LA SICILIA
LA PREFETTURA HA PREDISPOSTO UN REGISTRO DELLE IMPRESE "PULITE"
White list delle imprese praticamente sconosciuta a tutti gli imprenditori
La "White list" della Prefettura di Agrigento è letteralmente un "foglio bianco". Gli imprenditori agrigentini, infatti, sembrano non conoscere o non ritenere utile la possibilità di essere inscritti nell'"elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa", al punto che le aziende iscritte sono solo 4. Si tratta di Catanzaro Costruzioni, Tramec Srl, R. V. R e Geosonda Costruzioni Srl. Per essere certi che non vi fossero altre aziende in attesa di parere, abbiamo chiesto alla Prefettura di Agrigento se, al momento, vi fosse lavoro inevaso "Non abbiamo arretrato", è stata la risposta dei funzionari".
I numeri, quindi, sono una goccia nel "mare", nonostante l'iscrizione alla "White list" conceda delle agevolazioni e sia tutto sommato semplice da richiedere (alla ditta basta inviare una pec, anche se ovviamente l'accettazione o meno della richiesta passa dal vaglio della Prefettura, che ha 90 giorni per esprimere parere).
Essere all'interno di quella lista virtuale, pubblicata sui siti istituzionali delle prefetture e prevista dalla legge 190/2012, conferisce infatti all'impresa oltre ad una "qualificazione etica" (in alcuni casi valore aggiunto) vantaggi soprattutto sul piano della semplificazione delle procedure di rilascio della documentazione antimafia, dato che nei suoi confronti non verrà richiesta l'informativa antimafia. L'iscrizione, tuttavia, vale solo un anno, e può essere revocata per una serie di condizioni specifiche.
Si tratta, ad ogni modo, di una corsia "preferenziale" che, rispetto ad esempio alle rimostranze che i sindaci hanno esposto al prefetto di Agrigento Nicola Diomede, che lamentavano come la burocrazia rallentasse l'avvio di cantieri e opere varie, consentirebbe di accelerare i tempi per tutta una serie di settori particolarmente delicati.
Gli elenchi cui è possibile iscriversi infatti riguardano il trasporto di materiali a discarica per conto terzi, il trasporto e smaltimento di rifiuti per conto terzi, l'estrazione, fornitura e trasporto di terra, materiali inerti, calcestruzzo, bitume, noli a freddo di macchinari, noli a caldo, fornitura di ferro lavorato, autotrasporti per conto terzi, e guardiania dei cantieri.
Categorie "calde", perché quelle a più alto rischio d'infiltrazione ma anche quelle più utilizzate dalle pubbliche amministrazioni per la realizzazione di opere e la prestazione di servizi. Il problema della mancata adesione, probabilmente, è quindi più collegata all'assenza di informazione. "Sotto questo profilo spiega il prefetto Nicola Diomede provvederemo nel breve periodo. Stiamo lavorando per puntare ad una diffusione del messaggio". Del resto la stessa associazione degli industriali, pur avendo i vertici locali e siciliani tra i pochi iscritti, pare non abbia sensibilizzato i propri associati sul tema, contando forse sul fatto che sarebbe bastato l'esempio.
GIOACCHNO SCHICCHI
«Occorre fare gioco di squadra per ridare fiato all'economia»
Il prefetto ha incontrato imprenditori e sindacati
Occorre fare un gioco di squadra, coinvolgendo i Comuni e superando le lungaggini burocratiche della Pubblica Amministrazione allo scopo di ridare Dato all'economia mediante il potenziamento delle capacità di spesa delle famiglie e l'utilizzazione di tutte le risorse disponibili o che si possono intercettare. E' quanto è emerso ieri mattina dal secondo incontro che il prefetto Nicola Diomede ha avuto con le realtà del territorio.
Stavolta è toccato alle categorie imprenditoriali, alle organizzazioni sindacali ed all'università:
tutti presenti, nessuno escluso, nell'aula delle adunanze della Camera di commercio, dove Il presidente Vittorio Messina ha fatto gli onori di casa ed ha portato il proprio saluto, non senza aver sottolineato che i dati del report 2013 sull'economia agrigentina sono disastrosi e che in sette anni, da quando si è insediato, le imprese sono scese da 47 a 41mila. Ha anche ricordato che al tavolo tecnico proposto dalla Camera di commercio per discutere di come rilanciare l'economia i grandi assenti sono stati proprio i sindaci che invece dovrebbero essere il primo interlocutore in ciascuna realtà.
Coordinati da Salvatore Pezzino, si sono avuti poi gli interventi: i segretari generali della Uil Aldo Braccio, della Cisl Maurizio Sala, della Cgil Massimo Raso, per l'Ugl Roberto Migliora, Francesco Giambrone di Confartigianato, Mimmo Randisi della Cna, il coordinatore regionale di Libera Umberto Di Maggio, Angelo Biondi del sindacato stabilimenti balneari, Lillo Sardo della Confcooperative, Calogero Bellavia della Confcomrnercio, Alessandro Vita di Confagricoltura, il presidente del Consorzio universitario Maria lmrnordino, Giuseppe Rampello di Confesercenti, il presidente di Confindustria Giuseppe Catanzaro, Pippo Di Falco della Cia, Stefano Catuara presidente di Casartigiani, Ilenia Capidieci in rappresentanza di Federconsumatori, Denominatore comune di tutti gli interventi la necessità di fare breccia sull'assenza delle Amministrazioni comunali, ma anche l'eccessiva tassazione sia nazionale che, soprattutto negli ultimi tempi, anche locale, l'eccessiva lentezza della burocrazia, i costi della politica, la necessità di far ripartire a domanda interna, la necessità di sfruttare le risorse del turismo, la ripresa dei progetti fermi, il controllo del territorio, la diffusione della cultura della legalità combattendo la mafia sul terreno sociale, la necessità di portare le istanze agrigentine ai governi regionale e nazionale, l'internazionalizzazione delle imprese, l'assistenza all'imprenditoria giovanile, il ruolo dell'Università, i tempi lunghi per i pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, la tutela delle famiglie che sono i principali centri di spesa e quindi la prima fonte per l'economia.
Il prefetto ha ascoltato tutti, ha preso atto dei problemi sottolineati ed ha sottolineato come probabilmente sia preferibile concentrarsi su tre problemi principali e lavorarci per giungere a soluzione, Si è detto inoltre d'accordo con la proposta venuta dall'assemblea di incontrare i rappresentanti dei singoli comparti e quelli dei consumatori su singoli problemi. Intende anche chiedere ai comuni di segnalare eventuali professionalità, di cui questi ultimi dispongono che siano in grado di facilitare l'accesso al bando europei,
SALVATORE FUCÀ
GIORNALE DI SICILIA
UFFICIO PROVINCIALE Al posto di Giuseppe Marino
Fisco, all'Agenzia delle entrate Pasquale Leto è il nuovo direttore
Si è insediato lunedì, il nuovo direttore provinciale dell'agenzia delle Entrate di Agrigento.
Pietro Pasquale Leto, 62 anni appena compiuti, laureato in Giurisprudenza, residente a Cianciana. Pietro Pasquale Leto prende il posto ricoperto dal suo predecessore: Giuseppe Marino.
Cambio della guardia, dunque, alla guida della struttura provinciale di Agrigento, così come in altri capoluoghi di provincia della Sicilia. Pietro Pasquale Leto certamente non potrà che continuare il percorso già cominciato negli anni passati, ossia quello di continuare la lotta contro l'evasione, cercando di portare i cittadini verso i pagamenti regolari, nonché continuare ad offrire i servizi tipici dell'agenzia alla collettività e agli enti.
L'amministrazione non potrà, dunque, che continuare ad essere improntata nel segno della trasparenza. (CR)
LAVORO «Si sblocchino e somme degli arretrati e si dia certezza per il futuro»
Formazione professionale, mobilitazione dei lavoratori sul territorio provinciale
Continua in modo permanente la mobilitazione dei lavoratori della Formazione Professionale del territorio provinciale che chiede al Governo regionale soluzioni straordinarie e più attenzione istituzionale ai problemi della categoria.
«Al presidente Crocetta - scrivono il coordinatore territoriale della formazione professionale e il segretario generale aggiunto Gaspare Russello, Salvatore Fanara e il segretario della Cisl Maurizio Sala - di assumere provvedimenti straordinari per lo sblocco delle procedure ed il pagamento delle retribuzioni arretrate accumulate finora e di tutte le procedure che assicurino il futuro agli operatori del settore, garantendo la continuità retributiva e la tutela occupazionale di tutti i lavoratori».
Lavoratori e sindacato sollecita- no inoltre, l'immediata modifica del bando Prometeo del Ciapi di Priolo per garantire la continuità dei diritti e delle tutele contrattuali già acquisite e la tutela dei livelli occupazionali per i lavoratori degli enti revocati, definanziati e che si trovano già licenziati e/o sospesi.
«La mobilitazione sul territorio sarà permanente - concludono - con iniziative di protesta continue, fin quando non si avranno risposte e soluzioni concrete ed immediate alle nostre richieste». (AMM)
CAMERA DI COMMERCIO. Incontro coi rappresentanti di forze sociali e imprenditoriali
Il prefetto Diomede: «Burocrazia più snella per salvare le imprese»
L'analisi:«Per Agrigento la situazione permane più grave perché è scarsa la proiezione internazionale delle industrie»
Paolo Picone
Primo importante "atto" del neo Prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, sui temi di programmazione economica e rilancio del territorio. Alla Camera di commercio ieri mattina si è riunito il "Tavolo di lavoro" convocato dal massimo esponente del Governo sul territorio e dal presidente dell'Ente camerale Vittorio Messina, con i rappresentanti delle forze sociali ed imprenditoriali della provincia. Nel suo intervento introduttivo, il prefetto Diomede ha invitato tutti a ricercare la massima coesione possibile per affrontare con determinazione i problemi che rendono difficile un rilancio economico del territorio. Il Prefetto ha sottolineato il ruolo fondamentale delle imprese nella crescita della comunità e l'importanza di supportare le attività produttive «attraverso una burocrazia efficiente e rapida».Il presidente della Camera di Commercio Vittorio Messina, dopo avere evidenziato il grande segnale di attenzione che il neo prefetto ha voluto dare al mondo economico della provincia, partecipando al tavolo di lavoro in quella che usa definire la casa degli imprenditori, non ha voluto fare l'elencazione dei problemi che i presenti all'incontro conoscono bene e al fine di indirizzare in maniera efficace le decisioni degli operatori, si è concentrato sullo scenario previsionale delle condizioni economiche del territorio agrigentino, considerando un periodo temporale che giunge fino al 2015, con confronti con la Sicilia, il Mezzogiorno e l'Italia, I dati relativi ai tassi di crescita dell'economia provinciale sono inferiori rispetto al Meridione e al Paese, ma in alcuni casi si nota che la provincia tiene e non perde terreno rispetto alla realtà siciliana (eccezion fatta perle esportazioni). Il dato sull'occupazione a fine periodo è in linea con il dato regionale. Per quanto concerne il rapporto fra il dato delle esportazioni e quello del valore aggiunto, esso si prevede in leggero miglioramento, ma molto lontano (è un nono del regionale) dai corrispondenti valori delle aree di paragone. Si tratta di un dato strutturale che si può aggiustare soltanto nel lungo periodo. Purtroppo per Agrigento la situazione permane più grave perché è scarsa la proiezione internazionale delle imprese. I dati occupazionali sono previsti a fine periodo in linea con quelli regionali. Tutti gli intervenuti hanno espresso un plauso a Diomede per la sua presenza al tavolo di lavoro e hanno auspicato che grazie al suo impegno sarà possibile sviluppare un confronto più ampio che consenta di coinvolgere i comuni della provincia per un progetto di sviluppo condiviso.
Il presidente Messina ha invitato tutte le associazioni presenti ad indicare delle professionalità che consentano di dare vita ad un gruppo tecnico che sia nelle condizioni di recuperare fondi dai bandi europei per realizzare opere e servizi.
Durante i lavori hanno preso la parola: Aldo Broccio della Uil, Francesco Giambrone della Confartigianato, Mimmo Randisi della CNAS, Massimo Raso della CGIL, Calogero Bellavia della Confcommercio,Maurizio Sala della CISL, Umberto Di Maggio dell'Associazione Lili era, Angelo Biondi del Sindacato Italiano Balneari, Lillo Sardo dell'Unione Cooperative,Alessandro Vita di Confragricoltura, Maria Immordino presidente del Consorzio Universitario di Agrigento, Roberto Migliara della UGL,Giuseppe Rampello di Confesercenti, Pippo Di Falco della CIA, Stefano Catuara di Casa Artigiani, Giuseppe Catanzaro di Confindustria, Ilenia Capodici della Federconsumatori. (PAPI)
GRUPPI ARS, SOLDI PUBBLICI PER SPESE PRIVATE
Riccardo Arena
PALERMO
L'onorevole non ama la rendicontazione. Non gli piace far sapere come ha speso soldi, tanti soldi, una montagna di denaro. Ma quando dimostra i singoli pagamenti si fa rimborsare pure la mancia: Innocenzo Leontini, già capogruppo del Pdl, annotava negli scontrini del bar, a penna, gli uno o due euro regalati ai camerieri. E un suo ex compagno di partito, Livio Marrocco, si faceva ripagare gli acquisti dei giornaletti di Diabolik.
Milioni di euro spesi quasi senza controllo: circa 12 all'anno, dai gruppi rappresentati all'Ars. Sui quali adesso, dopo l'acquisizione delle carte nel 2012, si abbatte la scure della Procura di Palermo e della Guardia di Finanza, con 13-avvisi di garanzia per peculato, che vengono notificati a capigruppo, ex o ancora in carica, e un centinaio di indagati, 83 dei quali sono parlamentari e il resto funzionari, dirigenti e consulenti del lavoro, corresponsabili di pagamenti di indennità, straordinari, festività, superminimi ai collaboratori degli stessi gruppi. Tutto rigorosamente non dovuto, sottolineano gli inquirenti.
Una bufera che tocca (gli viene contestato di avere ricevuto, alla fine del 2010, un'indebita erogazione» di 2.090 euro, spese in una maniera non documentata in alcun modo) il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone e il componente renziano della segreteria nazionale del Pd, Davide Faraone, pizzicato per avere ricevuto anticipi sui contributi dei portaborse e accusato anche assieme a tutti i colleghi di partito di-avere preso un rimborso di 3.380 euro per non meglio precisate '