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Rassegna stampa del 3 gennaio 2014

  DI SICILIA
 

LE NOMINE. Resteranno in carica fino all'approvazione della Riforma. Tucci rimane a Palermo. Infurnari ad Agrigento. Romano va a Catania.
Confermati selle commissari delle Province
Nuovi commissari straordinari in arrivo perle Province: il governo ha firmato i decreti che saranno ufficializzati nelle prossime ore. Non potendo prorogare i commissari uscenti dopo la bocciatura all'Ars del disegno di legge col governo battuto in aula dal voto segreto, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha provveduto alla predisposizione dei nuovi decreti di nomina in quanto i commissari hanno esaurito il mandato il 3l dicembre. I neo commissari dovrebbero rimanere in carica fino a metà febbraio, per quella data il governo dovrebbe avere incassato l'ok dall'Ars al ddl di riforma che dovrebbe introdurre i Liberi Consorzi tra comuni. La legge deve essere approvata entro 45 giorni altrimenti dovranno essere indetti i comizi elettorali per il ritorno al voto. Il governo conferma sette commissari su nove; si tratta dell'ex generale dell'Arma dei carabinieri Domenico Tucci a Palermo, del viceprefetto Salvatore Caccamo a Enna, di Filippo Romano a Messina, di Raffaele Sirico a Caltanissetta, di Benito Infurnari ad Agrigento, Alessandro Giacchetti a Siracusa e Darco Pellos a Trapani. Prende il posto di Antonina Liotta a Catania il prefetto Giuseppe Romano mentre a Ragusa al posto dell'avvocato Giovanni Scarso, dimessosi per motivi familiari, andrà Carmela Floreno, anche lei viceprefetto.
 

I NODI DELLA SICILIA
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE RIBATTE:"LA MANOVRA DIFENDE I CETI PIU' BISOGNOSI E TAGLIA GLI SPRECHI"
Lupo avverte Crocetta: brutta Finanziaria
Il segretario del Pd contro gli assessori Lo Bello e Cartabellotta: ci hanno preso in giro sulle norme per i forestali. Il leader del Pd siciliano dice no al dialogo con il nuovo centrodestra avviato dal presidente e aggiunge: non siamo d'accordo ad aumentare il numero di consorzi di Comuni che sostituiranno le Province.
Un faccia a faccia con i vertici del Pd prima della pausa di Capodanno non è servito a raggiungere una tregua. E così davanti a Crocetta la strada per approvare la Finanziaria e subito dopo la riforma delle Province si fa piena di curve. «Questa manovra lascia molto a desiderare - ha detto Giuseppe Lupo, segretario del Partito democratico - e non siamo d'accordo ad aumentare il numero di consorzi di Comuni che sostituiranno le Province, come vorrebbe fare il presidente». Crocetta, dal canto suo, nei giorni scorsi ha difeso la finanziaria sottolineando che difende «i ceti deboli e taglia gli sprechi». Il presidente ha convocato un vertice di maggioranza per domani mattina. Il clima è tesissimo. Anche per via dell'incontro che Crocetta ha avuto con Giuseppe Castiglione, leader del Nuovo centrodestra, per cercare una collaborazione istituzionale che secondo qualcuno potrebbe sfociare in un allargamento della maggioranza. Lupo ieri ha preso le mosse da un comunicato di Cgil, Cisl e Uil che, annunciando uno sciopero dei forestali per il 7 gennaio, hanno chiesto la cancellazione dell'articolo 12 della manovra in discussione da domani: è l'articolo che prevede il blocco del rinnovo del contratto collettivo, il blocco delle promozioni, il taglio dell'indennità chilometrica e in generale dei fondi al settore. Per il segretario del Pd «su queste norme, che riguardano anche i consorzi di bonifica, ci era stato assicurato dagli assessori Maria Lo Bello e Dario Cartabellotta un confronto con i sindacati. Capiamo invece di essere stati presi in giro e ci dispiace». La Lo Bello è uno dei tecnici del Pd che il partito voleva sostituire alla fine dell'estate:
operazione fallita per il no di Crocetta al rimpasto. Cartabellotta è espressione dell'Udc, partito favorevole all'apertura ad Alfano. Lupo protesta anche per alcune nomine: «Non ci importa del rimpasto nè di poltrone anche perchè quelle Crocetta le riserva agli aderenti al Megafono. Più che alla spartizione delle poltrone siamo arrivati all'assegnazione degli sgabelli». Sullo sfondo però resta la tensione nella maggioranza e i delicati equilibri che hanno mandato ko il governo sulle Province. Ora Crocetta ha tempo fino al 15 febbraio per varare una riforma che eviti di far tornare in vitale Province. E da lunedì Antonello Cracolici inizia a esaminare in commissione Affari istituzionali la legge. Ma il testo, targato Pd, non piace a Crocetta che annuncia di cambiario a colpi di emendamenti governativi. Lupo mette il Pd di traverso: «L'unica legge possibile è quella che Cracolici ha già in esame». Il segretario del Pd non crede neppure alle ipotesi di collaborazione istituzionale con il Nuovo centro destra di Alfano: "Ricordo a Crocetta che hanno votato la settimana scorsa per far rivivere le Province. Su cosa dovremmo collaborare? Il dialogo si faccia con tutti e nelle sedi opportune, altrimenti è un tradimento della maggioranza. Noi non andiamo a rimorchio di nessuno». Messaggio riferito anche all'imminente dibattito sulla legge per l'acqua pubblica che vede altri due testi diversi: uno del Pd e uno del governo. E c'è un altro tema che vede il Pd e Crocetta contrapposti. E' quello dei prepensionamenti. In commissione è stato stoppato l'articolo che congelerebbe per tre anni la riforma Fornero consentendo a circa 1.300 dipendenti di lasciare gli uffici fra ora e il 2016 con i vecchi requisiti. Norma popolare che però ha visto contrario proprio Cracolici. Secondo Dario Matranga e Marcello Minio, leader dei Cobas Codir, il motivo è che se si fanno i prepensionamenti si dà per ufficiale un corrispondente ridimensionamento delle piante organiche che cozzerebbe con le annunciate stabilizzazioni di 750 precari negli assessorati regionali e negli enti collegati (Protezione civile in primis): «Dichiarare lo stato di esubero impedirebbe operazioni clientelari di inserimento selvaggio di personale nei ruoli della Regione». I Cobas propongono altre ipotesi per i precari senza rinunciare ai prepensionamenti. Pd e Crocetta avrebbero raggiunto una intesa solo sulla riforma delle partecipate: norma ritirata dall'assessore all'Economia, Luca Bianchi, durante l'esame in commissione proprio per evitare bocciature. Ma il capogruppo Baldo Gucciardi spiega che «ci sarà una riscrittura condivisa e su questa si andrà avanti in aula». La verifica scatterà da domani quando il Parlamento riaprirà con l'obiettivo di approvare tutto entro il 10.
 

LA SICILIA
 

SAN GERLANDO Lo ha confermato l'assessore regionale Mariella Lo Bello. Adesso lo studio delle procedure.
Venti milioni in arrivo per il costone.
E' ormai certo: le economie sugli interventi per dissesti idrogeologici del Dipartimento regionale territorio ed ambiente ammontano a circa 20 milioni di euro e questa cifra può interamente essere utilizzata per gli interventi di consolidamento del costone della Cattedrale di San Gerlando ad Agrigento. Lo ha confermato alla fine dell'anno l'assessore regionale Mariella Lo Bello la quale nei prossimi giorni farò il punto della situazione con i tecnici della protezione civile e con il commissario regionale per i dissesti idrogeologici Maurizio Croce, appena confermato nella carica dal Presidente della regione. I 20 milioni di euro costituiscono peraltro la cifra massima che può essere utilizzata in base a quanto disposto dalla delibera di Giunta di governo regionale, all'epoca presieduta da Raffaele Lombardo, con la quale 15 dei 20 milioni di euro dello stanziamento iniziale vennero stornati a seguito dell'alluvione di Giampilieri nel messinese. In quella sede, infatti, venne stabilito che le risorse finanziarie dirottate da Agrigento a Giampilieri potevano essere recuperate con le economie su questa voce di bilancio fino alla concorrenza di 20 milioni di euro. Questa somma inoltre si va ad aggiungere ai 5 milioni «superstiti» di quello stanziamento iniziale, per cui a disposizione del Duomo agrigentino ci sarebbero adesso 25 milioni di euro. Adesso si dovrò vedere quali procedure adottare per giungere all'avvio dei lavori di consolidamento del costone. Le intenzioni dell'assessore Lo Bello sono quelle di valutare la strada che il più velocemente possibile possa portare all'impegno di queste risorse finanziarie e alla conseguente apertura del cantiere. Peraltro i casi della vita non si sanno mai e l'esperienza precedente, con lo storno a Giampilieri, induce a non perdere tempo: nel momento in cui i soldi sono impegnati non si possono stornare più. C'è da vedere dunque se procedere con una progettazione interna, a cura degli uffici della Protezione civile o del Genio civile, oppure se affidare tutto (progettazione ed esecuzione delle opere) a un'impresa esterna. Tutto sarò valutato negli incontri che dovrebbero aver luogo entro la prima metà di gennaio. C'è inoltre da reperire altri due milioni di euro, ma questi dovrebbe metterceli l'assessorato regionale ai beni culturali, che serviranno per il trasferimento e la conservazione degli arredi della Cattedrale allo scopo di svuotare l'edificio durante l'esecuzione dei lavori di consolidamento del costone.

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