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 LA SICILIA
 

Asp, Termine non ha accettato il nuovo incarico
L'Asp di Agrigento rischia di rimanere una "nave senza nocchiero in gran tempesta". Non è infatti ancora certa l'accettazione della nomina a commissario di Giuseppe Termine, designato dall'Assessorato regionale alla Salute alcuni giorni fa per subentrare a Salvatore Messina, rimosso per volontà della Regione.
Nella giornata di domani — spiega infatti termine — incontrerà l'assessore Borsellino per completare una serie di procedure burocratiche ma soprattutto per avere maggiore chiarezza su quelle che saranno le scelte a livello regionale sulla nomina dei nuovi manager". Entro una settimana, infatti, dal Governo Crocetta hanno annunciato che saranno diramati i nomi dei 17 manager delle Asp siciliane, applicando criteri di scelta, ha detto il governatore, che elimineranno coloro che hanno ricoperto ruoli negli anni passati o quelli con incarichi politici (tra questi gli esclusi agrigentini sarebbero ad esempio l'europarlamentare Salvatore Iacolino e il licatese Carmelo Pullara, già al vertice del Civico di Palermo).
"Se i tempi del mio incarico saranno nella misura di un paio di settimane - dice ancora Termine - mi sarà possibile gestire entrambe le Asp, sia quella di Agrigento che quella di Enna, ma è ovvio che se si dovesse protrarre oltre questo periodo sarebbe per me necessario attuare una scelta".
Così, se il futuro dei vertici dell'Azienda sanitaria agrigentina non è ancora chiaro, dal recente passato giungono "tuoni e fulmini". L'uscente commissario Salvatore Messina, infatti, ha indetto nella giornata di ieri nel corso della quale ha risposto alle accuse a lui rivolte dalla Regione e alla base del decreto di revoca. Incontro tenutosi presso la sede agrigentina dell'Ordine dei medici, che fin da subito si è schierato in difesa dell'ex commissario. "Attorno a questa vicenda - ha detto si sono aggirati sciacalli che si sono gettati sul cadavere di una persona che tra l'altro non hanno ucciso loro". Ad "uccidere" Messina, l'assessore regionale Borsellino, che con il proprio decreto lo scorso 17gennaio lo ha rimosso dall'incarico. Ecco, specificatamente, le accuse mosse. La prima risale all'li giugno 2013, quando il dirigente generale del dipartimento regionale per le attività sanitarie contestò a Messina "il perdurare di una serie di gravi disfunzioni assistenziali ne confronti di una donna e del proprio nascituro". Vi è poi il "capitolo" sulla banca del sangue del cordone ombelicale di Sciacca, che in due successive ispezioni realizzate nei luglio 2012- 2013 viene attestato non abbia "raggiunto il grado di conformità prevista' e, in ultimo, "in ordine sia ad altri fatti inerenti disservizi assistenziali presso diversi nosocomi ricadenti nel territorio sia per ripetute inadempienze correlate a procedure di acquisizione di beni e servizi non osservati le normative in materia di certificazione antimafia".
Accuse che Messina respinge in toto, dicendo come durante il suo incarico abbia provveduto a garantire la correttezza dell'operato amministrativo e delle azioni fin qui svolte, superando alcune "criticità" delle precedenti gestioni e specificando, soprattutto, che le polemiche intorno alla Tac del San Giovanni di Dio non avevano nulla a che vedere con la rimozione.
"Al mio insediamento, ad esempio — ha detto — si andava avanti a proroghe, senza nuove gare d'appalto ma agendo sempre nelle more. In questo momento — ha aggiunto - misi accusa di essere un efferato delinquente. Si tratta di accuse infamanti per le quali sto in parte valutando di ricorrere alle vie legali".
GIOACCHINO SCHICCHI
 

"Zero trasparenza sul web"
Sicilia, fuorilegge 2 enti su 3
Regione, Comuni, Province, Asp, ospedali, Università e uffici vari le pagelle (disastrose) sulle regole imposte dal governo nazionale
Ma chi l'ha detto che il web, di per se stesso, sia garanzia di democrazia e di accessibilità
al cittadino? Per la Pubblica amministrazione siciliana arriva una sonora bocciatura: quasi 213 dei siti internet istituzionali non hanno i requisiti minimi di trasparenza. Che non sono parametri da 'smanettoni" della rete, ma precisi obblighi di legge. E quindi, oltre a non essere facilmente fruibili dagli utenti, la stragrande maggioranza degli enti dell'isola sono di fatto "fuorilegge" in quanto non rispettano gli "indicatori della trasparenza" previsti dal decreto legislativo n. 33/2013.
A stilare la pagella digitale sono stati gli esperti di "Generazione Y", un'associazione non profit siciliana, «che de ve il suo nome e la sua attività - spiega il presidente Angelo Alù - alla scelta di valorizzare gli argomenti e gli approfondimenti dei nativi digitali, 0v- vero tutti i ragazzi nati dagli Anni 80 in poi, che sin dall'adolescenza hanno condiviso la loro vita con tutte le sollecitazioni del mondo digitale.
L'associazione non ha certo compiuto un'attività da hacker, nè ha attribuito giudizi unilaterali sulla qualità dei si— ti, Il valore aggiunto del loro lavoro è aver raccolto con certosina precisione i dati (pubblici) disponibili con tino strumento "La Bussola della Trasparenza dei Siti Web", che è disponibile - e, questo sì, facilmente accessibile - su magellanopa. it, un portale della Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero per la Pubblica amministrazione e la semplificazione.
Sono stati spulciati i "www. " di Regione ed enti regionali, Comuni, Unioni di Comuni, Province, Asp e aziende ospedaliere, Iacp, Camere di Commercio, Università, scuole e alti e istituzioni pubbliche. Il monitoraggio è avvenuto in due date distinte: il 4 e il 18 gennaio 2014: nel primo caso i siti siciliani inse riti nel database ministeriale erano 638, nella rilevazione più recente sono diventati 649. Ma la sostanza non è cambiata: «Soltanto poco più di un terzo dei siti web monitorati (648 complessivamente), delle pubbliche amministrazioni siciliane, soddisfa i parametri degli "Indicatori della Trasparenza",
Questo, in sintesi, il risultato del report che l'associazione "Generazione X" ha realizzato: «Alla luce dei risultati rilevati e analizzati nell'ambito dell'attività di comparazione oggetto del monitoraggio effettuato, emergono dati statistici decisamente preoccupanti dal punto di vista della diffusione pervasiva del divario digitale nel contesto siciliano. C'è un'ingiustificata discriminazione tra cittadini di serie "A", in qualità di utenti-inclusi digitali in quanto fruitori di servizi telematici può o meno efficienti stilla base dei contenuti minimi previsti dalla legge, e cittadini di serie "6", in qualità di utenti esclusi digitali, in quanto non in grado di ricevere l'erogazione efficiente di servizi telematici a causa del mancato raggiungimento dei parametri minimi degli indicatori indicati dall'Allegato A del O. lgs. 33/2013, con gravi ricadute negative sul raggiungimento di adeguati standard omogenei in materia di trasparenza e pubblicità legale online all'interno dei siti web istituzionali delle pubbliche amministrazioni».
Lo studio analizza i 69 indicatori (non tutti applicabili per legge a ognuno dei siti) e dà una precisa fotografia statistica della scarsa qualità della "democrazia digitale" siciliana. Sull'indicatore numero l'Amministrazione Trasparente", «rispetto al quale su b48 siti istituzionali monitorati, 337 sono quelli che soddisfano i parametri stabili: sono soprattutto i siti dei Comuni siciliani, quelli che registrano i risultati più rilevanti e significativi, dal momento che su 372 siti istituzionali comunali monitorati ben 251 sono quelli che soddisfano i parametri dell'indicatore.
Ma questo è il dato più superficiale, poiché si basa sul primo livello di successo, quello dell'home page. Basta scendere un po' di più nel dettaglio per rendersi conto meglio dell'accessibilità di informazioni importanti per i cittadini. Sui 648 siti analizzati, sono appena 271 quelli che soddisfano l'indicatore "Attività e procedimenti": 297 quelli in regola su "Bandi di concorso", 287 su "Bandi di gara e contratti". A proposito di rapporti fra pubblica amministrazione e imprese, gli altri indicatori sono altrettanto disastrosi: appena 278 enti pubblicano i dati di "Pagamenti dell'amministrazione". 260 su "Indicatore di tempestività dei pagamenti". E i Palazzi, in versione web, sono inaccessibili anche per i dati clic riguardano altri aspetti delicati: le "informazioni ambientali" 272 rispettosi degli standard), "Tassi d'assenza" dei dipendenti (275 i promossi) La cosa curiosa è clic ben 261 amministrazioni su 648 non riescono a rispettare nemmeno l'indicatore su "Numeri di telefono e posta elettronica". 0v. vero il minimo più banale di informazione ai cittadini.
Qualche spunto interessante si ha anche con tino zoom su bocciati e promossi. Se il sito della Regione Siciliana rispetta ben 66 criteri su 68 non funzionano "Oneri informativi per cittadini e imprese" e "Scadenziario dei Duo si obblighi amministrativi", molti dei siti web dei Comuni sono clamoroso- niente in affanno coni criteri di trasparenza: quello di Catania (rispettato appieno un indicatore su 66) viene surclassato da Palermo 65 su 66) nel derby della trasparenza: in fondo alla classifica il sito di Bronte (nessuno standard). Zero trasparenza, cosi come l'Università Kore di Enna: promosso invece, con 65/66, l'Ateneo di Catania, dove va benino anche l'Asp (52/67) al contrario di quella di Agrigento appena 9/67
Niente è sfuggito alla lente di ingrandimento di una battagliera associazione di "nativi digitali", giovani che si sono messi a raccogliere e ordinare le pagelle del ministero della Pubblica amministrazione. E questa, se ci riflettiamo, è una beffarda legge del contrappasso: una mattina questi ragazzi, tutti under 30, scoprono che internet - il "brodo primordiale" dove sono nati e cresciuti — è una brodaglia melmosa nella quale i loro diritti non sono a portata di clic.
 MarioBarresi
 

UNA SAGRA A PUNTATE
Inizierà nei primi di febbraio e si concluderà a metà marzo. Previsti eventi solo nei weekend
A dare il via saranno i gruppi locali mentre il Festival internazionale del folklore partirà il 10 marzo
Prima la Sagra "locale", poi il Festival internazionale del folklore e, nel mezzo, due spettacoli collaterali. E' questo, per grandi linee, lo "scheletro" della Sagra del mandorlo in Fiore (complessivamente intesa) edizione 2014. I dettagli del programma, annuncia il Comune, saranno presentati sabato durante una conferenza stampa e fino a quella data molte cose potrebbero cambiare. Ieri sera gli organizzatori, insieme al sindaco Zambuto, all'assessore Lo Presti e al neo consulente gratuito dell'amministrazione, Andrea Cirino, hanno tenuto una riunione per fare il punto sulla situazione e avviare i preparativi. Quello che non dovrebbe cambiare è la distribuzione nel tempo degli eventi: il primo week end di febbraio, l'otto e nove del mese, quello che solitamente è dedicato alle iniziative conclusive del festival, sarà dedicato ai gruppi locali, con sfilate anche di carretti siciliani fino alla Valle dei templi. Due eventi — uno potrebbe essere un concerto di Joe Castellano — si svolgeranno invece nei fine settimana di febbraio fino a marzo, quando, il 6,
partirà il festival dei "Bambini nel mondo". Poi, da 10 a 16 marzo, sarà "Sagra", nel senso pieno del termine, con la presenza di 15 gruppi stranieri e gli spettacoli che si terranno al teatro "Pirandello" e che saranno curati da Francesco Bellomo, anche lui nominato consulente gratuito come coordinatore regista. Sempre in quella settimana si terranno gli eventi più tipici della kermesse, come l'accensione del "Tripode dell'amicizia" e, ovviamente, la consegna del "Tempio d'oro". Una scelta, quella di dividere le due anime dell'evento (Sagra e Festival del folklore) che gli organizzatori rivendicano oggi come scelta stilistica ma che fino a ieri, si diceva dall'Amministrazione, era dovuta alla richiesta degli albergatori di garantire eventi nel periodo in cui tradizionalmente si svolge la Sagra. Una versione, questa, che ha portato Federalberghi e Assohotel ad una replica.
"Le ipotesi di compromesso sulle date — spiegano — erano state avanzate solo dopo che l'amministrazione aveva ad- dotto motivazioni di carattere burocratico che rendevano a dir loro impossibile rispettare i tempi necessari per svolgere le procedure e rispettare le date già annunciate. Delle ipotesi rimaste vaghe ma che avrebbero dovuto avere lo scopo di eliminare il danno economico alla Città e a tutti gli operatori economici. Non sono state 'concordate' con noi né le date ne il programma né la dilatazione degli eventi. Non entriamo nel merito delle soluzioni annunciate  - concludono -, ma restiamo perplessi sull'improvviso cambiamento organizzativo".
GIOACCHINO SCHICCHI
 

GIORNALE DI SICILIA
 

PELAGIE A fare gli onori di casa sarà il nuovo prefetto di Agrigento Nicola Diomede
Lampedusa, oggi in visita parlamentari europei
Visita istituzionale oggi a Lampedusa dove il Prefetto di Agrigento Nicola Diomede farà gli onori di casa in nome e per conto del Ministero degli Interni alla visita di un gruppo di parlamentari di una commissione europea. Sgomberato il centro di primo soccorso e accoglienza di Contrada Imbriacola con l'agognato trasferimento degli ultimi immigrati presenti, nella struttura sono ripartiti i lavori di ristrutturazione. L'isola, e la struttura di prima accoglienza, sono adesso al centro dell'interesse comunitario. Il recente "scandalo" suscitato dal video che mostrava il trattamento antiscabbia costato poi la rescissione del contratto alla Lampedusa Accoglienza ha rimesso in discussione il sistema di accoglienza dei migranti sul territorio nazionale e a Lampedusa in particolar modo. Alle Prefetture è stato dato il compito di reperire strutture idonee a ospitare i migranti. Nicola Diomede torna a Lampedusa per la sua prima visita ufficiale da Prefetto di Agrigento. La delegazione composta da Prefetto, Sindaco e dai sette parlamentari visiterà il centro di accoglienza alle 12:30 e la base dell'aeronautica militare alle 13. Successivamente, dopo pranzo, ci sarà un confronto interno tra le parti al quale seguirà la partenza dall'isola con il volo di linea della 15. (MAS)
 

Costituita la conferenza di rete scolastica
La Provincia ha reso noti i componenti la Conferenza provinciale di organizzazione della rete scolastica 2014 — 2015. "Sono - si legge in una nota - Fabrizio Di Paola sindaco di Sciacca, Alfonso Sapia sindaco di Casteltermini, Calogero Firetto sindaco di Porto Empedocle, Giovanni Panepinto sindaco di Bivona, Rosario Manganella sindaco di Favara, Giovanni Picone Sindaco di Campobello di Licata e Carmelo Pace sindaco di Ribera L'elezione è avvenuta a seguito della riunione dei sindaci della provincia convocata dal commissario straordinario Benito Infurnari". (AAU)
 

Nominato l'architetto Giuseppe Adamo
Il commissario della Provincia, Benito Infurnari, ha nominato componente del comitato di coordinamento per il marchio d'area, l'architetto Giuseppe Adamo. La partecipazione al comitato è gratuita e nessuna spesa potrà essere assunta a carico delle risorse ordinarie della Provincia.
(PAPI)
 

PROVINCIA. Fondo spese di rappresentanza del commissario
E' stata assegnata all'Economo della Provincia la somma di 4 mila euro da destinare al fondo per le spese di rappresentanza del commissario straordinaria. L'intervento rientra nell'ambito dell'ordinaria amministrazione.
(PAPI)
 

ARAN SICILIA
Negli uffici regionali i sindacati autonomi i più rappresentativi
Ratificati dall'Aran Sicilia i dati sulla rappresentatività sindacale negli uffici della Regione. Viene fuori che poco più di un dipendente su tre aderisce ai sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Tutti insieme raggiungono il 38,51 per cento (17,45 Cisl, 7,46 Cgil, 7,30 Ugl, 6,30 Uil). Gli autonomi hanno la maggioranza assoluta in tutti i comparti. L'Aran, l'agenzia perla rappresentanza negoziale della Regione, assegna la maggioranza assoluta a Cobas/Codir e Sadirs, che ottengono il 54 per cento delle deleghe (28,73 Cobas/Codir, 25,27 Sadirs). Analoga è la situazione della rappresentatività per il comparto della dirigenza, dove i sindacati confederali riescono a raggiungere il 42,45 % (20,78 Cisl, 37 Cgil, 7,15 Ugl, 5,15 Uil). Mentre Sadirs e Cobas/ Codir, insieme al Dirsi, rappresentano la maggioranza con il 51,34 per cento.
 

PROVINCIA Liquidate somme all'Unione
Liquidata la quota associativa per l'anno 2013 all'Unione delle Province d'Italia. L'ente ha impegnato la somma di 16.674,07 euro disponendone il pagamento con il bollettino allegato alla cartella di pagamento emessa dall'agente della riscossione "Sicilia Spa". (PAPI)
 

CUPA
La Provincia ha versato il contributo
La Provincia assolve ai suoi obblighi di socio del Consorzio universitario E' stata infatti versata nelle casse del Cupa, la somma di 129.428,88 euro quale salda della quota sociale obbligatoria per l'anno 2013 in favore del Consorzio, di cui questo Ente è socio fondatore. (PAPI)
 

ARS I grillini: sulla riforma delle Province siamo alla farsa
«Siamo alla farsa. Nonostante i proclami del governo, fa verità è che questa riforma delle Province la vogliamo veramente solo noi». Lo affermano i deputati regionali del MS, Salvo Siragusa e Francesco Cappello, dopo l'ennesimo flop della commissione Affari istituzionali dell'Ars, rinviata a domani «per dare tempo al governo e alla maggioranza di fare chiarezza sul cammino da intraprendere». «Si fa praticamente melma - dice Cappello - e il tempo stringe. Se da questa commissione non uscirà un testo entro la settimana, la questione riforma Province sarà un capitolo chiuso e l'appuntamento con le urne una certezza, «Governo e maggioranza - afferma Siragusa - escano una volta per tutte dall'equivoco».
 

LA REPUBBLICA
 

Dopo-Province, nuovo rinvio
M5S all'attacco: "Una farsa"
NUOVA fumata nera sul disegno di legge di riforma delle Province in Sicilia, che ha ormai davanti a sé tempi strettissimi, La seduta della commissione Affari istituzionali dell'Ars, che deve lavorare sul testo da portare in aula, è slittata a domani. Alla base del nuovo rinvio la necessità di dare «tempo al governo e alla maggioranza di fare chiarezza sul cammino da intraprendere», attaccano i deputati del Movimento 5Stelle Salvo Siragusa e Francesco Cappello. Nei giorni scorsi l'Udc aveva avvertito il governatore Rosario Crocetta: «Non accetteremo accordi al ribasso».
«Siamo alla farsa —- denunciano i grillini — nonostante i proclami dei governo, la verità è che questa riforma la vogliamo veramente solo noi. Se dalla commissione non uscirà un testo entro la settimana, la questione riforma Province sarà un capitolo chiuso e l'appuntamento con le urne una certezza. Governo e maggioranza — conclude Siragusa — escano una volta per tutte dall'equivoco e dicano con chiarezza che non sono in grado di portare a termine la riforma per le solite beghe interne, delle quali, come al solito, finiscono per fare le spese i cittadini».
C'è tempo solo fino al 15 febbraio per approvare la legge di riforma, in caso contrario, i commissari nominati dal governo decadranno e verranno indette le elezioni per i nuovi Consigli e presidenti delle nove Province.
 

LiveSicilia
 

Province, riforma in alto mare
Il governo cerca l'accordo
di Chiara Billitteri 
Ennesimo nulla di fatto in commissione: i liberi consorzi sono ancora un miraggio. La maggioranza vuole limitarli, il governo no. E in commissione si cerca la sintesi.
PALERMO - Il governo di Rosario Crocetta ha ancora poco meno di un mese di tempo: a metà febbraio le province dovranno essere abolite, altrimenti si andrà al voto e addio riforma. Una corsa contro il tempo in cui non aiuta affatto il clima politico che si respira in questi giorni. Soprattutto tra il governatore e la sua maggioranza. Tensioni che si riflettono anche sui lavori della Prima commissione dell'Assemblea regionale, che anche oggi ha chiuso i lavori con un nulla di fatto. Sono ormai mesi che si tenta di mettere insieme un testo.
Ma per la riforma, messa da parte in periodo di finanziaria, la strada resta in salita. Perché il governo, che aveva presentato un testo sostitutivo a quello del presidente della commissione Antonello Cracolici (Pd), preso come testo base sul quale 'costruire' la riforma, non vuole fare marcia indietro sul numero dei liberi consorzi. Di fatto, sostituirebbero le vecchie province, ma il presidente Crocetta e l'assessore alle Autonomie locali Patrizia Valenti vorrebbero emendare il testo della commissione senza, di fatto, dare un limite preciso al numero di consorzi che si potrebbero creare.
Nel disegno di legge presentato dall'esecutivo regionale, infatti, è scritto che la popolazione dei liberi consorzi "non può essere inferiore alla soglia dei 150.000 abitanti e superiore ai 500.000 abitanti". Un 'range' grazie al quale potrebbero sorgere "fino a 14 consorzi di comuni, più le tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina", dice Cracolici. "Vogliamo lasciare i territori liberi di scegliere - spiega l'assessore Valenti - come e a chi aggregarsi".
Una linea che, però, la maggioranza non condivide. il presidente della Prima commissione è fermo: i consorzi devono essere nove al massimo, come le attuali province, più le tre città metropolitane. E neanche oggi si è potuto superare questo scoglio: la commissione Affari istituzionali ha subito rimandato i lavori, in attesa di trovare una sintesi.
Domani, intanto, il governo ha convocato un vertice 'parallelo' a quello che si dovrebbe tenere tra Crocetta e la maggioranza parlamentare, ma limitato alla maggioranza di commissione. E questa volta, anche il Partito democratico parteciperà. Oltrepassato l'ostacolo dei liberi consorzi - assicura la Valenti - complessivamente si troverà l'accordo. E forse potrebbe essere la volta buona per la riforma, che in questo caso andrebbe in porto nonostante il forte ritardo. Ma se questo non dovesse succedere, e se Crocetta sarà costretto ad ammettere la sconfitta, "non si dica che è colpa del governo".
Il presidente della Regione non ci sta a prendersi la responsabilità di un eventuale affossamento della legge. "Non si dica che sono io il responsabile del ritardo nell'approvazione della legge - dice a Livesicilia - . I partiti hanno perso molto tempo perché avevano necessità di discuterne in maniera approfondita. Capisco anche che qualche forza politica ha alcune difficoltà ad accettare la cancellazione delle province, luoghi nel quale parcheggiare qualche militante. Ma non si può tornare indietro. Mentre in tutta Italia si sta andando verso l'abolizione noi dovremmo tenercele?".
E mentre la riforma è ancora in alto mare, il Movimento 5 Stelle attacca: "Si fa praticamente melina - dice Francesco Cappello - e il tempo stringe maledettamente. La verità è che questa riforma la vogliamo solo noi. Se da questa commissione non uscirà un testo entro la settimana, la questione riforma province sarà un capitolo chiuso e l'appuntamento con le urne una certezza".
 

La finanziaria all'esame  del commissario dello Stato
Gli uffici del prefetto Aronica hanno ricevuto i faldoni della manovra alla fine della scorsa settimana e si sono messi subito al lavoro.
 

PALERMO - Monta l'attesa nel governo e nell'Assemblea regionale per il responso del commissario dello Stato, Carmelo Aronica, sulla manovra finanziaria, mentre il clima nella maggioranza è incandescente per i rapporti sempre più tesi tra il Pd e l'Udc col presidente della Regione, Rosario Crocetta. Gli uffici del prefetto hanno ricevuto i faldoni della manovra alla fine della scorsa settimana e si sono messi subito al lavoro: stanno spulciando i capitoli del bilancio e le norme della legge di stabilità per verificarne la tenuta e le compatibilità costituzionali. Un responso, quello del commissario, che secondo rumors interni alla maggioranza potrebbe avere ulteriori ripercussioni sui rapporti tra alleati e governo. La posta in palio è altissima. L'attenzione maggiore è sul bilancio, in particolare sugli accantonamenti per 400 milioni a salvaguardia delle cosiddette entrate incerte, spesa che il governo ha 'congelato' fino al 30 giugno in attesa di chiudere l'accordo col Tesoro sulla cessione di quote di patto di stabilità, proprio alla luce dei colloqui informali avuti con gli uffici del commissario durante l'esame dei documenti contabili e finanziari. E poi c'è il fondo finanziato dalla manovra a copertura dei residui attivi, un punto sul quale insiste la Corte dei Conti anche in prospettiva della parifica del rendiconto. Il responso del commissario potrebbe arrivare giovedì prossimo, giorno in cui l'Ars riprenderà i lavori d'aula dopo la maratona di bilancio e finanziaria.
 

Siciliainformazioni
 

Ars, fumata nera per il ddl Province
Rinviato il vertice di maggioranza
"Siamo alla farsa. Nonostante i proclami del governo, la verità è che questa riforma la vogliamo veramente solo noi". Sono durissimi i commenti dei deputati pentastellati, Salvo Siragusa e Francesco Cappello, dopo l'ennesimo flop della commissione Affari istituzionali, rinviata a giovedì "per dare tempo al governo e alla maggioranza di fare chiarezza sul cammino da intraprendere". Si allontana così anche l'approvazione del ddl sulle Province, sul cui testo deve lavorare la commissione.
Il nuovo rinvio in verità, lancia segnali di fumo in direzione di evenienze di accordi, oggi più potenziali che attuali, rispetto ai rapporti tra Rosario Crocetta e la sua maggioranza. La missione a Roma di Giuseppe Lupo ha come obiettivo di mettere a fuoco l'inopportunità dello strapotere del governatore e dell'uso che ne fa, rispetto al partito ed al ruolo che in prospettiva, lo stesso è chiamato a svolgere.
Lupo deve in sostanza dimostrare il teorema che non è un problema di sedie, la sua in particolare, quanto di convenienza (politica) generale, quella di rimescolare le carte. Faraone plenipotenziario confermerà, con minore entusiasmo, ma pari necessità, l'argomento.
Intanto, Crocetta ha rinviato il vertice di maggioranza previsto per domani. A chiedere al governatore il rinvio del vertice è stato oggi proprio Faraone. Ieri era stato il segretario regionale siciliano Giuseppe Lupo ad annunciare che il partito non avrebbe partecipato al vertice perchè "il Pd è fuori dalla maggioranza". Oggi è stato l'Udc ad annunciare, tramite il segretario regionale Giovanni Pistorio, il forfait. A questo punto oggi Faraone, facendo da mediatore, ha chiesto e ottenuto da Crocetta il rinvio del vertice di maggioranza che si terrà in una data che deve essere ancora stabilita dal governatore.
Intanto il centro politico è in fermento. L'ipotesi del ritorno alle urne è lontana, ma la distanza non è siderale. Entro febbraio, cioè poco più di un mese, la smembrata e disarticolata compagine di maggioranza, per come in verità Crocetta l'ha concepita e messa a punto, dovrà esitare una legge di riforma. Se ciò non accadrà il pericolo di una figura magrissima, estesa al Parlamento e non solo ai frequentatori de L'Arena di Giletti, non sarà una vera e proprio cura ricostituente.
Tuttavia, il morto è morto e bisogna dare aiuto al vivo. In quel caso subentrerebbe la corsa al candidato. In tempi rapidi e veloci. Il paradosso che dalle nostre parti alberga sotto le vesti della possibilità consueta, lancerebbe una schiera di nomi a quel punto dell'ultima ora.
Tra questi Giovanni Avanti, che di usurpazione della democrazia aveva parlato in tempi non sospetti, quando gli troncarono per legge, la possibilità del secondo mandato. La cattiva figura costa un soldo, ed i politici siciliani, di questa lezione popolare hanno spesso fatto virtù. Vedremo come finirà.
 

Manager della sanità,  ecco i 32 candidati
Secondo fonti di agenzia, i criteri di valutazione su cui punterebbe Rosario Crocetta per la scelta dei dirigenti generali di Asp e ospedali restringerebbe il campo a 32 dei 76 nomi in elenco.
Tra gli esclusi chi ha già svolto il ruolo di manager o commissario nella sanità in Sicilia per lunghi periodi, chi ha esperienza solo nel settore privato, chi non ha un curriculum sanitario e chi ha problemi con la giustizia. Al vaglio invece la posizione di cinque candidati che hanno ricoperto l'incarico di manager in altre Regioni.
La rosa ristretta, rispetto all'elenco di 76 candidati, comprende Maurizio Aricò, 58 anni di Palermo; Francesco Basile, 58 anni di Catania; Giampiero Bonaccorsi, 52 anni di Catania; Salvatore Burgaletta, 56 anni di Ragusa; Antonio Candela, 48 anni Palermo; Giuseppe Capodici, 56 Siracusa; Rosario Di Lorenzo, 59 di Rosolini; Ferdinando Di Vincenzo, 63 di Catania; Salvatore Nuccio Ficarra, 58 di Mazarino; Giovanna Fidelio, 57 anni; Francesco Foloridia di Modica; Francesco Garufi, 60 di Verbania; Giuseppe Giammarco di Catania; Ida Grossi, 56 anni; Michele Gulizia, 53 anni di Catania; Renato Li Donni di Palermo; Giovanni Migliore, 52 anni di Palermo; Calogero Muscarnero, 56 di Sciacca; Giuseppe Noto, 58 anni di Palermo; Oliviero Guido; 58 anni di Boves (Cuneo); Marco Testuccia, 50 di Taormina; Giacomo Sampieri, 52 anni; Ignazio Tozzo, 48 anni; Gennasio Venuti, 58 anni di Cinisi; Michele Vullo, 57 anni di Palermo; Mario Zappia, 51 anni di Bronte.
 

Infoagrigento
 

Rete Scolastica 2014/15: nominati i sindaciSono Fabrizio Di Paola sindaco di Sciacca, Alfonso Sapia sindaco...
Sono Fabrizio Di Paola sindaco di Sciacca, Alfonso Sapia sindaco di Casteltermini, Calogero Firetto sindaco di Porto Empedocle, Giovanni Panepinto sindaco di Bivona, Rosario Manganella sindaco di Favara, Giovanni Picone Sindaco di Campobello di Licata e Carmelo Pace sindaco di Ribera i sette componenti della Conferenza Provinciale di organizzazione della rete scolastica 2014/2015.
L'elezione è avvenuta a seguito della riunione dei sindaci della provincia,  convocata dal Commissario Straordinario Benito Infurnari nella sede centrale dell'Ente.
Il Commissario Straordinario Benito Infurnari è anche il presidente della Conferenza Provinciale.
La Conferenza Provinciale  ha compiti in materia di formazione professionale,  di organizzazione della rete scolastica provinciale e dell'offerta formativa agli studenti.
 

 

 

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