23 agosto - sabato
GIORNALE DI SICILIA
IL CASO. La richiesta: «Anche il
governo nazionale faccia la propria parte affinché il patrimonio
culturale e morale rappresentato dalla casa di famiglia non vada
disperso»
Racalmuto, nuovo appello per b casa
Sciascia
Il commissario del libero consorzio
dei comuni Infurnari ha scritto anche al premier Renzi per evitare la
vendita ai privati
Scongiurare che la casa di famiglia di
Leonardo Sciascia venga venduta ai privati il commissario
straordinario del Libero consorzio di Comuni, l'ex Provincia
regionale, Benito Infurnari, ha ingaggiato ormai una vera e propria
battaglia per trasformare l'abitazione clic si affaccia su largo
Monte in una casa museo. Infurnari dopo aver lanciato accorati
appelli al presidente della Regione Rosario Crocetta e dopo aver
scritto una toccante lettera al presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano, ieri - con un' altra missiva - ha fatto arrivare la
richiesta anche sul tavolo del presidente dei Consiglio Matteo Renzi.
Al premier, Infurnari ha chiesto che «anche il Governo nazionale
faccia la propria parte e ponga in essere ogni utile iniziativa
affinché il patrimonio culturale e morale rappresentato dalla casa
di famiglia di Leonardo Sciascia non vada disperso».
A Racalmuto, però, nel frattempo, il
«fronte' che si era mobilitato per l'acquisto della residenza di
via Leonardo Sciascia sembra vacillare. Negli ultimi giorni
continuano, infatti,
ad emergere posizioni diverse. «Mi
permetto di suggerire - ha scritto Calogero Bongiorno in una lettera
aperta indirizzata al sindaco Emilio Messana - che sforzi e
mobilitazioni in favore dell'acquisto della casa delle zie di
Sciascia possano essere più proficuamente indirizzati per evitare il
degrado e, forse, la chiusura della fondazione intitolata a
Sciascia».
«Apprezzo l'interessamento di
quanti, anche a livello istituzionale, si sono attivati per
l'acquisto della casa - ha spiegato l'esponente della lista
Emilio Messana sindaco -. Essi dimostrano sensibilità ed amore per
cose sciasciane, ma tale acquisto, al momento, non mi sembra una
priorità. Basterebbe apporre una targa sulla facciata. Di contro,
lanciamo una più proficua, utile, grande mobilitazione nazionale in
favore della fondazione. Non vorremmo trovarci, da qui a qualche
mese, dentro un paradosso sciasciano: l'acquisto della casa delle
zie del grande scrittore e la chiusura della fondazione da lui voluta
e a lui intitolata». La Fondazione, priva del contributo di Comune e
della Regione non riesce più ad assicurare l'attività minima. »
Nella casa - scrive in una nota Infurnari - sono ancora custoditi
alcuni degli effetti personali appartenuti allo scrittore: i libri
ricevuti in dono con le relative dediche, alcune lettere che
ricevette da intellettuali ed amici, il suo scrittoio, la libreria e
numerosi altri oggetti e testimonianze di vita quotidiana". (CR)
ISTRUZIONE A distanza di ben otto
mesi dall'inizio dell'anno finanziario, non è arrivata alcuna
comunicazione
Scuola, restano in dubbio i fondi
della Regione
A pochi giorni dall'inizio dell'anno
scolastico 2014-2015, non ci sono soldi regionali per le scuole
agrigentine, così come per tutte le altre dell'Isola. Infatti, a
distanza di ben otto mesi dall'inizio dell'anno finanziario,
nessuna comunicazione di accredito della dotazione è giunta dalla
Regione Sicilia alle 113 istituzioni scolastiche del territorio
agrigentino nonostante la Regione abbia approvato il proprio
bilancio. La comunicazione viene data a tutti i dirigenti delle
scuole di ogni ordine e grado della provincia da parte del gruppo
regionale "Dirigenti scuola-confedir Sicilia",
una struttura regionale per la Sicilia.
Però la dichiarazione del Ragioniere Generale della Regione, Massimo
Pisciotta, circa il blocco della liquidità di cassa sino al 31
dicembre 2014 per esaurimento delle risorse, mette in allarme tutte
le scuole che rischiano di essere trascinate in un default di
carattere finanziario per inadempienze a loro non imputabili. In
sostanza le scuole agrigentine, di ogni ordine e grado, hanno già
redatto il programma annuale per il 2014-2015 in base ad una
circolare del gennaio di questo anno dove veniva loro assegnata una
dotazione finanziaria per le spese di funzionamento pari al 60 per
cento di quanto accertato dai consuntivi dell'anno precedente
(2013). Queste somme vengono utilizzate dai direttori amministrativi
delle scuole agrigentine per le spese di competenza relative al
funzionamento amministrativo, didattico e alle spese di investimento.
Ogni istituzione scolastica ha già impegnato queste somme, iscritte
nei propri bilanci, a fronte di spese indifferibili e inderogabili.
Inoltre i vari fornitori hanno emessole relative fatture che ora con
la nuova normativa devono essere saldate inderogabilmente entro tempi
certi pena la messa in mora delle stesse scuole da parte, ovviamente,
dei fornitori.
Alla luce di questa disastrosa
situazione di confusione politica ed amministrativa da parte della
Regione Sicilia, l'unica via che hanno le scuole agrigentine, per
acquisire le risorse è di avviare un contenzioso presso l'Avvocatura
dello Stato, per chiedere l'attivazione di un procedimento di
ingiunzione disciplinato dagli articoli 633 e seguenti del Codice di
procedura civile italiano, a fronte di un credito certo e documentato
mediante il prospetto del bilancio di previsione approvato dal
rispettivi Consigli d'Istituto odi Circolo. Dense nubi nere si
addensano sull'inizio dell'anno scolastico e gli stessi dirigenti
farebbero bene a tutelarsi e tutelare gli interessi ed il diritto dei
ragazzi allo studio, ed in particolare dalle azioni di risarcimento
che i fornitori potrebbero intendere a danno dell'amministrazione
scolastica. (VA)
NEI SETTE COMUNI DELL'ATO AG3. Il
commissario liquidatore Rosario Miceli, d'accordo con i sindaci, ha
scritto all'assessorato regionale dell'Energia per chiedere lumi
Rifiuti, raccolta a rischio dal
primo di ottobre I duecento operatori ecologici della Dedalo Ambiente
dovranno essere assunti dalle Srr, istituite però soltanto di
recente
Cosa ne sarà degli oltre duecento
operatori ecologici della Dedalo Ambiente dopo il primo di ottobre,
quando per legge dovranno essere trasferiti alle costituende Srr2 A
chiederselo è Rosario Miceli, commissario liquidatore dell'Ato
Ag3, il quale non nasconde la propria preoccupazione per la
situazione del personale, anche in considerazione del fatto che al
primo di ottobre ormai manca poco più di un mese.
Ieri mattina Miceli ha scritto
all'assessore regionale dell'Energia e dei Servizi di Pubblica
Utilità, ma anche al direttore generale del dipartimento Acqua e
Rifiuti, per chiedere "un incontro urgente".
'Visto l'approssimarsi della
scadenza del primo ottobre - ha scritto Miceli nella Tinta che ha
indirizzato anche a tutti i sindaci soci, ai commissari straordinari
della Dedalo Ambiente ed al presidente della Srr Agrigento Est - si
richiede, per specifica richiesta dei sindaci dell'Ato Ag3,
formulata in sede di seduta di assemblea del 22 agosto (ieri ndr) un
incontro al fine di avere delle linee guida circa le modalità da
mettere in atto al fine di assicurare la continuità del servizio a
partire dal primo di ottobre, con particolare riferimento
all'utilizzo del personale attualmente in servizio".
La questione non è di semplice
soluzione. Le Srr sono state istituite, ma di fatto la loro attività
non è ancora decollata. Dal primo di ottobre dovrebbero sostituirsi
alla Dedalo Ambiente nel servizio di raccolta dei rifiuti in sette
Comuni dell'agrigentino, ed a queste società dovrebbe passare la
gestione del personale. Attualmente nei cantieri di Licata, Palma di
Montechiaro, Canicattì, Campobello di Licata, Ravanusa, Naro e
Camastra, operano complessivamente poco più di duecento netturbini.
Tutti dovrebbero essere assunti, tra poco più dì un mese, dalla Srr
Agrigento Est.
"E' necessario ha aggiunto
Rosario Miceli che la Regione ci dia indicazioni precise sul da
farsì. In questo momento tanto l'Ato Ag3, quanto i sette sindaci
soci, sono in ambasce. Ci poniamo due obiettivi: continuare ad
assicurare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti nei sette Comuni
dell'autorità territoriale d'ambito e garantire il posto di
lavoro ad oltre duecento dipendenti".
La decisione di scrivere all'assessore
regionale dell'Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità è stata
adottata ieri, nel corso dell'assemblea dei soci che si è tenuta
nella sede legale della Dedalo Ambiente, nella zona industriale di
Ravanusa e Campobello di Licata.
"I sindaci, inoltre, hanno
manifestato la volontà ha concluso il commissario liquidatore
dell'Ato Ag3 - di voler discutere sulla realizzazione dell'impianto
di compostaggio da localizzare nell'area industriale di Ravanusa.
Rimaniamo, pertanto, in attesa di una convocazione della Regione in
tempi congrui con la scadenza del primo ottobre". (AAU)
LA SICILIA
IL CASO. La zona rischia di tornare
a essere al buio, nonostante un costoso intervento tuttora in corso
Pali dell'illuminazione in piazza
Vittorio Emanuele impianto nuovo per ritornare al buio di prima
FRANCESCO DI MARE
Tra qualche giorno verrà acceso il
nuovo sistema di illuminazione in piazza Vittorio Emanuele, sul
marciapiede dinanzi alla Prefettura e alla Questura, ma anche dinanzi
al Genio Civile.
L'impresa che per conto di Enel Sole
sta realizzando l'opera è di fatto alle rifiniture, ma chi
transita nella zona alzando lo sguardo è rimasto incredulo. Gli alti
pali che sorreggono le lampade sono stati posizionati negli stessi
punti di quelli rimossi perché ormai danneggiati e pericolosi. Il
risultato è e sarà presto immaginabile: la sempre folta chioma
degli alberi di pino posizionati da sempre sul marciapiede
«tapperanno)) il fascio luminoso irradiato dalle lampade sospese. Ci
sono addirittura alcune di queste lampadine posizionate quasi
all'interno dei rami, o comunque poco sopra. Una situazione
decisamente grottesca, tenuto delle speranze che tutti nutrivano
verso questo intervento, in una zona che a causa dell'oscurità è
stata spesso teatro di incidenti avvenuti o sfiorati. E' stato
quindi d'obbligo chiedere chiarimenti agli interessati. Sul posto
ieri c'erano tre operai i quali, con grande cortesia hanno girato
le domande a chi ha redatto il progetto. «Noi stiamo solo
realizzando quello che ci hanno detto di realizzare» ha detto uno
degli operai con grande garbo, Dunque, ecco il primo contatto con chi
di dovere, ovvero il Comune. Dall'ufficio tecnico sottolineano -
ovviamente evidenziando di non essere autorizzati a rilasciare
dichiarazioni alla stampa - come il problema non sia dei pali della
luce, ma degli alberi che nessuno sistema da anni. Perché non chiama
l'ufficio verde pubblico? « Bene. Dopo la telefonata all'»anonimo»
dipendente dell'Utc, eccone un altro che chiede l'anonimato
all'ufficio Verde Pubblico.
Costui, palesemente e garbatamente
«adirato» per quanto dichiarato dai colleghi di palazzo, evidenzia
con estrema franchezza una questione: "Devono decidersi: il
problema sono gli alberi o i pali. Se fossero i pali ci dicano cosa
fare, se sia il caso di abbatterli ce lo dicano e li abbattiamo.
Potarli non è così facile come si pensa». Dunque, al settore Verde
pubblico del Comune il problema non sono gli alberi, ma i pali che
messi così stanno come i cavoli a merenda. E i pali - parte la ditta
- chi li sta mettendo? Enel Sole. Non è stato facile trovare
qualcuno dell'azienda che potesse «spiegare» il perché del
ripristino di una situazione già oggetto di critiche nel recente
passato. Infatti non è stato possibile raccogliere alcuna posizione
ufficiale su questo intervento che - così come sta venendo su - sta
facendo nascere più di qualche perplessità. Un intervento che Enel
Sole sta mettendo in pratica anticipando i soldi che dovrebbe pagare
il Comune, quindi i cittadini. Un Comune che però, non avendo
siglato la convenzione con l'azienda energetica tra qualche mese si
vedrà presentare una «bolletta» piena di debiti da saldare per
questo e altri interventi effettuati in città.
SCIENTIFICO LEONARDO
«Cercansi locali disperatamente»
Rischiano di essere rifiutate alcune
nuove iscrizioni al liceo scientifico Leonarclo di Agrigento, per
mancanza di locali sufficienti. Si tratta di 23 richieste per
l'indirizzo "scienze applicate" e di 12 per quello
"linguistico".
Oltre alle aule della sede centrale del
viale della Vittoria e a quelle della sede distaccata di via Dante,
dove vengono ospitate 14 classi, l'Istituto, a fronte delle quasi
400 nuove iscrizioni (1438 il toto alunni) ha necessità di altri
locali, possibilmente meno lontani, avendone avanzato già richiesta
all'ex Provincia. «L'ideale sarebbe ottenere 8 nuove aule -
racconta il vice preside Pietro Mangione - ma già con 5 cercheremmo
di fare del nostro meglio. Ci serve una risposta entro una settimana,
altrimenti - precisa - dovremmo definitivamente rifiutare le
iscrizioni in esubero. Abbiamo già classi di 28/29 alunni». Questa,
l'esigenza impellente, ma dalla vice reggenza della scuola viene
confermato l'auspicio a poter contare, un giorno, su strutture
succursali più vicine rispetto alla via Dante in cui ospitare tutte
le sezioni del liceo che oggi costa complessivamente di 58 classi. Il
pensiero è sempre rivolto, infatti, al padiglione in disuso
dell'adiacente Cittadella Sanitaria dell'Asp, dalle condizioni
strutturali idonee ma da ristrutturare interamente all'interno, con
un intervento di 500 mila euro circa. Uno stabile che consentirebbe
di ricavare 20 aule e quindi di eliminare la succursale di via Dante
e far convogliate tutti gli studenti nella zona adiacente alla
centrale del viale della Vittoria, Abbiamo ricevuto notizia -
aggiunge - di un interessamento dell'ufficio tecnico provinciale
che avrebbe preso visione dell'immobile perla stesura di un
eventuale progetto e la richiesta di finanziamenti europei per il suo
rifacimento».
Sono costretti a stringersi, quindi, al
liceo Leonardo, non nuovo all'utilizzo distanze, sala riunioni e
biblioteca come aule, tanto che già lo scorso anno era stato chiesto
all'odierno Libero Consorzio il reperimento di tre locali nell'ex
caserma dei vigili del fuoco, ottenendo risposta negativa, Nel primo
padiglione della centrale, poi, la realizzazione dì un sottotetto,
oltre a risolvere i problemi invernali d'infiltrazioni d'acqua
dal terrazzo, permetterebbe di ricavare laboratori e uffici. Dietro
il secondo, invece, un ampio spazio si presterebbe alla costruzione
di una nuova palestra odi un edificio.
CH.MA.
AGRIGENTOFLASH
Casa di Leonardo Sciascia, Infurnari
scrive a Renzi
Il commissario straordinario dell'ex
Provincia regionale di Agrigento (oggi Libero consorzio di comuni) ha
inviato una lettera al presidente del Consiglio Matteo Renzi, con la
quale chiede che anche il Governo nazionale faccia la propria parte e
"...ponga in essere ogni utile iniziativa affinchè il patrimonio
culturale e morale rappresentato dalla casa di famiglia di Leonardo
Sciascia non vada disperso". La lettera inviata a Renzi si aggiunge
ad un già fitto indirizzario istituzionale che il commissario
Infurnari ha interpellato nel tentativo di scongiurare che la casa di
famiglia dello scrittore racalmutese venga venduta a privati.
Obiettivo della Provincia regionale, infatti, sarebbe quello di
trasformarla in una casa museo.
Nella casa di famiglia di Sciascia,
situata a Racalmuto, in via Monte, infatti, sono ancora custoditi
alcuni degli effetti personali appartenuti allo scrittore: i libri
ricevuti in dono con le relative dediche, alcune lettere che Sciascia
ricevette da intellettuali ed amici, il suo scrittoio, la libreria e
numerosi altri oggetti e testimonianze di vita quotidiana.
La casa, ormai abbandonata, ai piedi
del Santuario della Madonna del Monte, tra la scuola elementare e il
teatro Regina Margherita, è in realtà la la casa paterna dello
scrittore che oggi appartiene ai cugini. Tra quelle stanze il giovane
Leonardo Sciascia, iniziò a leggere le Memorie di Casanova, I
Promessi sposi, Pirandello e il Paradosso sull'attor comico di
Diderot. In quella casa Sciascia da ragazzo ascoltava tutte le storie
di paese attorno alle zie a lui molto legate. E in quella casa
arrivarono, sin dagli anni quaranta, lettere inviate dai più grandi
intellettuali dell'epoca che oggi si conservano alla Fondazione
Sciascia.
L'abitazione è stata spesso
raccontata dallo scrittore in diverse opere, tra cui "Le parrocchie
di Regalpetra", "Gli zii di Sicilia" e "La Sicilia come
metafora. E' la casa dove lo scrittore abitò anche da sposato, nel
periodo in cui lavorava al Consorzio dell'Ammasso del grano e poi
quando diventò, nel 1947, maestro nella vicina scuola elementare che
prima era collocata nel cortile dell'attuale Palazzo municipale.
La Valle dei Templi
Il Commissario Straordinario Benito
Infurnari scrive al Premier Matteo Renzi: "il Governo Nazionale
ponga in essere ogni utile iniziativa" per la conservazione della
casa di Leonardo Sciascia
Anche il Premier Matteo Renzi è stato
investito della vicenda relativa alla messa in vendita della casa di
famiglia di Leonardo Sciascia.
Il Commissario Straordinario dell'ex
Provincia Regionale ( oggi Libero consorzio di comuni) ha, infatti,
inviato una lettera al Presidente del Consiglio con la quale chiede
che anche il Governo Nazionale faccia la propria parte e "...ponga
in essere ogni utile iniziativa affinché il patrimonio culturale e
morale rappresentato dalla casa di famiglia di Leonardo Sciascia non
vada disperso...".
La lettera inviata a Renzi si aggiunge
ad un già fitto indirizzario istituzionale che il Commissario
Infurnari, ha interpellato nel tentativo di scongiurare che la casa
di famiglia dello scrittore racalmutese venga venduta a privati.
Obiettivo della Provincia Regionale, infatti, sarebbe quello di
trasformarla in una casa museo.
Nella casa di famiglia di Sciascia,
situata a Racalmuto, in via Monte, infatti, sono ancora custoditi
alcuni degli effetti personali appartenuti allo scrittore: i libri
ricevuti in dono con le relative dediche, alcune lettere che Sciascia
ricevette da intellettuali ed amici, il suo scrittoio, la libreria e
numerosi altri oggetti e testimonianze di vita quotidiana.
La casa, ormai abbandonata ai piedi del
Santuario della Madonna del Monte, tra la scuola elementare e il
teatro Regina Margherita, è in realtà la casa paterna dello
scrittore che oggi appartiene ai cugini. Tra quelle stanze il giovane
Leonardo Sciascia, iniziò a leggere le Memorie di Casanova, I
Promessi sposi, Pirandello e il Paradosso sull'attor comico di
Diderot. In quella casa Sciascia da ragazzo ascoltava tutte le storie
di paese attorno alle zie a lui molto legate. E in quella casa
arrivarono, sin dagli anni quaranta, lettere inviate dai più grandi
intellettuali dell'epoca che oggi si conservano alla Fondazione
Sciascia.
L'abitazione è stata spesso
raccontata dallo scrittore in diverse opere, tra cui "Le parrocchie
di Regalpetra", "Gli zii di Sicilia" e "La Sicilia come
metafora. E' la casa dove lo scrittore abitò anche da sposato, nel
periodo in cui lavorava al Consorzio dell'Ammasso del grano e poi
quando diventò, nel 1947, maestro nella vicina scuola elementare che
prima era collocata nel cortile dell'attuale Palazzo municipale.
Infoagrigento
Casa Leonardo Sciascia, il
commissario Infurnari scrive a Renzi
Anche il Premier Matteo Renzi è stato
investito della vicenda relativa alla messa in vendita della casa di
famiglia di Leonardo Sciascia.
Il Commissario Straordinario dell'ex
Provincia Regionale ( oggi Libero consorzio di comuni) ha, infatti,
inviato una lettera al Presidente del Consiglio con la quale chiede
che anche il Governo Nazionale faccia la propria parte e "...ponga
in essere ogni utile iniziativa affinché il patrimonio culturale e
morale rappresentato dalla casa di famiglia di Leonardo Sciascia non
vada disperso...".
La lettera inviata a Renzi si aggiunge
ad un già fitto indirizzario istituzionale che il Commissario
Infurnari, ha interpellato nel tentativo di scongiurare che la casa
di famiglia dello scrittore racalmutese venga venduta a privati.
Obiettivo della Provincia Regionale, infatti, sarebbe quello di
trasformarla in una casa museo.
Nella casa di famiglia di Sciascia,
situata a Racalmuto, in via Monte, infatti, sono ancora custoditi
alcuni degli effetti personali appartenuti allo scrittore: i libri
ricevuti in dono con le relative dediche, alcune lettere che Sciascia
ricevette da intellettuali ed amici, il suo scrittoio, la libreria e
numerosi altri oggetti e testimonianze di vita quotidiana.
La casa, ormai abbandonata ai piedi del
Santuario della Madonna del Monte, tra la scuola elementare e il
teatro Regina Margherita, è in realtà la la casa paterna dello
scrittore che oggi appartiene ai cugini. Tra quelle stanze il giovane
Leonardo Sciascia, iniziò a leggere le Memorie di Casanova, I
Promessi sposi, Pirandello e il Paradosso sull'attor comico di
Diderot. In quella casa Sciascia da ragazzo ascoltava tutte le storie
di paese attorno alle zie a lui molto legate. E in quella casa
arrivarono, sin dagli anni quaranta, lettere inviate dai più grandi
intellettuali dell'epoca che oggi si conservano alla Fondazione
Sciascia.
L'abitazione è stata spesso
raccontata dallo scrittore in diverse opere, tra cui "Le parrocchie
di Regalpetra", "Gli zii di Sicilia" e "La Sicilia come
metafora. E' la casa dove lo scrittore abitò anche da sposato, nel
periodo in cui lavorava al Consorzio dell'Ammasso del grano e poi
quando diventò, nel 1947, maestro nella vicina scuola elementare che
prima era collocata nel cortile dell'attuale Palazzo municipale.
24 agosto - domenica
GIORNALE DI SICILIA
CANICATTI'
AMBIENTE Il capo
dell'amministrazione,Vincenzo Corbo, ha deciso di rivolgersi a
un'altra impresa. Sarà sottoscritto un contratto peni servizio di
pulizia
Rifiuti, il sindaco chiude e pone
alla Dedalo
Tante le lamentele del Comune:"Si
continua a offrire un servizio assolutamente insufficiente rispetto
alle esigenze»
Lo strappo, quello probabilmente
irreparabile, è maturato al termine di un'altra settimana di
tensione vissuta tra l'amministrazione Comunale e la Dedalo
Ambiente, la società che gestisce per conto dell'Ato Ag3 il
servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti in città. Il comune
di Canicattì, a partire dai prossimi giorni, tornerà ad affidare la
pulizia della città ad una ditta esterna compiendo di fatto il
passaggio decisivo verso il completo disimpegno nei confronti della
società privata attualmente sotto la gestione commissariale del duo
Lo Brutto Morreale. La scelta del sindaco Vincenzo Corbo anticipa
quello che dovrà accadere dal 30 settembre prossimo quando verranno
sciolti gli Ato e si darà inizio al nuovo sistema di gestione
servizio di pulizia e raccolta dei rifiuti basato sugli Aro. Ma la
decisione dell'Amministrazione comunale va ben oltre gli aspetti
organizzativi del servizio ed è strettamente connessa ad un
malcontento che serpeggia ormai da diverso tempo nei confronti della
Dedalo Ambiente a causa del servizio che viene effettuato in città,
considerato insufficiente ed inefficiente. Nei prossimi giorni,
quindi, si vedranno in azione nelle strade cittadine i mezzi di
pulizia della ditta privata, già interpellata dal sindaco prima di
Ferragosto quando l'emergenza rifiuti aveva spinto
l'amministrazione ad implementare il parco degli automezzi in
funzione, che sostituiranno totalmente quelli della Dedalo Ambiente
Provvederemo a concludere un contratto di nolo ha dichiarato il
sindaco Vincenzo Corbo con orma ditta privata che ci permetterà di
riutilizzare tutti i mezzi necessari per garantire un adeguato
servizio di pulizia alla città. Ci siamo stancati di sottostare alle
richieste, peraltro prive di ogni legittimità e fondamento, della
Dedalo Ambiente che peraltro continua ad offrire un servizio
assolutamente insufficiente rispetto alle esigenze del territorio».
LA SICILIA
CASTELTERMINI
All'istituto De Cosmi i primi
problemi per la carenza d'aule
CASTELTERMINI. Sono diverse in questo
periodo e scuole costrette a fare i conti con la mancanza di aule
adeguate che soddisfino al meglio le esigenze degli alunni. Anche
l'istituto comprensivo De Cosmi si trova in difficoltà, in
particolare le aule dell'istituto della scuola secondaria di primo
grado, che si trova in via Matteotti, sono in ristrutturazione. Il
venir meno di questa disponibilità causa problemi non solo alla
scuola e al comune ma anche ai genitori degli alunni che ancora non
sanno dove i propri figli svolgeranno le normali attività
didattiche. Tra i genitori si sta diffondendo un tam tam un po'
allarmante che forse non rispecchia la reale situazione. Tante sono
le soluzioni proposte. Si parla di doppi turni e di possibile scuola
pomeridiana, anche se nulla di tutto ciò al momento è confermato.
Il comune, nella persona dell'assessore alla pubblica istruzione
Carminella Cordaro, lei stessa insegnante di scuola primaria, e del
sindaco Nuccio Sapia, già da tempo si sta muovendo per cercare
locali disponibili da adibire in maniera provvisoria ad aule. Come
l'assessore ci ha riferito, è già stato contattato il parroco
della chiesa del Carmelo, don Giuseppe Alotto che si è mostrato
sensibile al problema e ha reso disponibili quattro aule all'interno
dell'oratorio Pier Giorgio Frassati. Anche la dirigente del Liceo
Scientifico Marika Helga Gatto ha aperto le porte dell'istituto di
cui è a capo offrendo altre quattro aule per ospitare gli studenti
della scuola media. Tutto fa pensare ad una positiva soluzione, anche
se da parte dei genitori non mancano ancora dubbi e perplessità.
FRANCESCA M. MAGRÌ