LA SICILIA
Pranzi, spuntini e corone
Ex Provincia regionale. Stilato
l'elenco delle spese di rappresentanza dell'ente nel 2013, totale
5.261 euro
E' stato reso noto l'elenco delle
spese di rappresentanza sostenute dagli organi di governo dell'ormai
ex Provincia Regionale. Un argomento per il quale - ad esempio - c'è
un ex presidente dell'ente sotto processo (Eugenio D'Orsi),
insieme ad altri 4 dirigenti imputati in un analogo procedimento
parallelo, in corso al Tribunale del capoluogo. Tra il 2010 e il 2012
la Guardia di Finanza e la Procura hanno focalizzato la loro
attenzione su presunte anomalie nella gestione di questo settore
apparentemente marginale della macchina burocratica di un qualsiasi
ente pubblico. E, a giudicare dalle cifre racimolate dal segretario e
direttore generale dell'ente Giuseppe Vella e dal responsabile del
servizio finanziario Fortunato Fabrizio Caruana, tali indagini
giudiziarie - tutte in attesa di essere giudicate dal Tribunale -
hanno quantomeno indotto i funzionari addetti, a stare molto attenti
ai soldi (pubblici) spesi. Il totale delle spese di rappresentanza
sostenute durante il 2013 dall'ex Provincia regionale ammonta a
5.261,83 euro. A chi legge - ovviamente - il giudizio se si tratti di
tanto o poco. Urge snocciolare le singole voci corrispondenti alle
occasioni in cui tali denari sono stati sborsati. Per l'ospitalità
di imprenditori britannici sono stati spesi 90 euro, per spese di
cosiddetta «tenuta conto» sono stati sborsati 186,79 euro. Da
questo punto scatta l'ora della "gastronornia", sotto
forrna di pranzi, pranzettini, stuzzichini, rinfreschi e altri
momenti conviviali attorno a una tavola o al bancone di un bar. 275
euro per un rinfresco in occasione della visita di imprenditori
inglesi; 425 euro per pranzi in occasione del blitz di questi
imprenditori britannici; 495,54 euro per un rinfresco offerto a
gruppi folk; anche i tecnici e dirigenti deil'Anas non possono
certo lamentarsi del trattamento ricevuto, con pranzi per 180 euro;
più «leggero» il rinfresco offerto agli studenti dell'istituto
Manzoni, con appena 65 euro. Il rinfresco offerto in occasione della
visita della scolaresca del Liceo Classico Ugo Foscolo e Liceo e del
Liceo Sciascia alla Biblioteca Ambrosini di Canicattì è costato 462
euro. Analogo rinfresco per la visita di altri studenti alla
Biblioteca Roncalli di Grotte è costato 440 euro. In occasione della
presentazione del libro del professor Francesco D'Orsi Meli i
commensali del rinfresco non si sono certamente lamentati, visto che
la Provincia ha speso 800 euro. I pranzi istituzionali gentilmente
offerti al deputato regionale Roberto Di Mauro eal presidente del
Consorzio Universitario sono costati solo 150. Quando gli studenti
della scuola Media Vivaldi di Porto Empedocle sono andati a visitare
il palazzo della Provincia è stato offerto loro un rinfresco per 363
euro; 407 euro per un un rinfresco alla delegazione cli paesi
europeri coinvolti nel progetto Comenius, con annessi pranzi da 150
euro, ma solo ai docenti; Non manca il »coffee break» da 22,50 euro
al bar in occasione della presentazione delle Srr. Capitolo piante e
fiori. 200 euro sono stati spesi per una corona funebre in occasione
della commemorazione del giudice Saetta e del figlio; 40 euro in meno
sono stati spesi per analogo ricordo del giudice Rosario Livatino,
120 euro di corona d'alloro per la Festa delle Forze Armate, per il
25 aprile e 150 euro per una corona d'alloro e un'orchidea per la
Festa della Repubblica e per il commiato al capo di gabinetto della
Questura Luca Burrueci.
agrigentonotizie.it
"Cerca
e trova l'abusivo", Girgenti acque promuove un concorso a premiE'
rivolto a tutti i dipendenti e collaboratori che operano presso i
punti di consegna idrici dei comuni della provincia di Agrigento,
finalizzato all'individuazione di utenze abusive. Girgenti
acque ha indetto un concorso
a premi,
rivolto a tutti i dipendenti e collaboratori che operano presso i
punti di consegna idrici dei comuni della provincia di
Agrigento,finalizzato
all'individuazione di utenze abusive.
Il concorso, intitolato proprio."Cerca
e trova l'abusivo",
ha inizio oggi e terminerà il 31 luglio. L'avviso, così come
riporta "L'Amico del popolo", è affisso all'interno della
sede della società che gestisce il servizio di distribuzione in
provincia. In
palio vi sono cinquemila euro ripartito tra i primi cinque
classificati che,
alla fine del concorso, avranno individuato e segnalato il maggior
numero di utenze abusive. "Il
primo classificato -
si legge nell'avviso - si
aggiudicherà duemila euro, il secondo 1.200 euro, il terzo 800 euro,
il quarto 600 euro e il quinto 400 euro. A tutti gli operatori che
entro il 31 luglio 2014 avranno individuato un numero di utenze non
inferiore a 20, sarà comunque corrisposto un premio pari a cento
euro, mentre chi avrà individuato oltre cento utenze abusive
riceveranno un ulteriore premio pari a mille euro".
Gds.itLa Corte dei conti: la Regione in crisi
di liquidità
Secondo la Corte dei Conti nella
situazione attuale alla Regione ci sono "rischi molto elevati
che le attuali tensioni possano a breve trasformarsi in vere e
proprie crisi di liquidità". L'allarme sui conti pubblici è
contenuta nella relazione depositata in commissione Bilancio dell'Ars
dal presidente della sezione riunita della Corte dei Conti, Maurizio
Graffeo. Il documento, approvato nella camera di consiglio del 3
giugno, è stato presentato nel corso dell'audizione in commissione
dei giudici contabili. Richiamando l'articolo 81 della Costituzione
sugli equilibri di bilancio, la Corte dei Conti solleva dubbi in
merito al percorso adottato per la manovra finanziaria del 2014.
Nella relazione depositata stamani in commissione Bilancio all'Ars, i
giudici contabili in sostanza bocciano la "finanziaria-spezzatino",
che di fatto finora ha prodotto a gennaio la manovra in buona parte
impugnata dal commissario dello Stato che ha «cassato»
provvedimenti di spesa per 440 milioni di euro e a marzo la
'manovrinà cosiddetta 'salva-stipendì.
Per i giudici «è evidente la
situazione di incompletezza dello strumento contabile per l'esercizio
2014, per larghi aspetti non in equilibrio». Un giudizio tranchant,
che suona come una sorta di ammonizione anche nei confronti del
commissario dello Stato.
Scrivono i giudici: «Non è questa la
sede in cui la Corte può esprimere le proprie valutazioni circa la
politica di bilancio impostata con tale complessa manovra, mentre
spetta ad altre istituzioni della Repubblica la competenza a vagliare
la legittimità costituzionale delle norme approvare dall'Assemblea».
«Non si possono tuttavia non esprimere
fondati timori - scrivono i giudici contabili - circa la tenuta e la
sostenibilità dell'insieme di detti strumenti contabili alla luce
del principio di equilibrio del bilancio recentemente elevato a rango
costituzionale».
I giudici insistono: «La
giurisprudenza della Consulta, come più volte messo in evidenza da
queste sezioni riunite, ha in definitiva ribadito che gli equilibri
del bilancio postulati all'art.81 della Costituzione vanno
attentamente perseguiti sia in sede previsionale, sia nel corso
dell'intera gestione, senza possibilità, peraltro, di sottovalutare
voci di spesa, pena la violazione del principio di veridicità del
bilancio».
Dunque, per la Corte dei Conti,
«pertanto destano perplessità le numerose disposizioni del ddl 724
(cosiddetta manovrina) che hanno autorizzato spese per 'assicurare il
pagamento degli emolumenti al personale utilizzato nel settore
forestale e della prevenzione degli incendi, nonchè dagli enti
sottoposti a controllo o vigilanza da parte della Regionè... 'quanto
meno per il primo semestre del 2014' anche sotto il profilo del
principio di annualità del bilancio».
Da
qui l'ammonizione anche alla commissione Bilancio dell'Ars, perchè
«neppure il momento particolarmente dedicato che attraversa le
finanze regionali. che in definitiva ha consigliato la commissione di
rinviare a una successiva legge di variazioni di bilancio il
reperimento dlele risorse necessarie a garantire, oltre che il
pagamento degli emolumenti per il secondo semestre, anche il
soddisfacimento di ulteriori emergenze che interessano numerosi
settori di intervento regionale, può consentire deroghe agli
anzidetti principi che, in effetti, avrebbero dovuto indurre a
interventi più radicali ed efficaci».
Sicilia24h.itMusumeci
: "riforma Province da abrogare"
Secondo
il deputato regionale Nello Musumeci, già candidato alla Presidenza
della Regione, occorre abrogare subito la legge di riforma delle
Province. Lo stesso Musumeci spiega : " gli unici effetti che
finora la legge ha prodotto sono caos, smarrimento, incertezza e
smembramento degli assetti territoriali. Proporrò un disegno di
legge che prevede il congelamento di ogni effetto e tre proposte di
modifica: il mantenimento delle tre Città Metropolitane, la
trasformazione delle nove Province in altrettanti Liberi Consorzi di
Comuni e la elezione diretta del solo presidente del Consorzio. Dopo
l' approvazione della Riforma, il 90 per cento dei Comuni siciliani
non ha ancora adottato alcuna iniziativa formale e non ha indetto
nessun referendum consultivo, anche per mancanza di risorse
finanziarie. Spero che anche dalla maggioranza giunga una
condivisione responsabile e improntata a realismo".
Immigrati,
Verso i 100mila...
A metà
anno, giugno, è stata superata quota 50mila. E al ministero dell'
Interno ipotizzano che altri 50 mila seguiranno fino a conclusione
del 2014. 100mila migranti sono stati oggetto della contesa tra l'
Associazione dei Comuni, l' Anci, e il ministro dell' Interno.
Piero Fassino e Angelino Alfano si sono incontrati per contenere
l'emergenza. E la ministra della Difesa, Roberta Pinotti, ha
bussato alle porte lamentando che da sola non può più sopportare il
peso della "Mare Nostrum" : servono risorse finanziarie : tra i
30 e i 35 euro al giorno per vitto ed alloggio dei migranti accolti
nei centri, poi 9 milioni e mezzo di euro al mese per i
pattugliamenti in mare, e poi i costosi voli di trasferimento, in
Italia o di rimpatrio. Alfano ha annunciato che insieme a Comuni e
Regioni sarà approntato un piano per accogliere i rifugiati che
hanno il diritto di asilo e per espellere gli altri. Poi, lo sfogo
del ministro agrigentino : "Servono soldi per Mare Nostrum. Siamo
stanchi, l'Europa non ci sta dando quelle risposte che aspettavamo.
L'operazione deve concludersi, non domattina, ma dobbiamo
individuare una via d'uscita. Non può continuare in eterno".
Piero Fassino, che rappresenta i Comuni, è più dettagliato : "il
piano sarà approvato domani nella conferenza Stato - Regioni, e,
tra l'altro, impone lo smistamento nei Comuni con disponibilità di
spazio. Sulle risorse si accorderanno i ministeri dell' Interno e
dell' Economia, perché il costo dell' emergenza non è da
scaricare sui Comuni. E nel frattempo, la rete dei centri di seconda
accoglienza dello Sprar, che è il Sistema di protezione per
richiedenti asilo e rifugiati, è stata aumentata da 13mila a 20mila
posti". Nel frattempo, dalla Sicilia il Governo regionale invoca da
Roma lo stato di emergenza. Nell' isola è allarme soprattutto per
l'accoglienza dei minori approdati sulle coste. Si tratta di
migliaia di bambini, e la loro permanenza in Sicilia non è più
sostenibile per le casse dei Comuni.
Livesicilia.it
Conti
in rosso, cda d'oro e troppi dipendenti
Il buco nero delle
partecipate "mangiasoldi"L'importante
è partecipare. Almeno in Sicilia. Il paradiso delle società
partecipate. I
numeri parlano chiaro. E dipingono un quadro imbarazzante. Solo
nell'Isola lavora la metà dei dipendenti delle partecipate di tutte
le Regioni ordinarie in Italia. Il doppio di quelli di tutte le altre
Regioni a Statuto speciale.
Dati
che fanno venire i brividi. E che sono stati messi in fila, con una
relazione impietosa presentata all'Ars,
dalle Sezioni di controllo della Corte dei conti. In Sicilia,
passando dai confronti ai numeri, insomma, lavorano, nelle aziende a
totale partecipazione regionale la bellezza di 3.328 persone. In
tutte le altre Regioni a Statuto speciale, il numero complessivo è
di poco superiore a 1.800. Nelle altre 15 Regioni "ordinarie"
arriva a 6.720. Un numero, quest'ultimo, che la sola Sicilia però
potrebbe superare con un balzo. Se solo venissero conteggiati, tra i
lavoratori a carico della Regione, anche quelli della Seus: 3.386
unità. Ma l'azienda del 118 è solo, formalmente - si legge nella
relazione della Corte dei conti - "compartecipata" dal pubblico.
In totale, tra aziende completamente pubbliche e aziende delle quali
la Regione possiede solo una quota, sono 34 le partecipate siciliane.
Che danno lavoro a 7.300 dipendenti. Che sembrano non bastare mai.
Nelle settimane scorse ecco i dubbi messi nero su bianco anche dalla
Procura della Corte dei conti che ha indagato proprio il governatore
Crocetta e il commissario di Sicilia e-Servizi Antonio Ingroia per
una sessantina di assunzioni a tempo determinato nell'azienda
dell'informatica. Già. Il paradiso delle società partecipate è
qui.
I
numeri dello scandalo
Dal
2009 al 2012, la Regione ha speso oltre un miliardo di euro, fondi
pubblici destinati quasi interamente a pagare gli stipendi del
personale e i compensi di manager e consulenti. Per il personale e
gli organismi societari la Regione ha speso 1,18 miliardi, cifra
destinata ad aumentare poiché i dati del 2012 sono incompleti. In
media, la spesa per gli emolumenti è di circa 300 milioni all'anno;
se quella per gli organi societari (amministratori e componenti Cda)
è in calo (da 4,5 mln del 2009 a 2,9 mln del 2012), la spesa per le
consulenze tra il 2001 e il 2012 è più che raddoppiata: da 12,9 mln
a 27,2 mln di euro. A fronte del denaro pubblico erogato, la Corte
segnala che nel triennio 2009-2011 i risultati d'esercizio aggregati
di tutte le società partecipate "registrano un saldo nettamente
negativo, oscillante tra i 27,8 mln e i 23,9 mln; inoltre 14 società
su 34 hanno chiuso in negativo gli ultime tre bilanci.
Secondo
i giudici contabili "molti trasferimenti straordinari erogati
nell'ultimo quadriennio appaiono,
di fatto, finalizzati a tamponare perdite ed inefficienze gestionali
in una perversa logica di 'salvataggio a tutti i costi' di soggetti
in evidente stato di crisi, senza le necessarie valutazioni sulle
prospettive di risanamento o di riquilibrio dei conti" e in
alcuni casi "gli interventi sul capitale sono stati disposti,
addirittura, in prossimità della messa in liquidazione della
società".
Cosa
è cambiato?
Eppure,
proprio nei giorni del suo insediamento, il presidente Rosario
Crocetta lo aveva annunciato in "pompa magna": chiuderemo le
società mangiasoldi. Basta. Tutte chiuse, nel novembre del 2012.
Poi, qualche "eccezione": ne teniamo solo due. Solo quattro. Solo
sei. Alla fine, la montagna ha partorito il classico topolino, come
spiegano le Sezioni riunite della Corte dei Conti. Rispetto, insomma,
al piano di riordino già avviato dall'ex governatore Lombardo e
dall'allora assessore all'Economia Armao non è che sia cambiato
molto. L'ultima Finanziaria, spiegano infatti i magistrati contabili,
ha modificato il piano di riordino "Lombardo-Armao", riducendo
"da 14 a 11 le aree strategiche di riferimento e disponendo il
mantenimento, per ciascuna di esse, del soggetto societario di
riferimento". Insomma, precisa sempre la Corte dei conti, "rispetto
al piano di riordino del 2010 vengono meno i settori della ricerca
(Sicilia e-ricerca) e quella delle politiche attive del lavoro
(Lavoro Sicilia spa) e della promozione dell'immagine, del turismo e
dell'artigianato (Sicilia turismo e Cinema spa). Si consideri -
puntutalizza però la Corte - che, per queste ultime due aree già
nel 2013, le anzidette società di riferimento erano state sciolte
anticipatamente e poste in liquidazione con decisione dell'Assemblea
straordinaria dei soci".
I
fedelissimi nei cda
Cos'è
cambiato quindi? Poco o nulla. Le società sono sempre lì. Con tanto
di cda in carica. E qualche liquidatore. In entrambi i casi, però,
ecco l'effettiva novità. Il vecchio sistema di potere lombardiano è
solo stato sostituito dal nuovo. Amici e fedelissimi del governatore,
infatti, iniziano a proliferare nelle società che "saranno chiuse.
Diventeranno due. Diventeranno quattro". L'ex capo della segreteria
tecnica e poi consulente del governatore, Stefano Polizzotto, ad
esempio, è il vicepresidente dell'Ast (altri 50 mila euro lordi). Il
capo di gabinetto di Rosario Crocetta, Gianni Silvia è nel Cda della
Sas (24 mila euro lordi annui), mentre nel cda dell'Irfis siedono il
capo della burocrazia di Palazzo d'Orleans Patrizia Monterosso e il
neo "esperto" del presidente, Salvatore Parlato (già a capo
della segreteria tecnica dell'allora assessore all'economia Luca
Bianchi). Per entrambi "bonus" da 20 mila euro lordi annui. Il
presidente, poi, ha piazzato alla presidenza della Seus (gettone da
circa 30 mila euro annui) Gaetano Montalbano, uno dei suoi
collaboratori più stretti e fidati (componente anche degli uffici di
staff del presidente). È una dei dirigenti più apprezzati dal
governatore, invece, Anna Rosa Corsello, non a caso a capo oggi di
due dipartimenti (Formazione e Lavoro). Anche per lei ecco qualche
incarico "extra" nelle partecipate: la bi-direttrice è
incaricata di liquidare Multiservizi (incarico da 40 mila euro lordi)
e Biosphera (20 mila). Loredana Lauretta, invece, è passata dagli
uffici di staff del presidente a quelli del neo assessore all'Energia
Calleri. Nel frattempo, ecco un incarico in Società patrimonio
immobiliare (19.800 euro lordi). Un'azienda che il presidente ha -
un po' a sorpresa - salvato. A svolgere il ruolo di presidente del
collegio dei revisori dei conti a Gela, invece, è stata in passato
Carmelina Volpe, moglie dell'attuale commissario della Provincia di
Palermo Domenico Tucci. La Volpe è stata scelta da Crocetta per
guidare Sviluppo Italia Sicilia (50 mila euro lordi di indennità).
Nel cda di quella società, ecco l'incarico per Giancarlo Costa,
nominato anche liquidatore di Sicilia Turismo e cinema (15 mila euro
lordi di indennità). E sempre a proposito di liquidazioni, Antonio
Ingroia - nominato anche commissario della Provincia di Trapani -
è il liquidatore (ormai quasi presidente, dopo il recupero della
società) di Sicilia e-Servizi (per lui indennità attuale di 50 mila
euro lordi annui).
Le
liquidazioni infinite
Ma
proprio sulle liquidazioni, la Corte dei conti ha sottolineato i
paradossi di una Regione nella quale questi processi di liquidazione
possono durare persino trent'anni. "La società SIACE s.p.a - si
legge infatti nella relazione - risulta in liquidazione dal 1985;
delle altre, poste in liquidazione per lo più nel 2009, nel 2010 e
nel 2011, nessuna è stata liquidata; ad oggi, è in chiusura solo la
procedura di liquidazione della società Sicilia Hydro s.r.l.,
iniziata nel 2007. La legge di stabilità regionale per il 2014
prevede, ora, l'istituzione, all'interno dell'Assessorato
regionale dell'Economia, di un Ufficio speciale, presso cui
dovranno operare i liquidatori delle società. per la chiusura di
tutte le liquidazioni in corso". Una "creazione" rivendicata
anche oggi dal presidente Crocetta. Uno strumento che, però, non
sembra aver convinto granché i magistrati contabili. Tutte queste
criticità, infatti, sono state "refertate" dai giudici della
Corte attraverso già in un'indagine che risale al 2013. "Tuttavia,
- conclude la relazione - nonostante siano già decorsi i termini
assegnati, ad oggi non è stata comunicato alcun intervento
correttivo, né sul piano programmatico né su quello gestionale e
dei controlli; così come, in riferimento alle richiamate
disposizioni della legge regionale di stabilità per il corrente
anno, non sono state comunicate le misure applicative adottate né è
dato conoscerne lo stato di attuazione". Insomma, le colpe sullo
"scandalo partecipate" non saranno certo tutte di questo governo.
Ma questo governo, al di là degli annunci, ha fatto poco o nulla.
Così in Sicilia, il motto è sempre attuale: l'importante è
partecipare. E conviene a tutti. Tranne ai siciliani.