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Rassegna stampa dell'11 giugno 2014

LA SICILIA
Pranzi, spuntini e corone
Ex Provincia regionale. Stilato l'elenco delle spese di rappresentanza dell'ente nel 2013, totale 5.261 euro E' stato reso noto l'elenco delle spese di rappresentanza sostenute dagli organi di governo dell'ormai ex Provincia Regionale. Un argomento per il quale - ad esempio - c'è un ex presidente dell'ente sotto processo (Eugenio D'Orsi), insieme ad altri 4 dirigenti imputati in un analogo procedimento parallelo, in corso al Tribunale del capoluogo. Tra il 2010 e il 2012 la Guardia di Finanza e la Procura hanno focalizzato la loro attenzione su presunte anomalie nella gestione di questo settore apparentemente marginale della macchina burocratica di un qualsiasi ente pubblico. E, a giudicare dalle cifre racimolate dal segretario e direttore generale dell'ente Giuseppe Vella e dal responsabile del servizio finanziario Fortunato Fabrizio Caruana, tali indagini giudiziarie - tutte in attesa di essere giudicate dal Tribunale - hanno quantomeno indotto i funzionari addetti, a stare molto attenti ai soldi (pubblici) spesi. Il totale delle spese di rappresentanza sostenute durante il 2013 dall'ex Provincia regionale ammonta a 5.261,83 euro. A chi legge - ovviamente - il giudizio se si tratti di tanto o poco. Urge snocciolare le singole voci corrispondenti alle occasioni in cui tali denari sono stati sborsati. Per l'ospitalità di imprenditori britannici sono stati spesi 90 euro, per spese di cosiddetta «tenuta conto» sono stati sborsati 186,79 euro. Da questo punto scatta l'ora della "gastronornia", sotto forrna di pranzi, pranzettini, stuzzichini, rinfreschi e altri momenti conviviali attorno a una tavola o al bancone di un bar. 275 euro per un rinfresco in occasione della visita di imprenditori inglesi; 425 euro per pranzi in occasione del blitz di questi imprenditori britannici; 495,54 euro per un rinfresco offerto a gruppi folk; anche i tecnici e dirigenti deil'Anas non possono certo lamentarsi del trattamento ricevuto, con pranzi per 180 euro; più «leggero» il rinfresco offerto agli studenti dell'istituto Manzoni, con appena 65 euro. Il rinfresco offerto in occasione della visita della scolaresca del Liceo Classico Ugo Foscolo e Liceo e del Liceo Sciascia alla Biblioteca Ambrosini di Canicattì è costato 462 euro. Analogo rinfresco per la visita di altri studenti alla Biblioteca Roncalli di Grotte è costato 440 euro. In occasione della presentazione del libro del professor Francesco D'Orsi Meli i commensali del rinfresco non si sono certamente lamentati, visto che la Provincia ha speso 800 euro. I pranzi istituzionali gentilmente offerti al deputato regionale Roberto Di Mauro eal presidente del Consorzio Universitario sono costati solo 150. Quando gli studenti della scuola Media Vivaldi di Porto Empedocle sono andati a visitare il palazzo della Provincia è stato offerto loro un rinfresco per 363 euro; 407 euro per un un rinfresco alla delegazione cli paesi europeri coinvolti nel progetto Comenius, con annessi pranzi da 150 euro, ma solo ai docenti; Non manca il »coffee break» da 22,50 euro al bar in occasione della presentazione delle Srr. Capitolo piante e fiori. 200 euro sono stati spesi per una corona funebre in occasione della commemorazione del giudice Saetta e del figlio; 40 euro in meno sono stati spesi per analogo ricordo del giudice Rosario Livatino, 120 euro di corona d'alloro per la Festa delle Forze Armate, per il 25 aprile e 150 euro per una corona d'alloro e un'orchidea per la Festa della Repubblica e per il commiato al capo di gabinetto della Questura Luca Burrueci.
agrigentonotizie.it
"Cerca e trova l'abusivo", Girgenti acque promuove un concorso a premiE' rivolto a tutti i dipendenti e collaboratori che operano presso i punti di consegna idrici dei comuni della provincia di Agrigento, finalizzato all'individuazione di utenze abusive. Girgenti acque ha indetto un concorso a premi, rivolto a tutti i dipendenti e collaboratori che operano presso i punti di consegna idrici dei comuni della provincia di Agrigento,finalizzato all'individuazione di utenze abusive. Il concorso, intitolato proprio."Cerca e trova l'abusivo", ha inizio oggi e terminerà il 31 luglio. L'avviso, così come riporta "L'Amico del popolo", è affisso all'interno della sede della società che gestisce il servizio di distribuzione in provincia. In palio vi sono cinquemila euro ripartito tra i primi cinque classificati che, alla fine del concorso, avranno individuato e segnalato il maggior numero di utenze abusive. "Il primo classificato - si legge nell'avviso - si aggiudicherà duemila euro, il secondo 1.200 euro, il terzo 800 euro, il quarto 600 euro e il quinto 400 euro. A tutti gli operatori che entro il 31 luglio 2014 avranno individuato un numero di utenze non inferiore a 20, sarà comunque corrisposto un premio pari a cento euro, mentre chi avrà individuato oltre cento utenze abusive riceveranno un ulteriore premio pari a mille euro".
Gds.itLa Corte dei conti: la Regione in crisi di liquidità
Secondo la Corte dei Conti nella situazione attuale alla Regione ci sono "rischi molto elevati che le attuali tensioni possano a breve trasformarsi in vere e proprie crisi di liquidità". L'allarme sui conti pubblici è contenuta nella relazione depositata in commissione Bilancio dell'Ars dal presidente della sezione riunita della Corte dei Conti, Maurizio Graffeo. Il documento, approvato nella camera di consiglio del 3 giugno, è stato presentato nel corso dell'audizione in commissione dei giudici contabili. Richiamando l'articolo 81 della Costituzione sugli equilibri di bilancio, la Corte dei Conti solleva dubbi in merito al percorso adottato per la manovra finanziaria del 2014. Nella relazione depositata stamani in commissione Bilancio all'Ars, i giudici contabili in sostanza bocciano la "finanziaria-spezzatino", che di fatto finora ha prodotto a gennaio la manovra in buona parte impugnata dal commissario dello Stato che ha «cassato» provvedimenti di spesa per 440 milioni di euro e a marzo la 'manovrinà cosiddetta 'salva-stipendì.   
Per i giudici «è evidente la situazione di incompletezza dello strumento contabile per l'esercizio 2014, per larghi aspetti non in equilibrio». Un giudizio tranchant, che suona come una sorta di ammonizione anche nei confronti del commissario dello Stato.
Scrivono i giudici: «Non è questa la sede in cui la Corte può esprimere le proprie valutazioni circa la politica di bilancio impostata con tale complessa manovra, mentre spetta ad altre istituzioni della Repubblica la competenza a vagliare la legittimità costituzionale delle norme approvare dall'Assemblea».
«Non si possono tuttavia non esprimere fondati timori - scrivono i giudici contabili - circa la tenuta e la sostenibilità dell'insieme di detti strumenti contabili alla luce del principio di equilibrio del bilancio recentemente elevato a rango costituzionale».   
I giudici insistono: «La giurisprudenza della Consulta, come più volte messo in evidenza da queste sezioni riunite, ha in definitiva ribadito che gli equilibri del bilancio postulati all'art.81 della Costituzione vanno attentamente perseguiti sia in sede previsionale, sia nel corso dell'intera gestione, senza possibilità, peraltro, di sottovalutare voci di spesa, pena la violazione del principio di veridicità del bilancio».
Dunque, per la Corte dei Conti, «pertanto destano perplessità le numerose disposizioni del ddl 724 (cosiddetta manovrina) che hanno autorizzato spese per 'assicurare il pagamento degli emolumenti al personale utilizzato nel settore forestale e della prevenzione degli incendi, nonchè dagli enti sottoposti a controllo o vigilanza da parte della Regionè... 'quanto meno per il primo semestre del 2014' anche sotto il profilo del principio di annualità del bilancio».
Da qui l'ammonizione anche alla commissione Bilancio dell'Ars, perchè «neppure il momento particolarmente dedicato che attraversa le finanze regionali. che in definitiva ha consigliato la commissione di rinviare a una successiva legge di variazioni di bilancio il reperimento dlele risorse necessarie a garantire, oltre che il pagamento degli emolumenti per il secondo semestre, anche il soddisfacimento di ulteriori emergenze che interessano numerosi settori di intervento regionale, può consentire deroghe agli anzidetti principi che, in effetti, avrebbero dovuto indurre a interventi più radicali ed efficaci».

Sicilia24h.itMusumeci : "riforma Province da abrogare"
Secondo il deputato regionale Nello Musumeci, già candidato alla Presidenza della Regione, occorre abrogare subito la legge di riforma delle Province. Lo stesso Musumeci spiega : " gli unici effetti che finora la legge ha prodotto sono caos, smarrimento, incertezza e smembramento degli assetti territoriali. Proporrò un disegno di legge che prevede il congelamento di ogni effetto e tre proposte di modifica: il mantenimento delle tre Città Metropolitane, la trasformazione delle nove Province in altrettanti Liberi Consorzi di Comuni e la elezione diretta del solo presidente del Consorzio. Dopo l' approvazione della Riforma, il 90 per cento dei Comuni siciliani non ha ancora adottato alcuna iniziativa formale e non ha indetto nessun referendum consultivo, anche per mancanza di risorse finanziarie. Spero che anche dalla maggioranza giunga una condivisione responsabile e improntata a realismo".

Immigrati, Verso i 100mila...

A metà anno, giugno, è stata superata quota 50mila. E al ministero dell' Interno ipotizzano che altri 50 mila seguiranno fino a conclusione del 2014. 100mila migranti sono stati oggetto della contesa tra l' Associazione dei Comuni, l' Anci, e il ministro dell' Interno. Piero Fassino e Angelino Alfano si sono incontrati per contenere l'emergenza. E la ministra della Difesa, Roberta Pinotti, ha bussato alle porte lamentando che da sola non può più sopportare il peso della "Mare Nostrum" : servono risorse finanziarie : tra i 30 e i 35 euro al giorno per vitto ed alloggio dei migranti accolti nei centri, poi 9 milioni e mezzo di euro al mese per i pattugliamenti in mare, e poi i costosi voli di trasferimento, in Italia o di rimpatrio. Alfano ha annunciato che insieme a Comuni e Regioni sarà approntato un piano per accogliere i rifugiati che hanno il diritto di asilo e per espellere gli altri. Poi, lo sfogo del ministro agrigentino : "Servono soldi per Mare Nostrum. Siamo stanchi, l'Europa non ci sta dando quelle risposte che aspettavamo. L'operazione deve concludersi, non domattina, ma dobbiamo individuare una via d'uscita. Non può continuare in eterno". Piero Fassino, che rappresenta i Comuni, è più dettagliato : "il piano sarà approvato domani nella conferenza Stato - Regioni, e, tra l'altro, impone lo smistamento nei Comuni con disponibilità di spazio. Sulle risorse si accorderanno i ministeri dell' Interno e dell' Economia, perché il costo dell' emergenza non è da scaricare sui Comuni. E nel frattempo, la rete dei centri di seconda accoglienza dello Sprar, che è il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, è stata aumentata da 13mila a 20mila posti". Nel frattempo, dalla Sicilia il Governo regionale invoca da Roma lo stato di emergenza. Nell' isola è allarme soprattutto per l'accoglienza dei minori approdati sulle coste. Si tratta di migliaia di bambini, e la loro permanenza in Sicilia non è più sostenibile per le casse dei Comuni.

Livesicilia.it

Conti in rosso, cda d'oro e troppi dipendenti 
Il buco nero delle partecipate "mangiasoldi"
L'importante è partecipare. Almeno in Sicilia. Il paradiso delle società partecipate. I numeri parlano chiaro. E dipingono un quadro imbarazzante. Solo nell'Isola lavora la metà dei dipendenti delle partecipate di tutte le Regioni ordinarie in Italia. Il doppio di quelli di tutte le altre Regioni a Statuto speciale.

Dati che fanno venire i brividi. E che sono stati messi in fila, con una relazione impietosa presentata all'Ars, dalle Sezioni di controllo della Corte dei conti. In Sicilia, passando dai confronti ai numeri, insomma, lavorano, nelle aziende a totale partecipazione regionale la bellezza di 3.328 persone. In tutte le altre Regioni a Statuto speciale, il numero complessivo è di poco superiore a 1.800. Nelle altre 15 Regioni "ordinarie" arriva a 6.720. Un numero, quest'ultimo, che la sola Sicilia però potrebbe superare con un balzo. Se solo venissero conteggiati, tra i lavoratori a carico della Regione, anche quelli della Seus: 3.386 unità. Ma l'azienda del 118 è solo, formalmente - si legge nella relazione della Corte dei conti - "compartecipata" dal pubblico. In totale, tra aziende completamente pubbliche e aziende delle quali la Regione possiede solo una quota, sono 34 le partecipate siciliane. Che danno lavoro a 7.300 dipendenti. Che sembrano non bastare mai. Nelle settimane scorse ecco i dubbi messi nero su bianco anche dalla Procura della Corte dei conti che ha indagato proprio il governatore Crocetta e il commissario di Sicilia e-Servizi Antonio Ingroia per una sessantina di assunzioni a tempo determinato nell'azienda dell'informatica. Già. Il paradiso delle società partecipate è qui.

I numeri dello scandalo

Dal 2009 al 2012, la Regione ha speso oltre un miliardo di euro, fondi pubblici destinati quasi interamente a pagare gli stipendi del personale e i compensi di manager e consulenti. Per il personale e gli organismi societari la Regione ha speso 1,18 miliardi, cifra destinata ad aumentare poiché i dati del 2012 sono incompleti. In media, la spesa per gli emolumenti è di circa 300 milioni all'anno; se quella per gli organi societari (amministratori e componenti Cda) è in calo (da 4,5 mln del 2009 a 2,9 mln del 2012), la spesa per le consulenze tra il 2001 e il 2012 è più che raddoppiata: da 12,9 mln a 27,2 mln di euro. A fronte del denaro pubblico erogato, la Corte segnala che nel triennio 2009-2011 i risultati d'esercizio aggregati di tutte le società partecipate "registrano un saldo nettamente negativo, oscillante tra i 27,8 mln e i 23,9 mln; inoltre 14 società su 34 hanno chiuso in negativo gli ultime tre bilanci.

Secondo i giudici contabili "molti trasferimenti straordinari erogati nell'ultimo quadriennio appaiono, di fatto, finalizzati a tamponare perdite ed inefficienze gestionali in una perversa logica di 'salvataggio a tutti i costi' di soggetti in evidente stato di crisi, senza le necessarie valutazioni sulle prospettive di risanamento o di riquilibrio dei conti" e in alcuni casi "gli interventi sul capitale sono stati disposti, addirittura, in prossimità della messa in liquidazione della società".

Cosa è cambiato?

Eppure, proprio nei giorni del suo insediamento, il presidente Rosario Crocetta lo aveva annunciato in "pompa magna": chiuderemo le società mangiasoldi. Basta. Tutte chiuse, nel novembre del 2012. Poi, qualche "eccezione": ne teniamo solo due. Solo quattro. Solo sei. Alla fine, la montagna ha partorito il classico topolino, come spiegano le Sezioni riunite della Corte dei Conti. Rispetto, insomma, al piano di riordino già avviato dall'ex governatore Lombardo e dall'allora assessore all'Economia Armao non è che sia cambiato molto. L'ultima Finanziaria, spiegano infatti i magistrati contabili, ha modificato il piano di riordino "Lombardo-Armao", riducendo "da 14 a 11 le aree strategiche di riferimento e disponendo il mantenimento, per ciascuna di esse, del soggetto societario di riferimento". Insomma, precisa sempre la Corte dei conti, "rispetto al piano di riordino del 2010 vengono meno i settori della ricerca (Sicilia e-ricerca) e quella delle politiche attive del lavoro (Lavoro Sicilia spa) e della promozione dell'immagine, del turismo e dell'artigianato (Sicilia turismo e Cinema spa). Si consideri - puntutalizza però la Corte - che, per queste ultime due aree già nel 2013, le anzidette società di riferimento erano state sciolte anticipatamente e poste in liquidazione con decisione dell'Assemblea straordinaria dei soci".

I fedelissimi nei cda

Cos'è cambiato quindi? Poco o nulla. Le società sono sempre lì. Con tanto di cda in carica. E qualche liquidatore. In entrambi i casi, però, ecco l'effettiva novità. Il vecchio sistema di potere lombardiano è solo stato sostituito dal nuovo. Amici e fedelissimi del governatore, infatti, iniziano a proliferare nelle società che "saranno chiuse. Diventeranno due. Diventeranno quattro". L'ex capo della segreteria tecnica e poi consulente del governatore, Stefano Polizzotto, ad esempio, è il vicepresidente dell'Ast (altri 50 mila euro lordi). Il capo di gabinetto di Rosario Crocetta, Gianni Silvia è nel Cda della Sas (24 mila euro lordi annui), mentre nel cda dell'Irfis siedono il capo della burocrazia di Palazzo d'Orleans Patrizia Monterosso e il neo "esperto" del presidente, Salvatore Parlato (già a capo della segreteria tecnica dell'allora assessore all'economia Luca Bianchi). Per entrambi "bonus" da 20 mila euro lordi annui. Il presidente, poi, ha piazzato alla presidenza della Seus (gettone da circa 30 mila euro annui) Gaetano Montalbano, uno dei suoi collaboratori più stretti e fidati (componente anche degli uffici di staff del presidente). È una dei dirigenti più apprezzati dal governatore, invece, Anna Rosa Corsello, non a caso a capo oggi di due dipartimenti (Formazione e Lavoro). Anche per lei ecco qualche incarico "extra" nelle partecipate: la bi-direttrice è incaricata di liquidare Multiservizi (incarico da 40 mila euro lordi) e Biosphera (20 mila). Loredana Lauretta, invece, è passata dagli uffici di staff del presidente a quelli del neo assessore all'Energia Calleri. Nel frattempo, ecco un incarico in Società patrimonio immobiliare (19.800 euro lordi). Un'azienda che il presidente ha - un po' a sorpresa - salvato. A svolgere il ruolo di presidente del collegio dei revisori dei conti a Gela, invece, è stata in passato Carmelina Volpe, moglie dell'attuale commissario della Provincia di Palermo Domenico Tucci. La Volpe è stata scelta da Crocetta per guidare Sviluppo Italia Sicilia (50 mila euro lordi di indennità). Nel cda di quella società, ecco l'incarico per Giancarlo Costa, nominato anche liquidatore di Sicilia Turismo e cinema (15 mila euro lordi di indennità). E sempre a proposito di liquidazioni, Antonio Ingroia - nominato anche commissario della Provincia di Trapani - è il liquidatore (ormai quasi presidente, dopo il recupero della società) di Sicilia e-Servizi (per lui indennità attuale di 50 mila euro lordi annui).

Le liquidazioni infinite

Ma proprio sulle liquidazioni, la Corte dei conti ha sottolineato i paradossi di una Regione nella quale questi processi di liquidazione possono durare persino trent'anni. "La società SIACE s.p.a - si legge infatti nella relazione - risulta in liquidazione dal 1985; delle altre, poste in liquidazione per lo più nel 2009, nel 2010 e nel 2011, nessuna è stata liquidata; ad oggi, è in chiusura solo la procedura di liquidazione della società Sicilia Hydro s.r.l., iniziata nel 2007. La legge di stabilità regionale per il 2014 prevede, ora, l'istituzione, all'interno dell'Assessorato regionale dell'Economia, di un Ufficio speciale, presso cui dovranno operare i liquidatori delle società. per la chiusura di tutte le liquidazioni in corso". Una "creazione" rivendicata anche oggi dal presidente Crocetta. Uno strumento che, però, non sembra aver convinto granché i magistrati contabili. Tutte queste criticità, infatti, sono state "refertate" dai giudici della Corte attraverso già in un'indagine che risale al 2013. "Tuttavia, - conclude la relazione - nonostante siano già decorsi i termini assegnati, ad oggi non è stata comunicato alcun intervento correttivo, né sul piano programmatico né su quello gestionale e dei controlli; così come, in riferimento alle richiamate disposizioni della legge regionale di stabilità per il corrente anno, non sono state comunicate le misure applicative adottate né è dato conoscerne lo stato di attuazione". Insomma, le colpe sullo "scandalo partecipate" non saranno certo tutte di questo governo. Ma questo governo, al di là degli annunci, ha fatto poco o nulla. Così in Sicilia, il motto è sempre attuale: l'importante è partecipare. E conviene a tutti. Tranne ai siciliani.


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