelta politica. Oltre al bilancio in ballo ci sono alcune leggi ritenute fondamentali dalla maggioranza e dal governo, tutte da approvare entro fine anno: dalla riforma dei Liberi consorzi a quella sulle città metropolitane dalla legge sui precari degli enti locali all'acqua pubblica e alla spending review. Tanta carne al fuoco, impossibile da cucinare in poco più di un mese per l'Assemblea regionale. Sia sulle Province sia sui precari ci sono tutti i presupposti perché a Palazzo dei Normanni si apra una battaglia parlamentare tra maggioranza e opposizione, difficile da liquidare in pochi giorni: basti pensare al ddl che "resuscita" le Province depositato dalla lista Musumeci e su cui hanno messo la firma deputati di Pdl, Mpa e Pid-Gs. Insomma nell'imbuto dell'Ars non c'è spazio per tutto. E allora, ecco spuntare l'ipotesi dell'esercizio provvisorio per concentrare gli sforzi sui ddl chiave per la maggioranza. A meno che il governo non trovi un accordo ad ampio raggio in queste ore con pezzi dell'opposizione per "blindare" in aula i disegni di legge. Ragioneria generale e tecnici del dipartimento all'Economia intanto stanno definendo la manovra finanziaria. Già la prossima settimana bilancio e legge di stabilità per il 2014 potrebbero essere trasmessi alla Presidenza dell'Ars per l'assegnazione alle commissioni di merito. Il governo è in ritardo di qualche giorno: i documenti contabili vanno presentati 45 giorni prima della scadenza per l'approvazione, il 31 dicembre. In assessorato, comunque, confidano nel varo della manovra in Parlamento entro i termini. I documenti saranno consegnati in Assemblea, poi spetterà alla politica stabilire le priorità
Precari, un'altra fumata nera .Sindacati vicini allo sciopero
Niente di fatto. L'incontro di oggi tra il governo e sindacati non ha allontanato le nubi sul destino dei quasi ventimila precari siciliani. Anzi, ne ha addensate altre. Perché oggi l'assessore regionale alla Funzione pubblica Patrizia Valenti, l'unico componente della giunta di Crocetta a presentarsi oggi di fronte ai dirigenti sindacali, non avrebbe fornito le rassicurazioni che servivano. Al punto da spingere i rappresentanti dei lavoratori a minacciare lo "strappo". Se martedì, il giorno in cui è previsto il nuovo appuntamento dell'unità di crisi istituita dieci giorni fa, il presidente Crocetta - assente oggi all'incontro a Palazzo d'Orleans - non presenterà una proposta chiara, un percorso concreto per uscire dallo stallo, sarà sciopero."L'incontro di oggi - attaccano i segretari generali dei sindacati confederali Michele Palazzotto (Fp Cgil), Luigi Caracausi (Cisl Fp) e Enzo Tango (Uil Fpl) - si è concluso con un sostanziale nulla di fatto per mancanza di proposte del governo regionale dopo le esternazioni mediatiche degli ultimi giorni". Il riferimento va soprattutto alla notizia del possibile utilizzo dello strumento dei prepensionamenti per aprire spazi a nuove assunzioni.Una idea smentita dal ministero della Funzione Pubblica: i prepensionamenti possono tornare utili in vista di un alleggerimento dell'organico. Ma non è previsto alcun automatismo tra pensionamenti e nuove assunzioni. Niente turn over, quindi. Un turn over che sarebbe stato, comunque, parziale. "Solo il 40% dei lavoratori che vanno in pensione potranno essere sostituiti" aveva spiegato l'assessore regionale Patrizia Valenti. E invece, nessuno potrà essere assunto, stando così le cose.E così, oggi l'assessore ha dovuto allargare le braccia. Rilanciando, però, su altri due elementi. La creazione del bacino unico dei precari, che potrebbe così consentire quantomeno di strappare la proroga triennale, e la predisposizione di un report sui tagli alle spese operati dalla Regione. Spiegazioni che non hanno però convinto i sindacati. "A conclusione di una discussione a tratti tesa e durata un'ora e mezza - spiegano i segretari generali - non possiamo che dichiararci insoddisfatti per l'inconsistenza dell'azione di governo nella risoluzione di una vertenza tanto delicata quanto urgente".Senza contare che il governo regionale attende ancora l'emanazione della circolare ministeriale sulla quale dovrà fondare un disegno di legge specififico. Ddl che dovrà poi approdare a Palazzo dei Normanni ed essere esaminato prima dalle commissioni legislative, quindi dall'Aula.Di tutto questo si discuterà martedì prossimo. Ma adesso il tempo stringe e il clima si fa caldissimo. "Alla fine, l'unico risultato raggiunto oggi grazie alla forte contrapposizione messa in atto da Cgil Cisl e Uil - raccontano i sindacati - è stato l'impegno assunto dal presidente della Regione Crocetta di riconvocare il tavolo trattante con le parti sociali martedì 26 per presentare una proposta organica che contempli gli strumenti legislativi amministrativi tali da consentire proroghe e stabilizzazioni".
Ma l'impressione, adesso, è che i margini siano strettissimi. "Ovviamente quest'impegno - proseguono infatti i sindacati - non ci impedisce, alla luce della grave situazione che si sta delineando, di proclamare lo stato di agitazione del personale degli Enti interessati per mettere in atto una mobilitazione entro i primi 15 giorni di dicembre. Solo l'esito favorevole del prossimo incontro previsto per martedì potrebbe evitare la mobilitazione che diversamente metteremo in atto senza esitazione". I lavoratori si preparano a un mega sciopero. Quando mancherà appena un mese alla scadenza di circa ventimila contratti.
Repubblicapalermo.it
L'acqua potabile torna alla Regione, nuova società per gestire la fornitura
di GERALDINE PEDROTTI
Una manifestazione dei dipendenti Aps Dopo quasi un mese di attesa, tra disservizi sempre più frequenti e il rischio concreto per 400 mila persone della provincia di Palermo di restare senz'acqua nelle prossime settimane, si è finalmente risolta la vicenda dell'Aps, la società recentemente fallita che ha gestito negli ultimi dodici anni il servizio idrico in 56 comuni del Palermitano. Sarà infatti una società pubblica, finanziata dalla Regione con una somma che va dai quattro agli otto milioni di euro, a occuparsi della fornitura dell'acqua, della depurazione e della manutenzione delle reti fognarie. Lo farà per sei mesi, in attesa del via libera definitivo da parte dell'Ars alla riforma sull'acqua pubblica, che vedrà la nascita di un unico Ato idrico che amministrerà il servizio in tutta l'Isola. La decisione arriva dopo un mese denso di proteste, sia da parte dei 206 dipendenti di Aps a rischio licenziamento, che quella della maggioranza dei sindaci dei Comuni coinvolti, che - così come stabilito dai curatori fallimentari - da qui al prossimo mese e mezzo avrebbero dovuto iniziare a gestire il servizio, in mancanza di risorse e di personale. La svolta è arrivata nella tarda serata di ieri, dopo un vertice fiume tra il presidente della Regione Rosario Crocetta e l'assessore all'Energia Nicolò Marino. Sui dettagli dell'operazione c'è il massimo riserbo: non è ancora chiaro chi sarà il soggetto chiamato a prendere il posto di Aps, si parla dell'Ato idrico Palermo 1 attualmente commissariato, che potrebbe gestire la fornitura grazie a una modifica della norma che impedisce agli enti in liquidazione di amministrare nuovi servizi. Quello che è chiaro, invece, è che il nuovo soggetto sarà supportato dalla Regione con una copertura che oscilla dai quattro agli otto milioni di euro, che consentirà all'ente di affittare le maestranze di Aps, scongiurandone così il licenziamento. "Con le nostre mobilitazioni e con il supporto degli amministratori comunali - commenta Francesco Lannino della Filctem Cgil di Palermo - siamo riusciti a sensibilizzare le istituzioni affinché fosse trovata una soluzione che garantisse sia i posti di lavoro che la regolarità del servizio idrico". Tra le ipotesi messe sul tavolo nei giorni dalla Regione per scongiurare c'era anche quella di mettere tutto in mano all'Amap, la partecipata comunale che eroga l'acqua a Palermo. Una strada che si era già tentato di percorrere lo scorso anno, ma che aveva visto sempre la netta opposizione dei vertici della società e del sindaco Leoluca Orlando, non interessati a farsi carico di un'azienda in perdita e di 206 nuovi lavoratori da contrattualizzare. "La scelta di una società pubblica che abbia alle spalle la Regione - dice Lannino - è senza dubbio la migliore soluzione possibile ed è quella che noi sindacati suggeriamo da settimane. Il prossimo passo, però, è pretendere che il testo della riforma sull'acqua pubblica preveda la salvaguardia dei lavoratori delle aziende private che hanno gestito finora il servizio in tutte le province, per evitare lo scoppio di nuovi "casi Aps" nei prossimi sei mesi". E il sindacalista conclude: "È necessario che il numero dei "sotto ambiti", cioè i territori idridici, siano determinati dalla legge affinché siano evitate frammentazioni del servizio, che si traducono immediatamente in aumenti del costo della bolletta.
DI SICILIA
VOLONTARIATO IN PROVINCIA. Dallo speciale «registro regionale».
Associazioni diffidate dalla Regione.
Ben dodici saranno «cancellate»
E' stato avviato il procedimento di cancellazione dal "Registro regionale del volontariato" per dodici associazioni della provincia di Agrigento diffidate dalla Regione siciliana. Ecco la lista delle associazioni agrigentine alle quali l'assessorato regionale perla Famiglia, il Lavoro le Politiche sociali contesta di" non aver trasmesso la documentazione comprovante il possesso dei requisiti per il mantenimento dell' iscrizione nel Registro generale regionale delle organizzazioni di volontariato": Gruppo Fratres Francesco Sammartino di Agrigento, sezione comunale Avis di Alessandria della Rocca; associazione pubblica assistenza Karol Wojtila di Campobello di Licata; istituto per la famiglia di Canicattì; associazione Girasole di fanmiglie e volontari diCianciana; associazione Tre P (Padre Pino Pugllsi) di Licata; associazione Aiuto alla vita di Menfi; Avis comunale di Montallegro; associazione volontariato Per la vita, sport, cultura ed ambiente e associazione Buon sammaritano di Raffadali; associazione Itinerari di San Giovanni Gemini; associazione società San Vincenzo de Paoli di Sciacca. "L'avviso -si legge - è da considerarsi notifica dell'avvio del procedimento di cancellazione". Le organizzazioni indicate, entro il 28 novembre 2013, dovranno inviare al Dipartimento regionale della Famiglia e delle Politiche sociali (Servizio 3' Terzo Settore, Volontariato, Servizio Civile, Pari Opportunità) eventuali memorie e documenti che si ritengono necessari per mantenere l'iscrizione nel "Registro regionale del volontariato". CAGI
ISTRUZIONI. La Provincia approva la delibera.
Scuola, nuovi indirizzi per l'istituto "Politi".
Prosegue la verifica delle richieste di autorizzazione di nuovi indirizzi di studio per l'anno 2014/2015 inviate dagli istituti superiori alla Provincia, il Comissario straordinario Benito Infurnari, su proposta del Settore Politiche dei Lavoro e dell'Istruzione, ha adottato un'apposita delibera con la quale ha autorizzato il Liceo classico "Foscolo" e lo scientifico "Sciascia" di Canicattti a richiedere all'Assessorato Regionale all 'Istruzione due nuovi indirizzi di studio: il "liceo Linguistico" e "Liceo Artistico - architettura e ambiente". L'attivazione dei nuovi indirizzi di studio, come attestato dal dirigente scolastico Rossana Virciglio, è totalmente compatibile con quelli attualmente presenti e non comporterà sostanziali modifiche al piano di sicurezza scolastico, nè aggravio economico per la Provincia. Autorizzato, sempre dal CommissarioInfurnari, il Liceo delle scienze umane "Politi" di Agrigento a richiedere all'Assessorato Regionale all'istruzione i seguenti nuovi indirizzi di studio: "Liceo Scientifico con Opzione Scienze Applicate" e "Liceo delle Scienze Urnane con Opzione Economico-sociale", il dirigente del Politi, Antonio Manzone, nella propria richiesta ha dichiarato che l'attivazione dei nuovi indirizzi scolastici non comporterà per il prossimo quinquennio l'esigenza d ireperire nuove aule, essendo già state individuate le aule per le attività speciali, La presenza di diversi indirizzi di studio nell'istituto non pregiudicherà, in alcun modo, la sicurezza degli utenti e la funzionalità della scuola sotto tutti i suoi aspetti. Sarà la Regione, con appositi decreti regionali, a sancire l'istituzione di questi nuovi indirizzi di studi. PAPI
SCUOLA. L'ente si dichiara disponibile ad affrontare le spese di adeguamento dei locali per accogliere gli studenti.
«Ipa» al centro sociale di Bastianella
Primi sopralluogji della Provincia.
I locali utilizzabili all'interno della struttura di contrada Bastianelia sono al momento cinque e verranno usati per dare un parziale sollievo ai disagi vissuti dagli studenti.
Potrebbe essere finalmente arrivata ad una svolta positiva la vicenda dell'Ipia Marconi relativa alla difficoltà a reperire locali adeguati dove trasferire le classi del professionale e che sta costringendo ormai dall'inizio del nuovo anno scolastico gli studenti ai fastidiosi turni pomeridiani, ospiti nelle classi del Liceo scientifico. A prospettare il buon esito di mesi e mesi di trattative tra il commissario straordinario della Provincia regionale di Agrigento, Benito Infurnari, e l'amministrazione comunale é stato lo stesso sindaco di Canicattì Vincenzo Corbo che ha ricevuto importanti rassicurazioni circa l'impegno dell'ente provinciale a prendere in mano la vicenda e condurla a buon esito. Il capo deil'amministrazione comunale infatti avuto garanzie da parte della Provincia in merito alla realizzazione degli interventi di adeguamento e sistemazione necessari all'interno dei locali del Centro Sociale di contrada Bastianella che il comune ha messo a disposizione proprio per tamponare l'emergenza classi dell'Ipia Marconi. " Verranno effettuati nell'arco di qualche giorno dei sopralluoghi all'interno della struttura - ha spiegato Vincenzo Corbo - da parte dei tecnici della Provincia e successivamente si procederà alla definizione degli interventi necessari per consentire il trasferimento delle prime cinque aule del Marconi al Centro Sociale. I lavori, per quanto mi è stato assicurato, verranno effettuati dall'ente guidato dal commissario Benito Infurnari". I locali utilizzabili all'interno della struttura di contrada Bastianella sono al momento cinque e verranno utfiizzati per dare un parziale sollievo ai disagi vissuti dagli studenti del Professionale, da più di due mesi costretti a frequentare le lezioni nelle ore pomeridiane. Ma in prospettiva potrebbe anche esserci la possibilità di utilizzare anche altri locali sempre del Centro Sociale. " Se la Provincia potrà essere in grado di intervenire per un ulteriore opera di adeguamento - ha concluso il sindaco Corbo - siamo pronti a dare la disponibilità ad utilizzare altre stanze presenti all'interno della struttura di contrada Bastianella". GIMO
LAVORO. L'assessore Valenti non ha ricevuto da Roma e direttive per la stabilizzazione. Parti sociali in stato di agitazione
Precan nei Comuni, trattativa a vuoto
Sindaci e sindacati contro la Regione
L'assessore avrebbe dovuto illustrare il piano per stabilizzare i 18.500 precari entro la fine del
2016 partendo a gennaio con le proroghe triennali da formalizzare con una legge all'Ars.
A vuoto il primo vertice fra governo, sindaci e sindacati sui precari. L'assessore regionale alla Funzione pubblica, Patrizia Valenti, non ha ricevuto da Roma le direttive del governo nazionale e ha dovuto prendere tempo. Se ne riparlerà martedì in un clima già surriscaldato. L'assessore avrebbe dovuto illustrare a sindaci e sindacati il piano della Regione per stabilizzarei 18.500 precari entro la fine del 2016 partendo a gennaio con le proroghe triennali da formalizzare con una legge all'Ars. Parallelamente si punta a ridurre gli organici attuali in tutta la galassia pubblica con i prepensionamenti, applicando le norme in vigore prima della riforma Fornero. Ma tutto il piano prende le mosse da una circolare del ministero della Funzione pubblica attesa per l'inizio di questa settimana e che ha invece subito un ritardo, Che per i sindacati è inaccettabile. Michele Palazzotto (Fp Cgil), Luigi Caracausi (Cisl Fp) ed Enzo Tango (Uil Fpl) hanno parlato di una discussione «tesa che ci lascia insoddisfatti per l'inesistente azione dei governo nella risoluzione di una vertenza tanto delicata». I sindacati di categoria hanno subito proclamato lo stato di agitazione che culminerà con una mobilitazione generale entro il 15 dicembre «se non ci sarà un esito favorevole dall'incontro di martedì prossimo». Ancora più dure le segreterie generali. Claudio Barone della Uil rileva che «la famosa circolare di D'Alia non è mai arrivata e ciò provoca incertezza perfino sulle proroghe dei contratti. La Regione continua a farsi carico di questi rapporti di lavoro malgrado l'incapacità del ministro D'Alia che si è fatto bloccare la deroga al patto di stabilità». Mentre Mimma Argurio della Cgil aggiunge che «non c'è stato alcun seguito alle trionfali notizie date alla stampa. Si dava la situazione per risolta ma al momento è tutto bloccato».Rosario Crocetta prova a schivare le polemiche. «Per andare avanti nella scrittura della nostra legge abbiamo bisogno della circolare del ministero, che stranamente non è ancora arrivata, E ancora più stranamente i sindacati sostenevano di avere delle bozze informali che comunque non ci soddisferebbero. D'Alia ha però smentito l'attendibilità di queste bozze. Da Roma continuano a darci garanzie che si troverà un percorso per arrivare alle stabilizzazioni. Noi siamo pronti in qualunque momento a metterlo per iscritto in una legge da portare d'urgenza all'Ars», Ma a questa legge non credono più neppure i sindaci. L'Anci ieri ha chiesto ufficialmente al governo regionale di cambiare strategia e puntare su una modifica delle attuali regole nazionali da ottenere con emendamenti alla legge di Stabilità in discussione a Roma: «La situazione è del tutto bloccata - ha detto il presidente Paolo Amenta - perchè è chiaro che il confronto fra Regione e governo nazionale al momento non ha dato alcun risultato. In questa situazione non solo non c'è alcuna prospettiva di stabilizzazione ma non si può parlare neppure di proroghe perchè molti Comuni non riuscirebbero a rispettare i limiti legati al patto di stabilità. Per questo motivo abbiamo presentato al governo le nostre contro- proposte che puntano su nuove norme.». GIAPI
GESA. L'assssore all'industria ha ascoltato i sindaci e i rappresentanti sindacali anche sulle carenza di risorse economiche.
Ato rifiuti, Marino parla delle riforme.
«Ma non ci saranno licenziamenti»
La società d'ambito è in liquiidazione da tempo ma la nuova Srr «Arigento Est» non può
ancora decollare perchè manca l'adesiovie ufficiale del Comune di Lampedusa e Linosa.
La confusione è grande e sui tempi di applicazione nella legge dl riforma c'è incertezza, ma l'Assessore regionale Nicolò Marino ieri mattina ha sostanzialmente convinto la platea di sindaci, amministratori, sindacalisti e lavoratori venuti per ascoltarlo . A fare gli onori di casa il commissario liquidatore di Gesa Teresa Restivo e quello straordinario Ferdinando Buceti. «La riforma comparto rifiuti e il pasaggio dagli Ato alle Srr ha detto Marino- si farà nonostante ostacoli e una volta entrato a regime, sarà un passaggio importante per migliorare i servizi e risparmiare sui costi, ma lavoreremo per la salvaguardia di tutti i posti di lavoro". Marino ha parlato per quasi due ore di ato rifiuti e ato idrico spiegando quello che il suo assessorato intende fare per smarcarsi da vecchie logiche clientalari o di monopolio, ma anche ascoltato quello che aveva no da dire i sindaci, come Nuccio Pisapia da Casteltermini e Giacomo Di Benedetto di Raffadali che hanno puntato il dito sulle risorse economiche che la Regione ha promesso al Comune che non sono mai arrivate e i problemi che questo comporta. «Quello che come sindaci chiediamo come priorità ha detto Di Bene detto - è che la regione affidi all'Urega la possibilità di gestire i nuovi prossimi appalti per settore rifiuti in modo da toglierlo agli uffici comunali che rimarrebbero bloccati per mesi. Marino ha ascoltato anche i sindacalisti Alfonso Buscemi della Cgil funzione pubblica e Roberto Migliara dell'Ugl che hanno sottolineato l'importanza di tutelare, anche in questa fase di transizione, il personale sia degli Ato che delle imprese.Il commissario straordinario della Provincia Benito Infurnari ha spiegati i passi avanti compiuti per la realizzazione delle nuove Srr. «Per Agrigento Ovest ha detto Infurnari - il 26 novembre si procederà con la costiuzione della società che ha Sciacca come capofila mentre per Agrigento est occorrerà aspettare che il commissario regionale solleciti la vicenda di Lampedusa. Nicolò Marino, nel suo intervento ha anche parlato del sistema di gestione dalle discariche in Sicilia. «In questo settore - ha detto va prioritariamente rivista la politica dei prezzi ma soprattutto capire da dove prende origine quel sistema che negli anni ha permesso che il settore venga gestito in regime di monopolio o duopolio. Sull'impiantistica - ha aggiunto - stiamo ponendo in essere azioni che vadano a scardinare interessi economici e imprenditoriali dove spesso controllori e controllati sono la stessa cosa». AMM
LA SICILIA
Impianti idrici «Non saranno riconsegnati ai comuni»
Gli impianti relativi al servizio idrico integrato non saranno restituiti ai Comuni che li hanno consegnati a Girgenti Acque ed inoltre è impensabile, a meno di gravissime inadempienze, una revoca del servizio al gestore che ha vinto la gara d'appalto. Peraltro occorre essere in linea con le direttive comunitane che tendono a garantire il libero mercato nella fornitura dei servizi. L'assessore regionale all'acqua ed ai rifiuti ieri mattina, nel corso dell'incontro che ha avuto con i sindaci di Gesa, è stato chiarissimo: «Peraltro che senso ha ha detto parlare di acqua pubblica quando parecchi comuni si tengono ben stretta per loro quella che hanno? In realtà l'acqua è pubblica, ma occorre pur sempre svolgere un servizio di distribuzione che ha in evitabilmente dei costi e quindi va pagato». Certo, secondo l'esponente del governo regionale ci sono dei controlli da effettuare: «Il servizio va garantito con la massima efficienza ed in questo senso ritengo che sia necessaria una politica di controlli severi nei confronti del gestore. In questo senso ha aggiunto mi sembra che il governo Letta stia lavorando proficuamente: per esempio il fatto di vietare i distacchi totali della fornitura per i morosi è una cosa giusta, ma d'altra parte i cittadini devono anche capire che è necessario contribuire a coprire i costi che vengono affrontati per la esecuzione del servizio». Peraltro Marino ha osservato che i comuni in genere non sono in grado di garantire la funzionalità degli impianti di depurazione e quindi sarebbero costretti ad affidarli a privati, per cui difficilmente cambierà qualcosa rispetto all'attuale assetto. Semmai ci sarà da vedere in che modo si dovranno uniformare le situazioni di disparità venutesi a determinare (e questo è stato sottolineato, alla fine dell'incontro, anche dal sindaco di Casteltermini Nuccio Sapia) per il fatto che ci sono stati comuni che hanno consegnato gli impianti e quindi gli utenti che vi risiedono pagano secondo le tariffe di Girgenti Acque, ed altri comuri che non hanno rispettato la legge e che non li hanno consegnati ed i cui cittadini pagano allo stato attuale tariffe molto più basse perché queste ultime non sono calcolate sulla scorta del costo complessivo del servizio erogato. «Tutti dovremo capire ha concluso Marino che bisognerà agire secondo una logica solidaristica, superando quella del proprio che ormai non può più reggere». SALVATORE FUCA'
A caccia di 400 mln per i conti e di 310 mln per le proroghe.
Oggi Crocetta riunisce gli assessori per decidere i tagli alla.
Bilancio e precari sono le due emergenze prioritarie del governo Crocetta. Per chiudere i conti in pareggio mancano all'appello circa 400 milioni di euro, mentre la Ragioneria centrale dello Stato attende di sapere dove la Regione troverà ulteriori 310 milioni con i quali finanziare la proroga dei contratti ai 18 mila precari dell'isola. Oggi il governatore Rosario Crocetta proverà a trovare la quadra riunendo d'urgenza tutti gli assessori, ai quali il responsabile dell'Economia, Luca Bianchi, con una circolare ha chiesto di indicare tutti i possibili tagli alla spesa pubblica regionale per un totale complessivo, appunto, di 710 milioni. Sul tavolo di Crocetta saranno messe tutte le voci del bilancio. Vedremo quali risposte daranno gli assessori. Possibilmente nella collegialità, bisognerà trovare il modo di recuperare queste risorse, mentre a Palazzo dei Normanni qualcuno già fa serpeggiare l'ipotesi di ricorso all'esercizio provvisorio. Una situazione che ha reso interlocutorio l'incontro convocato ieri dall'assessore alle Autonomie locali, Patrizia Valenti, con l'Anci e i sindacati per fare il punto sulla vertenza del personale precario degli enti locali. Dopo un'ora e mezza di discussioni spesso accese, è stato necessario aggiornare tutto a martedì prossimo. Non poteva essere diversamente. Come era stato ampiamente preventivato, l'annuncio del via libera da Roma ai prepensionamenti negli organici della Regione, delle sue aziende controllate e degli enti locali dell'Isola non può avere alcun effetto sulla proroga dei contratti dei l8mila precari siciliani. Il ministero della Funzione pubblica è stato chiaro in merito: i precari non possono prendere il posto degli impiegati che andranno in pensione. Il ministro D'Alia, per dare una mano all'esecutivo Crocetta: ha bisogno, così come prevede la norma approvata recentemente, che vi sia un piano dei tagli alla spesa pubblica della Regione. La legge stabilisce che le proroghe siano finanziate non da ulteriori uscite, ma da tagli alle spese. E senza l'invio del piano, difficilmente sarà emanata l'attesa circolare ministeriale che dovrà dettare le regole con le quali sarà possibile determinare queste proroghe. Ragione per la quale l'Anci Sicilia, come spiega il presidente facente funzioni Paolo Amenta, chiede che, a un lato, «sia riaperta l'interlocuzione col governo nazionale, perchè il precariato siciliano ha delle sue peculiarità e non può essere paragonato a quello nazionale; dall'altro, il governo regionale abbandoni questo percorso difficilmente attuabile e accolga la nostra proposta» L'associazione dei Comuni ritiene che la strada migliore sia quella di «costituire un bacino unico ad esaurimento - spiega Amenta - magari diviso in due liste. E' un progetto più credibile agli occhi del governo centrale, anche se va comunque sostenuto da un piano di razionalizzazione della spesa pubblica che si concretizzi in risparmi reali. Da parte loro, i sindacati parlano di un «nulla di fatto», sono molto critici nei confronti del governo regionale e proclamano lo stato d'agitazione, pronti a scendere in piazza entro la metà di dicembre. Dicono Michele Palazzotto della Fp-Cgil, Gigi Caracausi della Cisl-Fp ed Enzo Tango della Uil-Fpl: «Non possiamo che dichiararci insoddisfatti per l'inconsistenza dell'azione di governo nella risoluzione di una vertenza tanto delicata quanto urgente. Alla fine, l'unico risultato raggiunto grazie alla forte contrapposizione messa in atto da Cgil, Cisl e Uil è stato l'impegno assunto dal presidente della Regione di riconvocare il tavolo trattante con le parti sociali martedì 26 per presentare una proposta organica che contempli gli strumenti legislativi e amministrativi tali da consentire proroghe e stabilizzazioni. Solo l'esito favorevole del prossimo incontro potrebbe evitare la mobilitazione che, diversamente, metteremo in atto senza esitazione. MICHELE GUCCIONE