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LA SICILIA


Gli uffici dell'Ato Gesa presid'assalto dagli utenti
PER AVERE CHIARMENTI 115 persone incoda sin dalle prime ore del mattino
Nelle case degli agrigentini arrivanola Tia 2008 e il conguaglio 2013 e l'ufficio utenze si trasforma inuna "bolgia infernale". Alle 10.30 della mattinata di ieri eranogià ben 115 le persone inserite nella lista di coloro che avrebberodovuto essere servite dagli sportelli e 25 quelle che c'erano giàriuscite. Come ci hanno spiegato alcuni presenti, si tratta di unnumero tutto sommato contenuto rispetto l'orario e rispetto aquanto avvenuto nei giorni precedenti. Gli utenti si trovano tuttiammassati in uno stanzone male illuminato e dotato di solo un paio difile di sedie, insufficienti per far fronte al numero impressionantedi utenti, molti dei quali anziani. Così per alcuni di loro nonresta altro che attendere in piedi l'arrivo del proprio turno o,come può succedere, l'arrivo dell'orario di chiusura. A regolaregli ingressi, tra l'altro, non il cartellone elettronico che pure èpresente, ma una lista su carta semplice che gli stessi utenti devonoavere la premura di compilare.
La fila è lunga e, ci dicono alcuniutenti, a volte succede di dover tornare anche due, tre volte aglisportelli prima di poter riuscire ad essere serviti. C'è anche chiarriva alla Zona Asi alle 6 o anche alle 5 di mattina per avere lacertezza di potersi prenotare" un posto. Alcuni, tuttavia, non sonoin attesa solo di poter pagare, ma sono invece in cerca diinformazioni circa le bollette ricevute e su eventuali problemi. "Horicevuto un bollettino con scadenza novembre 2013 solo in questigiorni —ci spiega uno di loro —e avrei voluto capire in che modocomportarmi. Dopo aver atteso a lungo ho deciso di inviare all'AtoGesa una raccomandata, forse è la strada migliore". Diversiutenti, tra l'altro, lamentano l'impossibilità di accedere adinformazioni attraverso il numero telefonico disponibile su internet.Una opportunità, quella di utilizzare la rete, che è di fattoesclusa per le persone anziane, alle quali non resta che prenderel'auto o farsi accompagnare fino al centro direzionale anche soloper chiedere gli orari ci apertura. G.S.


ARS La commissione licenzia il ddlsulla riforma
Città metropolitane e Libericonsorzi
Il testo passa all'Aula
La commissione Affari Istituzionali halicenziato il ddl che prevede l'istituzione di tre Cittàmetropolitane nove Liberi Consorzi di Comuni in sostituzione delleProvince, Ora il ddl passa all'esame dell'Aula. Come abbiamoriferito nei giorni scorsi, il testo prevede l'istituzione di 9Consorzi (coincidenti con gli attuali confini delle province) e 3Città Metropolitane (Palermo, Catania e Messina), I comuni avrannosei mesi per scegliere se aderire alle Città Metropolitane e iconfinanti con altro Consorzio se aderirvi o no. Le funzioni e lecompetenze dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane sarannoassegnate con legge regionale dopo la definizione dei confiniterritoriali. La governance dei Consorzi sarà composta da organi disecondo livello scelti fra gli amministratori ei comuni. Ieri lariforma ha superato il primo gradino. Ma, come vedremo di seguito, lastrada da percorrere è ancora lunga e incerta, dovendo superare loscoglio dell'Aula dove non esiste una maggioranza in particolare suquesta riforma. Le riserve sono tante e trasversali, Non a casoAntonello Cracolici (Pd) che, quale presidente della CommissioneAffari Istituzionali ha vissuto in prima persona il travagliatopercorso della riforma, mette le mani avanti: «Ora non ci sono piùalibi, l'Ars è chiamata a discutere in Aula la riforma delleProvince. Serve un confronto alla luce del sole, senza rinvii nètatticismi». «Questa riforma — aggiunge Cracolici — è il primotassello del riordino del sistema della Pubblica Amministrazionesiciliana, che deve passare anche attraverso il decentramento dicompiti dalla Regione ai Consorzi e alle Città Metropolitane,prevedendo funzioni distinte e autonome fra questi due enti, anche inrelazione ai comuni che vi aderiscono. E, prevedendo quanto succederàin Aula su uno dei punti più spinosi, avverte il ddl «prevedeorgani di secondo livello eletti dai sindaci dei comuni aderenti, chenon riceveranno alcun compenso per la loro funzione. Ed è il caso diribadire che non si può ipotizzare la soppressione di questi organiche sono previsti dallo Statuto regionale e dalla Costituzione. Nello Musumeci (leader dell'opposizione di centrodestra) va alsodo: «Si torna indietro di 50 anni, quando in Sicilia i verticidell'Ente intermedio non venivano scelti dai cittadini, ma dagliapparati dei partiti. Crocetta ha mentito ancora una volta aisiciliani: aveva detto di abolire le Province per fare risparmiaresui costi ed invece ne ha solo cambiato il nome, mantenendo lo stessopersonale, le stesse funzioni, gli stessi immobili. Come se nonbastasse, i debiti degli enti provinciali graveranno sui Comuni, giàal collasso, ed i centri di costo dei Liberi consorzi simoltiplicheranno a dismisura. L'invenzione delle tre CittàMetropolitane è un'offesa al buon senso ed una condanna alle areeinterne che resteranno sempre più isolate e degradate». Ed avverte:«Daremo guerra in Aula perché questa ignobile mistificazionemediatica non crei altro danno alla Sicilia». Toto Cordaro(Pid-.Grande Sud): «E una
sorta di inaccettabile marmellataparlamentare. L'impianto che ne viene fuori trova la sua rado nellanecessità di amalgamare a tutti i costi e in fretta e furia varieipotesi di riforma, spesso in contrasto tra loro. Di fronte ad unasimile proposta esprimiamo forte dissenso che ribadiremo anche inAula».
Francesco Cappella (neo capogruppo delM5t): «Più che una riforma epocale è un brodino, In Aula apriremoun nuovo campo di battaglia perché non è questa la riforma per laquale abbiamo lottato. Staneremo il governo, grande assente ai lavoridella commissione». Giuseppe Milazzo (Ndc) considera la riformaapprovata in Commissione «una base di partenza che occorre colmarenel dibattito d'Aula». Ed annuncia «battaglia sull'elezionediretta dei presidenti dei Consorzi». G.C.


«Foscolo megastore»
Canicattì. Ladri a scuola rubano 5computer e 2 tv
E' di cinque computer e duetelevisori il bottino di un furto avvenuto la scorsa notte ai dannidel liceo classico Ugo Foscolo" che si trova in via Pirandello aCanicattì. I ladri, dopo avere forzato una finestra laterale, sìsono introdotti all'interno della scuola ed hanno portato via ilmateriale informatico e le due tv, una delle quali non funzionante,che si trovavano all'interno dei laboratori.
La scoperta, dell'intrusione notturnaè stata fatta ieri mattina dai bidelli, che hanno immediatamenteavvertito la dirigente scolastica la professoressa Rosanna Virciglio.E' stata lei ad avvertire le forze dell'ordine di quantoavvenuto. Il furto di mercoledi per un valore di un migliaio di euroè
soltanto l'ultimo di una serie diepisodi analoghi che si sono verificati ai danni della scuola.
Nelle occasioni precedenti, i ladriperò avevano preso di mira i distributori automatici di merendine ecaffè portando via soltanto pochi spiccioli. Il classico Ugo Foscoloè dotato di un sistema di allarme ma l'impianto a quanto pare nonfunziona adeguatamente. Come se i delinquenti entrati in azione losapessero. Questo, ha permesso in tutta tranquillità ai ladri dientrare dentro portare via la refurtiva e dileguarsi senza lasciaretraccia perché aiutati dall'oscurità delle tenebre. Indagini incorso da parte delle forze dell'ordine. CARMELO VELLA


DI SICILIA


ACCADEMIA GIOENI
Il pm: la truffa ammonta a 100 milaeuro
La presunta truffa legataall'erogazione dei contributi all'Accademia Gioeni ammonterebbe acirca 100 mila euro, meno di un terzo rispetto alla contestazioneiniziale. A questo calcolo si è giunti dopo che il pm Giacomo Forteha riformulato i capi di imputazione. E ripartita ieri l'udienzapreliminare a carico dell'ex dirigente dell'ufficio di gabinettodel Comune di Agrigento, Salvatore Re; del funzionario di Palazzo deiGiganti, Arturo Attanasio, e della fondatrice dell'Accademia distudi mediterranei "Lorenzo Gioeni", Assuntina Gallo Afflitto.Ieri mattina, dopo la modifica
delle imputazioni, la difesa ha chiestoun termine per esaminare il nuovo capo di imputazione. Il giudiceFrancesco Provenzano l'ha concesso e ha disposto un rinvio al27febbraio. Al centro dell'inchiesta il pagamento dei contributiall'Accademia nel periodo compreso fra il 2005 e il 2008.L'istituto, secondo l'accusa, avrebbe ottenuto il rimborso dellefatture dal Comune nonostante lo stesso contributo fosse stato giàerogato da Provincia e Regione. GECA


LO COMUNICA L'ANAS
Statale «640», tratto chiuso finoal prossimo 15 marzo
L'Anas informa che sarà prorogatafino al 15 marzo 2014 la chiusura al transito, in entrambe ledirezioni, della strada statale 640 tra i km 24100 e 25,000 condeviazione del traffico su percorso alternativo segnalato sul posto.Inoltre, dalle ore 10 di oggi e sino al 15 marzo 2014, nel trattocompreso tra i km 25,000 e 26,000 della stessa strada statale, saràistituito un doppio senso di circolazione. Il provvedimento si rendenecessario nell'ambito dei lavori di adeguamento a quattro corsiedella strada statale tra i km 9,800 e 44,400. L'Anas raccomandaagli automobilisti prudenza nella guida e ricorda che l'evoluzionedella situazione del traffico in tempo reale è consultabile sul sitoweb http: / /www.stradeanas.it/traffico oppure su tutti glismartphone e i tablet, grazie all'applicazione VAI Anas Plus,disponibile gratuitamente in 'Appstore" e in 'Play store".Gli utenti hanno poi a disposizione la web tv www.stradeanas,tv e ilnumero 841-148 'Pronto Anas' per informazioni sull'intera reteAnas.




VIA PIRANDELLO. I malviventi sonoentrati nella notte dopo aver forzato un infisso laterale. Poi sisono diretti nell'aula di informatica Ladri in azione al liceoclassico «Foscolo».
Rubati cinque computer e duetelevisori
Hanno portato via cinque computer edue televisori i malviventi che l'altra notte hanno fatto irruzioneall'interno della sede del liceo «Ugo Foscolo». «Risparmiati» idistributori automatici di alimenti.
Ancora un furto, l'ennesimo, ai dannidi un istituto pubblico visitato nottetempo dai ladri.
Ancora una volta i malviventi, chesecondo una prima ricostruzione della vicenda avrebbero agito ingruppo, hanno rivolto le loro attenzioni al plesso del liceo classico«Ugo Foscolo» di via Pirandello che con il liceo scientifico«Antonino Sciascia» di via Pier Paolo Pasolini condivide sia ildirigente scolastico che il poco invidiabile record di "obiettivopreferito" dei ladri.
Ancora una volta i malviventi,incuranti del sistema di videosorveglianza e di difesa passivi, sonoriusciti ad entrare all'interno dell'istituto scolastico e adappropriarsi di materiale di un certo valore.
Secondo un primo inventano i ladri,dall'aula informatica sit» al piano superiore del plessoscolastico, si sono impossessati di cinque computer, di un televisorefunzionante e di un altro invece guasto. Questa volta i malviventinon avrebbero considerato, al contrario rispetto al passato, disvuotare i distributori automatici di merendine e bevande. Lascoperta del furto è stata fatta al momento della riapertura dellascuola dal personale che ha trovato i segni di scasso in un infissolaterale utilizzato per entrare all'interno dell'edificio eraggiungere la sala informatica. Subito è stata avvertita ladirigente dei licei di Canicattì, Rossana Virciglio, che haprovveduto ad avvertire le forze dell'ordine e a formalizzaredenuncia di furto contro ignoti. Le indagini si annunciano comunquedifficili visto che i sistemi antifurto si sarebbero rivelati inutilisia quelli interni all'istituto che quelli esterni. Lo scorso fineanno un furto ancora più clamoroso aveva interessato il liceoscientifico «Antonino Sciascia» di via Pier Paolo Pasolini. Iladri, infatti, avevano agito quasi a colpo sicuro e si eranoimpossessati di uno stock di computer appena consegnati e nuovi,dimostrando di conoscere non solo i locali ma anche il materialeall'interno. Anche in questo caso le forze dell'ordine nonsarebbero riuscite a venire a capo della vicenda. EG.



Ars, prende 'forma' la 'Truffametropolitana' di Palermo, Catania e Messina




IERI LA COMMISSIONE AFFARIISTITUZIONALI DELL'ARS HA VARATO IN FRETT'E FURIA UN TESTOINCOSTITUZIONALE CHE LA PROSSIMA SETTIMANA ANDRA' IN AULA. DUE GLIIMPROBABILI OBIETTIVI. SALVARE I 'CULI' DELLE GRANDI CITTA' ASPESE DEI PICCOLI COMUNI (CHE VERREBBERO SOPPRESSI); E ISTITUIRE I'LIBERI CONSORZI DI COMUNI' METTENDOSI SOTTO I PIEDI LO STATUTOSICILIANO




Chiusa in modo disastroso la partitasulla cosiddetta legge di 'stabilità' (parola quasi beffarda peri 'casini' combinati dal Governo di Rosario Crocetta), con ilpresidente della Regione costretto, con la coda in mezzo alle gambe,a pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale della Regione la manovrafinanziaria con le parti impugnate, si apre adesso la partita dellquale il nostro giornale parla da settimane: la soppressione di 250,forse 300 Comuni con meno di 30 mila abitanti per provare a salvare iconti dei grandi Comuni.




Ricordiamo che la maggior parte deiComuni siciliani presenta in conti in 'rosso'. Questo risultato èil frutto, in primo luogo, dei mancati trasferimenti dello Stato,della riduzione drastica dei trasferimenti della Regione agli stessiComuni (il Fondo regionale per le Autonomia locali, che fino a dueanni fa ammontava a 900 milioni di euro all'anno, è stato abolitodall'attuale manovra che va oggi in Gazzetta Ufficiale, sostituitodall'opportunità, data agli stessi Comuni, di trattenere l'8,6per cento di Irpef) e di altri problemi.

Gli altri problemi sono rappresentati,ad esempio, dalla folle gestione dei rifiuti attraverso la creazionedei 'mitici' Ato rifiuti che hanno indebitato molti Comuni. Unsistema, quello degli Ato rifiuti, fatto da migliaia di assunzionispesso clientelari (sono circa 13 mila i soggetti assunti in questianni dagli Ato rifiuti) e da una gestione degli stessi rifiuti spessocontrassegnata dalla presenza della mafia. Ma in Sicilia, si sa,tutto fa brodo. E se la mafia fa affari sotto il nome dell'antimafiale 'autorità' sono disposte a chiudere un occhio (e in alcunicasi tutt'e due).




In questo scenario che non è esageratodefinire apocalittico cosa hanno fatto il Governo regionale e leforze politiche che l'appoggiano a Sala d'Ercole, dove comunquenon sono maggioranza? Pensano di risolvere il problema sopprimendo da250 a 300 Comuni, cancellando storie in certi casi millenarie!




Questa follia ha preso corpo da circadue mesi nella più sfasciata Commissione legislativa dell'Ars: laPrima Commissione (Affari istituzionali). Che ieri ha varato infrett'e furia il disegno di legge-papocchio sulle cittàmetropolitane di Palermo, Catania e Messina e sui 'liberi Consorzidi Comuni'. Un disegno di legge, quella approvato ieri non abbiamocapito bene da chi, che fa veramente ridere per la confusione e lapochezza dei contenuti raffazzonati. Un provvedimento che somigliatanto al Governo Crocetta e ai deputati che lo sostengono.




Per la cronaca, la Prima Commissione èpresieduta da Antonello Cracolici, già capogruppo all'Ars esostenitore del Governo Lombardo nella scorsa legislatura insieme conGiuseppe Lumia. Dopo il 'successo' dei quattro anni passati conLombardo (oggi sotto processo per mafia), Cracolici si sta esibendoin questo maldestro tentativo di far sparire da 250 a 300 Comuni.Vedremo come finirà.




L'inizio non sembra dei migliori agiudicare dai commenti. "Più che una riforma epocale - si leggeinfatti nel comunicato del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelleall'Ars - sembra un 'brodino' per il governatore Crocetta,che è ormai prigioniero della sua litigiosa e quanto mai divisamaggioranza e dei suoi annunci televisivi, che, alla luce di quantovisto, non è in grado di mantenere".

"Le uniche cose da salvare di questodisegno di legge - afferma il parlamentare grillino, SalvatoreSiragusa - sono la scomparsa degli organi politici e la proposta(la cui fattibilità è ancora tutta da verificare, considerate ledivisioni tra Governo e maggioranza) di sottoporre a referendumconsultivo ai siciliani la scelta se eleggere direttamente o meno ilpresidente del libero consorzio".




In realtà, Sala d'Ercole si è giàpronunciata suglio organi politici delle Province, cioè suipresidenti delle nove Province e sui nove Consigli provinciali: e,contro il parere del Governo, ha già manifestato la volontà diripristinare gli organi elettovi: sia i presidenti, sia i Consigliprovinciali. Su questo punto in Aula ci sarà battaglia.




"Abbiamo rispettato il nostro impegno- aggiunge intanto il neo-capogruppo dei grillini, FrancescoCappello (che da ieri ha preso il posto di Giancarlo Cancellieri invirtù dell'alternanza) - ma in aula apriremo un nuovo 'campodi battaglia', perché non è questa la riforma per la qualeabbiamo lottato. Staneremo il Governo, grande assente ai lavori dellaCommissione".




"Le continue marce indietro delGoverno, che ha ritirato quasi tutti i suoi emendamenti - aggiungeSalvatore Siragusa - hanno tolto anche quel poco di reale sostanzaa questa legge. In aula si aprirà una partita nuova tra ilMovimento, pronto a cercare di riportare la norma sul piano di unareale, nuova concezione degli enti intermedi, e i partiti, cheproveranno a fare di tutto per restaurare lo status quo. Vedremo seCrocetta manterrà veramente le promesse fatte in tv".




Articolato, ma durissimo, il commentodi Santi Formica, esponente della Lista Musumeci.

"Con l'approvazione del disegno dilegge sulla riforma della Province - dice Formica - si èconsumata, oggi (ieri per chi legge ndr), forse la pagina più buiadal punto di vista della qualità e capacità legislativa dell'Ars,per supportare uno dei tanti 'spot' annunciati in pompa magna dalPresidente Crocetta nei vari salotti televisivi (Giletti in primis).Una maggioranza raccogliticcia è stata 'obbligata' a votare unobbrobrio incostituzionale pur di mandare in Aula un disegno di leggequalsiasi. Basti pensare che in sede di dichiarazioni di voto glion.li Panepinto (PD), Rinaldi (PD), Miccichè (UDC), Tamaio (DRS),oltre ovviamente alle dichiarazioni di tutte le opposizioninaturalmente contrarie alla legge, nelle quali i suddetti deputatidella 'cosiddetta' maggioranza hanno messo a verbale chepresenteranno emendamenti per prevedere l'elezione diretta deicomponenti dei nuovi enti territoriali intermedi, e ciò per renderecostituzionale un testo, che attualmente non lo è, e per rispettodella democrazia e dei cittadini elettori".




"E' appena il caso qui disottolineare - prosegue la nota di Formica - che tutti i soggettiauditi in Commissione (ANCI, URPS, SINDACATI, SINDACI e soprattuttoesperti costituzionalisti) hanno letteralmente stroncato il disegnodi legge in tutte le sue previsioni e fondamentalmente laddoveprevede la elezione di secondo livello, affermando, concordemente econ numerose sentenze della Corte Costituzionale, depositate agliatti, che l'elezione degli organi degli enti territoriali intermedideve essere diretta e di primo grado".




"E' ancora il caso di sottolineare- continua impietose l'esponente della Lista Musumeci - che ilGoverno ha presentato e via via ritirato ben cinque disegni di leggediversi, per poi arrivare al culmine della follia istituzionale dipresentare e contemporaneamente ritirare emendamenti di riscritturadei vari articoli, o addirittura, con il Presidente Crocetta che, afronte dei rilievi che venivano mossi dai commissari e dagli uffici,proponeva soluzioni che subito dopo, di fronte ad ulteriori rilievi,capovolgeva nel contrario di quello che aveva detto un minuto prima,purché si arrivasse comunque ad un esito, in un crescendo'Rossiniano' che è la più clamorosa delle conferme che a 'lui'interessa solo supportare il suo 'spot' da Giletti".




"Annunciamo, sin da adesso -precisa Formica - che presenteremo in Aula eccezione diincostituzionalità del testo in via preliminare, e ovviamente siamocerti che il Commissario dello Stato, che ha dimostrato tutta la suaimparzialità, non potrà esimersi dal 'bocciare' la legge. Icittadini devono sapere che gli si vuole togliere il diritto di votoper lasciare il posto ai trombati della politica e agli amici degliamici, moltiplicando i centri di spesa senza il controllo deglielettori attraverso le nomine dirette utili a sfamare gli appetitidel Presidente e della sua maggioranza".




Anche Giuseppe Milazzo, parlamentaredel Nuovo centrodestra democratico, mette le mani avanti: "Considerola riforma, approvata in Commissione 'Affari Istituzionali'dell'Ars, come una base di partenza che occorre colmare neldibattito d'Aula che ne seguirà".

"Le richieste sulle quali daròbattaglia in Aula - dice Milazzo - sono: L'elezione diretta deiPresidenti dei Liberi Consorzi; la scelta degli Assessori tra icomponenti dell'Assemblea degli stessi; i rappresentanti dei Comunidevono essere eletti dai Consiglieri comunali tra gli stessiConsiglieri e il Sindaco. Per quanto riguarda le Città metropolitanechiedo che vengano dati più poteri alle Circoscrizioni con compitiassegnati per legge e adeguatamente finanziati".

Milazzo, che non ha partecipato al votoin Commissione, si dice pronto ad una mediazione su questi punti comegià concordato con il Governo.




Da questo passaggio - elemento che lapolitica siciliana continua a nascondere - viene fuori l'operazionetruffaldina che il nostro giornale denuncia da mesi: e cioè il fattoche i Comuni che finiranno dentro le Città metropolitane di Palermo,Catania e Messina verranno soppressi e 'saccheggiati' perrisanare i bilanci dei Comuni di Palermo, Catania e Messina. Questo -lo ribadiamo ai nostri lettori, ma anche ai cittadini dei Comunidislocati attorno a queste tre città - è il disegno politico, anostro avviso folle, del Sindaco di Catania, Enzo Bianco, del Sindacodi Palermo, Leoluca Orlando, e del Governo di Rosario Crocetta.

Un progetto folle che si sostanzia, difatto, nel tentare di salvare il 'culo' a Palermo e a Catania enel trasformare in squallide periferie i Comuni che finiranno inqueste 'trappole metropolitane'. Complimenti a Crocetta, adOrlando, a Bianco e a quei deputati del PD (non tutti in verità) chesponsorizzano questa 'genialata'.




Critico anche il parlamentare di ForzaItalia, Vincenzo Figuccia. "Al di la dei proclami - dice -cominciano ad intravedersi le gravi criticità che questa riforma,voluta fortemente da Crocetta e i suoi alleati, produrrà".

"Da una recentissima simulazionedella Corte dei Conti, su base nazionale - aggiunge Figuccia - èstato evidenziato che i risparmi determinati dalla riforma sonoipotetici ed irrisori. Oltre a ciò, certamente le nuove Cittàmetropolitane, che già, da capoluoghi di provincia, salvo rareeccezioni, non hanno brillato nella gestione della rete dei servizi,faranno ancora peggio con l'ampliamento territoriale".

"Per non parlare, poi - dice sempreil parlamentare di Forza Italia - dell'esigenza, che non è stataper nulla affrontata, di riformare la burocrazia e di pervenire allosnellimento delle pratiche burocratiche che, in un bacinometropolitano, devono fare sentire le Istituzioni più vicine aicittadini".

"Sarebbe occorso - conclude ildeputato - che fossero state approfondite queste problematiche.Invece, la corsa contro il tempo, ha prodotto un grande papocchio cheavrà l'unico risultato di far perdere ogni connotazione tipica aiComuni che rischieranno di diventare periferie-ghetto".


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