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Rassegna stampa del 12 dicembre 2013

LA SICILIA
 

Provincia, commissari fino a giugno
ENT LOCALI  I capigruppoArs sono pronti a presentare un mini-Ddl che proroga di sei mesi le attuali gestioni
g. s.) La Provincia regionale di Agrigento esisterà ancora per almeno altri 6 mesi. Al momento nulla di concreto è stato firmato, ma sembra ormai ineluttabile che la Regione Sicilia pensi ad un rinvio almeno fino ai 30 giugno 2014 della legge di riforma che avrebbe dovuto creare i liberi consorzi di comuni, Non c'è infatti il tempo materiale per approvare la legge, la cui bozza pare sia ancora arenata alla prima commissione dell'Ars. I capigruppo, riuniti nella giornata di martedì pare abbiano deciso di presentare un mini Ddl contenente solo un paio di articoli che vada a prevedere una proroga stabilita dalla legge che commissariava gli enti territoriali. Questo andrebbe a riconfermare gli attuali commissari per un altro semestre, ma a sentire i diretti interessati non ha— stadi certo pensare solo ad una proroga formale.
«Le difficoltà che abbiamo affrontato in questi mesi — spiega il commissario Benito Infurnani — sono state grandissime, a causa della progressiva riduzione del fondo a disposizione delle Province, Se, come pare, agli enti saranno confermate le precedenti competenze, sarà necessario che la Regione si faccia carico di garantire almeno quanto già erogato per il 2013. Con quelle somme — dichiara ancora — riusciremmo a sostenere tutti i servizi essenziali, come il funzionamento delle scuole, il contributo all'università e la manutenzione delle strade. Settori di spesa che in questi mesi abbiamo dovuto ridurre al lumicino, garantendo però una continuità che non deve essere interrotta.
Insomma, serve che la Regione si faccia carico di continuare ad erogare le somme necessarie alle spese di funzionamento dell'Ente, a partire dal personale e proseguendo con i servizi erogati al territorio. Ogni passo indietro, ci confermano dalla Provincia, sarebbe disastroso.
Le condizioni economiche dell'Ente, infatti, non sono fonde. Al punto che Infurnari ha dovuto mantenere alle stesse aliquote dello scorso anno tutte le accise provinciali: il 4 per cento sulla Tares, così come si era già scelto nel 2002 (il massimo è 11 5 per cento), il 30 per cento sulla cosiddetta Ipt (tetto massimo già previsto dalla legge) e soprattutto il 16 per cento sulla Rc Auto così come già fatto dall'Amministrazione D'Orsi (possibilità di aumento che era stata bocciata per la Regione Sicilia dalla Corte Costituzionale e poi reintegrata). Questo consentirà alla Provincia di incassare alcuni milioni di euro che garantiranno una boccata di ossigeno almeno fino a quando dali'Ars non si stabilirà cosa fare delle tanto odiate-amate Province.
 

Parco, si e insediato Gaetano Pennino
Il funzionario regionale incaricato di sostituire il Consiglio tornerà in città per un confronto con gli organi dell'Ente
g. s.) Si è insediato martedì il nuovo commissario regionale al Parco archeologico Gaetano Pennino. Un incontro rapido con i vertici dell'Ente svoltosi nel pomeriggio e utile al funzionario per iniziare a conoscere la realtà agrigentina.
«E stato un primo contatto — ha spiegato il dirigente, che è anche attuale capo di gabinetto dell'assessorato dei Beni culturali e dell'identità siciliana — che mi è servito per iniziare a capire lo status quo. Ho avuto anche i primi contatti con il precedente commissario per conoscere dove è stato interrotto il lavoro. Conto di tornare ad Agrigento nei prossimi giorni, ma è evidente che avrò un'idea chiara della situazione solo più avanti»,
L'incarico di Pennino, infatti, è gravoso: sbloccare le procedure necessarie alla ricostituzione del Consiglio del Parco, decaduto dal 2011, approvare il tanto atteso piano del Parco e assegnare i servizi aggiuntivi.
«I nodi da sciogliere sono obiettivamente numerosi — aggiunge Pennino—. Attendo di conoscere quali siano le intenzioni del governo della Regione per quanto riguarda il rinnovo del Consiglio del Parco, Dalla Regione, prosegue, dipende anche l'approvazione del bilancio del Parco, che pur reggendosi in larga parte su risorse proprie deve comunque comprendere anche gli eventuali fondi regionali. Una cosa posso dirla - aggiunge Pennino - ovvero che non è detto che il mio incarico debba durare necessariamente sei mesi, ma potremmo riuscire a dare risposte in tempi più rapidi»,
Contro la scelta di una nuova gestione commissariale, va ricordato, si era schierata Legambiente.
«Pur riuscendo scarsamente comprensibili ai più (e non solo a chi scrive) le motivazioni poste alla base della nuova nomina in luogo di quella di un Consiglio scaduto da oltre due anni, ed alla quale sarebbe stato quindi sicuramente più utile e conducente pervenire già in questa fase, s'intende mantenere ancora aperta una linea di credito nei confronti del Governo Crocetta e confidare che, nell'arco temporale previsto, si producano risultati reali che vadano finalmente in direzione contraria alle nefaste politiche dei vari Governi targati Lombardo, impegnati, come si ricorderà, non a fare semplicemente ostruzionismo tout court ma a colpire a morte il Parco. Su tutte le urgenze del Parco - proseguiva l'associazione ambientalista — la nostra attenzione continuerà a rimanere massima ed incalzante e già nei prossimi giorni chiederemo un incontro con il nuovo commissario».
 

«Vergogna» internazionale per il nostro Paese. E il Pd alza la voce: «E il tempo dj abolire la BossiFini», La Lega: «Basta coi "poveri migranti" e Bruxelles non rompa le palle»
«Immagini orribili»
Lo sdegno dell'Europa «Aperta un'inchiesta»
E minaccia l'Italia: «Stop agli aiuti» Bonino: «Severità con i responsabili»
MASSIMO NESTICO'
ROMA. Anche l'Europa si indigna per il filmato shock delle docce agli ospiti del Centro di accoglienza di Lampedusa. «immagini inaccettabili», per la commissaria europea Cecile Malinstrom che minaccia lo stop agli aiuti per l'italia. Sul fronte interno si registra l'ira del ministro degli Esteri Emma Bonino che definisce «orripilante» il video.
Il Pd chiede l'abolizione della Bossi-Fini, mentre il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, fa la voce grossa: «Adesso basta coi "poveri migranti" di Lampedusa. Nessuno li ha invitati, se si trovano male tornino a casa. E l'Europa e i benpensanti, non rompano le palle».
Martedì il ministro dell'Interno Angelino Alfano aveva annunciato che entro 24 ore sarebbe arrivata sulla sua scrivania una relazione sui fatti per accertare le responsabilità. «Chi ha sbagliato pagherà», aveva detto. Intanto, paga l'immagine dell'Italia, I filmati sul centro di Lampedusa trasmessi dai Tg2 sono «spaventosi e inaccettabili» e la Ue «ha già cominciato una indagine sulle spaventose condizioni in molti centri di detenzione italiani, Lampedusa compresa. Non esiteremo ad aprire una procedura di infrazione per assicurarsi che gli standard europei siano rispettati. Contatteremo le autorità italiane per chiedere maggiori informazioni su questi eventi e chiederemo loro dì fare piena luce su quanto accaduto».
Parte poi la minaccia, «La nostra assistenza e sostegno alle autorità italiane nella gestione dei flussi migratori - spiega Malmstrom - può continuare solo se il paese garantisce condizioni umane e dignitose nel ricevimento di migranti, richiedenti asilo e rifugiati.
infuocato il dibattito in Italia. Per Bonino «non bisogna colpevolizzare un'intera categoria ma punire individualmente, con severità, chi è responsabile di non rispettare valori del nostro paese». Più cauta il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, secondo cui «bisogna vedere tutta la proceduta cosa comporta, prima di giudicare va fatta un'inchiesta, però le immagini fanno impressione», il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sottolinea che «le procedure non prevedono persone nude in un capannone e irrorati con un disinfettante. Non c'è solo la sicurezza ma anche la dignità da rispettare. Il ministro per l'integrazione, Cécile Kyenge, sostiene che «il governo deve intervenire per ripristinare un'immagine diversa dell'italia, un'immagine dove la democrazia sia rispettata e dove i diritti di ogni persona indipendentemente dalle origini, siano tutelati.
E dal fatto di Lampedusa la polemica si allarga alla politica migratoria in generale, Il presidente dei Pd, Gianni Cuperlo, approva il richiamo di Bruxelles ed invita a «squarciare il velo dell'ipocrisia e risolvere una volta per tutte la questione delle condizioni generali di accoglienza delle persone immigrate nei Cie, che sono in- degne di un paese civile. Per questo è necessario abolire subito la legge Bossi-Fini e con essa il reato di clandestinità. Anche per il viceministro all'interno, Filippo Bubbico, bisogna riformare il prima possibile quelle norme, bisogna chiudere Cie e ridefinire una politica europea delle migrazioni e restituire al Mediterraneo la funzione dì mare di pace e di accoglienza. Quello che è accaduto a Lampedusa è una vergogna.
 

GIORNALE DI SICILIA
 

PROVINCIA Per incarichi legali a difesa dell'ente
Un sorteggio perla scelta degli avvocati
La Provincia sceglie gli avvocati col sorteggio. Ieri mattina, infatti, alla presenza del commissario straordinario Benito Infurnari, nell'aula "Luigi Giglia" al terzo piano del palazzo di via Aldo Moro, si è svolto il primo sorteggio degli avvocati dei Consigli dell'ordine di Agrigento e Sciacca a cui saranno assegnati sei incarichi legalità difesa delle ragioni della Provincia chiamata in causa da diversi soggetti in cause civili. Ad effettuare i sorteggi la commissione composta dal direttore generale Giuseppe Vella, da Giovanni Butticè e Michele Giuffrida, segretario Paolo Antinoro. Nel giudizio "Angela Spagnolo contro la Provincia per risarcimento danni è stato sorteggiato l'avvocato Vincenzo Cuntreri. Nel giudizio Di Giovanni Pasquali per il pagamento indennità di occupazione è stato sorteggiato l'avvocato Giuseppina Insalaco. Il procedimento intentato da Domenico Giovanni Ciulla per risarcimento danni sinistro stradale è stato affidato all'avvocato Pasquale Xerri. Nel giudizio Giuseppe Bennardo per inadempimento obblighi contrattuali è stato sorteggiato l'avvocato Vittorio Fiore. Ancora,. nel procedimento Giuseppe Randisi che chiama in causa la Provincia per risarcimento danni causati da sinistro stradale è stato sorteggiato l'avvocato Lilla Azzarello. Nel giudizio Antonina Terrazzino, sempre per risarcimento danni causato da sinistro stradale è stato sorteggiato l'avvocato Giuseppe Xerri. Inoltre per ogni giudizio è stato sorteggiato un sostituto qualora il primo legale non dovesse accettare l'incarico. Il meccanismo del sorteggio voluto dal commissario Infurnari sostituisce gli incarichi legali individuati direttamente dal vertice dell' Ente. La scelta di utilizzare il meccanismo del sorteggio è avvenuta per garantire la massima trasparenza all'attività dell'Ente. Per i giudizi davanti al Giudice di Pace per importi di valore non superiore a 1.100 euro la difesa in giudizio potrà essere affidata ai funzionari dell'Ente individuati dal dirigente del settore Contenzioso o dei settori competenti l'oggetto della causa. (PAPI)
 

PROVINCIA.
Uffici chiusi per la settimana di Natale
Uffici chiusi  settimana  prossima alla Provincia tranne il front-office dell'Urp. Gli uffici riapriranno il 30 dicembre.
 

DALLA REGIONE Perplessità in commissione Bilancio dell'Ars sugli accantonamenti: milioni contro gli 819 milioni dell'anno scorso Polemica sull'abolizione delle Province
I dipendenti: «Futuro senza certezze»
Stefania Giuffrè
Bilancio e Finanziaria non sono ancora arrivati in aula ma è già allarme sui conti della Regione mentre infuria la polemica sull'abolizione delle Province.
A sollevare perplessità sulla legge di stabilità è la Commissione Bilancio e il presidente Nino Dima ha messo i dubbi nero su bianco, con una nota all'assessore ìll'Economia Bianchi e al presidente Crocetta. A lasciare perplessi sono gli accantonamenti tributari attraverso cui garantire il concorso della Regione agli obiettivi di risanamento della finanza pubblica nazionale: la legge finanziaria li quantifica in 547 milioni e 534 mila euro contro gli 819 milioni e 314 mila dello scorso anno. Scelta su cui non c'è ancora accordo fra Stato e Regione. Se l'intesa non dovesse essere raggiunta, 400milioni di spesa resterebbero bloccati. "Tutto ciò conferisce, ad avviso mio e degli Uffici, eccessiva aleatorietà  alle appostazioni contabili, scrive Dima.
Critici sulla manovra anche Cgil, Cisl e Uil. "È una manovra costruita sui 'se' e sui  'ma", dice il Michele Pagliaro (Cgil). Maurizio Bernava (Cisl) parla di "incertezza e approssimazione". "La finanziaria e il bilancio non possono essere ostaggio di giochi politici", aggiunge Claudio Barone (Uil). Domani a Catania il presidente Pietro Agen spiegherà perchè "la finanziaria regionale non piace a Confcommercio". E un incontro urgente è chiesto anche dal rettore di Catania, Giacomo Pignataro, preoccupato dei tagli. Incontro che Crocetta intende fissare a breve mentre assicura "Nessun taglio delle borse di studio relative ai tirocini formativi".
Da bilancio e finanziaria dipendono anche le sorti della legge su Province, aree metropolitane e liberi consorzi, rinviata a dopo l'approvazione della manovra. "La patata bollente sugli enti cancellati dalla legge regionale viene accantonata col proposito di discuterla dopo la finanziaria ed il bilancio, ma con il reale intento di boicottare la riforma", denuncia- noi 5 Stelle.
Il timore è che la riforma naufraghi e si torni alle elezioni. Ipotesi difficile, soprattutto se dovesse essere approvato un emendamento proposto da Figuccia e Milazzo (e sottoscritto da tutta la I commissione) che limita a due mesi le proroghe dei commissari (e non sei come propone il governo). "Crocetta ha detto un anno fa di voler sopprimere le Province e di passare ai Liberi consorzi dei Comuni - accusa Nello Musumeci - ,ma non sa ancora come fare. il solo risultato ottenuto è il caos e l'incertezza negli enti intermedi e la mortificazione del valore della democrazia e della partecipazione popolare".
Ma sul provvedimento si consuma anche lo scontro fra Alloro( Pd) e il presidente Crocetta. Il deputato accusa il governo di voler istituire l'area metropolitana Caltanissetta-Enna per "spianare la strada alla costituzione del libero Consorzio di Gela", penalizzando così Enna. "L'emendamento del governo - aggiunge Alloro - prevede, come requisito perla costituzione del'area metropolitana Caltanissetta-Enna, la soglia di 'appena' 200 mila abitanti: in questo modo si lascerebbe a Gela e ad una serie di altri Comuni la possibilità di potersi aggregare e costituire un Consorzio di Comuni,.
Costituiti in Comitato, i dipendenti della provincia Regionale di Agrigento chiedono rassicurazioni sul futuro del proprio posto di lavoro, Lo fanno scrivendo una nota al Presidente della Regione. «Dovremmo essere alla fine di un' era, dovremmo essere intenti a preparare le valigie, a vivere da protagonisti questa epocale riforma dell'ordinamento degli enti locali in Sicilia, primi in tutta Italia, invece - si legge in una nota - cresce l'ansia, il disagio e la preoccupazione. Disagio perché la Provincia ha sempre meno risorse disponibili, sempre meno servizi da rendere, sempre più proteste da placare e preoccupazione perché il futuro è incerto».
«Abbiamo ricevuto generiche rassicurazioni sul fatto che non si chiuderanno le Province e non si licenzieranno seimilacinquecento dipendenti in Sicilia. Ci auguriamo - aggiunge la nota - sia vero, però registriamo che a due settimane dal 3 l dicembre non c'è alcuna certezza o perlomeno non esiste un progetto chiaro, sostenuto da una maggioranza certa, che autorizzi a vivere serenamente questa fase di transizione».
 

Agrigentoflash
 

Provincia. Incarichi legali, al via il sorteggio
Si è svolto stamane nell'aula L. Giglia il primo sorteggio degli avvocati dei Consigli dell'ordine di Agrigento e Sciacca a cui saranno assegnati sei incarichi legali a difesa delle ragioni della Provincia Regionale di Agrigento chiamata in causa da diversi soggetti in cause civili. Ad effettuare i sorteggi la commissione composta dal Segretario/Direttore Generale Giuseppe Vella, da Giovanni Butticè e Michele Giuffrida, segretario Paolo Antinoro.
Nel giudizio Angela Spagnolo C/Provincia per risarcimento danni è stato sorteggiato l'Avv. Vincenzo Cuntreri. Nel giudizio Di Giovanni Pasquali + altri c/Provincia per il pagamento indennità di occupazione è stato sorteggiato l'avv. Giuseppina Insalaco. Nel giudizio Domenico Giovanni Ciulla C/Provincia per risarcimento danni sinistro stradale è stato sorteggiato l'avv. Pasquale Xerri. Nel giudizio Giuseppe Bennardo C/Provincia per inadempimento obblighi contrattuali è stato sorteggiato l'Avv. Vittorio Fiore. Nel giudizio Giuseppe Randisi C/Provincia risarcimento danni sinistro stradale è stato sorteggiato l'Avv. Lilla Azzarello. Nel giudizio Antonina Terrazzino C/Provincia per risarcimento danni sinistro stradale è stato sorteggiato l'Avv. Giuseppe Xerri.
Inoltre per ogni giudizio è stato sorteggiato un sostituto qualora il primo legale non dovesse accettare l'incarico.
Il meccanismo del sorteggio voluto dal Commissario Straordinario Benito Infurnari in vigore dal 13 dicembre 2013 sostituisce gli incarichi legali individuati direttamente dal vertice dell'Ente. La scelta di utilizzare il meccanismo del sorteggio è avvenuta per garantire la massima trasparenza all'attività dell'Ente.
Per i giudizi davanti al Giudice di Pace per importi di valore non superiore a 1.100 euro la difesa in giudizio potrà essere affidata ai funzionari dell'Ente individuati dal Dirigente del Settore Contenzioso o dei settori competenti l'oggetto della causa.
Livesicilia
 

Province, un flop annunciato
La tentazione del ritorno al voto
di Accursio Sabella 
Entro il 31 dicembre i Liberi consorzi avrebbero dovuto sostituire i vecchi enti. Non succederà. Il governo ha chiesto di prorogare gli incarichi dei commissari. Se la proposta venisse bocciata, però, si andrebbe alle elezioni. Resuscitando l'ente "cancellato" già otto mesi fa dall'annuncio del presidente Crocetta.
PALERMO - Un altro flop. Un'altra rivoluzione rimasta sulla carta, per il momento. Un altro annuncio rimasto tale, di fronte alle scadenze messe per iscritto dallo stesso governo. Le Province, per il momento, non si sciolgono. Rimangono, semmai, in carica i commissari. Per altri sei mesi. Questo è l'unico risultato ottenuto, al momento, dalla "riforma delle riforme" che il presidente della Regione, alcuni mesi fa, sbandierò come uno dei primi e dei più grandi successi del proprio esecutivo: "Abbiamo cancellato le Province, luogo di sprechi incredibili".
Ma al di là delle parole, gli unici risultati portati a casa sono stati quelli di aver impedito a molti siciliani di esprimere liberamente il proprio voto per il rinnovo dei Consigli e delle giunte provinciali. Aver provocato una generalizzata confusione nell'attribuzione delle funzioni, e i timori sul futuro del personale. E anche qualche "strappo" tutto interno alla maggioranza. Prima infatti ecco il Pd lamentarsi dello scrarso coinvolgimento nei lavori sulla riforma. Quindi l'Udc, col segretario regionale Giovanni Pistorio - capo della segreteria tecnia dell'assessore Patrizia Valenti - pronto a "smontare" la riforma scritta dall'assessore Valenti stesso: "Non va bene".
E così, le certezze del presidente, anche questa volta, hanno finito per vacillare di fronte alla realtà. Di fronte al tempo. La legge approvata a marzo, infatti, al di là del "principio" (qualcuno ha parlato di semplice "spot") oltre, cioè, a prevedere lo scioglimento delle Province e il passaggio ai Liberi consorzi, non aveva previsto il "come". "Se ne riparlerà - disse il presidente - ma intanto la Sicilia può vantare un successo storico". Il problema, però, era proprio il "come". Insieme al "quando". Perché la stessa legge fissava il limite del 31 dicembre per "chiudere" le Province. "Entro la fine dell'anno - ribadiva il governatore - l'ente non esisterà più". E invece, non sarà così.
Proprio oggi, infatti, la commissione Affari istituzionali ha votato a stragrande maggioranza (compresi i deputati del Megafono di Crocetta) la proposta di Santi Formica di spostare la discussione sulle Province solo dopo l'approvazione di Bilancio e Finanziaria. Una decisione che fa il paio con quella di ieri sera, presa dalla giunta di governo: la proposta di prorogare per altri sei mesi i commissariamenti. L'ammissione, insomma, che anche stavolta i tempi non saranno rispettati.
Ma i ritardi del governo stanno producendo un effetto-sorpresa. Si sta sempre più allargando e allo stesso tempo "coagulando" in Aula una maggioranza che inizia a nutrire forti dubbi sull'effettiva necessità dell'abolizione delle Province. Un'abolizione che non porterebbe, poi, i risparmi miliardari annunciati dal governo. E che finirà per "consentire alla casta - ha detto Formica - di guidare gli enti intermedi, senza nemmeno consentire ai cittadini di esprimere il proprio voto". Una posizione del resto più volte espressa in modo chiaro dal gruppo parlamentare di Formica, la "Lista Musumeci". "I consigli e le giunte liberamente eletti dai cittadini - ha spiegato Nello Musumeci - non rappresentano costi della politica, ma costi della democrazia. Certo, si possono ridurre, e noi pensiamo che la strada sia questa. Ma cancellarli significa impedire ai cittadini l'espressione del voto. Cioè la democrazia stessa".
E a dire il vero, sul voto delle Province nel corso del 2013 si è assistito a un vero e proprio balletto. Con una novità al mese. Il 31 gennaio, infatti, il presidente della Regione, dopo settimane di annunci sulla chiusura dell'ente, annunciava: "Si voterà il 21 e il 22 aprile". Una decisione presa in maniera del tutto autonoma, senza nemmeno confrontarsi, in quell'occasione, con l'assessore al ramo, Patrizia Valenti. Ma meno di un mese dopo, la retromarcia. "Si vota tra un anno. Intanto ecco i commissari". Un mese dopo, infine, l'annuncio "urbi et orbi": "Abbiamo abolito le Province, prima Regione in Italia a farlo".
Il problema, come detto, è che siamo fermi proprio a quel 27 marzo, giorno di approvazione della norma che decide il passaggio ai liberi consorzi. Da quel momento, la gestazione delle leggi che avrebbero dovuto rendere effettiva, cioè "reale", l'abolizione delle Province è stata lunga e difficoltosa. In commissione Affari istituzionali, intanto, piombavano la bellezza di 18 disegni di legge di riforma. E la maggioranza si divideva tra chi, pochi in realtà, aveva deciso di sposare la proposta del governo - una proposta che, fissando dei limiti di popolazione per ogni libero consorzio, teoricamente apriva alla proliferazione di questi nuovi enti - e chi invece considerava più ragionevola quella "minimalista" di Antonello Cracolici: tre città metropolitane e liberi consorzi che ricalcassero gli attuali confini delle Province. "In pratica - insiste Formica - si sta pensando solo di cambiare il nome alle Province. Nel frattempo, però, l'annuncio del governo ha solo creato disastri. Pensiamo alle scuole, alle strade che non vengono curate, ai dubbi sulle competenze. E tutto questo sfacelo è stato creato togliendo ai cittadini il diritto di votare".
Una "tentazione", quella del ritorno al voto, che sembra farsi strada con forza all'Ars. Le proroghe dei commissari, infatti, verranno richieste dal governo attraverso un vero e proprio disegno di legge. Ma le imboscate potrebbero arrivare da tutte le parti. E in caso di bocciatura delle proroghe si dovrebbe tornare al voto. Un'ipotesi al momento solo sussurrata tra i corridoi di Palazzo dei Normanni. Ma che trasformerebbe il "semplice" flop del governo in un clamoroso autogol.
 

Quanto costa l'apparato e perché viene difeso.
Province, si fanno barricate  per lasciarle in piedi
C'è chi nel Parlamento nazionale ed all'Assemblea regionale siciliana sta con la piazza ma si batte per lasciare le cose come stanno. Vogliono la botte piena e la moglie ubriaca e mentre che ci sono, tengono due piedi in una scarpa. Danno ragione a tutti, ai Forconi che vogliono mandare a casa governanti e parlamentari spendaccioni ed inefficienti e fanno barricate per conservare gli apparati. Una indecenza.
 

L'abolizione delle Province, icona di questa ambiguità, è vecchia come il cucco, e non c'è verso di schiodarla. Si è riusciti a ridimensionare con il groppo alla gola la rete degli uffici giudiziari, un servizio importante per i cittadini, ma non si riesce a cancellare le province. Soprattutto queste siciliane, che avevano dato alla Regione una sorta di primogenitura, giacché proprio nell'Isola il processo di abolizione era iniziato prima che altrove. Ora la Regione siciliana è passata in coda: l'Assemblea non riesce a cavare il ragno dal buco ed ogni giorno c'è qualcuno che gira la frittata a suo uso e consumo con il risultato che non si cambia di una virgola.
Le motivazioni dei provincialisti sono poco chiare, a parte il vulnus alla democrazia (verrebbe scippato ai cittadini il diritto di scegliersi gli amministratori provinciali). Si sostiene che si spenderebbe di meno tenendole in piedi (rispetto a che cosa, non si capisce) e non c'è santo che tenga. E le spese per pagare gli amministratori, i presidenti, i collaboratori, gli uffici di gabinetti, gli autisti, i portaborse, come fanno ad aumentare se scompare tutta la filiera? Eppure fanno entrare l'asino per la coda, ormai non c'à da meravigliarsi di niente. In questi ragionamenti privi di senso scompare l'apparato che gira attorno agli amministratori provinciali.
L'apparato viene oscurato e si usa, come prova della permanenza dei costi, il personale alle dipendenze delle amministrazioni provinciali, che - naturalmente - rimarrebbe in servizio, pur cambiando "datore di lavoro".
A Palazzo dei Normanni sull'argomento è stata scritta un'altra pagina indimenticabile: il riordino delle nove amministrazioni provinciali è stato rinviato, restano i commissari. Si è deciso di non decidere.
La distanza fra le logiche della politica e quella dei comuni mortali rischia di divenire siderale: quando vengono meno le risorse a casa nostra, si tagliano le spese, superflue e di "seconda" necessità. La politica, invece, lascia le cose come stanno, perché chi decide non ci mette niente di tasca e l'idea di chiudere il bivacco spaventa.
Il costo per il funzionamento dei Consigli e Giunte provinciali, come si ricava dai Bilanci di previsione del 2012, è di 409 milioni di euro (13 euro medi per contribuente). Se le Province si fossero limitate, nel 2011, a spendere risorse solo per i compito che loro attribuisce la legge, secondo il Rapporto Uil 2012, il risparmio sarebbe quantificabile in un miliardo e duecento milioni di euro l'anno. Su questi dati non ci piove, è la realtà con la quale dovrebbero misurarsi. Ma non c'è verso. I costi derivanti dalla "sovrabbondanza" del sistema istituzionale fanno gola ai "resistenti".
 

Agrigentonotizie
 

Provincia di Agrigento, concluso il sorteggio per gli incarichi legali
Nominati gli avvocati dei Consigli dell'ordine di Agrigento e Sciacca, a cui saranno assegnati 6 incarichi legali a difesa delle ragioni della Provincia regionale di Agrigento chiamata in causa da diversi soggetti in cause civili
Si è svolto ieri mattina, nell'aula consiliare "Giglia" della Provincia di Agrigento, il primo sorteggio degli avvocati dei Consigli dell'ordine di Agrigento e Sciacca, a cui saranno assegnati 6 incarichi legali a difesa delle ragioni della Provincia regionale di Agrigento chiamata in causa da diversi soggetti in cause civili.
Ad effettuare i sorteggi, la commissione composta dal segretario/direttore generale Giuseppe Vella, da Giovanni Butticè e Michele Giuffrida, segretario Paolo Antinoro. Nel giudizio "Angela Spagnolo contro la Provincia per risarcimento danni" è stato sorteggiato l'avvocato Vincenzo Cuntreri. Nel giudizio "Di Giovanni Pasquali + altri contro Provincia per il pagamento indennità di occupazione" è stato sorteggiato l'avvocato Giuseppina Insalaco. Nel giudizio "Domenico Giovanni Ciulla contro Provincia per risarcimento danni sinistro stradale" è stato sorteggiato l'avvocato Pasquale Xerri. Nel giudizio "Giuseppe Bennardo contro Provincia per inadempimento obblighi contrattuali" è stato sorteggiato l'avvocato Vittorio Fiore. Ed ancora, nel giudizio "Giuseppe Randisi contro Provincia risarcimento danni sinistro stradale" è stato sorteggiato l'avvocato Lilla Azzarello. Nel giudizio "Antonina Terrazzino contro Provincia per risarcimento danni sinistro stradale" è stato sorteggiato l'avvocato Giuseppe Xerri".
Inoltre per ogni giudizio è stato sorteggiato un sostituto, qualora il primo legale non dovesse accettare l'incarico. Il meccanismo del sorteggio, voluto dal commissario straordinario Benito Infurnari in vigore dal 13 dicembre 2013, sostituisce gli incarichi legali individuati direttamente dal vertice dell'Ente. La scelta di utilizzare il meccanismo del sorteggio è avvenuta per garantire la massima trasparenza all'attività dell'Ente.
Per i giudizi davanti al Giudice di Pace per importi di valore non superiore a 1.100 euro la difesa in giudizio potrà essere affidata ai funzionari dell'Ente individuati dal dirigente del Settore contenzioso o dei settori competenti l'oggetto della causa.
 

 

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