Gds.it
Province, governo ancora ko: 180 mila
abitanti per i consorzi
PALERMO. Governo
ancora ko con un voto segreto. E' stato approvato un emendamento
dell'opposizione, sostenuto anche da pezzi del Pd, che alza la
soglia minima di abitanti necessaria per creare nuovi consorzi di
Comuni: rispetto alla proposta del governo (150 mila abitanti) si
sale così a 180 mila. In pratica, per creare nuovi consorzi
che si aggiungono ai 9 esistenti di diritti, i sindaci che si
associano devono mettere insieme un territorio con almeno 180 mila
abitanti. Con l'emendamento appena approvato sarà più difficile
creare il consorzio di Comuni che farà capo a Gela, una delle novità
a cui Crocetta lavora da tempo. Gela dovrebbe infatti convincere i
sindaci dei paesi vicini a staccarsi dal consorzio originario ma ne
serviranno tanti Da mettere insieme, appunto, 180 mila abitanti.
MUSUMECI:
"NON SPAVENTANO LE MINACCE DI DIMISSIONI DI CROCETTA"
- «Sconfitto
già all'inizio nel voto sulla cosiddetta riforma delle Provincie,
Crocetta ricorre all'ultima arma che gli rimane: minacciare le sue
dimissioni e mandare tutti a casa. Invece di ricorrere al ricatto e
alla rappresaglia, che ci lasciano assolutamente indifferenti, il
governatore farebbe bene a ricercare ampie convergenze tra i
parlamentari e correggere un ddl che, se approvato, produrrebbe
devastanti danni, come la moltiplicazione dei costi e la
espropriazione del voto per 4 milioni di siciliani». Lo dice il
deputato regionale Nello Musumeci.
APPROVATO
L'ARTICOLO 2. L'Ars
ha approvato, con voto segreto, l'articolo 2 del disegno di legge
sulle Province, che disciplina l'adesione ad altro Libero consorzio
di comuni. Entro sei mesi dall'approvazione della legge, i comuni con
delibera dei consigli comunali, a maggioranza di due terzi, potranno
stabilire di costituire un nuovo Libero consorzio, purché rispettino
il limite minimo dei 180 mila abitanti, come previsto da un
emendamento su cui la maggioranza è andata sotto (nel testo
originario il tetto era 150mila abitanti). Il voto del consiglio
comunale dovrà però passare al vaglio di un referendum
confermativo, come prevede un emendamento dei 5stelle, approvato ieri
sera. Subito dopo la votazione, il presidente dell'Ars Giovanni
Ardizzone ha rinviato i lavori a martedì prossimo.
Livesicilia.it
PROVINCE. ANCORA NULLA DI FATTO
E'
mancata la "bagarre", le urla che avevano contrassegnato le
precedenti sedute. Sono mancate le polemiche plateali, palesi. Ma
anche stavolta, il governo ha "bevuto".
È andato sotto, insomma, su un emendamento sul quale aveva dato
parere negativo. Mostrando, ancora una volta, le tensioni vive
all'interno della maggioranza. Governo e maggioranza che però
portano a casa un altro risultato. L'articolo due della riforma
delle Province è stato approvato, con una modifica sostanziale. E
che riguarda il limite minimo di abitanti necessario per la
formazione di un nuovo Libero consorzio. Non saranno 150 mila, come
richiesto dal governo, bensì 180 mila. Con un effetto pratico
immediato: sarà più difficile, ad esempio, la nascita del Consorzio
di Gela, tanto caro al governatore.
E
la nascita di un nuovo Consorzio non sarà così automatica. Fermo
restando l'assetto che ricalca le attuali Province (alle
quali si sostituiranno, automaticamente, i Liberi Consorzi), la
nascita di nuovi enti dovrà avvenire all'interno di una serie di
paletti. I Comuni, infatti, entro sei mesi dalla pubblicazione del
ddl di riforma potranno chiedere di formare il nuovo ente. Ma per
farlo dovranno rispettare, appunto, una serie di requisiti. Quello
della continuità territoriale, innanzitutto. E poi, il già citato
limite minimo di 180 mila abitanti complessivi. Ma non solo. Per
l'adesione, i Comuni dovranno esprimersi attraverso delibere
approvate dai due terzi dei componenti del Consiglio comunale, e dopo
un referendum confermativo. Tutto questo iter, quindi, va completato
in sei mesi.
Come
detto, però, anche oggi non è mancato lo scivolone del
governo. Caduto
su un emendamento dalla storia un po' particolare. Presentato
inizialmente da Alloro e da altri deputati Pd, è stato "raccolto"
in Aula dall'opposizione, dopo la scelta dei democratici di
ritirarlo. Riproposto dal centrodestra, quindi, è passato. Mandando
"a gambe all'aria" il governo, che aveva espresso parere
negativo. E sono tre. Dopo la norma che "stoppa" le Città
metropolitane e dopo quella che introduce il referendum confermativo,
ecco che nel testo voluto da maggioranza e dal presidente Crocetta,
spunta anche il limite di 180 mila abitanti. Un
limite sul quale si è accesa una piccola bagarre in Aula, e un anche
un "giallo": che fine farà la Provincia di Enna, che
conta un numero di abitanti inferiori a quella soglia?
Secondo il governatore, individuare quel limite avrebbe rischiato di
portare persino alla cancellazione della Provincia ennese. Una
"lettura" avallata inizialmente dal presidente della prima
commissione Antonello Cracolici. Ma bollata come "terrorismo
psicologico" dal capogruppo del Cantiere popolare Toto Cordaro, che
ha ricordato come l'esistenza dei nove consorzi scaturiti
direttamente dalle nove Province siano comunque garantiti, a
prescindere dal numero di abitanti. E in questo senso, è stata
ritirata proprio dalla prima commissione la norma che prevedeva lo
scioglimento di un "vecchio" Libero Consorzio nel caso in cui,
con l'adesione di alcuni dei suoi Comuni a un nuovo ente, la
popolazione fosse scesa al di sotto dei 180 mila abitanti. Di certo,
però, c'è che il nuovo limite rende ancora più difficoltosa la
nascita di nuovi Consorzi. E
il nuovo ko del governo, è stato commentato così dal deputato Pd
Giuseppe Lupo, in questi giorni tra i più critici nei
confronti delle modalità scelte dalla maggioranza per portare avanti
l'iter della norma: "Come temevo - ha detto Lupo - è un
percorso a ostacoli dovuto al traballare della maggioranza, speriamo
di raggiungere il traguardo con una riforma che abbia ancora senso.
Per salvaguardare l'impianto originario della riforma è auspicabile
che il Presidente della Regione Crocetta assuma l'iniziativa di
ricercare la massima convergenza tra tutte le forze parlamentari -
dice ancora l'ex segretario del PD siciliano - La maggioranza non può
essere in balia del M5S".
Ma
l'intesa invocata da Lupo è ancora lontana. Lontanissima. Perché
l'opposizione non si muove dalla propria posizione.
"Abbiamo chiesto - ha detto Marco Falcone (Forza Italia) - un
dialogo. Ma finora ci è stato negato. Di certo, non ci spostiamo
dalla nostra idea: l'elezione diretta almeno per i presidenti dei
Liberi consorzi". "Non
se ne parla nemmeno - ha commentato il capogruppo del Pd Baldo
Gucciardi -
vorrebbe
dire stravolgere il senso stesso della riforma. La democrazia non può
essere solo una questione 'di muscoli', ma anche di coerenza. Va
bene cercare l'intesa, ma non fino al punto da mettere in
discussione i propri principi". Un'intesa
però, è richiesta fortemente all'interno dello stesso
Pd. Stamattina
proprio Mario Alloro aveva detto: "Resto dell'idea che sarebbe
utile un dialogo con il centrodestra sulla riforma delle Province:
quando si scrivono le regole, queste devono essere condivise, non si
possono approvare a colpi di maggioranza". Un'idea non condivisa
da tutti i partiti alleati del governo. "Un'intesa con le
opposizioni? - ha
detto il capogruppo di Articolo 4 Luca Sammartino -
Per carità, è sempre auspicabile. Ma a patto di lavorare a un
miglioramento della legge, non certo per scardinarla. In quest'ultimo
caso, è preferibile che la maggioranza voti e si misuri in Aula".
E il braccio di ferro proseguirà la prossima settimana. Da martedì
si passa all'esame dall'articolo 3, che riguarda gli organi dei
Liberi consorzi. I prossimi scogli in vista sono quelli che
riguardano le modalità di elezione di questi organi. Altre bucce di
banana sulle quali il governo rischia nuovamente di scivolare.
Agrigentonotizie.it
Lotta all'abusivismo della segnaletica
pubblicitaria ad Agrigento, controlli della Polizia provinciale
Accanto a segnali pubblicitari
autorizzati dalla Provincia, purtroppo sono stati riscontrati abusi e
ciò reca non solo un danno alle entrate della Provincia per quanto
riguarda il mancato pagamento dell'imposta di occupazione del suolo
pubblico. Un controllo
straordinario sulle
strade provinciali per verificare la segnaletica pubblicitaria delle
varie ditte sarà avviata, al più presto, dalla Polizia provinciale.
Infatti, accanto asegnali
pubblicitari autorizzati
dalla Provincia, purtroppo sono stati riscontrati abusi e
ciò reca non solo un danno alle entrate della Provincia per quanto
riguarda il mancato pagamento dell'imposta di occupazione del suolo
pubblico, ma anche ai Comuni per quanto riguarda l'evasione della
tassa sulla pubblicità. "La
presenza di segnali pubblicitari abusivi, collocati a distanza non
regolamentare dai segnali stradali -
dice il comandante della Polizia provinciale Vincenzo Giglio - può
comportare anche situazioni di pericolo nella circolazione stradale a
causa della confusione tra gli stessi segnali o provocare una ridotta
visibilità agli automobilisti. Lo stesso codice della strada
prevede sanzioni
pesantissime fino a 1.700 euro in
caso di mancata autorizzazione alla istallazione. In
caso di diffida e
conseguente inerzia all'obbligo della rimozione da parte del
proprietario del suolo privato, ove è allocato il segnale abusivo, è
prevista la sanzione
amministrativa da circa 1.400 a 14.000 euro.
L'invito a coloro che hanno installato segnali pubblicitari non
regolarizzati è quello di rimuoverli al più presto per evitare le
sanzioni previste dalla legge. Allo stato attuale gli uomini della
Polizia provinciale stanno procedendo ad una
prima ricognizione dello
stato delle strade e successivamente procederanno alla contestazione
degli illeciti nei confronti dei soggetti che hanno installato i
segnali pubblicitari abusivi o di quelli che usufruiscono della
pubblicità e che ancora non hanno proceduto alla loro
regolarizzazione".
Sicilia24h.it
Lotta
all'abusivismo della segnaletica pubblicitaria
Un controllo straordinario sulle strade
provinciali per verificare la segnaletica pubblicitaria delle varie
ditte sarà avviata, al più presto, dalla Polizia Provinciale.
Infatti accanto a segnali pubblicitari autorizzati dalla Provincia
purtroppo sono stati riscontrati abusi e ciò reca non solo un danno
alle entrate della Provincia per quanto riguarda il mancato pagamento
dell'imposta di occupazione del suolo pubblico ma anche ai Comuni
per quanto riguarda l'evasione della tassa sulla pubblicità.
La presenza di segnali pubblicitari
abusivi, collocati a distanza non regolamentare dai segnali stradali,
dice il Comandante della Polizia provinciale Vincenzo Giglio, può
comportare anche situazioni di pericolo nella circolazione stradale a
causa della confusione tra gli stessi segnali o provocare una ridotta
visibilità agli automobilisti. Lo stesso codice della strada prevede
sanzioni pesantissime fino a 1.700,00 euro in caso di mancata
autorizzazione alla istallazione. In caso di diffida e conseguente
inerzia all'obbligo della rimozione da parte del proprietario del
suolo privato, ove è allocato il segnale abusivo, è prevista la
sanzione amministrativa da circa 1.400,00 a 14.000,00 euro. L'invito
a coloro che hanno installato segnali pubblicitari non regolarizzati
è quello di rimuoverli al più presto per evitare le sanzioni
previste dalla legge.
Allo
stato attuale gli uomini della Polizia provinciale stanno procedendo
ad una prima ricognizione dello stato delle strade e successivamente
procederanno alla contestazione degli illeciti nei confronti dei
soggetti che hanno istallato i segnali pubblicitari abusivi o di
quelli che usufruiscono della pubblicità e che ancora non hanno
proceduto alla loro regolarizzazione.