GIORNALE DI SICILIA
TASSA PER I RIFIUTI
La Provincia ha pagato 45mila euro per la Tares
Anche la Provincia paga la Tares per il 2013 al Comune di Agrigento. L'ente, infatti, ha trasmesso l'avviso di pagamento, relativo all'acconto Tares per l'anno 2013, dell'importo complessivo di 45.775 euro, così distinto: prima rata, pari al 50% della ha derivata dall'anno 2012, dell'importo di 22.887 euro; seconda rata, pari al 50% della ha derivata dall'anno 2012, dello stesso importo. Ad ottobre del 2013 si è proceduto a liquidare al Comune di Agrigento la somma di 45.775,74 relativa all'acconto della Tares. Ma Il Comune di Agrigento ha trasmesso l'avviso del 23 dicembre relativo al pagamento della terza rata, dell'importo di 8.498 euro. Gli uffici della Provincia si sono subito adoperati per trovare le somme, da imputare al capitolo: "Imposte, Sovrimposte, Tasse e contributi", del Bilancio 2014" per cui è stato dato mandato al direttore del settore "Edilizia e gestione patrimoniale" di liquidare al Comune di Agrigento la somma di 8.498 euro.
NUOVO intervento del deputato del Pd Giovanni Panepinto
«Continuo a difendere i giovani agrigentini e il loro diritto allo studio: anche in commissione all'ARS, alla presenza del presidente del Polo Universitario della Provincia di Agrigento, ho ribadito la necessità di impedire la drastica riduzione dei corsi di laurea e dell'offerta formativa» Lo dice Giovanni PaflePint0, deputato regionale del PD, che ieri è nterveflUt0 ai lavori della commissione Cultura e Formazione all'ARS, dove è stata convocata una seduta per discutere del Polo Universitario di Agrigento e della possibilità che dal prossimo anno accademico corsi di laurea scendano da 6 a 4, se non addirittura a 2. All'incontro ha partecipato anche il presidente del Cupa Immordino. (AMM)
Assunzione per promotor-facilitatori
Un bando per selezionare due esperti di «lavori verdi»
Pubblicato sul sito internet della Provincia l'avviso perla selezione di alcuni incarichi nell'ambito del progetto "Gjo-Green jobs opportunities", promosso e cofinanziato dall'Unione Province Italiane (programma Azione Province - Giovani 2013), in partenariato con la Provincia di Lecce (ente capofila) e il Cts. La selezione riguarda due incarichi di promotor - facilitatori e un incarico di esperto Start-Up d'impresa. Gli interessati iii possesso dei titoli professionali possono visionare i dettagli dell'avviso, compresi i disciplinari, sul sito della Provincia. Le domande devono essere inviate a: Settore Ambiente, Politiche comunitarie e attività negoziale della Provincia Regionale, Piazzale A. Moro 1 Agrigento, o consegnate alle sedi Urp della Provincia entro le 14 del 21febbraio prossimo.
Il progetto "Gjo- Green jobs opportunities" si propone di ideare e realizzare una serie di iniziative finalizzate alla pro mozione dei lavori verdi" e della sostenibilità nelle Provincie di Lecce e Agrigento, ed è rivolto a giovani studenti universitario neolaureati, di età compresa tra i 20 e i 30 anni in particolare, mira a informare ed orientare studenti universitari o neo- laureati nella valorizzazione di beni ambientali e culturali, e successivamente sopportarli nella ideazione e creazione di idee imprenditoriali innovative e nel settore della green economy. (PAPI)
LA MAGGIORANZA RESTA IN FIBRILLAZIONE, NUOVA RICHIESTA DI DIMISSIONI ALL'ASSESSORE ALL'ECONOMIA BIANCHI
Accordo in bilico sulle Province, voto rinviato
Slitta ad oggi l'esame della legge per il varo dei Consorzi. Il pd Vullo: «C'è un partito trasversale che vuole bloccare la riforma»
Dopo una giornata trascorsa fra mille incertezze, l'Ars ha rinviato a oggi l'esame della legge che dovrebbe definitivamente chiudere le Province. Segnale che il cammino della riforma più difficile, che dovrebbe far nascere i consorzi di Comuni evitando che tornino in Vita gli enti soppressi, è tutto in salita.
Il governo ha rischiato per ben due volte che tutto saltasse. Una prima pregiudiziale, proposta da Santi Formica (Lista Musumeci),è stata respinta a fatica. E intorno alle 20 stava per essere messa ai voti una richiesta di sospensiva avanzata da Roberto Clemente (Pid-Forza Italia): avrebbe fatto rinviare tutto alla prossima sessione. Cioè a marzo, a tempo scaduto. A quel punto Crocetta avrebbe dovuto convocare i comizi elettorali per eleggere presidenti e consigli delle Province. Se fosse stata messa ai voti, la richiesta di sospensiva sarebbe probabilmente stata approvata perchè in quel momento i numeri. fra maggioranza e opposizioni non erano molto distanti.
Ma una riunione fra i capigruppo, dopo le proteste di Baldo Gucciardi e Antonello Cracolici del Pd, ha evitato il voto e si è deciso invece di proseguire i lavori oggi.
Per di più anche nella maggioranza durante il dibattito sono emersi parecchi distinguo sul testo che i leader di partito hanno concordato con Crocetta. Perfino nel Pd: Barbagallo e Rinaldi (per citare i primi due casi) hanno mostrato più di una perplessità sulla legge. Dubbi sono emersi anche in altri gruppi. E a quel punto il renziano Gianfranco Vullo ha avvertito: «C'è un partito in agguato, fatto da chi vuole far saltare la legge per tornare a votare a maggio per le Province».
Si tratta in realtà di un partito trasversale e sotterraneo. Su cui conta l'opposizione che da tempo lavora per un ritorno in vita delle vecchie Province. Per Marco Falcone, neo leader di Forza Italia, «la maggioranza non avrà i numeri per portare al traguardo questa legge.
Vedrete che fra qualche giorno Crocetta opterà per una semplice proroga dei commissari straordinari. Ipotesi che si scontra con le indiscrezioni secondo cui il Commissario dello Stato
difficilmente darebbe il via libera a una legge che blocca solo le elezioni senza riformare le Province.
In questo quadro non vanno sottovalutate le fibrillazioni che pezzi della maggioranza non nascondono più nei confronti del governo. Seppure criticando la mancata copertura finanziaria a
un'altra legge (quella che riguarda il risanamento dall'amianto), Pippo Digiacomo, Pippo Gianni e Michele Cimino hanno chiesto le dimissioni dell'assessore all'Economia Luca Bianchi.
Una miscela esplosiva di motivazioni politiche si incastrano sul voto per le Province e anche per questo motivo i grillini sono tornati a essere decisivi. Tirati per la giacca da maggioranza e opposizione, 114 deputati del Movimento 5 Stelle ieri non hanno voluto svelare il loro orientamento. Di più, hanno tenuto nascosto l'esito del referendum fra i simpatizzanti sull'approvazione o meno della riforma delle Province: una consultazione che sembra si sia conclusa con un via libera al sostegno al governo. Ma il risultato non è stato ufficializzato (malgrado fosse previsto un annuncio alle 16 di ieri) proprio per avere mani libere in fase di trattativa: «Siamo stati i primi a chiedere la riforma delle Province - sintetizza Giancarlo Cancellieri - e questo in discussione non è il piano che ci attendevamo. Però è pur vero che non vorremmo far rivivere i vecchi enti. Vedremo».
Nel frattempo c'è da superare una valanga di emendamenti e perfino le perplessità dei sindacati. Per Maurizio Bernava della Cisl sta nascendo un pastrocchio. E meglio fermare tutto in attesa di una legge organica». Per Michele Pagliaro della Cgil «è pericoloso non prevedere un numero fisso di consorzi di Comuni. Potrebbero nascerne parecchi». Mentre Claudio Barone della Uil invita a mettere da parte gli scontri politici: «Bisogna garantire il personale delle Province e chiarire subito le funzioni dei nuovi consorzi».
DEDALO AMBIENTE La società d'ambito deve ancora versare al personale metà dell'indennità di dicembre e gli emolumenti di gennaio
Operatori ecologici senza gli stipendi
Due giorni di sciopero in sette Comuni
Angelo Augusto
I sindacati non lasciano, raddoppiano. Considerato che al personale della Dedalo Ambiente non sono stati ancora pagati gli stipendi di dicembre (per quel mese hanno ricevuto solo la metà di ciò che gli spetta) e gennaio, Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato ben due giornate di sciopero. Gli operatori ecologici incroceranno le braccia il 18 ed il 19 prossimi, ma c'è di più: nei nove giorni successivi alle due giornate di sciopero, i netturbini si asterranno dallo straordinario. I giorni dì protesta, dunque, saranno complessivamente undici. Una situazione che, ovviamente, metterà in ginocchio la raccolta della spazzatura nei sette Comuni in cui l'Ato Ag3 si occupa del servizio: Licata, Palma di Montechiaro, Canicattì, Naro, Camastra, Ravanusa e Campobello di Licata. D'altro canto i sindacati, due settimane fa quando avevano proclamato una giornata di sciopero, ma alla fine i netturbini avevano lavorato regolarmente, considerato che la Dedalo Ambiente aveva assicurato il pagamento di metà dello stipendio di dicembre, non avevano revocato l'astensione per evitare, qualora gli stipendi non fossero stati pagati, di non poter indi- re nuove azioni di protesta.
In quell'occasione ad annunciarlo era stato Alfonso Buscemi, segretario generale della Cgil funzione pubblica di Agrigento. Apprezziamo la buona volontà dei commissari straordinari - aveva detto in quell'occasione Buscemi - ed il senso di responsabilità dei nostri iscritti che per evitare disagi ai cittadini non hanno scioperato, ma la revoca era impossibile perché altrimenti non avremo, qualora le buste paga non siano versate, la possibilità di proclamare non più una, ma addirittura due giornate di sciopero".
Ed in effetti così è stato. Ora, visto che l'Ato Ag3 non ha ancora saldato gli arretrati al proprio personale, i sindacati hanno indetto le due giornate di sciopero e, nelle nove successive, l'astensione dallo straordinario.
Ieri mattina il rappresentante legale della Dedalo Ambiente, Rosario Miceli, ed i commissari straordinari Michelangelo Landro ed Antonino Lo Brutto, hanno scritto alle organizzazioni sindacali per rivolgere loro l'appello a revocare lo sciopero.
Per quanto riguarda le mensilità spettanti, i commissari straordinari, Michelangelo Ladro ed Antonino Lo Brutto, procederanno al pagamento - si legge nell'appello ai sindacati - non appena i Comuni soci verseranno alla Dedalo quanto dovuto. Pertanto si invitano segreterie provinciali della funzione pubblica, di Cgil, Cisl e Uil di Agrigento, a revocare lo sciopero proclamato".
La risposta dei segretari provinciali aziendali arriverà oggi, ma pare scontato che la proposta della Dedalo Ambiente non verrà accolta, visto che non c'è ancora una data per il pagamento degli emolumenti".
LA SICILIA
PROVINCIA REGIONALE
Acquistato un cellulare al prezzo di 947 euro
g. s.) Quale sia realmente il futuro delle Province regionali non è attualmente chiaro, dato che la scadenza della proroga dei commissari è dietro l'angolo senza che all'orizzonte sia possibile rintracciare il disegno di legge di riforma. Nonostante il momento di incertezza, tuttavia, è sempre possibile fare qualche acquisto strettamente indispensabile. E' il caso, ad esempio, della determina 2700 dello scorso 20 dicembre la quale autorizza gli uffici a comprare un costoso e pregiato lphone 5s. Non sappiamo esattamente a chi è destinato il telefono di quella determina infatti non è più possibile consultare il contenuto ma di certo conosciamo il prezzo: 947 euro.
L'apparecchiatura informatica è stata acquistata attraverso il cosiddetto mercato elettronico, ovvero la Consip, presso la Elcom Elettrocomerciale di Roma. A curare tutte le procedure burocratiche il
settore Risorse umane e Innovazione tecnologica dell'Ente. Una scelta, quella di procurarsi un telefono cellulare touch screen top di gamma, legittima ma curiosamente in controtendenza rispetto alle scelte di morigeratezza fatte dalla Provincia regionale di Agrigento soprattutto sotto la guida di Benito Infurnari. Il commissario, infatti, fin dal suo insediamento ha puntato a ridurre tutte le spese ritenute superflue come ad esempio gli abbonamenti ai quotidiani locali e regionali o l'iscrizione alle associazioni di enti locali come l'Upi Sicilia. Atteggiamenti di certo poco compatibili con l'acquistare quasi mille euro per un singolo oggetto destinato per di più non all'uso collettivo ad esempio, un macchinario a disposizione dell'ufficio o uno personale ma finalizzato a compiti specifici come un portatile ma per un dispositivo da mettere a disposizione di un singolo dirigente.
LA RIFORMA DELLE PROVINCE Ostruzionismo e bagarre mentre si avvicina la scadenza del 15 febbraio
Il ddl Liberi Consorzi nel pantano
Si procede a colpi di compromessi con l'opposizione che frena
GIOVANNI CIANCIMINO
PALERMO. Il governo presenta i suoi emendamenti al ddl sui liberi Consorzi, ora si attendono quelli dei deputati. Ma la riforma stenta a camminare, mentre la scadenza del 15 febbraio bussa alla porta. Ieri, la discussione generale non si è conclusa, ad onta degli impegni scaturiti dalla capigruppo per le ore 20. Molti gli iscritti a parlare, il dibattito non si può strozzare, la discussione generale proseguirà oggi.
Ma la richiesta dei capigruppo delle opposizioni (ad eccezione del M5s), con richiamo al regolamento, per la sospensione del dibattito, ha segnato un momento di preoccupazione nella maggioranza: avrebbe compromesso la riforma, li presidente della commissione Affari Istituzionali, Antonello Cracolici, e il capo- gruppo del Pd, Baldo Gucciardi, hanno avvertito puzza di bruciato definendo «blitz» la richiesta al cospetto della decisione dei capi- gruppo di concludere in serata la discussione generale e rinviare ad oggi l'esame dell'articolato. Da qui la loro proposta di un'altra riunione di capigruppo. in questa sede il solito compromesso: le opposizioni ritirano le loro richiesta sospensiva, la maggioranza concorda sulla opportunità di proseguire la discussione generale oggi.
E poi? Da tenere presente che la richiesta delle opposizioni di centrodestra era scaturita:
dalla constatazione che, nel corso delle discussione generale, diversi deputati di opposizione avevano manifestato riserve sulla riforma; e dopo che l'Aula aveva respinto la pregiudiziale di incostituzionalità avanzata Santi Formica (Lm-verso Fi).
Ed oggi si tenta ancora un altro compromesso che riguarda anche il superamento di alcune perplessità nella maggioranza. E previsto, infatti, un incontro alla presenza del governatore, Rosario Crocetta, con la partecipazione di tutti i settori rappresentati all'Ars. Stando a quanto sostiene Marco Falcone (Fi), le richieste sono tre: elezione diretta del presidente del Consorzio; corrispondenza territoriale dei Consorzi a quello delle attuali nove province (come dire che si bloccherebbe l'eventuale nascita del decimo Consorzio: quello di Gela, che sta a cuore a Crocetta); eliminare dal testo varato dalla commissione la parte relativa alla istituzione delle Città Metropolitane.
E' chiaro che l'opposizione ha tutto l'interesse di non correre. Quella di Nino D'Asero (Ncd), non è solo una battuta: «L'Assemblea frettolosa fa i Consorzi ciechi».
Per Nello Musumeci, «l'unico dato certo è che la maggioranza non ha le idee chiare sulla riforma. In Aula nessun parlamentare ha preannunciato voto favorevole, Noi dell'opposizione di centrodestra su alcuni punti non torniamo indietro. Vogliamo l'elezione diretta, i cittadini non possono essere espropriati del diritto di voto; le Province sono nove e nove devono essere i Consorzi; dare parte delle competenze della Regione agli enti intermedi».
Antonio Venturino (Vice presidente Ars): «Il sistema di elezione del presidente dei consorzi tra i sindaci, così come previsto dal testo originario è giuridicamente illegittimo perché tendeva a fare eleggere a presidente del consorzio il sindaco che avesse ottenuto soltanto il 40% dei voti in rappresentanza del 50% della popolazione. I due parametri stabiliti dal testo originario non prevedevano il superamento della maggioranza, né nella votazione dei sindaci, nè nella maggioranza effettiva della popolazione».
Anche dai sindacati vengono critiche e sollecitazioni. Maurizio Bernava (Cisl): «Un pastrocchio, che rischia un vero pateracchio con effetti deleteri sul piano economico e sociale. Si fermi tutto. Si trovi un accordo politico sulla proroga dei commissari. E si vada verso un disegno coerente, organico, funzionale, sulla base del confronto con l'Anci, l'Università, le forze economiche e sociali».
Michele Pagliaro: «Non prevedere un numero fisso di liberi Consorzi lasciando la possibilità che se ne creino di nuovi sulla base della contiguità territoriale e del numero minimo di 150 mila abitanti, è di per sé un fatto pericoloso che rischia di invalidare gli importanti effetti attesi della riforma». -
Claudio Barone (Uil): «E importante garantire un futuro al personale dipendente delle Province e degli enti ad esse collegate e chiarire subito le funzioni che dovranno svolgere i nuovi Consorzi dei comuni. Non ci appassiona, ma anzi va chiusa al più presto, una discussione tutta politica su ambiti e meccanismi elettorali. E' necessario capire come saranno gestiti i servizi svolti oggi dalle province».
SAN LEONE
Il Comune denuncia: «Manomessa la rete fognaria»
g. s.) Commistione tra acque bianche e nere in via dei Giacinti a San Leone, il Comune denuncia una manomissione ad opera di ignoti. In seguito allo sversamento indicato alcuni giorni fa il Municipio precisa infatti che «a seguito della segnalazione di un'immissione di acque piovane nella rete fognante tra le vie dei Giacinti e degli Oleandri, verificatasi il 29gennaio scorso, il personale dell'ufficio tecnico comunale, prontamente intervenuto, ha constatato la rimozione, da parte di ignoti, dell'ostruzione della tubazione di collegamento tra la caditoia di raccolta delle acque meteoriche ed il pozzetto della rete fognaria pubblica». L'ufficio lavori pubblici, quindi, ha già presentato al Comando della Polizia municipale-sezione Polizia giudiziaria una denuncia contro ignoti per la manomissione, realizzata verosimilmente da qualcuno in possesso di conoscenza del funzionamento della rete e nelle condizioni di raggiungere il pozzetto senza suscitare alcun dubbio e, sempre vero- similmente, con il solo obiettivo di provocare lo sversamento.
Non solo, ma attraverso la nota del Comune leggiamo che «l'intera rete fognaria del lido agrigentino da diversi anni è costantemente monitorata» e che «giova ricordare che gli uffici tecnici del Comune hanno sempre fornito la massima ed incondizionata collaborazione all'individuazione e risoluzione delle problematiche riguardanti i sottoservizi fognanti gestiti da Girgenti Acque».
Dopo le frizioni dei mesi scorsi, pare che Comune e Girgenti Acque stiano lavorando all'insegna della concordia e ciò oltre ad essere un bene per la collettività potrebbe consentire in tempi brevi di individuare quale mano si cela dietro questi misteriosi atti di sabotaggio.
LA REPUBBLICA
Secondo stop per il provvedimento. Poi i capigruppo trovano l'accordo per riprendere oggi la discussione
Riforma delle Province, bagarre in aula casinò, si alle aperture a Palermo e Taormina
NERVI tesi all'Assemblea regionale siciliana alle prese con la riforma delle province di cui è prevista la soppressione, introducendo i liberi consorzi dei Comuni e tre città metropolitana Dopo il blitz della minoranza in Aula per ottenere una sospensiva, la conferenza dei capigruppo convocata d'urgenza ha deciso un nuovo rinvio. L'aula ha invece approvato la legge voto perla nascita di due casinò in Sicilia, tino a Taormina e I 'altro a Palermo.
Per la riforma delle province è il secondo stop, dopo quello di martedì. Il testo torna in aula oggi. Così si avvicina pericolosamente la scadenza del là, quando, in caso di mancato varo della norma, si dovrà tornare a votare per gli organismi degli enti. La riunione dei capigruppo, infatti, ha definito superata la sospensiva, ma in cambio l'opposizione ha ottenuto il rinvio della discussione. Il termine per la presentazione degli emendamenti slitta quindi a domani sera, quando terminerà la discussione generale. I 'aula è stata riconvocata per oggi alle 16. Furibondo il deputato regionale dei Pd Antonello Cracolici, presidente della commissione Affari istituzionali: «Se si tornasse a votare per le province si sancirebbero il fallimento di questa legislatura. Sarebbe una lettura per la nostra regione, un vero e proprio baratro nel quale finirebbero anche coloro che si oppongono alla soppressione delle province».
Nello Musumeci descrive il clima asfittico attorno alla riforma: «Buona parte della maggioranza vorrebbe che si tornasse a votare perle province. Ci vorrebbe più coraggio da parte dei colleghi della maggioranza: invece di mugugnare nei corridoi, farebbero bene a dire che questa è una vergugna. Dello stesso avviso anche il deputato renziano Gianfranco Vullo: «All'Ars c'è un partito in agguato fatto da chi vuole far votare a maggio e lavora ad affossare la legge».
Così, il presidente della Regione Rosario Crocetta, che pure aveva lanciato un appello alla compattezza e alla collaborazione rivolto anche alla minoranza, si trova a gestire questa fase con numeri risicatissimi. Ora, più che mai, ha bisogno dei voti del Movimento 5 stelle che sulla riforma ha lanciato una consultazione web il cui risultato arriverà nelle prossime ore.
Sicilia24h
Ddl Province, ancora rinvio all' Ars
Nonostante l'accordo sancito a Roma dalla maggioranza, non decolla ancora all' Assemblea regionale il Disegno di legge di riforma delle Province. La discussione generale, in calendario ieri sera, èsl ittata ad oggi. La decisione è stata assunta dai capigruppo, riuniti dal presidente di Sala d'Ercole, Giovanni Ardizzone, dopo che i capigruppo dell'opposizione Toto Cordaro e Santi Formica hanno affermato in aula "di non conoscere nulla delle modifiche al testo incardinato stabilite dalla maggioranza", chiedendo dunque un rinvio di 24 ore dell'esame. Dopo una breve sospensione dei lavori, Ardizzone ha comunicato all'aula la decisione di fissare a oggi alle ore 13 i termini per la presentazione degli emendamenti ai tre Disegni di legge sulle Province già incardinati.
Progetto Gren Jobs Opportunities: pubblicato l'avviso per la selezione di alcuni incarichi.
E' stato pubblicato sul sito internet della Provincia Regionale di Agrigento www.provincia.agrigento.it l'avviso per la selezione di alcuni incarichi nell'ambito del progetto "GJO- GREEN JOBS OPPORTUNITIES", promosso e cofinanziato dall'Unione Province Italiane (programma Azione ProvincEGiovani 2013), in partenariato con la Provincia di Lecce (ente capofila) e il CTS. La selezione riguarda due incarichi di promotor/facilitatori e un icnarico di esperto Start-Up d'impresa. Gli interessati in possesso dei titoli professionali possono visionare i dettagli dell'avviso, compresi i disciplinari, sul sito della Provincia Regionale Le domande devono essere inviate a: Settore Ambiente, Politiche comunitarie e attività negoziale della Provincia Regionale, Piazzale A. Moro 1 - Agrigento, o consegnate alle sedi URP della Provincia entro le ore 14.00 del 21 febbraio prossimo.
Il progetto "GJO- GREEN JOBS OPPORTUNITIES" si propone di ideare e realizzare una serie di iniziative finalizzate alla promozione dei "lavori verdi" e della sostenibilità nelle Provincie di Lecce e Agrigento, ed è rivolto a giovani studenti universitari o neolaureati, di età compresa tra i 20 e i 30 anni. In particolare, mira a informare ed orientare studenti universitari o neolaureati nella valorizzazione di beni ambientali e culturali, e successivamente a supportarli nella ideazione e creazione di idee imprenditoriali innovative nel settore della green economy.
In particolare, i giovani saranno direttamente coinvolti nelle seguenti attività:
1. un percorso informativo e di orientamento;
2. un percorso di sostegno alla creazione di start up nel settore della green economy che si propone di favorire l'elaborazione di idee imprenditoriali innovative legate soprattutto alla valorizzazione del territorio.
LiveSicilia
Province, torna lo spettro del voto segreto
E il governo spera nel clic dei grillini
Maggioranza critica e divisa sul disegno di legge che istituisce i Liberi consorzi. E che verrà discusso oggi a Sala d'Ercole. Ma l'affossamento della riforma potrebbe avere ripercussioni politiche vastissime. Mentre il Movimento cinque stelle attende il voto dei militanti sul web per decidere cosa fare.
PALERMO - Il futuro della maggioranza è anche nelle mani, anzi, nei mouse dei militanti del Movimento cinque stelle. Il destino dell'Ars e del governo, insomma, è un destino 2.0. In mattinata, infatti, si conoscerà l'esito della consultazione online indetta dai deputati grillini con la quale è stato chiesto agli elettori pentastellati un'indicazione sul comportamento da tenere in Aula in occasione del voto sulle Province. "Faremo quello che ci chiederanno i nostri militanti" confermava ieri il neocapogruppo Francesco Cappello. "La consultazione è ancora in corso. Vedremo domattina". Un responso che alla fine potrebbe essere decisivo. I 14 "sì" a cinque stelle, infatti, potrebbero blindare un disegno di legge che - pare ormai evidente - non potrà contare su una maggioranza coesa. Nonostante un recente vertice romano che avrebbe sancito l'intesa. Ma l'intesa non c'è. E per dimostrare le fibrillazioni dell'Aula basterebbe un numero. Alle otto di sera, termine inizialmente fissato - e poi posticipato - per la presentazione degli emendamenti, questi erano più di 300. E di certo non erano tutti dell'opposizione. Anzi. Opposizione alla quale nel pomeriggio si aggrappava anche qualche big democratico: "Confidiamo nel loro senso di responsabilità". Ma il centrodestra, nella seduta di ieri, ha fatto di tutto per affossare il disegno di legge, prima presentando una pregiudiziale di incostituzionalità, quindi chiedendo una sospensiva, poi "disinnescata" da una repentina conferenza dei capigruppo. Che non ha fatto che spostare le tensioni alla giornata di oggi. Quando si passerà all'esame dell'articolato. E quando le sorprese potrebbero giungere da tutti gli scranni.
Già. Perché è quasi certo che il centrodestra farà ancora opposizione pura. Vuole che le elezioni degli organi dei liberi consorzi siano affidate alla volontà popolare. Per poter affermare - con non pochi argomenti, a quel punto - che la "epocale" riforma delle Province si sia ridotta a una semplice "mano di vernice" che ha solo mutato la facciata dell'ente intermedio. Se questa richiesta - come appare probabile - non verrà approvata dall'Assemblea, è certa la richiesta del voto segreto. Lo stesso procedimento che, a fine 2013, mandò il governo "gambe all'aria" sulla richiesta di proroga proprio dei commissari delle Province.
Un fatto troppo vicino nel tempo per non suonare come un monito. Un avvertimento del resto reso ancora più vivo dai fatti recenti. E dalle questioni politiche e personali che potrebbero rendere davvero imprevedibile il voto di oggi.
Non c'è pezzo di maggioranza infatti che non sia percorso da dubbi e "mal di pancia". Alcuni anche palesati, senza troppi problemi, dai deputati. Molti di questi sono del Pd. Se ad esempio già giorni fa il deputato agrigentino Giovanni Panepinto aveva sottolineato l'importanza del coinvolgimento popolare, anche tramite un referendum, oggi critiche fortissime al testo giunto in Aula sono arrivate da diversi deputati del Pd. Dai renziani Vullo e Laccoto al messinese Rinaldi e al catanese Barbagallo. Nel suo intervento, ad esempio, il deputato questore ha massacrato il ddl: "Un anno fa - ha detto Rinaldi - si parlò di riforma epocale, ma non abbiamo fatto altro che rimandare la trattazione della vera riforma. E adesso ci troviamo a correre per approvare un testo che presenta contraddizioni e lacune". Tra queste, sottolinea Rinaldi, il fatto di prevedere "le città metropolitane, enti che - ha spiegato - a differenza dei liberi consorzi, non sono previsti dallo Statuto. E ancora, il ddl non prevede uno strumento per sfiduciare il presidente del Consorzio. Questo ddl - ha aggiunto Rinaldi - si presta a essere pesantemente impugnato. E non possiamo davvero permetterci un'altra figuraccia". E sulle città metropolitane è intervenuto anche Barbagallo: "In Italia sono otto, e nessuna Regione ne ha più di una. In Sicilia, invece, vogliamo creare la bellezza di tre città metropolitane". E uno dei temi che sta molto dividendo l'Aula, sottolineato dallo stesso Barbagallo, riguarda l'obbligo dei Comuni di cedere parte delle proprie funzioni. Con la previsione dell'intervento di un Commissario ad acta in caso di ritardi. "In questo modo - ha attaccato Barbagallo - vengono lese le prerogative dei Comuni". Insomma, le tensioni stanno certamente attraversando il Pd. Senza contare i deputati vicini al segretario Giuseppe Lupo, in "rotta" con Crocetta e in piena lotta da "soli contro tutti" nella campagna per la segreteria. Il capogruppo Gucciardi però ha ammonito: "Se l'Ars non approvasse questa riforma finirebbe per essere del tutto delegittimata". Ma in tanti, anche tra i suoi compagni di partito, non sembrano curarsi molto dell'avvertimento.
Ma al di là del Pd, le spaccature sembrano presenti davvero in tutti i partiti di Sala d'Ercole. Anche altri deputati di maggioranza come Venturino (che ha sottolineato alcuni presunti vizi di incostituzionalità) Tamajo (Drs) e Micciché (Udc) sembrano assai critici sul testo. L'Udc, in particolare, sulle Province potrebbe giocare una partita assai più grande. L'abolizione dell'ente era uno dei punti sui quali si era stretto un patto politico non solo con Crocetta, ma anche col Pd di Bersani e Zoggia. Ma adesso, tra i democratici tutto è cambiato. E anche i centristi hanno visto mutare, negli ultimi giorni, il proprio orizzonte politico. Nuovamente rivolto verso il centrodestra. Il fallimento della riforma delle Province, insomma, nella peggiore delle ipotesi può tornare utile come motivazione concreta per abbandonare un progetto nel quale l'Udc potrebbe uscire fortemente ridimensionato. Il prossimo rimpasto, infatti, aprirà agli altri partiti della maggioranza finora fuori. E potrebbe portare a una presenza assai meno rappresentativa dei centristi. Senza contare l'aut aut lanciato da Crocetta agli assessori Udc: sarebbe un grosso problema se qualche assessore decidesse di candidarsi alle elezioni Europee. Ma Cartabellotta e Valenti, in questo senso, sembrano ormai lanciatissimi. Si vedrà. Già questo pomeriggio. Il fallimento delle Province sarebbe senza dubbio un fallimento del governo Crocetta, la manifestazione di una anarchia dei partiti, un vero e proprio spartiacque di questa legislatura. Da oggi, il destino di governo, gruppi e capigruppo potrebbe cambiare. Sempre che la riforma non venga "ripescata" dalla rete. Dal voto dei grillini sul web. Che consentirebbe, per la prima volta, al presidente Crocetta di sorridere a chi gli farà notare che la sua riforma delle Province è solo "virtuale.
Province, bagarre in Aula
Gli emendamenti del governo
di Accursio Sabella
L'opposizione sta provando in tutti i modi a fermare l'esame del ddl: prima ha avanzato una pregiudiziale di costituzionalità, quindi una richiesta di sospensiva. Procedure che se fossero state votate e approvate dall'aula avrebbero "affossato" la riforma. Intanto presentata la proposta del governo: ecco le funzioni di Consorzi e Città metropolitane.
PALERMO - Prima il tentativo di avanzare una "pregiudiziale" sulla costituzionalità della legge. Quindi, la richiesta di sospensiva. Le opposizioni all'Ars stanno provando in tutti i modi a fermare l'iter della riforma delle Province, la cui discussione generale è iniziata oggi all'Ars. Scandita da polemiche che potrebbero tradursi già domani in un voto sorprendente.
L'opposizione, come detto, ha provato a stoppare persino l'esame dell'articolato, sollevando la pregiudiziale di costituzionalità. "Durante le audizioni in Commissione - ha denunciato in Aula il capogruppo della Lista Musumeci, Santi Formica - diversi costituzionalisti hanno sottolineato alcuni aspetti, appunto, incostituzionali della legge. Primo su tutti, quello che prevede il cosiddetto 'voto di secondo livello', togliendo ai cittadini il diritto all'elezione degli organi dei liberi consorzi". Ma la richiesta, come detto, è stata bocciata. Così, l'iter della riforma delle Province è andato avanti. Piano, per carità.
Anche perché l'opposizione ci ha riprovato. Presentando, sulla scorta dell'articolo 101 del regolamento dell'Assemblea, una richiesta di sospensiva. Anche in questo caso, il voto favorevole avrebbe fatto arenare la riforma. Il vice presidente di turno, Salvo Pogliese, in un primo momento aveva accolto la richiesta di sospensiva e stava avviando la procedura prima di metterla ai voti, ma prima il presidente della commissione Affari istituzionali Antonello Cracolici e poi il capogruppo del Pd Baldo Gucciardi hanno definito il richiamo al regolamento un "blitz" al cospetto della decisione assunta dai capigruppo di concludere questa sera la discussione generale sulla riforma e rinviare a domani l'esame dell'articolato.
Cracolici e Gucciardi hanno quindi avvertito la Presidenza "di non prestarsi a blitz" invitandola a convocare immediatamente i capigruppo e a informare il presidente Giovanni Ardizzone: richiesta accolta da Pogliese che, dopo aver sostenuto comunque la legittimità della richiesta di sospensiva, ha interrotto i lavori convocando i capigruppo.
I lavori riprenderanno con la prosecuzione della discussione generale. Per gli articoli bisognerà attendere domani. Quando a Sala d'Ercole potrebbe davvero succedere di tutto. Intanto, sono approdati in Aula gli emendamenti del governo. Quelli che - in sostanza - puntano a eliminare il limite dei nove liberi consorzi. Ma non solo. Un emendamento all'articolo 1, ad esempio, prevede l'integrazione delle funzioni dei Comuni che deve passare attraverso un Piano che deve essere approvato dai consigli comunali entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge. Una norma che appare già scontentare alcuni deputati-sindaci di Sala d'Ercole, visto che si concretizzerà, in sostanza nella cessione di alcune di queste funzioni da parte degli attuali primi cittadini. Tra l'altro, l'emendamento del governo prevede, in caso di mancata approvazione del Piano, la nomina di un Commissario ad acta, che interverrà al posto dei sindaci.
Il "cuore" delle norme presentate dal governo, come detto, prevede l'abbattimento del numero di nove Consorzi. "Entro sei mesi dalla data in vigore della presente legge - si legge nell'emendamento - i comuni, con deliberazione del consiglio comunale adottata a maggioranza di due terzi dei componenti, possono esprimere la volontà di costituire un nuovo libero consorzio che abbia un'area territoriale contigua ed una popolazione non inferiore a 150.000 abitanti". I Comuni, sempre con deliberazione approvata dai due terzi del Consiglio comunale possono aderire ad un altro libero consorzio che abbia continuità territoriale.
Un articolo che sembra fosse stato invece caldeggiato dall'Udc, e confluito nel gruppo di emendamenti presentati dal governo, prevede la integrazione dei servizi dei residenti delle aree metropolitane di Messina e di Reggio Calabria. Un emendamento, poi, punta a sostituire interamente l'articolo 10 della legge. Si tratta delle norme che disciplinano, di fatto, le funzioni di Liberi consorzi e Città metropolitane. In particolare, ai Liberi consorzi spetterebbero le funzioni di "pianificazione territoriale di coordinamento", "programmazione e sviluppo economico del territorio", "pianificazione dei servizi di trasporto", "controllo ed indirizzo dei servizi afferenti il sistema di raccolta e smaltimento rifiuti" e di "controllo ed indirizzo del sistema di approvvigionamento e distribuzione delle risorse idriche".
Alle città metropolitane, invece, spetterebbero oltre alle funzioni analoghe svolte dai liberi consorzi, anche quelle riguardanti la "pianificazione delle reti infrastrutturali, delle viabilità" oltre che "dei servizi di trasporto", e la "pianificazione dello sviluppo turistico". Anche su questo punto, non sono mancati i dubbi in Aula. Il deputato del Nuovo centrodestra Alongi, ad esempio, si è chiesto: "Saranno le città metropolitane a occuparsi delle attuali strade provinciali che ricadrebbero fuori dai confini delle stesse città metropolitane? Mi sembra un'assurdità". Dubbi sollevati, a dire il vero, anche da diversi esponenti della maggioranza. Così, il voto di domani somiglia sempre più a un rebus.
Aggiornamento 20.27 Nuovo stop al ddl sui Liberi Consorzi. Alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la riunione dei capigruppo convocata d'urgenza a seguito della richiesta di 'sospensiva' avanzata da 13 deputati prevista dal regolamento, il vice presidente dell'Ars, Salvo Pogliese ha comunicato all'aula il rinvio a domani della discussione generale sulla riforma delle Province. La seduta si terrà alle 16.
Province, l'allarme della Cisl: "Un pastrocchio, fermatevi"
Per la Cisl, "va subito adottata una norma di proroga dei commissari, in vista di una riforma autentica, che: individui con certezza le aree metropolitane; incentivi l'unione dei comuni per la gestione dei servizi; ridefinisca il rapporto tra Regione ed enti locali in vista di un serio superamento delle province".
PALERMO - "Un pastrocchio, che rischia di portare a un vero pateracchio con effetti deleteri sul piano economico e sociale". Pertanto, "si fermi tutto. Si trovi un accordo politico sulla proroga dei commissari. E si vada verso un disegno coerente, organico, funzionale, sulla base del confronto con l'Anci, con l'università, con le forze economiche e sociali". La Cisl Sicilia boccia il testo di riforma delle province che sarà discusso all'Ars tra qualche ora. "Il superamento degli enti intermedi è già nato male - scrive il sindacato guidato in Sicilia da Maurizio Bernava - dettato più da esigenze d'immagine e clientelari che da attenta visione strategica. Adesso, il pastrocchio rischia di diventare un vero e proprio pateracchio. Che, oltretutto, finisce col moltiplicare gli enti intermedi facendo lievitare inefficienza e costi". "Né ci sono ormai - sottolinea la Cisl - le condizioni per realizzare un riordino amministrativo che risponda al disegno di efficacia e organicità necessario nel contesto di declino economico-sociale e di crisi di funzionamento della macchina amministrativa". Per la Cisl, "un lungimirante disegno di riordino dovrebbe realizzare criteri di economicità, efficacia dei servizi e dovrebbe agevolare lo sviluppo locale". Pertanto, "fermate tutto", si legge nel documento con cui il sindacato si rivolge a governo e Ars. Per la Cisl, "va subito adottata una norma di proroga dei commissari, in vista di una riforma autentica, che: individui con certezza le aree metropolitane; incentivi l'unione dei comuni per la gestione dei servizi; ridefinisca il rapporto tra Regione ed enti locali in vista di un serio superamento delle province".
Siciliainformazioni
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"Continuo a difendere i giovani agrigentini e il loro diritto allo studio: anche in commissione all'Ars, alla presenza del presidente del Polo universitario della Provincia di Agrigento, ho ribadito la necessità di impedire la drastica riduzione dei corsi di laurea e dell'offerta formativa".
Lo dice Giovanni Panepinto, deputato regionale del Pd, che questa mattina è intervenuto ai lavori della commissione Cultura e Formazione all'Ars, dove, su iniziativa dello stesso Panepinto, è stata convocata una seduta per discutere del Polo universitario di Agrigento e della possibilità che dal prossimo anno accademico i corsi di laurea scendano da 6 a 4, se non addirittura a 2. Alla riunione della commissione ha partecipato anche Maria Immordino, presidente del Polo universitario.
Infoagrigento
Provincia, progetto Gren Jobs Opportunities: pubblicato l'avviso per la selezione di alcuni incarichi
E' stato pubblicato sul sito internet della Provincia Regionale di Agrigento www.provincia.agrigento.it l'avviso per la selezione di alcuni incarichi nell'ambito del progetto "GJO- GREEN JOBS OPPORTUNITIES", promosso e cofinanziato dall'Unione Province Italiane (programma Azione ProvincEGiovani 2013), in partenariato con la Provincia di Lecce (ente capofila) e il CTS. La selezione riguarda due incarichi di promotor/facilitatori e un icnarico di esperto Start-Up d'impresa. Gli interessati in possesso dei titoli professionali possono visionare i dettagli dell'avviso, compresi i disciplinari, sul sito della Provincia Regionale Le domande devono essere inviate a: Settore Ambiente, Politiche comunitarie e attività negoziale della Provincia Regionale, Piazzale A. Moro 1 - Agrigento, o consegnate alle sedi URP della Provincia entro le ore 14.00 del 21 febbraio prossimo.