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 Rassegna stampa 8- 9- 10 febbraio 2014


Sabato 8 febbraio 2014
Cupa, servono fondi
nuovo incontro col rettore La Galla
Dopo il sostanziale «nulla di fatto» al tavolo tecnico di ieri al Consorzio Universitario, sarà il rettore dell'università di Palermo Roberto La Galla ad ascoltare le richieste dei soci fondatori del Cupa, Comune, Provincia e camera di Commercio, che so iniziativa del sindaco Zambuto, si incontreranno questa mattina alle 11 al Municipio per provare a trovare una soluzione che impedisca al Consorzio, un'ingiuriosa fine. «Il nostro obietti'. o prioritario - ha detto ieri il sindaco a margine dell'incontro - è quello di arrivare alla scadenza del 14 febbraio, con una precisa e chiara offerta formativa da presentare dagli studenti e lavorare con i soldi già sicuri. Con La Galla si do'.rà capire se ci sono le condizioni per ottenere maggiori fondi», I tagli ad alcuni corsi, annunciati dal Cda del polo nei giorni scorsi, sembrano infatti destinati ad essere definitivi, con buona pace (li chi ha investito su questi rami della formazione universitaria o per chi non può permettersi un figlio fuori sede. Ieri mattina, il tavolo tecnico svolto al Cupa non ha lasciato molti margini in questo senso «Non ci sono soldi — ha ribadito lapidaria la presidente Maria immordino - i finanziamenti regionali non bastano. I soldi dei soci fondatori ci sono, è vero, ma molti soci ordinari come i Comuni, si stanno tirando indietro proprio per ristrettezze ai rispettivi bilanci che non lasciano molti margini a finanziare l'università. L'unica soluzione - ha aggiunto - poò arrivare dalla Regione». Alla riunione, ha preso parte, oltre al commissario della Provincia, Benito Infurnari e al funzionario regionale Olimpia Campo, capo gabinetto della formazione e dell'istruzione, anche il deputato regionale Michele Cimino secondo il quale, «il problema può essere risolto cercando di capire cosa realmente il consorzio vuole attivare per gli studenti agrigentini «Sicuramente - sostiene Cimino - la Regione come ogni anno farà il proprio dovere garantendo la copertura finanziaria». Intanto, quella di oggi, sarà una nuova giornata di protesta per la scuola agrigentina. Alle 9 da piazza Cavour partirà la manifestazione »Salviamo la cultura— Salviamo Agrigento», organizzata dall'associazione '41 cambiamento» contro la soppressione dei corsi di laurea in Ingegneria Informatica e Gestionale e Servizio Sociale. L'associazione, già nei giorni scorsi, aveva scritto al rettore dell'università degli studi di Palermo, invitandolo a prendere in considerazione eventuale compartecipazione di privati investitori della nostra provincia che andrebbero a collaborare al buco economico eventuale. Il corteo si muoverà da Piazza Cavour per arrivare sotto il palazzo della Prefettura. Per i rappresentanti degli studenti del Polo didattico di Agrigento dei corsi di laurea di Ingegner a gestionale ed informatica, Beni Culturali, Archeologia, Architettura e Giurisprudenza, però, l'iniziativa del movimento, sarebbe prematura. «Il corteo- scrivono in una nota - è da noi ritenuto organizzato in maniera prematura e poco adeguata ai fini della protesta ma in assenza di adeguate risposte istituzionali nelle sedi opportune, il Coordinamento dei rappresentanti degli studenti di facoltà promuoverà tutte quelle iniziative utili a sensibilizzare l'opinione pubblica e stimolare la più ampia solidarietà dei cittadini e del mondo dell'associazionismo».




Riforma delle Province, se ne parlerà lunedì a Roma. Udc e Pd proveranno, insieme agli altri pezzi della maggioranza (Articolo 4, Drs e Megafono), a trovare un accordo.
intanto i tecnici per approvare la legge sì fanno serrati, la scadenza è il 15febbraio o si tornerà alle urne. Lunedì si dovrà trovare la quadra, martedì l'aula si riunirà proprio perla discussione dei testo sulle Province. ieri è stato d giorno del faccia a laccia romano fra il ministro Gianpiero D'Alia e Davide Faraone, responsabile Welfare della segreteria di Renzi e uomo dei sindaco di Firenze. Sui tavolo la questione Province ma anche le frizioni degli ultimi giorni. D'Alia avrebbe assicurato che l'Udc presenterà liste autonome per le europee, differenti da Forza Italia. Quanto basta per provare a distendere il clima e a superare lo scoglio Province.
Del futuro del governo (e di un eventuale rimpasto) se ne riparlerà invece dopo il congresso dei democratici, un nuovo incontro è fissato infatti per 1118 febbraio e a sedersi al tavolo sarà il nuovo segretario Pd. intanto all'incontro di lunedì prenderanno parte per l'Udc lo stesso D'Alia, il capogruppo all'Ars Lillo Firetto e l'assessore Patrizia Valenti mentre il Pd sarà rappresentato da Faraone, dai capogruppo Baldo Gucciardi e Antonello Cracolici, presidente della prima commissione. «Perché un nuovo vertice? Lunedì sapremo, in commissione il testo era stato votato da tutti)> dice Cracolici, Ci sarà anche li presi ente Rosario Crocetta, assente invece il segretario uscente del Pd Lupo che apprende della riunione di lunedì prossimo mentre in conferenza stampa parla delle primarie.
«Chiariamo una cosa — dice sorridendo —per una volta, sulla questione Province, mi trovo d'accordo con Cracolici». Poi spiega: «Elezioni di secondo livello e taglio dei costi sono gli obiettivi. In commissione è stato condiviso un testo, lo ha votato anche l'Udc ,Non capisco perché adesso un vertice a Roma, Le, sede per parlare della riforma delle Province è l'Ars».


La Sicilia


Cupa, il tavolo tecnico sul futuro dei corsi ha "partorito" un altro "tavolo". Questa mattina, infatti, al Comune di Agrigento i soci fondatori del consorzio e i vertici dell'università agrigentina incontreranno il rettore dell'Unipa Roberto La- galla per tentare di salvare il salvabile. La data termine entro la quale trovare le somme necessarie a coprire i corsi di studio 2014 è quella del 14febbraio, così come stabilito dal Ministero all'istruzione e al momento, come è emerso durante il confronto di ieri, mancano all'appello oltre 2 milioni e 300mila euro. Confronto, va detto, sostanzialmente disertato dalla deputazione regionale e nazionale ad eccezione dei parlamentari Ars Michele Cimino e Matteo Mangia- cavallo, così come dai vertici della Regione, e al quale hanno però partecipato il prefetto Nicola Diomede, l'arcivescovo Franco Montenegro. Il quadro tracciato in questo momento è molto chiaro: fermo restando l'impegno da parte dei soci a garantire le somme previste, il Cupa attende oltre I milione e 400mila euro dalla Regione
come contributo annuale ma le somme sono disponibili a causa dell'impugnativa da parte del commissario dello Stato. A questo si aggiunge una necessità da parte del consorzio affinché l'università di Palermo riduca dal 50 al 35 per cento la copertura che dovrebbe versare il polo agrigentino rispetto al complessivo dei corsi, ammontante a 2.650mila euro. Se entrambe le cose dovessero avverarsi entro la data di San Valentino tutti i corsi sarebbero salvi. Altrimenti al Cupa non resterebbe che attuare quanto già annunciato dal Cda il 24gennaio: eliminare tutti i corsi eccetto Architettura e Giurisprudenza. Un atto che il presidente Immordino ha definito "provocatorio" ma che, nei fatti, è contingente rispetto alla necessità di garantire la copertura economica. Adesso, come richiesto dal Comune di Agrigento, si terrà un primo incontro con il rettore cui seguirà, su proposta del deputato Cimino, un nuovo incontro martedì 11 febbraio all'Assessorato regionale.
Intanto gli studenti dei corsi da "sacrificare" come Servizio sociale e Beni culturali sono sul piede di guerra e nella giornata di oggi terranno una manifestazione di protesta. Gli stessi hanno già avviato una raccolta di firme contro la decisione del Cupa. "Non possiamo pagare noi la crisi — hanno scritto-".


Domenica 9 febbraio 2014


Giornale Di Sicilia


SS 189 si affida l'incarico
Primo importante passo verso l'ammodernamento dal tracciato della Statale 189 che collega Agrigento con Palermo. La Provincia ha infatti pubblicato l'avviso di gara, con procedura aperta, per l'affidamento del servizio di progettazione preliminare di ammodernamento della statale 189 Della Valle del Platani" per il tratto di sua competenza, con un importo dell'appalto pari a 3.364 669 euro. L'apertura delle offerte economiche della gara si terrà il 26 febbraio alla 10 e la commissione che è stata incaricata di valutare le offerte pervenute opererà in seduta pubblica, presso la sede della Provincia in via Acrone. Si tratta del prime importante passo dopo che l'Anas ha approvato il progetto esecutivo e ha autorizzato il contraente generale all' avvio dei lavori di ammodernamento del tratto funzionale rotatoria Bolognetta - svincolo Manganaro, dal km 14,1 al km 48 dell'"Itinerario Palermo-Agrigento", compresi i raccordi con le attuali strade statali 189 "Della VaIle dei Platani". I 'Anas vuole mantenere gli impegni per la prosecuzione dell'ammodernamento dell'itinerario Palermo-Agrigento che rappresenta una priorità strategica per la viabilità siciliana.
L'intervento si riferisce a un tratto di circa 34 km dell'itinerario complessivo 'Palermo-Agrigento', denominato "lotto2",che va dall'attuale svincolo "Bolognetta" (al km 238 ), articolato in 'Lotto 2a': 2 corsie di 24,9km e al 'Lotto 2b': 2 corsie 1cm 238 circa per ogni senso di marcia, dallo
121) allo svincolo "Bivio Manganaro- Bolognetta inclusa a dopo lo svincolo Vicari Nord escluso, allo svincolo manganaro" (al 1cm 204 dell'attuale stata- lo Vicari Nord per una lunghezza svincolo Manganaro incluso, per 8,5km
Sono previste numerose opera e, in particolare, una galleria artificiale, 5 nuovi viadotti 12 svincoli, oltre ad interventi di restauro, miglioramento sismico e adeguamento di 16 viadotti e ponti esistenti. Importante attenzione all' impatto ambientale, con opere di mitigazione e di salvaguardia che consentono un inserimento ottimale dell'infrastruttura nel contesto naturale e con grande rilievo rivolto alle attività di monitoraggio ambientale" Il tempo di esecuzione, per la realizzazione delle opere è fissato in 1.200 giorni naturali e consecutivi (circa 3 anni e 4 mesi). L'itinerario complessivo 'Palermo Agrigento' è inserito nel primo programma delle infrastrutture strategiche approvato con la Legge Obiettivo del 2001. Le strade statali 121 e 189 assolvo- no al diversi) ruolo di raccolta a smaltimento del traffico viario proveniente dai comprensori interni della Sicilia centro-occidentale verso i capoluoghi di Palermo e Agrigento, collegandoli coi) direttrice Nord-Sud. L'itinerario rappresenta, inoltre, il collegamento principale degli agglomerati industriali cli Porti) Empedocle, Aragona, Favara e Casteltermini-Valle del Platano con gli agglomerati industriali di Lercara Friddi e Termini Imerese, garantendo altresì l'accessibilità anche ad altri importanti agglomerati urbani quali Marineo, Corleone, Baucina, Ciminna, Roccapalumba Alia ed interessando così un' ampia porzione di un territorio cli particolare importanza nell'economia isolana.


sicilia24h.it
Nota Pd sul polo universitario


E' opinione di questo partito che la cultura vada difesa e promossa in quanto investimento sulle generazioni future.
Pertanto, non si comprendono le ragioni sottostanti ad una eventuale scelta di ridurre l'offerta formativa del polo di Agrigento a soli due corsi di laurea, eliminando dal  piano  di  offerta formativa  per  l'A.A.  2014/2015 i  corsi  di  laurea  in  Servizio  Sociale  e    in  Ingegneria  Informatica  e  Gestionale.
Riteniamo  che  la contrazione dell'offerta formativa,  qualora  venisse  confermata,  non solo potrebbe danneggiare  gravemente  il  futuro  degli  studenti,  creando  in  un  periodo  di  grave crisi,  un  disagio economico  e  sociale  per    le  loro  famiglie ma anche vessare un territorio già pesantemente ferito dagli effetti della recessione economica.
Il  Polo Universitario nella Provincia di Agrigento rappresenta una opportunità di sviluppo economico per questa Provincia. La Nostra Storia ci insegna come questa terra di frontiera sia storicamente votata all'accoglienza ed all'incontro tra i popoli del Mediterraneo. E' di tutta evidenza, dunque, come il Polo si presti a diventare "L'Università del Mediterraneo" cioè il laboratorio culturale in cui i popoli del mediterraneo incontrandosi e confrontandosi,  si scambino arti e saperi.
Nel progetto di armonizzazione dei diritti ed integrazione dei  popoli  in atto in Europa, non può sfuggire che la Nostra Provincia sia geograficamente e culturalmente, naturalmente votata ad essere IL  ponte culturale del Mediterraneo.
Pertanto,
Impegnandoci a lavorare alla redazione di una offerta formativa che sia di eccellenza e, perché no, anche di richiamo per studenti non residenti in Sicilia;
Impegnandoci a rendere la Città di Agrigento una Cittadina Universitaria ovvero a misura di studente;
Impegnandoci a creare una perfetta sinergia tra gli enti soci del consorzio anche al fine di riportare la cultura nel cuore della Città;
Parteciperemo al tavolo tecnico istituito presso il Polo Universitario per spiegare le Nostre idee in merito alla Cultura ed alle prospettive di  sviluppo economico per questa città e saremo in Piazza Cavour  Sabato 8 febbraio dalle ore 9:00 a fianco degli Studenti del Polo Universitario di Agrigento, per chiedere che non vengano eliminati dall'offerta formativa del Polo i corsi  di  laurea  in  Servizio Sociale  e    in  Ingegneria Informatica  e  Gestionale .
La Cultura non è un mero capitolo di un bilancio ma un INVESTIMENTO redditizio volto a  creare un futuro migliore.


Agrigentonotizie.it


Primo spettacolo previsto dal programma della 69esima edizione della kermesse.
Sul palco del teatro Pirandello uno spettacolo live dalle sonorità trascinanti Si è alzato ufficialmente il sipario della Sagra del mandorlo in fiore. Giunta all'edizione numero 69, per la quale si sono levate polemiche già nei giorni appena precedenti il suo avvio a causa di una serie di problemi legati alla organizzazione, la kermesse ha preso inizio ieri al teatro Pirandello. La banda Municipale Balcanica e l'artista siracusano Roy Paci hanno tenuto un concerto. Non il pubblico delle grandi occasioni, al "Pirandello" non vi è stato lo sperato tutto esaurito. Puglia e Sicilia, l'orchestra Balcanica ha aperto il concerto ed ha messo sul palco un live applaudito e gradito dagli spettatori. Non ha deluso le aspettative Roy Paci, la sua musica e il suo estro hanno divertito e "scosso" gli spettatori del Pirandello. Uno show diviso in due parti: la prima fatta da dolci melodie e la seconda è stata preda di passione e follia. Roy Paci ha suonato la carica e Agrigento ha risposto ballando.


Gli studenti agrigentini scendono in piazza: "Il Polo universitario non si tocca"
Manifestazione dopo la decisione del Cda dell'Ateneo di sopprimere i corsi di laurea in Servizio sociale e Ingegneria informatica e gestionale a causa della carenza di risorse finanziarie "Il Polo non si tocca". Hanno urlato così questa mattina glistudenti agrigentini, scesi in piazza dopo la decisione del Cda dell'Ateneo di sopprimere i corsi di laurea in Servizio sociale e Ingegneria informatica e gestionale a causa della carenza di risorse finanziarie. Appuntamento alle 9, megafoni, bandiere e striscioni tutti insieme per dire no ai tagli del Polo universitario. Attualmente sono attivi i corsi di "Architettura a ciclo unico" e"Giurisprudenza a ciclo unico"(questi due resteranno anche il prossimo anno);"Servizio sociale" e "Ingegneria informatica e gestionale" (per questi due corsi è prevista la soppressione);"Beni Culturali"e Specialistica in Archeologia"(per questi due corsi il mantenimento è condizionato alla riduzione della compartecipazione da parte del Polo dal 50 percento al 35 percento).


Livesicilia.it

Come fu smontato il "tavolino" della munnizza siciliana
Si è tornati recentemente a parlare (Sole 24 Ore on line, Live Sicilia) di tangenti a proposito della vicenda dei termovalorizzatori in Sicilia. Una sentenza del TAR Sicilia (maggio 2013) che respinge, come altre sei di identico contenuto, un ricorso contro l'annullamento del relativo bando (operato, come si ricorderà, all'epoca del governo Lombardo), ricostruisce la trama delle offerte presentate dalle imprese interessate. Ne viene fuori uno spaccato di corruzione poco esplorato, ci sembra, almeno fino a questo momento. Malgrado proprio in questi giorni tornino di moda gli ipocriti editti contro la corruzione in Italia (la cui stima, 60 miliardi per anno, è fasulla perché calcolata da quattro anni "ad minchiam" , cioè il 3-4% del PIL).
Proviamo a ricostruire la vicenda. Nel giugno 2003, il Presidente Cuffaro, dopo apposite procedure, assegnava a varie associazioni di imprese, una convenzione ventennale per il trattamento e l'utilizzo mediante termovalorizzazione della frazione residuale dei rifiuti urbani al netto della raccolta differenziata prodotta nei Comuni della Regione Siciliana.
Procedura annullata da una sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, nel luglio 2007, poiché il bando che dava origine al processo di aggiudicazione avrebbe dovuto essere reso pubblico mediante la pubblicazione nella GUCE (Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea).

Seguono una serie di passaggi sino all'apertura di una procedura negoziata cui non partecipa alcuna impresa e l'ARRA Sicilia (Agenzia Regionale Rifiuti e Acqua), che nel frattempo era subentrata al Commissario, procede alla risoluzione per inadempimento.

Gli originari affidatari - vale a dire le società consortili Sicilpower, Tifeo Ambiente, Palermo Energia Ambiente, Platani Energia Ambiente - nonché alcune delle singole imprese associate (Falck, Ercole Marelli, SIAG, Elettroambiente, Panelli), malgrado la sentenza della Corte di Giustizia avesse ritenuto illegittimo l'affidamento in loro favore, contestano il tutto.

Colpo di scena: un decreto regionale del 2010 (Lombardo) ribadisce l'annullamento di tutta la procedura e della relativa Convenzione e questo in ragione e per effetto della sentenza della Corte di Giustizia. Ma, nel giustificare l'annullamento, aggiunge due ulteriori motivi:

a) l'illecito collegamento tra i raggruppamenti volto ad alterare la concorrenza ed a determinare una sostanziale turbativa nel libero gioco delle offerte;

b) la circostanza che una della imprese, l'Altecoen, associata a due dei quattro raggruppamenti concessionari, era risultata soggetta a infiltrazioni da parte del crimine organizzato.

Concentriamoci sull'illecito collegamento. Il bando originale prevedeva che le offerte avessero un comprensorio territoriale di competenza "geograficamente corrispondente ad uno più ambiti territoriali ottimali con popolazione residente preferibilmente non inferiore al 20% della popolazione dell'intera regione siciliana; ancora, un sistema proporzionato alle esigenze del territorio che fosse dimensionato e che tenesse conto delle migliori condizioni di protezione ambientale".

In sostanza, ogni offerente sotto il profilo dell'ambito territoriale in cui decideva di operare,poteva fare come meglio avesse ritenuto in base alle proprie capacità, cercando ("preferibilmente", non obbligatoriamente) di coprire una o più ATO (Ambito Territoriale Ottimale) corrispondenti, demograficamente parlando, ad un quinto della popolazione con queste uniche condizioni:

- non frammentare gli ATO al loro interno;

- che ciascuna concorrente presentasse, a pena di esclusione, una sola proposta per ciascun ATO o gruppo di ATO;

- che non venissero presentate dalla medesima impresa, sia in forma singola che associata, due proposte per il medesimo ATO.

In queste condizioni era altissima, come può vedersi, sia la possibilità di intersezione tra le offerte, sia la circostanza che alcun ATO rimanesse scoperto, al contrario di altri, sia infine che vi potesse essere sovrapposizione territoriale delle offerte presentate dai RTI (Raggruppamenti temporanei di impresa) nei quali erano presenti le medesime imprese (Elettroambiente, Enel, AMIA, Altecoen) le quali si erano inserite a coppie in tutti e quattro i raggruppamenti.

Cosa avviene? Si verifica un caso che gli esperti di calcolo statistico giudicherebbero possibile una volta su 942 milioni nel caso si faccia riferimento ai comuni serviti e di uno su oltre 2500 se invece si faccia riferimento agli ATO. Le quattro RTI aggiudicatrici avevano presentato quattro offerte diverse che non si interessavano né si sovrapponevano tra loro ma coprivano addirittura tutti gli ATO senza lasciarne scoperto neanche uno.

Si legge nella sentenza prima citata: "Al di là dell'utilizzo di formule matematiche è palese che una totale evenienza non avrebbe plausibilmente potuto mai verificarsi in assenza di un preventivo scambio di informazioni tra gli RTI o, meglio ancora, in assenza di un quanto mai probabile "preconfezionamento" delle offerte a tavolino, in considerazione di già illustrati elementi di collegamento tra i vari raggruppamenti".

Ancora più inquietante un giudizio del TAR ad avviso del quale assume particolare rilevanza il fatto che "... i soggetti partecipanti, riuniti in raggruppamenti tra loro collegati, abbiano chiaramente posto in essere accordi illeciti... che , attraverso il preventivo accordo, tenuto conto dei contenuti del bando ed alla luce di un'ottima conoscenza del territorio (anche in ragione della presenza di molte società siciliane all'interno dei vari RTI) hanno posto in essere un meccanismo anticoncorrenziale, nella piena consapevolezza della illegittimità del loro operato e con il chiaro intento di aggiudicarsi la gara al di fuori dei legittimi sistemi di aggiudicazione..."

Ora, di questo "tavolino", smontato al momento giusto, abbiamo finora avuto notizia (a parte gli accenni prima ricordati) nei soliti pamphlet che denunziano la Sicilia corrotta sul modello di grande successo editoriale Rizzo-Stella? O, nelle geremiadi che si innalzano in questi giorni, a proposito della corruzione in Italia, con esemplificazioni che quasi sempre hanno il colore del Sud?

Ancora, una vulgata diffusa attribuiva alle grandi imprese del Nord la missione di stroncare con il loro arrivo in Sicilia mafia e corruzione creando un formidabile effetto dimostrazione per le aziende locali. Qui, è come se occorresse leggere la vulgata al contrario: quando le grandi imprese del Nord arrivano in Sicilia, portano o subiscono un effetto contaminazione all'insegna del motto "regione infetta, imprenditori esterni corrotti".

Se non prendiamo un abbaglio, la politica siciliana e l'antimafia politicante hanno mantenuto un silenzio assordante: ignoranza o complicità? Non per benaltrismo ma se pensiamo alle paginate, denunzie, interrogazioni, ordini del giorno sull'affare dei pannoloni... . Del quale, per inciso, ignoriamo ancora il finale!

Ps Per quale ragione, contrariamente ad altri casi assai più bagattellari, dopo le sentenze del TAR, non si è dato avvio ad una azione risarcitoria nei confronti delle imprese cui si imputa di aver truccato la gara sui termovalorizzatori? Impedendo, in tal modo, alla Sicilia di disporre di impianti essenziali per un idoneo ciclo di smaltimento dei rifiuti, alternativi al vetusto, seppur assai redditizio per i suoi gestori, sistema delle discariche?


Ars, trecento euro in meno. Il taglio degli stipendi è tutto qui
Trecento euro. La spending review, in fondo, è tutta qua. La riforma "storica" con la quale i deputati regionali hanno "allineato" le proprie buste paga a quelle delle altre Regioni, in fondo, è tutta qua. Trecento euro. Questo il "sacrificio" compiuto dai parlamentari siciliani, e venduto ai cittadini come una vera e propria "mutilazione". Quando si trattava, invece, di una semplice accorciatina alle unghia.

Trecento euro. Per ottenere questo risultato, il Parlamento che avrebbe dovuto semplicemente applicare il decreto Monti sui costi della politica, si è deciso a creare una Commissione ad "hoc". Un gruppo di deputati "convocati" per operare un semplice "copia e incolla" della norma nazionale. Ma anche questa semplice operazione, in Sicilia, è stata utile a creare divisioni, polemiche, fratture. E persino la dimissione del presidente di quella Commissione, Antonello Cracolici. Che - senza troppi giri di parole - aveva denunciato: "I miei colleghi vogliono traccheggiare". Cioè vogliono evitare il taglio. La mutilazione. Vogliono limitare i danni.

E in effetti, in un certo senso, il risultato è stato centrato. Se è vero, infatti, che alcuni costi della politica - soprattutto i finanziamenti ai gruppi parlamentari - sono stati (finalmente) ridimensionati, non si può dire lo stesso per la busta paga dell'onorevole siciliano. Dove l'annunciato intervento di "chirurgia estetica" si è rivelato un "ritocchino". E sono i numeri a raccontare questo paradosso. I numeri che contanto. Quelli, cioè, che fanno riferimento allo stipendio "netto" del deputato. Abbiamo messo a confronto, infatti, le buste paga di un deputato regionale. La prima è del novembre del 2013, la seconda è quella del gennaio 2014. In mezzo, appunto, l'approvazione del decreto Monti. Qual è quindi il risultato per le tasche del parlamentare? Se a novembre lo stipendio netto si attestava sugli 8.667 euro, dopo l'"epocale" applicazione del decreto Monti il "netto" dello stesso deputato è sceso a... 8.315. Poco più di trecento euro, insomma. Le riduzioni per lo stipendio dei deputati sono tutte qua. Anche perché l'eventuale taglio dei 3.100 euro destinati ai "portaborse" è stato per il momento "attutito" dalla norma che mantiene in piedi i "contratti vigenti al 31 dicembre 2013". Con la conseguente corsa dei deputati, negli ultimi giorni dell'anno scorso, a mettere sotto contratto i collaboratori. Pur di non rinunciare all'indennità.

Ma com'è possibile che il taglio di quello che era uno stipendio da 14 mila euro lordi alla quota "italiana" degli 11.100 comporti una rifuzione "reale" (cioè al netto) di poche centinaia di euro al mese? La soluzione del rebus, a dire il vero, era stata in parte prevista. Con la norma approvata dall'Ars, infatti, si fissava semplicemente l'asticella a quota 11.100 come somma dell'indennità e della diaria. Due voci diverse per natura. Mentre infatti la prima (che ammontava a oltre 5.200 euro netti) era una voca sottoposta a tassazione, lo stesso non si può dire della "diaria" che - in quanto rimborso spese - non era tassabile. Ma la norma che applica il Decreto Monti, come detto, si limitava a fissare quel limite. Come "distribuire" le quota tra quella tassabile e non tassabile era demandata all'Ufficio di presidenza. Che in effetti ha deciso. Ampliando un po' la superficie "netta" (da 3.500 a 4.500 euro) e restringendo quella sottoposta a imposte (da 10.700 a 6.600). Il risultato di questa operazione è nelle foto che vi mostriamo: il confronto delle due "distinte" destinate allo stesso deputato. La differenza reale per il deputato tra il regime "pre" e "post" spending review è di 300 euro.

Ma in alcuni casi - ed ecco il paradosso nel paradosso - per qualche deputato il recepimento del decreto Monti sui tagli alla politica si è tradotto con un... aumento di stipendio. Incredibile ma vero. Pochi giorni dopo l'approvazione della norma che adegua gli stipendi degli onorevoli siciliani a quelli del resto d'Italia, infatti, una decisione del consiglio di presidenza dell'Ars ha "creato dal nulla" una nuova indennità di funzione: i capigruppo infatti guadagneranno 1.160 euro lordi al mese in più. Un bonus che fino a oggi non era previsto tra quelli destinati ai deputati siciliani. Qualcuno - compresa l'assurdità della norma - ha già deciso di rinunciare. È il caso del capogruppo del Movimento cinque stelle Giancarlo Cancelleri (poi sostituito da Francesco Cappello), e di quello del Pd Baldo Gucciardi. Mentre dal coordinatore regionale di Forza Italia Vincenzo Gibiino è arrivata una "condanna" nei confronti della decisione della decisione dell'Ufficio di presidenza. Alla quale non è seguita nessuna formale rinuncia del capogruppo. Già, per una decina di parlamentari - un numero frutto di deroghe a mini-gruppi e che potrebbe crescere con la nascita eventuale di nuovi gruppi all'Ars - l'epocale riduzione delle indennità si è tradotta in un aumento di stipendio. Una magia.

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