gds.it
Agrigento,
nuovo guasto: meno acqua in cinque paesi
di
CONCETTA RIZZO
AGRIGENTO.
Acqua. Sinonimo di emergenza - specie nel periodo
estivo - nell'Agrigentino. A causa di un guasto all'acquedotto Favara
di Burgio è stata ridotta la fornitura idrica ad Agrigento, Ribera,
Cattolica Eraclea, Montallegro, Siculiana, Realmonte, Porto
Empedocle. A comunicarlo, rappresentando la possibilità di
disservizi idrici, è stata la Girgenti Acque che ha ricevuto
apposita comunicazione da Siciliacque. Da una emergenza all'altra,
dunque. Da Giardina Gallotti e Montaperto, dopo si sono registrate
numerose rotture nella condotta idrica, a Favara, dove c'è stato un
abbassamento dei livelli idrici dei serbatoi comunali, e, adesso, al
versante costiero che dalla città dei Templi giunge fino a Ribera. E
Girgenti Acque, che nelle scorse ore ha subito l'ennesimo furto,
cerca di spiegare come stanno le cose e come si sta muovendo.
Intanto, però, la società ha presentato una denuncia contro ignoti
ai carabinieri. In contrada Kaos, nella notte fra giovedì e venerdì,
una banda di malviventi ha fatto "visita" all'impianto di
sollevamento delle acque reflue. Senza essere vista, né disturbata,
la banda è riuscita a portare via - secondo la denuncia formalizzata
dalla Girgenti Acque - 10 botole di ghisa, un cancello di ferro a due
ante, due pannelli di alluminio a due ante, una canaletta di ferro di
circa un metro. I militari dell'Arma hanno già avviato le indagini.
I
Comuni fra casse vuote e debiti in aumento
La
Corte dei Conti: «l'incremento di entrate proprie non riesce a
compensare la riduzione dei trasferimenti». Passano da 22 a 26 le
amministrazioni municipali dell'isola che hanno varato forti
aumenti dei tributi per rientrare dal deficit.
Crescono i debiti fuori bilancio e le casse sono
vuote. Continua il ricorso ai prestiti per far fronte alle spese,
mentre è «estremamente elevato» il costo per il personale.
Rilevano «un preoccupante peggioramento della finanza degli enti
locali» le sezioni riunite della Corte dei Conti, presiedute da
Maurizio Graffeo, nella relazione per il giudizio di parifica della
Regione. I comuni siciliani sono soffocati dai debiti e risentono
«della consistente riduzione dei trasferimenti statali e regionali,
non compensata da un corrispondente incremento di entrate proprie, a
causa delle esigue capacità di prelievo dei territori».
I
magistrati contabili mettono sul tappeto le emergenze. Sono passati
da 22 a 26 i Comuni con i conti in rosso che, per non andare in
default ed evitare che l'ente venga commissariato, hanno accettato
pesanti piani di rientro dal deficit, che comportano tasse più alte
a carico dei cittadini. Altri 31 enti, invece, sono a rischio perché
non hanno presentato i rendiconti.
Agrigentonotizie.it
Enti
locali, Riforma Pa: la mobilitazione di Cgil Cisl e Uil
Si
terrà lunedì 7 luglio, di fronte alle Prefetture di tutta Italia,
la mobilitazione dei lavoratori degli Enti locali indetta da Fp-Cgil,
Cisl-Fp e Uil-Fpl. Una mobilitazione territoriale che, dai sit-in
alle assemblee del personale, passando per attivi regionali, porterà
in tutta Italia le proposte unitarie per una vera riforma della Pa.
"L'8
luglio scadrà il termine entro il quale il Governo avrebbe dovuto
applicare la cosiddetta legge Delrio, con un apposito Dpcm di
riattribuzione delle funzioni del sistema degli enti locali" si
legge in una nota congiunta di Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl. "Un
ritardo che ci preoccupa - aggiungono le tre federazioni sindacali
- perché mette a rischio la continuità dei servizi. In questo
modo il Governo abbandona l'unico provvedimento approvato dopo un
confronto vero e che prevede un percorso di applicazione partecipato,
a partire dalle cabine di regia, ma soprattutto l'unico che contiene
soluzioni praticabili a garanzia dell'offerta di servizi e dei
lavoratori che li offrono". Queste
le azioni concrete promosse da Cgil, Cisl e Uil di categoria: un
piano industriale per i servizi pubblici, cabine di regia per gestire
riordino e personale; costi e prestazioni standard per tutti gli enti
locali e una centrale unica di acquisto per regione; turn over
generazionale per 50mila nuovi assunti e stabilizzazione dei precari;
partecipazione di cittadini e lavoratori e piano riorganizzativo
obbligatorio in ogni ente; riapertura della contrattazione nazionale
e locale, strumento di governo e riforma della pubblica
amministrazione.
larepubblica.it
Allarme
trivelle nel Canale di Sicilia, arriva la nave di Greenpeace a
Palermo
Il
Canale di Sicilia potrebbe trasformarsi presto in un'enorme distesa
di pozzi e piattaforme petrolifere, con danni inquantificabili
all'ambiente, al turismo e all'economia dell'Isola. La denuncia
viene direttamente da Greenpeace che da stamattina fino a domani sera
è al porto di Palermo con la sua Rainbow Warrior, la storica nave
che dal 1978 solca i mari di tutto il mondo per condurre battaglie
pacifiche a favore dell'ambiente. Il quadro illustrato
dall'associazione è allarmante: sono circa 20 le autorizzazioni in
via di concessione da parte del ministero dell'Ambiente per
altrettante operazioni di ricerca ed estrazione del petrolio a largo
della costa che va da Marsala a Siracusa. Concessioni per piattaforme
petrolifere che si troverebbero a poco più di 20 chilometri dalla
riva e, il più delle volte, a poca distanza da aree protette e
riserve naturali. "Ci sono vergognose omissioni nel decreto
ministeriale che ha sancito la compatibilità ambientale delle nuove
trivellazioni nel Canale di Sicilia - denuncia Alessandro Giannì,
direttore delle campagne di Greenpeace - non sono stati valutati i
rischi di incendi sulle piattaforme, di frane del sottosuolo marino,
di dispersione di petrolio in mare, si pongono le basi per un
disastro ambientale nel Mediterraneo. Abbiamo già avviato la
procedura per presentare ricorso al Tar, ma i tempi stringono e
abbiamo bisogno dell'aiuto delle amministrazioni locali e delle
associazioni di categoria". Restano poco più di 20 giorni per
fermare il decreto ministeriale che, in mancanza di ricorsi, si
trasformerà in legge dando il via libera alle prime trivellazioni
del progetto "Offshore Ibleo" dell'Eni, a largo della costa tra
Gela e Licata. Un progetto "monstre" che prevede otto pozzi,
gasdotti e una piattaforma in mare, oltre che infrastrutture di terra
proprio dentro l'area protetta di Biviere di Gela. "Il via libera
alle trivellazioni - spiega Giannì - creerebbe immediatamente un
effetto domino su tutte le altre autorizzazioni al vaglio del
ministero". Greenpeace fa appello quindi ai sindaci dei comuni
interessati e anche a Leoluca Orlando, in qualità di presidente
dell'Anci Sicilia, che ha espresso il suo appoggio alla denuncia
presentata da Greenpeace e assicurato che si farà portavoce presso i
comuni interessati della necessità di presentare un ricorso contro
il decreto. Greenpeace denuncia anche l'atteggiamento del
presidente della Regione Rosario Crocetta. "Nell'autunno 2012, in
piena campagna elettorale - attacca Giannì - Crocetta si fece
portavoce del nostro appello "U mari un si spirtusa" contro le
trivelle in Sicilia. La Regione nel maggio dell'anno scorso diede
anche parere negativo contro il progetto dell'Eni "Offshore
Ibleo". Non sappiamo cosa sia successo in dodici mesi che abbia
fatto cambiare idea a Crocetta, ma fa riflettere il fatto che il
governatore siciliano abbia firmato lo scorso 4 giugno, il giorno
stesso della pubblicazione del decreto che autorizza il piano
dell'Eni, un'intesa con Assomineraria, Edison, Irminio e la
stessa Eni per lo sfruttamento delle risorse minerarie dell'Isola .
Ovviamente sulla Regione non possiamo più contare. Tocca ai sindaci
dei territori coinvolti, e alle associazioni, intervenire subito per
fermare questa follia".