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GIORNALE DI SICILIA


POLO UNIVERSITARIO
Tagli ai corsi, nuovo appello dei consiglieri di opposizione
"L'investimento nella formazione rappresenta da sempre l'investimento nel futuro di un territorio e di una comunità. Ed in mancanza, il futuro della stessa comunità è pregiudicato irrimediabilmente".
Lo sostengono in una nota congiunta, i consiglieri comunali di Forza Italia, Nuovo centrodestra, Patto per il Territorio, Pid Cantiere popolare e Gruppo Misto, intervenendo sui problemi economici e gestionali del Cupa, il consorzio universitario di Agrigento che ha recentemente deciso di sopprimere due importanti corsi.
I consiglieri lanciano poi un invito ai soci fondatori, Comune, Provincia e Camera di Commercio a sostenere in modo efficace e sostanziale le prerogative e le attese del Consorzio universitario agrigentino.
«La posta in gioco è troppo elevata -aggiungono - non è il tempo di annunci e vuoti proclami, in beffa alle attese di migliaia di studenti e di altrettante famiglie. Si eviti che si protragga e si ripeta quello che l'amministrazione negli ultimi anni ha determinato".
Intanto, mentre gli studenti stanno lavorando sull'ipotesi di nuove azioni di protesta pubblica per rivendicare il diritto ad una buona offerta formativa, i direttivi dei circoli del PD Enrico Berlinguer ed Agrigento Centro esprimono incredulità e gravissima preoccupazione per la paventata chiusura del Polo Didattico di Agrigento o comunque per la possibilità di un suo drastico ridimensionamento, Oltre a costringere numerosi giovani, in questo momento di gravi difficoltà per le famiglie, ad interrompere gli studi, chiudendo loro la possibilità di costruirsi un futuro migliore - spiegano - la scomparsa dell'Università da Agrigento comporterebbe infatti un enorme impoverimento culturale di una città il cui destino sembra essere sempre di più quello della marginalità e dell'isolamento». (AMM)


PROVINCIA. Assunta come specialista di marketing
Progetto Italia-Tunisia
Nuovo incarico a Stassi
Sarà ancora la dottoressa Maria Stassi a ricoprire l'incarico di specialista di marketing nell'ambito del progetto "Italia-Tunisia". A firmare il rinnovo è stato il commissario della Provincia, Benito Infurnari. Nel 2012, Maria Stassi aveva ricevuto l'incarico professionale di specialista di marketing per un compenso di 4O.000 euro inclusa Iva, comprensivo di ogni onere previdenziale e fiscale a qualunque titolo a carico della Provincia. Ad agosto del 2012 era stato sottoscritto il disciplinare dell'incarico, che avrebbe avuto la durata di un anno per un compenso di 30.000 euro e sarebbe stato rinnovato fino alla scadenza e completamento del progetto alle stesse condizioni. Adesso la Provincia ha ritenuto che si debba procedere al rinnovo dell'incarico ed alla sottoscrizione del relativo disciplinare fino al completamento del progetto stesso. La necessaria spesa di 10.000 euro è già inserita nel Bilancio 2011, dove era già stato preso l'impegno. La spesa necessaria di 10.000 euro inclusa Iva, e ogni altro onere previdenziale e fiscale a qualunque titolo a carico della provincia era già stata impegnata in Bilancio. (PAPI)


LAVORO Da due mesi in corso colloqui di orientamento perla formazione professionale e indirizzi di studio
«Spartacus», progetto del Ciapi per detenuto del carcere Petrusa
Potrebbero anche diventare elettricisti, informatici o tecnici per la digitalizzazione di documenti o, ancora, prepararsi a tornare a scuola. Per le centinaia di detenuti della casa circondariale Petrosa (li Agrigento, soprattutto per quelli più giovani, si intravedono infatti, nuove prospettive di lavoro e di studio una volta che per loro, si apriranno i cancelli del carcere. Va verso i due mesi di attività, il «Progetto Spartacus» avviato alla Casa circondariale Petrusa di Agrigento dagli operatori dello Sportello Ciapi, attualmente operativi all'interno degli uffici della Provincia e che offre a tutta la popolazione carceraria, un rinnovato servizio di orientamento unito al servizio delle politiche attive del lavoro come gli strumenti immediati di azioni per contrastare dinamicamente la sfiducia della popolazione attiva e in cerca di occupazione. «Come tutti i detenuti ristretti nelle carceri italiane e siciliane in particolare - spiegano gli operatori del Ciapi - anche quelli di Petrusa mostrano tutti i problemi legati alla mancanza di lavoro post detenzione. Nonostante le leggi promulgate, i progetti finanziati e i benefici fiscali rivolti alle aziende per questa fascia di utenza particolarmente disagiata, i risultati nono sono soddisfacenti sia perl'esiguità dei fondi ad essi destinati, che per la fase di grave profonda recessione economica clic oggi annovera dati di profonda crisi in tutti i settori produttivi». Intanto, dall'attività del servizio, il 20 dicembre scorso, gli operatori hanno già realizzato servizi di colloqui di orientamento individuali, e per i più vicini alla scarcerazione, brevi cenni di formazione orientativa necessari per affrontare più concretamente il problema dell'occupazione su cosa fare e dove andare immediatamente dopo l'uscita dal carcere. Per i detenuti c'è infatti la possibilità di frequentare corsi di formazione di informatica divario livello, di tecnico della digitalizzazione dei documento o di elettricista di impiantistica e fotovoltaico: Sarà inoltre possibile chiedere di partecipare alle selezioni per l'avvia- mento e l'inserimento nei percorsi di scuola elementare e media, di alfabetizzazione o di scuola alberghiera.
Gli operatori impegnati nel progetto Spartacus sono Giovanna Giglione, Elena Petrotta, Maria Militello, Alessandra Alonge, Serafina Maggio, Liliana Tarallo, Salvatore Curto, Giuseppe Rappazzo e Calogero Cottone.
(AMM)


LA SICILIA


CORTE DEI CONTI SUL 2009-2011
Partecipate degli enti locali una voragine di perdite
MARIA MODICA
PALERMO. Oltre un miliardo e 350 mila euro è la somma trasferita dagli enti locali alle società e agli organismi partecipati, nel triennio 2009- 2011. Società dai bilanci in perdita che gravano come un macigno sulle casse di comune e province. E quanto emerge dalla deliberazione della Corte dei conti sulle partecipate dagli enti locali.
Per la precisione, il trasferimento ammonta a 1.365.167.244 euro così ripartito: quasi il 90 per cento, 1.221.903.019, a carico dei comuni; 143.264.225 grava sulle province, I magistrati contabili rilevano un lieve decremento per i comuni, nel 2011, che si attestano su 367.406.135 euro, contro i 437.555.943 del 2010; un aumento per le province che passano da 43.252.827 euro del 2009 a 50.874.910 del 2011.
Allarmante la situazione economico-patrimoniale degli organismi partecipati. Le 99 società suscettibili di indagine, perché noti i dati di bilancio alla data del 31/12/2011, rivelano utili per poco pio di 36 milioni di euro a fronte di perdite per un ammontare di circa 433 milioni di euro.
i passivi maggiori si evidenziano nel settore dei. rifiuti, così scrivono i magistrati contabili:
Appare interessante constatare come, all'interno della categoria dei servizi pubblici locali, il settore che registra la più rilevante percentuale di perdite sia quello dei rifiuti che, mediamente nel quadriennio, fa emergere risultati negativi che sono paria circa il 79% dell'intera categoria considerata. Una rilevanza non trascurabile rivestono le perdite che si registrano nel settore del gas ed energia ed in quello dei trasporti, che mediamente corrispondono a poco più del 18% del deficit del settore dei servizi pubblici locali".
Da segnalare la grave situazione in cui versano le società partecipate nelle principali città isolane, Palermo, Catania e Messina. Nel capoluogo siciliano, nel quadriennio 2008-2011, il pessimo stato di salute degli organismi partecipati è attestato dalle perdite che superano i 305 milioni di euro, di cui 189 nel solo esercizio 2008; a Catania, nello stesso periodo, i passivi delle partecipate si aggirano intorno ai 38 milioni di euro; a Messina, si superano i 27 milioni di euro, con una progressiva crescita delle perdite che nel 2008 erano pari a meno di 2 milioni di euro, mentre nei 2011 risultano superiori a 16 milioni di euro. I costi sostenuti per il personale delle partecipare si aggirano intorno al 39 per cento dei complessivi, in alcuni casi,però, raggiungono il 91 per cento.
Al 31 dicembre 2011, gli organismi partecipati dai 18 enti oggetto di indagine, province e i nove capoluoghi di province, risultano 326, di cui 159 aventi natura societaria e 167 diversa natura. Le 159 partecipazioni societarie così si ripartiscono: 52 presso i comuni e 107 presso le province, soprattutto di maggiori dimensioni. Catania, Messina e Palermo detengono 32 partecipazioni, così come le province riferite ai medesimi centri ne possiedono 58.. "La classificazione per settore di attività - si legge nella deliberazione - permette di rilevare per i comuni il numero considerevole di partecipazioni in società che si occupano di servizi pubblici locali (23) mentre, per le province, si rileva il dato significativo relativo alle partecipazioni societarie in organismi, deputati a promuovere lo sviluppo del territorio (47). Le partecipazioni nelle società che si occupano di servizi pubblici locali sono principalmente rivolte alla gestione del servizio di raccolta e trattamento dei rifiuti dal momento che in tale specifico settore si registra la presenza di 12 partecipazioni da parte dei comuni e 26 da parte delle province".


CENTRO D ACCOGLIENZA DI LAMPEDUSA. Sono in corso i lavori nella struttura
Recupero e ampliamento
LAMPEDUSA. Sono in corso i lavori di ricostruzione dei padiglioni incendiati all'interno del centro di accoglienza di contrada Imbriacola. Uno dei due padiglioni è stato quasi del tutto ricostruito mentre rimangono da fare i lavori di ricostruzione del secondo. I lavori che stanno andando avanti alacremente ed in un assoluto silenzio, dovrebbero essere completati prima della prossima stagione estiva e già fra un paio di mesi potrebbero essere consegnati i lavori dalla ditta che ha vinto l'appalto e che sta operando. Al momento, gli immigrati che stanno continuando ad arrivare verso le nostre coste, vengono accompagnati dalle motovedette e dalle navi della marina militare in altri polli siciliani. E' chiaro che non appena i lavori di ricostruzione del centro di Lampedusa saranno finiti gli immigrati saranno portati di nuovo a Lampedusa e i posti per potere essere ospitati saranno oltre mille, come prima dell'incendio, In molti si chiedono chi sarà a gestire il centro di accoglienza dal momento che la società che gestiva il centro Lampedusa accoglienza, per disposizione del ministero degli Interni, non dovrà più gestirlo. E sull'isola ci sono molte famiglie che aspettano l'apertura del centro per potere tornare a lavorare; sono oltre sessanta, infatti, i lavoratori che da qualche mese non stanno più lavorando e sono in attesa di sapere se e quando riprenderanno a lavorare e per conto di chi. Ma se da una parte ci sono persone che aspettano per potere lavorare dall'altra ci sono gli imprenditori turistici che temono sempre che il fenomeno della immigrazione possa interagire negativamente sulle stagioni turistiche e sperano quindi, in una migliore gestione dei flussi evitando congestionamenti del centro e facendo in modo che coloro i quali arrivano, possano ripartire per altri centri in tempi brevi, Il centro di accoglienza dell'isola è stato sotto i riflettori dei media nazionali per troppe volte nel bene e nel male. Sono lontani i momenti di quando era indicato da tutti un modello, per tutto il mondo. Il centro di contrada Imbriacola, da che era definito centro modello, si è arrivati a definirlo centro detentivo fino ad essere catalogato come un lager all'interno del quale i diritti umani non venivano rispettati. Ora che Io si sta ricostruendo, la storia del centro continuerà. Quello che nel frattempo tutti si auspicano è che possano essere garantiti i diritti degli immigrati ed anche quelli dei lampedusani che da sempre, si sono sobbarcati di un fenomeno estremamente importante e delicato.
ELIO DESIDERIO


VILLAGGIO MOSÈ
Non esiste un sistema per smaltire bene le acque meteoriche
Il Villaggio Mosè è, per definizione, una delle aree del nostro comune dove più evidenti sono i problemi conseguenti alle precipitazioni. Basta infatti una pioggia leggermente più intesa del dovuto perché le strade e le abitazioni vengano allagate. Colpa dell'assenza di reti per lo smaltimento, della presenza di modificazioni abusive del patrimonio comunale e, sostanzialmente, di annidi mancata programmazione. Così il Comune, che non ha le risorse necessarie per intervenire in prima persona, chiede alla Regione e alla Protezione civile di farsi carico del problema in modo organica L'assessore ai Lavori pubblici Gerlando Gibilaro, ha chiesto infatti all'assessore regionale al Territorio e Ambiente Mariella Lo Bello, di attivarsi per disporre le procedure tecniche necessarie a comprendere le dinamiche dei flussi idrici e, successivamente redigere un progetto per la loro regolamentazione.
"Considerato che il bacino cui viene compreso l'agglomerato del Villaggio Mosè interessa una zona densamente popolata —si legge nella richiesta -, per cui il rischio per la salute si potrebbe manifestare nei prossimi eventi atmosferici eccezionali, si chiede di ottenere un sopralluogo congiunto con i tecnici degli uffici regionali e successivamente predisporre uno studio idrologico e idrogeologico teso a dimostrare l'impossibilità da parte delle attuali reti delle acque bianche e nere di sostenere gli eccezionali carichi, idrici che si riversano nell'ambito urbano e che provocano periodici allagamenti". Incapacità delle reti, tuttavia, già ampiamente nota al Comune. E non solo perché gli stessi dirigenti più volte hanno messo "nero su bianco" che le tubazioni in quella parte della città sono assolutamente insufficienti, ma soprattutto perché Palazzo San Domenico, già nel lontano 2000 aveva le idee abbastanza chiare. L'allora assessore ai Lavori pubblici Carmelo Settembrino, infatti, aveva presentato un progetto dal titolo esemplificativo: Lavori urgenti per la salvaguardia dei centri abitati tra il cozzo Mosè e la fascia costiera". Un progetto da oltre sette milioni di euro, di cui 900mila euro per gli espropri, la relazione geologica e i sondaggi e 1.276.356 euro per "imprevisti". Un intervento che prevedeva la creazione alcune opere di gestione delle acque reflue, come un canale di gronda tra la parte alta di via Pascal e la via Lucrezio per fermare le acque lungo il pendio e ridurre quindi l'acqua che finisce in via Sciascia e via dei Fiumi. Altri interventi erano previsti in via degli Imperatori, via dei Giardini, via Magellano, via degli Ulivi e, inoltre, si sarebbe dovuto lavorare per il recupero dei valloni come il Donna Cristina, il vallone Canne, e quelli presenti in contrada Quarantotto e nell'area di via Magellano e potenziare il depuratore del Villaggio Mosè e impianto sollevamento via Paganini. Tutta "carta straccia", dato che il progetto venne poi eliminato dal piano triennale delle opere pubbliche.
GIOACCHINO SCHICCHI


Siciliainformazioni


Riforma delle Province, all'Ars nulla di fatto: c'è il rinvio
Nulla di fatto all'Ars sulla riforma delle Province. A seguito della richiesta di Toto Cordaro, viene concesso sull'argomento un rinvio di 24 ore dal presidente Giovanni Ardizzone, per un approfondimento del testo, non ancora arrivato in aula, dopo il vertice di maggioranza della scorsa notte.
Analogo intervento era stato svolto da Santi Formica che ha sollecitato un ricorso al percorso parlamentare, con il ritorno in commissione.
Viene convocata per domani alle 9.30 la conferenza dei capigruppo ed è fissato alle 13 il termine per la presentazione degli emendamenti.


Vertice romano orfano di Rosario Crocetta
Oltre le province: nascono le circoscrizioni territoriali
di Giu.Bi.
Oltre le Province. Dal vertice romano, orfano di Rosario Crocetta, viene fuori il superamento dell'attuale modello. Via libera a circoscrizioni territoriali che possono anche non coincidere con il perimetro della vecchia provincia. Entro 180 giorni i consigli comunali a maggioranza dei due terzi potranno far nascere i nuovi consorzi.
In ogni caso un nuovo ed ulteriore intervento legislativo dell'Ars si renderebbe necessario con ratifica. Oggi la legge va in Aula. E nulla è dato per scontato.


Livesicilia


Province, rinvio a domani
Sì a due disegni di legge
La discussione generale sui liberi consorzi è slittata a domani. L'Aula ha approvato la norma che stabilisce l'assegnazione delle entrate tributarie alla Sicilia tramite una modifica dell'articolo 36 dello Statuto. Sì anche al ddl sulla "promozione della ricerca scientifica in ambito sanitario". Turano: "Risultato storico".
PALERMO - Nonostante l'accordo raggiunto nella maggioranza ieri sera a Roma, non decolla in aula la riforma della Provincia. La discussione generale sui disegni di legge prevista per questo pomeriggio è slittata a domani. La decisione è stata presa dai capigruppo, riuniti dal presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone, dopo che i capigruppo dell'opposizione Toto Cordaro (Pid) e Santi Formica (Lm) hanno riferito in aula "di non conoscere nulla delle modifiche al testo già incardinato stabilite dalla maggioranza", chiedendo un rinvio di 24 ore dell'esame. Dopo una breve sospensione dei lavori, Ardizzone ha comunicato all'aula la decisione, assunta dai capigruppo, di fissare a domani alle 13 i termini per la presentazione degli emendamenti ai tre ddl sulle Province incardinati". Sempre domani, alle 9.30, i capigruppo torneranno a riunirsi in sala Rossa alla presenza dell'assessore alle Autonomie locali Patrizia Valenti e del presidente della commissione Affari istituzionali "per cercare una sistesi". La discussione generale in aula sulla riforma delle Province è prevista domani.
L'Aula ha approvato all'unanimità il disegno di legge voto 162/A che stabilisce l'assegnazione delle entrate tributarie alla Sicilia tramite una modifica dell'articolo 36 dello Statuto. Questo richiederà un passaggio al parlamento nazionale. Prima del voto al ddl è stato approvato un odg con parere favorevole del governo. Sì anche al disegno di legge sulla "promozione della ricerca scientifica in ambito sanitario". "E' la prima volta - ha dichiarato entusiasta il relatore Mimmo Turano (Udc) - che la Regione si dota di una legge che garantisce ricerca scientifica in ambito sanitario, questo ddl permette ai giovani ricercatori di avere uno strumento operativo che consente legge a costo zero. Questo strumento permette, grazie alle donazioni e ai contributi di garantire ai giovani ricercatori, di poter fare ricerca in Sicilia".
Rinviato a domani, e non senza polemiche, l'esame del ddl sull'istituzione dei Casinò in Sicilia. Il Movimento cinque stelle ha accusato il presidente Ardizzone di aver ignorato il voto positivo su un emendamento firmato da 31 deputati e che avrebbe aperto alla possibilità di creare un Casinò anche a Trapani. "Si sono violate - ha detto il deputato cinque stelle Siragusa - le normali regole democratiche". L'approvazione di quell'emendamento avrebbe potuto rendere difficile l'approvazione della norma che deve passare anche dall'esame del governo nazionale.


Sicilia24h


Fontana : "Ncd contro Ddl Province"
Il deputato regionale del Nuovo centrodestra, Enzo Fontana, interviene nel merito del Disegno di legge di riforma delle Province, adesso all'esame dell' Assemblea regionale. Fontana annuncia voto contrario e afferma : "con tutto il gruppo parlamentare abbiamo deciso di votare contro il Disegno di legge sulle Province così come è stato esitato dalla Commissione Affari istituzionali. In particolare, non si individuano i percorsi istituzionali per tutelare e salvaguardare personale ed ente intermedio. Più che liberi consorzi, sembra che la politica voglia accalappiare una serie di nomine indirette che non servono a nulla. Non sono esplicitate competenze e funzioni e si rischia di creare più di 9 consorzi con l'aggiunta di 3 città metropolitane. Ci impegneremo per una vera riduzione dei costi ed affinché i rappresentanti non siano nominati dalla politica ma eletti liberamente dai cittadini, riducendo sensibilmente il numero degli organi politici ma salvaguardando il principio democratico di scelta popolare.


Provincie. MPA "Pronti al dialogo se consorzi saranno legati al territorio"
"La frettolosa e sembra non tranquilla riunione della presunta maggioranza di governo a poche ore dal decisivo confronto d'Aula su come superare l'impasse per l'abolizione delle provincie è il segno di una crisi che assume sempre più ogni giorno contorni gravissimi e che richiederebbe invece che non si perda più tempo.
La scadenza per portare a compimento la riforma degli enti locali sovracomunali è ormai prossima ed un ritorno al passato sarebbe certamente sbagliato visto che le Provincie non hanno mai raggiunto i risultati per cui erano nate.
Bisogna piuttosto favorire l'aggregazione dei comuni in base agli interessi, alla tipologia del territorio, alla possibilità di creare opportunità e strumenti per una economia di scala che permetta la
gestione dei servizi e rilanci lo sviluppo, rompendo vecchie logiche schematiche dove il numero dei consorzi è stabilito aprioristicamente senza alcun criterio espresso dai territori."
Roberto Di Mauro, presidente dei parlamentari del Partito dei Siciliani MPA, nel richiamare quindi il Governo al senso di responsabilità, rilancia la proposta del suo gruppo parlamentare e
apre al dialogo con la maggioranza"
"Per noi è importante affermare il principio del legame fra programmazione e gestione delle risorse e territorio dove quelle risorse devono portare sviluppo. Per questo abbiamo depositato all'ARS da tempo una proposta di legge che serve non solo a dare vero potere decisionale a futuri consorzi, ma li fa nascere sulla base di interessi comuni e per affrontare problematiche comuni, favorendo allo
stesso tempo un processo di "dimagrimento" della Regione, oggi oberata da troppe competenze.
In particolare Di Mauro ricorda che il DDL proposto dal MPA, ha previsto che i liberi consorzi diventino protagonisti nella programmazione e gestione "di servizi essenziali per i quali una vera
dimensione di scala può essere la chiave di volta per l'efficienza e l'economicità: le attività produttive; il commercio; le politiche sociali; la formazione; i lavori pubblici, la tutela e valorizzazione dei beni culturali e dell'ambiente; i trasporti, il turismo; la gestione integrata dei rifiuti e del servizio idrico."
"Su questi temi e per questi obiettivi - conclude il capogruppo del PdS-MpA - siamo pronti al dialogo con la maggioranza, per evitare che l'ARS resti impantanata in discussioni che ben poco hanno a che vedere con gli interessi dei siciliani."


Regione. Di Mauro "Su Provinci e pronti al dialogo, purchè Consorzi siano vicini a cittadini"
"L'ennesima riunione della presunta maggioranza di governo a poche ore dal decisivo confronto d'Aula su come superare l'impasse per l'abolizione delle provincie è il segno di una crisi che assume sempre più ogni giorno contorni gravissimi e che richiederebbe invece che non
si perda più tempo.
La scadenza per portare a compimento la riforma degli enti locali sovracomunali è ormai prossima ed un ritorno al passato sarebbe certamente sbagliato visto che le Provincie non hanno mai raggiunto i risultati per cui erano nate.
Bisogna piuttosto favorire l'aggregazione dei comuni in base agli interessi, alla tipologia del territorio, alla possibilità di creare opportunità e strumenti per una economia di scala che permetta la
gestione dei servizi e rilanci lo sviluppo, rompendo vecchie logiche schematiche dove il numero dei consorzi è stabilito aprioristicamente senza alcun criterio espresso dai territori."
Roberto Di Mauro, presidente dei parlamentari del Partito dei Siciliani MPA, nel richiamare quindi il Governo e la maggioranza al senso di responsabilità, rilancia la proposta del suo gruppo
parlamentare.
"Per noi è importante affermare il principio del legame fra programmazione e gestione delle risorse e territorio dove quelle risorse devono portare sviluppo.
Per questo abbiamo depositato all'ARS da tempo una proposta di legge che serve non solo a dare vero potere decisionale a futuri consorzi, ma li fa nascere sulla base di interessi comuni e per affrontare problematiche comuni, favorendo allo stesso tempo un processo di "dimagrimento" della Regione, oggi oberata da troppe competenze.
In particolare Di Mauro ricorda che il DDL proposto dal MPA, ha previsto che i liberi consorzi diventino protagonisti nella programmazione e gestione "di servizi essenziali per i quali una vera
dimensione di scala può essere la chiave di volta per l'efficienza e l'economicità: le attività produttive; il commercio; le politiche sociali; la formazione; i lavori pubblici, la tutela e valorizzazione dei beni culturali e dell'ambiente; i trasporti, il turismo; la gestione integrata dei rifiuti e del servizio idrico."
"Su questi temi e per questi obiettivi - conclude il capogruppo del PdS-MpA - siamo pronti al dialogo con la maggioranza, nella speranza che l'azione dell'ARS non resti impantanata dai veti incrociati e da fatti e relazioni di partito che ben poco hanno a che vedere con gli interessi dei siciliani.




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