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15 febbraio - sabato
GIORNALE DI SICILIA


CORTE DEI CONTI.L'ex presidente dovrà versare oltre 24mila euro. Condannati anche i dirigenti Ignazio Gennaro e Giuseppina Miccichè. «Rimborsi illegittimi alla Provincia»
D'Orsi dovrà anche risarcire l'Ente
Rimborsi spese illegittimi, incarichi professionali inutili ma non solo:
l'ultimo presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi, dovrà risarcire lente che ha presieduto fino a pochi mesi fa. Lo ha deciso la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti. D'Orsi, a fronte di una richiesta molto più consistente, dovrà comunque pagare 24.127 euro a titolo di danno erariale". Condanna pure per il vicedirettore generale dell'ente, Ignazio Gennaro, che dovrà corrispondere 11.224 euro. Ammonta ad appena 837,33 euro il risarcimento dovuto dal funzionario Giuseppina Miccichè. Il collegio presieduto dal giudice Luciana Savagnone ha assolto gli altri "convenuti". Si tratta dei due economi Antonino Amato e Paolo Muratore e dei funzionario Piero Hamel, Antonino Graci, Gaetano Gucciardo, Rosario Cinquemani e Stefano Mammo Zagarella. Il pubblico ministero aveva contestato a D'Orsi e ai funzionari cinque diversi profili di danno erariale per un importo complessivo di 150mila euro. Conclusa l'istruttoria, però, aveva ritenuto chiarita la posizione dei due eco- nomi Amato e Muratore (assistiti dagli avvocati Antonino Gaziano e Cristina Mancuso) e aveva chiesto di ritirare l'accusa, accogliendo in parte le tesi degli avvocati Angelo Nicotra e Girolamo Rubino, per una spesa di circa 4 mila euro contestata a D'Orsi, Gennaro e Mammo Zagarella. I due addetti all'ufficio economato (Muratore nel processo penale è stato difeso dall'avvocato Daniela Posante) erano stati peraltro prosciolti in udienza preliminare Mammo Zagarella (assistito dal legale Angelo Nicotra) era stato assolto con rito abbreviato. Adesso sono stati scagionati anche dai giudici contabili. D'Orsi e altri cinque funzionari (Gennaro,Miccichè, Hamel, Graci e Gucciardo) sono invece sotto processo davanti alla prima sezione penale. il processo per danno erariale scaturisce da una trasmissione di documenti da parte della Guardia di Finanza (che ha svolto le indagini penali su delega del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e del pm Giacomo Forte) che ipotizzava consistenti irregolarità gestionali. Innanzitutto il capitolo dei rimborsi spese per "pranzi di rappresentanza" di D'Orsi. Secondo l'accusa la documentazione fiscale prodotta per giustificare le spese "era giuridicamente inesistente". Un altro filone riguardava le spese istituzionale "nei fatti - secondo il pm - prive di utilità". E poi l'affidamento di incarichi a professionisti esterni all'amministrazione "in contrasto con la normativa", l'acquisto di beni "in dispregio delle leggi" e "l'illecita appropriazione di beni dell'ente". Anche la famosa vicenda delle quaranta palme acquistate dall'ente clic sarebbero finite nel giardino della casa di D'Orsi sono finite al centro del processo. Allo stesso modo l'ipotesi investigativa secondo cui l'agronomo della Provincia sarebbe stato "dirottato" per tre giorni nel giardino della villa si è trasformata in una contestazione di danno pari a 268 euro, ovvero tre giorni di lavoro del dipendente. Al momento, però, non si conoscono le motivazioni delle tre condanne. (GECA)


LA SICILIA


La Provincia rischia di rimanere senza una "guida"
g. s.) Oggi doveva essere il ((giorno del giudizio» per le Provincie e invece le difficoltà dell'Ars a votare il disegno di legge fanno saltare tutto e anche ad Agrigento si rischia il "limbo". Se, come detto dall'assessore regionale Valenti, il termine del 15 febbraio come conclusione della proroga di 45 giorni dei commissari era solo indicativo, l'ente resterà nei prossimi giorni privo di una guida «politica.
Da lunedì — spiega Benito Infurnari — continuerò ad andare alla Provincia ma ovviamente non firmerò nessun atto a meno che non si tratti di situazioni di sicurezza pubblica. Al momento non c'è piena chiarezza se il termine del rinnovo sia il 15 o il 18 del mese, ma del resto poco cambia». Infurnari spiega che al momento non ha ricevuto nessuna indicazione dalla Regione, e diversamente del resto non potrebbe essere, dato che Sala d'Ercole al momento non ha individuato nessuna soluzione immediata nè ha proposto concretamente una nuova proroga dei commissario. Lo scontro a livello regionale è sul numero dei consorzi, sugli organismi interni degli stessi e sulle competenze.
Proposte che al momento hanno trovato la contrarietà, tra gli altri, del Ncd e di parte dell'opposizione.
«Se alla base di questo ddl — ha dichiarato il deputato regionale Vincenzo Fontana — vi è la proliferazione dei liberi consorzi, nel giro di pochi mesi ci troveremmo una Sicilia con più di 20 consorzi. Quale rivoluzione politica e territoriale apporteranno? Anzi, renderemmo gli enti sempre meno efficienti e sempre più sotto il controllo della politica con le nomine indirette. Per questo ribadisco e sono pronto a votare solo se si assicuri l'elezione diretta del presidente del Consorzio e si riveda la soglia minima a nove consorzi.


Liberi Consorzi presentati
400 emendamenti al disegno di legge
PALERMO. Sono 400 gli emendamenti al ddl sui liberi Consorzi presentati. Lunedì scadono i termini per la presentazione dei sub emendamenti al testo di riscrittura del governo. Restano tanti i punti da approfondire, a partire da martedì con l'inizio dell'esame dei singoli articoli e dei numerosi emendamenti e sub emendamenti. Il clima anche nella maggioranza non è tranquillo. E sorge il dubbio del fuori tempo massimo: oggi scadono i termini previsti dalla legge dell'Ars, varata a fine dicembre, che indica il termine della gestione commissariale delle disciolte Province al 15 febbraio. Ci si arrivò con un compromesso: il 15febbraio venne considerato il tempo massimo per la convocazione delle elezioni per le vecchie Province, ove non fosse stata varata la riforma e conseguentemente la nuova proroga della gestione commissariale. Il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, giovedì ha chiesto al governo se il 15 fosse una data perentoria, Risposta dell'assessore Patrizia Valenti: «Non è perentoria».
Ma da domani che ne sarà della gestione commissariale delle Province scaduta per legge? Si creerà un vuoto amministrativo Potrebbe anche intervenire la Corte dei Conti.
E, sebbene sia una valutazione dell'opposizione, non sembra si possa prendere sotto gamba l'assunto di Marco Falcone (Fi): «Da domani gli stessi commissariamenti delle province cosi come nominati ad inizio anno, diventano illegittimi. Infatti, essendo scaduti i termini della legge ?/2013, non è possibile prorogare gli stessi commissari con i medesimi poteri, ma necessita un nuovo atto di giunta che conferisca nuovi poteri, straordinari. teoricamente, nelle more di arrivare al voto».
E. poi, per Falcone (e paradossale l'articolazione della norma sul numero dei componenti delle assemblee (dei Consorzi, ndr), in quanto, essendo costituiti dai sindaci dei comuni aderenti e da un numero variabile di componenti di 25,35045, a seconda del numero di abitanti degli stessi consorzi, si verificherà che il consorzio cli Palermo avrà un'assemblea di 126 componenti (81 sindaci e 45 eletti), quello di Catania di 92(5? sindaci e 45 eletti) per Messina non basterà palazzo dei Leoni, ma servirà lo stadio per accogliere i 152 componenti» Nello Musumeci, leader del centrodestra, annuncia battaglia: il suo gruppo tra gli emendamenti presentati e sub emendamenti che depositerà arriverà a quota 200, «per impedire la prossima settimana l'approvazione di una legge folle, incostituzionale e contraria allo sviluppo».
GIOVANNI CIACIMINO


16 febbraio - domenica


LA SICILIA


CORTE DE CONTI
Provincia: rimborsi spese e incarichi condannati D'Orsi, Gennaro e Micciché
I giudici della sezione giurisdizionale della Corte dei conti hanno condannato l'ex presidente della Provincia regionale di Agrigento, Eugenio D'Orsi, il vice direttore generale Ignazio Gennaro e il funzionario Giuseppina Miccichè a risarcire l'Ente per «danno erariale» provocato a seguito dell'approvazione di rimborsi e incarichi professionali. D'Orsi dovrà pagare 24.127 euro, Gennaro 11.224 euro e Miccichè 837,33 euro.
Nessun rilievo contabile stato mosso agli altri funzionari che erano finiti sotto inchiesta: Antonino Amato, Paolo Muratore Piero Hamel, Antonino Graci, Gaetano Gucciardo, Rosario Cinquemani e Stefano Mammo
Zagarella. La Procura aveva contestato a D'Orsi e ai funzionari diversi profili di danno erariale per un importo di l5Omila euro, Tra le altre cose il capitolo dei rimborsi spese per i pranzi di rappresentanza. L'accusa considerava «giuridicamente inesistente» la documentazione fiscale prodotta.
Agli atti venne inserita anche la questione riguardante le quaranta palme acquistate dall'Ente e poi secondo l'accusa finite nelle villa di D'Orsi nel quartiere di Montaperto.
Al Tribunale di Agrigento, intanto, il processo penale contro l'ex presidente della Provincia regionale di Agrigento si sta avviando verso la conclusione.


17 febbraio- lunedì


GIORNALE DI SICILIA


ENTI PUBBLICI Per l'idoneità a prima sessione de 2014 prenderà il 15 aprile
Autotrasportatore merci per conto terzi, la Provincia modifica il regolamento
La Provincia ha modificato il Regolamento per il conseguimento dell'idoneità professionale di autotrasportatore merci conto terzi, per essere adeguato alle nuove disposizioni del ministero dei Trasporti. L'avviso è stato pubblicato all'albo pretorio on line della Provincia. In virtù delle modifiche apportate, la prima sessione per il 2014 verrà svolta dal 15 aprile ai 30 maggio. Il relativo bando potrà essere visionato sul sito della Provincia, nella prima settimana di marzo. Il regolamento si applica a coloro che intendono sostenere presso la Provincia di Agrigento gli esami per il conseguimento dell'idoneità professionale per l'accesso alle professioni di trasportatore di merci su strada con motoveicoli con massa complessiva a pieno carico superiore a 3,5 di tunnellati, nel settore dei trasporti nazionali ed internazionali, nel rispetto della normativa vigente comunitaria, statale e regionale e delle relative disposizioni ministeriali. Sono istituite due sessioni ordinarie d'esame e per il conseguimento dell'attestato di idoneità professionale all'esercizio dell'attività di autotrasporto di merci su strada che si svolgeranno annualmente con le seguenti modalità: prima sessione d'esame 15 aprile—30 maggio di ogni anno: saranno esaminate le domande pervenute alla Provincia entro 1130 marzo; seconda sessione d'esame 15 settembre—15novembre di ogni anno: saranno esaminate le domande pervenute entro il 15luglio. In relazione all'andamento delle istanze pervenute nelle sessioni precedenti il dirigente del servizio competente può eventualmente disporre l'espletamento di sessioni straordinarie d'esame oppure stabilire sessione d'esame unificate qualora il numero degli aspiranti sia inferiore al minimo, Ti numero minimo dei partecipanti è stabilito in 15 ed il massimo in 120 . (PAPI)


PROVINCIA la copertura finanziaria è di 20mila euro
Iniziative sociali, scade il bando per avere contributi
Scade il 27 febbraio alle 13 il termine per la presentazione dei progetti per il finanziamento di Iniziative sociali il cui bando, pubblicato sul sito della Provincia di Agrigento avrà una copertura finanziaria di 20 mila euro. La somma complessiva è destinata alla promozione e realizzazione di progetti presentati da enti del privato sociale in materia socio - assistenziale- Con riferimento specifico a due tipologie: la prima per attività assistita Con animali in fattoria didattica in favore di disabili che frequentino centri di riabilitazione, case famiglia, comunità alloggio e comunità terapeutiche assistite, sia pubbliche che private (somma destinata 10.000 euro); la seconda per attività educative assistite con animali domestici all'interno delle scuole elementari in classi con presenza di alunni con disagio socio-affettivo ed anche qui la somma destinata ammonta a 10.000 euro. Possono presentare domanda: le cooperative sociali ed altri enti che siano iscritti all'albo regionale; le organizzazioni di volontariato iscritte all'apposito registro generale; le associazioni di solidarietà familiare iscritte nell'apposito albo; altri soggetti ed enti privati senza finalità di lucro, con esperienza nei settori sociale e Socio sanitario riferita all'utenza degli interventi da attuare. E' richiesto che i partecipanti debbano avere sede legale da almeno un anno in uno dei Comuni della provincia, e di impegnarsi nell'ipotesi di ammissione del progetto a realizzazione a costituire sede operativa in provincia oltre a possedere una struttura organizzativa adeguata e funzionale all'iniziativa o all'attività da realizzare. Non possono presentare domanda le associazioni che abbiano già ottenuto contributi o finanziamento per la promozione di progetti dalla Provincia (PAPI)


LA SICILIA


Tutti gli incarichi a 2 dirigenti
Cupa Per la spending rewiew si è rinunciato ai «comandati» dai soci
I soci dimenticano le promesse fatte sul personale, il Cupa costretto ad attribuire tutti gli incarichi a due soli dirigenti.
Era l'agosto del 2013 quando il Consorzio universitario di Agrigento, già in piena "spending review", decideva di dare un taglio al personale comandato in carico al Cupa risparmiando, si disse, 266mi1a euro annue. Una scelta sofferta, anche da un punto di vista giuridico, ma necessaria per tentare di raddrizzare la barra del timone di un bilancio che però, ci ha detto il tempo, si è comunque rivelato fragile. All'epoca, il Cda espresse una preoccupazione di carattere organizzativo-gestionale: quel personale, infatti, ricopriva comunque un ruolo negli uffici dell'Ente, e andava quindi sostituito. A confortare il Consorzio arrivarono le dichiarazioni di disponibilità da parte dei soci fondatori, i quali annunciarono che avrebbero offerto, in modo gratuito, del personale tecnico-amministrativo che sarebbe dovuto servire a colmare quel "vuoto". A distanza di 5 mesi da quel momento "storico", però, le promesse non sono state mantenute e il Cupa è dovuto correre ai ripari distribuendo tutti gli incarichi a due soli funzionari.
"Considerato che non sono pervenute da parte dei soci fondatori determinazioni in merito all'assegnazione di personale, responsabili di posizioni organizzative a titolo gratuito tramite convenzione presso questo consorzio — si legge in una determinazione presidenziale firmata da Maria Immordino l'11 dicembre 2013 -, è ritenuto pertanto necessario prorogare per mesi 12 le posizioni organizzative e i relativi sostituti al fine di garantire la continuità dell'azione amministrativa". Da quella data e fino al prossimo anno, Olga Matraxia sarà la responsabile del settori Affari Generali, del settore Tecnico ed è "datore di lavoro in materia di sicurezza sul lavoro", mentre Maria Cipolla è stata incaricata del settore Finanze e, in assenza della Matraxia, ne farà le veci. Costo, nelle more dei criteri di graduazione delle posizioni organizzative, 5.164 euro annue più l'indennità di risultato spettante per il contratto collettivo nazionale di lavoro.
G.S.

 
Live sicilia.it
Fausto Raciti è il nuovo segretario del Pd siciliano. 

Ma i gazebo dove il giovane deputato è stato eletto sono rimasti quasi
vuoti. Alla fine, infatti, alle primarie del Pd sono andati a votare
in pochi. Il dato dell'affluenza al gazebo è stato modesto (anche se
il calo era atteso in casa Pd) e probabilmente emblematico del
momento che vive il "popolo" del più grande partito di
centrosinistra, che solo due mesi fa si era mosso in massa per
eleggere segretario Matteo Renzi. Quello stesso Renzi, che liquidando
Letta e scegliendo una scorciatoia per approdare a Palazzo Chigi
senza l'incomodo del voto, ha forse lasciato spiazzata la base dei
democratici. I risultati si vedono nei numeri. Certo, i congressi
regionali non hanno l'appeal mediatico di quelli nazionali, ma il
tracollo è talmente massiccio (56 mila elettori in meno, quasi il 50
per cento) e repentino che sarebbe difficile non leggervi i segnali
di uno smarrimento da parte degli elettori democratici per lo
spettacolo che in questi giorni è andato in scena a Roma.
Nell'Isola, infatti, si passa dai 129 mila ai gazebo di due mesi fa a
73 mila votanti di oggi. Insomma, la "gente" ha disertato i
gazebo, lasciandoli ai tesserati e all'entourage di partito. In
Sicilia, tutti i capicorrente avevano trovato la quadra sul nome del
giovane Fausto Raciti,
deputato
nazionale di area Cuperlo, paracadutato a Roma da Bersani alle ultime
Politiche senza passare dalle primarie. E per gli artefici dello
strano patto tra nemici che ha benedetto la sua candidatura, spinta
da tutte le correnti (anche quelle che si erano fatte una guerra
spietata su tutto fino al giorno prima) meno che Areadem, anche in
questo caso le primarie dovevano ridursi per il giovane acese a poco
più che una formalità. Con l'apparato schierato tutto o quasi al
suo fianco, Raciti aveva passeggiato nelle consultazioni fra gli
iscritti, sfiorando il 70 per cento. Al gazebo, il risultato del
parlamentare trentenne è stato leggermente ridimensionato. Alla
fine Raciti c'è l'ha fatta,
 ottenendo
più del 61 per cento dei consensi. La corsa solitaria del segretario
uscente Giuseppe Lupo ha fatto registrare comunque un risultato
ragguardevole ("straordinario" lo ha definito
l'interessato). Il politico palermitano, che partiva da un 22 per
cento ottenuto nei circoli, ha raggiunto il 33. È rimasta
sostanzialmente al palo rispetto al 5 per cento ottenuto tra gli
iscritti Antonella Monastra, candidata dell'area Civati, che si
attesta intorno al 5,5 per cento. Il
successo di Raciti non è stato generalizzato in tutte le province
.
A Caltanissetta la vittoria di Raciti è stata bulgara (a Gela ha
viaggiato sul 90 per cento). Il neosegretario ha vinto bene anche a
Siracusa, a Catania (dove Lupo però s'è difeso con onore). A
Messina città, nel feudo elettorale di Francantonio Genovese, uno
dei pochi big al suo fianco, Lupo vola, strapazzando il giovane
sfidante. Ma ancora più significativo è il risultato del segretario
uscente a Palermo città: qui Lupo batte Raciti, proprio a casa di
Davide Faraone e Antonello Cracolici, tutti big schierati con il
giovane candidato unitario. In compenso, Raciti ha battuto il suo
competitor in provincia. Lupo vince anche a Ragusa, mentre Enna
consegna un plebiscito al candidato scelto da Mirello Crisafulli.

Province, liberi tutti

L'abolizione delle provincie in Sicilia, ed il dibattito sulle modalità e sulla
creazione di soggetti istituzionali alternativi, crediamo riesca oggi
di ostica comprensione per l'opinione pubblica. Sulla base di tre
motivi: intanto viene difficile giustificare perché si utilizzi
tempo prezioso, su quelli che almeno a prima vista appaiono solo
cavilli legislativi, piuttosto che pensare a temi prioritari come
quelli dell'occupazione o degli aiuti alle imprese.

Il secondo motivo nasce dallo "specialismo" della materia
trattata, conosciuta (?) nei tavoli romani, ma non certo in assemblee
pubbliche siciliane. Il terzo motivo è costituito dal fatto che così
come la vicenda viene raccontata nelle cronache parlamentari non
permette di riuscire bene a intuire gli interessi in gioco.

Per offrire materiali di conoscenza al giudizio dei lettori dobbiamo
partire da alcune indispensabili definizioni. Quando si parla di area
vasta si pensa ad un superamento, utile per pratiche di
pianificazione, della dimensione locale, alla ricerca di più ampie
relazioni che permettano di ottimizzare risorse nel quadro di una
programmazione strategica del territorio e di una specializzazione
produttiva. Ben più complesso è il concetto di area metropolitana:
un'agglomerazione o una conurbazione che per i vari servizi dipende
dalla città centrale (metropoli). Terzo termine, il più importante
per quel che ci riguarda insieme a quello dei liberi consorzi di
comuni: la città metropolitana che sulla base del ddl Delrio può
istituirsi solo in aree metropolitane. Ne sono state identificate
quindici (tra cui Palermo, Catania e Messina) che saranno
destinatarie di importanti finanziamenti europei. Nella nuova
programmazione dei fondi europei 2014-2020 è stato infatti inserito
un nuovo Programma operativo nazionale (PON) "Città metropolitane"
che destinerà a ciascuna città del Sud dagli 80 ai 100 milioni da
utilizzare per la modernizzazione dei servizi urbani, attraverso
piani di investimento per il miglioramento delle infrastrutture di
rete e dei servizi pubblici. Inoltre, per le Città delle Regioni
meno sviluppate il PON potrebbe sostenere alcuni interventi e
sperimentazioni per l'inclusione sociale, rafforzando e innovando
le politiche ordinarie dell'abitare anche con il coinvolgimento del
tessuto associativo e dell'economia sociale.

Quanto ai Liberi Consorzi di comuni, questi dovrebbero sostituire le attuali
province con funzioni di governo di area vasta. Organi di governo con
autonomia amministrativa e finanziaria ma non politica (viene
sottolineato dagli esperti), eletti con sistemi indiretti di secondo
grado. Resta da citare un unicum: l'area integrata dello Stretto,
derivante dall'unione di due città metropolitane: Messina e Reggio
Calabria (quest'ultima sotto osservazione perché attualmente
commissariata per infiltrazioni mafiose nel Comune). Un'idea
affascinante come quella del Ponte sullo Stretto (anche dell'Area
dello Stretto se ne parla dagli anni '70 e guarda caso fu proprio uno
dei due autori di questo pezzo a lanciarla in una ricerca condotta
per contro del Formez insieme al prof. Giuseppe Campione, già ex
Presidente della Regione Siciliana), ma al momento purtroppo buona
solo per organizzare seminari.

Proviamo ad identificare gli interessi in gioco. Apparentemente gli obiettivi
da raggiungere sono due: riformare le Province sostituendole con i
Liberi Consorzi e strutturare la "governance" delle città
metropolitane e degli stessi Liberi Consorzi. C'è un terzo obiettivo
sottinteso. Se città metropolitane devono essere, questo vuol dire
prevedere per loro dimensioni significative in termini di territorio,
popolazione, rete di servizi. Nella competizione internazionale,
infatti, i territori piccoli, demograficamente ed economicamente, non
sono riconoscibili, e perciò difficilmente attraenti. Per diventarlo
devono raggiungere una massa critica, in termini di dimensioni
territoriali e demografiche, che consenta una maggiore produttività
dei servizi, derivante dall'integrazione e dalla specializzazione
delle funzioni, ed un profilo più spendibile in termini di marketing
territoriale. Siamo alle considerazioni finali. Dietro la corsa ai liberi Consorzi alla
faccia delle città metropolitane si nascondono precisi interessi
elettorali: non c'è deputato oggi all'Assemblea Regionale che non
debba dare conto a questo o quel sindaco che ha contribuito alla sua
elezione, che non debba battersi perché il suo luogo nativo non
coroni l'aspirazione di potersi pregiare capoluogo di un libero
consorzio, che possa trascurare la futura sistemazione dei suoi
sodali negli enti di governo la cui possibilità è correlata alla
loro moltiplicazione. Ne derivano due spinte che svuotano di
significato le città metropolitane ed i Liberi Consorzi.
Ridimensionando le prime a danno della possibile "cattura" di
finanziamenti e rendendo i secondi un organo da eleggere con forme
complesse difficili da decidere, come finora avvenuto, poiché ogni
deputato subordina la soluzione al peso politico che potrà
conservare o recuperare in questi organi, teoricamente istituiti per
sostituire le province, abolendone i costi e quindi, in teoria, con
organici e compiti minimali.

Una
ulteriore distorsione.E' facile prevedere una futura trama di
passaggi di un comune dall'adesione alla città metropolitana alla
fuga verso il Libero Consorzio. Con alla base analisi costi-benefici,
previsioni demografiche, scelte basate sulle caratteristiche del
territorio? Ne dubitiamo fortemente. L'eliminazione delle province
avrebbe dovuto rappresentare risparmi e razionalizzazione dei livelli
di governo. Come spesso accade, buoni propositi si trasformano in
decisioni a forte caratterizzazione clientelare. E' il caso di dire:
Liberi tutti.

E'
giusto, torniamo all'inizio del pezzo, dare priorità ad una
discussione defatigante basata solo su una mancata convergenza verso
interessi comuni? Purtroppo, in certi momenti, è come se la politica
prevalesse sull'economia. Non è solo, con lo sguardo rivolto a
recenti avvenimenti, una peculiarità siciliana.


Linksicilia.it
SI PROFILA IL VOTO FAVOREVOLE DEL MOVIMENTO 5 STELLE ALLA 'RIFORMA'
VOLUTA DAL GOVERNO CROCETTA.

Non si placano le polemiche sulla riforma delle province che dovrebbe
essere varata entro giovedì per evitare il ritorno alle elezioni di
consigli provinciali e presidenti. La posizione del Governo
regionale, alle prese con centinaia di emendamenti, è oramai chiara:
superare la scadenza con il varo di un testo, anche monco, pur
di evitare la figuraccia del ritorno alle urne. Lo stesso assessore
regionale alle autonomie locali, Patrizia Valenti, sprigiona
ottimismo sul possibile traguardo.
"E' una legge complessa sulla quale non si è trovato subito l'accordo
ma ora abbiamo chiuso il cerchio. Il processo di riforma non si
esaurisce con questa legge perché fra sei mesi procederemo con
l'attribuzione delle funzioni ai Consorzi. Ma l'importante è
partire". Una posizione politica chiara ed inequivocabile, quella
dell'assessore Valenti. Poco importa se i territori ripiomberanno
nel caos dato che il testo non dovrebbe contenere la disciplina delle
competenze per far funzionare i Liberi Consorzi dei Comuni che
potrebbero subire un ulteriore slittamento di almeno sei mesi.
Un'altra occasione perduta? Può darsi. Di certo siamo di fronte all'ennesimo
pastrocchio che si appresterebbe a partorire l'Assemblea regionale
siciliana. Sul tema della riforma delle Province e sui metodi
utilizzati dall'esecutivo del presidente Rosario Crocetta, restano
critici i parlamentari del Movimento 5 Stelle all'Ars, come
riferisce al nostro giornale Sergio Tancredi.

"Anche se non ci convince l'azione del Governo - dichiara Tancredi,
parlamentare di Sala d'Ercole grillino eletto nel Trapanese -
responsabilmente voteremo a favore del testo di legge sulla riforma
delle Province se non verrà stravolta ulteriormente in fase di
discussione in Aula e fermo restando che la riscrittura è diversa da
quella sulla quale avevamo chiesto il parere alla base degli
attivisti". Oltre al contenuto, a non convincere i grillini anche il metodo utilizzato
dall'esecutivo regionale per trovare una condivisione ai fini
dell'approvazione del disegno di legge.
"La cosa ancora più strana è che nella passata legislatura e in questa
legislatura non c'è stato un solo parlamentare che ha presentato
un atto ispettivo per fare chiarezza sul 'mistero' di questi 2,1
miliardi di euro. 




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