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Rassegna stampa del 21 gennaio 2014

 GIORNALE DI SICILIA
 

Per patrocinare i procedimenti civili
Cause da assegnare Avvocati a sorteggio
Ci sono altri 4 procedimenti civili da assegnare ad altrettanti avvocati e la Provincia sceglie ancora il sistema del sorteggio. In esecuzione delle determinazioni del commissario straordinario, Benito Infurnari, infatti, venerdì 24 gennaio alle 8,30 nei locali della Provincia in piazza Aldo Moro Aula Giglia", si procederà al sorteggio dei legali iscritti all'Albo degli Avvocati di Agrigento Sciacca. I procedimenti da assegnare sono questi: "Maurizio Novembrini" per risarcimento danni da sinistro stradale del valore di 4.664,87 euro davanti al Giudice di pace di Agrigento. 'Mariano Palermo" per pagamento compenso professionale (valore procedimento 77.501 euro) al tribunale di Agrigento, "Salvatore Cinquemani" per risarcimento danni da sinistra stradale davanti al giudice di pace di Canicattì per un valore di 1.824 euro ed Angelo Cinque- mani per un valore di3.174 euro (in questo caso verrà nominato un unico legale per connessione oggettiva". Ed infine il procedimento "Salvatore Di Caro" contro Provincia per risarcimento danni per diminuzione della retribuzione orario di lavoro (valore dei procedimento indeterminabile) che si terrà davanti al giudice del tribunale di Agrigento. Per ogni giudizio sarà sorteggiato un sostituto qualora il primo legale non dovesse accettare l'incarico. Il meccanismo del sorteggio voluto dal commissario Infurnari sostituisce gli incarichi legali individuati direttamente dal vertice dell'Ente. La scelta di utilizzare il meccanismo del sorteggio è avvenuta per garantire la massima trasparenza all'attività dell'Ente. Per i giudizi davanti al Giudice di Pace per importi di valore non superiore a 1.100 euro la difesa in giudizio potrà essere affidata ai funzionari dell'Ente individuati dal dirigente del settore Contenzioso o dei settori competenti l'oggetto della causa. (PAPI)
 

PROVINCIA
Liquidate somme ad ex assessore
E' stato assessore alla Provincia per oltre un mese durante la gestione amministrativa del presidente D'Orsi. Per Pasquale Mazza adesso l'ente ha regolarizzato la posizione attraverso il pagamento, per il periodo che va dal 15 ottobre 2012 al 30 novembre 2012, della somma complessiva di 712,57 euro per la liquidazione dei contributi assistenziali, previdenziali e assicurativi. (PAPI)
 

GIARDINO BOTANICO
La Provincia paga servizio a una ditta
E' stata pagata dalla Provincia la fattura per il servizio di rimozione di tre carcasse di cani rinvenute all'interno del Giardino Botanico. E' stato necessario provvedere con urgenza alla rimozione delle stesse seguendo le procedure previste dalle vigenti disposizioni di legge in materia di igiene e salute. Il costo complessivo dell'intervento di rimozione e smaltimento ammonta a 459 euro (153 euro a carcassa) più Iva al 10% per una spesa complessiva di 504,90 euro. (PAPI)
 

POLO UNIVERSITARIO Il seminario di lunedì, servirà ad illustrare i nuovi progetti
Migranti, corso formativo sul loro ritorno volontario
«La misura del ritorno volontario assistito nel contesto delle politiche migratorie», è il titolo della sessione formativa in programma lunedì prossimo al Consorzio universitario di Agrigento.
L'iniziativa, in un momento in cui le tematiche della migrazione è di grande attualità, è stata promossa dal Progetto Rete RIRVA — Rete Italiana per il Ritorno Volontario Assistito, dall'Ordine degli Assistenti Sociali della Sicilia e dal Consorzio Sol,co.
« La finalità - spiega Carla Olivieri - è quella di presentare la misura del Ritorno Volontario Assistito, quale una delle possibili opzioni a disposizione dei migranti per la gestione del percorso migratorio e formare gli operatori dei servizi di contatto con i migranti per l'informazione e la consulenza all'accesso di coloro che sono interessati ad utilizzarla. L'incontro sarà l'occasione per informare sull'evoluzione della Rete RIRVA, le caratteristiche dei progetti attivi per la realizzazione dei percorsi di Ritorno, le procedure di segnalazione dei casi nelle more della piena applicazione di quanto previsto nelle linee guida di settore, che prevedono un ruolo attivo nelle procedure di segnalazione dei casi di Prefetture e Questure».
Questo specifico incontro di una giornata intera, con la presenza della Presidente dell'Ordine Nazionale degli Assistenti Sociali e la realizzazione di una tavola rotonda nel pomeriggio con Assistenti Sociali, dirigenti dell'Ordine regionale ed impegnati nella formazione dei colleghi, sarà anche l'occasione per identificare le linee guida di attuazione della "Guida per operatori sul RVA.
«Si discuterà - conclude la Olivieri - anche su come informare, orientare ed accompagnare il migrante al Ritorno Volontario Assistito" redatta dalla partnership RIRVA con l'Ordine Nazionale degli Assistenti Sociali quale strumento di supporto al lavoro quotidiano dell'operatore territoriale nel dialogo con i migranti».
La sessione formativa inizierà alle 9,30 dei 27 febbraio per concludersi intorno alle 19.
(AMM)
 

SAGRA E FESTIVAL DEL FOLCLORE CAMBIANO VOLTO
QUATTRO WEEK END DI ANTEPRIMA  Zambuto: "l'idea è di farla durare un mese, giungendo ad una sagra del folclore che davvero annuncia la primavera".
Concetta Rizzo
Un festival regionale del folclore, con la scelta dei migliore costume, nonché musica etnica e jazz. Quattro week end di eventi—da svolgersi a febbraio - per prepararsi alla sagra del mandorlo in fiore all'inizio di marzo. Ormai, nonostante gli appelli degli albergatori e gli incontri con l'amministrazione comunale, il rinvio dell'edizione 2014 della kermesse più importante della città dei Templi sembra scontato.
Oggi il sindaco Marzo Zambuto firmerà la convenzione con l'ente Parco archeologico: i soldi — circa 150 mila euro - derivano dal 30 per cento degli incassi dei biglietti d'ingresso alla Valle. I tempi per organizzare la kermesse e farla partire nelle date prestabilite e già annunciate (l'inizio era stato fissato al 31 gennaio ndr.) ci sono ancora. Forse sono un po' stretti, ma un tour de force potrebbe consentire agli uffici di rispettare la già annunciata tabella di marcia. Ma quest'anno, l'idea portante è quella di postergarla di un mesetto per fare in modo che la kermesse non venga "tradizionalmente" rovinata dalle condizioni climatiche. Un'idea buona. Un'idea che però non avrebbe dovuto scontrarsi con gli annunci anzitempo. Annunci che hanno fatto scatenare le già connaturate polemiche della sagra del mandorlo in fiore, Perché ad Agrigento non c'è sagra che non venga investita dalle polemiche, a priori o a posteriori. La diatriba di quest'anno riguarda, dunque, proprio l'aver annunciato delle date: 31 gennaio-9 febbraio, facendo mettere in moto la macchina delle prenotazioni in alberghi e B&B — dunque il turismo—salvo poi pensare ad una nuova "formula" di sagra. Una formula certamente inusuale, ma "ipotizzata per rilanciare —dice il sindaco Marco Zambuto — il comparto turistico e fare in modo che la sagra si svolta con delle condizioni climatiche favorevoli".
Effettivamente, lo scorso anno, a causa del maltempo molte esibizioni vennero spostate, perfino la suggestiva fiaccolata venne rinviata.
L'idea del 2014, "sfornata" nelle ultime ore, è cominciare l'otto febbraio - salvando in questo modo le prenotazioni "incassate" dalle strutture ricettive della città. E cominciare con un festival regionale del folclore per poi passare, nei week end successivi, ad un momento di scelta del miglior costume, ad un fine settimana di musica etnica e ad un altro di musica jazz, magari con Joe Castellano. Ad inizio marzo, poi, la formula tradizionale: festival dei bambini del mondo fino ad al festival internazionale del folclore. "L'idea - dice il sindaco - è di farla durare, dunque, un mese, giungendo
ad una sagra del folclore che davvero annuncia la primavera. Il che, naturalmente, ci permetterebbe di far tutto con calma e per bene: dalle gare peri servizi da aggiudicare alla migliore scelta ed organizzazione dei gruppi folk". Negli scorsi giorni, si paventava un rinvio della sagra per motivi finanziari: perché il Parco non era stato autorizzato all'esercizio provvisorio del bilancio. Ostacolo superato, però, poche ore dopo. Il gruppo di lavoro per la sagra, già formato a titolo gratuito e già all'opera, adesso attende di formalizzare i contatti presi coi gruppi folle trasformandoli in impegni e comunicando loro, con certezza, quando avrà inizio il tradizionale festival del folclore internazionale. Necessarie date certe da far veicolare nel mondo del turismo per far rimettere in moto la macchina delle prenotazioni. (CR)
 

Formazione, corso con spese gonfiate l'ente risarcirà la Provincia di Agrigento
Antonio Di Giovanni
AGRIGENTO
Un corso di formazione costato quasi 100 mila euro, finanziato dalla Provincia di Agrigento per dare lavoro ai giovani, con spese gonfiate e false assunzioni. Con queste accuse l'Ecoform (Ente confederale di formazione professionale) Cisal e l'allora rappresentante legale per la Sicilia Antonina Teresi, 44 anni, palermitana, erano stati condannati in primo grado dalla Corte dei conti a restituire in solido tra loro 92.278 euro. Ora la condanna è stata confermata anche in appello (là giustizia contabile non prevede il terzo grado di giudizio) che hanno respinto sia il ricorso della Teresi che quello della Cisal. La sentenza (numero 3/A/2014) è stata pronunciata dalla
Sezione giurisdizionale d'appello, presidente Salvatore Cilia, relatore Valter Del Rosario.
«Considerato che la Teresi ha agito, in qualità di legale rappresentante in Sicilia dell'Ente confederale di formazione professionale Cisal, in nome e per conto del medesimo - si legge nelle motivazioni - non è dato comprendere per quali ragioni dovrebbero tenersi distinti i profili di responsabilità amministrativa emersi a carico della Teresi da quelli ascrivibili all'ente».
Lo scandalo era esplosa nel 2002, quando l'allora dirigente del settore Formazione professionale della Provincia di Agrigento, Piero Hamel, aveva presentato una denuncia alla Procura della Repubblica per le gravi irregolarità riscontrate in un corso per «Operatori nel settore dello sviluppo organizzativo delle imprese turistiche» finalizzato all'occupazione degli allievi. Il corso era stato autorizzato alla fine del 1999 e finanziato nei due anni successivi, con il saldo di 95 milioni di lire liquidato nel febbraio del 2002 dopo l'accerta-mento dei risultati raggiunti.
Ma le indagini della Digos della questura di Agrigento accertarono che, in realtà, per provare il raggiungimento dell'obiettivo era stata creata un'associazione culturale in cui gli allievi risultavano ammessi come soci l'i settembre del 2001 e dimissionari il 30 dello stesso mese. Tra le tante anomalie contabili, poi, una spiccava su tutte: dopo che gli uffici provinciali avevano accertato un' economia di spesa di circa 20 milioni di vecchie lire, l'ente di formazione aveva presentato una fattura di pari importo per noleggio software, spesa che però non era prevista in fase di budget di previsione del progetto scaturirono diversi procedimenti penali, in cui furono coinvolti dipendenti e funzionari della Provincia. Patrizia Fatone, funzionario del settore Formazione professionale, coinvolta in altre inchieste e procedimenti aperti dalla Corte dei conti, nel 2003 patteggiò anche per fatti inerenti l'incarico di responsabile del servizio finanziario del Comune di Favara. Nel 2009 il Tribunale di Agrigento ha assolto Piero Hamel con la formula «perché i fatti non costituiscono reato». Nel 2005 la Procura chiese il rinvio a giudizio di Morreale e altri 15 per truffa in concorso. Tra loro anche Antonina Teresi.
Nel 2009 il Tribunale di Agrigento la riconobbe responsabile dei reati di truffa e falso e la condannò a risarcire il danno (da liquidarsi in separata sede civile) subito dalla Provincia di Agrigento, costituitasi parte civile. Nel 2011 la Corte d'Appello di Palermo dichiarò prescritti i reati. Sentenza poi confermata anche dalla Corte di Cassazione nel 2012. (ANDI)
 

L'INTERVISTA. L'unico siciliano nella segreteria di Renzi indica la linea in vista del congresso regionale del Pd: «Ognuno deve avere un compito, mai più servizi inefficienti»
Faraone: «Ma ora i precari devono lavorare sul serio»
Riorganizzazione del precariato, taglio ai Costi della politica, riforma dell'amministrazione e anche una nuova legge elettorale: c'è tutto questo nel patto di governo che il Pd ha lanciato in Sicilia in vista del congresso del 16 febbraio. Un'iniziativa che Davide Faraone, unico siciliano nella segreteria di Renzi, illustra partendo da un presupposto: «Qui finora non c'è stata una vera differenza fra destra e sinistra rispetto all'uso delle risorse pubbliche e alle misure economiche. Chiunque abbia governato si è mostrato statalista. I libera- li non ci sono stati e si è andati avanti fra forzitalioti e comunisti combattenti. Bisogna scardinare questo sistema partendo da ciò che serve e dal migliore utilizzo di ciò che abbiamo.
* Come riorganizzereste il mondo del precariato?
«Non dovremo avere mai più musei chiusi, uffici bloccati, rifiuti non raccolti e aree verdi non curate. Lsu, forestali, Gesip, Pip: tutti avranno il loro compito produttivo, assegnato in base a necessità e competenze. Possiamo garantire il lavoro, non la finzione del lavoro. Chi non ci sta, non verrà riconfermato. Su questo dobbiamo fare un vero patto coni sindacati».
* Ci sarà un jobs act siciliano?
«Dobbiamo dire basta agli inutili cantieri scuola. Serve un piano per l'occupazione che utilizzi al meglio i fondi europei. Costruiamo un'alleanza con le università per l'innovazione dei nostri sistemi economici, gestionali e promozionali del patrimonio ambientale e culturale. Diamo sostegno allo start up dei giovani artigiani e delle imprese. Creiamo in ogni città spazi "work and go",cioè caserme dismesse o beni confiscati da dare per tre anni a giovani imprenditori con costi di gestione ridotti e ad affitto zero».
* Che tempi prevede per un piano tanto vasto?
«Alcune cose si possono fare subito e a costo zero, altre in quattro anni sfruttando i fondi europei».
e.. Crocetta accusa il Pd di non voler  riformare la formazione. Avete un piano?
«Occorre eliminare le clientele creando un percorso sussidiario fra scuole statali tecnico-professionali ed enti di formazione. I fondi europei vengano destinati alle scuole statali che diventa-no anche sede di formazione: risparmieremo spese di gestione e affitti.
L'obiettivo è puntare su corsi nuovi collegando welfare, aziende e formazione professionale. Puntare sul merito. Ti accredito e ti finanzio se coloro che formi  trovano effettivamente lavoro
alla formazione ricevuta, non perché sei amico di un assessore o di funzionari
Cosa proponete per ridurre i costi della politica?
«Li abbatteremo sganciando l'Ars dal collegamento retributivo col Senato e riportando la spesa sotto la media nazionale. Alla Regione elimineremo la figura del dirigente a tempo indeterminato: servono contratti a termine basati su risultati oggettivamente valutabili. Siamo pronti a una legge quadro anticorruzione nella pubblica amministrazione e a una riforma scolastica>.
E un programma che pensate di realizzare con Crocetta?
«È un programma di governo e per questo governo. La vera rivoluzione si fa partendo da queste cose, altrimenti è meglio tornare a votare. E a questo proposito aggiungo che, sfruttando ciò di
cui discutiamo a Roma, sarebbe opportuno cambiare anche la legge elettorale siciliana. È nata quando c'erano solo due partiti e per questo ora non assicura la governabilità. Dobbiamo pensare
a un correttivo che garantisca una maggioranza, magari anche al secondo turno. Solo così si sottrarrà il presidente ai mercenari della politica.
GIA.PI.
 

LA SICILIA
 

Dimensionamento scolastico, vertice per fronte comune contro i tagli
Il rischio è che alcuni istituti scolastici della provincia debbano chiudere. Il piano di dimensionamento delle strutture della pubblica istruzione nella nostra provincia, infatti, prevede una serie di tagli che preoccupano non solo gli insegnanti che si ritroverebbero nella condizione di perdenti cattedra e quindi dovrebbero cambiare sede, ma anche le famiglie di migliaia di giovani i quali per vedersi garantito il diritto allo studio dovrebbero raggiungere altre sedi dove i corsi di studio da loro prescelti verrebbero mantenuti. Insomma si profilerebbe un pendolarismo che non piace a nessuno.
Se n'è parlato ieri mattina nei locali del Centro Servizi Amministrativi alla presenza del Provveditore agli studi Raffaele Zarbo, del commissario straordinario alla Provincia Benito Infurnari, del sindaco di Agrigento Marco Zambuto, di quello di Bivona on. Giovanni Panepinto e dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali.
«Abbiamo preso in esame le proposte che vengono dal ministero ed abbiamo convenuto tutti - ha detto alla fine il sindaco Marco Zambuto - che per la conformazione della nostra provincia, per il numero di studenti e per i grandissimi disagi cui questo ultimi andrebbero incontro, non è possibile chiudere alcunché. Il diritto allo studio va salvaguardato ed è una delle funzioni primarie dello Stato, per cui abbiamo concordato tutti sulla necessità di mantenere inalterato il numero degli istituti scolastici presenti sul territorio della nostra provincia ed in particolare quelli del capoluogo i quali, devo dire, non rischiano nulla».
Ma a quali conclusioni si è giunti al termine della riunione? «E' una battaglia tutta da combattere in sede regionale con l'assessorato alla Pubblica istruzione ed anche con il ministero competente. Ci siamo ritrovati tutti d'accordo sulla necessiti di avviare una battaglia comune per salvaguardia di questi istituti e per garantire ai giovani di tutta la provincia di studiare nelle proprie sedi odi poterlo fare senza bisogno di effettuare grossi spostamenti. Faremo di tutto per centrare questo obbiettivo e sono fiducioso che potremo riuscirci, L'importante è fare gioco di squadra e porre in essere gli opportuni interventi, ciascuno per il proprio ruolo e nelle proprie funzioni, nelle sedi giuste)).
SALVATORE FUCA
 

LiveSicilia
 

"Sanità, presto i nuovi manager
Province, subito la riforma"
Monito del governatore al Pd e agli altri alleati della maggioranza: "Bisogna portare subito in aula il ddl sui liberi consorzi". Sui futuri direttori generali di Asp e ospedali: "Sceglieremo figure innovative e competenti. La nomina avverrà sulla base di criteri certi".
PALERMO - Per conoscere i nomi dei nuovi manager della Sanità bisognerà attendere ancora una settimana. Il presidente della Regione, Rosario Crocetta e l'assessore alla Salute, Lucia Borsellino fanno sapere infatti con una nota che "intendono affrontare urgentemente la riorganizzazione della sanità siciliana, come priorità del governo, con particolare riferimento alla nomina dei manager e alla nuova rete ospedaliera territoriale che configurerà il nuovo piano sanitario. Per i manager - prosegue il comunicato - il governo intende muoversi all'interno del rinnovamento e della trasparenza privilegiando figure innovative e competenti. La nomina avverrà sulla base di criteri certi, che privilegino l'esperienza professionale e la capacità di innovazione. Tali criteri verranno illustrati nel giro di una settimana alla commissione sanità all'Ars e all'opinione pubblica, attraverso la stampa. Subito dopo si procederà alle nomine".
A proposito della rete ospedaliera e territoriale, il governatore e l'assessore spiegano: "Il precedente assetto è stato ritirato, poiché ritenuto non pienamente rispondente con le strategie di questo governo, che intende riorganizzare i servizi sanitari in Sicilia, non attraverso la logica dei tagli indiscriminati dei servizi stessi, ma attraverso una lotta serrata e dura agli sprechi come si sta sperimentando efficacemente in diverse Aziende Sanitarie siciliane che stanno risparmiando decine di milioni rafforzando i servizi e rivedendo gare costosissime".
"Il nostro obiettivo - affermano Crocetta e Borsellino - è quello di migliorare la sanità siciliana, attraverso meccanismi che tengano conto delle vocazioni territoriali e dei bisogni dei cittadini. Particolare attenzione verrà data ai punti nascita per i quali sono stati determinati in questi anni tagli che non hanno tenuto in debita considerazione la condizione dei territori con evidenti difficoltà di accesso e spesso disagiati, senza assicurare alla popolazione un rispetto degli standard di sicurezza. Il governo intende fare presto e vuole sottoporre nel più breve tempo possibile un nuovo piano di riorganizzazione che, prima di tutto, metta al centro la persona e i suoi bisogni e che raggiunga nuove economie eliminando sprechi e corruzione, migliorando i servizi.
Ma oltre a quello della Sanità, l'altro "nodo da sciogliere" riguarda le Province. A questo proposito, in vista dell'incontro che avverrà domani con il gruppo del Partito Democratico all'Ars e mercoledì con la coalizione, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha annunciato l'intenzione di porre come esigenza prioritaria quella di "portare immediatamente in aula" il ddl elaborato dalla commissione affari istituzionali sui liberi consorzi e già emendato dal governo. Per il governatore l'introduzione dei liberi consorzi dei comuni rappresenta "una priorità non rinviabile".
 "La Sicilia deve diventare una Regione modello - recita una nota di Palazzo d'Orleans -, eliminando sprechi e strutture inutili senza cedere a campanilismi, attuando così lo Statuto siciliano. La Regione Siciliana - aggiunge il governatore - è sulla buona strada, sta tagliando sprechi e attuando riforme attraverso il lavoro congiunto del Governo e del Parlamento. Interrompere tale lavoro significherebbe non cogliere l'attuale fase della storia che ci chiede un profondo cambiamento. Sono convinto - conclude il presidente - che nella politica siciliana prevarrà quel senso di responsabilità collettivo, che chiede a tutti noi di fare solo il nostro dovere".
 

Arsea, Cerisdi, Province
Finanziaria di resurrezione
di Accursio Sabella  Dovevano essere chiusi, liquidati. Almeno stando ai proclami del governatore. Ma, approvata la Finanziaria, molti "enti inutili" sono rimasti in vita. Ecco i veri motivi.
PALERMO - Il loro destino sembrava segnato. E invece, diradatasi la polvere della Finanziaria, sono ancora lì. Vivi, vegeti. In alcuni casi, persino risorti. Erano simboli dello spreco. Enti inutili. Soldi buttati. Per il governo, insomma, andavano chiusi, aboliti, cancellati. E le buone intenzioni, ovviamente, sono state anche sbandierate ampiamente in tv nazionali e giornali locali. L'Arsea, il Cerisdi. L'Esa, le Province. E persino qualche partecipata pronta alla chiusura. No, sono ancora tutte lì.
Miracoli della manovra. Che concede un'amnistia a sorpresa a enti condannati a morte. E il salvataggio poggia sulle motivazioni più disparate. E, spesso, difficili da distinguere. Quelle reali, a volte, si nascondono dietro le spiegazioni di facciata.
È il caso dell'Arsea, appunto. Un ente che dovrebbe occuparsi delle contributi agli agricoltori. Un ente inutile, appunto. Servito solo per stanziare indennità ai direttori generali (nessuno di loro però avrebbe alla fine ricevuto quegli stipendi), pagare affitti in edifici vuoti. Il caso dell'Arsea, raccontato un paio di anni fa da Livesicilia fece il giro d'Italia. E pochi giorni dopo l'arrivo di Crocetta a Palazzo d'Orleans fu ripreso anche dalla trasmissione Rai "L'Arena", a lungo frequentata dal governatore. Che in quel periodo non nutriva alcun dubbio: "L'Arsea è uno scandalo. Va chiusa". Ma i tempi cambiano. E anche le opinioni. È bastato - stando alle stesse dichiarazioni del presidente - qualche colloquio con gli agricoltori e persino con i Forconi. In entrambi i casi sarebbe stata sottolineata l'importanza di un ente come quello.
Nonostante dalla sua creazione (il 2006) quell'ente non avesse mai funzionato. Nessuno sa, insomma, se servirà davvero. Ma è bastata una chiacchierata con agricoltori e Forconi, insomma, per convincere il governatore a decidere diversamente da quanto gli avesse chiesto tutta Sala d'Ercole. L'Aula, convinta sostenitrice - in schieramento ampio e bipartisan - dell'inutilità dell'Arsea. Al punto da avanzare un Ordine del giorno che impegnava il governo a chiuderlo. Dopo qualche settimana e qualche titubanza, addirittura l'assessore alle Risorse agricole Dario Cartabellotta fu chiamato a riferire in Parlamento dei ritardi sulla liquidazione dell'ente e sulla scelta di finanziarlo ulteriormente. La risposta, in sintesi fu: "Stiamo solo garantendo i servizi essenziali. Ma la decisione del governo non è cambiata: chiuderemo l'Arsea".
E invece, niente di fatto. L'Arsea rimane in piedi. Con uno stanziamento di 200 mila euro. "Ovviamente - ha spiegato Crocetta - non si può pensare che l'ente funzioni con quella cifra. Ma vogliamo verificare se l'Arsea è in grado di attrarre finanziamenti extraregionali con i quali, magari, pagare i dipendenti". Duecentomila euro, per partire. Poi si vedrà. Intanto l'Arsea resta in piedi. E al di là delle spiegazioni del governo, in tanti hanno pensato che il mantenimento in vita dell'Agenzia fosse legato alle trattative portate avanti dal governatore durante la Finanziaria. È noto infatti come il mantenimento dell'Arsea stesse a cuore all'Mpa-Partito dei siciliani. E in quei giorni, al presidente servivano i numeri per blindare la Finanziaria. Eccola, la resurrezione dell'ente inutile.
Che poi, in Sicilia, c'è pure qualche ente che ha, negli anni, acquisito la brillante qualifica di "carrozzone clientelare". Un su tutti: l'Ente di sviluppo agricolo. Costa parecchio: circa 30 milioni di euro l'anno. È poco efficiente. Ma non è stato sfiorato dalle forbici del governo. Nonostante le insistenti richieste provenienti dall'opposizione. "Ci abbiamo pensato - ha spiegato il governatore - ma ci siamo resi conto che rischiavamo di imbarcarci in un processo liquidatorio lungo e complesso, simile a quello ancora non concluso dell'Eas". Così, l'Esa rimane in piedi. Il caso vuole che a guidarla adesso sia Francesco Calanna, commissario voluto dal governatore, e impegnato in una febbrile attività di denuncia in Procura sulle gestione dei terreni dell'ente. Calanna, sempre per la cronaca, è stato un attivo militante del Megafono alle ultime elezioni. Direttore generale dell'Esa, invece, è Maurizio Cimino. Cugino del deputato Michele, ex berlusconiano "convertito" alla rivoluzione crocettiana.
Ma il vero miracolo è quello che nessuno s'aspetta. Ma nel quale tanti speravano e sperano ancora. Le Province infatti sarebbero già state cancellate dalla legge. Ma il condizionale è d'obbligo. Perché oltre al ritardo sull'approvazione della norma che dovrà decidere, una volta sciolte, cosa fare dell'Ente, ecco che in Finanziaria spunta un articolo che inizialmente prevede un finanziamento di 10 milioni. Ai quali, in Aula, se ne aggiungeranno altri dieci. "Questo dimostra - ha commentato ad esempio Nello Musumeci durante i lavori della Finanziaria - che quell'ente è utile, necessario". E dopo lo stop sancito dall'Aula alla proroga dei commissari adesso il tempo stringe. E il clima non è buono. L'Udc, attraverso il segretario regionale Pistorio ha avvisato: "O le Province si cancellano del tutto, o si lascia tutto com'è". Cioè, le Province potrebbero risorgere.
Altro simbolo dello spreco, secondo l'attuale governo, è invece il Cerisdi. Sulla cancellazione dell'ente dai finanziamenti regionali si è innescata una polemica furiosa. Ma anche in quel caso, il presidente della Regione era stato apparentemente netto. Categorico. "Il Cerisdi - dichiarò Crocetta - è uno dei classici enti mangiasoldi che volevo mettere in liquidazione con la finanziaria scorsa e che l'aula ha salvato con una serie di emendamenti finanziari a favore. Doveva fare alta ricerca, con un castello bellissimo donato in comodato d'uso dalla Regione e invece ha organizzato splendide cerimonie nuziali in una cornice di grande suggestione. Per carità nessuno scandalo, più gente si sposa meglio è, cresce la popolazione siciliana, ma non si capisce perchè noi dobbiamo dare soldi per tale finalità. Valuteremo se esistono le condizioni per il commissariamento e avviare la liquidazione, in modo da restituire il castello alla pubblica fruizione".
E dopo le dimissioni dell'allora presidente Adelfio Elio Cardinale, Crocetta rispose con sarcasmo: "Si è dimesso? Alleluia alleluia". Ma anche in questo caso, i propositi del governo sono rimasti sulla carta. Al Cerisdi, stando all'articolo 18 della Finanziaria, andranno 400 mila euro per il solo 2014. Ma anche in questo caso, la giustificazione del presidente è pronta: "Il Cerisdi lo avrei chiuso subito. Ma gode di un ampio consenso in parlamento". Insomma, la colpa è dei soliti deputati scialacquoni. Come se una maggioranza non ci fosse. Come se l'annuncio del governatore contasse nulla.
E intanto, ecco la "epocale" riforma delle società partecipate. Una riforma che - anche a detta degli stessi esponenti del governo - non porterà i risparmi indicati dal governatore, poche ore dopo il proprio insediamenti, in cifre a nove zeri: "Chiuderemo le partecipate e risparmieremo un miliardo di euro". Poi, in realtà, nei progetti del governo i tagli avrebbero dovuto salvare pima due, poi, cinque, poi sei partecipate. Fino alle nove giunte infine a Sala d'Ercole. Tutte le altre saranno chiuse. Ma anche in quelle ore, ecco altre resurrezioni. Il Mercato agroalimentare, caro a larghe fette di centrodestra catanese, è rimasto in vita. "Si tratta di una società troppo 'peculiare' per essere fusa con altre". E lo stesso vale per Sicilia e-Servizi, dove Crocetta ha inviato anche un liquidatore di peso come Antonio Ingroia. Ma la società non verrà più liquidata. E l'ex pm può già prepararsi al cambio di veste: da commissario a presidente.
E giusto per restare in temi di proclami, qualcuno è convinto di avere visto, in giro per la Finanziaria, persino la Tabella H. Quella che il governatore "avrebbe abolito". Dimenticando, in realtà, che a cancellarla è stata un'impugnativa del Commissario dello Stato. E scordandosi anche di cercarla tra i vari articoli della Finanziaria. Dove adesso i pezzi della famigerata Tabella sono soltanto "sparpagliati". E quindi, in qualche modo, risorti anche quelli.
 

Sicilia24h
 

Riforma Province, corsa contro il termpo, intervento Crocetta
Riforma Province e costituzione dei Liberi consorzi tra i Comuni : è corsa contro il tempo, verso il termine di scadenza del tempo a disposizione, a metà febbraio. Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, annuncia : " nell'incontro che avverrà domani con il gruppo del Partito Democratico all'Ars e mercoledì con la coalizione, ho intenzione di porre come esigenza prioritaria quella di portare immediatamente in aula il Disegno di legge elaborato dalla commissione affari istituzionali sui liberi consorzi e già emendato dal governo. La Sicilia deve diventare una Regione modello, eliminando sprechi e strutture inutili senza cedere a campanilismi, attuando così lo Statuto siciliano. La Regione Siciliana è sulla buona strada, sta tagliando sprechi e attuando riforme attraverso il lavoro congiunto del Governo e del Parlamento. Interrompere tale lavoro significherebbe non cogliere l'attuale fase della storia che ci chiede un profondo cambiamento. Sono convinto che nella politica siciliana prevarrà quel senso di responsabilità collettivo, che chiede a tutti noi di fare solo il nostro dovere".
 

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