18 gennaio - sabato
LA SICILIA
PALMA DI MONTECHIARO
«Provincia ed Esa migliorino la viabilità»
PALMA DI MONTECHIARO. Alla Provincia regionale e nella sede dell'Esa, il sindaco Pasquale Amato e l'assessore alla Polizia urbana Daniele Balistreri hanno sollevato la necessità di migliorare e rendere efficiente il sistema stradale e viario del territorio palmese, attualmente in precarie condizioni per la carenza di interventi manutentivi, Interventi ormai non più differibili, a tutela della pubblica incolumità.
All'Ufficio tecnico dell'ente provinciale, Amato e Balistreri hanno incontrato i tecnici che sovrintendono agli interventi di manutenzione delle strade di competenza della Provincia. In particolare il sindaco e il suo delegato alla Polizia urbana, hanno segnalato e chìesto immediati provvedimenti per migliorare la viabilità della strada provinciale Palma- Marina. Arteria questa il cui traffico veicolare è intenso non solo nella stagione estiva e che presenta nel manto stradale e nelle relative cunette, intasate di fango, una condizione quasi disastrosa, tanto da costituire un consistente pericolo per i tanti mezzi che la percorrono e per le abitazioni sorte lungo il tratto viario che rischiano, a causa dell'intasamento delle caditoie, di essere invase dai detriti.
Il sindaco Amato e l'assessore Balistreri hanno inoltre chiesto ai tecnici della Provincia di provvedere a fare rendere ancor più rotabile la strada provinciale Ragusetta-Galla che si collega con la ss 410 che conduce a Palma e a Camastra. Nella sede dell'Esa, invece, è stato chiesto un immediato provvedimento per la pulizia delle caditoie delle strade rurali che conducono nelle località di Tomazzo, Santa Domenica, Ciotta e Goffe, Caditoie anch'esse intasate dal fango e il cui possibile riversamento potrebbe causare danni ai poderi limitrofi.
Per la viabilità locale, di competenza del Comune, al termine della loro ricognizione Amato e Balistreri non hanno tralasciato di compiere un sopralluogo nelle arterie che sono bisognevoli di particolari interventi migliorativi.
E in particolare sono state accertate le condizioni del manto della strada che dal bivio di Tomazzo conduce a Marina di Palma, quella che collega la contrada di Santa Domenica con la ss 115 e con la strada comunale ed infine il nodo viario che da Capreria giunge sino ai piedi del Castello di Montechiaro.
Strada questa percorsa ogni giorno da decine di residenti e da diversi turisti in visita al trecentesco maniero chiara- montano, dove si conserva la statua della Madonna di Montechiaro. Una mappa di problematiche davvero assortita, per le quali urgono immediati interventi risolutivi.
L'ISTAT li ha censiti fino al 31 dicembre del 2011. In prevalenza le donne: 4.890. Gli uomini sono 4.314
In provincia 9.204 stranieri
Al 31 dicembre del 2011 gli stranieri presenti ufficialmente in provincia di Agrigento erano 9.204, di cui 4.314 di sesso maschile e 4.890 erano femmine. Lo si evince dai dati disponibili nel sito internet dell'Istat che "fotografano" la situazione esistente fino a due anni addietro. Di questi stranieri, 5.468 (2.193 maschi e 3.275 femmine) erano provenienti dai paesi europei; in modo particolare 5.208 da paesi dell'Unione Europea (2.101 maschi e 3.107 femmine), 247 (88 morti e 159 femmine) da paesi dell'Europa centro orientale e 13 (4+9) da altri paesi europei.
Altri 2.214 stranieri (1.258 maschi e 956 femmine) risultano poi provenienti dall'Africa settentrionale, 411 (324 uomini e 87 donne) da quella occidentale, 170(106 uomini e 64 femmine) da quella orientale e 13 (3+10) dall'Africa centro-meridionale. Ancora, 36(12 uomini e 24 donne) dall'America settentrionale, 157 (30 di sesso maschile e 127 di sesso femminile) da quella centromeridionale, 20(9+11) dall'Asia occidentale, 121 (83 maschi e 38 femmine) dall'Asia centromerdionale, singolare il dato degli stranieri provenienti dall'Asia orientale, in prevalenza la Cina: 590 in totale, esattamente suddivisi a metà: 295 maschi e 295 femmine, Infine l'oceania: 4 persone di cui un uomo e tre donne.
Venendo al capoluogo, gli stranieri, sempre al 31 dicembre 2011, erano 1.624 di cui 840 uomini e 784 donne, La "colonia" più numerosa è quella degli africani: sono 1.018 di cui 613 uomini e 405 donne. Poi ci sono gli europei che sono 381 (110 maschi e 271 femmine) e gli asiatici che sono 200 (111 maschi e 89 di sesso femminile). Gli americani sono 22(5 uomini e 17 donne). Infine ad Agrigento abitano tre delle quattro persone provenienti dall'Oceania. La quarta, una donna, risiede a Cattolica Eraclea.
La presenza più corposa di stranieri, dopo Agrigento, in provincia si registra a Canicattì dove sono 1.405 (669 maschi e 736 femmine), per la quasi totalità europei ed in gran parte rumeni. Sono
1.175 di cui 545 maschi e 630 femmine.
Numerosi i forestieri anche a Licata dove ci sono 514 maschi e 499 femmine, per un totale di 1.013 persone. La "colonia" più numerosa era anche qui quella degli europei con 467 (187 uomini e 280 donne), ma non ci scherzano nemmeno gli africani che erano 425 (269 maschi e 156 femmine). Gli asiatici erano 104 (55 maschi e 49 femmine). Nutrita rappresentanza europea anche a Ravanusa con 314 (138 uomini e 176 donne) ed a Campobello di Licata con 333 (155 maschi e 178 femmine). Abbastanza modeste invece, tra i centri della provincia più grossi, le presenze a Sciacca, Prevalevano gli africani con 162 (103 maschi e 59 femmine) e gli europei con 23 presenti (4 uomini e 19 donne).
SALVATORE FUCÀ
REGIONE, APPROVATA LA F ANZARA 5 RACCEFDE LA POLEMCA
Dopo lo scandalo delle spese pazze
Crocetta tira il freno sul rimpasto
LILLO MICELI
PALERMO. Il tormentone del rimpasto di giunta torna ad occupare il dibattito politico regionale. Un confronto che ha rischiato nei mesi scorsi una clamorosa rottura tra il presidente della Regione Rosario Crocetta e il Pd: pericolo evitato con la reciproca promessa di affrontare il tema subito dopo l'approvazione del bilancio e della finanziaria. Però la pioggia di avvisi di garanzia che ha raggiunto diversi deputati regionali in carica, anche della maggioranza, ha indotto Crocetta a tirare il freno a mano, «Ritengo che il rimpasto non possa essere fatto - ha ribadito anche ieri - non perché credo le persone colpevoli, ma perché sono convinto che debba essere rispettata l'inchiesta della magistratura». Poi, ha chiamato in causa il segretario nazionale dei Pd: «Sia Renzi a decidere se in Sicilia dobbiamo ricomporre la giunta, nominando assessori persone colpiti da avvisi di garanzia; questa è una responsabilità politica tutta del Partito democratico. Non capisco perché, come presidente della Regione, debba essere costretto a scegliere gli assessori che mi indica il partito, ed è la questione politica più importante; e perché, all'interno di questa scelta, io non possa porre delle condizioni di salvaguardia; è una questione di principio che è sempre stata a cuore del Pd e non capisco perché nel caso della Sicilia non si debba applicare).
Le barricate alzate dal presidente della Regione sul rimpasto, rischiano di riacutizzare lo scontro con il Pd. «Se Crocetta è ancora convinto di avere la più bella giunta del mondo - ha detto il segretario regionale Pd Giuseppe Lupo - se la tenga. Per noi, alla luce dei fatti, resta inadeguata. Se non fosse stato per il Pd, la finanziaria sarebbe affondata». Lupo, che condivide la proposta di riforma delle Province di Cracolici (9 Liberi consorzi di comuni e tre Città metropolitane) ha convocato per martedì prossimo il gruppo parlamentare all'Ars per affrontare con Crocetta e il capogruppo Baldo Gucciardi la questione rimpasto. Mercoledì, invece, si riunirà
la direzione regionale del Pd che si occuperà del regolamento congressuale per l'elezione del segretario regionale. Le primarie sono state fissate per il 16 febbraio. Lupo si ricandiderà? «Non ho ancora deciso, credo vada fatto lo sforzo per trovare una candidatura unitaria», Il confronto all'interno del gruppo parlamentare del Pd a cui dovrebbe partecipare anche Crocetta, sarà utile anche per accelerare l'iter del disegno di legge per l'istituzione dei Liberi consorzi di comuni. Il governo ha emendato il testo di Cracolici, prevedendo la possibilità di istituire consorzi con un minimo di 150mila abitanti ed un massimo di 500mila, oltre le città metropolitane di Palermo, Catania e Messina.
«Avverto un clima difficile nei rapporti tra presidente della Regione, l'Ars e maggioranza parlamentare - ha sottolineato il segretario regionale Udc Pistorio - che in qualche modo ha consentito il varo di una finanziaria difficile e controversa. Le dichiarazioni di Crocetta, forse intempestive, un pò troppo nel solco dell'antipolitica, che non hanno distinto le diverse responsabilità, non hanno aiutato. Vi sono posizioni soggettive molto diverse, mi auguro che la magistratura accerti velocemente le responsabilità di ognuno». Sul rimpasto, nell'Udc, c'è parecchia freddezza. «Non l'abbiamo chiesto noi - ha rivelato il ministro D'Alia - è stato Crocetta a dire che intendeva cambiare qualche assessore». Per Pistorio «è necessario ritrovare la compattezza per mettere in campo misure per il rilancio dello sviluppo e dell'occupazione, come chiede la Cisl)), Proprio ieri, a Palermo, si è riunito l'esecutivo regionale Cisl, che ha definito debole e priva di strategia l'azione del governo regionale. «La legge di stabilità è priva di interventi strutturali - ha detto il segretario regionale Maurizio Bernava - sia sul fronte del risanamento del debito, sia su quello della ristrutturazione della spesa e dei risparmi permanenti. Manca di elementi che possano, strutturalmente, dare respiro all'economia, attrarre investimenti, promuovere innovazione, favorire la crescita, assicurare giustizia sociale».
AVVICEDAMENTO AL VERTICE DELL'AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE
Rimosso Salvatore Messina Al suo posto Giuseppe Termine
La Regione ha rimosso Salvatore Messina da commissario dell'Azienda sanitaria provinciale di Agrigento. Al suo posto ha designato l'attuale commissario straordinario all'Asp di Enna, Giuseppe Termine, 63 anni, originario di Cattolica Eraclea e fratello dell'attuale sindaco Pd Nicolò Termine.
Un passato da primario di chirurgia presso l'ospedale Cervello di Palermo, ha operato anche a Petralia Sottana. Il nuovo commissario straordinario dell'Asp agrigentina è nato il 18 agosto 1949 a Cattolica Eradea, è laureato in medicina e chirurgia. Ha diretto l'Unità operativa complessa di chirurgia generale del presidio ospedaliero Cervello di Palermo. Il 30 maggio dell'anno scorso Giuseppe Termine fu 11 principale protagonista di un evento scientifico di straordinaria rilevanza che si è tenuto presso l'ospedale Umberto I di Enna. Nell'ambito dello stage teorico pratico sull'uso dei 'devices' nella chirurgia della tiroide, sono stati realizzati due interventi chirurgici di Tiroidectomia. Interventi guidati e assistiti in diretta con collegamento interattivo con la sala conferenze del presidio dove chirurghi, medici di famiglia, specialisti territoriali e operatori sanitari hanno potuto seguire le immagini in tempo reale delle due operazioni. Termine è stato nominato ad interim in attesa della nomina dei nuovi direttori generali che dovrebbe essere ufficializzata nel corso della prossima settimana. Va via, dunque, Salvatore Messina, nato a Piazza Armerina 61 anni fa, laureato in giurisprudenza, arrivato all'Asp di Agrigento nel settembre del 2011, su disposizione dell'ex Governatore Lombardo, per ripianare i bilanci, dopo la rimozione dall'incarico di Salvatore Oliveri, accusato di avere sforato il budget. 1113 luglio 2012 per lui era arrivata la promozione a manager. La decisione di rimuoverlo segue le polemiche avvenute tra le fine dell'anno scorso e l'inizio del 2014, riguardante il guasto della Tac all'ospedale San Giovanni di Dio, fuori uso per oltre quindici giorni.
A.RAV.
GIORNALE DI SICILIA
CAMERA DI COMMERCIO Iscrizioni fino al 14 febbraio
Imprese e ambiente, si premiano le migliori
«Premio Impresa Ambiente», promosso dalla Commissione Europea e che nelle edizioni precedenti, ha portato alla ribalta grandi e piccole aziende, con progetti e prodotti che hanno contribuito concretamente a migliorare l'impatto economico, sociale e ambientale in Italia. Questa settima edizione, le cui iscrizioni scadono il 14 febbraio, è organizzata dalla Camera di Commercio di Roma e dalla sua Azienda speciale Asset Camera, in collaborazione con Unioncamere e con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Il premio si divide in quattro categorie, quello della migliore gestione il miglior prodotto, il miglior processo tecnologico e la migliore cooperazione internazionale. E inoltre previsto un «Premio speciale giovane imprenditore», riservato a titolari o dirigenti d'impresa under 40, già in gara per una delle quattro categorie, che si siano distinti per spiccate capacità imprenditoriali, innovazione ed
attività di ricerca nell'ambito dello sviluppo ecosostenibile.
Possono partecipare al Premio Impresa Ambiente, le imprese regolarmente iscritte alla Camera di Commercio di appartenenza. Le modalità d'iscrizione per la presentazione delle candidature sono riportate nel bando per una o più delle quattro categorie. I e imprese vincitrici verranno premiate nel corso della cerimonia che si terrà a Roma a marzo e saranno ammesse di diritti) all'European Business Awards for the Environment, rappresentando le eccellenze italiane. Il bando, le scadenze, le modalità di candidatura e ulteriori dettagli sul Premio sono disponibili sul sito www. premioimpresambiente.it La segreteria organizzativa del Premio Impresa Ambiente è curata da Asset Camera, Azienda speciale della Camera di Commercio di Roma, Via Capitan Bavastro 116,00154 Roma, e-mail: info@ premioimpresambiente.it.
(AMM)
Formazione, lunedì mattina un sitin in prefettura
Nuova iniziativa degli operatori della formazione professionale dell'agrigentino che hanno organizzato per lunedì mattina, un sit in piazzale Aldo Moro. L'iniziativa è della Cisl e della Cisl Scuola i cui rappresentanti chiederanno anche un incontro al prefetto Nicola Diomede per chiedere un intervento urgente per la soluzione della vertenza ed evitare eventuali problemi di ordine pubblico. «La scadenza dei contratti degli operatori degli sportelli multifunzionali - scrivono i sindacalisti - è imminente e non si intravedono soluzioni a breve, li presidente Crocetta deve farsi carico anche dell' emergenza sociale della formazione professionale. L'approssimazione e l'improvvisazione con cui è stato governato il passaggio dal vecchio al nuovo sistema ha determinato le attuali condizioni di sfascio».
I 2 scali siciliani dichiarati strategici, altri 26 sono di interesse nazionale. Saranno potenziati trasporti e infrastrutture
Aeroporti, Palermo e Catania sono fra i «Top 11»
ROMA
Undici aeroporti strategici (tra cui Fiumicino, Malpensa, Venezia e due in Sicilia, Palermo e Catania) e ulteriori 26 scali di interesse nazionale. È quanto prevede il Piano nazionale degli aeroporti, in base all'informati- va presentata ieri in consiglio dei ministri dal titolare dei Trasporti Maurizio Lupi.
Il Piano divide il Paese in 10 dieci bacini di traffico omogeneo, ciascuno con un aeroporto strategico, con distanza massima di 2 ore di percorso in auto dallo scalo strategico. Fa eccezione solo il bacino Centro-Nord, per il quale sono stati individuati due aeroporti strategici, Bologna e Pisa-Firenze, «in considerazione delle caratteristiche morfologiche del territorio - si legge nel Piano - e della dimensione degli scali e a condizione che si realizzi la piena integrazione societaria e industriale tra gli scali di Pisa e Firenze».
I bacini sono Nord-Ovest, Nord-Est, Centro-Nord, Centro Italia, Campania, Mediterraneo/Adriatico, Calabria, Sicilia orientale, Sicilia occidentale e Sardegna.
I relativi scali strategici sono: Milano Malpensa, Venezia, Bologna e Pisa-Firenze, Roma Fiumicino, Napoli, Bari, Lamezia, Catania, Palermo e Cagliari. Tutti gli altri aeroporti presenti in ciascun bacino, spiega il Piano, possono essere considerati di interesse nazionale, purché si realizzino due condizioni: «Che l'aeroporto sia in grado di esercitare un ruolo ben definito
nel bacino, con una sostanziale specializzazione dello scalo»; »che sia in grado di dimostrare il raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario, anche a tendere, purché in un arco temporale ragionevole».
Entrambe le condizioni andranno verificate sulla base del Piano industriale (la seconda anche sulla base del Piano economico-finanziario) e la verifica periodica sarà effettuata dal Ministero in collaborazione con l'Enac.
Oltre all'individuazione degli scali di interesse strategico e nazionale, il Piano prevede anche altre misure: strategie di potenziamento delle infrastrutture aeroportuali e dell'accessibilità ed intermodalità; misure di razionalizzazione dei costi dei servizi aeroportuali; indica la necessità di costituire una rete per il trasporto merci basata su asset strategici; la creazione di un nuovo assetto di aviazione generale; l'aggiornamento periodico del Piano, ogni tre anni.
Sicilia24h
Oltre duecento avvisi di offerte di lavoro da parte di aziende pubbliche e private disponibili presso lo sportello URP della Provincia di Agrigento
Il servizio di informa giovani gestito dal personale del Ciapi .
Oltre duecento offerte di lavoro da parte di aziende pubbliche e private, suddivise per tipologia professionale e profili sono disponibili presso lo sportello dell'Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia Regionale di Agrigento.
La raccolta delle offerte di lavoro è stata curata dal personale del CIAPI con il quale la Provincia ha recentemente stipulato una convenzione senza oneri finanziari per l'Ente Provincia, che prevede l'utilizzo di alcune unità dell'Ente di formazione presso gli Uffici della Provincia Regionale con il compito specifico di fornire informazioni e servizio di orientamento.
Il personale del CIAPI, in forza all'Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia, è in possesso di una particolare e pluriennale esperienza maturata nel campo dell'orientamento professionale, che in questo modo "arricchisce" la vasta gamma di offerte informative erogate dagli sportelli URP della Provincia.
19 gennaio - domenica
LA SICILIA
MOVIMENTO CINQUE STELLE
Reddito di cittadinanza ed equità sociale
g. s.) Si è svolto nella giornata di ieri, presso l'aula Giglia della Provincia regionale di Agrigento, il convegno ((Reddito di cittadinanza: dall'equità sociale alla riforma del lavoro)), promosso dal Movimento Cinque Stelle di Agrigento Meetup Agrigento a 5 stelle , Presenti, la senatrice Cinque stelle Nunzia Catalfo, prima firmataria del disegno di legge sul reddito di cittadinanza e i deputati regionali Matteo Mangiacavallo e Salvatore Siragusa. L'incontro (nella foto), servito a spiegare ai cittadini e ai simpatizzanti del movimento in cosa consiste la proposta avanzata dal Movimento e che prevede, in sostanza, un sostegno anche in forma integrativa per consentire alle fasce più deboli di arrivare alla soglia di 600 euro al mese. Una proposta, hanno detto gli organizzatori, che maggiormente va sostenuta in territori come quello agrigentino, dove più forte che altrove è stato il colpo di «maglio» della crisi.
Sagra, i soldi sono pronti
I fondi dell'Ente Parco disponibili già da giovedì scorso. Lunedì si potrebbe firmare la convenzione
La Sagra del Mandorlo in fiore a febbraio può ancora essere svolta e forse è stata «condannata a morte" con troppa leggerezza. Come si saprà, a metà della scorsa settimana il sindaco Zambuto e l'assessore al Turismo Lo Presti decisero e annunciarono che la kermesse sarebbe dovuta essere rinviata a marzo (si parlava già del periodo dai 2 al 16marzo).
Motivo, ancora una volta, economico: il Parco Archeologico, che dovrà finanziare l'iniziativa con la quota del 30 per cento dei ticket di accesso alla Valle è privo di bilancio e non può quindi firmare la convenzione con il Comune per impegnare le somme. Nulla da fare, quindi? Non esattamente. Importante, per capire la dinamica dei giorni appena trascorsi è riportare le date, così come lo stesso direttore del Parco Giuseppe Parello ce le ha narrate: «La richiesta di convenzione e finanziamentoci spiega arriva a noi il 14 gennaio, 4 giorni fa. In quella sede ho modo di spiegare al sindaco che la Regione non ha autorizzato l'esercizio provvisorio del bilancio ma che, tutto sommato, eravamo nei tempi in cui ogni anno viene concesso. Il giorno dopo, il 15gennaio, mi reco a Palermo e già il 16, giovedì, otteniamo il via libera per l'esercizio provvisorio». 1116, ovvero quando già la notizia del rinvio della Sagra stava facendo il giro della Sicilia. «Venerdì 17 continua Parello ci siamo riuniti con il commissario Pennino, il quale ha autorizzato la stipula della convenzione con il Comune che potrà essere sottoscritta già il 20».
Tempi più che bastevoli, anche rispetto all'esperienza dello scorso anno, per completare l'iter di una Sagra dipinta dall'Amministrazione già a fine dicembre come una «macchina ben avviata». Chi non ricorda l'annuncio della data di partenza e le prime indiscrezioni sul programma? E invece qualcosa, nella macchina, deve essersi rotta, perché domenica scorsa, quando l'annuncio del rinvio era lungi da venire, ci venne riferito dall'Amministrazione che lo spostamento a marzo era una possibilità concreta per consentire una migliore organizzazione, che si traduceva in una scelta migliore in termini di gruppi, un minor costo collegato al maggior tempo di prenotazione e con la possibilità, si disse, anche di ottenere visibilità sulla Rai dell'evento. Una proposta che Zambuto e Lo Presti fecero anche agli albergatori, ricevendo un «no'> secco, a causa dei potenziali danni collegati allo spostamento della kermesse.
«La stima realizzata in modo artigianale spiega Paolo Pullara, presidente di AssoHotel vedrebbe una perdita tra i l50mila e i 200mila euro collegate a prenotazioni già fatte per il periodo della Sagra. Quel che provammo a far capire all'Amministrazione è che in Italia e nel mondo si sa già che l'iniziativa si svolge in questo periodo da 70 anni. La gente quindi pre nota pacchetti anche senza sapere esattamente i programmi perché la Sagra è una certezza. Uno spostamento, o anche il solo annuncio, significa giocare sulla pelle della città e degli imprenditori già provati da una realtà locale difficile».
GIOACCHINO SCHICCHI
GIORNALE DI SICILIA
DOPO LE ACCUSE IN AULA Il vicepresidente di Confindustria Sicilia: «Giornata storica».E aumenta il numero di chi si costituisce parte civile
Agrigento, gli imprenditori antiracket: "Non ci fermano più»
AGRIGENTO
«Oramai non ci fermano più. Agrigento mercoledì ha vissuto una giornata storica. La presenza in aula di una delegazione di industriali accanto agli imprenditori vittime della mafia che hanno deciso, senza se e senza ma, di compiere sino in fondo il loro dovere di cittadini costituisce l'apice di un percorso curato e sviluppato in sinergia con le Istituzioni»: lo afferma Giuseppe Catanzaro, vice presidente di Confindustria Sicilia.
«Avere visto nel tempo imprenditori, commercianti, artigiani, cittadini di ogni sorta uniti per ricercare la normalità è un deciso passo in avanti. Denunciare non solo serve per far processare gli autori delle malefatte ma anche per rendere normale la nostra realtà. Vogliamo normalità, ovvero produrre senza condizionamenti e per farlo sappiamo di contare sulla nostra forza di reazione e su quella dello Stato. Una cosa è certa: non arretreremo di un passo e non saranno certo le velate intimidazioni a fermarci». Aumenta, intanto, nella Sicilia Occidentale, il numero delle persone che si sono costituite parte civile nel processi contro il racket e sono state assistite nel percorso di denuncia antiracket dalle associazioni Addiopizzo e Libero Futuro, e 141 gli imputati coinvolti.
I dati riguardano il periodo dal febbraio al novembre 2013. Dieci i casi registrati a Palermo e seguiti dalle associazioni antiracket Libero Futuro e Fai, su questi, 5 hanno visto la partecipazione di Confindustria nella costituzione, di parte civile. (AB)
LiveSicilia
Arsea, Cerisdi, Province
Finanziaria di resurrezione
di Accursio Sabella
Dovevano essere chiusi, liquidati. Almeno stando ai proclami del governatore. Ma, approvata la Finanziaria, molti "enti inutili" sono rimasti in vita. Ecco i veri motivi.
PALERMO - Il loro destino sembrava segnato. E invece, diradatasi la polvere della Finanziaria, sono ancora lì. Vivi, vegeti. In alcuni casi, persino risorti. Erano simboli dello spreco. Enti inutili. Soldi buttati. Per il governo, insomma, andavano chiusi, aboliti, cancellati. E le buone intenzioni, ovviamente, sono state anche sbandierate ampiamente in tv nazionali e giornali locali. L'Arsea, il Cerisdi. L'Esa, le Province. E persino qualche partecipata pronta alla chiusura. No, sono ancora tutte lì.
Miracoli della manovra. Che concede un'amnistia a sorpresa a enti condannati a morte. E il salvataggio poggia sulle motivazioni più disparate. E, spesso, difficili da distinguere. Quelle reali, a volte, si nascondono dietro le spiegazioni di facciata.
È il caso dell'Arsea, appunto. Un ente che dovrebbe occuparsi delle contributi agli agricoltori. Un ente inutile, appunto. Servito solo per stanziare indennità ai direttori generali (nessuno di loro però avrebbe alla fine ricevuto quegli stipendi), pagare affitti in edifici vuoti. Il caso dell'Arsea, raccontato un paio di anni fa da Livesicilia fece il giro d'Italia. E pochi giorni dopo l'arrivo di Crocetta a Palazzo d'Orleans fu ripreso anche dalla trasmissione Rai "L'Arena", a lungo frequentata dal governatore. Che in quel periodo non nutriva alcun dubbio: "L'Arsea è uno scandalo. Va chiusa". Ma i tempi cambiano. E anche le opinioni. È bastato - stando alle stesse dichiarazioni del presidente - qualche colloquio con gli agricoltori e persino con i Forconi. In entrambi i casi sarebbe stata sottolineata l'importanza di un ente come quello.
Nonostante dalla sua creazione (il 2006) quell'ente non avesse mai funzionato. Nessuno sa, insomma, se servirà davvero. Ma è bastata una chiacchierata con agricoltori e Forconi, insomma, per convincere il governatore a decidere diversamente da quanto gli avesse chiesto tutta Sala d'Ercole. L'Aula, convinta sostenitrice - in schieramento ampio e bipartisan - dell'inutilità dell'Arsea. Al punto da avanzare un Ordine del giorno che impegnava il governo a chiuderlo. Dopo qualche settimana e qualche titubanza, addirittura l'assessore alle Risorse agricole Dario Cartabellotta fu chiamato a riferire in Parlamento dei ritardi sulla liquidazione dell'ente e sulla scelta di finanziarlo ulteriormente. La risposta, in sintesi fu: "Stiamo solo garantendo i servizi essenziali. Ma la decisione del governo non è cambiata: chiuderemo l'Arsea".
E invece, niente di fatto. L'Arsea rimane in piedi. Con uno stanziamento di 200 mila euro. "Ovviamente - ha spiegato Crocetta - non si può pensare che l'ente funzioni con quella cifra. Ma vogliamo verificare se l'Arsea è in grado di attrarre finanziamenti extraregionali con i quali, magari, pagare i dipendenti". Duecentomila euro, per partire. Poi si vedrà. Intanto l'Arsea resta in piedi. E al di là delle spiegazioni del governo, in tanti hanno pensato che il manitenimento in vita dell'Agenzia fosse legato alle trattative portate avanti dal governatore durante la Finanziaria. È noto infatti come il mantenimento dell'Arsea stesse a cuore all'Mpa-Partito dei siciliani. E in quei giorni, al presidente servivano i numeri per blindare la Finanziaria. Eccola, la resurrezione dell'ente inutile.
Che poi, in Sicilia, c'è pure qualche ente che ha, negli anni, acquisito la brillante qualifica di "carrozzone clientelare". Un su tutti: l'Ente di sviluppo agricolo. Costa parecchio: circa 30 milioni di euro l'anno. È poco efficiente. Ma non è stato sfiorato dalle forbici del governo. Nonostante le insistenti richieste provenienti dall'opposizione. "Ci abbiamo pensato - ha spiegato il governatore - ma ci siamo resi conto che rischiavamo di imbarcarci in un processo liquidatorio lungo e complesso, simile a quello ancora non concluso dell'Eas". Così, l'Esa rimane in piedi. Il caso vuole che a guidarla adesso sia Francesco Calanna, commissario voluto dal governatore, e impegnato in una febbrile attività di denuncia in Procura sulle gestione dei terreni dell'ente. Calanna, sempre per la cronaca, è stato un attivo militante del Megafono alle ultime elezioni. Direttore generale dell'Esa, invece, è Maurizio Cimino. Cugino del deputato Michele, ex berlusconiano "convertito" alla rivoluzione crocettiana.
Ma il vero miracolo è quello che nessuno s'aspetta. Ma nel quale tanti speravano e sperano ancora. Le Province infatti sarebbero già state cancellate dalla legge. Ma il condizionale è d'obbligo. Perché oltre al ritardo sull'approvazione della norma che dovrà decidere, una volta sciolte, cosa fare dell'Ente, ecco che in Finanziaria spunta un articolo che inizialmente prevede un finanziamento di 10 milioni. Ai quali, in Aula, se ne aggiungeranno altri dieci. "Questo dimostra - ha commentato ad esempio Nello Musumeci durante i lavori della Finanziaria - che quell'ente è utile, necessario". E dopo lo stop sancito dall'Aula alla proroga dei commissari adesso il tempo stringe. E il clima non è buono. L'Udc, attraverso il segretario regionale Pistorio ha avvisato: "O le Province si cancellano del tutto, o si lascia tutto com'è". Cioè, le Province potrebbero risorgere.
Altro simbolo dello spreco, secondo l'attuale governo, è invece il Cerisdi. Sulla cancellazione dell'ente dai finanziamenti regionali si è innescata una polemica furiosa. Ma anche in quel caso, il presidente della Regione era stato apparentemente netto. Categorico. "Il Cerisdi - dichiarò Crocetta - è uno dei classici enti mangiasoldi che volevo mettere in liquidazione con la finanziaria scorsa e che l'aula ha salvato con una serie di emendamenti finanziari a favore. Doveva fare alta ricerca, con un castello bellissimo donato in comodato d'uso dalla Regione e invece ha organizzato splendide cerimonie nuziali in una cornice di grande suggestione. Per carità nessuno scandalo, più gente si sposa meglio è, cresce la popolazione siciliana, ma non si capisce perchè noi dobbiamo dare soldi per tale finalità. Valuteremo se esistono le condizioni per il commissariamento e avviare la liquidazione, in modo da restituire il castello alla pubblica fruizione".
E dopo le dimissioni dell'allora presidente Adelfio Elio Cardinale, Crocetta rispose con sarcasmo: "Si è dimesso? Alleluia alleluia". Ma anche in questo caso, i propositi del governo sono rimasti sulla carta. Al Cerisdi, stando all'articolo 18 della Finanziaria, andranno 400 mila euro per il solo 2014. Ma anche in questo caso, la giustificazione del presidente è pronta: "Il Cerisdi lo avrei chiuso subito. Ma gode di un ampio consenso in parlamento". Insomma, la colpa è dei soliti deputati scialacquoni. Come se una maggioranza non ci fosse. Come se l'annuncio del governatore contasse nulla.
E intanto, ecco la "epocale" riforma delle società partecipate. Una riforma che - anche a detta degli stessi esponenti del governo - non porterà i risparmi indicati dal governatore, poche ore dopo il proprio insediamenti, in cifre a nove zeri: "Chiuderemo le partecipate e risparmieremo un miliardo di euro". Poi, in realtà, nei progetti del governo i tagli avrebbero dovuto salvare pima due, poi, cinque, poi sei partecipate. Fino alle nove giunte infine a Sala d'Ercole. Tutte le altre saranno chiuse. Ma anche in quelle ore, ecco altre resurrezioni. Il Mercato agroalimentare, caro a larghe fette di centrodestra catanese, è rimasto in vita. "Si tratta di una società troppo 'peculiare' per essere fusa con altre". E lo stesso vale per Sicilia e-Servizi, dove Crocetta ha inviato anche un liquidatore di peso come Antonio Ingroia. Ma la società non verrà più liquidata. E l'ex pm può già prepararsi al cambio di veste: da commissario a presidente.
E giusto per restare in temi di proclami, qualcuno è convinto di avere visto, in giro per la Finanziaria, persino la Tabella H. Quella che il governatore "avrebbe abolito". Dimenticando, in realtà, che a cancellarla è stata un'impugnativa del Commissario dello Stato. E scordandosi anche di cercarla tra i vari articoli della Finanziaria. Dove adesso i pezzi della famigerata Tabella sono soltanto "sparpagliati". E quindi, in qualche modo, risorti anche quelli.
20 gennaio - lunedì
GIORNALE DI SICILIA
SAGRA OGGI SI DECIDE
Edizione 2014 della sagra del mandorlo in fiore. Ieri il sindaco Marco Zambuto cercando di salvare il salvabile - ha incontrato gli albergatori della città. Un rinvio della kermesse
del folclore danneggerebbe proprio gli albergatori che, per sabato 8 e domenica , hanno raccolto decine e decine di prenotazioni. La Sagra, proprio per venire incontro alle esigenze degli albergatori, potrebbe dunque cominciare il secondo week end di febbraio, con il tradizionale festival dei bambini del mondo. "Attendo la risposta ufficiale del Parco - ha detto ieri Zambuto - ma so che hanno l'esercizio provvisorio. Se domani (oggi ndr.) arriverà la risposta, già martedì potremo firmare la convenzione. Il dirigente del settore ha però bisogno di almeno 5 giorni per procedere con le gare per affidare i servizi". (CR)
TASI, DELEGA FISCALE, ACCORDO CON LA SVIZZERA: UNA SERIE DI NODI DA SCIOGLERE
Il governo studia il taglio delle detrazioni
ROMA, Detrazioni, Tasi, delega fiscale, gioco d'azzardo ma anche accordo con la Svizzera, atteso entro fine mese. Saranno giorni di lavoro «matto e disperatissimo» quelli in arrivo per il governo, alle prese con molte partite fiscali ancora aperte. Tra i primi nodi da sciogliere c'è quello del taglio delle detrazioni previsto dalla Legge di stabilità per reperire circa mezzo miliardo di euro. Il governo sta studiando alcune possibili ipotesi per evitare un intervento netto e generalizzato che porterebbe gli sconti fiscali dai 19% al 18% quest'anno e al 17% l'anno prossimo, ma il tempo stringe. Se la soluzione non sarà trovata entro il 31 gennaio, la riduzione scatterà infatti in automatico. L'idea, circolata sulla stampa, potrebbe essere quella di operare un taglio progressivo in base al reddito, utilizzando come spartiacque le soglie dei 30.000 euro (taglio al 18% per chi si trova al di sopra) e dei 60.000 euro (taglio più consistente al 17%). L'ipotesi alternativa di intervenire con una riduzione voce per voce sembra infatti più complicata da mettere in pratica. Non è comunque escluso il ricorso ad un mix di interventi.
Sul tavolo del governo resta peraltro anche la questione Tasi. L'attesa revisione al rialzo dell'aliquota, consentita ai Comuni per concedere le detrazioni, rimane infatti ancora teorica. La norma è in attesa di essere inserita concretamente in un provvedimento e potrebbe confluire nel decreto sull'emergenza abitativa allo studio del ministero delle Infrastrutture. L'esecutivo dovrà però vedersela con i sindaci anche nei primi giorni della settimana (domani o mercoledì) per far fronte alle rimostranze dell'Anci per l'ammanco di gettito pari a un miliardo dovuto al passaggio da lmu a Tasi. Con i Comuni la partita si gioca inoltre anche sul gioco d'azzardo per definire nuove regole per arginare il gioco patologico, rivedere il livello di prelievo fiscale ed assegnare alle amministrazioni locali maggiori poteri di regolamentazione.
Sul fronte parlamentare, rimane invece ancora aperta la pagina della delega fiscale. Il provvedimento è all'esame della commissione Finanze del Senato che sta però procedendo a rilento. Il via libera è previsto per domani, ma la delega, attesa soprattutto per dare il via ai lavori per il nuovo catasto, ha già subito numerosi slittamenti.
Tra il 29 e il 30 gennaio, infine, nel corso della sua visita a Berna per il Fo- mm per il dialogo con la Confederazione insieme al presidente svizzero Didier Burkhjalter, il premier Enrico Letta potrebbe annunciare l'accordo per lo scambio automatico e trasparente di informazioni con la Svizzera,
L'obiettivo della missione del presidente del Consiglio sarà quello di recuperare dalle casse elvetiche il «tesoro» esportato illegalmente dai connazionali per sottoporlo a tassazione in Italia.
Sicilianformazione
Distrazione fatale: storia di un miliardo dimenticato
di Giuseppe Bianca
Quasi un miliardo di euro, recentemente riprogrammato dal Governo nazionale,rimasto nei cassetti per anni. Alla Regione siciliana non interessava. Gli interventi in questione riguardano il Titolo I e II del D.Lgs 185/00, le principali misure che costituivano la base operativa dell'attività di Sviluppo Italia.
Questa la cifra, potenziale, a cui la Regione avrebbe potuto attingere per tempo in questi anni, facendone esplicita richiesta, o comunque attivando un'attività di interlocuzione che invece è rimasta lettera morta, da quando ha acquisito tra le sue società partecipate Sviluppo Italia Sicilia, e che adesso, dopo la rimodulazione, rischia di assottigliarsi parecchio.
I fondi giacciono, anzi giacevano, dal 2008, a margine della vicenda che ha per oggetto la dismissione ed il riordino delle partecipazioni societarie. La società ceduta, con legge 296/06, la finanziaria dell'epoca, divenne di fatto e di diritto una società acquisita dalla Regione siciliana. In quell'occasione, per una decina di milioni di euro, vennero incamerate oltre alle partecipazioni azionarie, le attività svolte dalla società, unitamente agli incubatori d'impresa.
L'obbligo a carico di Sviluppo Italia, sede centrale, a cedere le società regionali, veniva sancito direttamente dalla legge. Ma perché questi soldi non sono mai arrivati a potere essere utilizzati? Semplicemente perché nessuno li ha chiesti. La legge 28 febbraio 2008 n°31 all'articolo 28, nel differire " i termini per l'attuazione del piano di riordino , ha statuito il subentro delle regioni nell'esercizio delle funzioni svolte dall'Agenzia nazionale, in relazione agli interventi". Le procedure del subentro avrebbero dovuto completarsi entro dicembre del 2010.
Non manca inoltra nella vicenda nazionale, un carteggio "ufficiale" e vibrato tra Vasco Errani e Nichi Vendola, il primo nella qualità di presidente della conferenza delle Regioni e delle Province autonome, il secondo, Governatore della Puglia. Vendola, a differenza dei presidenti della Regione Siciliana, chiese tempestivamente il subentro della Regione Puglia ai benefici dei Titoli I e II del D.Lgs 185/00, mettendo Errani di fronte a precise responsabilità di ruolo.
Si arriva a configurare addirittura il danno all'erario per quelle Regioni che non sono state messe in condizione, all'atto del trasferimento delle società regionali, di potere continuare a svolgere le attività previste dai contratti di servizio con l'Agenzia, prorogati al primo semestre del 2011. Analogo comportamento non è stato tenuto in questi anni dai governi siciliani. Fino a quando il Governo nazionale non ha provveduto diversamente.
Adesso l'informativa del 27 dicembre scorso del ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia. Interventi urgenti a sostegno della crescita, misure di accelerazione dell'utilizzo delle risorse della politica di coesione", di fatto sposta le risorse in questione, il miliardo di euro, spalmandolo su tutto il territorio nazionale. Un'altra differenza, sostanziale, riguarderà adesso la modalità di accesso agli interventi. Trattandosi a questo punto di legge sportello, chi arriva prima meglio alloggerà. Senza contare che la copertura nazionale dell'intervento renderà tutto fatalmente più complicato.
Se teniamo presenti i parametri dei fondi Fas che prevedono per la Sicilia uno stanziamento non inferiore al 20%, se si fosse intervenuti nella rivendicazione dei fondi prima che venissero rimodulati, sarebbero toccati alla Sicilia circa 200 milioni di euro. La rivoluzione della "normalita", come la definisce Luca Bianchi, ne avrebbe certamente beneficiato.