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Rassegna stampa del 27 novembre 2013

Giornale di Sicilia


Scuole.Nuovi indirizzi didattici
Si arricchisce rii nuovi indirizzi didattici l'offerta formativa in alcune scuole dell'Agrigentino li commissario straordinario cella Provincia, Benito Infurnari, su proposta del settore Politiche del Lavoro e dell'istruzione, ha infatti autorizzato la creazione di nuovi indirizzi di studio per l'anno 2014/2015 inviate da diversi istituti superiori. Si tratta del Liceo " King" di Favara, il "Re Capriata" di Licata ed Liceo Scientifico " Odierna" di Palma di Montechiaro. Il dirigente scolastico, Salvatore Pirrera, del liceo statale " King" di Favara ha richiesto l' istituzione dal seguenti nuovi indirizzi di studio: "Liceo delle Scienze Umane con opzione economico - sociale e liceo scientifico
con opzione scienze applicate.
Il dirigente del "Re Capriata" di Licata, Sergio Coniglio ha richiesto l'istituzione dei nuovi indirizzi od studio: settore tecnologico indirizzo informatica e Telecomunicazioni - articolazioni: "informatica' e "telecomunicazioni" e nell'ambito dell'istruzione professionale:
Settori Servizi - indirizzo Servizi per l'Enogastronomia e l'Ospitalità Alberghiera (corso serale per adulti) infine li dirigente, Milena Siracusa del Liceo Scientifico Statale "Odierna" di Palma di Montechiaro ha richiesto l'istituzione dei seguenti nuovi indirizzi di studio:
"settore servizi indirizzo: servizi Socio sanitari' e"settore Tecnologie - indirizzo: lnformatica e Telecomunicazioni" e Liceo Scientifico Statale "Odierna" di Palma di Montechiaro ha richiesto l'istituzione dei seguenti nuovi indirizzi di studio:
"settore servizi - indirizzo: servizi Socio sanitari" e "settore Tecnologico - indirizzo: Informatica e Telecomunicazioni" e Liceo Scientifico con Opzione Scienze Applicate". i dirigenti scolastici hanno individuato le aule e i laboratori per iniziare questi nuovi indirizzi scolastici. Dopo l'autorizzazione della Provincia spetterà alla Regione con appositi decreti regionali, stabilire l'istituzione di questi nuovi indirizzi di studi. Successivamente i decreti della Regione Siciliana saranno assunti dalla Provincia di Agrigento gli eventuali provvedimenti per garantire le regolari attività scolastiche negli istituti di propria competenza I nuovi indirizzi scolastici aumenteranno l'offerta formativa da destinare ai giovani delle scuole medie superiori della provincia creando differenziate occasioni di studio ed una maggiore rispondenza della rete scolastica ai bisogni degli studenti. Nei giorni scorsi la Provincia aveva autorizzato altre tre scuole all'ampliamento dell' offerta formativa.


Allievi del Toscanini a UNO mattina
"Toscanini", l'istituto m tale provinciale con sede a Ribera sarà di nuovo protagonista d nota trasmissione televisiva RA I Uno mattina nella rubrica "Conservatori a confronto, condotta da Tiberio Timperi e Francesca Fiald in onda sabato 14 dicembre alle 11. Il Conservatorio di Musica di Ribera- Agrigento, rappresentato da studenti Michele Perricone Sciacca e Giuseppe Spataro di Ribera, violino e pianoforte, che eseguiranno Liebeslied (Pena d'amor di Fritz Kreisler, si confronterà con quello di Monopoli (Bari) agli ottavi di finale di una simbolica competizione artistica. Si accederà quarti attraverso un televoto. La rassegna è ideata ed organizzata in collaborazione col Ministero del l'istruzione, dell'Università e della Ricerca — Direzione Generale per l'Alta Formazione artistica, musica le e coreutica.


Liberi consorzi, al via l'iter in commissione
È cominciato in commissione Affari istituzionali dell'Ars l'iter per l'esame dei disegni di legge sui Liberi consorzi e sulle città metropolitane. Al momento i testi depositati sono 18, tre dei quali a firma del governo Crocetta (Liberi consorzi, trasferimento dì funzioni e città metropolitane), con l'esecutivo che ha fatto sapere in commissione di essere pronto a presentarne un quarto che dovrebbe integrare i precedenti o modificarli. Il presidente della commissione, Antonello Cracolici (Pd), ha presentato un ddl a sua firma, che contempla sia norme sui Liberi consorzi sia sulle città metropolitane.


Autotrasportatori Per la patente sospesi gli esami
Sul rilascio dell'attestato di idoneità professionale per autotrasportatori merci conto terzi il Settore trasporti della Provincia ha diffuso una nota per fare delle precisazioni rispetto alle notizie pubblicate dai media in considerazione del fatto che molte di queste notizie 'possono indurre i lettori ad un travisamento dei fatti.
«L'esame oggetto della verifica degli organi inquirenti - si legge nel comunicato - è destinato a accerterà l'idoneità dei candidati perla direzione delle imprese dì autotrasporto merci conto terzi ed è svolto dalla Provincia attraverso una commissione presieduta dal dirigente ai trasporti e da due dirigenti della motorizzazione civile».
«Tali esami - continua la nota - constano di un questionario con quiz a risposta multipla cdi un tema con 4 quesiti. Tutti i numerosi quiz (quasi duemila) e i temi con le soluzioni sono pubblicati sul sito Internet del ministero delle Infrastrutture e trasporti e su numerose pubblicazioni di preparazione all'esame. Sono pertanto pubblici. I questionari da consegnare agli esaminandi vengono elaborati la mattina stessa dell'esame in maniera casuale dal computer. Sono tutti differenziati e consegnati ai candidati in modo casuale».
«Pertanto - conclude la nota - i cosiddetti "pizzini" che alcuni candidati avevano con se non possono essere altro che elaborazioni, oggi davvero facili da realizzare con mezzi informatici, dei quiz pubblicati ufficialmente dal ministero. Nessun blitz è stato effettuato presso gli uffici del settore. La commissione ha, comunque, sempre attuato precauzioni per il corretto svolgimento degli esami e gli organi inquirenti hanno potuto altresì verificare il corretto formale svolgimento degli esami. L'ufficio si è messo a disposizione della Procura per qualsiasi necessità. La commissione per quanto sopra ha sospeso gli esami della seconda sessione 2013».


La Sicilia


BLITZ DELLA DIGOS AGLI ESAMI PER AUTOTRASPORTATORI.
PRECISAZIONE DELLA PROVINCIA
In merito agli esami per il rilascio dell'attestato di idoneità professionale per autotrasportatori merci conto terzi il Settore Trasporti ritiene necessario fare alcune precisazioni rispetto alle numerose notizie pubblicate dai media in considerazione del fatto che molte di queste notizie possono indurre i lettori ad un travisamento dei fatti.
L'esame oggetto della verifica degli organi inquirenti è destinato a accertare 'idoneità dei candidati perla direzione delle imprese di autotrasporto merci conto terzi ed è svolto dalla Provincia attraverso una Commissione presieduta dal Dirigente ai trasporti e da due dirigenti della motorizzazione civile. Tali esami constano di un questionario con quiz a risposta multipla e di un tema con 4 quesiti. Tutti i numerosi quiz (quasi duemila) e i temi con le soluzioni sono pubblicati sul sito internet del Ministero delle Infrastrutture e trasporti e su numerose pubblicazioni di preparazione all'esame. Sono pertanto pubblici.
I questionari da consegnare agli esaminandi vengono elaborati la mattina stessa dell'esame in maniera casuale dal computer, Sono tutti differenziati e consegnati ai candidati in modo casuale. Pertanto i cosiddetti "pizzini" che alcuni candidati avevano con se non possono essere altro che elaborazioni, oggi davvero facili da realizzare con mezzi informatici, dei quiz pubblicati ufficialmente dal Ministero.
Nessun blitz è stato effettuato presso gli uffici del settore. La Commissione ha, comunque, sempre attuato precauzioni per i corretto svolgimento degli esami e gli organi inquirenti hanno potuto altresì verificare il corretto formale svolgimento degli esami. L'ufficio si è messo a disposizione della procura per qualsiasi necessità.
La Commissione per quanto sopra ha sospeso gli esami della seconda sessione 2013.
Il settore Trasporti confida nella magistratura per una sollecita soluzione dea questione considerato che il settore autotrasporti attraversa un delicato periodo di crisi e che i candidati che non sono stati trovati in possesso di alcunché chiedono di poter svolgere gli esami sospesi in tempi brevi.


RIFIUTI, AL VERTICE DEL CDA ELETTO VINCENZO MARINELLO
Costituita, ma con polemiche la prima Srr della provincia
SCIACCA, E' quella di Sciacca la prima Srr (Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti) a prendere corpo in provincia di Agrigento. La "Agrigento Ovest" sostituirà l'ormai disciolto Ato rifiuti Agi. Ma la costituzione del consiglio di amministrazione è condita da sorprese, polemiche e clamorosi retroscena, La sorpresa è che i piccoli Comuni hanno rotto l'egemonia di Sciacca e Ribera; le polemiche sono scaturite dall'elezione del manager uscente dall'Ato, Vincenzo Marinello, che non sarebbe eleggibile in quanto ormai soggetto esterno; il retroscena è che in serata si è appreso che il neo presidente alcuni giorni fa sarebbe stato nominato dirigente dell'Unione dei Comuni "Platani-QuaisquinaMagazzolo", acquisendo di fatto i titoli richiesti. Marinello è stato eletto con i voti dei sindaci di Alessandria della Rocca, Bivona, Burgio, Cattolica Eraclea, Cianciana, Lucca Sicula, Menfi, Montevago, Santa Margherita Belice, Santo Stefano di Quisquina, Sambuca di Sicilia, San Biagio Platani e Villafranca Sicula. Hanno votato contro i sindaci di Sciacca, Ribera, Calamonaci e Caltabellotta, La spaccatura tra gli amministratori dei Comuni deLl'ex Ato Agi era nota da tempo: i contrari alla candidatura del manager dei rifiuti uscente, da tempo sostengono la tesi che gli esterni non sono eleggibili, in effetti c'è una specifica direttiva regionale che prevede che i componenti dei consigli di amministrazione delle nuove società che si occuperanno di rifiuti, siano esclusivamente esponenti della pubblica amministrazione, o dirigenti regionali o comunali, oppure sindaci, Fabrizio Di Paola, Carmelo Pace, Calogero Pumilia e Vincenzo Inga, hanno fatto mette- rea verbale la non condivisione dell'elezione. Sono intenzionati e fare ricorso, ma potrebbero venire spiazzati da una notizia che si è poi diffusa in serata: Marinello sarebbe stato assunto pochi giorni fa dall'Unione dei Comuni "Platani-Quisquina-Magazzolo", con la qualifica di dirigente ed avrebbe, quindi, i requisiti richiesti. Una beffa per i sindaci dei Comuni leader del comprensorio. Il nuovo presidente nei cda della Srr sarà affiancato dal professionista menfitano Alberto Di Carlo e dal sindaco di Villafranca Sicula Domenico Balsamo, Ma è certo che le polemiche non si placheranno: se verrà confermato lo "stratagemma" che ha permesso a Marinello di superare i paletti della legge, si prevedono forti reazioni politiche. L'operazione, infatti, sarebbe stata sponsorizzata dai Partito Democratico, nella persona del deputato regionale e sindaco di Bivona, Giovanni Panepinto.
GIUSEPPE RECCA


LA RIFORMA Si rischia il rinvio di un anno. Aree metropolitane da istituire entro il 2013
Dopo le Province il caos: presentati 18 ddl
E Musumeci: ora si faccia marcia indietro
PALERMO. È iniziata la corsa contro il tempo per il varo del nuovo assetto territoriale in sostituzione delle Province regionali, abolite con legge dell'Ars lo scorso anno e commissariate Ma che si possa raggiungere il traguardo entro il 31 dicembre sembra difficile. Non a caso serpeggia l'ipotesi di un rinvio della riforma al prossimo anno e di proroga delle gestioni commissariali, posto che una riforma di queste dimensioni ha bisogno di approfondimenti territoriali, competenze, sistema elettorale e dote finanziaria. Va, però, ricordato che la istituzione delle città metropolitane ha una scadenza di rigore al 31 dicembre, pena la perdita di contributi europei.
Andiamo al punto: in commissione Affari Istituzionali, all'esordio della discussione, si è dovuto constatare che i ddl in materia sono 18 e potrebbero diventare 20. Tre sono del governo: istituzione dei liberi consorzi, trasferimento di funzioni, città metropolitane. Ne potrebbe arrivare un quarto sui finanziamenti.
Il presidente della commissione, Antonello Cracolici, ieri ha presentato un suo ddl che si può sintetizzare in tre punti: istituzione delle città metropolitane di Palermo, Catania e Messina in base agli attuali confini territoriali, con l'acquisizione delle competenze di Regione e Province I comuni limitrofi potrebbero decidere se aderire o meno alle aree metropolitane e in tal caso godrebbero di incentivi e opportunità; nascita di nove Liberi Consorzi in corrispondenza con le attuali aree provinciali (escluse Palermo, Catania e Messina in quanto città metropoli- tane); elezione di secondo livello per la governance dei Liberi Consorzi, mentre per le tre città metropolitane si adotterebbe l'attuale sistema elettorale.
Da rilevare che il ddl del governo, sul caso specifico, al momento, prevede che i Liberi Consorzi raggruppino una popolazione compresa tra 150 e 500 mila abitanti. In tal caso, i consorzi sarebbero più di nove.
Altro ddl con particolari caratteristiche reca la firma di Nello Musumeci, condiviso da alcuni deputati di Forza Italia e Mpa-Pds: prevede la fine del commissariamento e il ritorno alle Province, con le elezioni da fissare in primavera. Prevede anche la riduzione del numero dei componenti delie giunte e dei consigli provinciali, con l'indennità legata all'effettiva presenza in Aula.
Ieri, tanto per cambiare, in commissione non è stato raggiunto l'accordo sul ddl che dovrà fare da base della discussione. Quale presidente della Commissione, Antonello Cracolici, dice: «Domani mattina (questa mattina per chi legge, ndr) ci riuniremo nuovamente per decidere quale testo prendere come base. Si tratta di una riforma ordinamentale di grande importanza, su cui occorre cercare larga condivisione, a partire dai territori e dagli amministratori». Secondo lo stesso Cracolici, le città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, sulla base del suo ddl, potrebbero essere istituite a gennaio, considerato che gli attuati confini territoriali delle tre città resterebbero inalterati. Ciò non sarebbe una chimera se si riuscisse ad approvare la riforma entro il 31 dicembre.
Non condivide ed è diffidente il vice presidente della stessa commissione, Vincenzo Figuccia (Pds-Mpa): «Si rischia un ingorgo a causa della molteplicità di norme depositate». Figuccia trova più logico che si mantengano le attuali Province regionali, riducendo il numero dei consiglieri e degli assessori, assegnando loro una indennità minima che valga come rimborso spese».


PROVINCE: A DICEMBRE SCADE LA NOMINA DEI COMMISSARI
Si preparano i «consorzi»
Ha un volto agrigentino la proposta di disciplina dei liberi consorzi comunali e delle città metropolitane in discussione in queste ore presso la prima commissione consiliare dell'Ars L'impianto del ddl in discussione, infatti, è quello proposto dal capogruppo Udc Lillo Firetto nel luglio scorso. Nel dettaglio i liberi consor71 da creare saranno 9, con un limite minimo di 300.000 abitanti, cui si andranno ad aggiungere le città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Su un altro binario quindi rispetto a quello che dal Governo inizialmente si proponeva con la creazione di almeno 18 consorzi consentendo una manovra più "morbida". 'Secondo questo disegno di legge — spiega Firetto — si andranno a ricalcare sostanzialmente i confini delle attuali province, ciò che cambierà sono le competenze'. Alcuni compiti di programmazione territoriale, intatti, saranno più che in passato attribuiti ai Comuni, il tutto però senza svuotare di contenuto gli enti intermedi, "Se saranno riconfermati i dipendenti attualmente ii servizio — continua Firetto — questo consentirà di ridurre i dirigenti e quindi anche i costi dell'organizzazione burocratica, così come a costo quasi sem saranno gli organi amministrativi, che saranno di secondo livello, ovvero nominati da un'assemblea dei sindaci". I Comuni, tra l'altro, nel disegno di legge attuale avrebbero la possibilità di decidere entro 6 mesi se scegliere un consorzio diverso da quello territorialmente attribuito o se aggregarsi ad una città metropolitana.
La palla, adesso, passa alle commissioni e soprattutto all'Aula. La commissione Affari istituzionali, infatti, dovrà pronunciarsi su due documenti: quello di cui abbiamo appena parlato e un secondo, quello proposto da Nello Musumeci e sostenuto da parte dei centrodestra, il quale punta invece a salvaguardare le Province così come sono e consentire un ritorno al voto in primavera. Dopo questo sarà necessario un nuovo parere, questo da parte della commissione Bilancio, prima di arrivare al voto.
'Un rinvio rispetto alla data del 31 dicembre, individuata come giorno conclusivo dei commissari straordinari sembra al momento escluso. "Sono fermamente contrario ad una possibilità di questo tipo — dice in conclusione Firetto - dato che un eventuale proroga dei Commissari porterebbe a rinviare anche la riforma, che è adesso essenziale anche per dare serenità ai lavoratori".
Per discutere di riforma delle province, tra l'altro, venerdì prossimo i capi- gruppo Ars di Pd, Udc, 5 stelle e Nuovo centro destra si sono dati appuntamento proprio ad Agrigento per confrontarsi con il territorio su un progetto tanto atteso quanto temuto.
G. SCHICCHI


Agrigentoflash


Idonietà per autotrasportatori, la Provincia fa chiarezza
In merito agli esami per il rilascio dell'attestato di idoneità professionale per autotrasportatori merci conto terzi il Settore Trasporti la Provincia regionale ritiene necessario fare alcune precisazioni rispetto alle numerose notizie pubblicate dai media in considerazione del fatto che molte di queste notizie possono indurre i lettori ad un travisamento dei fatti. "L'esame oggetto della verifica degli organi inquirenti è destinato a accertare l'idoneità dei candidati per la direzione delle imprese di autotrasporto merci conto terzi ed è svolto dalla Provincia attraverso una Commissione presieduta dal Dirigente ai trasporti e da due dirigenti della motorizzazione civile. Tali esami constano di un questionario con quiz a risposta multipla e di un tema con 4 quesiti. Tutti i numerosi quiz (quasi duemila) e i temi con le soluzioni sono pubblicati sul sito internet del Ministero delle Infrastrutture e trasporti e su numerose pubblicazioni di preparazione all'esame. Sono pertanto pubblici. I questionari da consegnare agli esaminandi vengono elaborati la mattina stessa dell'esame in maniera casuale dal computer. Sono tutti differenziati e consegnati ai candidati in modo casuale. Pertanto i cosiddetti "pizzini" che alcuni candidati avevano con se non possono essere altro che elaborazioni, oggi davvero facili da realizzare con mezzi informatici, dei quiz pubblicati ufficialmente dal Ministero. Nessun blitz è stato effettuato presso gli uffici del settore. La Commissione ha, comunque, sempre attuato precauzioni per il corretto svolgimento degli esami e gli organi inquirenti hanno potuto altresì verificare il corretto formale svolgimento degli esami. L'Ufficio si è messo a disposizione della procura per qualsiasi necessità. La Commissione per quanto sopra ha sospeso gli esami della seconda sessione 2013. Il settore Trasporti confida nella magistratura per una sollecita soluzione della questione considerato che il settore autotrasporti attraversa un delicato periodo di crisi e che i candidati che non sono stati trovati in possesso di alcunché chiedono di poter svolgere gli esami sospesi in tempi brevi".


"Extra", artisti per Lampedusa" presentato a Montecitorio
Il concerto di beneficenza in programma il 14 dicembre al Palamoncada di Porto Empedocle, "Extra, artisti per Lampedusa", è stato presentato ieri alla Camera dei deputati in presenza dell'organizzatore Mario Pardo, di Silvia Licata dei "Volontari di strada" e dei cantanti Lello Analfino e Roy Paci. La conferenza stampa è stata aperta dal deputato agrigentino Tonino Moscatt, che in Parlamento ha fatto da "cassa di risonanza" all'iniziativa in favore degli immigrati e degli abitanti lampedusani. L'occasione è stata utile anche per discutere dei temi legati agli sbarchi sulle coste siciliane e degli interventi che la politica potrebbe attuare. Per gli organizzatori è importante mantenere alta l'attenzione su un problema che sembra non aver fine, e la condivisione dell'iniziativa da parte di nuovi artisti, gente comune e parlamentari di tutta Italia, può notevolmente contribuire ad aiutare i disperati delle "carrette del mare". Ecco perché Moscatt e Pardo vorrebbero rendere l'iniziativa più duratura rendendola "viva" ogni anno. Agrigentoflash.it Alla conferenza erano presenti diversi deputati.


Città metropolitane e Consorzi di Comuni, nessuna intesa all'Ars
Tornerà a riunirsi oggi la Commissione Affari istituzionali dell'Assemblea regionale siciliana. Sul tappeto ci sono i disegni di legge sulle città metropolitane e i liberi consorzi di Comuni, che nelle intenzioni del Governo dovranno prendere il posto delle ormai commissariate province. E nell'Isola è corsa contro il tempo: entro il 31 dicembre, infatti, l'Ars dovrà esitare i Ddl, a meno di non dover prorogare il mandato dei commissari provinciali. Ieri non è stato trovato l'accordo sulla sintesi tra i 18 Ddl presentati. Un numero che fa apparire l'iter che porterà alla riforma tutto in salita. Tra i testi depositati tre sono del Governo (Liberi consorzi di comuni, Città metropolitane e trasferimenti di funzioni), ma l'Esecutivo ha già annunciato che potrebbe presentare un ulteriore testo per modificare o integrare quelli già depositati.


Sicilia24h


On. Cimino (VS): "E' necessario accelerare i lavori della commissione e dell' aula per l'approvazione del ddl "Riforme delle provincie e del Governo del Territorio Regionale".
E' necessario accelerare i lavori della commissione e dell'aula per l'approvazione del ddl "Riforme delle Provincie e del Governo del Territorio Regionale". Questo testo deve trovare spazio
prima della fase del bilancio regionale, trasferendo ai nuovi Consorzi di Comuni le competenze in materia di Acqua, Rifiuti, Iapc e Forestazione per alleggerire la struttura elefantiaca della regione ed eliminare tutte quelle strutture intermedie fallimentari e mangia soldi per la nostra Isola".
Lo ha dichiarato stamane, il deputato regionale di Voce Siciliana intervenendo in Commissione Affari Istituzionali.


Siciliainformazioni


Consorzi e città metropolitane
Sfuma intesa all'Ars: strada in salita
Tornerà a riunirsi domani alle 11 la commissione Affari istituzionali dell'Assemblea regionale siciliana. Sul tappeto ci sono i disegni di legge sulle città metropolitane e i liberi consorzi di Comuni, che nelle intenzioni del governo dovranno prendere il posto delle ormai 'commissariate' province. E nell'Isola è corsa contro il tempo: entro il 31 dicembre, infatti, l'Ars dovrà esitare i ddl, a meno di non dover prorogare il mandato dei commissari provinciali.
Oggi, però, in commissione Affari istituzionali non è stato trovato l'accordo sulla sintesi tra i 18 ddl presentati. Un numero che fa apparire l'iter che porterà alla riforma tutto in salita. Tra i testi depositati tre sono del governo (Liberi consorzi di comuni, Città metropolitane e trasferimenti di funzioni), ma l'esecutivo ha già annunciato che potrebbe presentare un ulteriore testo per modificare o integrare quelli già depositati.
"Domani mattina - dice Antonello Cracolici (Pd), presidente della commissione Affari istituzionali all'Ars - ci riuniremo nuovamente per decidere quale testo prendere come base. Si tratta di una riforma ordinamentale di grande importanza, su cui occorre cercare larga condivisione, a partire dai territori e dagli amministratori". Il nodo da sciogliere resta l'abolizione o meno delle vecchie province. Così, ad esempio, se il testo presentato dalla lista Musumeci vorrebbe stoppare l'istituzione dei consorzi, quello del parlamentare democratico a capo della commissione prevede invece un'accelerazione. Almeno sul fronte delle città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, che, secondo il testo di Cracolici, potrebbero essere istituite già a gennaio, fotografando gli attuali confini geografici ed assegnando ai comuni limitrofi un lasso di tempo per decidere se aderire al nuovo ente o associarsi nei liberi consorzi di comuni.
Gli altri comuni del Palermitano, del Messinese e del Catanese, insieme a quelli delle altre sei province siciliane, invece, andrebbero a costituire nove liberi consorzi di comuni, in cui gli organi di governo sarebbero scelti con elezioni di secondo grado, senza ricorrere, dunque, al voto dei cittadini. Una riforma complessa, che per essere portata a termine, richiederebbe un anno di tempo.
Ma secondo il vice presidente della commissione Affari istituzionali, Vincenzo Figuccia del Pds-Mpa, sul tema della riforma delle province si rischia "un ingorgo a causa della molteplicità di norme depositate". Per l'autonomista la soluzione più logica è "mantenere le attuali province regionali riducendo il numero dei consiglieri e degli assessori, ed assegnando a questi una indennita' minima che valga come rimborso spese".
Quanto alle città metropolitane, per Figuccia, potrebbero crearsi "mostri e vedo già qualcuno abituato a fare il sindaco da tanto tempo, come Leoluca Orlando, che sogna un ruolo da principe in un soggetto istituzionale simile al principato. L'idea del governo Crocetta di ridurre tanti comuni a semplici municipalità, con la figura del solo sindaco, è semplicemente un passo indietro per la democrazia e la rappresentatività".


Precari siciliani, nulla di fatto
Sindacati: "Il tempo è scaduto"
Ennesima fumata nera sui 20mila precari degli Enti locali siciliani. L'unita' di crisi, riunitasi oggi, avrebbe dovuto illustrare, cosi' come assicurato dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, il disegno di legge necessario a mettere in moto proroghe e stabilizzazioni, ma il testo sarebbe ancora nella fase di stesura. La formalizzazione del ddl avverra' nella giunta prevista per giovedi' pomeriggio.
"Si tratta - dicono Michele Palazzotto (Fp Cgil), Luigi Caracausi (Cisl Fp) e Enzo Tango (Uil Fpl), alla fine della riunione - di un testo ancora non formalizzato e di cui ci sono stati solo illustrati i contenuti senza consegnarcelo. Da quanto appreso, il ddl, non solo non scioglie i nodi di fondo che precludono qualunque serio processo di stabilizzazione, ma non da' ancora alcuna certezza neanche sulle proroghe".
Un ritardo che ha fatto infuriare le parti sociali, secondo le quali "il tempo e' scaduto". Sciolta, dunque, ogni riserva, lo stato di agitazione proclamato la scorsa settimana diventa subito mobilitazione. Il 2 dicembre i lavoratori precari degli enti pubblici siciliani manifesteranno davanti alle Prefetture dell'Isola. Per il 13 dicembre, invece, e' stata proclamata una giornata di sciopero con una manifestazione regionale che si terra' a Palermo e un corteo da piazza del Parlamento fino a palazzo d'Orleans, sede della Presidenza della Regione.
"La lentezza del governo regionale di fronte alla gravita' del problema che prelude a forti tensioni sociali se non si trovera' una soluzione al piu' presto, non e' piu' tollerabile" dicono Palazzotto, Caracausi e Tango, che aggiungono: "Il pool di esperti e dirigenti della Regione che ha lavorato al testo del ddl sul precariato, ha partorito il classico topolino, nonostante le innumerevoli trasferte romane che sono servite a ben poco. I lavoratori - concludono i tre segretari - hanno il diritto di sapere quale brutto gioco si sta mettendo in atto sulla loro pelle, se oltre alla stabilizzazione rischiano di vedere andare in fumo anche la proroga dei contratti tanto agognata".


Livesicilia


Il governo precario e il tempo perduto
di Salvo Toscano
Gli annunci dei giorni scorsi si sono sciolti come neve al sole. La proroga per i 18 mila precari degli enti locali è tutt'altro che scontata. E le accuse dei sindacati sulla "lentezza" del governo, a guardare il calendario non sembrano certo infondate
PALERMO - I rappresentanti dei sindacati ieri sera sono usciti da Palazzo d'Orleans furiosi. "Non si può continuare a bluffare", commentava uno di loro a denti stretti, mentre si predisponeva il durissimo comunicato congiunto che bocciava il governo e indiceva lo sciopero per il 13 dicembre. La telenovela dei precari, i 18 mila per lo più sparpagliati negli enti locali siciliani, molti al lavoro da venti o venticinque anni, è arrivata al suo drammatico climax. Quello in cui gli effetti speciali degli annunci e del "tuttapposto" non reggono più. E la verità emerge in tutta la sua durezza.
Paolo Amenta, leader dell'Anci, l'associazione dei Comuni, lo ha detto a Livesicilia con amarezza: "La questione non è così facile come qualcuno a volte fa apparire". Parole come pietre. Perché la situazione è maledettamente complicata e gli annunci del governo, che a più riprese ha assicurato di aver trovato la quadra con Roma, si stanno sciogliendo come neve al sole.
Dei fantomatici prepensionamenti, prospettati solo pochi giorni fa come la panacea, ormai praticamente non si parla più. Il ministero ha richiamato tutti alla realtà: non è quella la strada. D'altronde, i prepensionamenti bloccherebbero la possibilità di assumere nella pubblica amministrazione. E quindi altro che stabilizzazioni... Già, le stabilizzazioni, chimera sempre più sbiadita. Perché è chiaro a tutti, ormai, che la vera sfida, tutt'altro che scontata, sarà quella di assicurare le proroghe.
Il 31 dicembre i contratti dei precari scadranno e quasi ventimila persone, per lo più madri e padri di famiglia, vista la lunga anzianità di servizio dei precari spina dorsale di tutti gli uffici comunali siciliani, rischiano di salutare l'anno nuovo nella disperazione. Il governo assicura che farà di tutto per scongiurare questa ipotesi. La stessa Anci ha dato atto alla giunta degli sforzi compiuti. Sforzi fin qui insufficienti, accusano i sindacati: "La lentezza del governo regionale di fronte alla gravità del problema che prelude a forti tensioni sociali se non si troverà una soluzione al più presto, non è più tollerabile", scrivono Cgil, Cisl e Uil. Ed è difficile negare che abbiano qualche ragione, guardando al calendario. Perché è davvero incredibile come ci si sia ridotti all'ultimo minuto, a sole cinque settimane dall'ora ics, senza avere ancora trovato una soluzione. Che non è certo facile, a scanso d'ogni demagogia, perché il problema del precariato siciliano è enorme come le sue dimensioni, ma che di certo si sarebbe potuta e dovuta studiare con maggiore puntualità, nel corso di tutto l'anno, come i sindaci e i sindacati (e anche qualche politico pragmatico) richiedono da molti mesi.
E invece. Invece si arriva a questa zona Cesarini da brivido. Oggi il presidente della Regione sarà in Tunisia per questioni delicate come l'inaugurazione dell'Esposizione Internazionale dell'Agricoltura che si terrà a Tunisi in questi giorni. Giovedì, al suo rientro, la giunta dovrà esitare questo disegno di legge. Che impone però tagli di spesa significativi, richiesti dal governo nazionale, se si vuole che le proroghe abbiano qualche chance di non essere stroncate dal Commissario dello Stato.
I soldi ci sono, il problema è risolto, si aspetta solo la circolare del ministero (ah, a proposito, è arrivata ma non risolve nulla, come del resto era ampiamente prevedibile). Abbiamo sentito questo e altro in questi giorni. Fino al momento in cui si è dovuto giocare a carte scoperte, il momento in cui il bluff non paga più al tavolo. Fino a ieri sera, insomma.
La speranza che si riesca a disinnescare la miccia non è perduta. Ma occorrerà un grande sforzo comune (anche del Parlamento), di responsabilità e verità. Uno sforzo epurato dalla scorciatoia di annunci frettolosi. Ieri l'assessore Bianchi ha spiegato a Livesicilia che in bilancio si possono mettere insieme risparmi per 400 milioni. Numeri che consentirebbero di strappare la proroga e chiudere l'emergenza. Nella speranza di potere cominciare, dal prossimo anno, a ragionare, in modo meno estemporaneo e improvvisato, anche di sviluppo.




L'incontro
Precari, rabbia sindacati
Il 13 manifestazione di protesta
di Salvo Toscano La giunta ha esposto le linee del ddl per le proroghe, ma non ha convinto Cgil, Cisl e Uil che indicono la protesta. L'Anci: "L'unica speranza è che si approvi il bilancio prima del 31 dicembre"
PALERMO - Il governo non convince i sindacati sui precari. L'incontro dell'unità di crisi a Palazzo d'Orleans, in cui la giunta ha illustrato il disegno di legge per la proroga dei rapporti di lavoro dei 18 mila precari degli enti locali. Il ddl dovrebbe essere discusso ed esitato in giunta giovedì, ma oggi i sindacati non ne sono stati affatto rincuorati. "Siamo ancora alla fase della stesura di un ddl, ancora non formalizzato e di cui ci sono stati illustrati i contenuti senza consegnarcelo, che non solo non scioglie i nodi di fondo che precludono qualunque serio processo di stabilizzazione, ma non dà ancora alcuna certezza neanche sulle proroghe", commentano le sigle della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil che hanno preso parte all'incontro, insieme agli assessori Patrizia Valenti ed Ester Bonafede e al consulente del governo Stefano Polizzotto.
I confederali organizzano una prima manifestazione giorno 2 dicembre davanti alle Prefetture dell'Isola con la partecipazione dei lavoratori precari degli enti pubblici siciliani e proclamano lo sciopero per il 13 dicembre con una manifestazione regionale che si terrà a Palermo con un corteo da piazza del Parlamento fino a Palazzo d'Orleans, sede della Presidenza della Regione.
I sindacati stigmatizzano "la lentezza del governo regionale di fronte alla gravità del problema" e lamentano: "Le innumerevoli trasferte romane che, a questo punto possiamo dirlo con certezza, sono servite a ben poco", dicono Michele Palazzotto (Fp Cgil), Gigi Caracausi (Cisl Fp) ed Enzo Tango (Uil Fpl). "Il pool di esperti e dirigenti della Regione che, stando alle più recenti notizie di stampa, ha lavorato al testo del ddl sul precariato, ha partorito il classico topolino - accusano i sindacati -, nonostante le innumerevoli trasferte romane che, a questo punto possiamo dirlo con certezza, sono servite a ben poco". A questo si aggiunge anche il mistero della circolare del ministero che più volte annunciata, ancora non viene fuori. "I lavoratori - concludono i tre segretari - hanno il diritto di sapere quale brutto gioco si sta mettendo in atto sulla loro pelle, se oltre alla stabilizzazione rischiano di vedere andare in fumo anche la proroga dei contratti tanto agognata".
Il ddl prevederà un bacino regionale dei precari, dividendoli in tre sezioni, a seconda della qualifica (la prima per i lavoratori di fascia A e B, la seconda per quelli di fascia C e D, e gli Asu). Non si parla per ora di stabilizzazioni, ma solo di proroghe. Che però, per riuscire a scansare la mannaia dello Stato, dovrebbero essere supportate da tagli alla spesa regionale per circa 300 milioni all'anno. Secondo l'assessore al Bilancio Luca Bianchi, la cifra è alla portata del governo: "I tagli previsti nella prossima legge di Bilancio - spiega a Livesicilia - saranno trasversali per tutti gli assessorati, tutti daranno il loro contributo. Poi stiamo tagliando su alcune aree come quella del trasporto pubblico locale, ma soprattutto stiamo lavorando sui residui di tutti gli asessorati, una quota molto rilevante. In pratica, il nostro obiettivo è eliminare tutti i residui passivi degli assessorati, cioè soldi impegnati ma non spesi, e infine fare un lavoro molto capillare sui singoli capitoli ma ci siamo: la nostra ipotesi è che il taglio arriverà a quasi 400 milioni".
Ma perché la proroga dei precari sia possibile (e non venga cassata dal Commissario dello Stato), i tagli che la supportano devono essere contemplati nel nuovo bilancio, che quindi, osserva Paolo Amenta, vicepresidente dell'Anci Sicilia, dovrà essere approvato prima del 31 dicembre per permettere poi le proroghe. E sperare che il commissario dello Stato non impugni tutto. "La questione non è così facile come qualcuno a volte fa apparire", commenta Amenta. Secondo il quale un'altra speranza può essere l'approvazione di qualche emendamento alla finanziaria nazionale che prenda in considerazione la tipicità siciliana. Intanto il tempo stringe, la scadenza dei contratti si avvicina e l'ansia dei diciottomila precari resta tutta.


Province, parte l'esame della riforma in commissione
di Chiara Billitteri Parte in commissione Affari istituzionali l'esame delle 18 leggi presentate nell'ambito della riforma che comporterà l'abolizione delle Province regionali. Tre sono i disegni di legge presentati dal governo, domani si deciderà quale predere come testo "di riferimento".
PALERMO- Ha preso il via oggi l'iter parlamentare per l'approvazione della riforma delle province e l'istituzione dei liberi consorzi dei comuni e delle tre città metropolitane di Palermo, Messina e Catania.
In Prima commissione all'Assemblea regionale, presieduta dal parlamentare del Partito democratico Antonello Cracolici, sono arrivati 18 disegni di legge. Tre sono quelli presentati dal governo, e riguardano i modelli organizzativi delle città metropolitane, dei liberi consorzi e il trasferimento di funzioni con la relativa parte finanziaria. Il testo sulla costituzione dei liberi consorzi prevede che entro 90 giorni dalla pubblicazione della norma devono essere istituiti i nuovi enti che prendono il posto delle Province. Ma, come spiegato dall'assessore alle Autonomie locali Patrizia Valenti qualche giorno fa a Livesicilia, "se la legge si approva a dicembre, i 90 giorni scadranno a marzo".
Si dovrà, perciò, passare per una 'fase transitoria' che passerebbe per la proroga del commissariamento degli Enti intermedi. Ma la decisione spetterà all'aula. Le polemiche, però, sono scoppiate sulla parte che riguarda il numero dei futuri liberi consorzi.
La norma presentata dal governo prevede che per l'istituzione di un consorzio servano un minimo di 150 mila abitanti e un massimo di 500 mila. "Una condizione che rischia di portare alla nascita di una trentina di nuovi consorzi rispetto alle nove attuali province", ha sottolineato il vicepresidente della commissione Affari istituzionali Vincenzo Figuccia (Pds). Un'eventualità che potrebbe essere scongiurata dal disegno di legge presentato, invece, dal presidente della commissione Cracolici.
Un teso che da un lato prevede che dal primo gennaio 2014 saranno istituite le tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e che avranno gli stessi confini di quelle attuali, dando così la possibilità ai comuni limitrofi alle città di decidere se aderire all'area metropolitana o al libero consorzio, dall'altro 'limita' a 9 il numero totale dei consorzi: 6 corrisponderebbero alle attuali province, fatta esclusione per quelle delle tre città metropolitane, altri tre invece sarebbero costituiti da tutti i comuni che sceglieranno di non aderire alle aree metropolitane. Ma il testo di Cracolici, inoltre, prevede che dopo l'approvazione della legge ci sia un periodo per la definizione di assetti e funzioni. Una parte contestata proprio da Figuccia, che ha spiegato come "con questa norma si rischia di ritardare ancora la riforma vera e propria".
E in commissione, tra i disegni di legge presentati ci sono anche quelli di Nello Musumeci che - di fatto - dispone di mantenere l'ordinamento attuale e quello di Nino D'Asero, capogruppo del Pdl, che propone di istituire un "livello intermedio di governo che si occupi di tutte le attività e i servizi sovra comunali, come le strade, le scuole, ma che comprenda anche settori come quello dell'energia e del commercio. La regione - ha spiegato D'Asero - assumerebbe il ruolo di regista e programmatrice della macchina amministrativa dell'Ente intermedio". Queste le proposte, per le quali si dovrà fare naturalmente una sintesi. Un processo che partirà domani, quando la commissione deciderà quale testo prendere come norma di riferimento e attorno a quello farà la sintesi.

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