25 gennaio - sabato
LiveSicilia
Tra Crocetta e lo Stato è scontro totale
di Accursio Sabella
L'impugnativa alla Finanziaria ha creato uno scontro durissimo tra il governatore e chi, in Sicilia, rappresenta lo Stato centrale. "Aronica ha ucciso la Sicilia", urla il governatore che chiede di cancellare quella figura. Come aveva fatto già il suo predecessore Lombardo. D'Alia: "Il commissario dello Stato esercita un ruolo di garanzia".
PALERMO - Ci mancava solo l'ombra della secessione siciliana. Ad allungarsi su un'Isola nuovamente percorsa dal brivido del default. E scossa dal nuovo, ma assai più grave che in passato, scontro tra istituzioni. Il presidente della Regione Rosario Crocetta è andato giù pesante. Parole come pietre, scagliate contro chi, in Sicilia, rappresenta lo Stato. Soprattutto in quella funzione nobile e delicata di verificare l'adesione delle leggi sicule ai dettami costituzionale.
Ma Carmelo Aronica, nelle parole del governatore, è il "nemico della Sicilia", quasi il suo carnefice. Pronto a tagliare i fondi destinati a minori e disabili, all'arte e alla cultura, ai precari. A togliere, insomma, la linfa vitale a una Regione che boccheggia già da un po'
Lo scontro adesso è totale. Già ieri sera, con una lettera dai tratti apocalittici, Crocetta s'era scagliato contro chi in passato non ha visto. E adesso pare dimenticare. Ma oggi, prima in conferenza stampa, quindi in un accorato intervento in Aula, è andato dritto sulla sagoma baffuta del prefetto (LEGGI LA CRONACA DELLA GIORNATA DI OGGI). "Come si esce da questo labirinto? - si è chiesto innanzitutto il governatore - Come accade per le altre Regioni: non dovendo rispondere a un Commissario dello Stato. In questi anni, il Commissario dello Stato non ha tutelato la Sicilia".
Eccolo l'attacco frontale. E l'idea di "abolire" la figura del Commissario. Un'idea nemmeno tanto originale, a dire il vero. Già Raffaele Lombardo era stato protagonista di polemiche molto accese con Aronica. E il suo partito, al tramonto della scorsa legislatura, inscenò persino una manifestazione di protesta sotto gli uffici di Piazza Principe di Camporeale. Anche il quel caso, la richiesta era la stessa: "Cancellare quella figura". E oggi Crocetta si rivolge proprio alle opposizioni: "Dove eravate in passato? Noi stiamo lavorando per colmare i buchi lasciati dai governi che voi avete sostenuto".
Eppure, secondo il governatore, il comportamento di Aronica in questo caso è assai diverso da quello tenuto in passato: "Fino al 2012 - dice il governatore - era tutto costituzionale: si è assunto personale nelle partecipate, allargate le maglie del precariato assumendo nuovi lavoratori. Si consentiva in passato una tabella H che da 50, 60 milioni e che adesso è azzerata. A proposito, - puntualizza Crocetta - la prima impugnativa della Tabella H risale al 2013. Com'è possibile che prima fosse tutto costituzionalmente corretto e oggi, invece, sia tutto anticostituzionale? Si vuole fare pagare - si domanda ancora il presidente della Regione - a questo governo il prezzo del passato? Si vuole chiedere a noi di colmare i buchi creati in passato dagli altri? Con questa impugnativa non si garantiscono i diritti fondamentali. La Sicilia viene condannata a morte".
E a condannarla a morte sarebbe proprio lui, Carmelo Aronica. Con il quale il governatore racconta di aver avuto fitti colloqui nei giorni della Finanziaria. Il Commissario si sarebbe detto contrario solo alle norme sulle "coppie di fatto". Quell'atteggiamento "oscurantista" paventato nelle ore dell'esame della manovra dallo stesso Crocetta. Per il resto, sembrava non ci fossero grossi problemi. E anzi, i vari ministri dell'Economia, degli Affari regionali e dello Sviluppo economico avrebbero apposto il proprio ok alla Finanziaria.
A dire il vero, però, i ben informati spiegano la "portata" dell'impugnativa del Commissario come una reazione al comportamenteo del governo. Esecutivo che non avrebbe ascoltato le indicazioni del prefetto. E che avrebe deciso di andare avanti da sé, ignorando i dubbi, appunto, del commissario. "Probabilmente - commenta amaro oggi il presidente della commissione Bilancio Nino Dina - si sarà trattato di un dialogo tra sordi, o tra muti". E del resto, era già stato assai indicativo il passaggio consegnato dal presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone in un'intervista rilasciata proprio a Livesicilia: "Mi auguro - disse pochi giorni dopo l'approvazione della Finanziaria - che il commissario sia clemente.
E di clemenza parla il deputato Pdl Falcone: "Il Commissario avrebbe dovuto impugnare persino il bilancio. Poteva sancire la fine di questa legislatura". Invece Aronica avrebbe salvato comunque il"cuore" della manovra: "Le parti, cioè - spiega l'ex presidente della Commissione bilancio Riccardo Savona - che riguardano le entrate, i Comuni e i precari".
Ma l'impugnativa di Aronica, secondo Crocetta, ha creato un solco, a suo modo storico: "S'è compiuta una rottura del patto sociale tra Regione e Stato, che risale al 1946. Se fosse successo al Nord, Bossi avrebbe fatto la secessione. La classe politica siciliana, invece, si muove in una logica tremenda". Quella di abdicare in parte al proprio potere legislativo. "Basta col commissario, serve l'Alta Corte", tuona ancora Crocetta. Aggrappandosi allo Statuto. Perché secondo il governatore, dietro il comportamento di Aronica ci sarebbe persino quella che qualcuno potrebbe indicare come "malafede". "In questa situazione - ha detto infatti il governatore - c'è una evidente corresponsabilità del Commissario dello Stato. Perché, mi chiedo, oggi è più duro che in passato? Io penso sia solo un modo per lavarsi la coscienza, rispetto agli errori del passato, anche del proprio passato. Se oggi sono a rischio quarantamila stipendi, di chi è la colpa?".
Così, ecco che lo scontro tra istituzioni potrebbe sfociare in decisioni clamorose. Quasi nella mutilazione della stessa autonomia siciliana. Fino ad oggi solo "minacciata" da Crocetta: "Io - annuncia - consegnerò molte funzioni allo Stato: non vogliamo più gestire i parchi, le soprintendenze, la Forestale e i geni civili. L'incostituzionalità non è un concetto elastico. Perché se certi interventi sono incostituzionali oggi, dovevano esserlo anche in passato". Lo scontro, adesso, è totale
Siciliainformazioni
I Liberi Consorzi 'obbligatori' di Sicilia pensati per non cambiare nulla
di Filippo Franzone
Certo è che tra Prima, Seconda e Terza Repubblica, movimenti autonomisti, antipolitica, rivoluzioni annunciate (e mai partite), inchieste ed indagini sui parlamentari, arresti, in verità in Sicilia qualche cambiamento ce lo aspettavamo. Abbiamo sperato invano.
Ed è così che l'argomento "abolizione province", partito con i migliori propositi, naufraga tra l'insensibilità e l'egoismo del governo e dell'Assemblea Regionale Siciliana. Argomento tirato fuori in tempi non sospetti, dalla politica stessa, forse più per inserire un ente intermedio nuovo nel panorama istituzionale italiano, il "Libero Consorzio", che si collocasse tra comune e Provincia e che invece, causa crisi economica, spinge fuori le province per prenderne le funzioni.
Le province siciliane sono nate nel 1818, create d'imperio dai Borboni, seguendo i confini feudali. Nel 1927, sempre d'imperio, ci pensa Benito Mussolini a creare in Sicilia altre due Province, Enna e Ragusa. Da allora le province siciliane sono rimaste nove, con confini territoriali che non seguono la conformazione territoriale, che non tengono conto dei legami storici dei comuni, ma soprattutto, non tengono conto dei cambiamenti avvenuti in Sicilia negli ultimi due secoli.
Il più importante cambiamento avvenuto in Sicilia, che non rende più attuale la perimetrazione odierna delle province, è lo spopolamento delle zone interne, iniziato in modo evidente negli anni '20 del secolo scorso e mai arrestatosi, di contro, molti centri costieri sono cresciuti considerevolmente.
Quindi, se riforma si deve fare, se si vogliono realmente abolire le province e creare enti più snelli, si dovrà pur tener conto dei grossi centri siciliani che tanto hanno dato all'intera Sicilia, dei cambiamenti avvenuti negli ultimi due secoli, del fatto che non viviamo più in un regno o una dittatura, si dovrà tenere conto delle ambizioni delle importanti cittadine che costellano le coste siciliane.
Forse però, dobbiamo restare con i piedi per terra, con i piedi saldamente posati sopra il suolo siciliano, perché qui, in una delle zone più a sud d'Europa, non possiamo mutuare un modo di pensare ed agire che è dei paesi scandinavi, dell'Australia o del Canadà, verremmo meno alle nostre tradizioni, non dimentichiamo che questa è la patria di Tomasi di Lampedusa.
Ed allora, a ricordarci di essere in Sicilia ci pensano i bravi rappresentanti del popolo, che in barba a tutto, organizzano incontri di maggioranza per "scopiazzare" da Leggi che di certo non possono essere definiti esempi di legiferazione illuminata. Così l'annuncio di Crocetta di due giorni fa: "Pensiamo ai nove consorzi di Comuni che ricalcano le Province attuali. Il capofila sarà l'attuale capoluogo mentre per le province con aree metropolitane sarà la città più grande".
Per tutti gli altri comuni che si vogliono cimentare nella costituzione di un Libero Consorzio, ci sono sei mesi di tempo, lo possono fare mettendo insieme un minimo di 150.000 abitanti. Un semplice cambio di denominazione, che trasforma le Province regionali in Liberi Consorzi. Questa sarà la grande riforma che stanno cercando di mettere in piedi.
Vediamo cosa avvenne nel 1986 con la riforma delle province fatta attraverso la L.R. n° 9.
Art. 3 Ordinamento degli enti locali territoriali
L'amministrazione locale territoriale nella Regione Siciliana è articolata, ai sensi dell'art. 15 dello
Art. 5 Costituzione delle province regionali
La costituzione di ciascuna provincia regionale è promossa da uno o più comuni ricompresi in una medesima area contraddistinta dalle caratteristiche di cui all'art. 4, mediante delibere dei rispettivi consigli su una specifica, identica, motivata proposta, da adottarsi, con il voto favorevole della maggioranza dei consiglieri assegnati. Le delibere di cui al comma precedente debbono essere adottate nel corso del primo semestre del 1987. Le delibere devono contenere l'indicazione dell'ambito territoriale dell'istituenda provincia regionale, avente caratteristiche di continuità territoriale ed una popolazione residente di almeno 230 mila abitanti riducibile a non meno di 180 mila allorchè ricorrano particolari ragioni storiche, sociali ed economiche, nonchè la designazione del capoluogo. La popolazione residente nei comuni è quella risultante dai registri di popolazione. La mancata adozione delle delibere entro il termine di cui al secondo comma equivale alla proposta di costituirsi in libero consorzio con i comuni ricadenti entro l'ambito territoriale della disciolta provincia e con il medesimo capoluogo, semprechè sussistano i requisiti di cui all'art. 4 ed al terzo comma del presente articolo. E' fatta salva la facoltà dei singoli comuni di richiedere, entro gli stessi termini e nel rispetto delle medesime modalità procedurali, l'aggregazione ad altra istituenda provincia, semprechè sussistano i requisiti di cui all'art. 4 ed al terzo comma del presente articolo.
Quindi, a distanza di 28 anni dall'ultima riforma delle province, oggi si "scopiazza" per spacciare come riforma un semplice cambio di denominazione, con la previsione, entro sei mesi, di poter costituire nuovi Liberi Consorzi. Purtroppo, non nascerà nessun nuovo Libero Consorzio, come non è nata nessuna nuova provincia, il tutto è studiato per non cambiare nulla.
Certo è che, se si produce una riforma di questa "levatura", ci sarà sicuramente molto altro lavoro per il Commissario dello Stato, dott. Aronica. In tutto questo ragionamento, rimane sempre un dubbio: perché tutti si ostinano a chiamarli "Liberi Consorzi", quando alla fine nessun comune potrà scegliere il proprio destino?
Visto che i Liberi Consorzi nasceranno d'imperio, dalla volontà di 90 Parlamentari siciliani, contro ogni elementare regola di democrazia, è più opportuno, visto anche il luogo in cui ci troviamo, chiamarli "Liberi Consorzi Obbligatori".
Filippo Franzone
Portavoce Comitato per lo Sviluppo dell'Area Gelese
Unione di Associazioni
Presidente comitato Progetto Provincia
Infoagrigento
Provincia: sorteggiati gli incarichi per quattro cause
Effettuato stamane nell'aula L. Giglia il sorteggio degli avvocati dei Consigli dell'ordine di Agrigento e Sciacca a cui saranno assegnati quattro incarichi legali per difendere la Provincia Regionale di Agrigento chiamata in causa da diversi soggetti in cause civili. Ad effettuare i sorteggi la commissione composta dal Segretario/Direttore Generale Giuseppe Vella, da Giovanni Butticè, Michele Giuffrida e dal segretario Paolo Antinoro.
Nel giudizio Novembrini Maurizio C/Provincia per risarcimento danni a seguito di sinistro stradale sono stati sorteggiati gli Avvocati Dumas Nicola, Zucchetto Elia e Lo Giudice Salvatore. Nel giudizio Palermo Mariano + altri c/Provincia per il pagamento di compensi professionali sono stati sorteggiati l'avv. Fulco Simona, Epiro Concetta e Avanzato Vincenzo. Nel giudizio Cinquemani Salvatore C/Provincia per risarcimento danni sinistro stradale sono stati sorteggiati gli Avvocati Occhipinti Giuseppe, Epiro Concetta e Urso Giuseppe. Nel giudizio Di Caro Salvatore C/Provincia per risarcimento danni per riduzione orario di lavoro sono stati sorteggiati gli Avvocati Lo Sardo Loredana, Orlando Calogero e Guccione Gaetano.
I legali sorteggiati verranno contattati dall'Ufficio "Affari Legali e Contenzioso" per l'eventuale conferimento dell'incarico.
Il meccanismo del sorteggio, adottato dal Commissario Straordinario Benito Infurnari, entrato in vigore dal 13 dicembre 2013, sostituisce gli incarichi legali fiduciari individuati direttamente dal vertice dell'Ente.
Strade provinciali: finiti i lavori sulle zone di sosta
Si è concluso il primo ciclo di interventi di manutenzione delle aree di sosta realizzate dal Settore Ambiente e Territorio della Provincia Regionale su alcune strade provinciali. I lavori hanno riguardato le aree lungo la SP n. 24 Cammarata-S.Stefano di Quisquina, la SP n. 16 Grotte-Scintilia, la n. 20 Casteltermini-S.Biagio e la n. 36 Bivio Verdura-S.Anna. Sono state effettuate tutte le operazioni previste dal contratto aperto stipulato con l'impresa aggiudicataria dell'appalto (la "Vivai del Sole di Zizzo Giulia"di Marsala), e in particolare la pulizia, scerbatura e fresatura delle aiuole e delle scarpate, la messa a dimora di nuovi alberi, la manutenzione degli steccati di legno e, in alcuni casi, la loro sostituzione.
La manutenzione delle aree di sosta riprenderà nel prossimo mese di aprile, e comprenderanno anche le indispensabili operazioni di scerbatura per evitare un progressivo degrado delle stesse piazzole e ridurre al minimo il rischio di incendi con l'avvicinarsi della bella stagione.
Gli interventi, coordinati dal direttore dei lavori e responsabile di cantiere geom. Vincenzo Dainotto, consentiranno così la piena fruizione di queste aree agli automobilisti e agli escursionisti che, in particolare a partire dalla primavera, le utilizzano con notevole frequenza. Gli interventi sono coordinati dal Gruppo Tutela Ambientale del Settore Territorio e Ambiente, diretto dall'Ing. Bernardo Barone, e composto, oltre che dal direttore dei Lavori Vincenzo Dainotto, dal funzionario responsabile dr. Giovanni Bellavia, dal responsabile unico del procedimento geom. Elio Chibbaro, e dal geometra contabile Ferdinando Parello.
26 gennaio - domenica
GIORNALE DI SICILIA
SOLIDARIETA'. Ordine degli assistenti sociali
«Il volontario assistito», domani incontro al Cupa
«La misura del ritorno volontario assistito». Si terrà lunedì, dalle 9,30 alle 19, al Consorzio universitario di Agrigento, nel contesto delle attività in-formative della quinta annualità di lavoro della rete Rirva, l'incontro promosso da rete italiana per il ritorno volontario assistito, ordine degli Assistenti sociali della regione, Consorzio Sol.co - rete di imprese sociali siciliane, socio capofila Rirva. La finalità dell'appuntamento è presentare la misura del «Ritorno volontario assistito», quale una delle possibili opzioni a disposizione dei migranti per la gestione del
percorso migratorio e formare gli operatori dei servizi di contatto con i migranti per l'informazione e la consulenza all'accesso di coloro che sono interessati ad utilizzarla. L'incontro sarà l'occasione anche per informare sull'evoluzione della rete Rirva, le caratteristiche dei progetti attivi per la realizzazione dei percorsi di ritorno, le procedure di segnalazione dei casi nelle more della piena applicazione di quanto previsto nelle linee guida, che prevedono un ruolo attivo nelle procedure di segnalazione dei casi di Prefetture e Questure. (CR)
IL MOVIMENTO CINQUE STELLLE Nuovo appello per a via Passeggiata Archeologica: «Lavori necessari per i turisti»
Valle, la strada è da salvare
A quaranta giorni dall'ultima richiesta all'Anas Sicilia il Movimento 5 Stelle di Agrigento torna a chiedere la messa in sicurezza ed il ripristino del decoro della via Passeggiata Archeologica di Agrigento, nell'interesse anche dai tanti turisti che decidono di visitare la città e la Valle dei Templi.
«La via Passeggiata Archeologia di Agrigento, dove si trova fra l'altro la pregevole sede dell'Arias, è percorsa ogni giorno - si legge in una nota - da migliaia di agrigentini e da centinaia di turisti sia a piedi che in auto. Essa rappresenta quindi una delle maggiori arterie cittadine e la spina dorsale dei percorsi turistico-monumentali della città. Oggi questa strada, così importante per il collegamento fra la zona nord e la zona sud di Agrigento, ma ancor di più per la propria rilevanza turisti-ca, versa in condizioni di abbandono veramente gravi».
«I marciapiedi, ad eccezione forse di quelli che dalla sede dell'Anas conducono fino ai più vicini bar, sono sconnessi - continua la nota - ed invasi da una vegetazione apparentemente priva di qualsiasi cura. I muretti a secco che la costeggiano sono cadenti ed a tratti già franati, l'asfalto è liscio, l'illuminazione del tutto inadeguata. In molti punti le radici dei pini hanno sollevato l'asfalto creando vere e proprie trappole potenzialmente pericolose per qualsiasi mezzo a due ruote».
«Insomma, oggi la via Passeggiata Archeologica è pericolosa ed esteticamente inadeguata al contesto in cui si trova. Il Movimento 5 Stelle di Agrigento torna a denunciare questo inaccettabile stato di cose ed il silenzio dell'Anas che non si degna di dare una risposta ad una sacrosanta istanza del territorio, forse perché più occupata a concedere attenzioni altrove».
FESTIVAL DEL FOLCLORE. Previsto uno stanziamento di 130 mila euro. Direttore artistico della rassegna è stato nominato Francesco Bellomo
Sagra del Mandorlo in fiore, il programma S comincia con un concedo di Roy Paci
Calogero Giuffrida
E già quasi tutto pronto per la Sagra del Mandorlo in fiore giunta alla 69esirni' edizione, mancherebbero solo gli ultimi ritocchi
Il programma più o meno ufficiale della Sagra 2014 che partirà nei primi giorni cli febbraio è stato presentato ieri durante una conferenza stampa all'ex collegio dei Filippini dal sindaco Marco Zambuto e dal direttore artistico dell'evento Francesco Bellomo.
La novità è che l'Ente parco "Valle dei Templi" e la Provincia di Agrigento daranno il loro sostegno economico al Comune per riproporre la sagra che ogni anno viene messa a rischio dall'esiguità dei fondi.
Si è parlato di uno stanziamento complessivo di 130 mila euro circa, più i 10 mila messi a disposizione dalla Provincia in beni e servizi logistici, come transenne, bagni chimici e altro. Il programma ufficiale della manifestazione dovrebbe essere diffuso venerdì prossimo con un comunicato stampa dell'amministrazione comunale, ma ieri il direttore artistico Francesco Bellomo ha fornito ai cronisti qualche anticipazione.
Ad aprire la 69esima edizione della Sagra del Mandorlo in fiore potrebbe essere nei primi giorni di febbraio il concerto di Roy Paci con l'Orchestra municipale Balcanica. Il 14 febbraio, giorno di San Valentino, sono previsti dei concerti sul tema dell'amore in Sicilia.
Venerdì 22febbraio la scrittrice Simonetta Agnello Hornby verrà insignita della cittadinanza onoraria dal sindaco di Agrigento. Insieme a lei riconoscimenti anche per alcune eccellenze agrigentine. Diverse le rappresentazioni teatrali in programma durante la Sagra 2014, gli autori proposti saranno Luigi Pirandello e Leonardo Sciascia.
Il primo marzo sul palco potrebbe salire il famoso cantautore siciliano Mario Venuti. Il festiva del folclore "I bambini del mondo" andrà in scena da l6 al 10 marzo. Dall'11 al 16 marzo al via il 59esimo Festival internazionale del folklore al quale parteciperanno una dozzina di gruppi stranieri, tra i quali dovrebbero esserci anche Brasile, Thailandia e Spagna. Non mancheranno naturalmente le sfilate dei gruppi e dei carretti siciliani. «Abbiamo preparato già un primo programma, la Sagra del mandorlo in fiore si farà, questo è certo",ha detto ieri il sindaco Zambuto "ringraziando la Provincia di Agrigento clic dopo sei annidi assenza - ha sottolineato il primo cittadino - è tornata a partecipare attivamente all'organizzazione di questo importante evento».
La tradizionale festa agrigentina anche per quest'anno era stata messa a rischio, forse più degli altri anni perché la Regione siciliana ha già chiesto la restituzione dei finanziamenti del 2011 ed ha già avviato le procedure per il 2012 per vecchi affidamenti che non sarebbero regolari. Una questione spinosa che si è abbattuta nei giorni cruciali per l'organizzazione dell'evento sul comitato promotore della Sagra 2014 che comunque si farà con la speranza di richiamare nella città dei templi migliaia d visitatori e turisti.
BIANCHI: PRIORITÀALLE BUSTE PAGA. CROCETTA: I TAGLI METTONO L'ISOLA IN GINOCCHIO. ARONICA: HO FATTO IL MIO DOVERE
Forestali e scuole, stipendio a rischio
Dopo la bocciatura della Finanziaria regionale da parte del commissario dello Stato, governo al lavoro sulle emergenze
Dopo la sonora bocciatura della Finanziaria da parte del Commissario dello Stato, Carmelo Aronica, alla Regione si lavora febbrilmente per tamponare la situazione, Valuteremo le priorità dice l'assessore Luca Bianchi - e nelle prossime ore metteremo a punto delle soluzioni tecniche per far fronte alle emergenze. le emergenze sono gli stipendi, fra 30 e 40 mila buste paga da salvare: quelle dei forestali, dei dipendenti degli enti regionali, di migliaia di lavoratori di enti e associazioni ai quali sono stati bloccati i finanziamenti, scuole e università, il mondo del sociale e della cultura. I fondi stoppati sono circa 500 milioni di euro, la Regione al momento ne avrebbe una sessantina con cui andare avanti