GIORNALE DI SICILIA
RACALMUTO.
Il Quirinale si interessa alla casa
di Sciascia
Si arricchisce di un nuovo tassello la
vicenda della casa di famiglia di Leonardo Sciascia a Racalmuto,
messa in vendita dagli credi. Gli uffici della Presidenza della
Repubblica, hanno infatti ufficialmente scritto alle amministrazioni
territoriali di competenza, per chiedere ulteriori chiarimenti ed
informazioni sullo Stato dell'arte delle procedure di vendita
dell'immobile e sulle iniziative poste in essere per evitare la
cessione a privati. La lettera del Quirinale fa seguito alla lettera
che lo scorso 13 agosto, il Commissario straordinario del Libero
Consorzio Comunale, Benito Infurnari, aveva scritto proprio al
Presidente Giorgio Napolitano per chiedere ogni utile intervento
affinchè si potesse trovare una soluzione condivisa che impedisca
che della casa di Racalmuto, venga perso il valore storico e
simbolico. Un fitto indirizzario, quello del commissario Infurnari
alle massime autorità dello Stato e del Governo, oltre che ad
istituzioni ed enti pubblici e privati, avviato per reperire i 100
mila euro necessari per acquistare l'immobile e decidere come
utilizzano al meglio, mantenendo viva la memoria di Leonardo
Sciascia. Infurnari ha scritto ad associazioni, fondazioni, enti
pubblici, aziende private, singoli soggetti, istituzioni e autorità
con lo scopo di tenere alta l'attenzione sulla vicenda e ottenere
dei contributi per raggiungere lo scopo. Fino a questo momento però,
gli unici ad aver risposto all'appello di Infurnari alla ricerca di
fondi per comprare la casa di Sciascia, hanno risposto soltanto il
commissario straordinario del Comune di Agrigento Luciana Giammanco e
il presidente del Consorzio per la legalità Maria Grazia Brandara.
In tutto circa 2500 euro, poca cosa rispetto ai centomila euro che
servirebbero per acquistare la casa che avrebbe poi comunque
necessità di altre grosse somme per ristrutturarla e farla diventare
una casa museo. A Racalmuto, però, nel frattempo, il "fronte"
che si era mobilitato per l'acquisto della residenza di via
Leonardo Sciascia - strada non a caso intitolata allo scrittore
racalmutese archiviando la toponomastica dedicata alla Regina
Margherita - sembra vacillare. «Mi permetto di suggerire- aveva
scritto, qualche settimana fa, Calogcro Bongiorno in una lettera
aperta indirizzata al sindaco Messana - che sforzi e mobilitazioni in
favore dell'acquisto della casa delle zie di Sciascìa possano
essere più proficuamente indirizzati per evitare il degrado e,
forse, la chiusura della fondazione intitolata a Sciascia. (LOG)
Ex - Provincia
Riprende domattina il progetto «GJO»
Riprendono le attività formative
previste dal progetto GJO in partenariato con le ex province di Lecce
e Agrigento. Domani alle 10 nell'aula Pellegrino, a partire dalle
10, interverrà il direttore generale della Banca di Credito
Cooperativo Agrigentino Giuseppe Parrinello che illustrerà, ai
giovani universitari e neolaureati partecipanti al progetto, il
fondamentale ruolo dell'intermediario bancario nel sostenere i
giovani imprenditori desiderosi di avviare un'attività nel
contesto della green economy.
LA SICILIA
IPIA FERMI : IL NEO DIRIGENTE
SCOLASTICO E' FIDUCIOSO
Elisa Casalicchio: ((Strada in
salita, ma ce la FAREMO)
Il primo agosto la consegna ufficiale
del Centro di addestramento professionale, nell'area industriale ex
Asi all'istituto Ipia Fermi di Agrigento da parte del Libero
Consorzio ed oggi, continuano incessanti le operazioni di rilascio
delle certificazioni necessarie per l'apertura ufficiale
dell'istituto entro il 17 settembre, data ufficiale del primo
giorno di scuola. Numerose gatte da pelare per il neo dirigente Elisa
Casalicchio, ex docente da anni di Diritto presso l'istituto
professionale per l'industria e l'artigianato, che incessante
dopo la nomina di lunedì scorso, avrà il compito di restituire
un'unica identità ad una scuola che per anni è'stata smembrata
a causa delle gravi vicissitudini causate dal cedimento di un
pilastro del padiglione B nell'edificio di Agrigento Bassa,
assicurando un'unica sede idonea allo svolgimento dell'attività
didattica. Una promessa da mantenere che garantisca ai 110 docenti ed
ai 750 studenti suddivisi in 34 classi, un sereno e regolare inizio
dell'anno scolastic«Mi sono insediata da tre giorni ed ho
subito preso contatti con le istituzioni per affrontare i problemi
che riguardano la scuola ed accelerare i tempi dei rilasci delle
certificazioni necessarie - spiega il neo dirigente Elisa Casalicchio
-. Ho incontrato nei giorni scorsi il dirigente del Settore
Edilizia Scolastica dell'ex
Provincia, Gaetano Gucciardo, il direttore generale Amelia Scibetta,
per affrontare il problema degli attacchi delle utenze di luce, acqua
e gas, necessari per l'avvio della stuttura. Ho anche incontrato il
commissario straordinario Benito Infurnari, che mi ha rassicurata
sull'inizio dell'anno scolastico presso la nuova sede. Credo
fermamente nelle istituzioni e
sono fiduciosa dell'impegno profuso
da parte di tutti perché si possa in tempi brevi dare ai ragazzi
dell'I- pia la possibilità di un certo diritto allo studio,
eliminando i disagi che negli ultimi due anni hanno accompagnato il
percorso scolastico. Mancano alcuni elementi fondamentali come il
certificato di agibilità, ma sono stata rassicurata sull'impegno
dei Comuni di Aragona e Favara, che stanno accelerando i tempi per il
rilascio delle certificazioni. Altro importante passaggio riguarda iLservizio di trasporto. Ho, infine,
stabilito per oggi pomeriggio il Consiglio d'Istituto e dei Docenti
per stabilire i criteri di assegnazione del corpo docente alle classi
e cercare con ogni mezzo di accelerare al massimo i tempi per un
sereno avvio delle attività didattiche».
Agrigentonotizie.it
Servizio idrico in provincia di
Agrigento, i sindaci tornano a Palermo
Sono ripresi i contatti tra i
sindaci dell'Ato idrico di Agrigento e lo staff dell'assessore
regionale Callari. L'incontro si è tenuto ieri 2 settembre 2014 a
Palermo presso l'Assessorato Servizi di pubblica utilità a cui ha
partecipato una delegazione dei primi
cittadini composta da Nuccio Sapia di
Casteltermini, Leonardo Ciaccio di Sambuca di Sicilia, Giuseppe
Puccio di Lucca Sicula, Carmelo D'Angelo di Ravanusa, Gianni Picone
di Campobello di Licata, Emilio Messana di Racalmuto, delegazione che
già prima del ponte di Ferragosto aveva intavolato la trattativa.
Come si ricorderà, i sindaci dei 27 Comuni gestiti
da Girgenti acque avevano inscenato una eclatante manifestazione
incatenandosi avanti la sede del presidente della Regione per
protestare contro il caro bollette e per denunciare la situazione di
iniquità e di trattamento vessatorio che sono costretti a subire i
cittadini dei ventisette comuni. L'incontro di ieri si è
incentrato su una ampia ed articolata discussione ed
ha affrontato nello specifico la problematica dell'anomalia
agrigentina. Purtroppo si è registrato un nulla di
fatto nel senso che non sono state individuate soluzioni concrete
immediatamente percorribili. I sindaci, preso atto dell'esito
negativo della riunione, hanno ribadito le richieste contenute nel
documento unitario sottoscritto, e già consegnato al capo di
Gabinetto del presidente della Regione, e, cioè, di uniformare
le tariffe dell'Ato idrico di Agrigento a quelle più basse
praticate dai comuni agrigentini e la facoltà, ai
comuni che ne fanno richiesta, di gestire direttamente il servizio
idrico; annunciato l'abbandono del tavolo tecnico e, comunque, la
loro indisponibilità a partecipare ad incontri in assenza del
rappresentante del governo; chiesto, per il tramite dello staff
dell'assessore, che il Governo della Regione assuma
responsabilmente, rispetto alle istanze di giustizia
ed equità espresse dai ventisette sindaci, una
posizione politica-amministrativa chiara e netta. Lo staff di
gabinetto si è riservato di riferire all'assessore Callari ed al
presidente della Regione e presumibilmente entro quindici giorni gli
amministratori saranno riconvocati per un confronto si spera, questa
volta, decisivo. Nuccio Sapia, sindaco di Casteltermini, ha
dichiarato che nelle more, comunque, "i sindaci non
molleremo la presa. Ci riuniremo a breve e tutti insieme esamineremo
le ulteriori forme di protesta da adottare nel caso in cui il Governo
della Regione dovesse, malauguratamente, disattendere le nostre
sacrosante richieste".
Debiti per ritardi della Pubblica
amministrazione, commissione tributaria dà ragione a cooperativa
palmese
La commissione tributaria provinciale di
Agrigento ha rigettato la domanda cautelare proposta dall'Agenzia
delle entrate contro la società cooperativa "Il Gattopardo"
di Palma di Montechiaro che gestisce i minori stranieri. Della
situazione si sono occupate anche "Le Iene".
La trasmissione è già stata registrata nel mese di luglio.
La sentenza è particolarmente
importante in quanto stabilisce che, se una società si trova in
difficoltà economiche a causa dei ritardi nei pagamenti da parte
della Pubblica amministrazione, lo Stato non può
proporre una domanda cautelare contro il contribuente.
Nel caso di specie l'Agenzia delle
entrate di Agrigento aveva avanzato una domanda cautelare nei
confronti della società palmese richiedendo cautelativamente
l'iscrizione ipotecaria di un bene immobile ed il fermo di due
autoveicoli intestati rispettivamente alla società ed al suo legale
rappresentante, Rita Balistreri.
La società, costituitasi in giudizio a
mezzo del procuratore Davide Lo Presti, ha dimostrato che ad oggi non
ha mai posto in essere atti diretti a sottrarre i propri beni ed
inoltre ha dimostrato come risulta creditrice di
migliaia di euro da parte della Pubblica amministrazione e la
propria difficoltà economica deriva proprio dal ritardo nei
pagamenti da parte della P.A. Pertanto lo
Stato non può da una parte ritardare nei pagamenti e dall'altro
richiedere, per cifre minori, misure cautelari al proprio
contribuente."
Ex provincia- Casa di Leonardo Sciascia, il
Quirinale scrive agli uffici territoriali competenti
Gli uffici della Presidenza della
Repubblica, hanno infatti ufficialmente scritto alle amministrazioni
territoriali di competenza, per chiedere ulteriori chiarimenti ed
informazioni sullo stato dell'arte delle procedure di vendita
dell'immobile e sulle iniziative poste in essere per evitare la
cessione a privati.
Il Quirinale punta i propri riflettori
sulla vicenda della casa di famiglia di Leonardo Sciascia a
Racalmuto, messa in vendita dagli eredi. Gli uffici
della Presidenza della Repubblica, hanno infatti ufficialmente
scritto alle amministrazioni territoriali di competenza, per chiedere
ulteriori chiarimenti ed informazioni sullo stato
dell'arte delle procedure di vendita dell'immobile e sulle iniziative
poste in essere per evitare la cessione a privati.
La lettera del Quirinale fa seguito
alla lettera che lo scorso 13 agosto, il commissario straordinario
dell'ex Provincia regionale di Agrigento (oggi Libero Consorzio
Comunale), Benito Infurnari, aveva scritto proprio al presidente
Giorgio Napolitano per chiedere "ogni utile intervento"
affinchè si potesse trovare una soluzione condivisa che impedisca
che della casa di Racalmuto, venga perso il valore storico e
simbolico.
Leonardo Sciascia e Giorgio
Napolitano hanno per altro condiviso un percorso politico
comune quando, nel 1979, lo scrittore racalmutese
accettò la proposta dei radicali di Pannella e si candidò sia al
Parlamento europeo sia alla Camera. Il rapporto di stima e amicizia
tra Giorgio Napolitano e Leonardo Sciascia, venne ricordato il 24
maggio del 2009 quando la figlia dello scrittore, donò al presidente
della Repubblica, recatosi in visita sulla tomba del cimitero di
Racalmuto, una medaglia ricordo della Fondazione. Un
fitto indirizzario, quello del commissario Infurnari alle massime
autorità dello Stato e del Governo, oltre che ad istituzioni ed enti
pubblici e privati, avviato per reperire
i 100mila euro necessari per acquistare l'immobile e
decidere come utilizzarlo al meglio, mantenendo viva la memoria di
Leonardo Sciascia."
sicilia24h.it
Progetto GJO e mondo bancario: venerdì
5 settembre seminario formativo.
Riprendono,
dopo la pausa estiva, le attività formative previste dal progetto
GJO (acronimo di GREEN JOBS OPPORTUNITIES), promosso e cofinanziato
dall'Unione Province Italiane nell'ambito del programma Azione
ProvincEGiovani 2013, in partenariato con la Provincia di Lecce (ente
capofila), la Provincia di Agrigento e il CTS. In particolare,
venerdì 5 settembre, nell'aula "Pellegrino", a partire dalle
ore 10.00, interverrà il direttore generale della Banca di Credito
Cooperativo Agrigentino dott. Giuseppe Parrinello che illustrerà, ai
giovani universitari e neolaureati partecipanti al progetto, il
fondamentale ruolo dell'intermediario bancario nel sostenere i
giovani imprenditori desiderosi di avviare un'attività nel
contesto della green
economy ,
con focus sui diversi prodotti e servizi e sulle forme tecniche di
finanziamento più idonee a supportare gli investimenti ed il
capitale circolante. Ricordiamo che il progetto GJO si propone di
ideare e realizzare iniziative finalizzate alla promozione dei
"lavori verdi" e della sostenibilità nelle province di Lecce e
Agrigento, rivolte a giovani studenti universitari o neolaureati, di
età compresa tra i 20 e i 30 anni. In uno scenario di profonda crisi
economica la green
economy può
rappresentare, infatti, un'importante occasione professionale per i
giovani, oltre che un valido strumento per l'approfondimento della
conoscenza del territorio e per la promozione della gestione
sostenibile delle risorse, in particolare in regioni come Sicilia e
Puglia che hanno in comune un notevole patrimonio culturale e
ambientale e, purtroppo, elevati tassi di disoccupazione.
Gds.it
Il
Comune
scrive ai cinque proprietari per chiederne la cessione gratuita:
«Altrimenti, gli espropri o la rettifica dei confini»
di CALOGERO GIUFFRIDA
PALERMO. Sì
al ticket d'ingresso e a nuove forme di gestione della Scala dei
Turchi, ma prima bisogna fare i «conti» con i proprietari privati
della scogliera bianca più famosa d'Italia e candidata a diventare
patrimonio dell'umanità con il sigillo dell'Unesco. È infatti di
proprietà privata la Scala dei Turchi resa famosa nel mondo anche
grazie ai romanzi di Andrea Camilleri, è dei privati tutta l'area
bianca difesa in questi giorni dalla polizia provinciale dai «furti»
dei turisti abituati ad asportare la marna per spalmarla sulla pelle
nella convinzione - smentita daio dermatologi - che abbia effetti
benefici o semplicemente per portarla via come souvenir. La parte
demaniale che la Regione sta concedendo al Comune di Realmonte - per
gestirla insieme a Legambiente sul modello dell'Isola dei Conigli
di Lampedusa, della Spiaggia Rosa dell'isola di Budelli in Sardegna
o dell'Isola di Montecristo in Toscana, come ha annunciato
l'assessore regionale al Territorio e Ambiente Mariarita Sgarlata -
riguarda esclusivamente i tratti spiaggia a est e ovest della Scala
dei Turchi. Per questo il sindaco Pietro Puccio ha convocato un
incontro con i proprietari.
Livesicilia.it
Sono
trentadue. E sono ancora tutte lì, nonostante gli annunci del
governatore.
Sono tutte lì, qualcuna in liquidazione, qualcun'altra
sorprendentemente "salva" e rimessa in moto, qualcun'altra ancora
"aperta" nonostante non vi lavori nessuno. Le società
partecipate della Regione siciliana danno lavoro a 7.783 persone.
Sono quasi tutte in perdita. Nonostante ciò, continuano a "pagare"
consulenti e direttori generali con stipendi in alcuni casi superiori
ai 200 mila euro. E affitti, sparsi in tutta la Sicilia. L'universo
partecipate è entrato nel dossier redatto da una apposita task force
regionale. Un
documento di oltre 150 pagine già da alcuni giorni sul tavolo del
presidente della Regione Crocetta. La "squadra" era composta,
originariamente, da Giuseppe Salamone (dirigente della Segreteria
generale della Presidenza), Fabio Damiani (Commissario liquidatore
Ciapi Palermo), Pasquale Calamia (dirigente ufficio di diretta
collaborazione dell'assessore territorio e ambiente), Rosario
Cultrone (funzionario ufficio di diretta collaborazione del
Presidente), Giancarlo Costa (funzionario ufficio di diretta
collaborazione del presidente). Quest'ultimo si dimetterà nel maggio
di quest'anno. Cosa
doveva verificare la "task force" della Regione? Il dossier
puntava a monitorare gli interventi dei vertici di queste società su
alcuni punti.
Provvedimenti "obbligati" da norme e direttive. Tra questi, la
"riduzione del 20% della spesa riferita ai compensi annui per i
componenti di organi di amministrazione controllo e revisione",
l'"attivazione della mobilità per i lavoratori delle società in
liquidazione per personale in servizio alla data del 31 dicembre 2009
e l'eliminazione di tutti i trattamenti economici non discendenti dai
contratti collettivi di lavoro", il "rispetto delle tabelle di
equiparazione per chi usa altri contratti collettivi di lavoro", la
"riduzione delle postazioni dirigenziali del 10%", il rispetto
del "divieto di assunzione al 31 dicembre 2009". Ecco cosa ha
scoperto la "task force", società per società.
L'Ast
in rosso fisso: manca pure la benzina
L'Ast,
la società che si occupa del trasporto pubblico locale è
costantemente in perdita. Nel 2010 di 1,44 milioni, nel 2011 di 8,9
milioni. Solo nel 2012 ecco un lieve utile di 82 mila euro. "Non si
è potuto provvedere - scrive però alcuni mesi fa la società alla
Regione - all'assolvimento dei debiti erariali né ai pagamenti delle
fatture già scadute relative a forniture di carburante e
manutenzione fino al 31 12 2013". Sono 5 le assunzioni successive
al 31 dicembre 2009 e non mancano le consulenze: nel 2010 (per 91.600
euro), nel 2011 (per 87 mila euro) nel 2012 (per 32.800 euro), nel
2013 una sola consulenza da 36.400 euro . "Consulenze
indispensabili" per l'Ast, tra l'altro frutto di procedimenti a
"evidenza pubblica". Per locali e parcheggi la spesa annua è di
87 mila euro. Anche il Ciem, quindici dipendenti di cui due
dirigenti, fa registrare perdite d'esercizio negli ultimi anni: il
"rosso" nel 2012 è di circa un milione.
Irfis
e Italkali: le isole felici
Nel
caso di Irfis, la task force fa riferimento a un "cambio di rotta
nell'ultimo triennio. Da perdite di esercizio non indifferenti - si
legge nella relazione - si passa nel 2012 a un utile di 2,1 milioni e
nel 2013 di 3,1 milioni. E a una riduzione dei costi del 6,5%
derivata dall'eliminazione della parte di credito a tasso ordinario.
In Irfis lavorano 54 persone. Tra questi, il direttore generale Enzo
Emanuele: per lui compenso da 212 mila euro. Mentre per l'affitto dei
locali di via Bonanno a Palermo vanno via 36 mila euro più Iva ogni
anno. Anche Italkali fa segnare risultati positivi negli ultimi
esercizi: nel 2010 pari a 2,7 milioni, nel 2011 a 2,9 milioni. I
dipendenti sono 302. Ma rimangono i dubbi sull'applicazione delle
norme di spending review: "Italkali - si legge nel dossier - ha
in diverse occasioni manifestato l'opinione di non essere
assoggettata alle normative, direttive e circolari emanate dalla
Regione siciliana e pertanto non ha mai risposto alle richieste del
Servizio stesso".
Italia
Lavoro Sicilia, il paradiso dei co.co.pro
Sarebbero
quattro le persone assunte da Italia Lavoro in regime di divieto. Per
una di queste assunzioni, quelle di un dirigente, non mancano i dubbi
di danno erariale. Mentre si è assistito a una pioggia di assunzioni
"a progetto": 244 nel 2009, 76 nel 2010 e 17 nel 2011 (dati
Ispettorato al Lavoro). Poi non mancano le consulenze: 7 nel 2010, 6
nel 2011 e 7 nel 2012. Così, nel conto corrente della società
restano 166 mila euro che "non permettono di onorare gli impegni
nei confronti dei dipendenti, debitori ed erario". Una società
povera, che però "abita" in una delle zone più ricche di
Palermo, cioè in via Principe di Belmonte con "costi di locazione
- si legge nel documento - non indifferenti e difficilmente
giustificabili in futuro per una società la cui attività dovrà
ormai esaurirsi". Il Mercato
agroalimentare (Maas),
invece, è stato al centro delle polemiche in occasione dell'ultima
Finanziaria. Bocciato l'emendamento che prevedeva un contributo
regionale, adesso la società è in grave crisi. E del resto, le
perdite sono costanti: nel 2010 di 763 mila euro, nel 2011 di 1,5
milioni nel 2012 di 1,67 milioni. Per l'affitto della sede, la spesa
è di 13.800 euro.
Il
"caso" del Parco scientifico e tecnologico
Anche
il Parco è ovviamente in rosso: perdite da 5,9 milioni "registratae
negli ultimi esercizi". Per tamponare le perdite, l'allora
presidente Marco Romano, spiega la task force ha optato per la
svalutazione del capitale sociale alla quale è seguito un esposto
denuncia del collegio sindacale. Non mancano poi le assunzioni
"sospette": nel 2009 di 58 collaboratori, 53 nel 2010 e 37 nel
2011. Contratti che gravano su fondi europei e statali. E poi le
consulenze: 9 nel 2011, 6 nel 2012 e 7 nel 2013. Secondo il Collegio
sindacale, Marco Romano avrebbe continuato a conferire incarichi
anche dopo la scadenza del mandato. Su tali incarichi "il
Collegio sindacale - si legge in una nota riporta nel dossier -
evidenzia dubbi circa l'utilità per la Società e perfino circa
l'effettivo espletamento dell'attività oggetto del contratto".
Insomma, in alcuni casi non si sa nemmeno se i consulenti abbiano
lavorato davvero. E non mancano nemmeno le spese per gli affitti: la
bellezza di 155.785 euro più Iva.
Il
"salvataggio" di Riscossione e i consulenti eccellenti di
Sas
"E'
l'unico gabelliere in Italia che fa segnare perdite" ha denunciato
a più riprese il presidente Crocetta. E che perdite... Solo nel 2011
ammontano a 5 milioni. I debiti di Riscossione Sicilia, come
sottolineano i vertici della società sono pari a 60 milioni mentre
l'esposizione bancaria è di 160 milioni. A far discutere anche una
consulenza legale andata avanti dal 2001 al 2010. Nell'ultima
finanziaria il governo è intervenuto con un contributo di 40 milioni
di euro. Il "problema" della Sas(megasocietà
da 2 mila dipendenti frutto della fusione di tre partecipate
regionali) è quello delle assunzioni dei cosiddetti ex interinali.
Molti di loro già vittoriosi di fronte ai tribunali. Sono già 25 -
si legge nel dossier, ma nel frattempo sono ancora cresciute - le
assunzioni ordinate dal giudice. Mentre la task force fa riferimento
a un "ricorso continuo a consulenze esterne": 16 nel 2010, 15 nel
2011, 19 nel 2012. Tra i consulenti più presenti, c'è Claudio
Alongi, commissario dell'Aran e marito del Segretario generale di
Palazzo d'Orleans, Patrizia Monterosso. Per l'affitto della sede di
via Libertà a Palermo la società spende 52.591 euro annui.
Agrigentooggi.it
Polo
Universitario: Progetto Archeomed
Riparte
da Gerusalemme il progetto ArcheoMed network, la
rete interattiva di associazioni, istituzioni, istituti di ricerca,
università ed operatori economici che condividono l'interesse
nella gestione integrata dei siti archeologici minori come
strumento per il rilancio delle attività economiche dei territori
coinvolti e per favorire il turismo archeologico. È in corso in
questi giorni, nell' Università Al -Quds _ Institute of
Archaeology di Gerusalemme, una conferenza dal titolo:
"The Archeomed network and the district of the mediterranean
archeological minor sites" sotto l'alto patrocinio
del Ministero del Turismo e delle Antichità della Palestina.
ArcheoMed si propone di promuovere attività economiche
relative ai siti archeologici minori, in particolare, favorendo il
turismo archeologico attraverso il miglioramento della fruizione dei
siti e la creazione di maggiori opportunità economiche sul
territorio che abbiano impatti positivi per le comunità locali. La
conferenza ha aperto i lavori il 2 settembre scorso e
vede la partecipazione di rappresentanti del Polo Universitario della
Provincia di Agrigento, di Sudgestaid , della Yarmouk
University, Faculty of Archaeological and Anthropology e dell'
Industrial Association of Optics, Colour and Imaging. Scopo della conferenza è quello di
rimarcare che i Paesi del Mediterraneo condividono un
patrimonio comune dal punto di vista archeologico e architettonico.
Per sfruttarne pienamente il potenziale, migliorare la gestione e
valorizzare le risorse dei siti archeologici minori, ArcheoMed si
concentra sullo sviluppo di una politica regionale integrata basata
sul concetto di "Distretto Culturale del Mediterraneo" al fine di
promuovere idee condivise e iniziative basate su una comune strategia
di comunicazione e di marketing, promuovere, inoltre, le
migliori pratiche per i visitatori attraverso politiche
d'incoraggiamento del turismo archeologico sostenibile e di
minimizzazione dell'impatto negativo del turismo fornendo
servizi più appropriati, ad eccezione dei servizi che potrebbero
competere con quelli offerti dai membri stessi.
Agrigentotg24.it
Agrigento,
depuratori e fognature: bisogna fare presto. Progetti o fondi
revocati
Su depuratori e
fognature in Sicilia la stretta del decreto "Sblocca Italia". Su
96 progetti quelli pronti sono solo 14. Complessivamente 160milioni
di euro, fondi che arrivano da Bruxelles e deliberati dal Cipe, che
rischiano di perdersi. Entro il 30 settembre occorrono atti concreti
o le risorse saranno revocate, caso contrario una "euro multa"
per non avere fatto niente e tutto ciò ricade sui cittadini che
continueranno a pagare bollette salate senza ricevere i servizi
minimi. Tra le 96 opere 12
si dovrebbero realizzare tra Agrigento e la provincia. Eccole
nel dettaglio: impianto di depurazione di Fontanelle costo
dell'intervento 1.280.000 euro risorse disponibili 384.000 euro;
rete fognante fascia costiera di Agrigento costo dell'intervento
2.653.000 euro risorse disponibili 795.900 euro; fognatura nord di
Agrigento costo dell'intervento 5.144427 euro risorse disponibili
1.543.328 euro; fognatura zona Cannatello-Zingarello costo
dell'intervento 4.480.000 risorse disponibili 1.344.000 euro;
servizio fascia costiera Agrigento e Favara costo dell'intervento
16.850.000 risorse disponibili 5.055.000 euro; adduzione dei
reflui al nuovo i.d. Agrigento fascia costiera costo dell'intervento
1.919.000 euro risorse disponibili 573.000 euro; adduzione dei reflui
al nuovo impianto di depurazione di contrada Pero costo
dell'intervento 975.000 euro risorse disponibili 292.500 euro; rete
fognaria di Porto Empedocle costo dell'operazione 2.270.000 euro
risorse disponibili 681.000 euro; rete fognaria di Ribera costo
dell'intervento 2.416.000 risorse disponibili 724.800 euro; rete
fognari e impianto di depurazione di Sciacca costo
dell'intervento 5.130.000 euro risorse disponibili 1.539.000 euro;
impianto di depurazione di Sciacca costo dell'intervento 4milioni
di euro risorse disponibili 1.200.000 euro; sistema fognario
-depurativo del Villaggio Peruzzo di Agrigento costo dell'intervento
2.330.000 euro risorse disponibili 699.000 euro.
La Scala dei Turchi è privata, chiesta
la cessione gratuita
Sì al ticket d'ingresso per visitare
la Scala dei Turchi, ma prima però l'amministrazione comunale di
Realmonte dovrà acquisire il bene, che appartiene a cinque privati,
comunque tutelato da vincoli paesaggistici e ambientali. E' di
privati tutta l'area di marna bianca protetta in questi giorni
dalla Polizia provinciale e da alcune associazioni di volontariato,
dopo vari episodi di sradicamento di pietre di marna per spalmarla
sulla pelle o per portarla via come souvenir. La parte demaniale che
la Regione sta concedendo al Comune realmontino e a Legambiente
riguarda esclusivamente i tratti di spiaggia a est e a ovest della
Scala dei Turchi. Il Sindaco di Realmonte Pietro Puccio ha convocato
un incontro con i cinque proprietari dei terreni per chiederne la
cessione gratuita, altrimenti arriveranno gli espropri o la rettifica
dei confini. In questo caso però potrebbero esserci ricorsi al Tar e
al Consiglio di giustizia amministrativa.