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Rassegna stampa del 5, 6, 7 luglio 2014

gds.it Agrigento, nuovo guasto: meno acqua in cinque paesi di CONCETTA RIZZO AGRIGENTO. Acqua. Sinonimo di emergenza - specie nel periodo estivo - nell'Agrigentino. A causa di un guasto all'acquedotto Favara di Burgio è stata ridotta la fornitura idrica ad Agrigento, Ribera, Cattolica Eraclea, Montallegro, Siculiana, Realmonte, Porto Empedocle. A comunicarlo, rappresentando la possibilità di disservizi idrici, è stata la Girgenti Acque che ha ricevuto apposita comunicazione da Siciliacque. Da una emergenza all'altra, dunque. Da Giardina Gallotti e Montaperto, dopo si sono registrate numerose rotture nella condotta idrica, a Favara, dove c'è stato un abbassamento dei livelli idrici dei serbatoi comunali, e, adesso, al versante costiero che dalla città dei Templi giunge fino a Ribera. E Girgenti Acque, che nelle scorse ore ha subito l'ennesimo furto, cerca di spiegare come stanno le cose e come si sta muovendo. Intanto, però, la società ha presentato una denuncia contro ignoti ai carabinieri. In contrada Kaos, nella notte fra giovedì e venerdì, una banda di malviventi ha fatto "visita" all'impianto di sollevamento delle acque reflue. Senza essere vista, né disturbata, la banda è riuscita a portare via - secondo la denuncia formalizzata dalla Girgenti Acque - 10 botole di ghisa, un cancello di ferro a due ante, due pannelli di alluminio a due ante, una canaletta di ferro di circa un metro. I militari dell'Arma hanno già avviato le indagini.

I Comuni fra casse vuote e debiti in aumento La Corte dei Conti: «l'incremento di entrate proprie non riesce a compensare la riduzione dei trasferimenti». Passano da 22 a 26 le amministrazioni municipali dell'isola che hanno varato forti aumenti dei tributi per rientrare dal deficit. Crescono i debiti fuori bilancio e le casse sono vuote. Continua il ricorso ai prestiti per far fronte alle spese, mentre è «estremamente elevato» il costo per il personale. Rilevano «un preoccupante peggioramento della finanza degli enti locali» le sezioni riunite della Corte dei Conti, presiedute da Maurizio Graffeo, nella relazione per il giudizio di parifica della Regione. I comuni siciliani sono soffocati dai debiti e risentono «della consistente riduzione dei trasferimenti statali e regionali, non compensata da un corrispondente incremento di entrate proprie, a causa delle esigue capacità di prelievo dei territori».
I magistrati contabili mettono sul tappeto le emergenze. Sono passati da 22 a 26 i Comuni con i conti in rosso che, per non andare in default ed evitare che l'ente venga commissariato, hanno accettato pesanti piani di rientro dal deficit, che comportano tasse più alte a carico dei cittadini. Altri 31 enti, invece, sono a rischio perché non hanno presentato i rendiconti.
Agrigentonotizie.it
Enti locali, Riforma Pa: la mobilitazione di Cgil Cisl e Uil
Si terrà lunedì 7 luglio, di fronte alle Prefetture di tutta Italia, la mobilitazione dei lavoratori degli Enti locali indetta da Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl. Una mobilitazione territoriale che, dai sit-in alle assemblee del personale, passando per attivi regionali, porterà in tutta Italia le proposte unitarie per una vera riforma della Pa. "L'8 luglio scadrà il termine entro il quale il Governo avrebbe dovuto applicare la cosiddetta legge Delrio, con un apposito Dpcm di riattribuzione delle funzioni del sistema degli enti locali" si legge in una nota congiunta di Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl. "Un ritardo che ci preoccupa - aggiungono le tre federazioni sindacali - perché mette a rischio la continuità dei servizi. In questo modo il Governo abbandona l'unico provvedimento approvato dopo un confronto vero e che prevede un percorso di applicazione partecipato, a partire dalle cabine di regia, ma soprattutto l'unico che contiene soluzioni praticabili a garanzia dell'offerta di servizi e dei lavoratori che li offrono". Queste le azioni concrete promosse da Cgil, Cisl e Uil di categoria: un piano industriale per i servizi pubblici, cabine di regia per gestire riordino e personale; costi e prestazioni standard per tutti gli enti locali e una centrale unica di acquisto per regione; turn over generazionale per 50mila nuovi assunti e stabilizzazione dei precari; partecipazione di cittadini e lavoratori e piano riorganizzativo obbligatorio in ogni ente; riapertura della contrattazione nazionale e locale, strumento di governo e riforma della pubblica amministrazione.
larepubblica.it Allarme trivelle nel Canale di Sicilia, arriva la nave di Greenpeace a Palermo
Il Canale di Sicilia potrebbe trasformarsi presto in un'enorme distesa di pozzi e piattaforme petrolifere, con danni inquantificabili all'ambiente, al turismo e all'economia dell'Isola. La denuncia viene direttamente da Greenpeace che da stamattina fino a domani sera è al porto di Palermo con la sua Rainbow Warrior, la storica nave che dal 1978 solca i mari di tutto il mondo per condurre battaglie pacifiche a favore dell'ambiente. Il quadro illustrato dall'associazione è allarmante: sono circa 20 le autorizzazioni in via di concessione da parte del ministero dell'Ambiente per altrettante operazioni di ricerca ed estrazione del petrolio a largo della costa che va da Marsala a Siracusa. Concessioni per piattaforme petrolifere che si troverebbero a poco più di 20 chilometri dalla riva e, il più delle volte, a poca distanza da aree protette e riserve naturali. "Ci sono vergognose omissioni nel decreto ministeriale che ha sancito la compatibilità ambientale delle nuove trivellazioni nel Canale di Sicilia - denuncia Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace - non sono stati valutati i rischi di incendi sulle piattaforme, di frane del sottosuolo marino, di dispersione di petrolio in mare, si pongono le basi per un disastro ambientale nel Mediterraneo. Abbiamo già avviato la procedura per presentare ricorso al Tar, ma i tempi stringono e abbiamo bisogno dell'aiuto delle amministrazioni locali e delle associazioni di categoria". Restano poco più di 20 giorni per fermare il decreto ministeriale che, in mancanza di ricorsi, si trasformerà in legge dando il via libera alle prime trivellazioni del progetto "Offshore Ibleo" dell'Eni, a largo della costa tra Gela e Licata. Un progetto "monstre" che prevede otto pozzi, gasdotti e una piattaforma in mare, oltre che infrastrutture di terra proprio dentro l'area protetta di Biviere di Gela. "Il via libera alle trivellazioni - spiega Giannì - creerebbe immediatamente un effetto domino su tutte le altre autorizzazioni al vaglio del ministero". Greenpeace fa appello quindi ai sindaci dei comuni interessati e anche a Leoluca Orlando, in qualità di presidente dell'Anci Sicilia, che ha espresso il suo appoggio alla denuncia presentata da Greenpeace e assicurato che si farà portavoce presso i comuni interessati della necessità di presentare un ricorso contro il decreto. Greenpeace denuncia anche l'atteggiamento del presidente della Regione Rosario Crocetta. "Nell'autunno 2012, in piena campagna elettorale - attacca Giannì - Crocetta si fece portavoce del nostro appello "U mari un si spirtusa" contro le trivelle in Sicilia. La Regione nel maggio dell'anno scorso diede anche parere negativo contro il progetto dell'Eni "Offshore Ibleo". Non sappiamo cosa sia successo in dodici mesi che abbia fatto cambiare idea a Crocetta, ma fa riflettere il fatto che il governatore siciliano abbia firmato lo scorso 4 giugno, il giorno stesso della pubblicazione del decreto che autorizza il piano dell'Eni, un'intesa con Assomineraria, Edison, Irminio e la stessa Eni per lo sfruttamento delle risorse minerarie dell'Isola . Ovviamente sulla Regione non possiamo più contare. Tocca ai sindaci dei territori coinvolti, e alle associazioni, intervenire subito per fermare questa follia".

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