LA SICILIA
CASTELTERMINI: S'INASPRISCE IL
BRACCIO DI FERRO
Il sindaco Sapia ha «cacciato»
Girgenti Acque
Da mercoledì scorso la società
Girgenti Acque a Casteltermini non ha più una sede nella quale
svolgere le sue funzioni. E questa una decisione presa dal sindaco
che, in seguito al prolungarsi del braccio di ferro tra i cittadini,
l'amministrazione comunale e la società che gestisce l'acqua, ha
stabilito che i locali saranno consegnati al comitato cittadino che
sta portando avanti una battaglia civile contro Girgenti Acque. Dopo
le numerose manifestazioni di dissenso che mesi fa il comitato
cittadino ha intrapreso, martedì scorso il sindaco Nuccio Sapia ha
riunito tutti in un'assemblea al ci- ne teatro Enzo Di Pisa. In
questa occasione i cittadini sono stati informati dell'incontro del
sindaco con il Commissario dell'Ato idrico e i rappresentanti di
Girgenti Acque. Il primo cittadino ha ribadito ancora una volta di
essere a fianco dei cittadini e di voler continuare questa battaglia
per togliere la gestione dall'acqua alla società Girgenti Acque.
Alcuni importanti risultati sono stati già ottenuti: infatti, come
ha riferito il sindaco, Girgenti Acque ha assicurato che non
interromperà l'erogazione dell'acqua in caso di mancati
pagamenti ne applicherà more su bollette non pagate. Anche il
comitato cittadino prosegue nella lotta, come afferma Lillina Saia,
componente del comitato: «continuiamo a portare avanti questa
protesta, stiamo raccogliendo tutte le bollette più care che sono
pervenute ai cittadini e in seguito le porteremo al commissario
dell'Ato Idrico».Dopo l'assemblea di martedì scorso, il comune
è pronto a portare avanti un'azione legale finalizzata alla
fuoriuscita del comune di Casteltermini dall'Ambito dell'Ato
idrico. Inoltre nei prossimi giorni si terrà un incontro tra
l'organismo Democratico di Controllo e Vigilanza e il commissario
dell'Ato Idrico, Benito Infurnari, per arrivare a una soluzione dei
rapporti con Girgenti Acque che soddisfi entrambe le parti. FRANCESCA
M. MAGRI'
La giornata mondiale celebrata in
una provincia «disinteressata
Grande attenzione solo sul mare
Nessun controllo su aria e suolo
Ieri in tutto il mondo è stata la
Giornata mondiale dell'ambiente", la giornata dedicata alle
tematiche ambientali e proclamata nel 1972 dall'assemblea generale
delle Nazioni unite. Dovrebbe quindi essere occasione propizia per
affrontare tutti quei temi riguardanti la salute pubblica e il
rispetto dell'ambiente che magari durante l'anno tendono ad
essere quantomeno dimenticati,
ad Agrigento, tuttavia, dove il
dibattito su queste tematiche e, a ben guardare, più caratterizzato
dall'emergenzialità che dalla sistematicità. Si, perché se
grazie al "battage" mediatico in questi anni ci si è
interessati, moltissimo della qualità del mare (di San Leone prima e
del resto della costa adesso) o del poligono di Drasy da trasformare
in riserva naturale, di questioni potenzialmente rischiose per i
cittadini ce sono parecchie ne sono a bizzeffe. Partiamo dal
controllo della qualità dell' aria. Sono infatti ormai ferme da
oltre un anno le centraline della Provincia di Agrigento deputate al
controllo degli inquinanti, in particolare del cosiddetto Pm 10, il
particolato sottile.
Non ci sono infatti i soldi per
consentire il loro funzionamento, dato che se l'Ente possiede le
strutture ha bisogno di appaltare all'esterno il servizio di
funzionamento e manutenzione Da oltre un anno non sappiamo quindi le
condizioni dell'aria se respiriamo e se, e quante volte è stato
superato il limite di legge di 50 microgrammi per metro cubo di aria.
L'ultima volta che si parlò della rete siciliana delle centraline
l'Assessorato Territorio e Ambiente ne annunciava il rilancio e i
comuni in cui si erano superati i limiti promettevano interventi per
ridurre le emissioni. Le iniziative messe in atto per ridurre
l'inquinamento atmosferico, del resto, sono praticamente
inesistenti: non si punta sulla mobilità alternativa, non si
potenziano i servizi di trasporto urbano e lasciamo perdere le piste
ciclabili. Un tentativo virtuoso l'hanno fatto i privati, e ci
riferiamo ad esempio alle bici elettriche che Girgenti acque ha
affidato ai propri lavoratori con le proteste dei sindacati. "Si
tratta di una proposta interessante spiega la presidente del
circolo 'Rabat' Claudia Casa ma di certo va esercitata, come
sono sicura avvenga, nel rispetto dei lavoratori. La nostra città,
dl resto, presenta un'orografia particolare, e non è certamente
tutta adatta alle bici. Non va meglio circa l'inquinamento della
terra. Se appare quasi superfluo parlare di raccolta differenziata,
settore che nella nostra provincia sembra non decollerà mai,la lotta
contro le discariche abusive spesso contenenti rifiuti
pericolosie una battaglia contro i mulini a vento. Corpi con
competenze ambientali come la Polizia Provinciale infatti sequestrano
decine di aree l'anno e fanno rimuovere tonnellate di materiale
(molto spesso cemento- amianto) senza che il fenomeno sembra sia
destinato a fermarsi. Esiste, parlando di discariche, tra l'altro
una vera e propria bomba ad orologeria nella nostra città ovvero l'
ex discarica abbandonata di contrada Consolida. Decine di tonnellate
di rifiuti riposano sotto terra e producono percolato in assenza però
lo contestò proprio la Provincia di tutti quegli
accorgimenti tecnici che garantiscano la piena funzionalità
dell'area, per cui il liquame potrebbe raggiungere i fiumi.
Investire costerebbe troppo al Comune, che allo stato attuale si può
solo occupare di ridurre il danno. GIOACCHINO SCHICCHI
MONTEVAGO Emergenza ambientale nel
piccolo comune sprovvisto di depuratore
Scarichi fognari nel fiume Belice
Nel punto più estremo del territorio
occidentale della provincia cli Agrigento, il gestore delle condotte
idriche si dimentica di realizzare il depuratore e oggi, nell'area
belicina, Montevago è l'unico Comune che scarica il proprio
collettore fognario nel fiume Belice, alla cui foce c'è una
riserva naturale, Emergenza ambientale estrema in un'area di grande
pregio naturale. Le acque reflue prodotte dai montevaghesi,
nell'indifferenza di tutti finiscono nel fiume Belice. A rischio
sono anche le falde acquifere di contrada Sajaro.
La storia del depuratore di Montevago
(sono invece regolarmente funzionanti quelli degli altri comuni
agrigentini della zona, Sambuca di Sicilia, Menfi e Santa Margherita
Belice) è simile a tante storie siciliane. Nell'aprile 2010,
quando ancora le reti idriche e fognarie della provincia non erano
state consegnate a Girgenti Acque, il ministero dell'Ambiente
inserì il Comune di Montevago tra quelli oggetto di infrazione per
non avere un impianto di depurazione. Per evitare sanzioni, l'ente
accelerò le procedure e realizzò un progetto. Ma poi fu costretto a
consegnare le reti idriche e fognarie al gestore di pertinenza.
Girgenti Acque, nella qualità di unico soggetto preposto ad ottenere
i finanziamenti, avrebbe dovuto inoltrare un progetto esecutivo al
Ministero. Oggi, a quattro annidi distanza, Montevago è ancora senza
depuratore e in questi giorni affronta anche il disagio dell'acqua
inquinata nel centro abitato. Un anno fa il sindaco, Calogero
Impastato, stanco di aspettare, scrisse alla Procura di Sciacca. La
nota, diretta anche al presidente della Regione Crocetta, ai
ministero dell'Ambiente, al presidente della Commissione Ambiente
Marinello ed al presidente dell'Ato Idrico, rappresentava i fatti.
Ma sotto il sole non c'è nulla di nuovo e una parte della zona
belicina, al confine con il territorio trapanese, in prossimità di
Selinunte, vede sfociare in mare reflui fognari. La situazione di
emergenza ambientale è stata più volte segnalata anche dagli
ambientalisti della zona,, la zona d'estate è meta di balneazione
di migliaia di turisti. Un comitato ambientalista ha realizzato un
video sull'intero percorso delle acque reflue del comune, che
comincia dal depuratore mai completato in contrada Mastro Agostino,
fino alla foce del fiume Belice GIUSEPPE RECCA
ISTRUZIONE. I 20 alunni e la
commissione saranno ospitati nei locali di via Pasolini dove si sono
svolte le lezioni
IPIA MARCONI, ESAMI DI MATURITÀ AL
LICEO SCIENTIFICO
Esami di maturità senza alcun tipo di
disservizio o problema logistico per gli studenti delle quinte classi
dell'Istituto Professionale "Marconi" dopo l'emergenza
locali, l'ennesima, sollevata alcune settimane fa. Grazie alla
completa ed assoluta collaborazione garantita dal dirigente
scolastico del Liceo classico e scientifico, Rossana Virciglio, si è
riusciti a trovare una soluzione soddisfacente che permetterà ai
ragazzi del Marconi di svolgere la tanto attesa e temuta maturità da
studenti "normali", aggettivo questo che stride non poco con
quanto hanno dovuto sopportare invece gli stessi alunni della scuola
professionale per tutto l'anno scolastico ormai giunto a
conclusione. Ad ospitare i venti alunni, suddivisi nelle due classi
della sezione maschile e femminile, la commissione unica d'esami,
compresi i docenti interni, saranno alcuni locali del Liceo
Scientifico, in via Pasolini, gli stessi dove da settembre scorso gli
studenti dell'Ipia Marconi hanno svolto lezioni pomeridiane. A
conclusione di alcuni incontri, avvenuti nei giorni scorsi, tra la
preside Virciglio cdi docenti ed il dirigente del Marconi, la
professoressa Antonella Pizzo Pinna, si è trovato l'accordo che di
fatto ha consentito agli studenti del professionale di tirare un
grosso sospiro di sollievo. Almeno gli esami di Stato verranno svolti
quindi di mattina, un ritorno al passato per i maturandi del
Professionale che quanto meno avranno la possibilità di chiudere la
loro tribolata esperienza scolastica sentendosi allo stesso livello
dei loro colleghi degli altri istituti superiori della città, La
commistione tra studenti di differenti indirizzi impegnati in
contemporanea negli esami di Stato verrà evitata attraverso la
sistemazione delle commissioni e degli studenti del Liceo Scientifico
Sciascia in locali del tutto separati ed indipendenti rispetto a
quelli concessi all'Ipia Marconi. Risolto anche il problema legato
al supporto informatico necessario per garantire un regolare
svolgimento delle prove d'esame. Lo Scientifico, in questo senso,
metterà a disposizione della commissione del Marconi tutte le
attrezzature necessarie, da personal computer al collegamento
internet, per scaricare dal sito del Miur i plichi informatici
contenenti tutte le tracce delle prove d'esame. Gli esami di Stato
avranno inizio giorno t8 Giugno con la prima prova scritta. La
vigilia per gli studenti dell'lpia sarà doppiamente travagliata.
All'ansia per quello che li attenderà l'indomani si aggiungerà
infatti anche la strana sensazione di doversi svegliare all'alba
dopo un anno intero di riposi mattutini prolungati. (GIMO)
IPIA "FERMI"
Il trasferimento
Una assemblea per discuterne
Il presidente del consiglio d'istituto
dell'Ipia "Fermi" di Agrigento, Maria Mirotta, e rappresentanti
sindacali unitari della stessa scuola, Stefano Urso e Vincenzo
Fratacci, hanno indetto un'assemblea per questo pomeriggio (ore 17)
presso l'auditorium dell"Ipstc "N. Gallo" per discutere
sull'attuale situazione e sulle criticità relative al
trasferimento dell'istituto nella sede provvisoria individuata
all'interno dell'area industriale. Invitati a partecipare sono
stati il commissario della Provincia, i sindaci. ("UR")