GIORNALE DI SICILIA
PRIMO TRIMESTRE DEL 2014 Il piano delle ispezioni.
Turismo, controlli della Provincia in 10 strutture tra Menfi e Sambuca.
Sono in tutto 10 le strutture ricettive, sistemate tra Menfi e Sambuca di Sicilia, che saranno sottoposte agli accertamenti ispettivi disposti dall'assessorato ai Turismo della Provincia di Agrigento, così come disposto dalla legge che stabilisce le competenze degli enti locali. Il piano delle ispezioni, per il primo trimestre 2014, è stato infatti approvato dalla Provincia e pubblicato all'albo pretorio on line, Queste le strutture ricettive da controllare: hotel "Le dune Resort", "Turismo Rurale Stoccatello", "Casa Vacanze Charlotte House's", affittacamere "Francesca Maranzano", "Villa Plasi", Villa "Fiore Beach" e camping "La Palma" tutte con sede a Menfi; l'hotel "Don Giovanni" ed il B&b "Il Saracen - Regina di Adriano" di Sambuca di Sicilia, ed infine a Santa Margherita Belice il B&b "Nunzia, Angelica e Aquilino Corsentino". Il controllo è stato disposto perché i titolari delle strutture già indicate non hanno comunicato le presenze o non hanno mai risposto alle sollecitazioni della Provincia per la presentazione dei servizi e tariffe. Da qui l'approvazione del piano e l'adozione dei provvedimenti consequenziali, disposti dal dirigente del settore "Promozione turistica ed attività economiche e produttive" della Provincia, Achille Contino, (PAPI)
LO SCIOPERO INIZIA OGGI. Incrociano le braccia per 48 ore i lavoratori di Licata, Canicattì, Palma, Campobello, Naro, Ravanusa e Camastra
Stipendi non liquidati - Raccolta dei rifiuti ferma per due giorni in 7 città.
Angelo Augusto
Lo sciopero degli operatori ecologici nei sette cantieri della Dedalo Ambiente inizia oggi, ma in realtà già ieri la raccolta dei rifiuti ha subito un rallentamento a Licata, Palma di Montechiaro, Ravanusa, Canicattì, Naro, Camastra e Campobello di Licata. Nel primo giorno della settimana, come annunciato da Cgil, Cisl e Uil, per ogni turno i lavoratori si sono riuniti in assemblea per due ore, "per discutere- hanno scritto le segreterie generali della funzione pubblica di Agrigento - le modalità e il successivo calendario di lotte, per affrontare e risolvere definitivamente la vertenza del ritardo nel pagamento delle spettanze". Togliendo, da ogni turno, due ore di lavoro il servizio di raccolta e spazzamento rallenta. Ma da oggi andrà peggio. Lo sciopero inizierà stamani per concludersi domani sera. Da giovedì gli operatori ecologici torneranno al lavoro, ma si asterranno dallo straordinario. E' prevedibile, dunque, che i rifiuti rimarranno nei cassonetti a lungo. E ieri Alfonso Buscemi, segretario generale della Cgil funzione pubblica di Agrigento, ha annunciato che stamani i lavoratori, a partire dalle 9.30, terranno un sit indi protesta nella zona industriale di Ravanusa, dove ha sede il polo tecnologico della Dedalo Ambiente. Cgil, Cisl e Uil, ieri, hanno diffuso un nuovo documento per specificare ulteriormente la decisione dei due giorni di sciopero. "Il 17gennaio si legge nella nota - è stata espletata la procedura di raffreddamento, ai sensi della normativa vigente, riguardo le vertenza dei lavoratori del settore Igiene Ambientale dell'ambito territoriale ottimale; la procedura è stata chiusa negativamente; il 30gennaio si è svolta una prima giornata di sciopero; deve essere completato il pagamento della mensilità di dicembre, devono essere versate le spettanze del mese di gennaio". I sindacati rilevano, inoltre, che "il contratto nazionale di lavoro Federambiente statuisce che gli stipendi vengano pagati dal 27 alla fine del mese a cui si riferisce la remunerazione, ma il personale non ha ricevuto alcuna rassicurazione rispetto ai pagamenti e che tale inadempienza si verifica tutti i mesi". Concetti, questi, che Alfonso Buscemi ha ribadito nei giorni scorsi a Marco Lupo, direttore generale del dipartimento Acqua e Rifiuti, nel corso di un confronto che si è tenuto a Palermo. In quell'occasione il segretario provinciale della Cgil funzione pubblica ha fatto rilevare proprio che 'sempre più spesso gli stipendi agli operatori ecologici vengono pagati in ritardo".
I commissari della Dedalo Ambiente, Landro e Lo Brutto, per due volte hanno chiesto ai sindacati la revoca dello sciopero, male istanze sono state respinte perché non contengono la data in cui saranno pagate le spettanze di gennaio.
INQUINAMENTO L'associazione ambientalista Mareamico ha denunciato il problema e diffuso su internet filmati e dossier fotografici
San Leone, arrivano i sommozzatori. Oggi sopralluogo ai pennelli a mare
Saranno i sommozzatori incaricati da Girgenti Acque, ad accertare questa mattina, di clic entità è la rottura del pennello a mare che da qualche giorno, sversa liquami e altro, nelle acque a circa cento metri a sud ovest del porticciolo turistico di San Leone. A segnalare l'ennesimo problema ai danni del mare agrigentino, è stata ancora una volta l'associazione ambientalista Mareamico che ha realizzato un dossier fotografico e una serie di fumati che provano come l'inquinamento sia visibile ad occhio nudo, «Continua ancora la maledizione che colpisce il mare di San Leone
- dice Claudio Lombardo con la condotta sottomarina, che dovrebbe portare le fogne non depurate lontano dal nostro bagnasciuga che si è nuovamente rotta a pochi metri dalla costa. la conseguenza, è che tonnellate di liquami si riversano in mare e tale sversamento è visibile ad occhio nudo dal porticciolo turistico di San Leone. Questo episodio - aggiunge - dimostra ulteriormente, se ce ne fosse ancora bisogno, che la politica dei pennelli è un fallimento: versare in mare le nostre fogne non depurate è illegale ed incivile. Questa pratica ha distrutto la qualità delle nostre acque di balneazione e serve a poco allontanare le stesse dalla battigia, anche perchè spesso, la condotta si rompe». Mareamico ha già informato del problema, la Capitaneria di Porto Empedocle, l'ARPA di Agrigento e il Dipartimento della prevenzione dell'ASP per chiedere urgenti sopralluoghi ed effettuare il prelievo delle acque per le analisi del caso». Lo scorso anno, una situazione analoga si era verificata marzo e il tutto non venne sistemato che a giugno compromettendo la stagione balneare. Il Comune infatti, emanò una serie di divieti di balneazione in intere zone del lungomare, tra cui nei pressi dello stabilimento della pubblica sicurezza Poi a metà luglio, il Gip del Tribunale di Agrigento, Ottavio Mosti, dispose il sequestro preventivo dei pennelli. Il provvedimento era stato chiesto dal sostituto procuratore Antonella Pandolfi. La vicenda si inquadra nell'inchiesta aperta nel 2012 dalla Procura di Agrigento sul sistema di smalti- mento dei reflui fognati della frazione balneare di San Leone e sulle cause dell'inquinamento del mare. La Procura aveva anche chiesto il sequestro delle spiagge a duecento metri a destra e a sinistra dei due pennelli, ma il Gip non accolse la richiesta indicando agli inquirenti di svolgere ulteriori indagini e perizie tecniche. Successivamente, la «Campione industries» di Marco Campione, presidente di Girgenti Acque, vinse la gara di appalto per la procedura di affidamento del lavoro per il controllo del funzionamento dei pennelli a mare a San Leone, alla Pubblica sicurezza e ai Padri vocazionisti. AMM
LA SICILIA
RALMONTE /STRADA PROVINCIALE 68
Prefettura chiuse cava, il costo dei lavori s'impenna
REALMONTE. La cava di pietra chiude in seguito a provvedimento prefettizio, il costo dei lavori lievita. Accade ad Agrigento, dove la Provincia regionale ha dovuto utilizzare il risparmio ottenuto dal ribasso d'asta della gara d'appalto per il ripristino della strada provinciale 68, nei pressi di Scala dei Turchi per far fronte all'impennata delle somme.
«Durante i lavori - si legge nella determina commissariale - sono emerse alcune esigenze a seguito di cause impreviste ed imprevedibili. Tra le previsioni progettuali la cava di prestito più vicina e regolarmente autorizzata era sita a 22 chilometri, in territorio di Siculiana. A seguito di provvedimento prefettizio nei confronti del titolare, la cava è stata chiusa il 17 gennaio 2013 e non è mai stata riaperta. In conseguenza, per approvvigionarsi del pietrame per i gabbioni e il tout-venant per il rifacimento di cassonetti stradali si è dovuti ricorrere alla cava più vicina. La scelta continua il dirigente - è ricaduta su un impianto a Licata», ovvero a 27 chilometri in più di distanza con «notevole aumento della spesa. A questo fatto si è aggiunta la necessità, a seguito «dell'evoluzione geomorfologica del versante a valle» di collocare massi ciclopici ai piedi della frana per contenere il fenomeno e altre somme necessarie per l'installazione di essenze arboree.
Per i lavori di «rifunzionalizzazione e di naturalizzazione dell'assetto idrogeologico della strada provinciale 68 Porto Empedocle-Realmonte, nei pressi della Scala dei turchi» la Provincia alla fine spenderà, oltre ai 265.034 euro già impegnati, ulteriori 116.444 euro, che porta la cifra definitiva a 48Omila euro, che era lo stanziamento inizialmente calcolato senza il ribasso d'asta.
G.SCHICCHI
IL SENATORE NCD DENUNCIA: COMMISSARI SCADUTI, SITUAZIONE PARADOSSALE
D'Alì: Province, irresponsabile vuoto ai vertici
GIOVANNI CIANCIMINO
PALERMO. Sulla istituzione dei Liberi consorzi dei Comuni in sostituzione delle disciolte Province oggi all'Ars inizia una settimana di fuoco, Il ddl relativo langue, bloccato anche da numerosi emendamenti e sub- emendamenti, nonché dalla mancanza di accordi trasversali e nell'ambito della stessa maggioranza. E da sabato, con la scadenza del mandato delle gestioni commissariali delle vecchie Province si è in regime di vuoto amministrativo.
Situazione allarmante, come rileva anche il senatore Antonio D'Alì (Ncd): «Quest'oggi (ieri per chi legge, ndr) si è verificata una situazione paradossale, scaduto il termine di vigenza dei commissari a suo tempo nominati nessuno ha provveduto a prorogarne la nomina o ad indicarne dei nuovi, quindi le province siciliane si trovano di fatto nell'incredibile situazione dell'assenza giuridica e fisica del vertice istituzionale». Ed aggiunge: «Al di là dell'irresponsabilità dell'Ars che non ha ancora provveduto ad esitare la legge di riforma, l'approssimazione del presidente della Regione e del suo governo è veramente ai limiti dell'immaginabile. Non si comprende come il governo regionale non se ne sia ancora andato a casa avendo causato e continuando a causare danni di ogni tipo alla Sicilia».
Ma per l'assessore Patrizia Valenti, non vi sarebbe alcun rischio, Da ricordare che giovedì della scorsa settimana, in Aula, il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, non a caso, aveva chiesto al governo di precisare se la scadenza del 15 febbraio fosse perentoria. E l'assessore Valenti: «No, non è perentoria». Probabilmente riferendosi al vuoto di qualche giorno. Sembra essere solo un'opinione. Ma come si fa a stabilire che la scadenza di una legge non sia perentoria senza ammettere che la si violerebbe? Le leggi vanno rispettate o no?
Peraltro, stando al ritmo del percorso legislativo del ddl, si teme che si tratterà più di qualche giorno di ritardo. Se oggi la riforma venisse approvata forse non ci sarebbero problemi. Ma è proprio impossibile. D'altra parte, i commissari non possono firmare alcun provvedimento, essendo in scadenza di mandato. Quanti giorni la gestione, sia pure commissariale delle disciolte Province, potrà restare totalmente immobile senza provocare danni nella realtà territoriale?
Né si può rimediare con decreto amministrativo di proroga, laddove la scadenza è prevista per legge, varata a fine dello scorso dicembre per prorogare la gestione commissariale sancita sempre con legge del dicembre 2012 con scadenza fine 2013. Allora si ritenne che un anno sarebbe stato sufficiente a varare la riforma che avrebbe posto fine alla gestione commissariale con l'istituzione delle nuove strutture territoriali ovvero Liberi Consorzi di comuni e città Metropolitane (Palermo, Catania e Messina).
LA REPUBBLICA
Crocetta: "Giunta, via libera al ritocco" Europee e governo, la road map del rimpasto
ANTONIO FRASCHILLA
QUELLA di ieri è sèmbrata davvero la giornata degli annunci clamorosi" da parte del governatore Rosario Crocetta. Prima intervistato da Radio 2 ha ammesso, scherzando manontropp0, di subire anche il fascino delle donne «come l'attrice e nuova fidanzata di Hollande, Julie Gayet, lui che da sempre dichiara di essere un omosessuale convinto. Poi una seconda svolta, sul fronte politico, però, e ben più seria: l'apertura a cambi di casacca in giunta. Visto il pressing molto insistente del suo Partito democratico e dal segretario nuovo di zecca, il giovane Fausto Raciti, Crocetta e il suo consigliere politico Beppe Lumia, che mira a una candidatura utile alle Europee, non sembrano avere altra scelta che quella di aprire finalmente un vero tavolo per il rimpasto. «Per carità, non chiamiamolo così, preferisco parlare di correzioni e cambi mirati nella squadra», dice il governatore, che stila però una road map.
«Oggi vedrò il segretario Raciti per un primo confronto sull'azione politica, la prossima settimana conto di convocare un vertice di coalizione e affrontare il tema», dice, aprendo forse anche a quello che fino a ieri, cioè fino a quando alla guida del Pd siciliano c'era il suo acerrimo rivale Giuseppe Lupo, era un tabù assoluto: l'ingresso dei deputati in giunta. «Preferisco non rispondere su questo argomento al momento», dice adesso, mentre fino a pochi giorni fa al solo sentir parlare di deputati a Palazzo d'Orleans andava su tutte le furie.
Aperture, incontri già in programma ma i tempi non saranno proprio brevissimi Prima occorre capire lo spazio di alcuni siciliani nel governo nazionale di Renzi. Poi fare il punto sulle candidature alle Europee Crocetta sussurra da giorni che entro febbraio potrebbe chiudere la partita rimpasto, ma la sensazione e che lo stesso governatore non abbia poi tutta questa fretta In ogni caso abbraccia Raciti «E un bravo giovane una persona con la quale si può parlar, con il Pd adesso ad esponenti abbiamo fatto pace anche se io rimango una persona alla quale i partiti stanno stretti».
Il rimpasto comunque non e più un tabu anche per il suo principale sponsor politico, Lumia. Il
senatore antimafia da tempo non fa mistero di voler puntare al grande salto a Bruxelles e cerca alleanze utili a una sua candidatura alle Europee. Tra queste, certamente, quella con i movimenti satelliti all'asse Pd-Udc, su tutti Articolo 4 e il suo leader Uno Leanza, che da mesi chiede di poter indicare un assessore. E quale esca migliore da offrire per avermi sostegno nella corsa al parlamento Ue, se non quella di un posto immediato in giunta?A farne le spese potrebbe però essere l'Udc di Gianpiero D'Alia, che oggi ha tre assessori in squadra, mentre Crocetta e Lumia vorrebbero far scendere a due i componenti ex democristiani in giunta.
Mosse, tatticismi e una certezza: in casa Pd nessuno al momento propone nomi o si fa avanti in prima persona per rivendicare un posto nel governo regionale. «Dopo che Crocetta ha bruciato nomi di peso come quello di Cracolici e Lupo nella prima trattativa andata a vuoto per il rimpasto, adesso nessuno vuole ricadere nella trappola senza assicurazioni certe da parte del governatore», dicono diversi deputati democratici all'Ars, sia di area cuperliana che renziana. La partita per un ricambio a Palazzo d'Orleans questa volta però sembra iniziata davvero.
Riforma Province via al rush finale
TORNA in aula all'Ars oggi pomeriggio, in un clima tutt'altro che sereno. La riforma delle Province. Tre i disegni di legge all'ordine del giorno che dovrebbero avviare la trasformazione degli enti in Liberi consorzi e dar vita anche alle Città metropolitane: il primo per l'istituzione delle nuove strutture territoriali, il secondo perla proroga dei commissari scaduti Il 15 febbraio, il terzo sull'incompatibilità e ineleggibilità dei nuovi amministratori. Dopo il dibattito generale, la discussione si sposta adesso sui singoli emendamenti. Numerosi quelli presentati dalle opposizioni (200 solo dalla Lista Musumeci).
LiveSicilia
D'Alì: "Province senza guida"
"Nessuno ha provveduto a prorogare la nomina dei commissari o ad indicarne dei nuovi, quindi le province siciliane si trovano nell'incredibile situazione dell'assenza giuridica e fisica del vertice istituzionale", denuncia il senatore del Ncd
PALERMO - "Quest'oggi si è verificata una situazione paradossale, scaduto il termine di vigenza dei commissari a suo tempo nominati nessuno ha provveduto a prorogarne la nomina o ad indicarne dei nuovi, quindi le province siciliane (ad esempio quella di Trapani) si trovano di fatto nell'incredibile situazione dell'assenza giuridica e fisica del vertice istituzionale". Lo ha detto il senatore del Nuovo CentroDestra, Antonio D'Alì. "Al di là dell'irresponsabilità dell'assemblea che non ha ancora provveduto ad esitare la legge di riforma, l'approssimazione del presidente e del suo governo è veramente ai limiti dell'immaginabile.- ha aggiunto - Non si comprende come il governo regionale non se ne sia ancora andato a casa avendo causato e continuando a causare danni di ogni tipo alla Sicilia".
Province, l'ultimo pasticcio
Da due giorni sono senza guida
di Accursio Sabella
Le proroghe dei commissari sono scadute il 15 febbraio. Da quel momento, gli enti non hanno un vertice. "Per qualche giorno - spiega l'assessore Valenti - ci penserà il resto della burocrazia". Ma il futuro è sempre più incerto. Domani il ddl arriva in Aula insieme a centinaia di emendamenti. E il pericolo di nuove elezioni si fa sempre più concreto. D'Alì: "Province senza guida".
PALERMO - Il termine del 15 febbraio non era perentorio, per carità. Ma le Province, da due giorni sono senza guida. L'ultimo "pasticcio" del governo ha lasciato gli enti senza un capo. Senza un commissario. Ciascuno dei nove ha infatti esaurito il proprio compito. La proroga è scaduta. A casa.
Ma adesso, chi guida? Le Province non hanno un vertice. Sono spuntate. A reggerle, come spiega l'assessore regionale alla Funzione pubblica Patrizia Valenti è il resto della burocrazia. "Sono sempre in carica - dice infatti - i dirigenti generali e i segretari generali. Per qualche giorno potranno pensarci loro". Per qualche giorno. Ma quanti giorni? Perché il punto interrogativo che pende sulla "epocale" riforma del presidente Crocetta è sempre più grande. Domani il ddl torna in Aula. Appesantito di un corredo fatto di 400 emendamenti dei deputati. Ai quali si sono aggiunti almeno altrettanti subemendamenti. E comunque, dopo l'eventuale approvazione, servirà attendere la pubblicazione della norma in Gazzetta ufficiale. "Qualche giorno", insomma, potrebbe essere un periodo molto lungo.
Nel frattempo, le Province vanno avanti d'inerzia. Senza sapere nemmeno in quale direzione. "Entro questa settimana - spiega infatti l'assessore Valenti - capiremo meglio che tipo di nomine dovremo fare". E nella frase del responsabile in giunta degli Enti locali c'è appunto l'interrogativo che pesa sul ddl. Che fine faranno le Province? "Una cosa - spiega sempre la Valenti - è certa: presto dovremo operare le nuove nomine". Nuovi commissari, insomma. Questo è il destino prossimo delle Province. Ma la "tipologia" di commissario potrebbe mutare. Attribuendo alla vicenda contorni paradossali.
Se infatti verrà approvato il ddl che prevede il passaggio ai Liberi consorzi e il contestuale trasferimento di competenze e funzioni dai vecchi ai nuovi enti (senza contare l'elezione degli organi), serviranno mesi - se non anni - prima che il processo si compia del tutto. Fino ad allora, a guidare saranno i commissari. Ma anche in caso di ko della riforma, il destino immediato è quello del commissariamento. Sebbene di durata certamente inferiore.
Già, perché lo spauracchio delle nuove elezioni, oltre a rappresentare il segno vero di un fallimento, verrebbe innescato da un preciso meccanismo. Smentita, infatti, l'ipotesi secondo cui già il 15 febbraio sarebbe scattata l'indizione dei comizi elettorali ("non un limite perentorio", aveva ribadito a Sala d'Ercole l'assessore Valenti), il termine non potrà però protrarsi oltre metà aprile. Il periodo per l'indizione eventuale delle nove - e incredibili, a questo punto - elezioni provinciali, è racchiuso infatti tra la prima data utile del 20 aprile e l'ultima del 15 giugno.
L'indizione dei comizi, per legge, deve essere effettuate almeno sessanta giorni prima. Quindi tra il 20 febbraio e il 15 aprile. E in caso di elezioni, il governo potrebbe pensare di fissarle in contemporanea con le elezioni europee del 25 maggio. In quel caso, però, la giunta di governo dovrà prima deliberare la data delle nuove elezioni, quindi indire i comizi. A questo punto, entro il 25 marzo.
Fino alle (eventuali) elezioni, comunque, resteranno in sella i commissari. Magari molti di quelli che hanno dovuto lasciare i propri uffici 48 ore fa. "Nessuno ci impedisce - dice infatti l'assessore Valenti - di confermare quelli uscenti, sia che si vada verso i liberi consorzi sia in caso di elezioni. A parte qualche caso, almeno. Il commissario della Provincia di Trapani, per esempio, è stato chiamato a Roma per un importante incarico. Lui andrà sostituito".
Ma intanto, le Province vanno avanti senza pilota. E i dubbi, già sollevati durante l'ultima seduta d'Aula, si sono trasformati in critiche feroci. "Da ieri - ha detto ad esempio il deputato regionale di Forza Italia, Marco Falcone - gli stessi commissariamenti delle province cosi come nominati ad inizio anno, diventano illegittimi. Infatti, essendo scaduti i termini della legge 7/2013, non è possibile prorogare gli stessi commissari con i medesimi poteri, ma serve un nuovo atto di giunta che conferisca nuovi poteri, straordinari, teoricamente, nelle more di arrivare al voto".
Ancora più duro il senatore del Nuovo centrodestra, Antonio D'Alì, che ha parlato di "situazione paradossale": "Scaduto il termine di vigenza dei commissari a suo tempo nominati - ha detto infatti - nessuno ha provveduto a prorogarne la nomina o ad indicarne dei nuovi, quindi le province siciliane si trovano di fatto nell'incredibile situazione dell'assenza giuridica e fisica del vertice istituzionale".
Nelle stesse ore, però, quasi in un clima surreale, va avanti la consultazione online lanciata dal governo regionale sul futuro delle Province: "Abbiamo già concluso - racconta Patrizia Valenti - una prima consultazione, alla quale hanno preso parte oltre seimila persone. E l'elemento che interessa di più è quello riguardante le funzioni da attribuire ai liberi consorzi, mentre il modello e gli organismi che lo devono comporre interessa molto di meno ai cittadini che hanno risposto".
Intanto, altri cittadini in queste ore hanno invaso le caselle di posta delle redazioni giornalistiche con decine di email. Si tratta dei dipendenti della Provincia di Caltanissetta. Evidentemente minacciati dalla nascita del libero consorzio di Gela, fortemente "sponsorizzato" dal governatore. La mail è rivolta di deputati regionali: "Vi invitiamo - scrivono gli impiegati nisseni - a non approvare gli emendamenti presentati dal governo al disegno di legge sui Consorzi esitato dalla I Commissione. Più si fraziona la governance del nostro territorio più aumenta la spesa pubblica che graverà sui siciliani, già allo stremo di ogni possibile limite di sopportazione economica. Desistete dalla pericolosa strada - concludono - intrapresa dal governatore". Ma a prescindere dalla strada intrapresa, una cosa è certa: in questo momento, non guida nessuno.
Le mail dei dipendenti nisseni: "Fermate la riforma di Crocetta"
di Accursio Sabella
Gli impiegati della Provincia di Caltanissetta inviano decine di lettere a deputati e redazioni giornalistiche: "Più si fraziona la governance del nostro territorio più aumenta la spesa pubblica. Desistete dalla pericolosa strada intrapresa dal governatore".
CALTANISSETTA - Decine e decine di mail. Inviate ai deputati regionali e alle redazioni giornalistiche. La protesta, contro il progetto di riforma delle Province viaggia sul web. Ed è una piccola valanga. Che ha la propria origine proprio nella provincia del governatore, Rosario Crocetta.
I dipendenti della Provincia di Caltanissetta, insomma, non ci stanno. Sono contrari allo spezzettamento del territorio in tanti Consorzi. E ovviamente sono contrari al frazionamento del proprio territorio. Non un territorio qualsiasi. Non è un mistero, infatti, che il presidente della Regione abbia "a cuore" la nascita del Libero Consorzio di Gela.
Il motivo alla base, pare, della decisione del governo di impuntarsi su un passaggio della norma: quello che prevede, al di là dei nove consorzi di partenza (un numero fisso, secondo il testo approvato dalla Prima commissione all'Ars) anche la possibilità di dar vita a nuovi enti. A patto che la popolazione minima raggiunga la soglia di 150 mila abitanti. Con la possibilità, però, di dar vita a un paradosso. La nascita del Consorzio di Gela, infatti, potrebbe finire per "svuotare" quello che farà capo all'attuale capoluogo di Provincia. Che rischia di scendere al di sotto di quella soglia. Anche per questo, nella riscrittura si è inteso salvaguardare comunque l'esistenza dei consorzi il cui "capoluogo" corrisponde alle attuali sedi delle Province.
Ma Caltanissetta rischia di trasformarsi in una "provincia". In uno dei più piccoli - e quindi meno 'ricchi' - Consorzi. Così, ecco che i dipendenti non ci stanno. La mail, le decine di mail, firmate da ognuno dei dipendenti, sono rivolte ai deputati regionali: "Vi invitiamo - scrivono gli impiegati nisseni - a non approvare gli emendamenti presentati dal governo al disegno di legge sui Consorzi esitato dalla I Commissione. Più si fraziona la governance del nostro territorio più aumenta la spesa pubblica che graverà sui siciliani, già allo stremo di ogni possibile limite di sopportazione economica. Desistete dalla pericolosa strada - concludono - intrapresa dal governatore".