GIORNALE DI SICILIA
AMBIENTE Dopo il via libera del Ministero
«No al parco eolico» Presentato un ricorso ai giudici del Tar
Il Comune ha deciso di presentare un nuovo ricorso al Tar avverso il via libera del Ministero dell'Ambiente alla costruzione di un parco eolico off shore tratto di costa compreso tra Licata e gela.
Come è noto il Comune, insieme al comitato "No parco eolico off shore" guidato da Tony Licata, ed in collaborazione con altre quattro amministrazioni locali e due provinciali, ormai da anni si batte nel tentativo di impedire la costruzione del parco eolico. Secondo i Comuni e le Province della costa, infatti, la struttura costituirebbe un problema per la pesca e per la salvaguardia del territorio. Si teme che le pale eoliche in mare finiscano anche per bloccare lo sviluppo del turismo. Palazzo dell'Aquila aveva già presentato un primo ricorso al Tar, ora si rivolge nuovamente ai giudici amministrativi. "Con una nota del 7 febbraio scorso si legge nella delibera di giunta - l'avvocato Stefano Polizzotto (che era stato incaricato dal Comune di presentare il primo ricorso al Tar) ha rappresentato che il Ministero ha autorizzato la società proponente a costruire un impianto di energia, alimentato da fonte eolica al largo della costa di Butera, subordinando l'autorizzazione alla condizione sospensiva dell'esito positivo della valutazione di un impatto ambientale. La Ctvia ha adottato il parere relativo alla procedura in oggetto, esprimendo parere positivo all'esclusione dalla procedura di valutazione di impatto ambientale del progetto, subordinandolo ad alcune prescrizioni. A gennaio il Ministero, rilevato che la Commissione Tecnica di verifica dell'impatto Ambientale ha valutato i potenziali impatti negativi poco significativi, ha disposto l'esclusione dalla procedura di valutazione di impatto ambientale dal progetto del parco eolico offshore Golfo di Gela". Perciò la decisione di presentare un nuovo ricorso. Il Comune ha incaricato nuovamente l'avvocato Polizzotto impegnando, per la parcella, 1.968,80 euro. (AAU)
BIMESTRE. Una nota del settore e stata inviata alle scuole con i singoli importi
Funzionamento delle scuole
La Provincia «trova» i fondi
La Provincia dispone l'utilizzo delle somme per il funzionamento delle scuole, Infatti, il settore "Istruzione" dell'ente, ha impegnato, per un ulteriore bimestre, la spesa necessaria per il funzionamento amministrativo delle scuole di competenza provinciale. Una nota del settore è stata inviata alle scuole con i singoli importi. Anche questo provvedimento segue l'assegnazione del Piano economico di gestione ai direttori dei vari settori che consente di impegnare le somme del bilancio 2014, nei limiti previsti dall'esercizio provvisorio, Intanto è stata autorizzata la prosecuzione del servizio di trasporto degli alunni disabili. E' stato predisposto l'impegno dì spesa per la prosecuzione del servizio di trasporto fino alla fine dell'anno scolastico 2013/14.11 servizio è stato prolungato a seguito dell'adozione della determinazione dirigenziale con la quale il settore "Politiche del lavoro e dell'istruzione" ha predisposto l'impegno di spesa per garantire il trasporto degli alunni. Una comunicazione ufficiale è stata inviata alle famiglie dei soggetti beneficiari. Sarà cura del settore Politiche del Lavoro e dell'Istruzione informare gli aventi diritto sulla proroga fino alla fine dell'anno. Ed a proposito di scuole della provincia di Agrigento, si registra una proposta del parlamentare nazionale del Partito democratico, Tonino Moscatt che ha invitato il neo presidente del Consiglio, Matteo Renzi a visitare gli istituti dell'Agrigentino. "In questo giro tra gli istituti scolastici italiani - scrive il deputato Moscatt - invito il premier Renzi a venire ad Agrigento, ed in tutta la provincia, a visitare strutture scolastiche, insegnanti e studenti, affinché di persona si renda conto delle difficoltà strutturali ed organizzative che sussistono", Moscatt continua: "Contemporaneamente potrebbe apprezzare la straordinarietà e la bellezza del nostro territorio, ma noi lo aspettiamo a "braccia aperte" per programmare insieme quanto necessario per iniziare quella nuova Italia che ha in mente e che tutti - conclude - desideriamo". La situazione, soprattutto strutturale delle scuole agrigentine lascia molto a desiderare. (PAPI)
PUBBLICA ISTRUZIONE; Il Comune farà da apripista per un'attività didattica che punta alla crescita dei ragazzi
In gestazione il «Liceo Sportivo» Opportunità nuove per studenti
Totò Castelli
In uno degli istituti scolastici riberesi sarà operativo l'indirizzo "Liceo Scientifico opzione Liceo sportivo": si tratta della sezione Liceo "Francesco Crispi", l'unico che sarà presente in tutta la provincia di Agrigento. Ne hanno dato notizia il sindaco Carmelo Pace e l'assessore allo sport e alle politiche giovanili Amabile Bonafede, che hanno espresso grande soddisfazione a seguito della nota trasmessa a Palazzo di città dall'l.I.S.S. F. Crispi" di Ribera, guidato dalla dirigente scolastica Antonina Triolo. Pace e Bonafede hano annunciato anche che l"Assessorato Regionale dell'istruzione e della Formazione Professionale, che è retto attualmente da Nelly Scilabra, assessore della giunta guidata dal presidente Rosario Crocetta, ha confermato per il prossimo anno scolastico 2014/2015 l'attivazione, presso l'Istituto "F. Crispi" di Ribera, dei seguenti nuovi indirizzi di studio quinquennali: Articolazione Servizi informatici ed Aziendali: Sezione Tecnico "Giovanni XXIII" di via Presti; Manutenzione Mezzi di Trasporto: professionale sezione IPIA di via Verga; Apparati, Impianti Servizi Tecnici, Industriali e Civili: Professionale sezione IPLA. Una particolare sottolineatura è stata fatta per il varo del "Liceo Sportivo", anche in questo caso con indirizzi di studio quinquennali, considerato un fatto di "importanza straordinaria per l'ampliamento dell'offerta formativa sia per Ribera che per il suo hinterland considerato che molti studenti provengono dai paesi limitrofi lo hanno sostenuto Pace e Bonafede si contestualizza positivamente e coerentemente sia con le vocazioni del territorio che in un contesto temporale dove le nuove specializzazioni sono necessarie per un buon approccio con il mondo del lavoro". In base a quanto si è appreso a Palazzo di città gli studenti che si iscriveranno al "Liceo sportivo" avranno la possibilità a chiusura del ciclo scolastico di poter iscriversi presso i Università di Scienze motorie Si prevede che oltre alla presenza di discipline di apprendimento varie legate al ti podi indirizzo prescelto, gli studenti avranno la possibilità anche di praticare direttamente le discipline sportive. "Si aprono nuovi orizzonti per gli studenti - dice l'assessore Bonafede - Questi avranno la possibilità di seguire dei corsi particolari che riguarderanno le discipline sportive con l'utilizzo anche di esperti del settore, attraverso delle convenzioni che potranno essere varate".
IL CASO. E sulla Finanziaria bis la giunta prende ancora tempo: resta il nodo sui tagli a teatri, Esa, Eas, forestali e consorzi di bonifica. Regionali ancora senza emolumenti L'empasse della legge sulle Province, tensioni per l'accordo tra Pd e Alfaniani
PALERMO
Nel giorno in cui la giunta rinvia ancora l'approvazione della Finanziaria bis, Fausto Raciti prova a riportare unità nel Pd sulla riforma delle Province senza staccare il contatto col Nuovo Centrodestra. Ma per Crocetta i problemi restano intatti: superare l'impasse economica e battere l'ostruzionismo all'Ars.
Martedì mattina Raciti aveva raggiunto un accordo con Giuseppe Castiglione del Nuovo Centrodestra sulle Province: prevede il sostegno degli alfaniani sul tema delle città metropoli- tane in cambio di un'apertura sulla elezione diretta dei presidenti dei futuri consorzi di Comuni. Accordo che non ha resistito alla prova del voto all'Ars.
Forza Italia, malgrado il pressing di Crocetta su Marco Falcone, ha ribadito la sua linea di opposizione dura. Sinteticamente illustrata da Toto Cordaro in un aggettivo rivolto alla maggioranza: «Siete ridicoli». I berlusconiani continueranno a votare contro, anche sulle città metropolitane su cui la maggioranza non ha i numeri. Aspetto che invece, come conferma Castiglione, vedrà «un aiuto del Nuovo Centrodestra per migliorare il testo>.
Ma l'asse Raciti-Crocetta-Alfano non piace a parte dei deputati Pd. Ieri il neo segretario per tre ore ha tenuto a rapporto i parlamentari, tendendo una mano: «Non ci sono accordi oscuri o esterni. Registro solo la disponibilità del Nuovo Centrodestra a dialogare su aspetti importanti. E così ho provato ad allargare lo spazio politico per una riforma importante». Ma l'esito della riunione è che la linea del Pd resta quella di lunedì sera: I presidenti dei consorzi non verranno eletti dal popolo - precisa il capogruppo Baldo Gucciardi - e riteniamo anche che le città metropolitane siano indispensabili». Alla riunione col segretario non hanno partecipato alcuni dei deputati più critici verso il governo: Giuseppe Lupo e Franco Rinaldi in primis. Segno che raggiungere l'unità è difficile. Ma da oggi si riprende a votare con l'obiettivo di chiudere tutto entro la prossima settimana per poi passare a rimpasto e Finanziaria bis.
Anche se ieri la prevista approvazione in giunta della manovra che assegna 300 milioni agli enti che devono pagare gli stipendi non è arrivata. Formalmente il motivo è che bisogna prima avviare la concertazione con i sindacati e la maggioranza. E nel frattempo intensificare il dialogo istituzionale col Commissario dello Stato, con cui Luca Bianchi ha già avuto un incontro. L'effetto è che la manovra arriverà in commissione all'Ars alla fine della prossima settimana. Sul tappeto restano i tagli a teatri, Eas, Esa, forestali e consorzi di bonifica e per questo motivo l'assessore avrebbe evitato di assegnare 3 milioni al buono scuola e vari altri fondi agli enti teologici e di volontariato di ispirazione cattolica: ma su questo Crocetta non ha voluto sentire obiezioni. GIA. PI.
TRA RIFORMA E FOLLIA
L'epocale riforma delle Province si sta trasformando in un colossale inciucio. Vorremmo proprio non crederci ma quello che sta accadendo all'Ars supera ogni fantasia-horror. Maggioranza e opposizione non esistono più. Solo blocchi di potere che si compongono e si scompongono in base all'interesse di parte. Della riforma è rimasta solo il titolo. Il contenuto disperso in mille bizantinismi. Proprio adesso che anche a Roma il presidente Renzi ha messo la cancellazione delle Province fra i punti essenziali del suo programma. La Sicilia che era partita per prima si sta perdendo per strada fra lotte di potere e assalti alla diligenza.
L'obiettivo della riforma non è solo l'abbattimento dei costi (peraltro di incerta quantificazione) quanto lo snellimento della struttura istituzionale. L'abolizione di un ente intermedio che rallenta le procedure e alimenta clientele e parassitismi, è un vantaggio per la democrazia più ancora che per la contabilità.
Niente di tutto questo. L'Ars in questo momento è popolata da una folla di Gattopardi che vorrebbero conservare, per quanto possibile, la situazione attuale dando solo una bella riverniciata. Da qui la proposta, ai limiti dell'indecenza, dell'elezione diretta del Presidente dei Consorzi di comuni che sostituiranno le attuali Province. Le assemblee dei consorzi dovrebbero essere composte dai rappresentanti dei consigli comunali. Per evitare il raddoppio dei costi l'incarico - assicurano - verrebbe svolto a titolo gratuito.
Troppo semplice. E soprattutto: i politici si saranno chiesti come alimentare clientele e parassiti. Con la proposta di rendere elettiva la Presidenza dei Consorzi sembra che si punti infatti a ricreare uffici, segreteria, gabinetto, auto blu e via elencando. Comunque sarebbe un buon posto per qualche politico a fine carriera o per giovani rampanti. E i tagli di spesa, i risparmi, i recuperi di efficienza?Argomenti buoni per i salotti in tv. La realtà sarebbe un'altra ed è legata oltre che all'elezione diretta anche i numeri: le Province sono nove. I liberi Consorzi sarebbero almeno quindici. Oggi abbiamo nove presidenze. Domani quindici. Scandaloso. Siamo alla follia.
NINO MEZZATESTA
LA SICILIA
SINDACI CHIEDONO A MARINO LO SCIOGLIMENTO
«La politica degli Ato idrici è stata un totale fallimento»
I sindaci dei comuni in cui il servizio idrico integrato è gestito da Girgenti Acque oggi pomeriggio chiederanno all'assessore regionale all'acqua ed ai rifiuti Giosuè Marino prendere atto del fallimento della politica degli Ato idrici e di tornare alla gestione comunale. «Ne abbiamo parlato oggi - ha detto il sindaco di Agrigento Marco Zambuto al termine dell'incontro con i colleghi svoltosi ieri mattina nell'aula Giglia della Provincia - ed abbiamo concordato una linea comune. In sostanza i comuni che hanno consegnato gli impianti in tutta la Sicilia sono una sessantina e la Regione non ha avuto la forza di costringere gli altri a fare quello che la legge avrebbe imposto. Dunque bisogna prendere atto di questo fallimento e tornare indietro per eliminare le attuali diseguaglianze di trattamento tra quanti hanno consegnato e quanti non l'hanno fatto».
I sindaci, se la loro richiesta non sarà accolta, minacciano un'uscita forzata dagli ato idrici. «Se la regione non prenderà atto ditale fallimento procederemo a chiedere all'autorità giudiziaria
lo scioglimento degli Ato per inadempimento».
- Ma gli Ato sono stati formati per legge consorziando i comuni... come fanno questi ultimi ad uscire senza una legge?
«Abbiamo incaricato dei legali di studiare la situazione e di trovare delle soluzioni che ci consentano di centrare l'obbiettivo che ci siamo prefissi».
- Ed il Comune di Agrigento sarebbe pronto tecnicamente ad assumere la gestione del servizio?
«Certamente, siamo nelle condizioni di farlo senza problemi».
- Anche anticipando le risorse che Girgenti Acque dovrà metterci per coprire il 30 per cento del costo degli investimenti?
((Ma certo, cosa ci ha messo in fondo fino ad ora Girgenti Acque? La verità è che gli ato hanno fallito e che è giunto il momento di prenderne atto e tornare alla gestione da parte dei comuni. E di questo che parleremo oggi pomeriggio con l'assessore Marino a Palermo».
SALVATORE FUCÀ
STATALI 189. Predisposta alla Provincia la graduatoria della gara per la progettazione preliminare
Per una Ag-Pa più moderna
Importantissimo passo in avanti ieri mattina verso l'aggiudicazione provvisoria del servizio di progettazione preliminare dei lavori di ammodernamento della strada statale 189, relativamente al tratto ricadente nella provincia di Agrigento. L'apposita commissione, presieduta dall'ingegnere Piero Hamel, infatti ha predisposto una graduatoria provvisoria tra le Otto ditte che alla fine sono state ammesse a partecipare alle operazioni di gara. Non è stata un'operazione semplice dato che tutti i concorrenti hanno praticato il massimo ribasso consentito ed anche la massima riduzione consentita dei tempi di esecuzione del contratto. Questo ha fatto sì che per formulare la graduatoria venissero utilizzati gli altri criteri che erano stati individuati dal bando, mentre tutte le offerte economiche sono state considerate anomale.
In considerazione di ciò, gli atti di gara adesso saranno trasmessi al responsabile unico del procedimento, l'ing. Gaetano Gucciardo, il quale procederà a chiamare la prima classificata, la ltalconsulting (un raggruppamento di studi professionali ubicati in varie località italiane), per chiedere spiegazioni in ordine alla offerta, così come normalmente avviene quando la Pubblica Amministrazione si ritrova in presenza di un'offerta anomala. Se tali spiegazioni saranno ritenute
soddisfacenti si procederà senz'altro all'aggiudicazione provvisoria e poi, dopo l'accertamento dell'esistenza dei requisiti previsti dalla legge, a quella definitiva. Diversamente sarà chiamata la seconda in graduatoria e via discorrendo.
Li predisposizione del progetto preliminare è indispensabile per poi cercare i finanziamenti necessari per procedere alla progettazione definitiva ed alla esecuzione dell'opera, necessaria per rendere più agevole e sicura una strada che nel corso degli anni ha fatto registrare un numero elevato di incidenti, parecchi dei quali mortali. Non si tratterà, come è ormai noto, di un raddoppio della carreggiata, ma di una serie di interventi finalizzati proprio a rendere la strada sicura, veloce e funzionale. L'opera dovrebbe costare intorno a 270 milioni di euro. Per la realizzazione dell'ammodernamento della strada il 5 novembre del 2010 venne firmato un accordo di programma tra Provincia, Regione ed Anas. Lo studio di fattibilità della Provincia prevede la spesa di euro 106.379.067,60 per 10.060 metri di viadotti, euro 62.054.423,41 per 2.515 metri di gallerie, euro 11.356.330,34 per l'ampliamento di tratti esistenti (metri 22.635) ed euro 15.141.773,79 per la realizzazione di tratti completamente nuovi (metri 15.090).
Città metropolitane Raciti al gruppo pd "Votare compatti per ripristinarle»
PALERMO. Il caso ha voluto che il primo incontro tra il neo-segretario regionale del Pd, Raciti, e il gruppo parlamentare all'Ars avvenisse alla vigilia di una delicata e, forse, decisiva seduta dell'Assemblea che oggi dovrebbe completare l'approvazione dell'articolato del disegno di legge che abolisce le Province e istituisce i Liberi consorzi comunali. Restano in ballo le Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina: bocciato il relativo comma dell'art. 1 del provvedimento, restano comunque previste dall'art, 7. Finora, sono stati approvati quattro articoli del ddl che ha visto il governo battuto quattro volte a causa dei franchi tiratori tra i quali si anniderebbero anche alcuni deputati del Pd.
«Sulle Province ha detto Raciti registro tensioni multiple, ma questo non riguarda solo il Pd. E' necessario costruire una larga condivisione attorno ad aspetti importanti della riforma. Non è invocando la disciplina, infatti, che si supera il problema». Per questo motivo, Raciti ha colto al volo la disponibilità del Ncd di sostenere la riforma, in particolare sulle competenze e sulle Città metropolitane.
Sri questo punto, il segretario del Pd ha chiarito che «non ci sono tavoli romani oscuri e sono contrario a interventi di Roma su questioni che riguardano la Sicilia. Dialogo con Ncd, ma lo faccio con il segretario siciliano, Castiglione, e non per preparare la costruzione di una coalizione. L'obiettivo è una larga condivisione delle grandi riforme che l'Ars dovrà varare, oltre a quella delle Province. E, comunque, tutto va verificato in Aula».
Ma i temi trattati sono stati diversi: a cominciare dai rapporti tra partito e gruppo parlamentare. «lo voglio costruire un Pd più forte e più unito - ha continuato Raciti -. Con il gruppo parlamentare dovrà esserci una stretta sinergia». Subito dopo l'approvazione della riforma delle Province, è previsto un incontro con il presidente della Regione, Crocetta, insieme con tutte le forze della maggioranza, per avviare una nuova fase di rilancio dell'attività di governo che non significa un immediato rimpasto di Giunta, anche se il passaggio sembra ineludibile.
«Il nodo è la capacità del governo d'impostare un'azione che metta tutti attorno a un tavolo per superare alcune tensioni - ha sottolineato Raciti -. E' necessario che i soggetti politici recuperino protagonismo. Occorre un nuovo "patto per il governo" e il Pd deve essere il tramite per a condivisione delle scelte con i siciliani»,
All'incontro con Raciti, non erano presenti i tre deputati catanesi del Pd: Raia, Barbagallo e Vullo che hanno partecipato alle cerimonie organizzate in onore del presidente della Repubblica, Napolitano. L'ex segretario, Lupo, e Rinaldi, invece, erano assenti per impegni assunti precedentemente. «Nessun motivo politico», ha detto il capogruppo all'Ars, Gucciardi, giudicando «molto positivo l'incontro» con Raciti «che ha invitato il gruppo a votare compatto i provvedimenti del governo».
Gli effetti si dovrebbero cominciare a vedere fin da oggi pomeriggio, quando l'Ars riprenderà l'esame del contrastato disegno di legge sulla riforma delle Province, Il governo, a causa del voto segreto chiesto dall'opposizione su quasi ogni emendamento e sub-emendamento, è stato già battuto, Però, ha avuto la meglio sull'emendamento che voleva introdurre l'elezione diretta dei presidenti dei Liberi consorzi comunali. Gli organi amministrativi, dunque, saranno nominati con elezioni di secondo tipo dall'assemblea dei sindaci che fanno parte del Consorzio. La prova del fuoco per la maggioranza sarà il voto sull'art. 7 che prevede l'istituzione delle Città metropolitane. In caso contrario, si perderanno gli appositi finanziamenti previsti dall'De.
L. M.
Napolitano mi ha detto «Sulle Province devi andare avanti»
Crocetta: ((Prima la legge poi i dirigenti sanitari» E sul Ponte aggiunge: «Non ci sono investitori»
CATANIA. «Il ponte sullo Stretto? Senza fondi è pura fantasia». «Il Distretto del Sud-Est? Una grande occasione di sviluppo con Catania capofila». «La riforma delle Province? Il presidente Napolitano mi ha detto di andare avanti... ». Queste le parole del presidente della Regione, Rosario Crocetta che incontriamo davanti a un bar di via Etnea subito dopo la cerimonia in Comune. Crocetta ha appena terminato di mangiare una «chiacchiera» di carnevale preceduta da un ottimo arancillo.
Presidente, il protocollo del Sud-Est serve per ripartire?
«Sui tratta dì una firma importante per il rilancio dell'area sud orientale dell'isola con capofila la città di Catania. Bisogna anche considerare che proprio in questa area della Sicilia ci sono le industrie più importanti del territorio, che si trovano oltre che a Catania, nell'area siracusana e in quella di Cela. Quindi cominciare a ragionare di questo polo significa, allo stesso tempo, ragionare sulle strutture di collegamento che già si stanno realizzando»,
L'Ad dell'Anas, Pietro Ciucci ha confermato che a breve partiranno i lavori per la Catania-Ragusa..
«E non solo, E' stata appaltata la Modica-Rosolini che verrà realizzata da una impresa siciliana, quella di Andrea Vecchio, Certo c'è il problema storico della Catania-Gela che è ancora una superstrada e manco è sicura, Bisognerà riprendere la discussione su questo tema. E non va dimenticata la strategica Nord-Sud per collegare la zona orientale con la costa tirrenica. Insomma l'area del distretto SudEst può avere grandi vocazioni e credo che sia stata una bella intuizione mettere insieme associazioni di categoria datoriali e pubbliche istituzioni. Probabilmente adesso bisognerà pensare anche a una rete dei Comuni di queste aree e in questo senso Catania e il suo sindaco Enzo Bianco sono nelle condizioni di poter esercitare una naturale leadership a prescindere dalla questione delle Province».
Il dibattito in Aula sulla riforma degli enti intermedi procede a rilento mentre il Distretto Sud-Est è già avanti..
«La riforma delle Province è diventata una questione stucchevole. Proprio oggi un cittadino in piazza mi ha gridato 'presidente i liquidassi sti Province., ", E a ne lo dice... Questa organizzazione sabauda della società è completamente al di fuori della storia. Noi invece dobbiamo pensare sempre di più a organismi che siano funzionali alle necessità socio economiche del territorio».
Ne ha parlato col presidente Napolitano?
«Si e presto gli manderò una nota, Ha apprezzato molto il lavoro avviato e mi ha detto di andare avanti, Chiaramente anche lui si augura ché la legge venga approvata,>.
Col nuovo governo Renzi avvierà presto un rapporto diretto sulle riforme?
«Spero di sì, Fra l'altro c'è un sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio che segue molto attentamente le questioni e col quale abbiamo già un ottimo rapporto. Vediamo anche cosa avverrà a livello di sottosegretari siciliani perché questo potrebbe essere fondamentale per sviluppare un dialogo più serrato. Il nostro obiettivo è, comunque, rilanciare il tessuto economico della Sicilia e con i tondi europei quest'anno abbiamo fatto un buon lavoro sbloccando anche tanti lavori dell'Anas. Insomma stiamo insistendo molto sulla questione delle infrastrutture.
A proposito di infrastrutture il presidente dell'Anas parla del Ponte sullo Stretto come di una occasione mancata.
«io di questa vicenda sinceramente non amo parlarne molto perché sino a quando non ci saranno le risorse di cosa dobbiamo parlare, di Una questione teologica? Quegli investitori privati, che si pensava ci fossero, Sino adesso non ci sono e il governo ha mollato la presa, Ripeto, ma di cosa dovremmo parlare...
Presidente come sono i rapporti col nuovo segretario regionale del Pd?
«Buoni, solo che c'è il vecchio che ancora non ha capito di non essere più segretario...
E col sindaco Bianco?
«Del sindaco di Catania devo dire che è una delle persone più leali che ci sono tra i primi cittadini dell'isola. Si pone in modo molto positivo e non attacca il lavoro degli altri. Insieme stiamo facendo un ottimo lavoro».
Quando nominerà i nuovi dirigenti sanitari?
«Presto, ma prima facciamo la legge sulle Province"
LiveSicilia
Finanziaria, uno spiraglio per 30 mila siciliani
Ma il governo vuole il "sì" del Commissario
di Accursio Sabella
Quasi pronta la manovra che dovrà riparare i danni prodotti dall'impugnativa. E che dovrà assicurare lo stipendio di circa 26 mila lavoratori. Ma la giunta, prima di approvarla e di portarla all'Ars, vuole concordare il testo con Aronica, maggioranza e sindacati. Dimezzati i fondi per le associazioni che si occupano di disabili, tagli del 20% agli enti regionali. Salvi gli stanziamenti per la lotta alla mafia.
PALERMO - La manovra è quasi pronta. Adesso deve essere "blindata". E dopo il lavoro "tecnico" su cifre, numeri e capitoli di bilancio, sarà necessario avviare quello politico-istituzionale. Con i partiti della maggioranza da un lato e col Commissario dello Stato dall'altro. Anche per questo motivo, il disegno di legge non è ancora arrivato in Commissione bilancio. Ci arriverà solo a conclusione di una serie di colloqui. E anche dopo aver valutato due "soluzioni" che potrebbero favorire la chiusura dei conti.
Da un lato, la possibilità di far valere sui Fondi del Pac una fetta delle somme destinate ai Forestali. Dall'altro, quello di poter portare al traguardo il dl sui pagamenti alle imprese, che potrebbe - stando alle stime del governo - portare nelle casse della Regione qualcosa come settanta milioni di euro. Una cifra che cambierebbe di gran lunga l'"agibilità" della manovra stessa.
Ma la Finanziaria-due su qualche certezza già poggia. Su alcuni numeri che sono il frutto della mega-impugnativa del Commissario dello Stato, che ha di fatto, spostato una serie di stanziamenti inizialmente previsti (e appunto cassati) dai capitoli di bilancio in un Fondo vincolato sui residui attivi. Che dopo questo intervento è lievitato fino a 550 milioni di euro. Soldi che il governo potrà riutilizzare in parte dopo l'intervento dell'esecutivo nazionale che un mese fa ha approvato un decreto legislativo che consente di "spalmare" in dieci anni (per la Sicilia saranno undici) i 'debiti' legati a somme iscritte in bilancio come entrate ma ormai impossibili da incassare (i cosiddetti residui attivi inesigibili).
La "quota" in mano al governo Crocetta, così, è di circa 300 milioni. Con i quali appunto l'esecutivo si sta impegnando per colmare capitoli di bilancio pari a oltre mezzo miliardo. Coperta troppo corta, insomma, che costringe a scelte in alcuni casi drammatiche. Perché quei soldi, in realtà, coprivano nella maggior parte dei casi, spese per il personale di enti collegati alla Regione. Dai Forestali ai dipendenti dei Consorzi di bonifica, passando per quelli dei teatri e dell'Irsap, circa 26 mila persone hanno visto, dopo l'impugnativa, azzerato il capitolo di bilancio che li riguardava. Insomma, il loro stipendio era andato in fumo. E il governo ha fino a oggi messo una pezza con ciò che rimaneva in bilancio. Somme ormai esaurite.
La Finanziaria-due quindi è stata oggetto di discussione anche ieri, durante una veloce giunta di governo. "Abbiamo riesaminato le singole voci - ha spiegato il presidente Crocetta - e integrato qualcuna di queste. Stiamo privilegiando gli stipendi, le scuole, la cultura. Siamo riusciti a portare a tre milioni i Fondi per il buono scuola. Ma nei prossimi giorni la manovra andrà incontro a ulteriori passaggi, che accoglieranno il contributo anche di altri soggetti". Il governatore parla per l'esattezza di "passaggi democratici". Una formula utile a spiegare che, stavolta, il ddl verrà concordato maggiormente. Una risposta alle critiche giunte anche da molti esponenti della maggioranza in questi mesi. Anche per questo motivo, la giunta non ha ancora deciso di approvare la manovrina.
"Nei prossimi giorni - ha confermato Luca Bianchi - credo che incontreremo anche gli esponenti della maggioranza e quelli delle parti sociali. Il testo sarà concordato ampiamente, coinvolgendo anche esponenti delle istituzioni". L'assessore non lo dice esplicitamente. Ma il riferimento va al Commissario dello Stato. Il ddl verrà discusso anche con lui, l'"origine di tutti i mali", secondo l'esecutivo, considerata la massiccia impugnativa. Stavolta però non ci sarebbe una "seconda possibilità". E le tensioni delle settimane scorse andranno necessariamente dimenticate. Almeno per un po'.
Intanto, l'identikit della finanziaria-bis è stato in gran parte tratteggiato. Il governo riconoscerà l'80% dello stanziamento inizialmente previsto per enti come la Resais (e conseguentemente per gli stipendi degli ex dipendenti della Fiera del Mediterraneo), il Ciapi, l'Eas, l'Esa, i Consorzi di bonifica , il Corfilac, l'Istituto zootecnico, l'Arpa e l'Irsap. Uguale taglio del 20% per i Teatri siciliani.
La buona notizia, invece, riguarda le associazioni antiracket. Il governo avrebbe infatti trovato il modo di reintegrare completamente i fondi destinati alla lotta alla lotta alla mafia. Saranno dimezzati per il momento, invece, quelli riguardanti le associazioni che assistono i ciechi e i disabili. Saranno del tutto azzerati, invece, qualcosa come 140 capitoli previsti nel cosiddetto "Allegato 1". Si tratta di contributi onorifici, o residui della ex Tabella H.
Un capitolo a parte merita invece la questione-Forestali. L'impugnativa anche dell'articolo che li riguardava in Finanziaria ha portato alla cancellazione di uno stanziamento di 180 milioni. Su questo capitolo, il governo sta cercando una soluzione, puntando anche sulla possibilità di spostare sui Fondi del Piano di azione e coesione (fondi extraregionali) una parte di quello stanziamento: circa 50 milioni in tutto.
Ma a far "quadrare i conti" potebbe essere un'altra decisione. Quella di approvare, prima della manovrina, il cosiddetto dl pagamenti. Si tratta del disegno di legge che prevede l'accensione di un mutuo trentennale da un miliardo per il ripianamento dei debiti della Regione nei confronti delle imprese creditrici, compre le Asp. "Non a caso, quello dei pagamenti alle imprese - spiega Bianchi - è tra i primi punti del programma di Renzi. L'approvazione di questa norma - aggiunge l'assessore - produrrebbe un beneficio immediato: l'introito derivante dall'Iva che verrebbe pagata sulle fatture potrebbe portare nelle casse della Regione qualcosa come 70 milioni di euro". Soldi buoni, magari, per integrare e rimpinguare i capitoli di bilancio rimasti in parte scoperti. La manovrina, infatti, è una coperta corta. Ma è già uno spiraglio (l'unico, in realtà) per quasi trentamila siciliani.
AgrigentoTG24
Scuola. Moscatt (Pd) invita Renzi a visitare gli istituti scolastici dell'agrigentino
"Oggi, con la visita alle scuole di Treviso, è iniziata l'avventura del neo presidente del Consiglio Matteo Renzi. In questo giro tra gli Istituti scolastici italiani lo invito a venire ad Agrigento, ed in tutta la provincia, a visitare strutture scolastiche, insegnanti e studenti, affinché di persona si renda conto delle difficoltà strutturali ed organizzative che sussistono.
Lo ha affermato il parlamentare del Pd Tonino Moscatt, che continua: "Contemporaneamente potrebbe apprezzare la straordinarietà e la bellezza del nostro territorio, ma noi lo aspettiamo a 'braccia aperte' per programmare insieme quanto necessario per iniziare quella nuova Italia che ha in mente e che tutti - conclude Moscatt - desideriamo".
Sicilia24h
Bando Isi 2013, Convegno ad Agrigento
Domani mattina, giovedì 27 febbraio, ad Agrigento, presso la sala conferenze "Pellegrino" della Provincia Regionale, in via Acrone, alle ore 9, l' Inail, l' Ordine dei Commercialisti e i Consulenti del lavoro di Agrigento hanno organizzato un convegno sul Bando Isi 2013, "Investire in capitali di rischio oggi si può : avviare la ripresa partendo dalla sicurezza. Il contributo Inail a fondo perduto : occasione da non perdere".
Siciliainformazioni
Agguati, trappole, intrighi: le simil-province si sgretolano
di REDAZIONE
Agguati, trappole, intrighi: le simil-province si sgretolano. Vince la Sicilia dei campanili e degli apparati. L'Aula boccia i consiglieri comunali nelle assemblee dei Liberi consorzi, dopo avere bocciato le aree metropolitane e reso inamovibili circoscrizioni provinciali e impedito qualunque "assalto" esterno (la nascita di nuovi consorzi è di fatto impossibile). Difficile prevedere ciò che verrà fuori e se la riforma, o quel che resta di essa, verrà approvata. Può accadere di tutto. Peggio di così non sarebbe stato possibile fare. La lungimiranza sui liberi consorzi dei padri dell'autonomia siciliana è stata trattata a pesci in faccia.
I deputati regionali potranno ritornare sui loro passi, ma nemmeno un miracolo potrà restituire un senso alla riforma. Buio fitto. L'Assemblea regionale non ha digerito la riforma delle province sin dal primo vagito, il dibattito d'Aula è stato un braccio di fero estenuante, vissuto come una pillola amara da mandare giù ad ogni costo.
Rosario Crocetta ha scelto l'avventura senza avere tastato il polso dell'Aula? I lavori preliminari del governo nella preparazione del testo sono apparsi da subito goffi tentativi di rabberciare qualcosa di plausibile e sono stati accolti da un tiro a bersaglio allucinante.
Perché tanta contrarietà? Il fortino invalicabile è rappresentato dagli apparati politici e dalle burocrazie. Crollata la struttura portante - l'amministrazione provinciale - nei capoluoghi crollerebbe tutto il resto (istituzioni statali e regionali, enti, associazioni, sindacati ecc.). Ed al loro posto? Le città vivono della burocrazia e degli apparati.
L'altra Sicilia, quella emergente (Modica, Canicattì, Marsala, Sciacca, Milazzo, Gela, Caltagirone, Noto, Alcamo ecc) non ha chance. Il governatore ha creduto che la maggioranza "liquida", conquistata in gran fretta all'indomani del voto, senza un patto che ne sancisse il percorso, potesse spianargli la strada alla gloria. Forse sarebbe più corretto affermare che ha voluto crederci. La grandeur è un sentimento legittimo, talvolta procura anche vantaggi, ma è foriero di disastri se sradicato dalla realtà.
Accanto ai mal di pancia democratici, alle perplessità dei gruppi alleati di nuovo conio, all'insofferenza dell'Udc, Crocetta deve fare i conti con un dissenso irriducibile: l'opposizione guidata dai nemici giurati dell'abolizione delle Province, e cioè Nello Musumeci, ex presidente della provincia di Catania, e Giuseppe Castiglione, anche lui al vertice della provincia etnea ed ex presidente dell'Unione Nazionale Province italiane. Il Moloch antiabolizionista.
Il cammino della riforma è stato finora segnato da agguati, trappole, equivoci, infingimenti, piccoli intrighi. Non esente da pecche sin dal debutto, ha subìto cammin facendo modifiche che l'hanno resa invisa sia agli abolizionisti quanto ai "conservatori" fino a trasformarla in un progetto quasi impresentabile.
Il drappello di willing, guidato da Baldo Gucciardi, ora difende la trincea dell'elezione di secondo grado e un'accettabile composizione delle aree metropolitane. Giuseppe Castiglione, dall'altra parte della barricata, grazie ad un pellegrinaggio romano di Crocetta (incontro con Alfano), apre sul fronte del decentramento delle funzioni per le aree metropolitane, ma nulla di più. La Sicilia dei campanili e degli apparati è più forte. Almeno a Palazzo dei Normanni.
Distretto del Sud-Est, 3 province si mettono in proprio: miracolo
di REDAZIONE
Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha "battezzato" il distretto del Sud est, nato a Catania grazie ad una fortunata e miracolosa condivisione di obiettivi e iniziative fra le province di Siracusa, Ragusa e Catania. Il Presidente, dopo la cerimonia, ha espresso la convinzione che sono le buone idee e le buone pratiche dei meridionali romperanno la maledizione del Mezzogiorno e abbatteranno la secolare sudditanza economica.
Parole sacrosante, dette in una occasione straordinaria. Il distretto, nell'intenzione dei suoi promotori, deve creare sinergia, ottimizzare i servizi, fare funzionare tutto ciò che può essere messo in comune, creare una circolarità di idee e di iniziative. Insomma, aretusei, ragusani ed etnei intendono fare squadra. Ed è auspicabile che il loro esempio venga seguito altrove.
Non basta certo la buona volontà e non sono pochi gli ostacoli e le incognite, ma provarci è una gran cosa e merita apprezzamento e sostegno.
La Sicilia orientale si conferma, tra l'altro, il motore dello sviluppo. Catania, capitale del Sud, è sicuramente un ricordo sbiadito, ma le energie e le volontà che in quell'area, da sempre vivace, stanno venendo fuori lascia ben sperare per il futuro.
Il distretto, inoltre, nasce mentre a Sala d'Ercole l'Assemblea regionale è impantanata nella riforma amministrativa che nelle intenzioni dei promotori avrebbe dovuto modernizzare ed innovare la pubblica amministrazione, ancorata alle vecchie prefetture risorgimentali modificate dal regime fascista. Senza volerlo, dunque, il distretto appare una risposta.
Proveniente dal territorio, a questo bisogno di guardare avanti e di realizzare strumenti che rendano più efficiente le burocrazie, migliorino i servizi ai cittadini, sostengano le iniziative imprenditoriali, accrescano i flussi turistici e gli scambi culturali e commerciali.
Il distretto potrebbe essere il primo passo verso una rete di "macroaree" legate da forti omogeneità economiche e volontà comuni. Una via di mezzo fra le macroprovince proposte nel recente convegno di Caltagirone - la Sicilia divisa in due - e i liberi consorzi.
E' stato scritto, e detto, che l'iniziativa del sud-est abbia un carattere secessionista e prenda le distanze da Palermo. È possibile che l'egemonia palermitana abbia suscitato antidoti, ma - pare di capire - i promotori del Distretto sono interessati unicamente a creare crescita e sviluppo.