LA SICILIA
Un tabulato contro D'orsi
Udienza con colpo di scena iei
mattina nel processo all'ex presidente della Provincia regionale
Il Pm ritiene che sia stato
l'imputato a telefonare al coindagato Angelo Tedesco e non il
contrario
FRANCESCO DI MARE
Colpi di scena a ripetizione nel
processo a carico dell'ex presidente dell'ex Provincìa regionale
Eugenio D'orsi, in corso al Tribunale dinanzi al primo collegio
presieduto dal giudice Giuseppe Melisenda Giambertorii, a latere
Genna e Contini. D'Orsi è imputato di peculato, abuso d'ufficio,
concussione. Ieri erano in programma le deposizioni altri testi. I
soliti Zard, l'avvocato Sinatra titolare dell'hotel Della Valle e
Joseph Mifsud del Consorzio Universitario. Erano tutti assenti, ma se
per Mifsud e Zard c'è stato il consueto problema del rintraccio,
per Sinatra è stato disposto l'accompagnamento coatto per la
prossima udienza, dopo un ennesimo tentativo di rintracciarlo anche
in albergo, da parte degli avvocati di D'Orsi, Giuseppe Scozzari e
Daniela Posante. Presente in aula come teste della difesa è stato il
deputato regionale Roberto Di Mauro, il quale ha confermato di essere
amico di D'Orsi, di averlo indicato come candidato alla presidenza
della Provincianel 2008, al posto di un noto
professionista del luogo di cui però Di Mauro ha curiosamente
preferito non indicare il nome. Il politico ha rievocato i rapporti
tra D'Orsi e l'architetto Vincenzo Buono. «Buono aveva invitato
solo noi due al suo matrimonio a Brunico, ma ci andi solo io» Il
clou lo ha riservato l'escussione di Angelo Tedesco. D'Orsi e
Tedesco furono iscrittì sul registro degli indagatì per l'ipotesi
di reato di tentata corruzione in arti giudiziari. Tutto è nato
dalla denuncia presentata dallo stesso D'Orsi circa un presunto
tentativo di corruzione che avrebbe subito prima dell'udienza del
14 maggio scorso da Vincenzo Vecchio, attraverso un intermediario,
appunto Tedesco. Coimputato di reato connesso, l'applicato della
scuola di Licata che fece conoscere D'Orsi e Vecchio si è dunque
presentato in aula, con l'avvocato Ignazio Valenza a cui il pm
Ignazio Fonzo ha «contestato» l'incompatibilità, essendo anche
il legale di Vecchio. Da qui la necessità per Tedesco di trovarsi un
altro avvocato, Luigi Troja. Alla ripresa il procuratore Fonzo -
tabulato dei carabinieri alla mano - ha contestato a Tedesco che
sarebbe stato D'Orsi a telefonargli e non il contrario, come
riaffermato dallo stesso Tedesco dinanzi al Collegio. La difesa ha
reagito, chiedendo un termine per leggere cosa avesse prodotto Fonzo.
Il collegio ha disposto che il pm depositi in tribunale i tabulati
del 7 maggio scorso, raccolti dai carabinieri. In occasione
dell'udienza del 20 ottobre, proseguirà l'escussione di Tedesco,
verranno sentiti Sinatra - accompagnato coattivamente in Tribunale -
Zard e Mifsud.
GIORNALE DI SICILIA
ROTAZIONE. La struttura defL'ente
è stata ora ridefinita in quattro direzioni d'area, dieci
direzioni di settore
Ex ProvIncia, cambia l'assetto Staff
dirigenziale «nmodulato»
Cambia l'assetto burocratico dell'ex
Provincia, oggi Libero consorzio comunale. Il commissario
straordinario, Benito Infurnari, ha rimodulato lo staff dirigenziale,
dopo il collocamento in pensione di due funzionari. Nominati i nuovi
capi area. La struttura dell'ente è stata ridefinita in 4
direzioni d'area, 10 direzioni di settore oltre alla direzioni
"Grande progetto aeroporto" e "Grande progetto energìa". I
due dipendenti che sono andati in pensione si occupavano delle
direzioni dell'area 'Patrimonio, ambiente, infrastrutture, gare,
contratti e concessioni, servizi di programmazione e progettazione"
e dei settori "Infrastrutture stradali" e "Attività culturali
e sportive". Il commissario ha ritenuto utileprocedere alla
rivisitazione degli incarichi dirigenziali in modo da ottimizzare
l'impiego delle risorse umane in relazione alle caratteristiche dei
programmi da attuare e dei servizi da svolgere attribuendo ai
dirigenti in servizio la responsabilità anche dei servizi facenti
parte delle articolazioni organizzative dirette dai dirigenti
collocati a riposo. Quindi, al settore Ambiente, territorio,
politiche comunitarie e giardino botanico, sono stati accorpati i
servizi del settore infrastrutture stradali - progettazione e
programmazione, ed i servi Gare, contratti, concessioni ed
espropriazioni. Al settore Edilizia e patrimonio è stato accorpato
il servizio "Espropriazioni",al settore Solidarietà sociale,
politiche della famiglia e pari opportunità vengono accorpati i
servizi: gare, contratti e concessioni, ed infine al settore Stampa,
Urp, comunicazione, accoglienza e cerimoniale è stato accorpato il
settore attività culturali e sportive. Ecco i dirigenti incaricati:
Bernardo Barone si occuperà della direzione del settore Ambiente e
territorio, Gaetano Gucciardo del settore Edilizia gestione
patrimoniale ed espropriazioni, Teresa De Leo di Solidarietà
sociale, Ignazio Gennaro di Stampa, Urp e comunicazione. La direzione
del settore Grande progetto aeroporto e del Grande progetto Energia è
stata affidata a Gaetano Gucciardo che si occuperà anche del piano
triennale delle opere pubbliche. In sede di approvazione del piano
esecutivo di gestione, si provvederà a rideterminare le indennità
di posizione dei singoli dirigenti che avendo maggiori responsabilità
otterranno uno stipendio piè cospicuo. PAPI
Nuovo Infopoint nella Valle
Un nuovo punto informativo nelcuore
della Valle dei Templi lo ha realizzatol'Urp del Libero consorzio
di comuni, ex Provincia ed entrerà in funzione nei prossimi giorni.
Il punto informativo è collocato nel piazzale di Porta V uno dei
punti piu importanti e di maggiore rilevanza strategica per il flusso
turistico dell' intera area archeologica. Il nuovo ufficio
informazioni consi te in un elegante gazebo in legno realizzato in
armonia con i manufatti gia preesistenti nello stesso piazzale V
conformandosi quindi al contesto paesaggistico circostante. Come è
noto il piazzale di Porta V costituisce uno snodo cruciale nel flusso
turistico e nel traffico camperistico verso la Valle dei Templi e in
quella zona infatti che non solo sono collocate le aree di sosta e di
parcheggio per i turisti ma anche e biglietterie di ingresso dell'
Ente Parco ed i punti vendita gestiti da privati a servizio dei
visitatori della Valle. LOG
Gds.it Crolla un
ponte sulla statale, tragedia sfiorata nell'Agrigentino: feriti
Tragedia
sfiorata nell'agrigentino: le carreggiate di un ponte si sono piegate
verso il basso a causa di un cedimento strutturale, toccando il fondo
da un'altezza di quattro metri. Il collassamento del viadotto ha
provocato due incidenti che hanno coinvolto tre automobili: quattro i
feriti lievi, tra i quali una donna incinta. L'Anas ha istituito
immediatamente una commissione d'indagine: dai primi accertamenti la
causa del crollo sembrerebbe imputabile ad una rottura delle travi in
cemento armato precompresso che sostenevano l'impalcato. Intanto la
Procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta, coordinata dal sostituto
procuratore Carlo Cinque. Il crollo è avvenuto in contrada Petrulla,
in territorio di Licata, sulla statale 626 che collega Campobello di
Licata, Ravanusa, Canicattì. A farne le spese è stata soprattutto
una Fiat Punto - con a bordo due donne di Delia - che stava
transitando sul cavalcavia ed è pertanto finita sul fondo. Secondo
la ricostruzione di carabinieri e polizia la conduttrice della
vettura, rimasta lievemente contusa, è riuscita ad accelerare
raggiungendo l'altra parte del viadotto, come se fosse sulla montagne
russe di una luna park. Con lei una donna incinta che in via
precauzionale è stata portata in elisoccorso all'ospedale San'Elia
di Caltanissetta. Subito dopo un'altra automobile ha tamponato una
vettura che la precedeva, che ha frenato bruscamente. Due i feriti
lievi. Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, che si trovava ad
Agrigento per partecipare in Prefettura ad un
verticesull'immigrazione e sull'emergenza furti di cavi di rame, ha
subito contattato il capo della Protezione civile nazionale e il
corpo nazionale dei vigili del fuoco. Il ministro delle
Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha assicurato che saranno «appurate
tutte le responsabilità», ricordando che ad Anas per la
manutenzione straordinaria di ponti, viadotti e gallerie sono stati
assegnati 650 milioni e che i primi 100 interventi sono già stati
appaltati. La rottura delle travi, spiega l'Anas, è avvenuta «senza
che si fossero manifestate deformazioni evidenti e tali da
preannunciare l'imminente crollo: nessun segnale di possibile
cedimento, peraltro, era emerso neppure nei recenti interventi di
manutenzione sia ordinaria che straordinaria che hanno interessato il
viadotto negli anni scorsi, con l'adeguamento delle barriere di
sicurezza e, ancor più di recente, con la sostituzione dei giunti di
dilatazione». Il 2 febbraio dello scorso anno, lungo la statale 115
che collega Agrigento con Sciacca, in territorio di Ribera, crollò
una porzione del viadotto Verdura. Il ponte, allora, si squarciò a
metà. In quell'occasione non si registrarono feriti solo perchè
qualche ora prima un'automobilista aveva segnalato un avvallamento e
il ponte, in via precauzionale, era stato chiuso al traffico dalla
polizia stradale.
Sicilia24h.it
Girgenti
acque, si dimette l'ingegnere Giuseppe Carlino
Girgenti
acque, l'ente gestore delle risorse idriche e della depurazione in
quasi tutta la provincia di Agrigento, perde un altro pezzo
importante della sua storia.e, co. Infatti, dopo le di Carmelo
Salamone, ex amministratore dell'azienda, arrivano le dimissioni
dell'ingegnere Giuseppe Carlino, che lascia la carica di direttore
generale con delega agli investimenti. Girgenti acque non ha ancora
ufficializzato e resa pubblica la decisione del Consiglio di
amministrazione, di qualche giorno fa, di accettare le dimissioni
dell'ormai ex direttore. A sostituire quest'ultimo, secondo
alcune indiscrezioni, dovrebbe essere il dottor Ponzo. "Lascio
-
ci dice l'ingegnere Carlino - per
ragioni personali. Ringrazio per la fiducia che mi è stata data sul
mio operato all'interno dell'azienda dal momento più difficile
del suo avviamento ad oggi".
GRANDANGOLOAGRIGENTO.IT
Girgenti
acquequalcosa non quadra: si dimette anche l'ingegnere Giuseppe
Carlino
Girgenti
acque, l'ente gestore delle risorse idriche e della depurazione in
quasi tutta la provincia di Agrigento, subisce un'altra importante
defezione. Infatti, dopo le di Carmelo Salamone, ex
amministratore dell'azienda, arrivano le dimissioni dell'ingegnere
Giuseppe Carlino, che lascia la carica di direttore generale con
delega agli investimenti. Girgenti acque non ha ancora ufficializzato
e resa pubblica la decisione del Consiglio di amministrazione, di
qualche giorno fa, di accettare le dimissioni dell'ormai ex
direttore. La vicenda si lega strettamente con quella delle
dimissioni di Marco Campione durate meno di 24 ore. Rientrato
Campione che è tornando in sella di Girgenti acque, è stato
disarcionato Carlino. A sostituire quest'ultimo, secondo alcune
indiscrezioni, dovrebbe essere il dottor Ponzo. "Lascio - ci dice
l'ingegnere Carlino - per ragioni personali. Ringrazio per la
fiducia che mi è stata data sul mio operato all'interno
dell'azienda dal momento più dif icile del suo avviamento ad
oggi". Dichiarazione assolutamente diplomatica che tuttavia non
lascia alle spalle i dubbi e i sospetti su una vicenda, quella di
Girgenti acque che si ingarbuglia sempre di più.
Agrigento. Processo ad Eugenio D'Orsi: durissimo scontro Scozzari - Fonzo
Ancora una
udienza carica di tensioni e fibrillazioni quella odierna che ha
visto scontrarsi frontalmente il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e
l'avvocato Giuseppe Scozzari, difensore dell'ex presidente della
Provincia, Eugenio D'Orsi. Davanti al Tribunale presieduto da
Giuseppe Melisenda Giambertoni, a latere Michele Còntini e Agata
Anna Genna, si è consumato l'ennesimo scontro. D'Orsi come è
noto, è sotto processo per tutta una serie di abusi che sarebbero
stati commessi mentre era presidente della Provincia di Agrigento.
Uno, in particolare, è legato all'attività dell'imprenditore
Vincenzo Vecchio che avrebbe effettuato lavori nella villa di D'Orsi
senza essere stato pagato. O meglio, Vecchio, in una prima
dichiarazione ha detto di essere stato pagato. In una seconda
dichiarazione, sempre davanti al Tribunale, ha negato di essere stato
retribuito per i lavori svolti perché in cambio avrebbe dovuto
ottenere un posto di lavoro per il figlio. Nel mezzo di questa
divergente dichiarazione, il fatto nuovo: un conoscente di D'Orsi,
l'assistente amministrativo di una scuola di Licata Angelo Tedesco,
avrebbe contattato il presidente D'Orsi su incarico del Vecchio,
per ricordargli di una promessa fatta, ossia la sistemazione del
figlio. E su questo fatto è nato lo scontro. Tedesco in udienza ha
detto di avere contattato D'Orsi per ricordargli quanto sollecitato
da Vecchio. La Procura, presente in aula con il procuratore aggiunto,
Ignazio Fonzo e il sostituto Carlo Cinque, ha fatto rilevare che non
è stato Tedesco a chiamare D'Orsi bensì è accaduto il contrario.
E, il procuratore aggiunto Fonzo ha specificato che tutto questo è
emerso dalle verifiche dei tabulati telefonici. A questo punto è
scattata la reazione dell'avvocato difensore di D'Orsi, Giuseppe
Scozzari sbottando: "È contrario alla Costituzione utilizzare gli
atti di un'altra indagine che la difesa non conosce". L'aggiunto
Fonzo non ha perso un solo istante: "Non dica cose errate perché
chiedo la trasmissione degli atti". Insomma, un momento processuale
durissimo ricomposto a fatica. La vicenda si innesta nel processo a
carico di D'Orsi per gli abusi e che ha visto l'imprenditore
Vecchio prima testimoniare a favore e poi contro D'Orsi.
Quest'ultimo, dopo il colloquio con Tedesco, pensò bene di
presentare denuncia contro l'imprenditore. Ed alla fine, la Procura
ha aperto un nuovo procedimento contro Vecchio, D'Orsi e Fontana
per corruzione in atti giudiziari. Il 20 ottobre si torna in aula ma
già da adesso, il Tribunale ha acquisito i tabulati telefonici
indicati dal procuratore aggiunto, Fonzo.
Livesicilia.it
Privilegiati
e con stipendi d'oro. La Sicilia paradiso dei dirigenti
PALERMO
- La fotografia, più o meno, è sempre quella. L'istantanea di ciò
che non cambia mai. A
parte qualche faccia. Qualche nome. Ma resta il dato. Anzi, i dati. A
descrivere uno degli effetti più "concreti" dell'autonomia
siciliana. Una pubblica amministrazione enorme. E in molti casi,
privilegiata.
Per
carità, in tanti storceranno il naso. E
parleranno di populismo. E ricorderanno che "la Sicilia svolge
ruoli che altrove vengono svolti dallo Stato". Certo. Sacrosanto.
Vero, solo in parte. Perché i numeri raccontano una verità che,
quasi ogni anno, imbarazza un po'. E giustifica, in un certo senso,
persino le esagerazioni dei giornali e delle tv. I
numeri in questione, ad esempio, sono quelli forniti dalla Corte dei
conti, in occasione del giudizio di parifica dell'esercizio 2013. E
basterebbe un dato per chiuderla qui. In Sicilia lavora un terzo dei
dirigenti di tutta la Penisola. Un terzo, solo qui. In una sola delle
Regioni italiane. Sono 1.813 i dirigenti della Regione. Mentre il
personale non dirigenziale ammonta a 15.725 unità. Insomma, un
dirigente "dirige" un'orchestra composta in media fa 8,67
funzionari o istruttori. Un lusso, tutto siciliano. Se si pensa che
il numero complessivo dei dirigenti delle Regioni ordinarie è di
poco superiore a quello della sola Sicilia (2.172 unità), a fronte
di 36 mila dipendenti non-dirigenti. In questo caso, il rapporto tra
dirigenti e dipendenti "semplici" è addirittura di 1 a 16. Sarà
colpa dello Statuto speciale? Pare proprio di no, considerato il
fatto che per le altre Regioni non ordinarie, il rapporto sale
ancora: un dirigente su 19 dipendenti. Ma
non è solo una questione di numeri. "Tra
le anomalie più risalenti - scrive infatti la Corte dei Conti -
permane, ancora, la clausola di salvaguardia prevista dall'art. 42
del contratto collettivo di lavoro regionale della dirigenza a
garanzia della retribuzione dei dirigenti coinvolti nei percorsi di
riforma organizzativa". Per farla breve, i dirigenti che vengono
"disarcionati" dalla guida di un ufficio per moltivi
organizzativi o di semplice spoil system, in base a questa norma
devono ricevere un incarico di pari livello, anche dal punto di vista
economico. Una norma, scrivono i giudici contabili, che va "in
controtendenza rispetto agli indirizzi legislativi nazionali, che,
invece, hanno previsto la sostanziale abolizione degli analoghi
istituti di salvaguardia". Un privilegio tutto siciliano, insomma
anche questo. E
per i giudici contabili, oltre a essere tanti e a essere destinatari
di provilegi anacronistici, i dirigenti (ma
il discorso è allargato anche ai dipendenti del comparto) costano
pure parecchio. "La spesa complessiva per i soli emolumenti
fondamentali del personale (dirigenziale e del comparto) a tempo
indeterminato fa registrare nel 2013 una lievissima flessione
(-0,5%), che si aggiunge a quella più significativa del 2012 (pari
al 4,1% rispetto al 2011), ma resta assai sostenuta in riferimento ai
valori assoluti assunti negli anni". Spesa dovuta ovviamente agli
stipendi dei dirigenti. Ma quanto guadagnano, davvero, i dirigenti
della Regione siciliana? La Corte dei conti illustra alcuni "dati
medi". Stipendi che si basano su un trattamento "fondamentale"
e uno accessorio. La media per i dirigenti della Regione ammonta a 62
mila euro annui per il primo e quasi 21 mila euro per il secondo.
Insomma, lo "stipendio medio" del dirigente regionale è di circa
83 mila euro annui. Somme assai lontane, invece, da quelle destinate
ai dipendenti del cosiddetto "comparto" (cioè ai "non
dirigenti). Per loro, spesso fiondati nel calderone dei privilegi,
ecco un trattamento economico "medio" complessivo di 29 mila euro
annui. Spese "sostenute", spiega la Corte. Nonostante i tentativi
di riduzione nel salario dei regionali. I numeri, invece, raccontano
altro: "La flessione in termini assoluti della spesa complessiva
per le retribuzioni registrata nel 2013 - scrivono i giudici
contabili - è poco significativa (1,5%, al netto dei pagamenti
relativi ad anni precedenti), da imputarsi a fattori contingenti e al
lieve calo del dato occupazionale; d'altra parte, ciò non appare
del tutto fisiologico e proporzionato, atteso che i valori della
retribuzione media pro-capite segnano complessivamente solo una
lievissima flessione, e che la voce aggregata relativa agli
emolumenti medi fondamentali del personale a tempo indeterminato
registra addirittura un incremento (+1,6%)".
Eppure,
nonostante questa "spesa sostenuta" per le retribuzioni, la Corte
segnala anche una disparità di trattamento tra i dirigenti generali
interni ed esterni. La
Regione non ha aumentato il numero di questi ultimi, confermando i
tre presenti già l'anno scorso (Monterosso, Palma e Lupo). Ma
secondo i giudici contabili, appunto, "continua a sussistere una
particolare diversità di trattamento economico, poiché gli
emolumenti di quelli interni all'Amministrazione regionale sono
previsti dal contratto collettivo di lavoro, mentre quelli attribuiti
agli esterni sono oggetto di libera determinazione entro un limite
massimo, pari a 250 mila euro per anno". Questa diversità, a dire
il vero, dovrebbe essere stata superata dalla norma voluta proprio da
Crocetta, che fissa a 160 mila euro (ma solo della parte imponibile)
lo stipendio dei dirigenti. "Il limite vale anche per gli esterni",
ribadisce il governatore. Un fatto che non "torna", almeno fino a
ieri, alla Corte dei conti. Che fotografa la stessa immagine. Ogni
anno. Solo qualche faccia nuova. Anzi, nemmeno quella. Solo l'uno per
cento dei dipendenti regionali, a leggere bene i soliti freddi
numeri, ha meno di 35 anni.