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Rassegna stampa del 4 settembre 2014

GIORNALE DI SICILIA
RACALMUTO.
Il Quirinale si interessa alla casa di Sciascia
Si arricchisce di un nuovo tassello la vicenda della casa di famiglia di Leonardo Sciascia a Racalmuto, messa in vendita dagli credi. Gli uffici della Presidenza della Repubblica, hanno infatti ufficialmente scritto alle amministrazioni territoriali di competenza, per chiedere ulteriori chiarimenti ed informazioni sullo Stato dell'arte delle procedure di vendita dell'immobile e sulle iniziative poste in essere per evitare la cessione a privati. La lettera del Quirinale fa seguito alla lettera che lo scorso 13 agosto, il Commissario straordinario del Libero Consorzio Comunale, Benito Infurnari, aveva scritto proprio al Presidente Giorgio Napolitano per chiedere ogni utile intervento affinchè si potesse trovare una soluzione condivisa che impedisca che della casa di Racalmuto, venga perso il valore storico e simbolico. Un fitto indirizzario, quello del commissario Infurnari alle massime autorità dello Stato e del Governo, oltre che ad istituzioni ed enti pubblici e privati, avviato per reperire i 100 mila euro necessari per acquistare l'immobile e decidere come utilizzano al meglio, mantenendo viva la memoria di Leonardo Sciascia. Infurnari ha scritto ad associazioni, fondazioni, enti pubblici, aziende private, singoli soggetti, istituzioni e autorità con lo scopo di tenere alta l'attenzione sulla vicenda e ottenere dei contributi per raggiungere lo scopo. Fino a questo momento però, gli unici ad aver risposto all'appello di Infurnari alla ricerca di fondi per comprare la casa di Sciascia, hanno risposto soltanto il commissario straordinario del Comune di Agrigento Luciana Giammanco e il presidente del Consorzio per la legalità Maria Grazia Brandara. In tutto circa 2500 euro, poca cosa rispetto ai centomila euro che servirebbero per acquistare la casa che avrebbe poi comunque necessità di altre grosse somme per ristrutturarla e farla diventare una casa museo. A Racalmuto, però, nel frattempo, il "fronte" che si era mobilitato per l'acquisto della residenza di via Leonardo Sciascia - strada non a caso intitolata allo scrittore racalmutese archiviando la toponomastica dedicata alla Regina Margherita - sembra vacillare. «Mi permetto di suggerire- aveva scritto, qualche settimana fa, Calogcro Bongiorno in una lettera aperta indirizzata al sindaco Messana - che sforzi e mobilitazioni in favore dell'acquisto della casa delle zie di Sciascìa possano essere più proficuamente indirizzati per evitare il degrado e, forse, la chiusura della fondazione intitolata a Sciascia. (LOG)

Ex - Provincia
Riprende domattina il progetto «GJO»
Riprendono le attività formative previste dal progetto GJO in partenariato con le ex province di Lecce e Agrigento. Domani alle 10 nell'aula Pellegrino, a partire dalle 10, interverrà il direttore generale della Banca di Credito Cooperativo Agrigentino Giuseppe Parrinello che illustrerà, ai giovani universitari e neolaureati partecipanti al progetto, il fondamentale ruolo dell'intermediario bancario nel sostenere i giovani imprenditori desiderosi di avviare un'attività nel contesto della green economy.

LA SICILIA
IPIA FERMI : IL NEO DIRIGENTE SCOLASTICO E' FIDUCIOSO
Elisa Casalicchio: ((Strada in salita, ma ce la FAREMO)
Il primo agosto la consegna ufficiale del Centro di addestramento professionale, nell'area industriale ex Asi all'istituto Ipia Fermi di Agrigento da parte del Libero Consorzio ed oggi, continuano incessanti le operazioni di rilascio delle certificazioni necessarie per l'apertura ufficiale dell'istituto entro il 17 settembre, data ufficiale del primo giorno di scuola. Numerose gatte da pelare per il neo dirigente Elisa Casalicchio, ex docente da anni di Diritto presso l'istituto professionale per l'industria e l'artigianato, che incessante dopo la nomina di lunedì scorso, avrà il compito di restituire un'unica identità ad una scuola che per anni è'stata smembrata a causa delle gravi vicissitudini causate dal cedimento di un pilastro del padiglione B nell'edificio di Agrigento Bassa, assicurando un'unica sede idonea allo svolgimento dell'attività didattica. Una promessa da mantenere che garantisca ai 110 docenti ed ai 750 studenti suddivisi in 34 classi, un sereno e regolare inizio dell'anno scolastic«Mi sono insediata da tre giorni ed ho subito preso contatti con le istituzioni per affrontare i problemi che riguardano la scuola ed accelerare i tempi dei rilasci delle certificazioni necessarie - spiega il neo dirigente Elisa Casalicchio -. Ho incontrato nei giorni scorsi il dirigente del Settore
Edilizia Scolastica dell'ex Provincia, Gaetano Gucciardo, il direttore generale Amelia Scibetta, per affrontare il problema degli attacchi delle utenze di luce, acqua e gas, necessari per l'avvio della stuttura. Ho anche incontrato il commissario straordinario Benito Infurnari, che mi ha rassicurata sull'inizio dell'anno scolastico presso la nuova sede. Credo fermamente nelle istituzioni e
sono fiduciosa dell'impegno profuso da parte di tutti perché si possa in tempi brevi dare ai ragazzi dell'I- pia la possibilità di un certo diritto allo studio, eliminando i disagi che negli ultimi due anni hanno accompagnato il percorso scolastico. Mancano alcuni elementi fondamentali come il certificato di agibilità, ma sono stata rassicurata sull'impegno dei Comuni di Aragona e Favara, che stanno accelerando i tempi per il rilascio delle certificazioni. Altro importante passaggio riguarda iLservizio di trasporto. Ho, infine, stabilito per oggi pomeriggio il Consiglio d'Istituto e dei Docenti per stabilire i criteri di assegnazione del corpo docente alle classi e cercare con ogni mezzo di accelerare al massimo i tempi per un sereno avvio delle attività didattiche».
Agrigentonotizie.it


Servizio idrico in provincia di Agrigento, i sindaci tornano a Palermo
Sono ripresi i contatti tra i sindaci dell'Ato idrico di Agrigento e lo staff dell'assessore regionale Callari. L'incontro si è tenuto ieri 2 settembre 2014 a Palermo presso l'Assessorato Servizi di pubblica utilità a cui ha partecipato una delegazione dei primi cittadini composta da Nuccio Sapia di Casteltermini, Leonardo Ciaccio di Sambuca di Sicilia, Giuseppe Puccio di Lucca Sicula, Carmelo D'Angelo di Ravanusa, Gianni Picone di Campobello di Licata, Emilio Messana di Racalmuto, delegazione che già prima del ponte di Ferragosto aveva intavolato la trattativa. Come si ricorderà, i sindaci dei 27 Comuni gestiti da Girgenti acque avevano inscenato una eclatante manifestazione incatenandosi avanti la sede del presidente della Regione per protestare contro il caro bollette e per denunciare la situazione di iniquità e di trattamento vessatorio che sono costretti a subire i cittadini dei ventisette comuni. L'incontro di ieri si è incentrato su una ampia ed articolata discussione ed ha affrontato nello specifico la problematica dell'anomalia agrigentina. Purtroppo si è registrato un nulla di fatto nel senso che non sono state individuate soluzioni concrete immediatamente percorribili. I sindaci, preso atto dell'esito negativo della riunione, hanno ribadito le richieste contenute nel documento unitario sottoscritto, e già consegnato al capo di Gabinetto del presidente della Regione, e, cioè, di uniformare le tariffe dell'Ato idrico di Agrigento a quelle più basse praticate dai comuni agrigentini e la facoltà, ai comuni che ne fanno richiesta, di gestire direttamente il servizio idrico; annunciato l'abbandono del tavolo tecnico e, comunque, la loro indisponibilità a partecipare ad incontri in assenza del rappresentante del governo; chiesto, per il tramite dello staff dell'assessore, che il Governo della Regione assuma responsabilmente, rispetto alle istanze di giustizia ed equità espresse dai ventisette sindaci, una posizione politica-amministrativa chiara e netta. Lo staff di gabinetto si è riservato di riferire all'assessore Callari ed al presidente della Regione e presumibilmente entro quindici giorni gli amministratori saranno riconvocati per un confronto si spera, questa volta, decisivo. Nuccio Sapia, sindaco di Casteltermini, ha dichiarato che nelle more, comunque, "i sindaci non molleremo la presa. Ci riuniremo a breve e tutti insieme esamineremo le ulteriori forme di protesta da adottare nel caso in cui il Governo della Regione dovesse, malauguratamente, disattendere le nostre sacrosante richieste".


Debiti per ritardi della Pubblica amministrazione, commissione tributaria dà ragione a cooperativa palmese
La commissione tributaria provinciale di Agrigento ha rigettato la domanda cautelare proposta dall'Agenzia delle entrate contro la società cooperativa "Il Gattopardo" di Palma di Montechiaro che gestisce i minori stranieri. Della situazione si sono occupate anche "Le Iene". La trasmissione è già stata registrata nel mese di luglio. La sentenza è particolarmente importante in quanto stabilisce che, se una società si trova in difficoltà economiche a causa dei ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione, lo Stato non può proporre una domanda cautelare contro il contribuente. Nel caso di specie l'Agenzia delle entrate di Agrigento aveva avanzato una domanda cautelare nei confronti della società palmese richiedendo cautelativamente l'iscrizione ipotecaria di un bene immobile ed il fermo di due autoveicoli intestati rispettivamente alla società ed al suo legale rappresentante, Rita Balistreri.
La società, costituitasi in giudizio a mezzo del procuratore Davide Lo Presti, ha dimostrato che ad oggi non ha mai posto in essere atti diretti a sottrarre i propri beni ed inoltre ha dimostrato come risulta creditrice di migliaia di euro da parte della Pubblica amministrazione e la propria difficoltà economica deriva proprio dal ritardo nei pagamenti da parte della P.A.  Pertanto lo Stato non può da una parte ritardare nei pagamenti e dall'altro richiedere, per cifre minori, misure cautelari al proprio contribuente."


Ex provincia- Casa di Leonardo Sciascia, il Quirinale scrive agli uffici territoriali competenti


Gli uffici della Presidenza della Repubblica, hanno infatti ufficialmente scritto alle amministrazioni territoriali di competenza, per chiedere ulteriori chiarimenti ed informazioni sullo stato dell'arte delle procedure di vendita dell'immobile e sulle iniziative poste in essere per evitare la cessione a privati.
Il Quirinale punta i propri riflettori sulla vicenda della casa di famiglia di Leonardo Sciascia a Racalmuto, messa in vendita dagli eredi. Gli uffici della Presidenza della Repubblica, hanno infatti ufficialmente scritto alle amministrazioni territoriali di competenza, per chiedere ulteriori chiarimenti ed informazioni sullo stato dell'arte delle procedure di vendita dell'immobile e sulle iniziative poste in essere per evitare la cessione a privati. La lettera del Quirinale fa seguito alla lettera che lo scorso 13 agosto, il commissario straordinario dell'ex Provincia regionale di Agrigento (oggi Libero Consorzio Comunale), Benito Infurnari, aveva scritto proprio al presidente Giorgio Napolitano per chiedere "ogni utile intervento" affinchè si potesse trovare una soluzione condivisa che impedisca che della casa di Racalmuto, venga perso il valore storico e simbolico.
Leonardo Sciascia e Giorgio Napolitano hanno per altro condiviso un percorso politico comune quando, nel 1979, lo scrittore racalmutese accettò la proposta dei radicali di Pannella e si candidò sia al Parlamento europeo sia alla Camera. Il rapporto di stima e amicizia tra Giorgio Napolitano e Leonardo Sciascia, venne ricordato il 24 maggio del 2009 quando la figlia dello scrittore, donò al presidente della Repubblica, recatosi in visita sulla tomba del cimitero di Racalmuto, una medaglia ricordo della Fondazione. Un fitto indirizzario, quello del commissario Infurnari alle massime autorità dello Stato e del Governo, oltre che ad istituzioni ed enti pubblici e privati, avviato per reperire i 100mila euro necessari per acquistare l'immobile e decidere come utilizzarlo al meglio, mantenendo viva la memoria di Leonardo Sciascia."

 
sicilia24h.it
Progetto GJO e mondo bancario: venerdì 5 settembre seminario formativo.

Riprendono, dopo la pausa estiva, le attività formative previste dal progetto GJO (acronimo di GREEN JOBS OPPORTUNITIES), promosso e cofinanziato dall'Unione Province Italiane nell'ambito del programma Azione ProvincEGiovani 2013, in partenariato con la Provincia di Lecce (ente capofila), la Provincia di Agrigento e il CTS. In particolare, venerdì 5 settembre, nell'aula "Pellegrino", a partire dalle ore 10.00, interverrà il direttore generale della Banca di Credito Cooperativo Agrigentino dott. Giuseppe Parrinello che illustrerà, ai giovani universitari e neolaureati partecipanti al progetto, il fondamentale ruolo dell'intermediario bancario nel sostenere i giovani imprenditori desiderosi di avviare un'attività nel contesto della green economy , con focus sui diversi prodotti e servizi e sulle forme tecniche di finanziamento più idonee a supportare gli investimenti ed il capitale circolante. Ricordiamo che il progetto GJO si propone di ideare e realizzare iniziative finalizzate alla promozione dei "lavori verdi" e della sostenibilità nelle province di Lecce e Agrigento, rivolte a giovani studenti universitari o neolaureati, di età compresa tra i 20 e i 30 anni. In uno scenario di profonda crisi economica la green economy può rappresentare, infatti, un'importante occasione professionale per i giovani, oltre che un valido strumento per l'approfondimento della conoscenza del territorio e per la promozione della gestione sostenibile delle risorse, in particolare in regioni come Sicilia e Puglia che hanno in comune un notevole patrimonio culturale e ambientale e, purtroppo, elevati tassi di disoccupazione.

Gds.it
Il Comune scrive ai cinque proprietari per chiederne la cessione gratuita: «Altrimenti, gli espropri o la rettifica dei confini»
di CALOGERO GIUFFRIDA
PALERMO. Sì al ticket d'ingresso e a nuove forme di gestione della Scala dei Turchi, ma prima bisogna fare i «conti» con i proprietari privati della scogliera bianca più famosa d'Italia e candidata a diventare patrimonio dell'umanità con il sigillo dell'Unesco. È infatti di proprietà privata la Scala dei Turchi resa famosa nel mondo anche grazie ai romanzi di Andrea Camilleri, è dei privati tutta l'area bianca difesa in questi giorni dalla polizia provinciale dai «furti» dei turisti abituati ad asportare la marna per spalmarla sulla pelle nella convinzione - smentita daio dermatologi - che abbia effetti benefici o semplicemente per portarla via come souvenir. La parte demaniale che la Regione sta concedendo al Comune di Realmonte - per gestirla insieme a Legambiente sul modello dell'Isola dei Conigli di Lampedusa, della Spiaggia Rosa dell'isola di Budelli in Sardegna o dell'Isola di Montecristo in Toscana, come ha annunciato l'assessore regionale al Territorio e Ambiente Mariarita Sgarlata - riguarda esclusivamente i tratti spiaggia a est e ovest della Scala dei Turchi. Per questo il sindaco Pietro Puccio ha convocato un incontro con i proprietari.


Livesicilia.it
Sono trentadue. E sono ancora tutte lì, nonostante gli annunci del governatore.
Sono tutte lì, qualcuna in liquidazione, qualcun'altra sorprendentemente "salva" e rimessa in moto, qualcun'altra ancora "aperta" nonostante non vi lavori nessuno. Le società partecipate della Regione siciliana danno lavoro a 7.783 persone. Sono quasi tutte in perdita. Nonostante ciò, continuano a "pagare" consulenti e direttori generali con stipendi in alcuni casi superiori ai 200 mila euro. E affitti, sparsi in tutta la Sicilia. L'universo partecipate è entrato nel dossier redatto da una apposita task force regionale. Un documento di oltre 150 pagine già da alcuni giorni sul tavolo del presidente della Regione Crocetta. La "squadra" era composta, originariamente, da Giuseppe Salamone (dirigente della Segreteria generale della Presidenza), Fabio Damiani (Commissario liquidatore Ciapi Palermo), Pasquale Calamia (dirigente ufficio di diretta collaborazione dell'assessore territorio e ambiente), Rosario Cultrone (funzionario ufficio di diretta collaborazione del Presidente), Giancarlo Costa (funzionario ufficio di diretta collaborazione del presidente). Quest'ultimo si dimetterà nel maggio di quest'anno. Cosa doveva verificare la "task force" della Regione? Il dossier puntava a monitorare gli interventi dei vertici di queste società su alcuni punti. Provvedimenti "obbligati" da norme e direttive. Tra questi, la "riduzione del 20% della spesa riferita ai compensi annui per i componenti di organi di amministrazione controllo e revisione", l'"attivazione della mobilità per i lavoratori delle società in liquidazione per personale in servizio alla data del 31 dicembre 2009 e l'eliminazione di tutti i trattamenti economici non discendenti dai contratti collettivi di lavoro", il "rispetto delle tabelle di equiparazione per chi usa altri contratti collettivi di lavoro", la "riduzione delle postazioni dirigenziali del 10%", il rispetto del "divieto di assunzione al 31 dicembre 2009". Ecco cosa ha scoperto la "task force", società per società.
L'Ast in rosso fisso: manca pure la benzina
L'Ast, la società che si occupa del trasporto pubblico locale è costantemente in perdita. Nel 2010 di 1,44 milioni, nel 2011 di 8,9 milioni. Solo nel 2012 ecco un lieve utile di 82 mila euro. "Non si è potuto provvedere - scrive però alcuni mesi fa la società alla Regione - all'assolvimento dei debiti erariali né ai pagamenti delle fatture già scadute relative a forniture di carburante e manutenzione fino al 31 12 2013". Sono 5 le assunzioni successive al 31 dicembre 2009 e non mancano le consulenze: nel 2010 (per 91.600 euro), nel 2011 (per 87 mila euro) nel 2012 (per 32.800 euro), nel 2013 una sola consulenza da 36.400 euro . "Consulenze indispensabili" per l'Ast, tra l'altro frutto di procedimenti a "evidenza pubblica". Per locali e parcheggi la spesa annua è di 87 mila euro. Anche il Ciem, quindici dipendenti di cui due dirigenti, fa registrare perdite d'esercizio negli ultimi anni: il "rosso" nel 2012 è di circa un milione.
Irfis e Italkali: le isole felici
Nel caso di Irfis, la task force fa riferimento a un "cambio di rotta nell'ultimo triennio. Da perdite di esercizio non indifferenti - si legge nella relazione - si passa nel 2012 a un utile di 2,1 milioni e nel 2013 di 3,1 milioni. E a una riduzione dei costi del 6,5% derivata dall'eliminazione della parte di credito a tasso ordinario. In Irfis lavorano 54 persone. Tra questi, il direttore generale Enzo Emanuele: per lui compenso da 212 mila euro. Mentre per l'affitto dei locali di via Bonanno a Palermo vanno via 36 mila euro più Iva ogni anno. Anche Italkali fa segnare risultati positivi negli ultimi esercizi: nel 2010 pari a 2,7 milioni, nel 2011 a 2,9 milioni. I dipendenti sono 302. Ma rimangono i dubbi sull'applicazione delle norme di spending review: "Italkali - si legge nel dossier - ha in diverse occasioni manifestato l'opinione di non essere assoggettata alle normative, direttive e circolari emanate dalla Regione siciliana e pertanto non ha mai risposto alle richieste del Servizio stesso".
Italia Lavoro Sicilia, il paradiso dei co.co.pro
Sarebbero quattro le persone assunte da Italia Lavoro in regime di divieto. Per una di queste assunzioni, quelle di un dirigente, non mancano i dubbi di danno erariale. Mentre si è assistito a una pioggia di assunzioni "a progetto": 244 nel 2009, 76 nel 2010 e 17 nel 2011 (dati Ispettorato al Lavoro). Poi non mancano le consulenze: 7 nel 2010, 6 nel 2011 e 7 nel 2012. Così, nel conto corrente della società restano 166 mila euro che "non permettono di onorare gli impegni nei confronti dei dipendenti, debitori ed erario". Una società povera, che però "abita" in una delle zone più ricche di Palermo, cioè in via Principe di Belmonte con "costi di locazione - si legge nel documento - non indifferenti e difficilmente giustificabili in futuro per una società la cui attività dovrà ormai esaurirsi". Il Mercato agroalimentare (Maas), invece, è stato al centro delle polemiche in occasione dell'ultima Finanziaria. Bocciato l'emendamento che prevedeva un contributo regionale, adesso la società è in grave crisi. E del resto, le perdite sono costanti: nel 2010 di 763 mila euro, nel 2011 di 1,5 milioni nel 2012 di 1,67 milioni. Per l'affitto della sede, la spesa è di 13.800 euro.
Il "caso" del Parco scientifico e tecnologico
Anche il Parco è ovviamente in rosso: perdite da 5,9 milioni "registratae negli ultimi esercizi". Per tamponare le perdite, l'allora presidente Marco Romano, spiega la task force ha optato per la svalutazione del capitale sociale alla quale è seguito un esposto denuncia del collegio sindacale. Non mancano poi le assunzioni "sospette": nel 2009 di 58 collaboratori, 53 nel 2010 e 37 nel 2011. Contratti che gravano su fondi europei e statali. E poi le consulenze: 9 nel 2011, 6 nel 2012 e 7 nel 2013. Secondo il Collegio sindacale, Marco Romano avrebbe continuato a conferire incarichi anche dopo la scadenza del mandato. Su tali incarichi "il Collegio sindacale - si legge in una nota riporta nel dossier - evidenzia dubbi circa l'utilità per la Società e perfino circa l'effettivo espletamento dell'attività oggetto del contratto". Insomma, in alcuni casi non si sa nemmeno se i consulenti abbiano lavorato davvero. E non mancano nemmeno le spese per gli affitti: la bellezza di 155.785 euro più Iva.
Il "salvataggio" di Riscossione e i consulenti eccellenti di Sas 
"E' l'unico gabelliere in Italia che fa segnare perdite" ha denunciato a più riprese il presidente Crocetta. E che perdite... Solo nel 2011 ammontano a 5 milioni. I debiti di Riscossione Sicilia, come sottolineano i vertici della società sono pari a 60 milioni mentre l'esposizione bancaria è di 160 milioni. A far discutere anche una consulenza legale andata avanti dal 2001 al 2010. Nell'ultima finanziaria il governo è intervenuto con un contributo di 40 milioni di euro. Il "problema" della Sas(megasocietà da 2 mila dipendenti frutto della fusione di tre partecipate regionali) è quello delle assunzioni dei cosiddetti ex interinali. Molti di loro già vittoriosi di fronte ai tribunali. Sono già 25 - si legge nel dossier, ma nel frattempo sono ancora cresciute - le assunzioni ordinate dal giudice. Mentre la task force fa riferimento a un "ricorso continuo a consulenze esterne": 16 nel 2010, 15 nel 2011, 19 nel 2012. Tra i consulenti più presenti, c'è Claudio Alongi, commissario dell'Aran e marito del Segretario generale di Palazzo d'Orleans, Patrizia Monterosso. Per l'affitto della sede di via Libertà a Palermo la società spende 52.591 euro annui.


Agrigentooggi.it
Polo Universitario: Progetto Archeomed
Riparte da  Gerusalemme il progetto ArcheoMed  network, la  rete interattiva di associazioni, istituzioni, istituti di ricerca, università ed operatori economici che condividono l'interesse nella gestione integrata dei siti archeologici minori  come strumento per il rilancio delle attività economiche dei territori coinvolti e per favorire il turismo archeologico. È in corso in questi giorni, nell' Università Al -Quds _ Institute of Archaeology di Gerusalemme,  una conferenza  dal titolo: "The Archeomed network and the district of the mediterranean archeological minor sites"   sotto l'alto patrocinio del Ministero del Turismo e delle Antichità della Palestina. ArcheoMed  si propone di promuovere attività economiche relative ai siti archeologici minori, in particolare, favorendo il turismo archeologico attraverso il miglioramento della fruizione dei siti e la creazione di maggiori opportunità economiche sul territorio che abbiano impatti positivi per le comunità locali. La conferenza  ha aperto i lavori il 2 settembre  scorso e vede la partecipazione di rappresentanti del Polo Universitario della Provincia di Agrigento, di  Sudgestaid ,  della Yarmouk University, Faculty of Archaeological and Anthropology e dell' Industrial Association of Optics, Colour and Imaging. Scopo della conferenza è quello di rimarcare che i  Paesi del Mediterraneo condividono un patrimonio comune dal punto di vista archeologico e architettonico. Per sfruttarne pienamente il potenziale, migliorare la gestione e valorizzare le risorse dei siti archeologici minori, ArcheoMed si concentra sullo sviluppo di una politica regionale integrata basata sul concetto di "Distretto Culturale del Mediterraneo" al fine di promuovere idee condivise e iniziative basate su una comune strategia di comunicazione e di marketing, promuovere, inoltre,  le migliori pratiche per i visitatori attraverso politiche d'incoraggiamento del  turismo archeologico sostenibile e di minimizzazione dell'impatto negativo del turismo fornendo  servizi più appropriati, ad eccezione dei servizi che potrebbero competere con quelli offerti dai membri stessi.


Agrigentotg24.it

Agrigento, depuratori e fognature: bisogna fare presto. Progetti o fondi revocati

Su depuratori e fognature in Sicilia la stretta del decreto "Sblocca Italia". Su 96 progetti quelli pronti sono solo 14. Complessivamente 160milioni di euro, fondi che arrivano da Bruxelles e deliberati dal Cipe, che rischiano di perdersi. Entro il 30 settembre occorrono atti concreti o le risorse saranno revocate, caso contrario una "euro multa" per non avere fatto niente e tutto ciò ricade sui cittadini che continueranno  a pagare bollette salate senza ricevere i servizi minimi.  Tra le 96 opere 12 si dovrebbero realizzare tra Agrigento e la provincia. Eccole nel dettaglio: impianto di depurazione di Fontanelle costo dell'intervento 1.280.000 euro risorse disponibili 384.000 euro; rete fognante fascia costiera di Agrigento costo dell'intervento 2.653.000 euro risorse disponibili 795.900 euro; fognatura nord di Agrigento costo dell'intervento 5.144427 euro risorse disponibili 1.543.328 euro; fognatura zona Cannatello-Zingarello costo dell'intervento 4.480.000 risorse disponibili 1.344.000 euro; servizio fascia costiera Agrigento e Favara costo dell'intervento 16.850.000 risorse disponibili 5.055.000 euro; adduzione dei reflui al nuovo i.d. Agrigento fascia costiera costo dell'intervento 1.919.000 euro risorse disponibili 573.000 euro; adduzione dei reflui al nuovo impianto di depurazione di contrada Pero costo dell'intervento 975.000 euro risorse disponibili 292.500 euro; rete fognaria di Porto Empedocle costo dell'operazione 2.270.000 euro risorse disponibili 681.000 euro; rete fognaria di Ribera costo dell'intervento 2.416.000 risorse disponibili 724.800 euro; rete fognari e impianto di depurazione di  Sciacca costo dell'intervento 5.130.000 euro risorse disponibili 1.539.000 euro; impianto di depurazione di Sciacca costo dell'intervento 4milioni di euro risorse disponibili 1.200.000 euro; sistema fognario -depurativo del Villaggio Peruzzo di Agrigento costo dell'intervento 2.330.000 euro risorse disponibili 699.000 euro.


La Scala dei Turchi è privata, chiesta la cessione gratuita


Sì al ticket d'ingresso per visitare la Scala dei Turchi, ma prima però l'amministrazione comunale di Realmonte dovrà acquisire il bene, che appartiene a cinque privati, comunque tutelato da vincoli paesaggistici e ambientali. E' di privati tutta l'area di marna bianca protetta in questi giorni dalla Polizia provinciale e da alcune associazioni di volontariato, dopo vari episodi di sradicamento di pietre di marna per spalmarla sulla pelle o per portarla via come souvenir. La parte demaniale che la Regione sta concedendo al Comune realmontino e a Legambiente riguarda esclusivamente i tratti di spiaggia a est e a ovest della Scala dei Turchi. Il Sindaco di Realmonte Pietro Puccio ha convocato un incontro con i cinque proprietari dei terreni per chiederne la cessione gratuita, altrimenti arriveranno gli espropri o la rettifica dei confini. In questo caso però potrebbero esserci ricorsi al Tar e al Consiglio di giustizia amministrativa. 

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