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LA SICILIA
 

Garantite l'eguaglianza o andiamo via dall'Ato»
I sindaci dei Comuni gestiti da Girgenti Acque ricevuti da Marino
L'assessore regionale all'acqua ed ai rifiuti ha ascoltato con attenzione i problemi esposti dai circa venti sindaci che giovedì pomeriggio hanno chiesto ed ottenuto di essere ricevuti e che gli hanno esposto la grave problematica della differenza di trattamento che viene operata tra chi ha gi consegnato gli impianti, come prescritto dalle leggi vigenti, e quanti invece si sono rifiutati di farlo.
«Eravamo una ventina - racconta il sindaco di Agrigento Marco Zambuto - ed abbiamo esposto all'assessore come i nostri cittadini paghino bollette salatissime, mentre quelli dei comuni che non hanno consegnato la gestione all'ato idrico e quindi al gestore privato continuano a pagare bollette esigue». I sindaci sono stati chiari: questa discriminazione deve finire, altrimenti si darà il via ad un'azione legale per ottenere lo scioglimento dell'ato idrico. Come questo sia possibile non è facile da spiegare: gli ato sono stati costituiti con legge e soltanto una legge può scioglierli (come in effetti dovrebbe avvenire), ma Zambuto è certo di poterci riuscire: «Ci siamo affidati a fiori di professionisti - spiega - i quali troveranno il percorso legale adatto a condurre vittoriosamente questa battaglia».
Marino in ogni caso, racconta ancora il sindaco di Agrigento, ha ascoltato con grande interesse le ragioni che ieri mattina gli sono state esposte: i sindaci hanno chiesto una soluzione politica, quindi una nuova legge che risistemi il settore e determini una perequazione tra gli utenti, altrimenti —dicono — l'ato idrico sarà da considerare ma inadempiente e quindi da sciogliere, mentre il servizio deve tornare ai Comuni. Oppure si trova un'altra soluzione legislativa che riconduca ad un'unità tutte le utenze siciliane ed il loro costo.
«Marino-afferma ancora Zambuto-si è riservato di riflettere qualche giorno e poi tornerà a convocarci la prossima settimana per darci una risposta. Noi speriamo che alla fine si trovi una soluzione soddisfacente perchè questo stato di cose non può andare avanti in questo modo».
Il sindaco di Agrigento, come è noto, è convinto di potersi riprendere il servizio e che l'apparato tecnico e burocratico del suo comune sia nelle condizioni di poter tornare a gestirlo. Peraltro, questo non bisogna dimenticarlo, non c'è in ballo soltanto la distribuzione dell'acqua, ma l'esecuzione di lavori per diverse decine di milioni di euro sulla quale Girgenti Acque, per contratto, dovrà anticipare un'aliquota del 30 per cento. A quel punto dovrebbero probabilmente essere gli stessi comuni a metterci questi soldi, altrimenti una larga fetta di queste opere resterebbe incompleta (il Cipe ha finanziato solo il 70 per cento). Ricordiamo che tra di esse vi sono la rete idrica cittadina, le reti fognanti della fascia costiera e della zona nord ed il megadepuratore che dovrà essere realizzato a Fiume Naro.
SALVATORE FUCÀ
 

PROCESSO D'ORSI
Assente uno dei giudici del collegio udienza rinviata al 21 marzo ma....
E' stata subito rinviata al prossimo 21 marzo l'udienza del processo all'ex presidente della Provincia regionale di Agrigento Eugenio D'Orsi, accusata di concussione, peculato, truffa e abuso d'ufficio. Dinanzi al primo collegio presieduto da Giuseppe Melisenda Giambertoni, a latere Gianfranca Infantino e Michele Contini avrebbero dovuto deporre altri testi, ma a causa del legittimo impedimento del giudice Gianfranca Infantino - comunicato già alcuni giorni addietro alle parti - il presidente del Collegio Melisenda Giambertoni ha dovuto disporre appunto il rinvio dell'udienza ad altra data. E la data è stata individuata nel primo giorno di primavera, quel 21 marzo sul quale però grava come un macigno il «rischio» che anche quella volta non si possa tenere l'udienza. Dal 17 al 22 marzo infatti l'ordine degli avvocati ha indetto a livello nazionale l'ormai canonica ondata di giornata di astensione dalle udienze, tranne quelle con detenuti presenti in aula.
Teoricamente, visto che D'Orsi non è ovviamente detenuto, l'udienza non dovrebbe svolgersi. Quindi si conferma come questo processo stia procedendo con una sorta di corsa a ostacoli, tra impedimenti fisici dell'imputato, stop dettati da inconvenienti degli stessi giudici, scioperi degli avvocati. Da ricordare come fosse obiettivo del Tribunale giungere a una conclusione del procedimento entro l'estate 2014.
FD.M.
 

 

GIORNALE DI SICILIA
 

PROVINCIA
A via l'adesione a progetto sul Mezzogiorno
La Provincia  Regionale di Agrigento ha aderito al progetto "Esperi@-Rafforzamento della capacità istituzionale e amministrativa delle regioni e degli enti locali de! Mezzogiorno per il reclutamento di nuove figure professionali", promosso dal Dipartimento della Funzione Pubblica e finanziato da! Formez. Il Progetto ha lo scopo di sostenere le amministrazioni de! Mezzogiorno nella creazione e ne! potenziamento delle capacità professionali finalizzate allo sviluppo delle politiche di sviluppo e di coesione sociale.
 

NUOVO REGOLAMENTO
Pianta organica, la Provincia organizzerà l'ufficio legale.
La Provincia inserisce l'ufficio legale nella propria struttura organizzativa approvando un nuovo articolo nel Regolamento sull'Ordinamento degli Uffici e dei Servizi. Si tratta di una novità assoluta per l'Ente. Infatti - si legge in una nota - con l'adozione di un'apposita determinazione del commissario Benito Infurnari è stato inserito l'art. 27 bis nel regolamento dell'Ente denominato "Avvocatura provinciale" che prevede, previa deliberazione della giunta provinciale, l'istituzione dell'ufficio legale denominato "l'Avvocatura" ai quale è de- mandata la difesa, la rappresentanza e l'assistenza dell'Ente nei giudizi in cui la Provincia è parte dinnanzi a tutte le giurisdizioni ed ai collegi arbitrali e nelle procedure conciliative.
Il responsabile dell'Ufficio legale, - conclude la nota - dopo la sua costituzione, svolgerà i compiti di avvocatura con garanzia di indipendenza e autonomia secondo quanto previsto dalla normativa professionale vigente.
 

Gli amministratori hanno chiesto l'applicazione di una tariffa unica che permetta un reale risparmio nelle bollente
Ato idrico, vertice tra i sindaci e l'assessore:«Marino ci ha detto che abbiamo ragione»
Persino l'assessore regionale all'industria, è rimasto sorpreso cia quello che i sindaci dell'Ato idrico di Agrigento hanno paventato e cioè l'altissima diseguaglianza nelle tariffe per il consumo cli acqua esistente tra i cittadini dei comuni che hanno consegnate le reti e chi le reti se le è tenute. Nicolà Marino, non ha potuto che prendere atto di una situazione che sta esasperando ogni giorno di più i contribuenti già tartassati dalle bollette per la spazzatura, per la casa e per ogni servizio spesso neanche erogato al meglio. A Palermo c'erano praticamente tutti, il sindaco di Agrigento Marco Zambuto, quello di Sciacca Fabrizio Di Paola, il sindaco di Ravanusa Carmelo D'Angelo, di Campobello di Licata Giovanni Picone, il sindaco di Casteltermini Alfonso Sapia, quello di Realmonte Pietro Puccio, l'assessore di Raffadali Giuseppe Farruggia, il vice- sindaco di San Giovanni Gemini Gaetano Pellitteri, il sindaco di Grotte Paolino Fantauzzo, il sindaco di Caltabellotta Calogero Pumilia, il sindaco di Ribera Carmelo Pace, il sindaco di Villafranca Sicula Domenico Balsamo, quello di Lucca Sicula Giuseppe Puccio, il sindaco di Sambuca di Sicilia Leonardo Ciaccio, il vicesindaco di Canicattì Gaetano Rizzo, il sindaco di Cattolica Eraclea Nicolò Termine, il sindaco di Montevago Calogero Impastato, l'assessore cli Licata Angelo Sambito e l'assessore di Siculiana Salvatore Guarraci. Tutti uniti per chiedere l'applicazione di una tariffa unica salvo essere pronti ad adire alle vie legali per uscire dall'Ato e da Girgenti Acque. Marino li ha ascoltati e ha preso atto della situazione spiegando di assumersi una responsabilità politica sulla gestione del sistema idrico in provincia di Agrigento impegnandosi a verificare il ripristino e il recupero dei principi di equità e giustizia che sono venuti meno con la mancata consegna delle reti all'Ato Idrico, a verificare l'aumento dei costi, il sistema tariffario e il mancato raggiungimento degli obiettivi previsti dall'oggetto sociale e ad accertare un eventuale abuso di posizione di monopolio con comportamenti vessatori. «L'assessore Marino - ha spiegato il sindaco di Sciacca - ci ha detto che farà un ulteriore approfondimento con il commissario dell'Ato Idrico di Agrigento per poi riconvocarci. Oggi, la situazione è divenuta insostenibile con l'incremento delle tariffe, e potrebbe divenire ancora più esplosiva con l'applicazione dell'ultima deliberazione dell'Autorità nazionale per l'Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico. I sindaci della provincia di Agrigento, nell'attesa di essere riconvocati da Marino, chiederanno nel frattempo anche una audizione alla IV Commissione parlamentare dell'Ars per chiedere urgenti e adeguati interventi normativi.
«Siamo soddisfatti dell'incontro con l'assessore Marino - ha aggiunto il sindaco di Agrigento Zambuto - perchè ha ascoltato, passo passo, tutte le nostre rivendicazioni e accettando fin da subito, che ci sono delle cose che non posso continuare ad essere gestite in questo modo. Per questo ci sentiamo ottimisti in questo senso e auspichiamo che l'assessore possa venire presto ad Agrigento per spiegare agli amministratori, ma soprattutto ai cittadini, le modifiche che vorrà apportare per permettere concreti risparmi in bolletta».
 

LiveSicilia
 

"Troppi corrotti in giro"
La politica sotto accusa
Di Ch. Bi.) La relazione della Corte dei Conti è un dito puntato contro la politica siciliana. Un atto d'accusa contro tutti. Nessuno escluso.
PALERMO - Ne esce un terribile ritratto. Ne esce una classe politica senza redenzione, né speranza.  La relazione per l'inaugurazione anno giudiziario della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Regione siciliana si traduce in un pesantissimo atto d'accusa.
"La politica corrotta"
La prima relazione da presidente sezione giurisdizionale della Corte dei Conti Luciana Savagnone è un pugno nello stomaco. La relatrice non si limita a snocciolare solo dati sul lavoro fin qui svolto e sui risultati ottenuti. Osserva che davanti davanti alle condizioni di povertà delle famiglie, delle disastrose condizioni economiche dei siciliani "la politica non riesce a dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini, occupandosi prevalentemente di se stessa e, sempre più spesso, sottraendo ricchezza al Paese, depredando nei più diversi modi, ed in questo la realtà supera spesso la fantasia, le risorse pubbliche che dovrebbero essere destinate alla crescita - afferma il presidente -. Se i cittadini più sfortunati e più poveri spesso delinquono perché mossi dal bisogno, nessuna giustificazione può addurre colui che, essendo un rappresentante politico, è un privilegiato". Un atto d'accusa impietoso.
"La corruzione della classe politica è dettata, - afferma Luciana Savagnone- allora, soltanto da una incontrollata smania di ricchezza e di potere. Essa non solo rappresenta un fenomeno detestabile e biasimevole dal punto di vista morale, ma costituisce una concausa determinante dell'impoverimento dell'intera nazione, per quello di cui ci si appropria ed ancora di più per ciò che, con le risorse sottratte, lo Stato sarebbe stato in grado di fare".
I numeri della Corte dei Conti
Nel corso dell'inaugurazione il presidente della Corte dei Conti ha poi illustrato il bilancio dell'attività. "Con riferimento ai giudizi di responsabilità e di conto, è stata evidenziata una giacenza iniziale al 1 gennaio 2013 di 80 giudizi responsabilità, 178 giudizi di conto, 26 giudizi ad istanza di parte, 411 istanze di resa di conto. Nel corso dell'anno ne sono pervenuti: 117 di responsabilità, 8 conto, 4 ad istanza di parte, 1 provvedimento di urgenza (sequestro), 9 resa di conto. Sono stati definiti 127 giudizi di responsabilità, 7 di conto, 4 ad istanza di parte, 197 resa di conto, ed è stato emesso 1 provvedimento d'urgenza. La giacenza finale alla data del 31 dicembre 2013 ammontava a 70 giudizi di responsabilità, 179 di conto, 26 ad istanza di parte, 223 per resa di conto". Le udienze tenute nel 2013 sono state 44 e sono stati iscritti a ruolo 208 giudizi di responsabilità e 12 giudizi di conto. Sono state pronunciate 80 sentenze di condanna in materia di responsabilità, di cui 32 in favore di amministrazioni statali, 37 in favore di Enti locali e 11 in favore di Aziende sanitarie, e 31 sentenze di assoluzione. L'importo complessivo delle condanne è stato di 12.901.999,12 di euro. "Nel merito delle condanne - ha detto Savagnone - parecchie decisioni sono state emanate in materia di contributi comunitari per spreco di risorse da parte dei beneficiari ovvero di erogazione di contributi a soggetti privi dei requisiti previsti dalle norme".
La Sezione si è anche occupata di giudizi concernenti l'illegittima nomina di consulenti esterni per lo svolgimento di compiti spettanti a personale in servizio, giacché nonostante le disposizioni normative che hanno imposto drastici limiti alla esternalizzazione di servizi e compiti, amministratori e dirigenti hanno continuato a sperperare le pubbliche risorse attraverso il ricorso, senza che vi fossero i presupposti previsti dalle leggi in materia e senza alcuna giustificazione di raggiungimento di fini istituzionali, a professionalità esterne all'amministrazione. Ancora, il presidente ha riferito delle decisioni assunte in materia di danno all'immagine subito dall'Amministrazione, in conseguenza della commissione dei reati definitivamente accertati con sentenza penale irrevocabile di condanna, pronunciata nei confronti di dipendenti per i delitti contro la pubblica amministrazione. Sono state ancora emesse sentenze per recuperi di somme pagate a titolo di risarcimento a soggetti privati danneggiati da errori sanitari commessi da medici in occasione dell'esercizio della professione mentre per quanto riguarda il settore dell'istruzione la Sezione si è occupata varie volte del danno erariale provocato dal comportamento di docenti che avevano conseguito incarichi di insegnamento sulla base di titoli di studio rivelatisi falsi.
Un malaffare, secondo il presidente della Corte dei Conti che si lega con gli affari di Cosa Nostra. "In Sicilia, peraltro, il fenomeno corruttivo spesso lambisce e si intreccia con gli interessi dell'universo mafioso, ma anche quando è del tutto estraneo ad esso, in qualche modo, lo favorisce. - osserva - I reati di corruzione, infatti, anche quelli apparentemente di scarso rilievo, rendono più fertile il terreno su cui cresce e si sviluppa la delinquenza mafiosa, attraverso il perseguimento di interessi economici comuni, connivenze, reciproche protezioni". Per Savagnone: "Anche all'interno della pubblica amministrazione molteplici vicende, aventi rilievo penale, hanno coinvolto dipendenti, mortificando ed umiliando coloro che con onestà e fatica si dedicano al lavoro".
La parola al procuratore
"Tutte le forme di illegalità perseguite hanno determinato la citazione in giudizio, nel 2013, di ben 297 soggetti per un danno erariale accertato e contestato pari ad euro 49.829.072,68". Lo ha detto il procuratore della Corte dei Conti Guido Carlino nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. "Si tratta, tuttavia, di un dato, pur nella sua significativa rilevanza quantitativa, - ha aggiunto - non interamente rappresentativo del danno che complessivamente subisce l'erario; non possono, infatti, trascurarsi sia la cifra oscura dell'illecito amministrativo, corrispondente ai molteplici fatti dannosi non denunciati, sia quelli accertati, ma non perseguibili, perché sussistono cause estintive del diritto al risarcimento del danno o perché l'elemento psicologico non raggiunge la soglia di intensità (dolo o colpa grave) prevista dalla legge". Nel 2013 il carico finale, di istruttorie è di 4351 in lieve diminuzione (-7%) rispetto all'omologo dato di inizio anno (4662). Nel corso dell'anno sono state aperte 6139 istruttorie (5450 nel 2012), sono stati eseguiti 3579 atti istruttori (richieste di atti, deleghe di indagini, audizioni personali ed accertamenti diretti) e sono stati emessi 6329 decreti di archiviazione, di cui 2070 in esito a svolgimento di attività istruttoria e 4259 per notizie di danno ritenute manifestamente infondate, per evidente assenza dei presupposti per l'esercizio dell'azione di competenza. "Le denunce di danno trasmesse dalle amministrazioni danneggiate - ha aggiunto Carlino - costituiscono, tuttavia, una limitata parte (24,2%) delle denunce pervenute, dovendosi ancora registrare una frequente violazione dell'obbligo da parte dei soggetti tenuti ex lege a tale adempimento, nonostante le conseguenze, a carico del soggetto inadempiente, anche sul piano patrimoniale". Numerose (9%) sono state, invece, le istruttorie aperte a seguito di denuncia da parte di cittadini, movimenti politici o sindacali, imprese, organi professionali ovvero sulla base di notizie stampa.
 

La politica incassa in silenzio
Cracolici: "Parole inaudite"
di Chiara Billitteri
A commentare le parole - durissime - pronunciate dal magistrato Luciana Savagnone all'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei Conti sono davvero in pochi. Tra questi, i grillini tornano ad invocare il "tutti a casa", ma l'ex capogruppo Pd incalza la magistratura: "Faccia i nomi".
PALERMO - La politica resta in silenzio. Un silenzio assordante. Perché - fatta esclusione per pochissime eccezioni - nessuno ha avuto il coraggio di smentire le accuse lanciate dal presidente della Corte dei Conti, Luciana Savagnone, che all'inaugurazione dell'anno giudiziario ha bollato la classe dei politici siciliani come "corrotta da una smania incontrollata di ricchezza e potere, causa determinante dell'impoverimento dell'intera nazione". Parole che devono aver colpito.
Ma nessuno ha difeso la categoria, le istituzioni, anzi: c'è chi, tra i politici siciliani, cerca di tirar fuori se stesso dal mucchio, e ne approfitta per condannare gli altri. Solo una voce fuori dal coro: è quella di Antonello Cracolici, parlamentare regionale del Parito democratico, l'unico che ha ricambiato con altrettanta durezza le parole del presidente della Corte dei Conti regionale. "Inaudito - ha detto Cracolici - che si parli così".
L'ex capogruppo Pd è stato tirato in ballo (indirettamente) anche dal presidente dell'ordine degli avvocati di Palermo Francesco Greco, che ha accusato "i politici che ultimamente frequentano i tribunali" di essersi appropriati di fondi pubblici con modalità "del tutto casalinghe". Ma il deputato Pd non ci sta ad essere messo nel mucchio, e perciò ha lanciato un monito ai magistrati: "Non diventino parte del qualunquismo, facciano nomi e cognomi".
Chi, invece, sta dalla parte della presidenza della Corte dei Conti è il governatore Rosario Crocetta. E il presidente siciliano ne 'approfitta' anche per riaffermare il "principio guida" di tutte le sue battaglie: la lotta agli sprechi e alla corruzione. "Le critiche? Le condivido - ha detto Crocetta, che alla cerimonia era seduto in prima fila - e aggiungo che sono perfettamente in linea con l'azione del mio governo. In questi mesi ho lottato decine di volte per denunciare le anomalie anche nell'amminstrazione pubblica e nella politica".
Per i grillini siciliani, poi, le parole della Savagnone non sono altro che "l'ennesima bocciatura di una classe politica cui non resta che una sola cosa da fare: andare a casa". In una nota, il gruppo del Movimento 5 Stelle all'Ars ha rivendicato la 'proprietà intellettuale' dell'idea: "E' quello che diciamo noi da sempre - hanno scritto i Cinquestelle - , questa classe politica non è in grado di dare risposte alla gente, forse perché le uniche risposte che cerca sono quelle relative ai fatti propri.
Il monito che arriva dalla magistratura contabile è pesantissimo - hanno aggiunto - , fare finta di nulla e continuare a girarsi dall'altra parte, in un momento in cui la gente aspetta il lancio della ciambella di salvataggio per non affogare, non solo non è più possibile, ma equivarrebbe a rendersi complici di un sistema che va cambiato a partire dalle fondamenta. Un fatto è certo, la corruzione dilagante colpisce tutti, tranne che il Movimento 5 Stelle che è e rimarrà il granello di sabbia che prima o poi farà saltare questo ingaggio perverso. A Crocetta chiediamo un atto di responsabilità: faccia un passo indietro, visto che di passi avanti finora non è stato in grado di farne nemmeno uno".
Un'interpretazione che fa propria anche il capogruppo di Forza Italia all'Ars, Marco Falcone."E' vero - ha detto - : da un lato c'è un atto di accusa e censura nei confronti della classe politica. Ma dall'altro c'è un giudizio negativo anche nei confronti di chi ha responsabilità di governo. La relazione del presidente della Corte dei Conti va vista anche come un pungolo appuntito nei confronti di chi oggi ha una responsabilità istituzionale. E saremo noi dell'opposizione a svolgere un ruolo di controllo e indirizzo".
In prima fila anche lui, accanto al presidente della Regione sedeva il presidente dell'Assemblea regionale, Giovanni Ardizzone. Lui che è sempre stato critico con chi ha cercato di fare della politica e dei politici di tutta l'erba un fascio, stavolta non si è sbilanciato: "Cosa c'è da commentare?", ha chiesto. Poi ci ha ripensato, e una battuta se l'è concessa: "Sono i politici, semmai, ad essere corrotti - ha affermato Ardizzone -, la politica è altro. La politica è una cosa seria".
Parole "drammatiche" e che "confermano una terribile verità", quelle del presidente della Corte dei Conti sono, invece, per il capo dell'Antimafia regionale e parlamentare dell'opposizione Nello Musumeci. Che però fa un distinguo. "Assieme alla politica sporca fatta da corrotti e corruttori - ha detto - ce n'è una pulita che non fa notizia, perché si muove nel dovere del silenzio".
 

Province, il Cga: "Illegittimo  il rinnovo dei commissari"
L'organo di giustizia amministrativa fissa dei paletti, dopo un parere richiesto dall'assessore Valenti. Un nuovo stop per la giunta Crocetta? L'assessore: "Riconosciuto il nostro percorso".
PALERMO- Non c'è pace per le province siciliane, per la riforma e per i rinnovi dei commissari, nell'attesa che si sblocchi la complicata partita dell'Ars. Il nuovo stop arriva da un parere del Cga che fissa dei paletti.
"Il percorso di riforma dell'ente intermedio siciliano - si legge in un articolo di Massimo Greco, uno dei 'saggi' scelti nel gruppo di lavoro che affrontò all'inizio del suo percorso la riforma - si fa sempre più accidentato. Dopo l'infelice esordio del procedimento legislativo all'A.R.S., la cui ennesima adunanza è prevista per oggi pomeriggio, un'altra pesante tegola sull'operato del Governo Crocetta arriva dal Consiglio di Giustizia Amministrativa interpellato, ironia della sorte, dall'Assessore Reg.le alle Autonomie locali in ordine alla legittimità delle nomine dei Commissari Straordinari effettuate dopo il 31 dicembre 2013, termine quest'ultimo previsto dalla l.r. n. 71/2013 anche per trasformare le attuali Province Regionali in Liberi Consorzi di Comuni". Insomma, tutto nasce da uno scrupolo dell'assessore Valenti che ha interpellato l'organo di giustizia amministrativa, per saperne di più.
"La preoccupazione, più che legittima, dell'Assessore del Governo Crocetta è quella di conoscere se i recenti rinnovi dei commissariamenti straordinari fin qui operati dopo la scadenza del 31/12/2013 risultano legittimi - si legge -. Il C.G.A., riunitosi in adunanza il 25 febbraio scorso, con il parere n. 137 pubblicato ieri 26/02/2014, dopo ampio ed argomentata relazione sul contesto normativo all'interno del quale si sono inserite le azioni amministrative dell'Assessorato Reg.le alle Autonomie locali, perviene alla conclusione che "oltre la data del 31 dicembre 2013, non possono legittimamente intervenire nuove nomine di commissari straordinari per i fini della L.R. n. 7/2013, fatti salvi i casi di sopravvenienze che attengono alla persona incaricata (si intende affermare che la persona fisica del commissario, qualora per varie ragioni non sia più in grado di svolgere l'incarico, possa essere sostituita anche dopo la data del 31 dicembre 2013); si tratterebbe in tal caso, infatti, di una mera sostituzione del soggetto incaricato del munus pubblico e non di un rinnovo della funzione"
Il parere del C.G.A. conclude quindi in questi termini "in sintesi, i commissari straordinari di cui all'art. 1 della L.R. n. 7/2013 non possono essere legittimamente nominati dopo la scadenza del 31 dicembre 2013, ma il loro incarico, qualora la relativa nomina risalga a un'epoca precedente la data del 31 dicembre 2013, conserva efficacia, alternativamente: a) fino alla costituzione dei Liberi Consorzi comunali, in sostituzione delle Province regionali e ciò implica che il disegno di legge regionale al quale sopra si è accennato divenga legge, entri in vigore e consenta, attraverso opportune norme transitorie, l'immediata operatività dei Liberi Consorzi comunali, in luogo delle sopprimende Province regionali; b) fino al 30 giugno 2014, allorquando saranno ricostituiti per via elettorale gli organi provinciali il cui rinnovo è stato nel frattempo sospeso. La Regione siciliana non, invero, potrà astenersi dal rispettare il combinato disposto degli artt. 8 del D.P.Reg. n. 3/1960 e 169 della L.R. n. 16/1963 e, quindi, dovrà emanare il decreto dell'Assessore in un tempo utile affinché gli organi provinciali siano (eventualmente, ma) comunque ricostituiti in via elettorale entro il termine finale del 30 giugno 2014".
La replica dell'assessore Valenti
"Il Consiglio di giustizia amministrativa ha riconosciuto la validità sia dei tempi che delle modalità individuate dal governo per la proroga del regime di commissariamento delle Province nelle more dell'approvazione del ddl riforma da parte dell'Assemblea". Lo dice l'assessore regionale alle Autonomie locali Patrizia Valenti a proposito del parere del Cga sulla proroga del regime di commissariamento delle Province.
 

Provincia di Siracusa, si dimette  il neo commissario Leotta
Nominato pochi giorni fa, Ettore Leotta ha rassegnato le sue dimissioni in seguito al parere espresso dal Cga che parla di nomine negli enti in via di riforma "non legittime" se successive al 31 dicembre 2013.
Ettore Leotta
SIRACUSA - Si è dimesso il neo commissario straordinario della Provincia Regionale di Siracusa, Ettore Leotta. Nominato pochi giorni fa, ha rassegnato le sue dimissioni in seguito al parere espresso dal Cga che parla di nomine negli enti in via di riforma "non legittime" se successive al 31 dicembre 2013. Leotta, ex magistrato amministrativo, ha deciso di rinunciare all'incarico nonostante le intepretazioni sul parere del Cga siano contrastanti: da una parte il governo regionale afferma che i giudici hanno confermato la correttezza del suo operato, dall'altro le opposizioni attaccano contestando le nomine e considerandole "illegittime".
Leotta da qualche giorno si era "autosospeso". Non è stato infatti avvistato negli uffici dell'ente di via Malta. Ma lo scorso mercoledì,a Catania alla presenza del presidente della Repubblica, ha firmato il protocollo di area vasta (Distretto del Sud Est) per la Provincia Regionale di Siracusa. Probabile che al suo posto ritorni allora Alessandro Giacchetti, prefetto in quiescenza già commissario straordinario del Comune di Siracusa, della stessa Provincia fino a pochi giorni fa e attualmente alla Fondazione Inda.
 

DOMENICA - 2 MARZO
 

LA SICILIA
 

SCIACCA Carnevale, tutto a pagamento
Disturbate e rallentate dalla pioggia, sono cominciate ieri le sfilate di carri allegorici del primo "carnevale business" nella centenaria storia della manifestazione tanto cara ai saccensi
La popolare festa per l'edizione 2014 è nelle mani di una società di Napoli, l'unica che lo scorso anno ha partecipato ai bando pubblico con cui il Comune ha deciso di cedere i diritti sperando di risparmiare sui costi, rilanciando un evento che per due anni non si è svolto per mancanza di risorse economiche. Senza più il contributo della Regione, l'ente locale si è sobbarcato il peso dei premi per i carri allegorici (130 mila euro) ed i costi della sicurezza (30 mila euro) e di altri interventi che porteranno a 200 mila euro l'impegno pubblico. Tutto il resto è di competenza della Cge, società che afferma di avere investito 300 mila euro e che sta cercando di fare cassa introducendo parecchie novità nella collaudata macchina organizzativa della festa saccense.
Per partecipare al carnevale e ammirare i carri che ieri pomeriggio hanno cominciato la sfilata dalla via Cappuccini, chi arriva da fuori città sia dal versante ovest che da quello est della strada statale 115, deve parcheggiare la propria vettura in uno dei quattro spazi riservati dagli organizzatori. Il costo è di 10 euro a vettura, 30 euro per i pulman. Non ci sono altri ticket di ingresso (l'amministrazione nel bando ha inserito la clausola che impone ai privati di non prevedere biglietto d'ingresso per singoli visitatori) ma per raggiungere il centro storico dal luogo dove è parcheggiata l'auto (le aree di sosta sono quattro e sono state realizzate nel versante ovest della città, nel quartiere Perriera) si può salire su un bus navetta al costo di 2 euro a tratta. Lungo il percorso mascherato i privati hanno installato punti di ristoro con cui vendono pizze, panini e birra (uno degli sponsor della manifestazione è un noto marchio di birra). Nella storica piazza Duomo, anche questa è una novità, sono spuntati una decina di forni a legna che fanno parte di un vero e proprio villaggio della pizza dove si vendono pizzette da asporto. A pagamento anche un'area giochi per bambini, installata all'interno della villa comunale "Ignazio Scaturro". Ai visitatori è stato risparmiato solo il costo per l'utilizzo dei bagni chimici, che sono dislocati lungo il percorso mascherato del centro storico e che saranno gratuiti. La società privata che organizza l'evento ha più volte ribadito di affrontare un'esperienza con un elevato rischio d'impresa.
GIUSPPE RECCA
 

GIORNALE DI SICILIA
 

SINDACATO I delegati congressuali si riuniranno martedì mattina ai «Dioscuri»
Il segretario uscente e l'unico candidato, la Cgil conferma Raso
Il «numero uno» della confederazione, era stato eletto nel giugno 2012 dopo le dimissioni di Mariella Lo Bello
E' il candidato unico alla guida della Cgil provinciale. «Nulla osta», Come si dice in questi casi, alla riconferma di Massimo Raso, 48 anni, originario di Sciacca, alla carica di segretario generale del primo sindacato della provincia con oltre 35 mila iscritti. Il congresso numero 17 della confederazione, è in programma martedì mattina, ma Raso sta già lavorando alla relazione che porterà i delegati al voto. Su di lui convergeranno esplicitamente i delegati dello SPI di Piero Mangione, della Funzione Pubblica di Alfonso Buscemi, della Scuola di Bonvissuto, di Lillo Bordenca dei Bancari, di Raffaele Campione dei Trasporti, di Franco Gangemi per i Chimici, di Franco Castronovo del Turismo/Commercio! Servizi, di Lillo Bruccoleri dei Telefonici e Postali, di Rino Ruiz della Nidil, ma anche gli Edili di Vito Baglio. Più problematico sarà l'approccio della FLAI guidata da Franco Colletti che a giugno del 2012 fecero mancare il proprio appoggio ma che oggi potrebbero aprire un nuovo credito al segretario. Per Massimo Raso, proposto per la riconferma dalla Cgil nazionale e regionale, sarà il primo esame congressuale essendo stato eletto in sostituzione di Mariella Lo Bello che si candidato a sindaco di Agrigento. «Parleremo di lavoro e di futuro - anticipa il segretario - con tutto quello che questo significa. Questa provincia Sta vivendo uno dei peggiori momenti della sua storia proprio sul fronte occupazionale. Ritengo assurdo ad esempio,che all' inizio del 2014, dobbiamo ancora parlare delle Terme di Sciacca che sono ben lontane dall'essere valorizzate seppure tale scelta è del 1999». E su questa linea, Massimo Raso di esempi ne ha diversi, dal nodo Italkali non ancora sciolto allo sviluppo turistico, di Licata, Agrigento e Sciacca, paralizzato al di la di annunci e proclami. »Persino gli investimenti annunciati - aggiunge - alcuni di portata malvista, come nel caso del rigassificatore di Porto Empedocle, sono ancora fermi al palo o rallentati. Ma quando mai la provincia di Agrigento ha avuto investimenti per circa 1 miliardo di euro?» Dito puntato anche sull'agonizzante settore dell'edilizia. «Attualmente - aggiunge - non possiamo monitorare con esattezza, risorse, opportunità e progetti per seguirli passo passo fino alla cantierizzazione. Guardiamo poi al centro storico agrigentino che cade a pezzi, al pari degli altri centri storici siciliani, perchè non si riesce ad escogitare un meccanismo di incentivazione volto al recupero dei Centri Storici, anche con il coinvolgimento di capitali privati». La relazione di Massimo Raso si annuncia densa di contenuti e di sicuro impatto. »In questa provincia - ribadisce - come nel resto del Paese, abbiamo bisogno di guardare con più attenzione ai giovani ed alloro bisogni, cominciando da un' attenzione vera ai problemi della scuola, dell'istruzione e della formazione professionale. Al congresso torneremo a dire con forza che scegliamo le priorità della nostra provincia, quelle che una volta chiamavamo le pre-condizioni dello sviluppo, e che riguardano la vita, il presente ed il futuro di lavoratori, pensionati, imprese, cittadini, i giovani. Abbiamo un comune, disperato bisogno di portare a casa risultati, abbiamo bisogno di schiodare questa terra dal sonno e dall'oblio».
 
LUNEDI' - 3 MARZO
 

LA SICILIA
 

REGIONE Appello di Sammartino alla vigilia dell'esame in aula
«Le Città metropolitane vere risorse per la Sicilia Basta divisioni all'Ars»
LILLO MICELI
PALERMO. L'Ars domani torna a riunirsi per continuare l'esame del disegno di legge che abolisce le Province, E si riprende dallo scoglio delle Città metropolitane , li capogruppo di «Articolo 4», Luca Sammartino, lancia un appello a tutte le forze politiche affinché superino le divisioni per consentire alla Sicilia di dotarsi di un livello istituzionale che può portare, a suo dire, 5010 vantaggi.
On. Sammartino, lei parla di ammodernamento della macchina amministrativa, ma all'Ars sulle Città metropolitane si sta consumando un vero e proprio scontro politico.
«In effetti, in queste settimane l'Ars sta offrendo uno spettacolo indecoroso, Ma, oltre il tema strettamente politico, il vero problema è che nessuno spiega ai siciliani l'importanza reale della norma in discussione, quella sull'istituzione delle Città metropolitante di Palermo, Catania e Messina».
Lo spieghi lei.
«Contrariamente al messaggio che sta passando per effetto delle polemiche e delle varie bocciature, le Città metropolitane sono la vera risorsa per il futuro delle pubbliche amministrazioni locali siciliane. Uso il termine "risorsa" non a caso, perché proprio attraverso l'istituzione delle Città metropolitane, sarà possibile restituire efficienza ai servizi resi ai cittadini reperendo nuove risorse, risistemando gli asfittici bilanci dei comuni e tutto questo senza incidere sui trasferimenti ai comuni minori e senza gravare sul bilancio della Regione».
Le opposizioni dicono esattamente il contrario.
«Dovrebbero sapere che alle esigenze delle Città metropolitane si provvederà con un intervento finanziario dedicato a livello nazionale e con parte dei fondi previsti per le Province, senza minimamente incidere sul fondo per le Autonomie locali. Le Città metropolitane non dreneranno risorse dedicate agli altri comuni. Al contrario potrebbero perfino liberarne. Ciò consentirà di procedere al ripiano di tanti debiti contratti negli anni. Ma soprattutto di cogliere la sfida per ammodernare le amministrazioni agganciandoci al percorso che sta portando al cambiamento del "sistema Italia" verso una svolta digitale, efficiente e nell'interesse dei cittadini. Certo, ci vorrà del tempo e molto impegno. Ma nulla di ciò si potrà fare senza risorse. E la Sicilia non può restare scollegata dal resto del Paese, che sta andando proprio in questa direzione: le Città metropolitane».
metropolitane».
In Sicilia sono già abortite le «aree metropolitane» previste dalla leggè istitutiva della Province regionali che ora si stanno abolendo. Perché illudersi che il nuovo modello possa funzionare?
«Bisogna crederci in questa nuova opportunità sulle gestione dei "servizi di area vasta", ovvero tutte quelle attività integrate ed importanti al servizio del cittadino che riguarderanno le intere aree metropolitane, evitando la tendenza all'isolamento delle periferie e dei comuni che insistono a ridosso delle stesse periferie e così via. Tutto ciò senza incidere sulle risorse destinate ai comuni minori».
Domani i lavori a Sala d'Ercole riprenderanno proprio dall'articolo del disegno di legge che prevede le Città metropolitane del quale non è affatto scontata l'approvazione.
«Occorre mettere da parte divisioni, ideologie e interessi particolari, ancorché legittimi, e lavorare insieme al più grande interesse della Sicilia. Faccio appello a tutte le forze politiche rappresentate all'Ars: lavoriamo tutti ad una riforma che 2introduca le Città metropolita- ne per consentire alla Sicilia di sfruttare questa opportunità. Un appello tanto ai colleghi del M5S quanto a quelli di Ncd, Fi, Mpa che rappresentano l'opposizione, ma anche a tutti i colleghi di una maggioranza che deve costruire con i cittadini un rapporto solido sulla base difatti concreti nell'interesse della Sicilia».
 

Ferdinando Cavallaro confermato Segretario provinciale del Sap
Ferdinando Cavallaro è stato eletto all'unanimità Segretario Provinciale del Sindacato Autonomo di Polizia di Agrigento.
Il Congresso Provinciale dello scorso 28 febbraio, si è tenuto presso la sede della Segreteria provinciale Sap di Agrigento, alla presenza del Segretario regionale Rosario Indelicato e del Segretario provinciale di Catania Giuseppe Coco.
Al termine della fase congressuale è stato proclamato il nuovo Consiglio provinciale che a sua volta ha rieletto Cavallaro, già alla guida del sindacato da quattro anni, il quale è stato votato all'unanimità dai 15 delegati provenienti da tutta la provincia.
li Segretario provinciale Cavallaro ha scelto, in seno al costituente Consiglio provinciale, la squadra dei vice segretari: Enzo La Bella, Giuseppe Li Puma e Giuseppe Di Natale.
Il Consiglio provinciale, oltre ai quattro succitati dirigenti sindacali è anche composto da: Calogero Giordano, Gioacchino Sicurello, Achille Contino, Calogero Bertolino, Salvatore Maria, Andrea Lo Vetro, Filippo Pitruzzella, Filippo Nidi.
Cavallaro ha sottolineato l'importanza di continuare un percorso impegnativo per la tutela delle donne e degli uomini della Polizia di Stato in questa nostra travagliata provincia.
Grazie all'autonomia del Sap sarà possibile rendere giustizia ad una categoria di lavoratori che rischiano la propria incolumità quotidianamente, nonostante la poca attenzione per la «Sicurezza» nel nostro paese.
 

GIORNALE DI SICILIA
 

L'INIZIATIVA Sono 400 le amministrazioni dell'Isola che aderiscono al Patto dei sindaci per le fonti rinnovabili. Al via un confronto all'Ars
Energia pulita, alla Sicilia il primato dei si dei Comuni
Stefania Giuffrè
PALERMO
La Sicilia è la regione con più Comuni che hanno aderito al Patto dei Sindaci, l'iniziativa che a livello europeo punta all' efficienza energetica e all'utilizzo di fonti rinnovabili: quattrocento i Comuni isolani, più di 2000 in tutta Italia. E dalla Sicilia, da Palermo, parte un tavolo tecnico che vede nella «green economy» una strada per uscire dalla crisi.
L'appuntamento è per mercoledì, a Palazzo dei Normanni, Con il convegno internazionale «La ripresa delle rinnovabili! Le nuove opportunità dopo gli incentivi: dall'efficienza energetica ai SEU, dal Patto dei Sindaci al mercato secondario», promosso da «Gianni Chianetta & Partners» e organizzato da «Let's Agreen Events», con il sostegno della Regione e dell'Ars. «Il settore della green economy — spiega Gianni Chianetta, esperto del settore ed cx presidente di Assosolare — vive un momento di stagnazione dopo il boom del fotovoltaico legato agli incentivi. Nonostante le fonti rinnova- bili abbiano oggi raggiunto costi abbordabili, il mercato si è assottigliato e tante aziende sono state costrette a chiudere. Oggi però è il momento buono per ripartire, grazie ad una serie di opportunità».
La prima è proprio il Patto dei Sindaci: entro settembre dovranno essere predisposti i Piani d'azione per l'Energia sostenibile ed «è necessario—dice Chianetta — pianificare interventi effettivamente utili al territorio e finanziabili, capaci di creare economia e opportunità per la ripresa».
Un altro degli strumenti che Chianetta ritiene utili sono i SFU, Sistemi Efficienti di Utenza. "Oggi — spiega Chianetta— chiunque può realizzare impianti fino a 20 megawatt e vendere l'energia da fonte rinnovabile ad un utente privato, una cessione diretta che consente a chi acquista energia in questo modo di spendere fino al 40 per cento in meno. Ora l'obiettivo deve essere
consentire di vendere a più utenti, creare delle micro-reti».
Di questi strumenti si parlerà nel corso del convegno al quale parteciperanno diversi esperti del settore. »La sostenibilità deve diventare uno stile di vita — sottolinea Daniela Brignone di "Let's Agreen Events" - si deve attirare l'attenzione su questo tenia. Abbiamo altre iniziative in programma fra cui i seminari formativi a maggio. Il nostro progetto più ambizioso è una fiera dell'energia a Palermo entro l'anno».
"Stiamo lavorando perché ci sia una svolta nella nostra regione anche in termini di approvvigionamento energetico, perseguendo il binomio riduzione costi-rispetto dell'ambiente», dice l'assessore regionale all'Energia Nicolò Marino, che ha promosso la riunione tecnica in programma dopo il convegno. »Il convegno che ospitiamo aggiunge il vicepresidente dell'Ars, AntonioVenturino - spero dia le indicazioni necessarie alla politica, così come agli imprenditori, per acquisire quel know-how necessario per coniugare sviluppo economico e rispetto dell'ambiente», (STEGI)

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