GIORNALE DI SICILIA
ENTI PUBBLICI Redazione del piano
provinciale di emergenza di Protezione civile
Ex Provincia, contenzioso coi
tecnici
Cimino: «L'arbitrato chiesto da
noi»
Intervento dell'architetto Alfonso
Cimino, capogruppo di un raggruppamento di professionisti, sul bando
della Provincia per la nomina di un arbitro che dovrà dirimere il
contenzioso proprio con il team di architetti perla redazione del
piano provinciale di emergenza di Protezione civile. «Nei tempi e
nei modi stabiliti del disciplinare di incarico, nell'ottobre del
2007 —spiega Cimino — l'associazione ha redatto e presentato
nell'agosto del 200811 piano di massima. Nel novembre 2009, ha
consegnato all'amministrazione provinciale e presentato al Comitato
provinciale di protezione il nuovo piano. Nell'aprile 2011 è stato
consegnato il piano esecutivo all'amministrazione provinciale. Nel
novembre 2011, dopo 4 anni di assenza istituzionale, dei preposti
della Provincia, mi sono visto costretto ad inoltrare una richiesta
di definizione e di approvazione del piano e l'amministrazione
provinciale, anziché procedere ad un contraddittorio con il
professionista, al solo fine di adottare un piano utile per il
territorio provinciale e per i suoi cittadini, ha innescato un
contenzioso estenuante che, mi ha costretto a richiedere nel novembre
2013 apposita autorizzazione di costituzione di un collegio arbitrale
per la definizione della controversia a causa delle inadempienze
contrattuali dei preposti della Provincia, L'amministrazione
Provinciale, solo, nel marzo 2014 ha autorizzato la costituzione del
collegio arbitrale. Nel luglio 2014, ci ritroviamo la pubblicazione
di un avviso pubblico per la scelta di un Arbitro, in quota alla
Provincia, con delle illegittime e non veritiere motivazioni:
'l'arbitro di parte dovrà curare la risoluzione contrattuale nei
confronti dell'associazione temporanea di professionisti, a causa
delle inadempienze e violazioni in cui è incorsa, durante la
redazione del Piano Provinciale di Emergenza di Protezione Civile"
che sembrano voler condizionare la doverosa imparzialità che dovrà
avere l'Arbitro scelto dalla Provincia. (PAPI)
PUBBLICA ISTRUZIONE Cinque giorni
prima dell'inizio dell'anno scolastico 2012/2013, l'istituto
venne dichiarato inagibile poiché costruito con cemento depotenziato
IL "FERMI" PRONTO A RIAPRIRE
Cinque giorni prima dell'inizio
dell'anno scolastico 2012/2013, l'edificio che ospitava l'Ipia
Fermi - in via Piersanti Mattarella, nella zona di Agrigento bassa
- veniva dichiarato inagibile poiché costruito con cemento
depotenziato. Due anni dopo - anni caratterizzati da doppi turni e
dislocazione delle aule in altri plessi scolastici - all'Ipia Fermi
vengono consegnati i locali del centro addestramento professionale
nell'area Asi di Aragona-Favara.
La cerimonia si terrà domani, alle
10,30. A darne notizia è il Libero consorzio comunale, il cui
commissario straordinario, Benito Infurnari, il dirigente del settore
Edilizia Gaetano Gucciardo saranno presenti assieme al dirigente
scolastico della scuola professionale Francesco Casalicchio. Al
centro addestramento professionale andranno alcuni corsi. Dieci,
invece, le classi - quelle delle prime e delle seconde - che
dovrebbero rimanere al plesso di Tortorelle.
«Avevo chiesto che rimanesse un punto
di riferimento della scuola in città - ha spiegato il preside
Francesco Casalicchio - per evitare che l'istituto al completo
venisse trasferito in periferia, ad Aragona-Favara. Se una
istituzione scolastica lascia la città, è una perdita per la città
stessa. A quanto pare, tale richiesta è stata esaudita e al
Tortorelle collocheremo le prime e le seconde classi per evitare
anche che i ragazzi, studenti giovanissimi, si spostino in
periferia».
I trasporti per far sì che gli
studenti riescano a raggiungere la zona industriale saranno
garantiti?
«Ho mobilitato l'assessorato
regionale ai trasporti - risponde il preside Casalicchio . C'è
stata una conferenza di servizi nella quale la Tua, l'azienda di
trasporti urbani, ci ha assicurato che saranno evitati i disagi e
dall'ospedale si proseguirà la corsa fino al centro addestramento
professionale. Ed anche i pullman extraurbani allungheranno i loro
percorsi fino ad arrivare alla nuova sede della scuola».
Disagi finiti dunque per studenti e
docenti dell'Ipia Fermi?
"Avessero consegnato questa sede
qualche mese prima - spiega il dirigente scolastico - sarebbe stato
meglio. Adesso, invece, in agosto, dovremo trasferire tutto quello
che c'è all'interno. Basta pensare che ci sono laboratori, su-
per attrezzati, da 400 metri quadrati. Sarà una fatica titanica».
E la vecchia sede dell'Ipia che fine
farà? «L'edificio resterà a fare bella mostra di se - ha
concluso Francesco Casalicchio - . Immagino che adesso che non ci
saremo più vi saranno incursioni e raid vandalici. Ma certamente non
dipende da noi. La nostra battaglia per fare in modo che sulla scuola
possano essere effettuati i lavori necessari proseguirà. Si parla
però di decine di milioni di euro, come se si dovessero sommare
tutti gli edifici scolastici della città. Il Centro addestramento
professionale non può considerarsi la sede ideale perché è
periferica ci sono delle difficoltà oggettive che non possono essere
negate. Sì, dunque, se è una sede momentanea, transitoria. L'Ipia
Fermi deve però naturalmente tornare, per i diplomati e i tecnici di
un certo spessore che è capace di dare, in città». (CR)
INIZIATIVE DI SORCE E CALLEA. «La
giunta intervenga presso Territorio ed Ambiente per far deliberare i
terreni»
L'aeroporto non si farà, chiesto
stop ai vincoli
Ormai da anni i terreni di parte della
Piana sono vincolati per la realizzazione dell'aeroporto. Nei mesi
scorsi, però, il consiglio comunale ha detto definitivamente no alla
struttura, Malgrado ciò i vincoli non sono stati ancora tolti e, di
fatto, numerose decine di produttori agricoli sono nell'impossibilità
di eseguire migliorie alle loro aziende. A denunciarlo, ieri, sono
stati i consiglieri comunali Armando Sorce e Violetta Callea che
hanno scritto all'amministrazione comunale chiedendo di
"intervenire con urgenza presso l'assessorato regionale al
Territorio ed Ambiente". "Il consiglio comunale— scrivono i due
consiglieri - con ampia maggioranza ha deliberato con parere
sfavorevole la proposta di realizzazione di una infrastruttura
aeroportuale in terreni siti in agro di Licata e, in particolare, in
una zona fortemente interessata da coltivazioni orticole di grande
pregio e qualità; inoltre il piano regionale dei trasporti prevede
esclusivamente interventi finanziari in quelli già esistenti". I
due consiglieri comunali avevano presentato una prima interrogazione
alla giunta il 19 marzo scorso, chiedendo "se si fosse attivata
presso gli organi istituzionali competenti al fine di rimuovere
l'avvio di avviso preordinato all'esproprio dei terreni
interessati, dal momento che la prescrizione comporta notevoli
pregiudizi ai proprietari dei terreni, quali l'impossibilità di
accedere a mutui fondiari odi alienare i fondi a prezzo di mercato".
Ora Callea e Sorce sono tornati alla carica.
"L'amministrazione comunale si è
attivata si conclude il documento firmato dai due consiglieri
comunali - presso l'assessorato regionale al Territorio e Ambiente
per discutere ed affrontare i temi evidenziati dagli interroganti e
dal comitato degli agricoltori, in relazione alla richiesta di
eliminazione delle procedure relative all'apposizione del vincolo
preordinato all'esproprio dei terreni interessati?". Ora, sulla
delicata questione, è attesa la replica dell'esecutivo in carica.
(AAU)
PORTO EMPEDOCLE Il «Pietro
Novelli» e stato autorizzato a partire ieri sera per gravi motivi di
ordine pubblico si è trattato di una sola corsa di andata e ritorno
dalle isole
TRAGHETTO «STRAORDINARIO» PER LE
PELAGIE
Il comandante della Capitaneria, Di
Marco: «Ho condiviso le motivazioni del prefetto, lunedì mancava
l'ok dalla Regione»
PORTO EMPEOCLE
Il traghetto di linea «Pietro Novelli,
ieri sera, è partito. E stato autorizzato, per gravi motivi di
ordine pubblico, ad una corsa straordinaria verso le isole Pelagie e
viceversa.
Il comandante della Capitaneria di
porto di Porto Empedocle, Massimo Di Marco, ricevuta una lettera
formale da parte del prefetto di Agrigento, Nicola Diomede,
"condividendo le valide motivazioni, ha derogato alla sua
precedente disposizione.
«Per legge - ha spiegato, ieri
pomeriggio, il comandante Di Marco - ogni sostituzione temporanea o
definitiva di un mezzo di linea, in Sicilia, deve essere autorizzato
dalla Regione. Lunedì non c'era l'autorizzazione della Regione e
pertanto il traghetto che avrebbe dovuto sostituire l'European
Voyager, è rimasto all'ancora. Il sindaco delle Pelagie, Giusy
Nicolini, - ha proseguito nella ricostruzione dell'accaduto il
comandante della Guardia costiera empedoclina - ha scritto al
prefetto rappresentando motivi di ordine pubblico quali
l'approvvigionamento di viveri, il trasporto dei rifiuti per
evitare carenze igieniche sanitarie. In considerazione del fatto che
fra 48 ore circa dovrebbero aversi avverse condizioni di tempo - Di
Marco è entrato nel dettaglio - e condividendo le motivazioni valide
espresse dal prefetto, ho autorizzato una sola corsa straordinaria di
andata e ritorno».
Una deroga, insomma. E nel frattempo si
attende che da Palermo, dalla Regione, arrivi l'autorizzazione alla
sostituzione del traghetto.
«Non è accettabile che l'isola di
Lampedusa paghi le conseguenze di un servizio di trasposto marittimo
gestito il più delle volte con mezzi non idonei, - ha detto ieri,
con una nota stampa, il parlamentare del Partito democratico,
Giovanni Panepinto - . Lampedusa è al centro di un'emergenza
umanitaria - sottolinea - ma non può e non deve dimenticare la sua
vocazione turistica. Bloccare i collegamenti con la terraferma, a
causa della carenza dimezzi o dell'impiego di navi di fatto prive
di autorizzazioni, tanto da non poter effettuare il servizio, come è
accaduto di recente nel caso della Pietro Novelli, che assicura il
collegamento solo grazie ad un'ordinanza del prefetto, può creare
danni irreversibili all'economia ed alla tutela ambientale dell'
isola. Sarebbe interessante sapere - conclude Panepinto come funziona
una privatizzazione che alla Regione costa 55 milioni di euro ma che
di fatto non garantisce la continuità del servizio con gravi
conseguenze. Assistiamo, insomma, all'ennesimo smacco nei confronti
delle isole minori. (CR)
LE MISURE. Sì al pensionamento di 4
mila professori bloccati dalla riforma Fornero. Via libera ai
trasferimenti dei dipendenti nel raggio di 50 chilometri senza
motivazione
DIMEZZATI PERMESSI E DISTACCHI
SINDACALI
Oggi il voto finale alla Camera
della riforma della pubblica amministrazione. Mille assunzioni nei
vigili del fuoco
Marianna Berti
ROMA
La riforma della Pubblica
Amministrazione è vicina al traguardo, oggi è atteso il voto finale
dell'Aula della Camera. Sarebbe il primo si del Parlamento a quella
che il premier e il ministro della Pa, Marianna Madia, hanno definito
la «rivoluzione copernicana». Poi il testo passerà al Senato, per
essere convertito entro il 23 agosto. Ecco le misure.
Abolito trattenimento in servizio.
Dalla fine di ottobre nessun dipendente pubblico potrà restare a
lavoro dopo avere raggiunto i requisiti pensionistici, mentre finora
la carriera poteva protrarsi ancora per due anni. La regola vale
anche per i magistrati, anche se con un'attenuante: per loro lo
stop scatterà solo a inizio 2016, al fine di garantire la
funzionalità degli uffici giudiziari. Anche perchè in magistratura
gli anni extra concessi erano 5 (fino ai 75 anni).
Pensionamenti d'ufficio a 62 anni,
68 per professori. Le pubbliche amministrazione potrà mandare a
riposto i suoi dipendenti, motivando la scelta, a 62 anni, purchè
abbiano l'anzianità massima. Anzianità contributiva e non più
effettiva, come stabilito fino ad esso (valgono quindi i riscatti).
Si tratta di uscite anticipate di 4 anni rispetto al limite standard
di 66 anni. La possibilità era già prevista, ma la ricetta viene
rivista, così da facilitarne l'applicazione, includendo nella
platea degli interessati anche in dirigenti. Le soglie d'età non
sono però uguali per tutti, per professori universitari e primari
salgono a 68 anni, per i medici a 65.
Liberi 4 mila prof incagliati da
riforma Fornero. Nel decreto è stata anche inserita la soluzione
per gli insegnati «quota 96». Un'etichetta sotto casi ritrovano
docenti e altro personale della scuola. Tutti accomunati da uno
stesso destino: rimasti a lavoro a causa di un errore tecnico
nell'ultima riforma delle pensioni, per cui, pur avendo maturato i
requisiti non sono potuti uscire. Ora il dl dà sia libera, già a
partire da settembre, le uscite, prevedendo un limite di 4mila
pensionamenti e un tfr rimandato alla maturazione dei requisiti
secondo la Fornero.
Turnover, mille nuovi vigili del
fuoco. Si passa dalle persone alle risorse, per cui le
amministrazioni possono procedere ad assunzioni che non superino il
20% delle spese sostenute per quanti sono usciti nel 2014, la soglia
si alza al 40% nel 2015 per arrivare al 100% nel 2018. Le maglie
perle entrate possono allargarsi negli enti territoriali che si
mostrano «virtuosi>. Delle accelerazioni sono previste per i
vigili del fuoco, con la creazione di oltre mille nuovi posti, e per
le forze di polizia, per cui è previsto uno scorrimento veloce delle
graduatorie, in vista di Expo
2015.
Mobilità obbligatoria ma non per
mamme. Un dipendente pubblico potrà essere trasferito da un
ufficio all'altro, nel raggio di 50 chilometri, senza previe
motivazioni. Ma tutto ciò non vale per i genitori con bambini sotto
i 3 anni o tutelati dalla legge 104. I criteri generali per la
definizione della mobilità saranno decisi, ed è una novità,
insieme ai sindacati. Lo stesso vale per il demansionamento: al
massimo si potrà scendere di un gradino.
Permessi sindacali e stop a
incarichi una volta in pensione. Le modifiche introdotte
nell'iter parlamentare hanno esteso la platea anche a società ed
enti a controllo pubblico, ad eccezione dei componenti delle giunte
degli enti territoriali e dei membri degli organi elettivi di ordini
professionali. Nessun cedimento sul dimezzamento di permessi e
distacchi sindacali.
Riduzione diritti camerali, -50% ma
in 3 anni, Il dimezzamento delle somme dovute dalle imprese alle
Camere di commercio ci sarà, anzi la prospettiva è l'abolizione,
ma arriverà con gradualità, solo nel 2017, come richiesto da
Unioncamere. Un emendamento ha infatti spalmato il taglio in tre
tranche (per il 2015 la sforbiciata -35%, per il 2016 -40%).
LA SICILIA
LAMPEDUSA IL NOBEL QUOTATO A 30
Gli abitanti di Lampedusa, il
principale porto di approdo per i profughi che tentano di sfuggire
alla guerra, potrebbero essere premiati con il Nobel per la pace.
Per sapere se l'isola otterrà il
prestigioso riconoscimento bisognerà aspettare metà ottobre, ma
intanto in Italia si scommette sul vincitore: la sigla Paddy Power —
fa sapere Agipronews - offre a 30,00 la vittoria, ma la «concorrenza»
è più che agguerrita in lavagna.
Papa Francesco (a 7,00) insegue il
ginecologo congolese Denis Mukwege (a 5,00), mentre il filosofo
statunitense Gene Sharp è bancato a 9,00.
Si sale a 11,00 per la giovane
pachistana Malala Yousafzai - che si è battuta per il diritto allo
studio delle donne - per l'ex cancelliere tedesco Helrnut Kohl e
per il «padre del riso ibrido» Yuan Longping.
Quota 17,00 per Novaya Gazeta - il
giornale per il quale scriveva la giornalista Anna Politkovskaya - e
per la «talpa» del Datagate Eclward Snowden, tallonati dall'ex
presidente statunitense Bill Clinton e dal segretario generale
dell'Onu Ban-ki Moon (entrambi a 20,00). Si gioca a 30,00
l'assegnazione del premio al fondatore di WikiLeaks Julian Assange,
mentre il riconoscimento all'attrice Angelina Jolie vale 50 volte
la scommessa (così come per Vladimir Putin, Tony Blair e le madri di
Plaza de Mayo). Ultimo in lavagna il frontman degli U2 Bono Vox, dato
100 a 1.
GAETANO RAVANÀ
CAMBIANO DIVERSI DIRIGENTI
SCUOLA. Tra trasferimenti e dodici
pensionamenti, cambia il quadro degli incarichi nei vari istituti
Tra trasferimenti e dodici
pensionamenti, a settembre risulterà parzialmente mutato il quadro
degli incarichi dirigenziali di alcuni istituti scolastici di
Agrigento e provincia per l'anno scolastico 2014/2015.
In città, cambio di guardia all'Ipia
«Fermi». Lascia la guida della scuola professionale il preside
Francesco Casalicchio, trasferito a dirigere l'istituto comprensivo
«Villaggio Mosè-Peruzzo», rimasto scoperto dal pensionamento per
limite d'età del collega Giuseppe Alfano.
Sarà Caterina Amato, proveniente dal
circolo didattico «Falcone» di Piazza Armerina, la nuova dirigente
che inaugurerà l'anno scolastico alle porte nella sede dell'ex
Cap della zona Asi.
Altro significativo mutamento riguarda
l'istituto comprensivo «Quasimodo» di Villaseta, al cui vertice,
rimasto vacante dal pensionamento del preside Salvatore Di Carlo,
andrà Nellina Librici dal Il circolo didattico «Landolina» di
Misilmeri.
Rinnovamenti anche in provincia. Resta
a Licata, ma cambia istituto, Maurizio Bruccoleri, che lascia,
infatti, la «Leopardi)) per guidare la scuola «Bonsignore», la cui
ex dirigente Maria Marino va in pensione.
Dall'Iiss. «Pirandello» di Bivona
si sposta a dirigere la «Alighieri» di Sciacca, invece, Giuseppe
Graffeo. Anche qui, la poltrona di preside risulta scoperta dal
pensionamento di Pietro Sigia. Mentre va a sostituire il collega in
pensione Vincenzo Randazzo, che lascia l'istituto «Fazello» di
Sciacca, invece, Giovanna Pisano, fino a ora alla guida dell'istituto
comprensivo «L. Pirandello» di Canicattì.
Sempre nella città dell'uva, al
posto del collega in pensione Giuseppe Parisi, prende la dirigenza
del lI circolo «Doti Bosco», Giuseppa Cartella, ex preside del «S.
G. Bosco» di Campobello di Licata, dove arriva il collega Michele Di
Pasquali, giungendo dal «Da Vinci» di Ispica.
Ancora a Canicattì, alla guida
dell'istituto comprensivo «Verga», retto fin ora da Mariangela
Gibilaro, va Maria Ausilia Alfonsa Corsello, lasciando il «Don
Bosco» di Troina.
Viene dalla scuola ericina «Pagoto»
la dirigente Maria Laura Lombardo che prende il posto della collega
in pensione Alida Cipolla all'istituto comprensivo «Navarro» di
Ribera.
Ad andare in pensione, pure: Caterina
Accursio («Crispi» di Ribera), Felicia Santamaria ("Roncalli» di
Burgio), Carmelo Taormina («Don Milani» di Palma di Montechiaro),
Domenico Tuttolomondo («Contino» di Cattolica Eraclea).
CHIARA MANGIONE
DOMANI L'IPIA FERMI TRASLOCA NEI
NUOVI LOCALI DELL'AREA ASI
Saranno consegnati domani mattina,
intorno alle 10:30, i locali del Centro Addestramento Professionale
nell'area Asi di Aragona-Favara, destinati alla gran parte dei
corsi dell'ipia Fermi di Agrigento (nove classi, tra primo biennio
e sezione femminile socio-sanitaria, saranno, invece, ospitate al
plesso Tortorelle). Giunta, infatti, l'ufficialità da parte
dell'ex Provincia, con una nota indirizzata al preside
dell'istituto Francesco Casalicchio, al dirigente dell'Ufficio X
Ambito Territoriale di Agrigento, Raffaele Zarbo e all'impresa
Progresso Group. Alla presenza del commissario straordinario del
Libero Consorzio Comunale Benito Infurnari, e del dirigente del
Settore Edilizia e gestione patrimoniale dell'ente Gaetano
Gucciardo, verranno consegnate, all'attuale (ma per poco) preside
dell'istituto professionale Casalicchio, le chiavi della struttura
che solo lunedì scorso ha superato il collaudo statico; momento che
di fatto ha completato le procedure burocratiche e tecniche di
verifica dell'utilizzabilità dell'edificio (come anticipato dal
nostro giornale nelle edizioni del 27-29/07/2014). Con l'appuntamento
di domani, si chiude una lunga parentesi, iniziata nel gennaio 2013
quando l'oggi Libero Consorzio ricevette dall'Irsap il centro,
bisognoso di alcuni interventi di recupero e adeguamento. Poi,
conferenze di servizi, sopralluoghi e scambi di vedute. Tappa
decisiva della vicenda, a tratti complessa, l'incontro del 18
giugno scorso, dal quale sono emerse le garanzie circa: la
transitabilità di tutto il tratto stradale che porta fino al nuovo
edificio scolastico, i trasferimenti degli studenti e
l'organizzazione del servizio fino al nuovo edificio con una coppia
di corse, e gli interventi di segnaletica a opera dei comuni di
Aragona, Favara e Agrigento. La nuova sede dell'Ipia «E. Fermi»
nei locali dell'ex Cap nella zona industriale Asi, con le utenze
allacciate (luce, acqua e gas) e la predisposizione di telecamere, è
quindi pronta ad accogliere masserizie e laboratori e soprattutto gli
alunni dell'istituto professionale, che potranno iniziare l'arino
scolastico in perfetto orario e senza problemi. Era settembre 2012
quando venne chiusa la vecchia struttura di via P. Mattarella per i
noti problemi strutturali da calcestruzzo depotenziato.
C. MAN.
UNIONCAMERE. L'Isola aderisce
all'autoriforma nazionale proposta al premier Renzi Camere di
commercio siciliane, parte il progetto di ridurle da nove a tre
MICHELE GUCCIONE
PALERMO. La Sicilia aderisce
all'iniziativa provocatoria di Unioncamere nazionale di proporre in
autonomia un piano di riduzione del numero delle Camere di commercio
in Italia prima che sia il governo Renzi a farlo. Così ieri la
Giunta di Unioncamere Sicilia ha votato all'unanimità un atto di
indirizzo per portare da nove a tre le Cciaa dell'Isola, tramite
operazioni di aggregazioni previste dalla legge. «Con questo atto —
dice il presidente di Unioncamere Sicilia, Antonello Montante —
anche la Sicilia vara l'autoriforma del sistema camerale regionale
che punta alla razionalizzazione e alla riduzione delle spese
salvaguardando, allo stesso tempo, le specificità territoriali delle
nostre imprese. Una riorganizzazione — prosegue Montante — era
indispensabile per modernizzare e rendere sempre più efficienti i
servizi offerti al sistema produttivo siciliano».
Così anche la Sicilia potrà inviare
entro oggi a Roma il proprio atto d'indirizzo, affinchè
Unioncamere nazionale possa proporre un piano completo di tagli. Ma
non è detto che Renzi lo accetti o che nella fase operativa i numeri
restino questi. Infatti, ad esempio, la Regione autonoma del
Trentino, che è virtuosa, ha già avviato un tavolo di trattativa
con lo Stato per concordare numeri e funzioni delle Camere di
commercio di quel territorio.
La Regione siciliana, anch'essa
autonoma ma non virtuosa nè efficiente, è difficile che possa
incardinare con Roma una simile trattativa in tempi brevi. L'iter
deciso ieri da Unioncamere regionale prevede che ciascun ente
provinciale deliberi entro l'autunno, dopo un confronto con la
Regione, l'aggregazione con un'altra Cciaa. Ma la norma prevede
che ogni Camera di commercio debba avere un minimo di 8Omila iscritti
(oggi li hanno solo Palermo e Catania) e che le aggregazioni possono
avvenire solo per continuità territoriale ed economica. Inoltre, in
Sicilia quelli camerali sono enti regolati da leggi regionali, i loro
vertici sono nominati dalla Regione e la loro attività è sottoposta
a vigilanza e controllo dell'assessorato Attività produttive. Una
simile operazione avrebbe bisogno della condivisione del governo
Crocetta e di una norma regionale che definisca nuovi compiti e
funzioni. Le Cciaa siciliane rischiano il default perchè il taglio
dei diritti pagati dalle imprese, deciso dal governo Renzi, impedirà
loro di pagare stipendi e pensioni. Non è un mistero, quindi, che
qualcuno all'interno del sistema camerale stia pensando
all'assorbimento di alcune competenze delle Province azzerate, per
compensare le minori entrate. Potrebbe essere questo il perno della
trattativa con palazzo d'Orleans, anche per sanare il contenzioso
sulle pensioni. La Regione negli anni '90 trasferì con legge
l'onere dei pagamento delle pensioni del sistema ad un fondo
interno alle Cciaa cui la Regione poi sottrasse le risorse. Un «buco»
che si trascina da allora senza essere mai stato ripianato dai
successivi bilanci regionali.
Insomma, il progetto di accorpamento
delle nove Cciaa esiste e si avvia ad un percorso non facile. Ne è
prova il fatto che nell'atto di indirizzo non sono citate le tre
camere che aggregheranno le altre. Secondo indiscrezioni, le
candidate sarebbero Trapani, Caltanissetta e Catania. Ma su questo
non ci sarebbe unanimità. Non va dimenticato che sono commissariati
quattro enti su nove e che solo per Ragusa e Catania potrebbe esservi
in tempi ragionevoli una soluzione politica che porti alla
costituzione degli organismi ordinari.