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29 marzo - sabato
 
GIORNALE DI SICILIA
PROVINCIA. Incontro del partner del progetto ad Ancona
Tartaruga «Caretta caretta» Ambiente, riparte i Tartalife
Si è svolto ad Ancona nella sede dell'Istituto di Scienze Marine del Cm una riunione dei partner del progetto comunitario "Tartalife - Riduzione della mortalità della tartaruga marina nelle attività di pesca professionale", alla quale ha partecipato la Provincia. Si è trattato della riunione del comitato di pilotaggio (organismo di governance dei progetti comunitari) del progetto finanziato dall'Unione Europea cori il contributo, pari al 75% del budget totale. Durante la riunione, oltre ad analizzare lo stato del progetto e delle singole azioni previste, sono state illustrate le prime sperimentazioni finalizzate a trovare soluzioni di pesca in grado, se non di eliminare, di ridurre fortemente l'impatto dei vari sistemi di pesca sulla popolazione mediterranea della Tartaruga marina Caretta caretta, specie inserita nella Direttiva "Habitat" e protetta da numerose Convenzioni internazionali. Il progetto mira da un lato alla riduzione delle catture accidentali delle tartarughe marine, effettuate con palangari, reti a strascico e da posta, e dall'altro alla riduzione della mortalità post cattura. Per il soccorso e la cura delle tartarughe accidentalmente catturate si punta, invece, alla formazione dei pescatori e al rafforzamento dei presidi di recupero e primo soccorso lungo le coste italiane. Nelle fasi successive del progetto la Provincia che ha già partecipato ad altri quattro progetti finanziati dal Life (come ente capofila o partner), si occuperà di sensibilizzare i giovani sui problemi legati alla conservazione della Tartaruga marina. (PAPI)
 
LA SICILIA
PUBBLICATO NELLA GAZZETTA.  Da lunedì sarà operativo un organismo ancora tutto da definire.
La Provincia, non esiste più.
Addio Provincia regionale di Agrigento. E' stata infatti pubblicata ieri la legge regionale sull'istituzione dei liberi consorzi che cancella l'esistenza degli enti intermedi, mantenendo però ancora diversi punti oscuri. Da lunedì, infatti, esisterà il Consorzio di Agrigento, il quale tuttavia non ha ancora un nome, una partita iva e il quale si troverà ad operare in una fase legislativa ancora fumosa.
La legge, infatti, chiarisce che i consorzi "io una prima applicazione" coincidono con le Province, e i Comuni appartenenti sono quelli geograficamente collegati alla provincia, e, soprattutto, che potranno esercitare le "funzioni già attribuite alle Province regionali mantenendola titolarità dei relativi rapporti giuridici", così come le "risorse finanziarie, materiali e umane già di spettanza delle corrispondenti Province regionali". "Attendiamo però maggiori chiarimenti dall'Assessorato Enti Locali - dice il segretario generale della Provincia Giuseppe Vella — su tutta una serie di tematiche che in questa fase rimangono irrisolte. Ad esempio, varranno i regolamenti della Provincia? Il Consorzio sarà soggetto ai medesimi limiti del patto di stabilità? E' evidente — continua — che non si tratta di una semplice operazione di sovrascrittura: sebbene i due enti hanno al momento le stesse competenze, rimane da chiarire la fase operativa.
Noi opereremo nell'immediato con l'attività ordinaria attuando più che altro il buonsenso, ma la necessità di direttive specifiche è evidente". I prossimi sei mesi, tra l'altro, saranno cruciali per la riforma: in questo lasso di tempo la Regione dovrà approvare una nuova legge che andrà a disciplinare tutti gli aspetti specifici della nuova creatura, i Comuni dovranno votare l'eventuale creazione di nuovi Consorzi (limite minimo 180mila abitanti), e soprattutto dovranno essere nominate tutte le cariche politiche, I Consorzi, infatti, avranno un presidente, che sarà un sindaco e dovrà essere votato a maggioranza assoluta da primi cittadini e consigli comunali, Il presidente potrà nominare 8 assessori tra i componenti dell'assemblea del Libero consorzio — ovvero altri sindaci o altri consiglieri comunali -Tutto, come è evidente, dicendo "bye bye" alle elezioni e a qualunque forma di espressione diretta della democrazia.
Fino al completamento dell'iter per la creazione del Consorzio, in carica resterà Benito Infurnari, anche se l'ultima nomina in ordine di tempo scadrà a giugno. "Ritengo — spiega — che entro dicembre dell'anno in corso si dovrebbe riuscire a completare il processo di riforma".
GIOACCHINO SCHICCHI
 

30 marzo - domenica
 
LA SICILIA
 Gli ordini «bocciano» il Piano paesaggistico
«Ignorate le mutazioni del territorio negli ultimi 20 anni"
E' una relazione di 6 pagine quella che gli ordini professionali hanno prodotto per esprimere il loro parere su quanto previsto dal Piano paesaggistico della provincia di Agrigento. Un documento che in larga parte non entra in casi specifici ma che piuttosto avanza una serie di specifiche rimostranze su criticità individuale durante lo studio di un documento additato di essere impreciso, incompleto e soprattutto che non prende atto delle mutazioni del territorio avvenute nei 20 anni trascorsi dall'avvio della redazione del piano del gruppo di lavoro — si legge — ha riscontrato delle difficoltà oggettive per la lettura degli elaborati che impediscono un'immediata valutazione e la effettiva individuazione e delimitazione delle aree.
Difficoltà provocate da una cartografia in scala troppo grande, ovvero 1:25000: dall'assenza di alcuni strumenti attuativi nelle tavole utilizzate che hanno probabilmente — si legge — causato una valutazione ed una elaborazione viziata del Piano paesaggistico: dalla errata ricognizione e rappresentazione delle aree di interesse archeologico e dei vincoli archeologici esistenti, con la conseguente applicazione di vincoli di tutela non corrispondenti alle reali esigenze di tutela del territorio e, soprattutto, dal mancato inserimento grafico e topografico delle aree in corrispondenza delle linee di unione In questo caso si tratta specificatamente di errori (per certi grotteschi) di mera natura tecnica: in fase di realizzazione del pdf delle planimetrie, infatti, sono letteralmente saltate centinaia di ettari ad Agrigento, Sciacca e Canicattì.
Se questi sono gli errori che il tavolo di lavoro definisce errori e omissioni fortuite, le incongruenze in fase di creazione del Piano rispetto alla normativa nazionale sarebbero diverse.
Innanzitutto si contesta, specificatamente alla situazione agrigentina, di aver scelto la retroattività del testo urbanistico, mentre già nel 2011 si era stabilito che il Piano paesaggistico non ha valore retroattivo ed obbliga di prevedere la destinazione d'uso unicamente in quelle aree che negli strumenti urbanistici attualmente vigenti classificati come Zone E, escludendo dalle prescrizioni di livello 2 anche quei territori che abbiano mutato destinazione urbanistica per effetto di piani regolatori, particolareggiati e lottizzazione.
Il tavolo tecnico, inoltre, evidenzia come nelle aree con livello di tutela 3, quelle a tutela totale, (dove il piano prevede l'impedimento degli interventi che non riguardino le esigenze in tema'di Protezione civile e di dissesto idrogeologico), sia "auspicabile che il piano paesaggistico invece che prevedere un vincolo di tipo boschivo anche per aree prive delle caratteristiche specifiche o diversamente  vocate, punti alla disciplina della fascia costiera attraverso la previsione d interventi di recupero e riqualificazione delle aree compromesse dalla speculazione edilizia legalizzata sia di quelle incontaminate. Proprio per quanto riguarda le aree costiere i tecnici sostengono che il piano non fornisce elementi utili per il recupero di quelli che sono veri e propri insediamenti costieri che da più di trent'anni fanno parte del territorio e sono sorti tramite piani dotati di nulla osta. Questo perché congelando tutto si andrebbe anzi a peggiorare il degrado, dovuto alla vetustà degli immobili o all'impossibilità di completare opere di urbanizzazione o trasformazioni edilizie anche migliorative.
Obiezioni simili a quelle avanzate perle zone a tutela di livello I, dove sarebbero presenti .prescrizioni generiche e non sufficientemente definitive, in violazione del codice dei beni culturali, il quale a sua volta prevede la tutela e la finalità di sviluppo territoriale sostenibile ma per le aree non interessate da specifici procedimenti.
Il giudizio complessivo sul piano, come è evidente, è profondamente negativo. Si nota — scrivono — una sensibile discordanza tra i fondamentali principi enunciati in premessa e le scelte progettuali del Piano che sostanzialmente applicano a macchia di leopardo le leggi vincolistiche.
GIOACCHINO SCHICCHI
 

GIORNALE DI SICILIA
CONTRADA BASTIANELLA. I commissario straordinario della Provincia ha firmato l'atto con il quale concede la struttura in comodato d'uso gratuito per i prossimi6 anni
L'ipia Marconi sarà ospitato al centro sociale
Per sistemare i locali serviranno 14 mila euro. Corbo: «Dopo Pasqua, gli studenti potranno fare lezione regolarmente»
 
Porta la firma del Commissario Straordinario Benito Infurnari la determina che potrebbe, finalmente, far compiere il passo decisivo e risolutivo alla vicenda del trasferimento degli studenti dell' Istituto Professionale Marconi nei locali del Centro Sociale di contrada Bastianella.
È di ieri, infatti, l'atto con il quale si da piena attuazione all' accordo raggiunto diversi mesi fa dall' amministrazione comunale e l'ex Provincia Regionale di Agrigento che prevede la concessione da parte del comune di alcuni locali di sua proprietà all'ente guidato dal Commissario Infurnari e che saranno messi a disposizione del Professionale, attualmente privo di una sede ed ospite nei locali del Liceo Scientifico Sciascia.
Con la determina, in particolare, viene recepito dalla Provincia il contratto di comodato d'uso gratuito stipulato con il comune per l'utilizzo dei locali di contrada Bastianella.
La durata del comodato d'uso è prevista in sei anni a partire dalla data di consegna dell'immobile ed è rinnovabile alla scadenza quando le parti abbiano concordato il suo rinnovo dandone comunicazione almeno tre mesi prima.
La determina però prevede soprattutto l'impegno di spesa, circa 14 mila euro, da parte dell'ente provinciale che consentirà l'avvio dei lavori di adeguamento del Centro Sociale. La somma verrà nei prossimi giorni trasferita al comune cui spetterà invece il compito di realizzare gli interventi previsti e che saranno necessari affinché l'ufficio Tecnico comunale possa produrre il certificato di agibilità della struttura.
«Si è compiuto un ulteriore passo verso la soluzione della vicenda - ha detto il sindaco Vincenzo Corbo -. Con la determina del Commissario Infurnari potranno essere sbloccate nell'arco di pochi giorni le somme necessarie per eseguire i lavori. Si tratta di interventi di piccola entità che potranno essere ultimati in pochissimo tempo».
D'altra parte i locali del Centro Sociale destinati dall'amministrazione comunale al Marconi già da quasi un mese sono stati adibiti ad aule con il trasferimento di banchi, sedie e suppellettili varie.
Gli interventi riguarderanno l'area esterna con la collocazione di alcune grade nelle finestre, la realizzazione di un cancello d'ingresso destinato soltanto agli studenti e poi la sistemazione di alcuni condizionatori e del quadro elettrico. Questo nell'ottica di mantenere separati e distinti gli ambienti scolastici con il resto della struttura.
«È ragionevole pensare che al massimo dopo Pasqua i locali saranno a disposizione della scuola
ha concluso il sindaco Vincenzo Corbo - con gli studenti che finalmente potranno tornare nuovamente a svolgere regolari lezioni in orario mattutino, ponendo fine ai fastidiosi e penalizzanti turni pomeridiani che stanno affrontando dall'inizio dell'anno scolastico e che hanno creato diversi disagi a tutta la comunità scolastica del Marconi». (GIMO)
 

ELEZIONI Alle urne andranno Caltabellotta, Naro, Racalmuto e Santa Elisabetta. Al momento non è previsto San Biagio Platani dove è in corso il commissariamento.
Ci sono anche 5 Comuni agrigentini chiamati a rinnovare sindaci e consiglieri nella tornata elettorale dell'Election day. Si voterà infatti, perle amministrative, il 25 maggio contestualmente alle elezioni europee. A stabilirlo Stata la giunta regionale del presidente Rosario Crocetta. La lista è ancora provvisoria. I Comuni che in questo momento andranno certamente al voto sono in provincia di Agrigento: Caltabellotta, Naro, Racalmuto e Santa Elisabetta. Il Comune di San Biagio Platani, non potrebbe essere inserito nell'elenco dei centri che rinnovano le cariche elettive in quanto non risulta firmato il decreto presidenziale di nomina del commissario straordinario. E la corsa è iniziata. A San Biagio Platani il commissariamento è incorso dopo le dimissioni, non più tardi di due settimane fa, del sindaco Filippo Bartolomeo che nelle ultime elezioni aveva trionfato nei confronti dell'uscente Carmelo Alba. Ad aprire la crisi era stato lo stesso sindaco, con una missiva indirizzata al Consiglio, nella quale lo stesso annunciava la volontà di dimettersi dall'incarico. Tutto chiaro, se non per il fatto che poi le dimissioni sono tar1ate ad arrivare, mentre arrivava la nuova nomina del vicesindaco. La situazione politica ha subito un brusco rilancio in seguito al "licenziamento" in toto dell'ultima giunta comunale. Adesso è iniziata la corsa al toto sindaco. Santa Elisabetta: si candida Gueli. Sostenuto da un ampio schieramento di forze politiche che si rifanno al centrosinistra e rappresentanti della società civile, l'architetto Mimmo Gueli è il candidato a sindaco per le prossime elezioni amministrative. Al termine di una riunione con il sindaco uscente Emilio Militello, dell'attuale vicesindaco Fragapane, dei già sindaci Nino Gaziano e Gigi Milioto e dei segretari delle locali sezioni del Pd, Giovanna iacono e dell'Udc, Carmelo Albanese, Mimmo Gueli ha accettato la proposta unanime di rappresentare il progetto politico amministrativo e di guidare la lista dei candidati al Consiglio comunale. «Professionista affermato in paese e in provincia, sposato con Maria e padre di Marta, Carola e Calogero, Mimmo Gueli, indipendente, alla sua prima esperienza politico elettorale, con un breve e positivo passato di amministratore locale - si legge in una nota del Pd - rappresenta un valido esempio di impegno civile offerto alla politica». «Tre saranno i pilastri - dice Gueli - su cui poggerò la mia azione politico amministrativa: moralità, sacrificio ,ordine e rispetto delle regole. Un compito, una grande responsabilità, pesante e impegnativa, a cui faro fronte con tutte le mie energie ricercando in ogni modo la collaborazione e soprattutto le migliori intelligenze, competenze e soluzioni che la coalizione e la comunità sabettese potrà e dovrà offrirmi». (PAPI)
 

Sicilia24h
"Alfano non è santo per colpa dell'aeroporto"
Vadano i complimenti al ministro dell'Interno Angelino Alfano che ieri è ritornato nella sua Agrigento per incontrare gli amici che dovranno andare a irrobustire il Nuovo Centro Destra, dallo stesso Alfano fondato nei mesi scorsi ed attualmente in cerca di nuovi numeri pronti ad abbattere "la soglia".
Una soglia che tiene in apprensione lo stesso Angelino con tutto il suo apparato perché attualmente danno più fiducia le iniezioni di ottimismo che i numeri.
Straordinario oratore di una platea solitamente abituata a vedere rappresentazioni teatrali, Alfano ha ricordato brevemente la sua carriera politica e soprattutto si è soffermato sulla sua Agrigento.
Grande è stato il suo interesse a favore del progetto relativo al raddoppio della ss 640, supportato e messo in atto dall'allora presidente della Provincia Enzo Fontana, suo fedelissimo da sempre. Per quanto riguarda le infrastrutture Alfano, purtroppo, si è dovuto fermare soltanto al raddoppio. Di fatto, da parte sua, non c'è stato alcun interessamento  per altre importanti infrastrutture che la "sua" città avrebbe meritato.
Non avendo alcun porto degno di tale nome; non avendo alcuna linea ferrata degna di tale nome; non avendo alcuna strada (statale e provinciale) degna di tale nome, Alfano avrebbe dovuto fortemente interessarsi alla realizzazione dell'aeroporto ad Agrigento. Una indispensabile struttura che avrebbe reso meno problematica  la vita di oltre 400 mila agrigentini vogliosi, desiderosi e purtroppo ancora speranzosi di prendere un aereo senza fare almeno 150 chilometri di strada la cui pericolosità è fra le prime in Italia.
Tra l'altro lo stesso presidente Enzo Fontana aveva avviato un progetto davvero straordinario per realizzare una struttura aeroportuale in quel di Racalmuto.
Forse, quel progetto, era troppo bello per una città come Agrigento abituata a subire quotidianamente umiliazioni e vessazioni quando scendono in campo le regole della civiltà, della vivibilità e del benessere. Agrigento, nelle speciali classifiche, da sempre regna inesorabilmente negli ultimi posti senza che mai nessuno abbia mosso un dito per un impeto di orgoglio.
La realizzazione dell'aeroporto, sia per la vocazione turistica (?) sia per il commercio dei nostri prodotti, avrebbe avvicinato Agrigento al resto dell'Italia e dell'Europa e reso più dignitosa una popolazione sempre più rassegnata.
Alfano questo lo ha sempre saputo. Nello stesso tempo non ha fatto nulla; e se ha tentato di fare dei passi, qualcuno o qualcosa lo ha subito stroncato.
Lì, purtroppo, è emersa (non solo la debolezza) la poca efficacia di un potente politico il quale avrebbe avuto un milione di motivi per dire realizziamo l'aeroporto ad Agrigento senza che nessuno interferisse. Preferiamo pensare che Alfano non si sia mai interessato al progetto aeroporto invece di pensare che qualcuno lo abbia bloccato.
Per molto, molto di meno qualcuno ha fatto realizzare un aeroporto ad Albenga nel giro di pochissimo tempo. I motivi, per vergogna, non vogliamo ricordarli.
Ieri al teatro Pirandello Alfano ha detto tante verità. Poi, strada facendo, si è perduto e ha detto una piccola, grande bugia: "Sono in patria - ha detto il ministro - nella terra dei miei padri. Ho compiuto tutto ciò che avrei potuto, sono a posto con la mia coscienza..."
No Angelì, non è vero. Hai fatto arrivare tanti soldi per il raddoppio della ss 640. Con la stessa somma si sarebbero potuti realizzare due aeroporti internazionali...
E' andata così, purtroppo. Ma a pagare più caro di tutti è stato lo stesso Angelino; la sua brillante e straordinaria carriera politica è stata macchiata da questa piccola, grande bugia. Senza di essa, Angelino, avrebbe avuto tutti i requisiti per chiedere (ed ottenere) la santificazione. Ma i santi non dicono le bugie.
C'è sempre tempo per redimersi...
 

Dalla Ragionieria della Regione una circolare taglia spese
La Ragioneria della Regione ha spedito una circolare a tutti gli Enti strumentali della Regione, che dovranno attenersi ai vincoli di spesa, allegando ai bilanci di previsione per il 2014 prospetti finanziari per ciascun obbligo in modo da dimostrare di avere rispettato norme e decreti. Chi non osserverà i limiti finanziari sarà responsabile di danno all'erario e amministrativo. La Regione si opporrà con parere negativo a documenti contabili difformi alle disposizioni di stesura dei bilanci. Nella circolare sono sottolineati tutti i vincoli da rispettare. Ad esempio, la riduzione del 20% della spesa per i compensi annui da erogare ai componenti degli organi di amministrazione, controllo e revisione, poi il divieto di erogare forme di salario accessorio e di indennità varie in favore di tutto il personale, dirigenziale e non, e poi il 20% in meno della spesa per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità, rappresentanza e sponsorizzazioni, e tagli ancora del 20% per l'acquisto di beni e servizi oltre il divieto di possesso e di utilizzo di auto di rappresentanza.
 

L'Ipia Marconi di Canicattì sarà ospitato nel Centro Sociale "Bastianella"
Il Commissario Straordinario Benito Infurnari ha approvato il comodato d'uso dell'immobile denominato Centro Sociale "Bastianella" di proprietà del comune di Canicattì dove verranno allocate le aule del locale Istituto Ipia Marconi in atto ospitate nel Liceo Scientifico dello stesso comune.
Il provvedimento fa seguito alla disponibilità manifestata dal Sindaco del comune di Canicattì Vincenzo Corbo di concedere in comodato d'uso i locali di parte del piano terra e del primo piano dell'edificio del Centro Sociale "Bastianella".
Per rendere disponibile la fruizione delle nuove aule, la Provincia si assumerà l'onere finanziario di adeguare i locali per l'uso scolastico. A tale scopo è stata prevista una spesa di 14 mila euro a carico della Provincia, mentre i lavori saranno eseguiti dal comune di Canicattì.
La durata del comodato d'uso è prevista in sei anni a partire dalla data di consegna dell'immobile ed è rinnovabile alla scadenza quando le parti abbiano concordato il suo rinnovo dandone comunicazione almeno tre mesi prima.
Il contratto del comodato d'uso dell'immobile sarà stipulato, nei prossimi giorni, dal dirigente del settore "Edilizia Scolastica e Gestione Patrimoniale" Gaetano Gucciardo e dal Sindaco di Canicattì.
Nella nuova sede saranno sistemate cinque classi dell'Ipia Marconi che dovrebbero utilizzare le nuove aule prima della fine dell'anno scolastico in corso.
 

31 marzo - lunedì
 GIORNALE DI SICILIA
LA LENTA AGONIA DELLA VIA ATENEA. I navigatori del web lanciano idee per il recupero del centro commerciale più importante del capoluogo: aprite i locali del Vecchio ospedale civile.
«Un sindaco illuminato può salvare la via Atenea immediatamente. Basterebbe aprire i locali dell' ex ospedale come segreteria universitaria e aule di lezioni. Duemila ragazzi condividerebbero la via Atenea e tutti i magazzini si trasformerebbero in attività legate a loro ed ai turisti che soggiornano nei bed and breakfast. Il sindaco chiaramente passerebbe alla storia per sempre». Quello di Giovanni Parisi è uno dei diversi commenti postati su facebook sul rilancio della via Atenea, la via principale del salotto cittadino della città dei templi, alla quale su sul social network sono anche dedicate alcune pagine come per esempio quella dal titolo "Rilanciamo via Atenea" oppure «I ragazzi di via Atena" o semplicemente "Via Atenea".
E dell'importanza storica e culturale della Via Atenea e della sua valorizzazione per la città di Agrigento ha parlato durante il suo intervento al Teatro Pirandello anche il ministro dell'Interno e leader del Nuovo centrodestra Angelino Alfano: «Via Atenea - ha sottolineato - deve essere degli agrigentini e solo degli agrigentini.
Intanto i berlusconiani agrigentini lanciano il "pacchetto via Atenea".
«Se chiude via Atenea, muore tutto il centro storico Non c'è tempo da perdere: occorre defiscalizzare e agevolare il commercio e le attività nel centro città per attivare, incentivare e rivitalizzare l'economia locale", afferma il presidente del club Forza Silvio "Valle dei Templi" di Agrigento, Franco Bruccoleri, dopo  un sopralluogo del nel "salotto buono" della città. "È emerso che i locali chiusi della via Atenea sono in totale 65 e che oltre la metà risulta già totalmente abbandonata. Come Club - sottolinea Bruccoleri - ci chiediamo come si può restare inermi di fronte a questo stato di lenta agonia? Il Comune non può continuare a ignorare quando accade in città, Deve, invece, al più presto approntare un piano di intervento strategico e globale, realizzando il "pacchetto via Atenea che comprenda (per quanto di competenza comunale) agevolazioni, defiscalizzazioni, sconti sulle tasse comunali, contributi e bonus per il mantenimento e l'apertura di attività commerciali, artigianali o di servizio Il Club Forza Silvio "Valle dei templi' avanza alcune proposte. "Sarebbe molto utile - aggiunge il presidente Franco Bruccoleri - prevedere per gli studenti universitari la possibilità di viaggiare gratis sui bus urbani, realizzando anche delle corse ad hoc e in orari consoni ai giovani, ormai ultimi fruitori del centro. La nostra preoccupazione maggiore è che i pochi commercianti che sono riusciti a resistere alla disperazione e alla chiusura, rischiano ora di essere trascinati dal decadimento, ormai prossimo al tracollo, dando il colpo di grazia a quella  poca economia rimasta a trainare e a rendere ancora vivo ed attraente il centro storico che gravita intorno. Quanto tempo ancora i commercianti riusciranno a resistere?",  si chiede Bruccoleri. «Se il sindaco, ritiene giusto abbandonare al proprio destino l'economia del centro storico, noi non siamo d'accordo - conclude - e chiediamo allora a gran voce che il Consiglio comunale, mettendo da parte le logiche di partito e schieramento, si faccia promotore di una mozione sul 'pacchetto via Atenea'. (CAGI)

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