15 marzo - sabato
GIORNALE DI SICILIA
Discariche abusive nella zona collinare
Ieri i residenti nella zona collinare della città sono tornati a pro- testa re per il fatto che nel sito si registra la presenza di discariche abusive. «Ci preoccupa - dicono i residenti delle contrade Monserrato e Nicolizia - soprattutto il fatto che tra i rifiuti ci sono lastre di eternit fatte a pezzi, perciò pericolose.
Da tempo chiediamo un intervento al Comune, ma finora non abbiamo ricevuto risposte. La zona è
densamente popolata, ma a breve sarà affollata da quanti si trasferiscono nelle seconde case. (AAU)
Riparte l'udienza per 5 dirigenti della Provincia
Martedì un nuovo tentativo per far ripartire il processo a carico di cinque dirigenti della Provincia accusati di abuso di ufficio. Il processo si è bloccato pervia delle difficoltà nella composizione di un collegio di giudici visto che il tribunale presieduto da Giuseppe Melisenda Giambertoni si era astenuto perché incompatibile a processare sia i funzionari che l'ex presidente D'Orsi e il giudice Alessandra Vella, indicata come componente di un secondo collegio, si è rivelata anch'essa incompatibile per avere rinviato a giudizio uno dei cinque imputati. (GECA)
Un «tavolo tecnico» sulla strada montana di San Giovanni
Assicurare ai Comuni di 5. Giovanni Gemini e Cammarata un'adeguata via di fuga in caso di emergenza. E stato questo l'oggetto del tavolo Tecnico che il Commissario della Provincia, Benito Infurnari, ha indetto con Direttore Generale, il direttore del Settore infrastrutture stradali ed il Direttore degli Uffici Finanziari dell'Ente. L'incontro ha permesso di individuare le risorse finanziarie (500 mila euro circa) per la messa in sicurezza della strada provinciale su tratti saltuari, al fine di prevenire il cedimento dei tratti già degradati.
LICEO SCIENTIFICO
Al "Majorana" attivato l'indirizzo musicale
Al liceo scientifico "Majorana" di Agrigento è stato attivato l'indirizzo musicale. La comunicazione al liceo è arrivata ufficialmente ieri dall'ufficio scolastico regionale. Da settembre, dunque, e per l'a anno scolastico 2014/2015 al liceo scientifico "Majorana" - che è diretto dal preside Teresa Buscemi - si potrà frequentare anche l'indirizzo musicale. Essendo già scadute le iscrizioni, si potrà passare - rendono noto dal liceo scientifico - da una scuola all'altra con un semplice nulla osta. Il liceo scientifico "Majorana" è l'unica scuola, pertanto, ad Agrigento, che oltre all'indirizzo tradizionale, ha già un indirizzo musicale. In zona non cene sono altre. Il dirigente scolastico Teresa Buscemi e la seconda collaboratrice della preside, Lucia Scimè, si sono attivate dopo che tante pressioni avevano ricevuto dagli alunni di terza media. (CR)
TURISMO. Sono state cancellate anche tre affittacamere
Crisi, chiusi quattro B&B Ma ne sono stati aperti altri 3
La crisi colpisce il settore ricettivo ed extra alberghiero. Nel mese di marzt hanno effettuato la chiusura dell'attività di B&B ben 4 strutture: Villa Eliana di Agrigento, il Marchese di Sciacca, Poggio Rotondo di Ravanusa e Sikania di Sant'Angelo Muxaro. Inoltre hanno comunicato la chiusura gli affittacamere Tre Colonne, Ravanusella di Agrigento, Almanzo di Lampedusa e La Vecchia Caserma di Santo Stefano di Quisquina. A rendere noti i dati è stata la Provincia, che attraverso il settore "Promozione turistica ed attività economiche e produttive" sta monitorando la situazione. A fronte di 4 bed & breakfast chiusi, ne sono stati però avviati altri tre nuovi. Si tratta della struttura ricettiva denominata "il Noceto" ad Aragona contrada Serre, tipologia di b&b, classificazione tre stelle, con tre camere e sei posti letto; della struttura ricettiva denominata "La panoramica" sita a Realmonte in contrada Scavuzzo, nella tipologia di b&h., classificazione una stella, con tre camere e tre posti letto; della struttura ricettiva denominata "Arcobaleno" sita a Casteltermi in via Toniolo 10 nella tipologia di b&b, classificazione una stella con una disponibilità di una camera e due posti letto. Con la classificazione di queste nuove strutture salgono a 223 i bed and breakfast con un aumento di 106 posti letto che confermano la costante crescita del settore dei b&b all'interno del settore ricettivo-alberghiero. I dati si riferiscono all'intera provincia. Rispetto allo scorso anno, dai dati in possesso dell' assessorato provinciale al Turismo, si registra un aumento di 676 nuovi posti letto comprese le ultime classificazioni delle strutture turistico alberghiere. Continua quindi l'attività di classificazione e verifica delle strutture ricettive ed alberghiere della provincia di Agrigento. Inoltre l'ufficio ha effettuato controlli nelle strutture turistiche di Menfi e Santa Margherita Belice. (PAPI)
LA SICILIA
CAMMARATA
All'ipia l'operazione «Scuola pulita» di Legambiente studenti, famiglie e insegnanti operai per un giorno
CAMMARATA. Mettere a nudo le carenze e i problemi degli istituti scolastici.
L'obiettivo dell'operazione scuola pulita di Legambiente è anche quello di verificare la qualità e la vivibilità degli edifici scolastici attraverso un impegno collettivo.
L'ipia "Archimede"del paese montano, guidato dal preside Antonino Pardi, ha aderito all'iniziativa che coinvolge anche le famiglie degli studenti.
Oggi la campanella suonerà per tutti, ragazzi, professori, personale Ata e genitori. Appuntamento alle 8,30 nell'atrio della scuola e poi via alle polizie straordinarie.
Gli interventi interesseranno gli spazi interni ed esterni alla scuola.
Alla tinteggiatura delle varie aule, seguirà la piantumazione di alcuni alberelli.
"Partecipare all'iniziativa di Legambiente dicono all'Ipia di Cammarata significa dimostrare la capacità di lavorare in gruppo nell'interesse comune". La giornata, prevede anche un reportage fotografico da parte dei ragazzi. In pratica gli studenti, potranno riprendere le fasi degli interventi effettuati oggi partecipando al concorso "La scuola in un click" che premierà le foto che risulteranno originali nell'esposizione della tematica riguardante proprio la scuola in cui studiano. E c'è da immaginare che di click ne verranno scattati parecchi, alla luce del lavoro che aspetta i protagonisti dell'iniziativa.
Il racconto dei momenti più significativi avrà il giusto riconoscimento.
Alla luce di ciò, bisognerà vedere la reazione di coloro i quali dovrebbero - per competenza istituzionale - tinteggiare le pareti, piantumare gli alberelli, rendere insomma un plesso scolastico vivibile e accogliente.
Inquietante dossier dell'Arpa di Ragusa sul mare di San Leone, dito puntato sul pennello di Porto Empedocle
Non «solo» liquami, ecco anche i veleni
Lo specchio di mare antistante San Leone è a "forte rischio" di non raggiungere entro il 2015 la qualità ambientale di "buono stato ecologico" e "buono stato chimico" previsti dall'Europa. E', in sostanza, più inquinato di quanto non sapessimo.
A rivelarlo, nella giornata di ieri, è stata l'associazione ambientalista Mareamico, che ha reso note le risultanze di un'analisi condotta dall'Arpa di Ragusa sulla qualità delle nostre acque con una campagna di prelievi effettuati il 13 dicembre scorso, i risultati, come si legge dalle carte, sono impressionanti. Sei i campionamenti: tutti all'uscita dei pennelli a mare: 2 in corrispondenza del diffusore collegato al depuratore di Porto Empedocle, in corrispondenza del pennello dei Padri vocazionisti, dinnanzi allo sforo delle acque bianche della Ps e allargo del mare sanleonino. Proprio il pennello empedoclino è quello che ha fatto rilevare i valori superficiali più alti di azoto ammoniacale (insieme a quello dei Padri vocazionisti) e azoto nitroso e, per i prelievi a fondo, per quanto riguarda il fosforo e gli ortofosfati. Poco rassicuranti, anche se inferiori, i dati emersi dai prelievi alla Pubblica sicurezza e, dice l'Arpa, soprattutto, nel prelievo in alto mare, individuato come "bianco". "A differenza di quanto atteso
scrivono i tecnici mostra livelli di nutrienti paragonabili a quelli osservati nei campionamenti sotto costa".
Non solo, dai rilievi emerge complessivamente una presenza di idrocarburi poliaromatici e metalli oltre che, sempre dal pennello di Porto Empedocle, di un pesticida, il Toclofos Metile, che viene genericamente usato per eliminare le infestazioni fungine. "Gli esiti dell'attività analitica concludono i tecnici sono coerenti con le valutazioni sui principali fattori di pressione antropica che insistono sull'area. Questi vedono la prevalenza del contributo dovuto agli scarichi fognari, all'urbanizzazione ed artificializzazione della costa rispetto alle fonti correlate all'attività agricola intensiva e ai siti industriali".
"La politica delle condotte sottomarine dichiara Claudio Lombardo è fallita. Vanno eliminati immediatamente tutti quelli esistenti e non vanno più autorizzati i nuovi, perché sono dei sistemi che non danno alcuna garanzia di sicurezza e controllo. Presenteremo aggiunge una proposta al Parlamento siciliano cli iniziativa popolare per cancellare per sempre questo immorale e incivile sistema, Inoltre conclude se questi dati l'Arpa li ha rilevati il 13 dicembre, in quasi totale assenza di abitanti a San Leone (ma non a Porto Empedocle ndr), non osiamo neanche pensare quale possa essere la situazione in estate».
GIOACCHINO SCHICCHI
Amministratori Pd incontrano l'assessore Scilabra
Si è discusso di finanziamenti per l'edilizia scolastica, del piano giovani ma anche del Cupa.
"Le scuole che ho visitato questa mattina mi confermano come sia urgente investire sull'edilizia scolastica". E' perentoria Nelli Scilabra, assessore regionale per la Formazione e l'istruzione, ieri ad Agrigento per il primo incontro con gli amministratori locali sui temi della sicurezza degli istituti scolastici e sulla creazione dei poli tecnici promossa dalla segreteria provinciale del Partito democratico. Un tavolo tecnico preceduto, appunto, da un sopralluogo ad istituti scolastici di Realmonte e Siculiana che, aggiunge, costituisce solo il primo di iniziative di questo tipo sul territorio, "L'incontro di oggi con gli amministratori spiega Scilabra - nasce soprattutto alla luce delle azioni che la Giunta regionale sta portando avanti sul finanziamento dell'edilizia scolastica, di cui 9 finanziati nella provincia di Agrigento per circa 8 milioni di euro. Credo che i sindaci stiano apprezzando molto queste iniziative perché investire nell'edilizia scolastica avvia un effetto domino, dato che si garantisce la sicurezza per gli studenti ma anche si aprono i cantieri, in un periodo di grande difficoltà per il settore edile". Il progetto a livello regionale, spiega ancora Scilabra, è una sistematicità della copertura economica. "Puntiamo ad una programmazione quinquennale, anche usando fondi europei dichiara - per effettuare più bandi nel corso degli anni". E se, spiega ancora, si sta lavorando per la concretizzazione dei bandi del cosiddetto "Piano giovani" ("ci stiamo confrontando con gli ordini professionali - ha detto l'assessore
-"), nella serata Scilabra ha incontrato l'esecutivo del Partito democratico per affrontare altri temi, come ad esempio il futuro del Consorzio universitario di Agrigento.
"Fin dal mio insediamento ho garantito il finanziamento previsto per i consorzi. Altro aggiunge - non si può fare. Quello che è urgente fare adesso è discutere del futuro, ridiscuterne la struttura e le prospettive, perché così non si può andare avanti. Ci siamo confrontati con il direttivo, lavoreremo anche su questo nei prossimi giorni". La Regione, insomma, può farsi carico unicamente del contributo che già fornisce, non può fare di più e non può quindi dare un ulteriore sostegno agli enti pubblici che dei Consorzi sono attualmente i soci fondatori e unici contribuenti. Del resto sul tema del Cupa sembra complessivamente calato il silenzio dopo le forti polemiche, i proclami e le promesse di un mese fa. "All'incontro di oggi dichiara il segretario provinciale del Pd ho visto una grande voglia di partecipazione da parte degli amministratori del partito. Era questo il nostro obiettivo, stimolare l'impegno all'interno dei Comuni per la progettazione di interventi di messa in sicurezza e di costruzione di nuovi edifici scolastici. Per garantire il futuro dei nostri figli e per sostenere anche l'economia locale, L'incontro, inoltre, serve a rafforzare il rapporto dei territori con il Governo regionale, cui bisogna rivolgere le proprie le proprie istanze e di cui bisogna saper sfruttare le opportunità proposte".
Agrigentonotizie
"Il mare di Agrigento è gravemente malato", il risultato delle analisi dell'Arpa
Gli esperti hanno riscontrato elementi pericolosi come azoto ammoniacale, azoto nitroso, fosforo totale, ortofosfati, metalli pesanti e pesticidi. Pericolo di pesantissime sanzioni dalla Comunità europea. La relazione dell'Arpa
I 6 punti in cui è stata prelevata l'acqua. Le analisi partirono quasi per caso: l'assessore regionale Mariella Lo Bello chiese all'Arpa di eseguire delle analisi chimiche e batteriologiche sul mare agrigentino in seguito ad una segnalazione del dicembre scorso dell'associazione ambientalista "MareAmico". E così i risultati di quelle analisi disegnano oggi una tragica immagine del mare di San Leone.
Gli esperti dell'Arpa di Ragusa e Palermo, a cui è stata affidata l'analisi dei campioni prelevati in 6 diversi punti tra Porto Empedocle e San Leone, hanno riscontrato elementi pericolosi come azoto ammoniacale, azoto nitroso, fosforo totale, ortofosfati, metalli pesanti e pesticidi. Uno stato di salute grave e "a rischio" quello del mare agrigentino, così come spiegato oggi dalla sezione di Agrigento dell'associazione "MareAmico", presieduta da Claudio Lombardo, nel corso di una conferenza nei locali di "MareVivo", a Maddalusa.
Ma la paura, oltre all'incolumità dei bagnanti, è anche per le sanzioni che potrebbero arrivare dalla Comunità europea. Secondo le direttive in materia ambientale, infatti, tutti i Comuni bagnati dal mare dovrebbero garantire - entro il 2015 - dei ben precisi parametri chimici e batteriologici delle acque richiesti dalla Ue. In caso contrario, partiranno le sanzioni "quotidiane": sì, perché un eventuale inottemperanza alle direttive europee porterebbe ad avere sanzioni in denaro per ogni giorno di mancato rispetto dei parametri.
Un disastro, insomma, che Lombardo di "MareAmico" ha voluto spiegare ai giornalisti. Una cosa sembra comunque certa: queste analisi dimostrano come l'uso dei cosiddetti "pennelli a mare" si sia rivelato fallimentare. Una mancata depurazione, un mancato senso civico dei cittadini e uno "scarico incontrollato" rappresentano un costante pericolo per la salute del mare.
16 marzo - domenica
GIORNALE DI SICILIA
AMBIENTE. Lo sostiene in una nota la delegazione agrigentina di MareAmico, dopo e analisi eseguite dall'Arpa
«S. Leone inquinata? Colpa de pennelli a mare»
«L'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente ha certificato lo stato di agonia del nostro mare e ha anche indicato i responsabili: i pennelli a mare». Lo sostiene in una nota la delegazione agrigentina di MareAmico.
«Fra il 10dicembre del 2013 quando comparve una grossa macchia scura in mare a pochi metri dalla battigia della spiaggia della pubblica sicurezza. Subito fotografammo lo sverso, realizzammo un video e chiamammo Girgenti acque per chiedere conto di quanto stesse accadendo. La cosa strana fu che quella macchia si era formata, non nella solita zona dove è ubicato il pennello dello sfioro delle fogne, ma in una zona vicina. Praticamente quel giorno scoprimmo che esisteva un altro pennello che portava al largo le acque bianche. Questa era una scoperta importante perché da sempre noi inseguivamo gli sversi in mare delle fognature ed invece in questo caso le fogne arrivavano allargo con le acque bianche». Dopo la segnalazione di Mare amico è intervenuto l'assessore regionale Mariella Lo Bello che ha disposto degli accertamenti in mare mediante utilizzo della nave dell'Arpa Sicilia "Galatea" che effettivamente realizzò, con la collaborazione della Capitaneria di porto di Porto Empedocle, una serie di prelievi in mare 1113 dicembre del 2013. 1 prelievi vennero fatti in 6 punti del mare tra Porto Empedocle e San leone in superficie ed in profondità, dove vi era lo sverso in mare delle condotte sottomarine ma anche vicino il porticciolo turistico di San leone e nella zona della pubblica sicurezza. «I risultati che sono venuti fuori so- no disastrosi si legge ancora nella nota . In tutti i prelievi si riscontra la presenza di alcuni metalli pesanti e in particolare nei prelievi di Porto Empedocle anche la presenza del pesticida Tolclofos Metile. E' stato riscontrato anche un grosso quantitativo di coliformi fecali e streptococchi fecali». PAOLO PICONE
Verso un rinvio t'udienza contro il presidente D'Orsi
Si profila l'ennesimo rinvio del processo a carico dell'ultimo presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio D'Orsi, imputato di abusi di ufficio, concussione, truffa e peculato. La prossima udienza, che doveva abbracciare la mattina e il pomeriggio, era stata programmata per venerdì ma è destinata a saltare perché i difensori dell'uomo politico del Mpa, gli avvocati Daniela Posante e Giuseppe Scozzari, aderiranno allo sciopero. probabile che i giudici della prima sezione penale presieduta da Giuseppe Melisenda Giambertoni fissino un calendario per accelerare l'istruttoria, (GECA)
LA SICILIA
Verso un nuovo sciopero.
Igiene ambientale. I lavoratori di Dedalo, senza stipendio di febbraio, proclamano lo stato di agitazione
Si preannuncia un nuovo sciopero per i Comuni che fanno parte dell'Ato Ag 3 ed il cui servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti è curato dalla Dedalo Ambiente. Si tratta di Licata, Palma di Montechiaro, Ravanusa, Campobello di Licata, Canicattì, Naro e Camastra.
Infatti, la Cgil Funzione pubblica per domani ha proclamato uno stato di agitazione dei lavoratori in vista dell'organizzazione di una nuova imminente astensione dal lavoro, Il malcontento nasce dal mancato pagamento dello stipendio del mese di febbraio che ad oggi i lavoratori impegnati nei cantieri non hanno ancora percepito nonostante siamo ormai a marzo inoltrato.
A rendere nota la notizia dello stato di agitazione che sarà proclamato domani è stato il segretario provinciale della Cgil funzione pubblica Alfonso Buscemi. «C'è incertezza - ha detto il sindacalista
su quando i lavoratori percepiranno questa spettanza anche perché ad oggi non si ha certezza su quando i comuni verseranno alla Dedalo le somme che devono per il servizio di raccolta e smaltimento che è stato per loro espletato. Vogliamo - ha concluso Buscemi - delle risposte concrete entro breve tempo altrimenti proclameremo l'astensione totale dal lavoro dei nostri iscritti sino a quando non riceveranno dalla società le spettanze che devono percepire a saldo del lavoro svolto».
Per quanto riguarda le mensilità spettanti che i lavoratori devono ancora ricevere i commissari straordinari, Michelangelo Landro e Antonino Lo Brutto fanno sapere che procederanno al pagamento degli stipendi non appena i comuni soci verseranno alla Dedalo le somme dovute per il servizio che è giù stato svolto. Per questo motivo i commissari invitano, le segreterie provinciali dei sindacati a revocare lo stato di agitazione. Qualora però venisse confermato, la Dedalo Ambiente, ormai in liquidazione così come voluto dalla Regione Siciliana assicura che saranno garantiti i servizi minimi previsti dalle legge.
CARMELO VELLA
"Altre analisi e vediamo"
Il fatto. Sulla presenza di sostanze chimiche nel mare di San Leone scende in campo la Regione
Qualità del mare di San Leone, dopo la pubblicazione dei dati rilevati dall'Arpa di Ragusa nel dicembre scorso, la Regione chiede nuovi accertamenti. L'assessore al Territorio e Ambiente Mariella Lo Bello, infatti, ha disposto che si provveda nell'immediato ad effettuare nuovi prelievi, sia nei medesimi punti di campionamento utilizzati tre mesi fa che in altre aree sotto costa, per verificare se i risultati registrati a dicembre saranno confermate. "Accertata la presenza di quello studio ha dichiarato Lo Bello ho chiesto vengano ripetuti prelievi in tempi rapidi per verificare se qualche evento specifico accaduto in quei giorni possa avere condizionato i dati. E' certo che se fosse riscontrata la situazione non rimarrebbe che prendere dei provvedimenti riguardo la balneabilità di alcuni tratti della costa".
Insomma, qualora tutto venisse confermato da nuovi accertamenti tempi durissimi si potrebbero annunciare per il litorale di San Leone, sebbene, è giusto precisarlo, le analisi realizzate dall'Arpa di Ragusa non si rapportavano ai parametri europei sulla balneabilità del mare (innalzati negli ultimi anni), ma si limitavano a rappresentare uno stato di cose da un punto di vista chimico. La domanda adesso è: se i dati verranno accertati, di chi è la colpa?
Se l'associazione ambientalista "Mareamico', che ha diffuso i dati nella giornata di venerdì, continua a puntare il dito contro i penne!- li a mare, la versione che Girgenti acque propone è forse ancora più inquietante.
"Quei dati spiega il dirigente generale Giuseppe Carlino ci preoccupano particolarmente considerato che il pennello di Porto Empedocle, alla cui uscita sono stati realizzati alcuni prelievi, è inattivo da ben due anni. L'acqua al diffusore quindi non viene pompata dalla condotta che è chiusa-, ma è quella gi presente nel mare. A questo punto ben vengano nuovi controlli, perché si possano verificare le eventuali cause di questo stato di cose. La Girgenti acque continua dal canto suo è disponibile a dare il proprio contributo alla fase di ricerca delle cause, così come sta provvedendo a realizzare i lavori per eliminare i pennelli a mare, che sono comunque un sistema autorizzato e a norma". Se il pennello di Porto Empedocle è inattivo, e in quella zona si sono però rilevati i tassi più alti di inquinanti, tra cui idrocarburi e metalli, quale è la causa? "Non siamo ovviamente nelle condizioni di individuarla adesso prosegue Carlino ma crediamo che sarebbe ad esempio il momento di attivare un monitoraggio serio ad esempio sui fiumi e su tutti i canali delle acque bianche che poi raggiungono il mare".
Quello delle commistioni tra le acque bianche e nere, o, ancora peggio, l'esistenza di interi centri abitati come Favara privi di depurazione, è un problema che negli anni ha creato delle vere "bombe ecologiche" come ad esempio il fiume Naro, che raccoglie i reflui di migliaia di abitanti e anche le scorie dell'attività agricola e, placidamente, li porta fino al mare.
GIOACCHINO SCHICCHI
RIFIUTI, DOMANI NCONTRO TRA I SINDACATI E LE IMPRESE
Gli ultimi due stipendi in bilico torna l'incubo dello sciopero
G. S.) Gestione dei rifiuti ad Agrigento, a rischio lo stipendio dei lavoratori e i sindacati sono pronti allo stato di agitazione. Dopo le difficoltà da parte del Comune di liquidare, per il mese di gennaio, le spettanze agli oltre 160 lavoratori che si occupano di raccolta e spazzamento in città, "nubi nere" sembra si addensino all'orizzonte.
Voci non confermate, infatti, vorrebbero l'Ente in difficoltà economiche e nella impossibilità, almeno nel breve periodo, di pagare gli stipendi.
Senza l'approvazione della tariffa da parte del Consiglio comunale (che però non può approvarla dato che manca una bozza di regolamento e la chiarezza da parte del Governo nazionale su quale tipologia di tassazione sarà quella applicata per rifiuti e servizi) è infatti impossibile chiedere anticipazioni alle banche e avere quindi liquidità. Così, pare, il dirigente del settore finanziario del Comune avrebbe annunciato a sindacalisti e lavoratori del fatto che le casse sono al momento vuote.
Così, nella giornata di ieri, l'Ugl ha già annunciato che i suoi lavoratori sono in stato di agitazione. «Dalle conferme ricevute in questi ultimi giorni - dichiara Roberto Migliara, segretario della Federazione igiene ambientale - l'amministrazione non sarebbe nelle condizioni di pagare alle imprese le fatture del servizio da almeno due mesi, le imprese a loro volta, non sarebbero nelle condizioni di retribuire gli stipendi agli operatori, con conseguenti scioperi e paralisi della raccolta. Pertanto abbiamo deciso di proclamare procedura di raffreddamento in sede prefettizia».
Scelta che, al momento, Cgil, Cisl e Uil non hanno ancora preso. «Lunedì ci spiegano incontreremo le ditte e verificheremo se le preoccupazioni sono fondate e agiremo di conseguenza».
LiveSicilia
Province, la legge è nelle mani del Commissario
Tutti gli articoli a "rischio-impugnativa"
di Accursio Sabella
In queste ore Carmelo Aronica sta verificando la legittimità costituzionale della riforma. E i dubbi non mancano. Messi nero su bianco da politici e giuristi che hanno inviato ricorsi e memoriali al Prefetto. Ecco i punti deboli del disegno di legge che dovrebbe portare ai liberi consorzi.
PALERMO - Il governo ha già brindato. Il presidente della Regione ha già rivendicato, giustamente, il primato della Sicilia nell'abolizione delle Province. Il presidente della prima commissione Antonello Cracolici ha bollato come "nemici della contentezza" tutti coloro che hanno sollevato qualche dubbio sull'impianto della norma. Ma prima di brindare, forse, contentezza o meno, soprattutto sulla scorta delle recentisisme esperienze, sarebbe il caso di attendere qualche giorno. La prima metà della prossima settimana, magari, quando il Commissario dello Stato si pronuncerà sulla norma che sancisce il passaggio dal vecchio ente ai liberi consorzi e alle città metropolitane.
Già, perché nel frattempo molti dei dubbi sollevati a Sala d'Ercole, insieme a tanti altri, si sono trasformati in atti formali. Inviati in qualche caso, direttamente a Carmelo Aronica. Una "memoria", presentata dai deputati di Forza Italia e anche veri e propri ricorsi, avanzati ad esempio da un avvocato messinese per conto di un gruppo di ex consiglieri provinciali e privati cittadini e da uno studioso di diritto della Kore di Enna. Tutti concordi nel dire: "La legge è incostituzionale sotto diversi punti di vista". Ma quali sono i nodi da sciogliere? Le incongruenze che potrebbero essere censurate dal Commissario dello Stato?
I liberi Consorzi? Esistevano già...
I problemini inizierebbero fin da subito. Fin dal primo articolo, dal primo comma, quello che istituisce i "Liberi consorzi". Secondo lo studioso di diritto dell'Università Kore di Enna, Massimo Greco, infatti, i liberi consorzi esisterebbero già. La legge 9 del 1986, quella che ha istituito le Province, infatti, attribuisce la denominazione di "province regionali" a quelli che sono già "Liberi consorzi di Comuni". "Più saggio - scrive Greco - sarebbe stato disciplinare non la istituzione ex novo dei liberi consorzi comunali ma le modalità di costituzione di nuovi consorzi di comuni". Una tesi condivisa anche dall'avvocato messinese Antonio Catalioto, che ha avanzato un ricorso simile al Commissario dello Stato, nell'interesse di ex consiglieri provinciali e privati cittadini.
Ma i problemi sarebbero anche al comma successivo, il due, che recita: "Ciascuno dei nove liberi Consorzi è composto dai comuni appartenenti alla corrispondente provincia regionale". Una norma che si scontrerebbe, secondo il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone, con l'articolo 7 della stessa riforma, quella che prevede l'istituzione delle "aree metropolitane". Aree più ampie di quelle inizialmente indicate come "città metropolitane" e limitate ai capoluoghi di Palermo, Catania e Messina. Insomma, la norma finirebbe per ledere il principio di ragionevolezza visto che, così com'è scritta, porterebbe alla conseguenza paradossale che alcuni Comuni possano appartenenere sia a un Libero consorzio che a una città metropolitana.
Le risorse finanziarie dei Consorzi
Altro scoglio, al comma 7 dello stesso primo articolo. Dove si accenna ai "mezzi di sostentamento" dei Liberi consorzi che, stando alla norma, "continuano ad utilizzare le risorse finanziarie, materiali e umane già di spettanza delle corrispondenti Province regionali". "Un passaggio - spiega Falcone - assai oscuro. Le vecchie Province, infatti, oltre a utilizzare risorse finanziarie proprie, ne utilizzavano anche altre di origine regionale o statale. Il legislatore regionale non può intervenire su materie che sono di competenza statale". "Le funzioni amministrative di tipo impositivo - spiega anche Greco - non possono essere esercitate da un ente sprovvisto dello status di ente territoriale di governo". E un ente territoriale deve prevedere, secondo molti "addetti ai lavori" elezioni dirette, che, come è noto, non sono previste per i Consorzi. Un fatto che toglierebbe, appunto, ai consorzi la capacità di imporre propri tributi: "Risulteranno pertanto sprovvisti di adeguata copertura legislativa - prosegue Greco - le funzioni amministrative riferite ai tutti i tributi ancora oggi accertati e riscossi dalle province regionali: l'addizionale all'accisa sull'energia elettrica; il tributo per l'esercizio delle funzioni di tutela, protezione ed igiene ambientale, l'imposta sulle assicurazioni contro la responsabilità civile dei veicoli; la compartecipazione al tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti; l'imposta provinciale di trascrizione; il tributo per il controllo degli impianti di riscaldamento termico; la Tosap".
La norma poi finirebbe per violare l'articolo 81 della costituzione, che prevede l'obbligo della copertura finanziaria. Stesso discorso per le risorse a disposizione delle città metropolitane: "La norma - aggiunge Falcone - non prevede una previsione di spesa. Non si può dire che si usano solo le risorse delle Province. Lo stato infatti prevede dei trasferimenti indirizzati appunto a un ente che si chiama 'Provincia' e non a un Libero consorzio, per il quale servirà una nuova norma di coordinamento con lo Stato".
Le città metropolitane non esistono nello Statuto
Ma i dubbi sulle città metropolitane vanno al di là delle sole risorse finanziarie, e investono invece la creazione stessa dell'ente. Un ente previsto dalla Costituzione all'articolo 114. Ma quell'articolo, per le Ragioni a Statuto speciale, viene "derogato" dall'articolo 116. Quelle Regioni, si legge, infatti, "dispongono di forme e condizioni particolari di autonomia, secondo i rispettivi statuti speciali adottati con legge costituzionale".
Secondo l'opposizione, quindi, è allo Statuto speciale siciliano che bisogna guardare per l'organizzazione degli enti territoriali. Lì, la "città metropolitana" non è menzionata. "Tra l'altro - aggiungono i deputati di Forza Italia - nella riforma di Delrio, le città metropolitane coincidono con l'intera provincia di appartenenza". Un dubbio riguardante la stessa materia, anche se di natura diversa, è sollevato dal deputato della Lista Musumeci, Gino Ioppolo: "Secondo molti costituzionalisti - spiega - l'articolo 15 dello Statuto speciale non è più vigente. A quello, infatti, si è sostituita la legge 3 del 2000, quella che conosciamo come 'riforma del Titolo V della Costituzione'. Una norma costituzionale, che arriva anni dopo lo Statuto. E nella quale non si fa alcun cenno ai Liberi consorzi".
I liberi consorzi non sono liberi affatto...
Le altre ombre riguarderebbero ancora le modalità di adesione e distacco dalle aree metropolitane e dai Consorzi. La norma infatti impone la "continuità territoriale" come precondizione per qualsiasi spostamento in entrata o in uscita dei Comuni. Questo principio, finirebbe per ledere principi di libertà e uguaglianza costituzionalmente garantiti. Per intenderci, se la libertà di uscire o aderire a un'area metropolitana è concessa a un Comune contiguo all'ente al quale vuole aderire, lo stesso non è consentito a Comuni che si trovano "circondati" da altri Comuni. Bloccati quindi. Una incongruenza evidenziata anche da Ioppolo: "Viene violata la libera determinazione dei territori".
E un problema "simile" è legato al libero consorzio di Enna. La legge infatti impone il limite minimo di 150 mila abitanti per il mantenimento in vita dell'ente. Insomma, se il Comune, lasciando il Consorzio, finisse per far scendere la popolazione di quel Consorzio al di sotto dei 150 mila abitanti, sarebbe costretto a "restare al suo posto". Il caso è "pratico", non certo "di scuola". Il Consorzio di Enna è composto da circa 171 mila abitanti. Al Comune di Piazza Armerina, ad esempio, (oltre 22 mila abitanti) sarebbe impedita la "libera fuoriuscita" dal consorzio. Tutti questi dubbi verranno formalizzati al Commissario dello Stato nelle prossime ore: "Presenteremo - annuncia Falcone - ad Aronica le nostre memorie, per far notare la violazione dei principi di ragionevolezza, pari trattamento giuridico tra gli enti, e per dimostrare la reiterata violazione, nel testo della norma, degli articoli 81 e 116 della Costituzione".
Illegittima la "gratuità delle cariche"? E chi paga le missioni?
E dubbi di costituzionalità starebbero alla base persino di una delle norme più "caratterizzanti" una riforma nata anche come strumento di spending review: la gratuità delle cariche dei componenti dei Consorzi prevista all'articolo 3. "Il totale azzeramento di ogni forma di remunerazione - scrive Greco - rasenta la violazione dell'art. 51 della Costituzione secondo cui "chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento...". Non avrebbe copertura finanziaria, invece, la norma, prevista allo stesso articolo, secondo la quale le spese per le missioni sono poste a carico dei Comuni.
Il conflitto d'interesse dei sindaci.
"Il Consorzio - spiega l'avvocato Catalioto - è un ente territoriale a tutti gli effetti: visto che ha competenze, funzioni e organi". Da qui, ecco l'evidente conflitto d'interesse a carico dei sindaci che compongono il libero consorzio: "Facciamo solo un esempio - spiega Catalioto - visto che i Consorzi dovranno occuparsi anche di rifiuti, nel caso in cui emergesse un contenzioso tra un Comune e il Consorzio, l'incompatibilità sarebbe evidente". Senza contare che la Corte costituzionale, ha già sottolineato come l'attribuzione di doppie cariche finisca per incidere sul buona andamento dell'ente amministrato. Sulle incompatibilità, l'Ars dovrebbe intervenire con una legge autonoma. Incardinata all'Ars, ma ancora ferma. Quando ripartirà, potrebbe essere troppo tardi. L'impugnativa, se mai ci sarà, del Commissario dello Stato è attesa tra mercoledì e giovedì. A quel punto si saprà qualcosa sulla reale portata dell'epocale riforma delle Province.
17 marzo - lunedì
GIORNALE DI SICILIA
PROVINCIA
Oggi sarà riaperta la «Scala reale»
Il Palazzo e a Scala Reale della Provincia saranno oggi aperti al pubblico in occasione del 153 anniversario dell'Unità d'italia. Per l'occasione è stata allestita una mostra di documenti inediti risalenti al periodo della proclamazione del Regno D'Italia unitario. Una ricorrenza particolarmente significativa che la Provincia solennizzerà aprendo al pubblico la monumentale sede storica di piazza Aldo Moro, la cui costruzione, voluta dal Vescovo di Agrigento, Domenico Lo Iacono, venne approvata con Regio decreto del 16 maggio del 1853. Il Palazzo conserva all'interno pregevoli affreschi. Apertura dalle 9,30 alle 14. (ACAS)
LA SICILIA
La Procura di Agrigento ha iscritto sul registro i proprietari del pendio che ha travolto i palazzi Frana, noti i tre indagati
Sono i proprietari dei terreni interessati dal crollo del costone al viale della Vittoria le prime tre persone iscritte sul registro degli indagati. Si tratta di Maria Isabella Sollano, 73 anni, di Agrigento, residente a Palermo, e i due figli della donna, Oreste e Valentina Carmina, rispettivamente di 43 e 47 anni, entrambi agrigentini, tutti obbligati in solido a ripristinare le condizioni di sicurezza.
Si tratta di un atto dovuto affinché si possa chiarire l'intera e intricata vicenda, che per anni ha visto da una parte i tre indagati che sempre si sono rifiutati di intervenire perché certi di non essere più i proprietari di quell'area, e dall'altra il Comune di Agrigento, che con ordinanze e diffide, ha più sollecitato la messa in sicurezza del pendio. Le ulteriori investigazioni potrebbero portare all'iscrizione nel registro degli indagati anche di altre persone. I primi provvedimenti dopo il sequestro preventivo dell'intera area del viale interessata dal cedimento e crollo di una grossa porzione di costone i cui giganteschi blocchi in calcestruzzo hanno pregiudicato la stabilità di una palazzina, rimasta sventrata. I sigilli sono stati apposti alla collina franata, alla palazzina danneggiata e perfino ai massi precipitati. Una decisione che porta la firma del Gip del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, dietro richiesta del procuratore capo Renato Di Natale, del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, e del sostituto procuratore, Andrea Maggioni, quest'ultimo titolare del fascicolo d'inchiesta con l'ipotesi di reato di disastro colposo. Inevitabile l'atto dei Pm che partono da alcune certezze: l'ordinanza del sindaco di Agrigento del 6 marzo scorso, che impone perentoriamente dieci giorni di tempo per mettere in sicurezza il sito e l'ordinanza del Tar Sicilia del 9settembre 2011. Ogni passo compiuto dalla Procura viene mosso con grande cautela. L'interesse primario è quello di impedire ogni possibilità di ulteriori danni materiali nelle more dell'accertamento di eventuali e ben definite responsabilità penali individuali. Nei prossimi giorni saranno effettuati in tutta la zona del cedimento atti irripetibili da esperti nominati dalla Procura a cui potranno partecipare i periti incaricati dagli indagati. Probabile comunque vista anche il timore di altri crolli, che il Pm possa autorizzare il proseguimento dì interventi di messa in sicurezza, già programmati dalla Protezione civile regionale.
ANTONINO RAVANÀ