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GIORNALE DI SICILIA
 

DAL 28 FEBBRAIO Ci sarà anche l'elezione di una Miss
Carnevale 2014, è ufficia'e il programma della Kermesse
E' stato definito il programma della sedicesima edizione del Carnevale canicattinese che si terrà dal prossimo 28 Febbraio fino al 4 Marzo. Rispetto agli anni passati si è mantenuta l'ossatura tradizionale della kermesse nel corso della quale a fare da principale attrattiva saranno le sfilate dei carri allegorici previste per quattro sere consecutive, da sabato fino alla serata conclusiva del Martedì grasso. Al termine di ogni sfilata sarà lasciato spazio alla musica ed al ballo con diversi spettacoli che si terranno nei pressi della Villa comunale e che saranno animati da dj locali che si alterneranno alla consolle. Spazio verrà dato, come tradizione, anche alle scuole della città che saranno protagoniste il sabato mattina della sfilata in maschera per le vie principali della città. Sin da adesso si è messa in moto la macchina organizzativa nei vari istituti che proporranno, come ogni anno, maschere e balli a terna. Ancora incertezza invece in merito alla realizzazione, sempre sabato mattina, di una sfilata di carrozze d'epoca e di gruppi folkloristici. La novità dell'edizione di quest'anno sarà l'istituzione del premio "miss Carnevale" su proposta dell'associazione Neos Giovani. Il concorso prevede che ogni gruppo di ballo che parteciperà alle sfilate dei carri allegorici indicherà i nominativi di alcune ragazze che poi verranno giudicate da un'apposita giuria. Nei prossimi giorni verrà convocata dall'amministrazione comunale una conferenza di servizi per mettere a punto il piano di sicurezza che verrà realizzato nei giorni della kermesse. (GIMO)
 

FATTO STORICO. Non è mai successo che Agrigento fosse collegata con l'isola delle Pelagie con un ponte aereo: sono otto gli aspiranti piloti
Mossi i primi passi verso l'aeroporto
Un aereo raggiungerà Lampedusa
Un aereo da Agrigento volerà per Lampedusa. Raggiungerà l'isola per permettere a due isolani di espletare la prosa pratica del brevetto di solo. Si sono aggiunti agli altri Otto iscritti al primo corso di volo organizzato dall'aeroclub "Valle dei templi". Entro fine aprile, tra esame teorico e prova pratica, conseguiranno, se saranno bravi ed hanno studiato, i primi brevetti Fatto storico: ad Agrigento non solo si sola ma per di più si conseguono brevetti Anche il "volo" tra la pista di contrada Burraiti e Lampedusa sarà storia. Non e' mai successo, infatti, che Agrigento fosse collegata con la splendida isola delle Pelagie con un ponte aereo. Chissà che qualcuno non ci prenda gusto, magari potrebbe nascere un collegamento in stile "aereo taxi" come avviene in tante famose e frequentate località turistiche. In America, per esempio, il collegamento con mezzi ultraleggeri è una consuetudine a cui molti turisti fanno riferimento per coprire distanze tra luoghi d'interesse. Insomma, sono tutte idee che i fondatori del campo volo di contrada Burraiti potrebbero valutare. Certo è che passi avanti se ne stanno facendo. Nel silenzio della politica e tra l'indifferenza generale, con l'impegno di privati, sta nascendo qualcosa che con il tempo può diventare grande. Il passaggio da campo volo ad aviosuperficie per cui l'iter è già avviato sarebbe già un significativo salto in avanti. L'idea di vedere volare aerei, seppur piccoli, sopra i templi, fino a qualche mese addietro sembrava un miraggio. Qualcosa di irrealizzabile. Un sogno inseguito a lungo piano piano si è materializzato. Ora qualcuno dovrà comprendere che Giovanni Graceffa, Fabrizio Campione e Pasquale Scibetta, volenterosi e facoltosi privati, soci fondatori del club, stanno portando avanti, spinti dalla passione per il volo, dalla voglia di creare e soprattutto dall'amore per questa terra. Qualcuno, i politici per primi, dovrebbero prendere la palla al balzo, perché questo potrebbe diventare il tanto sognato aeroporto di Agrigento. (DV)
 

RESTA TESO IL CLIMAALL'ARS ALLA VIGILIA DEL VOTO. RISCHIO DI ROTTURAANCHE CON L'UDC PER UNA NORMA MODIFICATA
Riforma delle Province, si cambia ancora
Duro scontro fra Cracolici e Crocetta, riscritti alcuni articoli controversi: cambia il metodo di elezione dei vertici nei Consorzi
Giacinto Pipitone
L'unica buona notizia per il governo è il sostegno annunciato dai grillini. Per il resto, una lite fra Cracolici e Crocetta ha fotografato a fine mattina, ieri, il clima in cui l'Ars si appresta a votare la riforma delle Province. L'intesa raggiunta a Roma fra i leader dei partiti di maggioranza non ha retto alla prova dell'aula: anche se non c'è stata nemmeno una votazione, è apparso chiaro che quelle norme concordate a freddo non sarebbero state approvate in quella formulazione. Troppo agguerrita l'opposizione, forte soprattutto di profonde divisioni in ogni partito della maggioranza. Il voto segreto, terreno fertile per i franchi tiratori, sarebbe stato il destino di ogni articolo.
Il vertice che Crocetta aveva convocato a mezzogiorno con maggioranza e opposizione per trovare una via comune che facesse uscire dalle sabbie mobili e stato interrotto dopo un'ora proprio per lo scontro fra il presidente della Regione e Cracolici (Pd). Crocetta ha chiesto ancora qualche modifica al testo concordato a Roma (in sua assenza), Cracolici a sua volta ha espresso dubbi sulla tenuta giuridica di altre misure chieste dal governo. Il tutto fra urla e accuse. «Un episodio imbarazzante» ha commentato Toto Cordaro del Pid. A quel punto l'opposizione ha lasciato il vertice.
La riforma Stava per saltare perchè si sarebbe andati in aula in ordine sparso. E allora è stato l'Articolo 4 di Lino Leanza e Luca Sammartino a mediare insieme a Cracolici e Baldo Gucciardi: è nata così una riscrittura - la quarta - degli articoli più controversi della legge che darà vita al consorzi di Comuni per sostituire le soppresse Province.
E'il metodo di elezione dei vertici dei consorzi a cambiare. L'intesa raggiunta a Roma lunedì notte prevedeva già che l'assemblea del consorzio (paragonabile al vecchio consiglio provinciale) venisse eletta da tutti i consiglieri comunali del territorio. Ma della giunta del consorzio potevano fare parte solo i sindaci. Ora invece si dà più peso ai consiglieri comunali che potranno non solo far parte delle assemblee ma anche della giunta. Inoltre il presidente del consorzio verrà eletto non solo dai membri dell'assemblea - come prevedeva l'accordo di lunedì notte - ma direttamente da tutti i consiglieri comunali dei Comuni consorziati.
Aumenta il peso dei consiglieri comunali e si allarga la base elettorale dei futuri vertici dei consorzi. Che dovrebbero restare non retribuiti anche se - obiettano in tanti nella maggioranza - i consiglieri comunali oggi sono pagati a gettone per ogni presenza in consiglio ma se dovranno assentarsi per partecipare all'assemblea del consorzio perderanno quindi parte del loro stipendio.
Tuttavia è un'altra riscrittura la miccia che rischia di far saltare il tavolo. E stata modificata una norma chiesta dall'Udc con Gianpiero D'Alia: prevedeva l'obbligatorietà dell'accorpamento di alcuni uffici da parte dei Comuni che si consorziano. Una misura di risparmio. Ma l'obbligatorietà è stata trasformata in una meno impegnativa (e rassicurante) facoltà. L'Udc ha già fatto sapere di non aver gradito.
Crocetta, appreso del decisivo sostegno dei grillini, si è detto fiducioso sull'esito finale. Anche se la riscrittura della riforma non convince ugualmente l'opposizione. «Noi - protesta Nello Musumeci - continuiamo a chiedere l'elezione diretta del presidente del consorzio, la immodificabilità del numero e dei confini e lo stop alle città metropolitane perchè penalizzerebbero i territori limitrofi».
 

LA SICILIA
 

Liti e urla, il ddl Liberi Consorzi slitta
Tutto rinviato alla prossima settimana, Si scopre che la "scadenza" del 15 febbraio «non è perentoria»
GIOVANNI CIANCIMINO
PALERMO . Clima incandescente a Palazzo dei Normanni, Non solo in Aula dove, al di là della tensione rumorosa delle opposizioni di centrodestra, è sembrata più assordante la tensione silenziosa nell'ambito della maggioranza ed in particolare nel Pd. L'espulsione dall'Aula di Milazzo Ncd), poi reintegrato, dice tanto sul clima surriscaldato.
La riunione dei capigruppo di maggioranza e di opposizione, alla presenza del governatore Crocetta, per trovare la quadra sulla riforma che istituisce i liberi Consorzi, è durata tuta la giornata con conclusione tutt'altro che fuori programma: la lite (o incomprensione tra il presidente della commissione Affari Istituzionali Cracolici e il presidente della Regione.
In serata il governo ha presentato la terza riscrittura della riforma, in vista della quale è stato stoppato il termine per la presentazione degli emendamenti inviandolo ad oggi. La novità del giorno: alla richiesta del presidente dell'Ars Ardizzone sulla scadenza del 15 cioè domani, previsto dalla legge del dicembre scorso, l'assessore Patrizia Valenti ha risposto che quella data non è perentoria. Ergo, il presidente dell'Ars, tra urla e proteste, ha dato I via alla discussione generale del ddl per rinviare poi i lavori alla prossima settimana.
Rispetto alla composizione dei consigli dei liberi Consorzi, alla elezione degli stessi e dei presidenti, uno dei motivi di contrasto, nella riscrittura del governo si stabilisce: l'assemblea del libero Consorzio è composta dai sindaci dei comuni che vi appartengono e da un numero di consiglieri comunali determinato nel modo seguente: 25 consiglieri nei Consorzi con popolazione fino a 250 mila abitanti: 35 consiglieri nei Consorzi con popolazione fino a 350 mila abitanti: 45 negli altri Consorzi, I consiglieri saranno eletti con sistema di secondo grado, cioè dai consigli comunali. Il presidente del libero Consorzio è eletto dai consiglieri comunali e dai sindaci dei comuni aderenti allo stesso, a maggioranza assoluta. Ove nessun candidato ottenga la maggioranza assoluta, si procede al ballottaggio tra i due sindaci che riportano più voti. La giunta del Consorzio composta da otto assessori nominati dal presidente fra i componenti dell'assemblea.
Città Metropolitane: presidente sarà il sindaco del comune maggiore, gli Otto assessori saranno nominati dal sindaco presidente fra i componenti dell'assemblea metropolitana a sua volta composta dai sindaci dei comuni aderenti, dai presidenti delle circoscrizioni di decentramento e da un numero di 45 consiglieri comunali e circoscrizionali eletti dai rispettivi consigli. Ancora: la Regione, d'intesa con la Città metropolitane di Messina, la Regione Calabria e la città metropolitana di Reggio Calabria, potrà favorire la stipula di accordi con lo Stato per consentire ai residenti nelle due aree di usufruire dei servizi secondo criteri di prossimità.
Si vedrà se si riuscirà a varare una riforma completa delle competenze o se si rincorrerà solo ad una riforma quadro e se sarà blindato il numero dei Consorzi a nove o se strada facendo si moltiplicheranno, considerato che il minimo di 150 abitanti per Consorzio si presta a questo gioco,
Pur condividendo la riforma, il vice presidente dell'Ars Venturino (ex stellato, oggi Psi) non la voterà, (occorre un'analisi più attenta e la condivisione della maggior parte dell'Ars».
M5s' Non è la legge per cui ci eravamo battuti, cercheremo di migliorarla, ma la voteremo».
 

Una palla al piede per Crocetta
Deve esserci ben altro dietro il plateale gesto di Cracolici di strappare il foglio che stava leggendo perché continuamente interrotto dal presidente della Regione, Crocetta. Un politico di lungo corso come il presidente della commissione Affari istituzionali, non perde la pazienza per i contrappunti del governatore. Evidentemente, sarà stata l'ennesima goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo. Tra i due da tempo non c'è sintonia. Cracolici è tra coloro che nel Pd ritengono che la giunta regionale, tranne qualche raro caso, non sia in grado di affrontare le emergenze siciliane, chiedendo l'ingresso di politici in giunta, pur sostenendo di non essere interessato ad alcuna poltrona di assessore. Crocetta, da parte sua, ha sempre respinto gli attacchi, andando avanti per la sua strada. Solo da qualche settimana, il presidente della Regione ha aperto alla possibilità di rivedere l'assetto del suo governo dove potrebbero trovare posto, oltre i tecnici d'area di Pd e Udc, anche assessori che potrebbero fare riferimento ad «Articolo 4», Megafono e Drs. Difficile che Crocetta apra le porte della giunta a deputati o ad ex deputati. Anche perché ce ne sono circa 90 raggiunti da avviso di garanzia per la spesa, «allegra», dei fondi dell'Ars destinati ai gruppi parlamentari. Tema che dovrebbe essere affrontato, nel corso di un nuovo vertice romano, martedì prossimo, dopo la celebrazione delle primarie di domenica per eleggere il nuovo segretario regionale del Pd. Anche la vigilia congressuale potrebbe essere tra le cause del gesto polemico di Cracolici, Ma su questo fronte, anche se il presidente della Regione non ha finora preso parte al dibattito, sarebbero sullo stesso fronte nel dare sostegno alla candidatura di Fausto Raciti. Vertice che, considerato la marcia a scartamento ridotto con cui sta marciando il disegno di legge a Sala d'Ercole, dovrebbe essere rinviato. Anche perché a Roma nei prossimi giorni i problemi che dovranno affrontare il ministro Gianpiero D'Alla e Davide Faraone, componente la segreteria nazionale del Pd, saranno ben altri. Ma poi perché a Roma si dovrebbe tenere un vertice sulle sorti della giunta regionale? E auspicabile che nei prossimi giorni all'Ars si trovi l'accordo per approvare il disegno di legge per l'abolizione delle Province. Subito dopo, la giunta dovrà mettere mano alla variazione di bilancio per riparare alla impugnativa del Commissario dello Stato. Da settimane ormai si attendono le nomine dei nuovi direttori generali delle Asp e delle Aziende ospedaliere, anche per programmare una sanità più efficiente sia ospedaliera che territoriale. La selezione è stata completata da tempo. Le nomine, sono state prima rinviate per evitare fibrillazioni durante l'approvazione della finanziaria, ora perché si aspetta la manovra di riparazione. Ma Crocetta non è un presidente che si lascia condizionare dalla congiuntura.
 

NETTO CAMBIO DI ROTTA PER ROBERTO CAMPAGNA E FRANCESCOCRISTIAN SCHEMBRI
Da assessori di Zambuto e D'Orsi a «grillini»
Dalla "casta" della politica partitica al Movimento 5 stelle. E' questo il percorso di "catarsi" intrapreso da due ex amministratori cittadini, ormai parte integrante ad Agrigento del "non partito" creato da Grillo, Si tratta di Roberto Campagna, già Pdl, poi Grande Sud e assessore comunale dall'aprile 2010 al giugno 2011 e Francescochristian Schembri, prima An poi tra i fondatori del cosiddetto movimento dei "Lealisti" dì Eugenio D'Orsi e assessore provinciale da febbraio 2012 fino al giugno 2013, ovvero fino all'arrivo del commissario. Poi fece parte dell'associazione politica «Punto esclamativo» composta da ex assessori della giunta D'Orsi e presieduta dall'ex vice presidente Paolo Ferrara.
Come è avvenuto l'avvicendamento al Movimento?
"Dopo una riunione aperta alla cittadinanza svoltasi nel novembre 2013 perché abbiamo visto nel M5s una possibilità per continuare a fare una politica sociale, che è lo scopo che ci siamo sempre prefissati. Ci siamo avvicinati perché abbiamo visto gente pronta a spendersi per questo territorio, Un esempio? Mentre in città infuriava la polemica sulla Sagra sono stati gli attivisti 5 stelle ad aver dato accoglienza al gruppo folk della Lettonia".
A voler ragionare per schemi, voi rappresentate però la "vecchia politica". Come siete stati accolti dal movimento?
"Benissimo, siamo stati visti fin da subito come una risorsa in termini di esperienza. Sull'appartenenza passata a partiti politici, poi, nessuno di noi rimpiange le scelte fatte, perché abbiamo agito con dignità. Lo - dice Campagna ho lasciato l'incarico - quando ho ritenuto che non vi fossero più le condizioni, mentre Schembri ha semplicemente concluso il suo mandato".
Pensate ci sia qualcuno che vi possa accusare di aver scelto un "cavallo vincente?"
'Non crediamo, anche perché se avessimo cercato un posto in cui collocarci avremmo di certo scelto un partito che avrebbe almeno potuto garantirci una candidatura".
Riguardo le accuse che Grillo e il M5s muovono alla politica partitica da cui provenite o alla stampa, e alcuni del Movimento sono giornalisti, credete siano accuse fondate?
"i nostri pareri su questi aspetti sono ovviamente personali, però riteniamo che la politica, quanto certa stampa, abbiano delle responsabilità rispetto allo stato di cose in cui ci troviamo",
G.SCH.

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