GIORNALE DI SICILIA
«Nessuna indennità» Dimissioni al Voltano
Non percepiscono alcuna indennità e i due componenti del consiglio di amministrazione del Voltano Spa (uno nominato dal sindaco di Favara e l'altro dal sindaco di Aragona) si dimettono dalla carica. Anche perché, con la firma degli atti deliberati- vi, si assumono responsabilità di non poco conto esponendosi ad eventuali sanzioni anche di natura contabile. A rappresentare il Voltano è rimasto un solo soggetto, il presidente Giuseppe Signorino Gelo che, ovviamente, non può prendere decisioni collegiali. L'attività dell'ente, che si avvale dell'ausilio di tre revisori dei conti, al momento è notevolmente limitata.
Per risolvere l'empasse si è tenuta un'assemblea con la presenza dei sindaci Marco Zambuto di Agrigento, Rosario Manganella di Favara, Salvatore Parello di Aragona, Felice Rarneri di Comitini, Giacomo Di Benedetto di Raffadail con il primo cittadino favarese che ha proposto di modificare un articolo dello Statuto trasformando il CdA da organo collegiale in organo monocratico. In tal modo verrebbe istituitala figura dell'amministratore unico. I due componenti di- missionari, in base ad una recente legge, sono stati individuati tra il personale alle dipendenze dei comuni consorziati. Per la verità percepiscono una sorta di "gettone di presenza" che, però, devono devolvere all'ente di appartenenza. In pratica, ci rimettono il costo della benzina per raggiungere la sede di Agrigento del Voltano. In un'Italia dove clientele e sperpero di denaro pubblico sono diffusi, c'è chi, per svolgere una funzione nemmeno richiesta, deve rimetterci di tasca propria. Un vero paradosso. Al termine dell'assemblea è stato dato mandato al presidente in carica di preparare gli atti al fine di modificare lo Statuto e superare l'inghippo.
«Scuola, tagli eccessivi» La protesta dei docenti
Gli insegnanti licatesi sono preoccupati per il loro futuro e lo hanno ribadito nel corso di un'affollata assemblea che si è tenuta nell'auditorium della scuola media "Guglielmo Marconi". Assemblea organizzata dal segretario provinciale dello Snals, Angelo Amato. "Consideriamo deludente dice Amato il recente decreto legge che il Governo ha battezzato "La scuola riparte", perché le risorse investite sono del tutto insufficienti". All'inizio
dell'assemblea ha introdotto i lavori Alfonso Monachino, vice segretario provinciale dello Snals, poi c'è stata la relazione di Angelo Amato. "Dopo che la scuola ha detto il segretario provinciale dello Snals - negli ultimi anni ha sopportato tagli per 8 miliardi di curo, il governo vuol far passare per "rivoluzione copernicana" un provvedimento che è equivalente ad una manovra 400 milioni di euro. Siamo contrari "a nuove incursioni legislative in materia contrattuale, che possano prevedere la riduzione di un anno della scuola secondaria di secondo grado, l'aumento dell'orario di servizio a 24 ore peri docenti della scuola media e superiore e l'annullamento della progressione economica, legata all'anzianità di servizio". "11 malessere diffuso nella scuolaha concluso Amato - troverà la sua espressione nella manifestazione unitaria, che si terrà a Roma contestualmente in piazza Montecitorio e presso il Teatro Quirino, nel corso della quale saranno rappresentate le ragioni della protesta dei lavoratori, che rivendicano da parte del Governo una ben diversa attenzione".
La SICILIA
Rispuntano le Province? E Udc sorpresa «Sarebbe una solenne presa in giro»
PALERMO. «La proposta di legge, ieri approdata in prima commissione dell'Ars e che ristabilisce le Province, per l'Udc è una grande sorpresa; non ne sapevamo nulla. Si tratta di una iniziativa di Antonello Cracolici, mai concordata con l'assessore alle Autonomie locali, Patrizia Valenti, né con il partito». Il deputato dell'Udc, Nicola D'Agostino, sembra rispondere indirettamente al capogruppo di Articolo 4", Luca Sammartino (ex Udc), che aveva definito «singolare che Giovanni Pistorio, vestiti i panni di capo della segreteria tecnica dell'assessore regionale agli Enti locali, Patrizia Valenti, e indossati quelli di segretario deli'Udc, critichi un disegno di legge che egli stesso avrebbe dovuto quantomeno conoscere in fase di predisposizione».
Ma D'Agostino va al di là della polemica, per entrare nel cuore del problema: «Considerato che, ad oggi, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha sempre parlato di abolizione delle Province, non possiamo credere che adesso abbia cambiato idea>'. Ed aggiunge:
«Qualsiasi altra idea diversa dalla reale soppressione delle Province, avrebbe il sapore di una solenne presa in giro perpetrata a danno dei siciliani. L'Udc rimane convinta che si debba andare verso l'abolizione secca dell'ente intermedio, I Liberi consorzi di Comuni, così concepiti, non solo non sono liberi, ma sono l'esatta riproposizione delle Province attuali: stessi confini, stesse competenze, stesso personale».
A questo punto D'Agostino si chiede: »Cosa carnbierebbe? Nulla. Anzi, si confermerebbe la solita ipocrisia della politica siciliana, i Comuni devono in-
vece avere la libertà di potersi unire in liberi consorzi, come proposto dall'assessore Valenti, per fare valere le peculiari ragioni del proprio territorio».
Coincide con il ragionamento dell'esponente dell'Udc quello del segretario generale della Cgil, Michele Pagliaro. «Sulla riforma delle Province - sostiene Pagliaro - ci sono in primo luogo due questioni fondamentali di cui tenere conto: che non si può tornare indietro sui costi della politica; che la riforma va programmata per fasi di attuazione successive e credibili», Per Pagliaro, è »del tutto prevedibile il dibattito acceso che si sta verificando tra le forze politiche in prossimità della scadenza dei 31 dicembre, con ben 18 disegni di legge presentati».
Considerazioni più approfondite, Pagliaro si riserva di farle davanti alla commissione Affari istituzionali dell'Ars alla quale ha chiesto un'audizione: «La riforma deve contenere un massiccio trasferimento di competenze dalla Regione. E', ad esempio, inconcepibile che le autorizzazioni per avviare scuole guida o pompe di benzina debbano essere rilasciate dalla Regione e che mandati di 500 euro a singoli individui debbano essere firmati dall'assessore competente».
Per la Cgil, inoltre, è necessario un approfondimento della situazione finanziaria delle nove Province che fino al 2011 registrano debiti, tra mutui, residui passivi e debiti fuori bilancio per circa 2 miliardi di euro.
Don Franco usa la bacchetta
«Le parole di un fratello e di un padre che non ha ricette pronte o formule magiche, ma che apre il suo cuore e affida alle persone che ha davanti i sentimenti e i pensieri che lo accompagnano». E' con questa premessa che l'arcivescovo di Agrigento inizia la lettera che accompagna il Piano Pastorale che sarà consegnato oggi a Siracusa, ai piedi del Santuario delle Madonna delle Lacrime, durante il Pellegrinaggio in occasione dell'assemblea diocesana. Alla volta di Siracusa sono partiti 60 bus da tutta la provincia, 3000 pellegrini circa, Nelle prime righe della lettera di don Franco c'è l'amarezza per la situazione sociale della diocesi che si fa sempre più grave:
«aumenta la povertà economica- scrive- la disoccupazione giovanile, la disperazione di tante famiglie che mancano di risorse minime per andare avanti». Don Franco non manca di bacchettare le istituzioni chiamate a dat risposte e, invece, «sordi di fronte al dolore di tante persone o chiusi nei loro interessi egoistici. A fronte di una terra così ricca di tante intelligenze, potenzialità e bellezza dobbiamo assistere impotenti alla scelta di molti di lasciare questa provincia o alla rassegnazione di chi non trova più nessuno stimolo per scommettere sul futuro», continua il pastore della chiesa agrigentina. L'arcivescovo continua, poi, ricordando i fatti più forti di quest'anno della fede, tra questi le dimissioni di Papa Benedetto XVI e l'inizio del
pontificato di Papa Francesco e la sua visita a Lampedusa: «Anche su questo evento vogliamo avviare una riflessione più attenta per capire cosa davvero il Signore ci voglia dire, per evitare che la frenesia del fare porti a trascurare i segni evidenti del passaggio di Dio in mezzo a una storia piena di eventi difficili da decifrare. Tra questi eventi difficili da decifrare c'è senz'altro quello dello scorso 3 ottobre. Quando un barcone con circa cinquecento immigrati si è inabissato a poche miglia da Lampedusa. Allora, lo sforzo che siamo chiamati a compiere è quello di mettere insieme i diversi tasselli l'Anno della Fede, la visita del Papa, i fatti di Lampedusa, la nostra situazione sociale e di farci la domanda: cosa ci sta dicendo il Signore?
L'arcivescovo continua la sua lettera richiamando la chiesa agrigentina a realizzare, da qui ai prossimi anni, alla nuova evangelizzazione intesa come conversione personale e comunitaria, cambiamento di mentalità e di atteggiamento. li piano pastorale quest'anno, ha come icona l'immagine del buon Samaritano e come tema: «... e si prese cura di lui)) e don Franco continua concentrandosi, proprio, sul buon Samaritano accostandosi al brano e fermandosi sull'uomo lasciato a terra mezzo morto per invitare a riflettere «sulla capacità di farci prossimi e di prenderci cura di ogni creatura che soffre.