GIORNALE DI SICILIAEX PROVINCIA Effettuate le nuove
classificazioni
Turismo, nuovi posti letto
Sono in tutto 18.55 i posti letto delle
strutture ricettive presenti in provincia di Agrigento. Gli ultimi ad
aggiungersi alla disponibilità dei turisti riguardano l'apertura
ad Agrigento e Licata di nuove attività. Le nuove effettuata dal
settore turistica ed attività economiche e produttive' si
riferiscono a tre strutture nella tipologia dei B&B e una negli
"affittacamere". Si tratta "Rabatè" ad Agrigento in via
Garibaldi nella tipologia di b&b, classificazione tre stelle,
composta da una unità abitativa con cinque posti letto e tre camere;
della struttura ricettiva denominata "Grangela" a Licata in via
santa Maria nella tipologia di b&b, classificazione tre stelle,
con due Camere e sei posti letto; della struttura ricettiva
denominata "Roba de pupi" ad Agrigento, in contrada Inficherna,
nella tipologia di b&b., classificazione classificazione tre
stelle, con cinque camere e dieci posti letto. Ed infine della
struttura ricettiva denominata "residence Cavalieri di Malta" ad
Agrigento in via Ospedale Cavalieri di Malta nella tipologia
affittacamere classificazione tre stelle con dodici posti letto e sei
camere. Cessata, invece, l'attività a Sciacca del b&b
"Maniscalco Dodin" che disponeva di cinque posti letto.
(PAPI)
SULLA STORIA DELLE PELAGIE». Dopo
vent'anni, intesa tra il Comune e la Soprintendenza ai beni
culturali
Lampedusa, l'isola avrà il museo
Partiti a Lampedusa i lavori di
ristrutturazione e di allestimento del Museo Storico delle Pelagie,
grazie alla sinergia tra la Soprintendenza di Agrigento e il Comune.
Due gli spazi interessati dai cantieri, l'antico edificio di piazza
Castello che domina il porto vecchio e il dammuso di Casa Teresa,
dove verrà messo a punto un progetto finalizzato al recupero delle
antiche essenze arboree e alla memoria del paesaggio attraverso la
lettura delle fonti storico-documentarie e iconografiche. «Essere
riusciti a fare partire i lavori - dice il sindaco Giusi Nicolini - è
un bel risultato e dimostra che se davvero si vuole realizzare
qualcosa, si può. Ciò vale per il Comune, ma soprattutto per la
Soprintendenza, che ha fortemente creduto in questo progetto.
Stipuleremo una convenzione per dare in gestione il museo al Comune,
dopo i lavori dovrà essere subito fruibile al pubblico, con
l'esposizione di tutto il materiale restaurato che attualmente è
custodito nei magazzini della Soprintendenza». Per dare una svolta
alla vicenda, ci sono voluti circa vent'anni durante i quali il
progetto è stato abbandonato più volte. «Il progetto che si
avvarrà dei contributi di università ed enti scientifici - aggiunge
la soprintendente Caterina Greco - mira al recupero dell'identità
locale e della consapevolezza dei valori culturali delle comunità,
partendo dalla constatazione che esiste una forte coessenzialità tra
le iniziative strutturali delle istituzioni e una adeguata
partecipazione delle comunità locali e della società civile,
svolgendo così un ruolo di avvicinamento del pubblico alle tematiche
di sensibilizzazione e conoscenza della grande serie di beni
culturali presenti sull'Isola». (AMM)
LA SICILIA
UNIVERSITÀ. Drammatica assemblea
dei soci del consorzio, senza però alcuno di essi. Nessuno
garantisce sostegno
Per il Cupa ci sono prospettive...cupe
Quella di martedì sera doveva essere
per il Cupa di Agrigento l'assemblea dei soci della "svolta", e
invece è stata solo occasione perché intorno al futuro del
Consorzio universitario si potessero, ancora una volta, addensare
nubi nerissime. E' stata, infatti, un'assemblea dei soci senza
soci, dato che alla fine si sono presentati un delegato della
Provincia e il commissario del Comune Luciana Giammanco ma non la
Camera di Commercio, ma che soprattutto nessuno dei partecipanti ha
potuto garantire al Consorzio il rispetto degli impregni presi.
Come si ricorderà, infatti, per poter
salvare i corsi di laurea attualmente attivi - ad eccezione di
ingegneria, che verrà spostata a Palermo -, il Cda, i soci e il
rettorato avevano trovato un accordo, il quale prevedeva un
alleggerimento del 15 per cento delle spese a carico del Cupa e un
aumento della quota versata dai soci per un totale complessivo di
oltre mezzo milione di euro. Un impegno che, complici le riforme
della pubblica amministrazione e le contingenze adesso sembra che non
possa essere garantito. Il Libero consorzio e la Camera di commercio,
infatti, non possono sottoscrivere accordi a lungo periodo, visto che
si tratta di enti entrambi in fase di rimodulazione dei quali, come è
noto, non si conosce ancora pienamente il destino. Per quanto
riguarda invece il Comune, Giammanco ha garantito che il Municipio
sosterrà gli impegni, ma in questa fase l'Ente è ancora privo
pure di un bilancio consuntivo 2013, e non può disporre di somme che
andrebbero a riguardare esercizi finanziari successivi. "Sono
francamente scoraggiata — ci confessa il presidente del Cupa, Maria
Immordino - perché se non saranno mantenuti gli impegni da parte dei
soci fondatori sarà impossibile garantire per il prossimo anno
accademico la medesima offerta formativa. Domattina (oggi per chi
legge ndr) incontrerò il rettore Lagalla per firmare la convenzione.
Quella — spiega ancora Immordino — rappresenterà quantomeno un
punto di partenza, ma in questa fase potremo contare solo sul milione
e mezzo proveniente dalla Regione, e non basta". Il presidente, che
fin dal suo insediamento ha eliminato le indennità e molte spese
superflue, tra l'altro, annuncia una nuova spending review per il
Cupa. "Procederemo ad altri tagli — ha detto — sebbene sia
rimasto ben poco da eliminare e sebbene questo non consentirebbe di
certo di garantire le somme che in questa fase stanno venendo meno.
Mi faccia dire, però, che se la città avesse partecipato
all'azionariato popolare, percependo 5 euro da ogni famiglia di
ogni iscritto quei soldi sarebbero bastati da soli a finanziare un
corso di laurea, ma nessuno ha risposto",
GIOACCHINO SCHICCHI
APPROVATI ANCHE ARTICOLI SU
REFERENDUM E CAPO DELLO STATO
Cnel abolito, fiducia solo da Camera
Forse già oggi primo sì al ddl
Boschi
ROMA. È ormai una corsa contro il
tempo per il ddl riforme. A Palazzo Madama si procede a tappe forzate
per cercare di arrivare al via libera finale già entro oggi. Il
premier Matteo Renzi
valuterà al momento se presentarsi in
Aula per salutare di persona quello che ieri ha definito «un
passaggio storico, fondamentale».
Ma i rischi restano dietro l'angolo.
L'apertura dei relatori sui referendum non trova il plauso di Sel e
nel pomeriggio il dibattito si è arenato sulle modifiche al Titolo
V, con le opposizioni tornate in blocco in Aula, dove sono stati
licenziati altri due pilastri delle riforme volute dal premier: la
soppressione del Cnel e delle Province.
E stata una giornata insidiosa, a
Palazzo Ma- dama. Dopo i rinvii delle ore scorse è arrivata
l'apertura dei relatori - e del governo - su alcuni dei punti più
delicati del testo. Sui referendum, Anna Finocchiaro e Roberto
Calderoli hanno presentato un emendamento per riportare le firme da
800mila a 500mila, relegando tuttavia l'abbassamento del quorum per
l'approvazione - pari alla maggioranza dei votanti alle ultime
elezioni - solo al primo caso. E trovando, per questo, il parere
negativo di Sei, che ha già annunciato la presentazione di diversi
subemendamenti.
Con un altro emendamento, i relatori
hanno invece introdotto la possibilità di referendum propositivi e
d'indirizzo ed hanno abbassato da 250mila a l50mila (attualmente ne
servono 50mila) le firme necessarie per le leggi d'iniziativa
popolare. Resta invece invariato l'art. 21 del ddl sull'elezione
del Capo dello Stato, il primo degli otto approvati ieri. Platea e
quorum restano quelli previsti dal testo uscito in Commissione
(esclusi i tre delegati regionali, dopo il quarto scrutinio vale la
maggioranza dei 3/5 dell'assemblea, dopo l'ottavo, è sufficiente
la maggioranza assoluta) con il ministro Maria Elena Boschi che si è
comunque impegnata a valutare ulteriori modifiche nel passaggio alla
Camera.
L'esclusione del potere di dare la
fiducia al governo per il futuro Senato, la soppressione del Cnel e
l'abolizione delle Province dall'art. 114 della Carta sono gli
altri punti incassati nell'iter del ddl, arenatosi tuttavia
all'art. 30 relativo alle modifiche al Titolo V, in onore del quale
sono rientrati pressoché stabilmente in Aula anche i 5 Stelle. La
seduta è andata avanti fino alle 24 con l'obiettivo di mettere in
sicurezza più articoli possibili e approdare al rush finale già
oggi, anche perché a Palazzo Madama è in arrivo il dl competitività
approvato ieri alla Camera.
Ma le incognite restano, come l'ipotesi
- data per più che probabile - che al momento delle dichiarazioni di
voto finali i frondisti FI che fanno capo a Raffaele Fitto dichiarino
la propria dissidenza dal voto del gruppo, tanto per dare un segnale
politico, soprattutto al Cavaliere. E su tutto potrebbe anche
aleggiare l'ombra dei dati sul Pii snocciolati dall'Istat: il
presidente Pietro Grasso, replicando ad una lettera del M5S, ha
spiegato in serata che sono in corso contatti con il ministro
dell'Economia Padoan per verificare la sua disponibilità ad
intervenire in Aula. L'obiettivo, per il governo, è però
incassare prima l'agognato sì dell'Aula alle riforme.
MICHELE ESPOSITO
Agrigentoflash
RACALMUTO, STANCHERIS: "CASA
SCIASCIA SAREBBE INVESTIMENTO"
"Credo che la casa di Sciascia, se
gestita bene, potrebbe essere un investimento per quell'area. Va
preservata e bisognerà capire con il Tesoro che passi fare. In ogni
caso penso che su Racalmuto occorre intervenire perché abbiamo anche
la Fondazione Sciascia in crisi e la casa di Sciascia in vendita".
A dirlo è stato l'assessore regionale al Turismo della Sicilia,
Michela Stancheris, commentando con i giornalisti l'ordine del
giorno sottoscritto nei giorni scorsi dai sindaci del Libero
consorzio di Agrigento, nel quale si chiede alla Regione siciliana di
intervenire nell'acquisto della casa della famiglia di Leonardo
Sciascia, messa in vendita a Racalmuto, nell'agrigentino.
Nell'immobile lo scrittore racalmutese ha vissuto per diversi anni
e ha creato alcune delle sue opere.
STANCHERIS: "SU CARNEVALE DI
SCIACCA E SAGRA DEL MANDORLO TROVEREMO SOLUZIONI AMMINISTRATIVE"
"Cercherò di dare una mano ai
carnevali di Sciacca, Acireale e Termini Imerese, così come alla
Sagra del Mandorlo in fiore e all'autodromo di Pergusa. Dovrò
trovare una soluzione amministrativa". A dirlo, parlando con i
giornalisti, è stata l'assessore al Turismo della Regione
siciliana, Michela Stancheris, a proposito delle iniziative rimaste
fuori dalla manovra ter. Proprio per i tre carnevali siciliani lo
stanziamento inizialmente previsto nel documento, approvato lo scorso
1 agosto dall'Assemblea regionale siciliana al termine di un iter
tumultuoso, era di 400 mila euro. Ma il voto d'Aula ha escluso le
manifestazioni dall'elenco dei beneficiari dei fondi dell'ex
Tabella H, "Su questi eventi - spiega Stancheris - c'è
stata un'opposizione politica, più che mirata al valore delle
iniziative. È stato un voto miope che non ha garantito la Storia
della Sicilia, che queste manifestazioni incarnano. Interverrò
amministrativamente, togliendo risorse alle iniziative direttamente
promosse, per le quali in finanziaria è stato stabilito un
finanziamento di 2,9 milioni di euro".
Sicilia24h
CLASSIFICATE QUATTRO NUOVE STRUTTURE
TURISTICHE DAL SETTORE PROMOZIONE TURISTICA
Nuovi posti letto si aggiungono alla
disponibilità dei turisti nelle strutture ricettive ed alberghiere
della provincia di Agrigento grazie all'apertura, in provincia di
Agrigento di nuove attività. Le nuove classificazioni effettuata dal
settore "Promozione turistica ed attività economiche e produttive"
riguardano tre strutture nella tipologia dei B&B e una negli
"affittacamere".
Si tratta delle seguenti strutture
ricettive: "Rabatè" sita ad Agrigento in via Garibaldi nella
tipologia di b&b, classificazione tre stelle, composta da una
unità abitativa con cinque posti letto e tre camere; della struttura
ricettiva denominata "Grangela", sita a Licata in via santa Maria
nella tipologia di b&b, classificazione tre stelle, con due
camere e sei posti letto; della struttura ricettiva denominata "Roba
de pupi" sita ad Agrigento, in contrada Inficherna, nella tipologia
di b&b., classificazione tre stelle, con cinque camere e dieci
posti letto; la struttura ricettiva denominata "residence Cavalieri
di Malta" sita ad Agrigento in via Ospedale cavalieri di Malta
nella tipologia affittacamere classificazione tre stelle con dodici
posti letto e sei camere.
Cessata, invece, l'attività a
Sciacca del b&b "Maniscalco Dodin" che disponeva di cinque
posti letto.
Con le nuove classificazioni la
provincia di Agrigento può, attualmente, contare su 18.595 posti
letto.
Agrigentonotizie
E' morto il professore Enzo Lauretta
Ha ricoperto vari incarichi, tra i
quali presidente dell'Ente di promozione turistica, presidente della
Provincia e sindaco di Agrigento. E' morto nella sua abitazione, in
seguito ad un malore improvviso
E' morto stamani, all'età di 90 anni,
il professore Enzo Lauretta, operatore di cultura, scrittore,
saggista, presidente del Centro Nazionale di "Studi
Pirandelliani". Lauretta è morto nella sua abitazione di
Agrigento, dove stamattina ha accusato un improvviso malore. Si è
occupato anzitutto di Pirandello, ma anche di autori contemporanei
quali Brancati, Patti e Saviane. Laureato in lettere e in
giurisprudenza, impegnato nell'attività pubblica, ha ricoperto
vari incarichi tra i quali presidente dell'Ente di promozione
turistica di Agrigento, presidente della Provincia e sindaco di
Agrigento.
Insieme allo storico amico Giuggiù
Gallo, scomparso soltanto un anno fa, ha firmato la direzione delle
prime storiche edizioni della Sagra del Mandorlo in Fiore di
Agrigento, facendo sì che una festa popolare divenisse un festival
internazionale del folclore. E' stato anche uno dei fondatori
dell'Akragas calcio e dello storico gruppo folk di Agrigento "Val
d'Akragas". Angelino Alfano: "Ha saputo orientare i giovani
nei variegati percorsi culturali e artistici della sua terra". I
funerali si terranno domani, 7 agosto, alle 16.30 nella chiesa di
Villaggio Peruzzo.
SINDACI AGRIGENTINI CONTRO GIRGENTI
ACQUE SI "INCATENANO" A PALERMO
I primi cittadini dei 27 Comuni
dell'Agrigentino che nel 2008 hanno consegnato le condotte alla
Girgenti acque S.p.A., definiscono "fallito" il sistema di
gestione privata. Chiedono un intervento urgente della Regione
Si incateneranno dinnanzi il Palazzo
d'Orleans di Palermo, sede della Regione Sicilia, per dire "basta
alla gestione privata del servizio idrico". Sono i sindaci dei
27 Comuni dell'Agrigentino che nel 2008 hanno consegnato le condotte
alla Girgenti acque S.p.A., ma che adesso definiscono "fallito"
il sistema di gestione privata.
Si tratta dei primi cittadini di
Calamonaci, Caltabellotta, Campobello di Licata, Canicattì,
Casteltermini, Castrofilippo, Cattolica Eraclea, Comitini, Favara,
Grotte, Licata, Lucca Sicula, Montallegro, Montevago, Naro, Porto
Empedocle, Racalmuto, Ravanusa, Realmonte, Ribera, Sambuca di
Sicilia, San Giovanni Gemini, Sciacca, Siculiana e Villafranca
Sicula. Assenza certa soltanto del commissario straordinario di
Agrigento, Luciana Giammanco, perché in ferie, e di un
rappresentante di Raffadali, dove dopo la morte del sindaco Giacomo
Di Benedetto si attende ancora un commissario.
"Ad Agrigento si pagano tre
tariffe differenti. Questo non è più possibile - spiega il
sindaco di Casteltermini, Nuccio Sapia, da noi raggiunto
telefonicamente mentre in auto sta raggiungendo Palermo - . Sono
venuti meno i criteri di economicità che ispiravano l'Ato idrico e
questo il presidente della Regione, Rosario Crocetta, deve capirlo. I
16 Comuni che non hanno consegnato le reti idriche hanno tariffe
loro, mentre i restanti (gestiti da Girgenti acque) pagano a forfait.
La Regione deve prendere atto che ha creato questo 'mostro' e deve
trovare una soluzione. I cittadini non ce la fanno più a pagare un
servizio che oggi costa per il 25 percento in più rispetto al
passato. Noi non molliamo la presa e vogliamo tenere alta
l'attenzione. Una soluzione dovrà venire fuori. Non possiamo
continuare con queste iniquità. Porteremo la problematica a
conoscenza dell'opinione pubblica e consegneremo un documento
unitario al presidente Crocetta".
Ottieni la guida gratuita! Registrati
per ottenerla!"Il Governo regionale ci deve dare delle risposte
chiare ed immediate su temi importanti - commenta invece il sindaco
di Sciacca, Fabrizio Di Paola. La delegazione di amministratori
agrigentini ha evidenziato la disparità, inaccettabile e
insostenibile, che c'è tra Comuni che hanno rispettato la legge
consegnando le proprie reti al gestore e Comuni che invece non lo
hanno fatto. Abbiamo pure evidenziato le differenze di tariffazione
che esistono anche tra i 27 Comuni agrigentini che hanno consegnato
le reti. Ci sono cinque Comuni che pagano a forfait, mentre tutti gli
altri pagano a tariffa piena".
La Stampa
RIFORME, GOVERNO SOTTO SU
EMENDAMENTO DI SEL DIETROFRONT REFERENDUM, SOGLIA A 500 MILA FIRME.
CANCELLATE LE PROVINCE DALLA CARTA COSTITUZIONALE
si torna al testo attuale dopo
l'iniziale innalzamento a 800 mila. ma viene introdotta una doppia
"soglia" e, conseguentemente, un doppio quorum. via la
legislazione concorrente
ansa
È ormai una corsa contro il tempo per
il ddl riforme. A Palazzo Madama si procede a tappe forzate per
cercare di arrivare al via libera finale già entro oggi, giovedì, e
con il premier Matteo Renzi che valuterà al momento se presentarsi
in Aula per salutare di persona quello che oggi ha definito «un
passaggio storico, fondamentale» su cui ci siamo. Ma i rischi
restano dietro l'angolo e questa sera su un emendamento Sel
all'art. 30 che modifica il Titolo V il Governo va ko, inciampando
per la seconda volta sul voto segreto. L'apertura dei relatori sui
referendum non trova inoltre il plauso di Sel anche se, nel
frattempo, sono stati licenziati altri tre pilastri delle riforme
volute dal "rottamatore": la soppressione del Cnel, delle
Province e della legislazione concorrente tra Stato e Regioni.
Zanda: «I tempi resteranno
quelli stabili»
«Questa riforma verrà approvata nei
termini in cui già è stato stabilito». Così, rivolgendosi alle
opposizioni in Aula, il capogruppo al Senato del Pd, Luigi Zanda,
che, di fronte al caos emerso questa sera, chiede di riunire la
conferenza dei capigruppo «per decidere insieme come dovranno
continuare i nostri lavori». Il presidente del Senato, a seguito
delle richieste giunte in Aula «ha disposto l'immediata
convocazione della conferenza dei capigruppo». Lo annuncia in Aula
la vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli, sospendendo i lavori -
in una serata che ha visto riemergere il caos dei giorni scorsi - e
disponendo la loro ripresa per domani mattina alle 9.30.
Dietrofont sulla soglia per i
referendum
Scendono a 500mila le firme, tornando
così al testo attuale della Costituzione, necessarie per poter
presentare i referendum, ma viene introdotta una doppia "soglia"
di firme e, conseguentemente, un doppio quorum. È quanto prevede
l'emendamento dei relatori al ddl riforme costituzionali, in
materia di referendum. Uno dei temi, quest'ultimo, che aveva
sollevato le dure reazioni delle opposizioni, ma anche all'interno
del Pd, per l'innalzamento a 800mila delle firme necessarie per i
referendum. Si torna quindi a 500mila, tuttavia il nuovo testo
dell'articolo 15 dispone che se si raggiungono 500mila firme (o
cinque Consigli regionali) serve il 50 per cento più uno dei votanti
aventi diritto perché il referendum sia valido, se invece le firme
raccolte sono 800mila, il referendum è valido qualora partecipino
alla votazione «la maggioranza dei votanti alle ultime elezioni
della Camera dei deputati e se è raggiunta la maggioranza dei voti
validamente espressi». Scompare, infine, il giudizio preventivo di
ammissibilità da parte della Consulta, originariamente previsto dopo
la raccolta di 400mila firme.
Via le Province
Via libera dell'Aula del Senato anche
alla soppressione delle Province dall'art. 114 della Costituzione.
L'Assemblea ha approvato infatti con 179 sì, 41 no e 9 astenuti
l'art. 28 del ddl riforme, che sopprime la menzione delle Province
tra le articolazioni territoriali della Repubblica.
Via la legislazione concorrente
Via libera del Senato all'art. 30 del
ddl riforme che modifica il Titolo V della Costituzione. Scompare la
legislazione concorrente tra Stato e Regioni e sono ampliate le
competenze esclusivamente statali. Lo Stato potrà esercitare una
«clausola di supremazia» verso le Regioni a tutela dell'unità
della Repubblica e dell'interesse nazionale. L'approvazione
giunge con 176 voti favorevoli, 33 contrari e 18 astenuti ma "pesa"
l'ok dato dall'Aula con voto segreto a un emendamento Sel, votato
a scrutinio segreto, che tra le competenze legislative delle Regioni
inserisce quella sulla «rappresentanza in parlamento delle minoranze
linguistiche». Emendamento che, ha osservato la relatrice Anna
Finocchiaro, «non ha portata normativa e, se l'avesse, sarebbe
sovversiva» e che, quindi, potrebbe perciò essere cancellato nel
passaggio alla Camera.
L'art. 30 del ddl costituzionale che
modifica l'art. 117 della Costituzione modifica l'attuale sistema
di ripartizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni. La
novità più consistente è l'abolizione della legislazione
concorrente e l'aumento delle competenze esclusive in capo allo
Stato. Tra le nuove competenze statali compaiono ad esempio: il
coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; le
norme generali sul procedimento amministrativo e sulla disciplina
giuridica del lavoro alle dipendenze delle P.a.; la produzione, il
trasporto e la distribuzione nazionali dell'energia; le
infrastrutture strategiche e le grandi reti di trasporto e di
navigazione d'interesse nazionale. E ancora, vengono riservate allo
Stato «disposizioni generali e comuni» per la tutela della salute e
della sicurezza sul lavoro, ma anche sul scuola, attività culturali,
governo del territorio.
«Spetta alle Regioni - dispone inoltre
il nuovo art. 117 della Costituzione - la potestà legislativa in
riferimento ad ogni materia o funzione non espressamente riservata
alla legislazione esclusiva dello Stato, con particolare riferimento
alla di pianificazione del territorio regionale e mobilità al suo
interno, di dotazione infrastrutturale, di programmazione e
organizzazione in ambito regionale dei servizi sanitari e sociali, di
promozione dello sviluppo economico locale». E ancora, «in materia
di servizi scolastici» e di disciplina, «per quanto di interesse
regionale, delle attività culturali» e valorizzazione ambientale.
«Nonché in ogni materia non espressamente riservata alla competenza
esclusiva dello Stato».
Inoltre, viene introdotta una «clausola
di supremazia» per lo Stato: «Su proposta del Governo, la legge
dello Stato può intervenire in materie o funzioni non riservate alla
legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell'unità
giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela
dell'interesse nazionale»