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Rassegna stampa del 23, 24 e 25 agosto 2014

23 agosto - sabato

GIORNALE DI SICILIA

IL CASO. La richiesta: «Anche il governo nazionale faccia la propria parte affinché il patrimonio culturale e morale rappresentato dalla casa di famiglia non vada disperso»
Racalmuto, nuovo appello per b casa Sciascia
Il commissario del libero consorzio dei comuni Infurnari ha scritto anche al premier Renzi per evitare la vendita ai privati
Scongiurare che la casa di famiglia di Leonardo Sciascia venga venduta ai privati il commissario straordinario del Libero consorzio di Comuni, l'ex Provincia regionale, Benito Infurnari, ha ingaggiato ormai una vera e propria battaglia per trasformare l'abitazione clic si affaccia su largo Monte in una casa museo. Infurnari dopo aver lanciato accorati appelli al presidente della Regione Rosario Crocetta e dopo aver scritto una toccante lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ieri - con un' altra missiva - ha fatto arrivare la richiesta anche sul tavolo del presidente dei Consiglio Matteo Renzi. Al premier, Infurnari ha chiesto che «anche il Governo nazionale faccia la propria parte e ponga in essere ogni utile iniziativa affinché il patrimonio culturale e morale rappresentato dalla casa di famiglia di Leonardo Sciascia non vada disperso».
A Racalmuto, però, nel frattempo, il «fronte' che si era mobilitato per l'acquisto della residenza di via Leonardo Sciascia sembra vacillare. Negli ultimi giorni continuano, infatti,
ad emergere posizioni diverse. «Mi permetto di suggerire - ha scritto Calogero Bongiorno in una lettera aperta indirizzata al sindaco Emilio Messana - che sforzi e mobilitazioni in favore dell'acquisto della casa delle zie di Sciascia possano essere più proficuamente indirizzati per evitare il degrado e, forse, la chiusura della fondazione intitolata a Sciascia».
«Apprezzo l'interessamento di quanti, anche a livello istituzionale, si sono attivati per l'acquisto della casa - ha spiegato l'esponente della lista Emilio Messana sindaco -. Essi dimostrano sensibilità ed amore per cose sciasciane, ma tale acquisto, al momento, non mi sembra una priorità. Basterebbe apporre una targa sulla facciata. Di contro, lanciamo una più proficua, utile, grande mobilitazione nazionale in favore della fondazione. Non vorremmo trovarci, da qui a qualche mese, dentro un paradosso sciasciano: l'acquisto della casa delle zie del grande scrittore e la chiusura della fondazione da lui voluta e a lui intitolata». La Fondazione, priva del contributo di Comune e della Regione non riesce più ad assicurare l'attività minima. » Nella casa - scrive in una nota Infurnari - sono ancora custoditi alcuni degli effetti personali appartenuti allo scrittore: i libri ricevuti in dono con le relative dediche, alcune lettere che ricevette da intellettuali ed amici, il suo scrittoio, la libreria e numerosi altri oggetti e testimonianze di vita quotidiana". (CR)

ISTRUZIONE A distanza di ben otto mesi dall'inizio dell'anno finanziario, non è arrivata alcuna comunicazione
Scuola, restano in dubbio i fondi della Regione
A pochi giorni dall'inizio dell'anno scolastico 2014-2015, non ci sono soldi regionali per le scuole agrigentine, così come per tutte le altre dell'Isola. Infatti, a distanza di ben otto mesi dall'inizio dell'anno finanziario, nessuna comunicazione di accredito della dotazione è giunta dalla Regione Sicilia alle 113 istituzioni scolastiche del territorio agrigentino nonostante la Regione abbia approvato il proprio bilancio. La comunicazione viene data a tutti i dirigenti delle scuole di ogni ordine e grado della provincia da parte del gruppo regionale "Dirigenti scuola-confedir Sicilia",
una struttura regionale per la Sicilia. Però la dichiarazione del Ragioniere Generale della Regione, Massimo Pisciotta, circa il blocco della liquidità di cassa sino al 31 dicembre 2014 per esaurimento delle risorse, mette in allarme tutte le scuole che rischiano di essere trascinate in un default di carattere finanziario per inadempienze a loro non imputabili. In sostanza le scuole agrigentine, di ogni ordine e grado, hanno già redatto il programma annuale per il 2014-2015 in base ad una circolare del gennaio di questo anno dove veniva loro assegnata una dotazione finanziaria per le spese di funzionamento pari al 60 per cento di quanto accertato dai consuntivi dell'anno precedente (2013). Queste somme vengono utilizzate dai direttori amministrativi delle scuole agrigentine per le spese di competenza relative al funzionamento amministrativo, didattico e alle spese di investimento. Ogni istituzione scolastica ha già impegnato queste somme, iscritte nei propri bilanci, a fronte di spese indifferibili e inderogabili. Inoltre i vari fornitori hanno emessole relative fatture che ora con la nuova normativa devono essere saldate inderogabilmente entro tempi certi pena la messa in mora delle stesse scuole da parte, ovviamente, dei fornitori.
Alla luce di questa disastrosa situazione di confusione politica ed amministrativa da parte della Regione Sicilia, l'unica via che hanno le scuole agrigentine, per acquisire le risorse è di avviare un contenzioso presso l'Avvocatura dello Stato, per chiedere l'attivazione di un procedimento di ingiunzione disciplinato dagli articoli 633 e seguenti del Codice di procedura civile italiano, a fronte di un credito certo e documentato mediante il prospetto del bilancio di previsione approvato dal rispettivi Consigli d'Istituto odi Circolo. Dense nubi nere si addensano sull'inizio dell'anno scolastico e gli stessi dirigenti farebbero bene a tutelarsi e tutelare gli interessi ed il diritto dei ragazzi allo studio, ed in particolare dalle azioni di risarcimento che i fornitori potrebbero intendere a danno dell'amministrazione scolastica. (VA)

NEI SETTE COMUNI DELL'ATO AG3. Il commissario liquidatore Rosario Miceli, d'accordo con i sindaci, ha scritto all'assessorato regionale dell'Energia per chiedere lumi
Rifiuti, raccolta a rischio dal primo di ottobre I duecento operatori ecologici della Dedalo Ambiente dovranno essere assunti dalle Srr, istituite però soltanto di recente
Cosa ne sarà degli oltre duecento operatori ecologici della Dedalo Ambiente dopo il primo di ottobre, quando per legge dovranno essere trasferiti alle costituende Srr2 A chiederselo è Rosario Miceli, commissario liquidatore dell'Ato Ag3, il quale non nasconde la propria preoccupazione per la situazione del personale, anche in considerazione del fatto che al primo di ottobre ormai manca poco più di un mese.
Ieri mattina Miceli ha scritto all'assessore regionale dell'Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità, ma anche al direttore generale del dipartimento Acqua e Rifiuti, per chiedere "un incontro urgente".
'Visto l'approssimarsi della scadenza del primo ottobre - ha scritto Miceli nella Tinta che ha indirizzato anche a tutti i sindaci soci, ai commissari straordinari della Dedalo Ambiente ed al presidente della Srr Agrigento Est - si richiede, per specifica richiesta dei sindaci dell'Ato Ag3, formulata in sede di seduta di assemblea del 22 agosto (ieri ndr) un incontro al fine di avere delle linee guida circa le modalità da mettere in atto al fine di assicurare la continuità del servizio a partire dal primo di ottobre, con particolare riferimento all'utilizzo del personale attualmente in servizio".
La questione non è di semplice soluzione. Le Srr sono state istituite, ma di fatto la loro attività non è ancora decollata. Dal primo di ottobre dovrebbero sostituirsi alla Dedalo Ambiente nel servizio di raccolta dei rifiuti in sette Comuni dell'agrigentino, ed a queste società dovrebbe passare la gestione del personale. Attualmente nei cantieri di Licata, Palma di Montechiaro, Canicattì, Campobello di Licata, Ravanusa, Naro e Camastra, operano complessivamente poco più di duecento netturbini. Tutti dovrebbero essere assunti, tra poco più dì un mese, dalla Srr Agrigento Est.
"E' necessario — ha aggiunto Rosario Miceli— che la Regione ci dia indicazioni precise sul da farsì. In questo momento tanto l'Ato Ag3, quanto i sette sindaci soci, sono in ambasce. Ci poniamo due obiettivi: continuare ad assicurare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti nei sette Comuni dell'autorità territoriale d'ambito e garantire il posto di lavoro ad oltre duecento dipendenti".
La decisione di scrivere all'assessore regionale dell'Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità è stata adottata ieri, nel corso dell'assemblea dei soci che si è tenuta nella sede legale della Dedalo Ambiente, nella zona industriale di Ravanusa e Campobello di Licata.
"I sindaci, inoltre, hanno manifestato la volontà— ha concluso il commissario liquidatore dell'Ato Ag3 - di voler discutere sulla realizzazione dell'impianto di compostaggio da localizzare nell'area industriale di Ravanusa. Rimaniamo, pertanto, in attesa di una convocazione della Regione in tempi congrui con la scadenza del primo ottobre". (AAU)

LA SICILIA

IL CASO. La zona rischia di tornare a essere al buio, nonostante un costoso intervento tuttora in corso
Pali dell'illuminazione in piazza Vittorio Emanuele impianto nuovo per ritornare al buio di prima
FRANCESCO DI MARE
Tra qualche giorno verrà acceso il nuovo sistema di illuminazione in piazza Vittorio Emanuele, sul marciapiede dinanzi alla Prefettura e alla Questura, ma anche dinanzi al Genio Civile.
L'impresa che per conto di Enel Sole sta realizzando l'opera è di fatto alle rifiniture, ma chi transita nella zona alzando lo sguardo è rimasto incredulo. Gli alti pali che sorreggono le lampade sono stati posizionati negli stessi punti di quelli rimossi perché ormai danneggiati e pericolosi. Il risultato è e sarà presto immaginabile: la sempre folta chioma degli alberi di pino posizionati da sempre sul marciapiede «tapperanno)) il fascio luminoso irradiato dalle lampade sospese. Ci sono addirittura alcune di queste lampadine posizionate quasi all'interno dei rami, o comunque poco sopra. Una situazione decisamente grottesca, tenuto delle speranze che tutti nutrivano verso questo intervento, in una zona che a causa dell'oscurità è stata spesso teatro di incidenti avvenuti o sfiorati. E' stato quindi d'obbligo chiedere chiarimenti agli interessati. Sul posto ieri c'erano tre operai i quali, con grande cortesia hanno girato le domande a chi ha redatto il progetto. «Noi stiamo solo realizzando quello che ci hanno detto di realizzare» ha detto uno degli operai con grande garbo, Dunque, ecco il primo contatto con chi di dovere, ovvero il Comune. Dall'ufficio tecnico sottolineano - ovviamente evidenziando di non essere autorizzati a rilasciare dichiarazioni alla stampa - come il problema non sia dei pali della luce, ma degli alberi che nessuno sistema da anni. Perché non chiama l'ufficio verde pubblico? « Bene. Dopo la telefonata all'»anonimo» dipendente dell'Utc, eccone un altro che chiede l'anonimato all'ufficio Verde Pubblico.
Costui, palesemente e garbatamente «adirato» per quanto dichiarato dai colleghi di palazzo, evidenzia con estrema franchezza una questione: "Devono decidersi: il problema sono gli alberi o i pali. Se fossero i pali ci dicano cosa fare, se sia il caso di abbatterli ce lo dicano e li abbattiamo. Potarli non è così facile come si pensa». Dunque, al settore Verde pubblico del Comune il problema non sono gli alberi, ma i pali che messi così stanno come i cavoli a merenda. E i pali - parte la ditta - chi li sta mettendo? Enel Sole. Non è stato facile trovare qualcuno dell'azienda che potesse «spiegare» il perché del ripristino di una situazione già oggetto di critiche nel recente passato. Infatti non è stato possibile raccogliere alcuna posizione ufficiale su questo intervento che - così come sta venendo su - sta facendo nascere più di qualche perplessità. Un intervento che Enel Sole sta mettendo in pratica anticipando i soldi che dovrebbe pagare il Comune, quindi i cittadini. Un Comune che però, non avendo siglato la convenzione con l'azienda energetica tra qualche mese si vedrà presentare una «bolletta» piena di debiti da saldare per questo e altri interventi effettuati in città.

SCIENTIFICO LEONARDO
«Cercansi locali disperatamente»
Rischiano di essere rifiutate alcune nuove iscrizioni al liceo scientifico Leonarclo di Agrigento, per mancanza di locali sufficienti. Si tratta di 23 richieste per l'indirizzo "scienze applicate" e di 12 per quello "linguistico".
Oltre alle aule della sede centrale del viale della Vittoria e a quelle della sede distaccata di via Dante, dove vengono ospitate 14 classi, l'Istituto, a fronte delle quasi 400 nuove iscrizioni (1438 il toto alunni) ha necessità di altri locali, possibilmente meno lontani, avendone avanzato già richiesta all'ex Provincia. «L'ideale sarebbe ottenere 8 nuove aule - racconta il vice preside Pietro Mangione - ma già con 5 cercheremmo di fare del nostro meglio. Ci serve una risposta entro una settimana, altrimenti - precisa - dovremmo definitivamente rifiutare le iscrizioni in esubero. Abbiamo già classi di 28/29 alunni». Questa, l'esigenza impellente, ma dalla vice reggenza della scuola viene confermato l'auspicio a poter contare, un giorno, su strutture succursali più vicine rispetto alla via Dante in cui ospitare tutte le sezioni del liceo che oggi costa complessivamente di 58 classi. Il pensiero è sempre rivolto, infatti, al padiglione in disuso dell'adiacente Cittadella Sanitaria dell'Asp, dalle condizioni strutturali idonee ma da ristrutturare interamente all'interno, con un intervento di 500 mila euro circa. Uno stabile che consentirebbe di ricavare 20 aule e quindi di eliminare la succursale di via Dante e far convogliate tutti gli studenti nella zona adiacente alla centrale del viale della Vittoria, Abbiamo ricevuto notizia - aggiunge - di un interessamento dell'ufficio tecnico provinciale che avrebbe preso visione dell'immobile perla stesura di un eventuale progetto e la richiesta di finanziamenti europei per il suo rifacimento».
Sono costretti a stringersi, quindi, al liceo Leonardo, non nuovo all'utilizzo distanze, sala riunioni e biblioteca come aule, tanto che già lo scorso anno era stato chiesto all'odierno Libero Consorzio il reperimento di tre locali nell'ex caserma dei vigili del fuoco, ottenendo risposta negativa, Nel primo padiglione della centrale, poi, la realizzazione dì un sottotetto, oltre a risolvere i problemi invernali d'infiltrazioni d'acqua dal terrazzo, permetterebbe di ricavare laboratori e uffici. Dietro il secondo, invece, un ampio spazio si presterebbe alla costruzione di una nuova palestra odi un edificio.
CH.MA.

AGRIGENTOFLASH

Casa di Leonardo Sciascia, Infurnari scrive a Renzi
Il commissario straordinario dell'ex Provincia regionale di Agrigento (oggi Libero consorzio di comuni) ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Matteo Renzi, con la quale chiede che anche il Governo nazionale faccia la propria parte e "...ponga in essere ogni utile iniziativa affinchè il patrimonio culturale e morale rappresentato dalla casa di famiglia di Leonardo Sciascia non vada disperso". La lettera inviata a Renzi si aggiunge ad un già fitto indirizzario istituzionale che il commissario Infurnari ha interpellato nel tentativo di scongiurare che la casa di famiglia dello scrittore racalmutese venga venduta a privati. Obiettivo della Provincia regionale, infatti, sarebbe quello di trasformarla in una casa museo.
Nella casa di famiglia di Sciascia, situata a Racalmuto, in via Monte, infatti, sono ancora custoditi alcuni degli effetti personali appartenuti allo scrittore: i libri ricevuti in dono con le relative dediche, alcune lettere che Sciascia ricevette da intellettuali ed amici, il suo scrittoio, la libreria e numerosi altri oggetti e testimonianze di vita quotidiana.
La casa, ormai abbandonata, ai piedi del Santuario della Madonna del Monte, tra la scuola elementare e il teatro Regina Margherita, è in realtà la la casa paterna dello scrittore che oggi appartiene ai cugini. Tra quelle stanze il giovane Leonardo Sciascia, iniziò a leggere le Memorie di Casanova, I Promessi sposi, Pirandello e il Paradosso sull'attor comico di Diderot. In quella casa Sciascia da ragazzo ascoltava tutte le storie di paese attorno alle zie a lui molto legate. E in quella casa arrivarono, sin dagli anni quaranta, lettere inviate dai più grandi intellettuali dell'epoca che oggi si conservano alla Fondazione Sciascia.
L'abitazione è stata spesso raccontata dallo scrittore in diverse opere, tra cui "Le parrocchie di Regalpetra", "Gli zii di Sicilia" e "La Sicilia come metafora. E' la casa dove lo scrittore abitò anche da sposato, nel periodo in cui lavorava al Consorzio dell'Ammasso del grano e poi quando diventò, nel 1947, maestro nella vicina scuola elementare che prima era collocata nel cortile dell'attuale Palazzo municipale.

La Valle dei Templi

Il Commissario Straordinario Benito Infurnari scrive al Premier Matteo Renzi: "il Governo Nazionale ponga in essere ogni utile iniziativa" per la conservazione della casa di Leonardo Sciascia
Anche il Premier Matteo Renzi è stato investito della vicenda relativa alla messa in vendita della casa di famiglia di Leonardo Sciascia.
Il Commissario Straordinario dell'ex Provincia Regionale ( oggi Libero consorzio di comuni) ha, infatti, inviato una lettera al Presidente del Consiglio con la quale chiede che anche il Governo Nazionale faccia la propria parte e "...ponga in essere ogni utile iniziativa affinché il patrimonio culturale e morale rappresentato dalla casa di famiglia di Leonardo Sciascia non vada disperso...".
La lettera inviata a Renzi si aggiunge ad un già fitto indirizzario istituzionale che il Commissario Infurnari, ha interpellato nel tentativo di scongiurare che la casa di famiglia dello scrittore racalmutese venga venduta a privati. Obiettivo della Provincia Regionale, infatti, sarebbe quello di trasformarla in una casa museo.
Nella casa di famiglia di Sciascia, situata a Racalmuto, in via Monte, infatti, sono ancora custoditi alcuni degli effetti personali appartenuti allo scrittore: i libri ricevuti in dono con le relative dediche, alcune lettere che Sciascia ricevette da intellettuali ed amici, il suo scrittoio, la libreria e numerosi altri oggetti e testimonianze di vita quotidiana.
La casa, ormai abbandonata ai piedi del Santuario della Madonna del Monte, tra la scuola elementare e il teatro Regina Margherita, è in realtà la casa paterna dello scrittore che oggi appartiene ai cugini. Tra quelle stanze il giovane Leonardo Sciascia, iniziò a leggere le Memorie di Casanova, I Promessi sposi, Pirandello e il Paradosso sull'attor comico di Diderot. In quella casa Sciascia da ragazzo ascoltava tutte le storie di paese attorno alle zie a lui molto legate. E in quella casa arrivarono, sin dagli anni quaranta, lettere inviate dai più grandi intellettuali dell'epoca che oggi si conservano alla Fondazione Sciascia.
L'abitazione è stata spesso raccontata dallo scrittore in diverse opere, tra cui "Le parrocchie di Regalpetra", "Gli zii di Sicilia" e "La Sicilia come metafora. E' la casa dove lo scrittore abitò anche da sposato, nel periodo in cui lavorava al Consorzio dell'Ammasso del grano e poi quando diventò, nel 1947, maestro nella vicina scuola elementare che prima era collocata nel cortile dell'attuale Palazzo municipale.

Infoagrigento

Casa Leonardo Sciascia, il commissario Infurnari scrive a Renzi
Anche il Premier Matteo Renzi è stato investito della vicenda relativa alla messa in vendita della casa di famiglia di Leonardo Sciascia.
Il Commissario Straordinario dell'ex Provincia Regionale ( oggi Libero consorzio di comuni) ha, infatti, inviato una lettera al Presidente del Consiglio con la quale chiede che anche il Governo Nazionale faccia la propria parte e "...ponga in essere ogni utile iniziativa affinché il patrimonio culturale e morale rappresentato dalla casa di famiglia di Leonardo Sciascia non vada disperso...".
La lettera inviata a Renzi si aggiunge ad un già fitto indirizzario istituzionale che il Commissario Infurnari, ha interpellato nel tentativo di scongiurare che la casa di famiglia dello scrittore racalmutese venga venduta a privati. Obiettivo della Provincia Regionale, infatti, sarebbe quello di trasformarla in una casa museo.
Nella casa di famiglia di Sciascia, situata a Racalmuto, in via Monte, infatti, sono ancora custoditi alcuni degli effetti personali appartenuti allo scrittore: i libri ricevuti in dono con le relative dediche, alcune lettere che Sciascia ricevette da intellettuali ed amici, il suo scrittoio, la libreria e numerosi altri oggetti e testimonianze di vita quotidiana.
La casa, ormai abbandonata ai piedi del Santuario della Madonna del Monte, tra la scuola elementare e il teatro Regina Margherita, è in realtà la la casa paterna dello scrittore che oggi appartiene ai cugini. Tra quelle stanze il giovane Leonardo Sciascia, iniziò a leggere le Memorie di Casanova, I Promessi sposi, Pirandello e il Paradosso sull'attor comico di Diderot. In quella casa Sciascia da ragazzo ascoltava tutte le storie di paese attorno alle zie a lui molto legate. E in quella casa arrivarono, sin dagli anni quaranta, lettere inviate dai più grandi intellettuali dell'epoca che oggi si conservano alla Fondazione Sciascia.
L'abitazione è stata spesso raccontata dallo scrittore in diverse opere, tra cui "Le parrocchie di Regalpetra", "Gli zii di Sicilia" e "La Sicilia come metafora. E' la casa dove lo scrittore abitò anche da sposato, nel periodo in cui lavorava al Consorzio dell'Ammasso del grano e poi quando diventò, nel 1947, maestro nella vicina scuola elementare che prima era collocata nel cortile dell'attuale Palazzo municipale.

24 agosto - domenica

GIORNALE DI SICILIA

CANICATTI'
AMBIENTE Il capo dell'amministrazione,Vincenzo Corbo, ha deciso di rivolgersi a un'altra impresa. Sarà sottoscritto un contratto peni servizio di pulizia
Rifiuti, il sindaco chiude e pone alla Dedalo
Tante le lamentele del Comune:"Si continua a offrire un servizio assolutamente insufficiente rispetto alle esigenze»
Lo strappo, quello probabilmente irreparabile, è maturato al termine di un'altra settimana di tensione vissuta tra l'amministrazione Comunale e la Dedalo Ambiente, la società che gestisce per conto dell'Ato Ag3 il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti in città. Il comune di Canicattì, a partire dai prossimi giorni, tornerà ad affidare la pulizia della città ad una ditta esterna compiendo di fatto il passaggio decisivo verso il completo disimpegno nei confronti della società privata attualmente sotto la gestione commissariale del duo Lo Brutto — Morreale. La scelta del sindaco Vincenzo Corbo anticipa quello che dovrà accadere dal 30 settembre prossimo quando verranno sciolti gli Ato e si darà inizio al nuovo sistema di gestione servizio di pulizia e raccolta dei rifiuti basato sugli Aro. Ma la decisione dell'Amministrazione comunale va ben oltre gli aspetti organizzativi del servizio ed è strettamente connessa ad un malcontento che serpeggia ormai da diverso tempo nei confronti della Dedalo Ambiente a causa del servizio che viene effettuato in città, considerato insufficiente ed inefficiente. Nei prossimi giorni, quindi, si vedranno in azione nelle strade cittadine i mezzi di pulizia della ditta privata, già interpellata dal sindaco prima di Ferragosto quando l'emergenza rifiuti aveva spinto l'amministrazione ad implementare il parco degli automezzi in funzione, che sostituiranno totalmente quelli della Dedalo Ambiente Provvederemo a concludere un contratto di nolo — ha dichiarato il sindaco Vincenzo Corbo con orma ditta privata che ci permetterà di riutilizzare tutti i mezzi necessari per garantire un adeguato servizio di pulizia alla città. Ci siamo stancati di sottostare alle richieste, peraltro prive di ogni legittimità e fondamento, della Dedalo Ambiente che peraltro continua ad offrire un servizio assolutamente insufficiente rispetto alle esigenze del territorio».

LA SICILIA

CASTELTERMINI
All'istituto De Cosmi i primi problemi per la carenza d'aule
CASTELTERMINI. Sono diverse in questo periodo e scuole costrette a fare i conti con la mancanza di aule adeguate che soddisfino al meglio le esigenze degli alunni. Anche l'istituto comprensivo De Cosmi si trova in difficoltà, in particolare le aule dell'istituto della scuola secondaria di primo grado, che si trova in via Matteotti, sono in ristrutturazione. Il venir meno di questa disponibilità causa problemi non solo alla scuola e al comune ma anche ai genitori degli alunni che ancora non sanno dove i propri figli svolgeranno le normali attività didattiche. Tra i genitori si sta diffondendo un tam tam un po' allarmante che forse non rispecchia la reale situazione. Tante sono le soluzioni proposte. Si parla di doppi turni e di possibile scuola pomeridiana, anche se nulla di tutto ciò al momento è confermato. Il comune, nella persona dell'assessore alla pubblica istruzione Carminella Cordaro, lei stessa insegnante di scuola primaria, e del sindaco Nuccio Sapia, già da tempo si sta muovendo per cercare locali disponibili da adibire in maniera provvisoria ad aule. Come l'assessore ci ha riferito, è già stato contattato il parroco della chiesa del Carmelo, don Giuseppe Alotto che si è mostrato sensibile al problema e ha reso disponibili quattro aule all'interno dell'oratorio Pier Giorgio Frassati. Anche la dirigente del Liceo Scientifico Marika Helga Gatto ha aperto le porte dell'istituto di cui è a capo offrendo altre quattro aule per ospitare gli studenti della scuola media. Tutto fa pensare ad una positiva soluzione, anche se da parte dei genitori non mancano ancora dubbi e perplessità.
FRANCESCA M. MAGRÌ

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