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Rassegna stampa del 9 gennaio 2014

LA SICILIA
STRUTTURE RICETTIVE Flessione dei posti letto negli alberghi Crescono nei B&B Flessione nei posti letto in albergo ma in compenso crescono quelli negli esercizi extralberghieri, per cui nel complesso la situazione delle strutture ricettive nella nostra provincia rimane inalterata, pur con un leggerissimo saldo positivo. Lo scorso anno si registrò un incremento molto sensibile per cui il numero dei posti negli esercizi alberghieri si attestò a 12.404 con un incremento di 609 letti ai quali si aggiunsero i 6045 degli esercizi extralberghieri, nei quali vengono ricompresi affittacamere, case vacanze, turismo rurale, bed 8 breakfast e camping. Tutto sommato un buon exploit che venne positivamente commentato ed indicato come la dimostrazione della volontà degli imprenditori turistici dì essere protagonisti della crescita del territorio. Nel complesso la provincia al 31 dicembre 2012 aveva 18.449 posti letto, suddivisi tra le varie categorie di esercizi ricettivi. Tuttavia nel 2013 questo trend ha incontrato delle notevoli difficoltà a mantenersi con decisione. La crisi che attanaglia l'intero continente europeo ed in particolare il nostro Paese ha fatto sentire i propri effetti. In altre occasioni abbiamo già avuto modo di occuparci delle difficoltà cui stanno andando incontro soprattutto gli alberghi, parecchi dei quali costretti a chiudere i battenti per lunghi periodi, qualcuno addirittura per sempre, con gravi ripercussioni non solo sulla disponibilità dei posti letto, ma anche per l'occupazione in un settore corde quello turistico che invece dovrebbe essere trainante per l'economia dell'intero territorio, La gente dunque viaggia di meno e per cercare di mantenere appetibile il nostro territorio e la nostra offerta gli albergatori, così sostengono, sono stati costretti a rivedere le tariffe al ribasso. Nel corso del 2013 hanno chiuso quattro alberghi (qualcuno era di fatto inattivo da prima ma nel corso dell'anno si è ufficializzata la cessazione), per cui i posti in questo tipo di esercizi sono calati da 12.404 a 12.275, con la perdita di 129 letti. Gli esercizi extralberghieri, in compenso, con l'apertura di 18 nuovi bed & breakfast sono passati da 6,045 a 6.243, con un aumento di 198, In totale dunque i posti letto sono 18.518, con un aumento di 69 letti. Un incremento modesto, ben lontano da quello che si registrò alla fine del 2012, ma che rappresenta comunque la volontà degli operatori del settore di resistere agli effetti della crisi, nella speranza di poter vivere nel prossimo futuro tempi migliori. SALVATORE FUCÀ

POSTE E' Antonio Sferlazzo il nuovo direttore Antonio Sferlazzo è il nuovo direttore della Filiale delle Poste di Agrigento, laureato in ingegneria, è in azienda dal 1986 maturando competenze ed esperienza in vari settori; partendo dai servizi tecnici, ha svolto incarichi nella gestione del personale, per poi approdare a ruoli manageriali, ricoprendo il ruolo di Responsabile provinciale in numerose sedi della Sicilia, li neo direttore, consapevole della necessità di migliorare ulteriormente la qualità all'interno degli Uffici Postali, si avvarrà della professionalità dei 72 Direttori degli Uffici Postali dell'agrigentino che rappresentano il punto di incontro tra cittadini e l'Azienda. «Sarà mia cura — ha dichiarato il neo direttore di Filiale - garantire quello che è stato attivato nel corso degli ultimi anni per migliorare la accoglienza dei clienti negli uffici stimolando la professionalità e la disponibilità degli operatori che lavorano a contatto con la clientela, nonché l'utilizzo delle nuove tecnologie e degli sportelli automatici ATM Postarnat, distribuiti sul territorio, presso gli Uffici Postali che consentono ai clienti di operare sul proprio conto corrente in qualsiasi momento. Per i liberi Professionisti e Operatori Economici PMI la Filiale di Agrigento mette a disposizione cinque Specialisti Partite Iva.
Disoccupazione la situazione ritorna a livelli di allarme sociale e peggiora Malgrado le apparenze, nella seconda metà del primo decennio di questo secolo da poco iniziatosi, la situazione occupazionale in provincia di Agrigento era migliorata. Ma adesso tutto è tornato ai livelli di otto anni addietro. Lo dice l'Istat che pubblica nel proprio sito i dati sulla disoccupazione dei lavoratori al di sopra dei 15 anni di età. Nel 2004 i disoccupati erano oltre 31 mila (18 mila maschi e 13 mila femmine), una cifra considerevole per una provincia come la nostra, ma nel periodo immediatamente successivo le cose sembrarono migliorare, stando almeno alle statistiche. Infatti nel 2005 il numero delle persone senza lavorò scese di circa 4 mila unità, passando a 27 mila (17 mila maschi e lo mila femmine) ed ancora meglio andò l'anno successivo quando, nel 2006, il numero dei disoccupati scese addirittura a 19 mila (13 mila maschi e 7 mila femmine). Fu quello il momento migliore, dato che negli anni successivi la situazione è andata via via peggiorando. Nel 2007 26 mila disoccupati (15 mila maschi e 13 mila femmine) così come nel 2008 (17 mila maschi e 8 mila femmine), mentre nel 2009 aumentarono di poco: 27 mila (17 mila maschi e 10 mila femmine). Nel 2010 si arrivò a 29 mila (20 mila maschi e 9 mila femmine)e nel 2011 a 27 mila (18 mila più 9 mila). Infine nel 2012 il drammatico ritorno al dato del 2004: ben 31 mila disoccupati, dei quali 21 mila erano maschi e 10 mila femmine. Non ci sono ancora i dati del 2013, è prematuro poterli avere, ma è facilmente immaginabile - stante la crisi che stiamo attraversando con la chiusura di diverse aziende - che essi saranno altrettanto negativi, se non peggiori. Assolutamente stabile invece il numero degli inattivi: 147 mila (100 maschi e 47 mila femmine) nel 2004 e nel 2005, è passato a 151 mila (106 mila più 45 mila) nel 2006. E' sceso a 143 mila nel 2007(102 mila più 41 mila), a 145 mila nel 2008 (105 mila più 40 mila), mantenendo più o me- no lo stesso standard fino al 2012. La forza lavoro si è mantenuta più o meno sugli stessi livelli per tutti e nove anni, passando dai 150 mila del 2004 ai 151 mila dell'anno successivo, ai 146 mila del 2006. Nel 2007 fu di 153 mila e nel 2008 di 152 mila, nel 2009 fu di 154 mila e nel 2010 di 150 mila, nel 2011 di 154 mila e nel 2012 di 155 mila. SALVATORE FUCÀ

GIORNALE DI SICILIA
POLEMICHE. Promosso da Marcello La Scala «No sagra del Mandorlo» Nasce pure un comitato Da sempre dibattuta, polemizzata. Prima, durante e dopo. E' la Sagra del mandorlo in fiore che, quest'anno, è in programma a partire dal 31. Ma il vento, in questo 2014, sembra essere cambiato perché, adesso, già a tre settimane dall'avvio della kermesse si riesce a dire, esplicitamente, "no". Anzi, di più. E' nato un autentico coordinamento antisagra. "No" alla sagra del mandorlo in fiore coi soldi pubblici "perché — scrive Marcello La Scala, portavoce del neonato coordinamento oggi riteniamo che le priorità della città siano ben altre. Vogliamo una sagra dove gli ospiti possano essere trattati come tali e non come merce di scarso, ma per farlo serve una città al top dei servizi. Vogliamo una sagra del mandorlo in fiore — prosegue La Scala — che porti sviluppo ed opportunità a tutti. Solo in questo caso, la sagra diventa volano per la comunità". "Caro sindaco, durante la conferenza stampa in occasione della tragedia di Chiara La Mendola — scrive Marcello La Scala — lei ha detto che si trova in difficoltà anche per trovare i fondi per la manutenzione ordinaria. Lei è a capo di un'amministrazione che non riesce a trovare pochi spiccioli per salvare l'arco Calafato, che non riesce a trovare i fondi urgenti per salvare un pezzo di storia: la "porta dei Saccaioli" - rincara la dose La Scala - Lei, ogni giorno, passa dalla via Atenea, la stessa via piena di avvallamenti, dove i commercianti quando piove devono far rallentare le auto perché l'acqua delle pozzanghere arriva sulle vetrate dei negozi. Caro sindaco, cara amministrazione — conclude, ribadendo, il portavoce del coordinamento antisagra — noi diciamo "no" alla sagra del mandorlo in fiore coi soldi pubblici perché oggi le priorità sono ben altre". (CR)
Per il capoluogo sono stati stanziati 568.546,32 euro "Cantieri di servizio", in arrivo fondi per oltre 4 milioni di euro Una pioggia di miliardi in arrivo nell'Agrigentino. E' stato infatti pubblicato l'elenco dei programmi di lavoro presentati dai Comuni ammessi al finanziamento per i cantieri i di servizio. La somma in arrivo, ripartita in tutti e 43 Comuni agrigentini ammonta a 4.424.918 euro. Tutti i Comuni agrigentini, adesso potranno attivare cantieri di servizi destinati a realizzare programmi di lavoro in cui utilizzare soggetti in possesso di un reddito insufficiente a garantire condizioni dignitose di vita. Il Comune che ha ottenuto il finanziamento più consistente è il capoluogo, Agrigento, con 568.546,32 euro. Segue Sciacca con 398.693,07 euro, Licata con 371,651,47 euro, Canicattì con 339.852 euro, Favara con poco più di 321 mila euro e Palma di Montechiaro con 230.477,52 euro. Ecco nel dettaglio le somme destinate dall'assessorato regionale al Lavoro, negli altri Comuni agrigentini: Ribera (188,160,44); Porto Empedocle (164.170,03); Raffadali (125.138,10);Menfi (123.909,82); Ravanusa (118.226,20); Campobello di Licata (101.752,08); Aragona (92.540); Casteltermini (82 .099,64); Racalmuto (81.349,02); San Giovanni Gemini (79223,91); Naro (78.989,95); Santa Margherita Belice (63.792,45); Cammarata (61.170,18); Sambuca Di Sicilia (59.600,71); Lampedusa e Linosa (59.512,98); Grotte (56.919,95); Santo Stefano di Quisquina (47.737,11); Siculiana (45.153,83); Realmonte (43.740,33); Cattolica Eraclea (38.749,23); Caltabellotta (38.086,35); Bivona (37.842,65); Cianciana 34.284,54); San Biagio Platani (34.128,57). La somma di 26 mila euro è stata assegnata ai seguenti Comuni: Alessandria della Rocca, Burgio, Calamonaci, Camastra, Castrofilippo, Comitini, Ioppolo Giancaxio, Lucca Sicula, Montallegro, Montevago, Santa Elisabetta, Sant'Angelo Muxaro e Villafranca Sicula, In ogni cantiere potranno essere utilizzati circa dieci lavoratori disoccupati o inoccupati per un periodo di tre mesi con un contributo mensile di sostegno al reddito di 442,30 euro, più integrazioni per ogni familiare a carico e la misura riguarderà circa 24.000 nuclei familiari. "Da questo momento - hanno commentato il presidente della Regione, Rosario Crocetta e l'assessore alla Famiglia e Lavoro, Ester Bonafede - i Comuni potranno ricevere il finanziamento ed attuare le iniziative programmate". Il Comune di Agrigento ha progettato 13 cantieri di servizio in cui potranno essere utilizzate complessivamente circa 260 unità lavorative che andranno a supportare alcuni servizi comunali quali la manutenzione delle strade e degli immobili o affiancare il personale dipendente, nei moli di custodia e sorveglianza. "In un momento di pesante crisi economica ed occupazionale che investe le famiglie - dice il sindaco Zambuto - abbiamo colto subito l'opportunità offerta dalla Regione, per dare una, seppur per breve tempo, occasione di lavoro ad alcuni cittadini che maggiormente ne hanno necessità", ('PAPI)

LiveSicilia
Rinasce l'Arsea, 2 milioni all'Ars Ok al bilancio: ecco i numeri di Accursio Sabella L'esame del bilancio è stato molto spedito. Uniche polemiche su un contributo concesso dal governo all'Assemblea, sui tagli alla Sanità e sulla scelta del governo di resuscitare l'ente per gli agricoltori. Del quale Crocetta ha da tempo annunciato la chiusura. PALERMO - Due milioni all'Ars. Cento milioni in meno alla Sanità. Duecentomila euro in più all'Arsea. Su queste cifre si è concentrata la discussione in Aula sul bilancio della Regione. Una discussione anticipata da un colloquio mattutino tra l'assessore Bianchi e il commissario dello Stato Aronica. Un confronto che ha consentito, pare, di fugare i dubbi sulla impalcatura della manovra. Sulla consistenza delle entrate e sulla entità del fondo di garanzia sui residui attivi, in particolare. Così, l'esame del testo, bruscamente interrottosi ieri sera, di fronte ai dubbi sollevati dall'opposizione - interruzione che ha destato non pochi malumori tra alcune forze di maggioranza, tra cui Articolo 4 - oggi a Sala d'Ercole è andato via in modo piuttosto spedito. Senza grossi scossoni. O meglio, le uniche polemiche sono sorte su poste di bilancio molto esigue, considerata l'intera manovra. Ma dal valore comunque simbolico. Uno dei più corposi emendamenti governativi, infatti, prevedeva una variazione di due milioni di euro a favore dell'Assemblea regionale. Una scelta che ha scatenato una furiosa critica del Movimento cinque stelle. "E' vergognoso" ha detto Gianina Ciancio. Ma il presidente Ardizzone ha replicato elencando i tagli apportati al bilancio interno dell'Ars - di cui vi diamo conto in un altro articolo - negli ultimi anni. Insomma, altro che due milioni in più, in realtà quest'anno l'Assemblea dovrà contare su tre milioni di euro in meno rispetto all'anno scorso, ha spiegato il presidente dell'Assemblea. Ma altra polemica è sorta in seguito a tagli. Stavolta a carico della Sanità siciliana. "Cento milioni in tutto", la denuncia del presidente della Commissione Salute all'Ars Pippo Digiacomo. Il parlamentare del Pd ha fatto riferimento in particolare a due voci dell'emendamento governativo. La prima, infatti, prevede un taglio di 15 milioni di euro sul capitolo "somme destinate alla mobilità sanitaria interregionale". La seconda, di quasi 85 milioni, riguarda il "finanziamento delle spese correnti delle aziende del settore sanitario". Ma l'assessore Bianchi, su questo punto, ha precisato: "Si tratta di fatti tecnici e non certamente legati alla discrezionalità del governo regionale". Anzi, in alcuni casi, quei tagli andrebbero persino interpretati come una buona notizia. "Il taglio dei trasferimenti per la mobilità interregionale - spiega Bianchi - è solo la dimostrazione del fatto che i siciliani nell'ultimo anno hanno avuto minori necessità di lasciare l'Isola per curarsi. È un fatto positivo, quindi". Dalla Sanità, all'Arsea. Altro motivo di scontro. Perché nella tabella del governo, ecco saltare fuori anche 200 mila euro per l'ente che l'esecutivo ha da tempo promesso di chiudere, perché inutile. "Ma gli agricoltori - ha spiegato in Aula il presidente Crocetta - ci hanno chiesto la presenza di un ente più vicino ai territori. E duecentomila euro serviranno solo per una fase di start-up. La nostra idea è quella di utilizzare risorse interne e poter contare su finanziamenti statali. Se ciò non avverrà, siamo pronti a chiudere l'ente". Che dovrebbe essere chiuso da un po', a dire il vero. Una chiusura annunciata mesi fa dal governatore anche in tv. Ma il mantenimento in vita dell'Arsea potrebbe avere anche una valenza strategica, in vista della necessità di ottenere i numeri utili all'approvazione della Finanziaria, visto che l'ente sta molto a cuore, ad esempio, ai deputati del Partito dei siciliani. Ma dall'emendamento ecco saltare fuori altre variazioni rispetto al 2013. Intanto, 168 mila euro andranno alle Soprintendenze per il loro funzionamento, 218 mila a gallerie e pinacoteche, 220 mila ai musei regionali, mentre un milione e mezzo sarà destinato alla manutenzione dei beni monumentali naturali e naturalistici. Saltano 400 mila euro per i trasporti in Sicilia. Un intervento che ha innescato in Aula la reazione di Michele Cimino: "Con quei soldi vengono garantiti anche i trasporti per le piccole isole che verrebbero ulteriormente penalizzate". Taglio di un milione di euro agli stipendi degli insegnanti delle scuole materne, mentre oltre un milione e mezzo andrà all'istituto zooprofilattico. Prime cifre, ovviamente, e non del tutto indicative. Di un bilancio che attende solo il voto finale. Altri e più sostanziali movimenti verranno prodotti dalla legge Finanziaria, la cui discussione è già iniziata. E la cui approvazione porterà poi all'approvazione del bilancio stesso.
Tre milioni di tagli I numeri del bilancio dell'Ars di Chiara Billitteri Ecco, punto per punto, le principali voci di riduzione (e, in alcuni casi, aumento) dei costi del Palazzo "più criticato d'Italia". Approvato a Sala d'Ercole dopo quello della Regione. E Forzese attacca Rinaldi, che ha letto la relazione: "Non sei degno di stare qui". PALERMO - Gli oltre 3 milioni di tagli sono realtà: l'Assemblea regionale, accusata spesso di essere il parlamento più 'sprecone' d'Italia, ha approvato il suo bilancio interno con una riduzione di spesa. Che, certo, è ben più consistente se si prende in considerazione esclusivamente la somma che grava sulle casse della Regione, che ammonta a 149 milioni di euro. Ma - a carico dell'amministrazione di Palazzo dei Normanni - ci sono altre voci da finanziare (come, ad esempio, i fondi di quiescenza dei deputati e del personale, che pesano sul bilancio dell'Ars una somma pari al 26 per cento delle spese totali) e così la cifra complessiva delle spese sale a 160.887.563,40 euro. Rispetto al 2013, la cifra è diminuita di - appunto - 3.200.000 euro. "Un risparmio - si legge nella relazione illustrata in aula dal capo del collegio dei Questori Franco Rinaldi (Pd) - ottenuto anche grazie alla consistente riduzione delle spese relative al trattamento economico dei deputati e del personale di servizio". E che si somma ai circa 10 milioni già tagliati l'anno scorso. Ecco, quindi, punto per punto, tutti i numeri del bilancio interno del parlamento regionale. Competenze dei deputati Il capitolo riguarda il trattamento economico in senso stretto dei deputati dell'Ars, una voce diminuita in seguito all'approvazione della legge per la spending review che recepisce in parte il decreto Monti. Una novità che ha portato ad un risparmio di 3.357.000 euro. E la cifra che sale a 4.167.000 euro se si considera anche l'eliminazione del rimborso per il trasporto su gomma e per le spese informatiche o che hanno ridimensionato le indennità di funzione per le cariche interne. Trasferimenti ai gruppi Settecentomila euro vanno a coprire il capitolo dei contributi ai gruppi parlamentari. Anche qui - sempre per effetto del decreto Monti - il risparmio è di 1.892.000 euro. Spese per il personale dei gruppi A copertura del capitolo sono stati previsti 4.500.000 euro. Una somma che non ha subito variazioni rispetto all'anno precedente per consentire la salvaguardia dei contratti del personale in vigore fino al 31 dicembre scorso. Contributo per l'attività degli intergruppi Sale, invece, la voce dei fondi per i cosiddetti 'intergruppi': più 50.000 euro rispetto all'anno scorso, per un totale di 150.000 euro. Effetto dei "numerosi intergruppi recentemente costituiti", si legge nella relazione. Personale di ruolo Per le retribuzioni del personale dell'Assemblea è previsto lo stanziamento di 32.850.000 euro, una voce ridotta di 1 milione rispetto al bilancio dell'anno precedente. Un risparmio frutto del pensionamento di 21 dipendenti e del taglio del 20 per cento al salario dei nuovi assunti. E un ulteriore taglio di 1.400.000 euro è stato applicato, invece, sulle indennità di funzione del personale. Spese della presidenza e per la rappresentanza e la comunicazione istituzionale Ridotte, in questo capitolo, le voci dei contributi per le attività culturali (meno 150.000 euro), per le attività istituzionali (meno 200.000), la previsione di spesa per gli abbonamenti alle agenzie di stampa (meno 155.000 euro), e soppresso - infine - lo stanziamento di 250.000 euro per la celebrazione della prima seduta dell'Ars. Federico II Diminuisce, e di molto, anche l'importo del capitolo destinato alla fondazione Federico II. Lo stanziamento è stato ridotto di 326.000 euro, ed è stato istituito, invece, un capitolo per il solo finanziamento delle iniziative culturali organizzate dalla fondazione, per le quali sono stati stanziati 150.000 euro. Biblioteca e archivio Meno 22 mila euro anche per la biblioteca di Palazzo dei Normanni. Lo stanziamento complessivo, così, scende - rispetto al 2013 - e arriva a 200.000 euro. Auto blu Il capitolo che prevede la spesa per il noleggio e la gestione delle autovetture di servizio fa parte di quello, più ampio, dei "Beni di consumo e servizi". Una voce che diminuisce, complessivamente, di 973mila euro, quasi 200.000 dei quali frutto del risparmio derivante dall'abolizione di 11 auto, che passano da 18 a 7. Un quadro complessivo di tagli, quindi. Ma la lettura del Bilancio non risparmia qualche piccola sorpresa, e così si scopre che - oltre alle spese per gli intergruppi - aumenta di circa 60mila euro il capitolo "Personale di altre amministrazioni ed enti che forniscono servizi all'Ars", e di 100.000 euro quello per la manutenzione e la gestione degli immobili. Spunta, poi, una nuova voce di spesa: è istituito l'articolo "Spese per liti, risarcimenti accessori e procedure esecutive", con una dotazione finanziaria di 2.600.000 euro. Ma, in una giornata nel corso della quale non sono mancate polemiche e scontri, anche la semplice lettura della relazione dei questori è stata oggetto di liti. Letta - come detto - dal parlamentare Pd Franco Rinaldi, coinvolto nell'inchiesta sulla Formazione di Messina, ha scatenato le critiche di Marco Forzese (Drs), cha ha abbandonato l'aula perché - a sentire lui - Rinaldi non era degno di dare lettura del documento. "Attendevamo le sue dimissioni mesi fa - ha detto Forzese - , ma non sono mai arrivate: Rinaldi non mi rappresenta". Un'azione che ha provocato anche una reazione (seppur molto contenuta) del deputato questore, che - presa la parola a Sala d'Ercole - ha ribadito come non intenda replicare ad argomentazioni simili, e che lui "è fiducioso nell'operato della magistratura".

Agrigentoflash
Universitari in "piazza" contro il bando del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo "500 giovani per la Cultura" Gli Studenti Universitari dei corsi di laurea in Beni Culturali e Archeologia e Archeologi Professionisti,scenderanno in pizza il prossimo 11 gennaio. Hanno organizzato un corteo giorno 11 gennaio dalle 10:00 alle 14:00, che partirà da via La Malfa ( presso Villa Genuardi) e finirà sulla Sp 4 ( nei pressi del Punto di Ristoro).Dicono "no" al bando del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo "500 giovani per la Cultura" e affermano: "E' un insulto alla dignità del lavoro perché maschera con il termine "tirocinio" la più becera forma di sfruttamento e di lavoro precario sottopagato: "un'indennità di partecipazione, al lordo, di 5000 euro annui, comprensiva della quota relativa alla copertura assicurativa". Vuol dire 3,50 all'ora. Manifestiamo perché il Ministero non può pretendere di reclutare professionisti laureati con il massimo dei voti e con competenze specifiche, come richiede il bando, e poi riconoscere un compenso offensivo, sotto forma di "indennità". Manifestiamo per rivendicare buona occupazione e rispetto per i professionisti e per le imprese dei Beni Culturali, a cominciare dall'immediato ritiro del bando.E' grave che proprio la figura dell'archeologo, non sia riconosciuta nel Codice dei Beni culturali e del Paesaggio. Chiediamo con forza il riconoscimento giuridico pubblico della figura di archeologo. Ci rivolgiamo inoltre all'amministrazione regionale e all'assessore in particolare che con il DDG 2372/2013 del 26 Agosto 2013, insieme alla declaratoria dei profili professionali stipulata con i sindacati l'8 Maggio 2013, hanno sancito definitivamente la dipartita della figura professionale dell'archeologo all'interno degli organi amministrativi preposti alla tutela dei beni, dichiarando di fatto le sue competenze alla pari con altre figure professionali provenienti dai più disparati settori, svalutando così il valore scientifico degli studi condotti presso gli istituti universitari e di alta formazione, e ignorando il DM beni culturali del 20 Marzo 2013 con il quale si stabilisce che la l'archeologo che collabora con le sovrintendenze debba possedere il diploma di scuola di specializzazione e/o il dottorato di ricerca."

Il 15 gennaio scade il termine per la presentazione delle offerte relative ai lavori di completamento dell'I.t.c.g. di Bivona Scadono il 15 gennaio i termini per la presentazione delle offerte per partecipare alla gara per la costruzione di 25 nuove aule dell'Istituto dell'I.t.c.g. di Bivona.. Si avvicina così l'inizio dei lavori per il completamento dell'Istituto. Si tratta di uno dei progetti più importanti inseriti nel piano triennale delle opere pubbliche finanziato con fondi regionali. L'importo complessivo dell'appalto, compresi oneri per la sicurezza e costo del personale, è di € 2.805.614,86 di cui € 63.590,00 per il piano della sicurezza non soggetti a ribasso, oneri per la sicurezza diretti € 59.530,00 ed oneri per la sicurezza speciali € 4.060,00. Il costo del personale, non soggetto a ribasso, ammonta a € 784.277,80, mentre l'importo a base d'asta è di € 1.957.747,06, al netto delle spese per i piani di sicurezza e del personale. La durata dei lavori è prevista in 365 giorni naturali a decorrere dalla data di consegna dei lavori. Le offerte dovranno pervenire entro e non oltre le ore 13:00 del giorno 15/01/2014 nella sede dell'Ufficio Regionale Espletamento di Gare di Appalto (U.R.E.G.A) Sezione Provinciale di Agrigento Via Acrone n° 51 ad Agrigento. L'apertura delle offerte è prevista in prima seduta pubblica nella sede dell'U.R.E.G.A. ad Agrigento alle ore 09:00 del giorno 22/01/2014, l'eventuale seconda seduta pubblica, presso la medesima sede alle ore 09:00 del giorno 23/01/2014. Gli elaborati di contratto sono visionabili presso l'Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) della Provincia Regionale di Agrigento, nella sede di Piazza Aldo Moro n.1, nei giorni lavorativi dalle ore 10,00 alle ore 13,00 e dalle ore 15,00 alle ore 17,00. Ulteriori notizie possono essere visionate sul sito internet dell'Ente www.provincia.agrigento.it

Sicilia24h
Il 15 gennaio scade il termine per la presentazione delle offerte relative ai lavori di completamento dell'I.t.c.g. di Bivona Scadono il 15 gennaio i termini per la presentazione delle offerte per partecipare alla gara per la costruzione di 25 nuove aule dell'Istituto dell'I.t.c.g. di Bivona.. Si avvicina così l'inizio dei lavori per il completamento dell'Istituto. Si tratta di uno dei progetti più importanti inseriti nel piano triennale delle opere pubbliche finanziato con fondi regionali. L'importo complessivo dell'appalto, compresi oneri per la sicurezza e costo del personale, è di € 2.805.614,86 di cui € 63.590,00 per il piano della sicurezza non soggetti a ribasso, oneri per la sicurezza diretti € 59.530,00 ed oneri per la sicurezza speciali € 4.060,00. Il costo del personale, non soggetto a ribasso, ammonta a € 784.277,80, mentre l'importo a base d'asta è di € 1.957.747,06, al netto delle spese per i piani di sicurezza e del personale. La durata dei lavori è prevista in 365 giorni naturali a decorrere dalla data di consegna dei lavori. Le offerte dovranno pervenire entro e non oltre le ore 13:00 del giorno 15/01/2014 nella sede dell'Ufficio Regionale Espletamento di Gare di Appalto (U.R.E.G.A) Sezione Provinciale di Agrigento Via Acrone n° 51 ad Agrigento. L'apertura delle offerte è prevista in prima seduta pubblica nella sede dell'U.R.E.G.A. ad Agrigento alle ore 09:00 del giorno 22/01/2014, l'eventuale seconda seduta pubblica, presso la medesima sede alle ore 09:00 del giorno 23/01/ Gli elaborati di contratto sono visionabili presso l'Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) della Provincia Regionale di Agrigento, nella sede di Piazza Aldo Moro n.1, nei giorni lavorativi dalle ore 10,00 alle ore 13,00 e dalle ore 15,00 alle ore 17,00. Ulteriori notizie possono essere visionate sul sito internet dell'Ente www.provincia.agrigento.it

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