GIORNALE DI SICILIA
Scala dei Turchi,
Puccio: «Intervenga la Regione»
di Calogero Giuffrida
Rischia di
ingarbugliarsi con la storia della proprietà privata il nuovo piano
di gestione della Scala dei Turchi sul modello dell'Isola dei Conigli
di Lampedusa che prevede anche il pagamento di un ticket di ingresso
per i turisti. E il sindaco di Realmonte Piero Puccio lancia un
appello alla Regione: «Sbloccate la situazione d'ufficio, altrimenti
si rischia di perdere troppo tempo».
«Chiederò questa
settimana un incontro con il nuovo assessore regionale al Territorio
e all'Ambiente Piergiorgio Gerratana per capire se intende portare
avanti il progetto del nuovo piano di gestione della Scala dei Turchi
avviato con l'ex assessore Mariarita Sgarlata e capire quindi come
comportarsi con la proprietà privata e come procedere con
l'assegnazione al Comune da parte della Regione delle spiagge a est e
a ovest della Scala dei Turchi».
Ex Provincia
Adottato il bilancio
di previsione
L'ex Provincia adotta
il Bilancio di previsione 2014. Il commissario straordinario Benito
Infurnari, ha infatti adottato lo schema contabile, che prevede
entrate e uscite per 94.068.684,49 euro. Le entrate sono costituite
da tributi per 23.510.217 euro, trasferimenti da altri enti per
9.512.621 euro, entrate extratributarie per 1.516.797 euro, entrate
derivanti da alienazioni, trasferimenti di capitale e riscossioni
crediti per56.821.72o euro e un avanzo di amministrazione di
3.514.929 euro. Le uscite prevedono: spese correnti per 37.760.433
euro, spese per investimenti per 56.308.251 euro e spese per rimborso
prestiti per 8.807.601 euro. Le spese per gli investimenti sono
destinate prevalentemente agli interventi sulla viabilità interna,
sulle infrastrutture stradali, all'edilizia scolastica provinciale
e alle scuole. li bilancio di previsione 2014, ha dovuto subire una
ulteriore contrazione a causa dei mancati trasferimenti dallo Stato e
dalla Regione. Il taglio ai trasferimenti al bilancio provinciale,
negli ultimi quattro anni, è stato impressionante. Solo nell'ultimo
anno i trasferimenti sono diminuiti di quasi due milioni di euro,
dopo la pesante riduzione di oltre milioni di euro avuta nel 2012,
per un totale, in due anni, di sette milioni di euro. (PAPI)
TURISMO I
rappresentanti di Federalberghi, Distretto Turistico valle dei Templi
e Assohotel, respingono la proposta del Comune di far pagare per il
pernottamento.
TASSA DI SOGGIORNO?
"ASSOLUTAMENTE NO"
«La Tassa di soggiorno
voluta dal Comune di Agrigento, sarebbe, se introdotta veramente, una
punizione per un settore che potrebbe essere trainante per lo
sviluppo economico sociale del territorio». Non hanno dubbi
Federalberghi Agrigento, il Distretto Turistico Valle dei Templi e
Assohotel Agrigento, che respingono, motivandola, la proposta che,
nell'idea del legislatore nazionale, è finalizzata al
miglioramento dei servizi turistici locali per accrescere la
competitività del sistema locale turistico e che verrebbe pagata da
coloro che, in futuro, decideranno di pernottare in una delle
strutture ricettive agrigentine. «Ma la realtà è cosa
ben diversa dalla teoria - spiegano Francesco Picarella, Gaetano
Pendolino e Paolo Pullara - anche perche si deve considerare che nel
2014 abbiamo rilevato una flessione degli arrivi e delle presenze che
lancia un ulteriore allarme rispetto alla situazione economica della
filiera turistica e che certamente comporterà ulteriori riduzioni. A
luglio di quest'anno, risultano essere diverse migliaia le presenze
in meno nelle strutture ricettive ed il riempimento medio dei posti
letto, su base annua, è fermo al 23 per cento quindi 3 posti su 4
disponibili rimangono vuoti tutto l'anno anche se poi su questi
spazi si continua a pagare regolarmente la tassa sulla spazzatura e
sulla di permettersi un incremento dei prezzi rischiando di ridurre
le prenotazioni con la conseguenza di perdere ricavi. Gli scenari
possibili, spiegano, comprendono la chiusura stagionale, il
licenziamento di parte dei dipendenti, la riduzione del reddito
dell'albergatore. «Ma chi sta ragionando
di imporre questa tassa - aggiungono Pendolino e Pullara - ha
pensato che colpira il settore che dovrebbe condurre verso lo
sviluppo il territorio agrigentino? Ma la politica che decide sulle sorti
della città, si rende conto che, invece, dovrebbe incoraggiare gli
operatori del turismo locale, limitarne i costi di gestione
facilitando l'accesso ai servizi, abbattere le tasse per chi
investe nel turismo e nelle attività culturali, sentire tutte le
loro doglianze e garantire i servizi essenziali? Il problema che
agita l'amministrazione comunale di Agrigento e il consiglio
comunale è quello di chiudere il bilancia preventivo, sanando o
pareggiando eventuali falle che possono esporli a doverne rispondere
avanti la Magistratura contabile. Ma il metodo e la sostanza della
loro azione non possono essere affatto condivisi». Gli operatori
lamentano come il Comune non abbia investito prima e non sembra avere
intenzione di investire ancora «Un esempio su tutti concludono e la
pessima gestione degli introiti spettanti - il Comune dal ricavato
della vendita dei biglietti della Valle dei Templi,
della Casa Museo e del Museo Archeologico. Il Comune, per il
miglioramento dei servizi turistici che svolge o dovrebbe svolgere
potrebbe raggiungere la cifra annuale prossima al milione di euro.
Invece riceve poco più di un terzo e solo a consuntivo
d'anno. Di fatto il trasferimento delle risolse da parte dell'Ente
parco Valle dei templi ha da oltre 10 anni rappresentato una
autentica tassa di soggiorno pagata dai turisti». (AMM)
LA SICILIA
APPROVATA LA TASSA DI
STAZIONAMENTO
I Bus Turistici
Dovranno Pagare La Sosta
Il costo sarà di 90
euro per i mezzi più grossi e di 60 per i minibus.
Da oggi i bus turistici
che arrivano ad Agrigento si troveranno a fare i conti con la tassa
di stazionamento. Il Consiglio comunale, nella seduta di martedì ha
infatti approvato la proposta del dirigente comandante Cosimo
Antonica che era stata redatta lo scorso anno e che solo nel luglio
2013 aveva trovato l'ok da parte della Giunta comunale. Un regolamento che
rivoluziona la gestione del traffico dei "bisonti della strada"
ma che ha già presentato alcuni punti "bui" che dovranno essere
verosimilmente oggetto di successivi aggiustamenti. Il punto di
partenza è la ferma decisione (che però dovrà essere poi
formalizzata dall'Amministrazione) di dirottare il transito dei bus
turistici fuori dalle strade di normale percorrenza e contestualmente
spostare verso il centro città i flussi di visitatori. "Tutto —
ha precisato Antonica — per garantire la salute pubblica e la
gestione ottimale della circolazione". Bandita quindi la sosta
fuori dalle aree autorizzate, e per fare questo il Comune creerà un
check point a piazzale ex Saiseb, nella zona del Campo Sportivo (da
sempre individuata impropriamente come piazzale La Malfa). Un luogo
che Antonica ha definito "baricentrico", perché si trova a metà
strada tra la Valle e il centro città, Qui i bus dovranno fare sosta
e pagheranno il dovuto al personale municipale: le tariffe - dopo
l'emendamento presentato dai consiglieri - sono di 90 euro per i
bus turistici e di 60 euro per i mini bus. Per spostarsi, dice il
progetto, i turisti avranno a disposizione dei mezzi navetta. Presunto incasso, stando
a quanto calcolato anche dalla Seconda Commissione consiliare, che
molto ha lavorato sul tema, circa mezzo milione di euro, che però
dovranno esse re spesi secondo quanto previsto per le cosiddette
tasse di scopo (ad esempio, si potranno asfaltare le strade, ma solo
quelle che portano alla Valle ecc). Previste, inoltre, delle
agevolazioni per l'eventuale presenza di "pacchetti", con
prenotazioni in strutture alberghiere, ricettive o culturali (musei
ecc) con sconti fino al 60 per cento. Tutto molto bello e molto
innovativo, ma calarlo nella realtà sarà difficile perché, come
detto, vi sono già i primi problemi di applicazione. Il più
evidente è la futura coesistenza in città di due parcheggi per bus,
ovvero quello di Cugno Vela (gestito da privati che hanno vinto gai-a
d'appalto ma su suolo pubblico) e il costituendo punto di sosta di
ex Saiseb. Nel primo, infatti, non si pagherà la tassa di
stazionamento ma solo l'eventuale ticket di accesso, dato che
questo viene comunque già suddiviso con Comune e Parco Archeologico.
Costerà quindi verosimilmente meno posteggiare lì, anche se in atto
la struttura non appare in condizioni per ospitare mezzi e persone. GIOACCHINO SCHICCHI
GLI ALBERGATORI CONTRO
L'IMPOSTA DI SOGGIORNO
g. s.) La proposta per
l'istituzione dell'imposta di soggiorno non è stata ancora
inserita nell'ordine dei giorno del Consiglio comunale e già,
fortissima, arriva la reazione degli albergatori. Con una nota
congiunta Federalberghi, Assohotel e Distretto Turistico "Valle dei
Templi" parlano di "sconvolgente azione portata avanti dal Comune
di Agrigento che, in sostanza, aprirà una grande ferita nel settore
del turismo agrigentino" e di "punizione per un settore trainante
per lo sviluppo economico sociale del territorio". Se l'imposta
dovrebbe pesare sul costo per ogni notte di permanenza una cifra tra
un euro e tre euro e cinquanta, in base al numero di "stelle",
secondo le associazioni di categoria questo balzello andrebbe
unicamente a danneggiare un settore pienamente in crisi. 'Al fine
di rendere più competitiva la destinazione "Agrigento" —
spiegano - tutti gli operatori delle strutture ricettive hanno
abbassato le tariffe ai minimi rispetto ai competitor regionali,
riducendo quindi ai minimi termini il reddito di produzione per non
essere costretti a chiudere le strutture. Questo ridotto margine di
operatività consente, al momento attuale di avere una clientela che,
apparentemente, si mantiene poco al di sotto delle medie degli anni
precedenti". Aggiungere al costo complessivo quegli euro,
concludono, potrebbe essere "mortale", soprattutto perché alla
lunga il pagamento dell'imposta finirà per essere "regalato"
dagli albergatori.
Agrigentoflash
AGRIGENTO, APPROVATO
LO SCHEMA DI BILANCIO DEL LIBERO CONSORZIO
Adottato con delibera n.
136 del 23 settembre 2014 dal Commissario straordinario Benito
Infurnari, in sostituzione della Giunta Provinciale, lo schema di
bilancio di previsione 2014. Lo schema prevede entrate e uscite per
94.068.684,49 euro. Le entrate sono costituite da entrate tributarie
per 23.510.217,63 euro, trasferimenti da altri enti per 9.512.621,80
euro, entrate extratributarie per 1.516,797,83 euro, entrate
derivanti da alienazioni, trasferimenti di capitale e riscossioni
crediti per 56.821.720,00 euro e un avanzo di amministrazione di
3.514929,19 euro. Le uscite prevedono:
spese correnti per 37.760.433,21 euro, spese per investimenti per
56.308.251,28 euro e spese per rimborso prestiti per 8.807.601,96
euro. Le spese per gli
investimenti sono destinate prevalentemente agli interventi sulla
viabilità interna, sulle infrastrutture stradali, all'edilizia
scolastica provinciale e alle scuole. Il bilancio di previsione
2014, ha dovuto subire una ulteriore contrazione a causa dei mancati
trasferimenti dallo Stato e dalla Regione. Il taglio ai trasferimenti
al bilancio provinciale, negli ultimi quattro anni, è stato
impressionante. Solo nell'ultimo anno i
trasferimenti sono diminuiti di quasi due milioni di euro, dopo la
pesante riduzione di oltre 5 milioni di euro avuta nel 2012, per un
totale, in due anni, di sette milioni di euro a fronte del
mantenimento delle competenze assegnate dalla legge. Dopo l'approvazione da
parte del Commissario straordinario lo schema di bilancio sarà
esaminato dal Collegio dei revisori per il parere obbligatorio
previsto dalla legge. Acquisito il parere dei revisori dei Conti lo
schema di bilancio ritornerà al Commissario, nella sua funzione di
sostituto del Consiglio Provinciale, per l'approvazione definitiva. Anche quest'anno,
nonostante la drastica riduzione dei trasferimenti, dichiara il
Commissario Straordinario Infurnari, siamo riusciti ad assicurare i
servizi essenziali e le risorse per garantire il regolare
funzionamento del Libero Consorzio grazie ad un notevole sforzo di
contenimento e razionalizzazione delle spese. Il mio augurio è che
entro il 2015 siano definite le nuove competenze dell'Ente e
vengano assegnate maggiori risorse per assicurare i servizi necessari
ai cittadini e per garantire quelle attività che, attualmente, sono
di competenza dell'Ente come le scuole Superiori, la viabilità
provinciale e i servizi sociali con particolare riferimento alle
persone affette da grave handicap.
AGRIGENTO, VOTO
LONTANO MA GIÀ TANTI CANDIDATI
Mancano diversi mesi
alle elezioni amministrative ad Agrigento (non c'è ancora la data,
si voterà nella primavera del 2015) e al momento sono una decina
coloro che hanno indicato la volontà della loro candidatura a
sindaco. Candidato certo è Giuseppe Di Rosa, seguono Andrea Cirino
ed Enzo Campo. Quella di Papa Madoke Diop è altra una candidatura.
Aleggiano sempre i nomi di Lillo Firetto, Daniele Cutaia e Piero
Luparello. Si attendono le primarie dei partiti: certe quelle del
Movimento cinque Stelle, forse quelle del Partito Democratico. Anche
gli albergatori agrigentini accarezzano l'idea di un proprio
potenziale candidato a sindaco. Facebook raccoglie la voglia di
partecipazione diretta alla poltrona di primo cittadino e i nomi si
moltiplicano. Uno di questi è Giovanni Parisi, imprenditore del
settore culturale. Uno degli aspiranti a sindaco potrebbe essere il
commerciante Michele Nantele, del movimento "Ama la tua città"
fondato da Rosario Bellanti "Ama la tua città non ha espresso
nessun candidato ho dato solo comunicazione e disponibilità al
confronto nel nome del movimento". Un altro ancora potrebbe essere
il ristoratore Giovanni Catalano con il messaggio "Riprendiamoci
Agrigento e rialziamola insieme".
Lavalledeitempli
NO ALLA TASSA DI
SOGGIORNO NELLA CITTA' DI AGRIGENTO
La Tassa di soggiorno
come punizione per un settore che potrebbe essere trainante per lo
sviluppo economico sociale del territorio.
In questi giorni
assistiamo attoniti ad una sconvolgente azione portata avanti dal
Comune di Agrigento che, in sostanza, aprirà una grande ferita nel
settore del turismo agrigentino. Si tratta di una nuova
imposizione fiscale: la cosiddetta TASSA di SOGGIORNO, un balzello da
porre a carico di tutti coloro che in futuro decideranno di
pernottare presso una delle strutture ricettive agrigentine. Il fine di questa nuova
Tassa - nell'idea del legislatore nazionale - è il
miglioramento dei servizi turistici locali per accrescere la
competitività del sistema locale turistico (tassa di scopo). Ma la realtà è cosa ben
diversa dalla teoria, vediamo perché. In primo luogo, il
settore del turismo agrigentino è tuttora in crisi, sia per
l'effetto della più generale crisi recessiva sia per problemi
atavici e diretti degli operatori del sistema locale, stante che la
destinazione "Agrigento" (brand reputation) non è ancora in
grado di competere alla pari con altre destinazioni, non solo
internazionali, ma anche interne al mercato siciliano di
destinazione. Nonostante gli enormi
sforzi fatti dal sistema locale turistico e dai singoli operatori, da
noi costituiscono problemi estremamente seri, (a titolo di esempio):
a) trasporti (costi e tempi di percorrenza), b) accessibilità ai
luoghi turistici e culturali (segnaletica, orari, personale, lingua,
informazioni); c) promozione del brand (presenza fiere, pubblicità
in aeroporti, città, grandi eventi); d) attività sui social network
(blogger, iniziative, condivisioni, contaminazioni, presenza su Fb,
Instagram, Twitter, Flicr, You tube); d) grandi eventi ed attrazioni
(qualità/dimensioni e programmazione); e) servizi di accoglienza
(infopoint, pulizia, trasporti pubblici locali). Proprio al fine di
rendere più competitiva la destinazione "Agrigento", tutti gli
operatori delle strutture ricettive hanno abbassato le rispettive
tariffe al di sotto della media, anzi ai minimi, rispetto ai propri
competitor regionali. Chiunque, può rendersene conto esaminando
alcuni dei principali strumenti di prenotazione on line. Dunque, in
buona sostanza, gli operatori hanno ridotto ai minimi termini il
reddito di produzione per non essere costretti a chiudere le
strutture. Questo ridotto margine di operatività consente, al
momento attuale di avere una clientela che, apparentemente, si
mantiene poco al di sotto delle medie degli anni precedenti, ma con
l'elevato costo di perdere utili, tanto che molti operatori parlano
di vera e propria sopravvivenza. In un mercato così
dinamico, pertanto, l'assoluta assenza di appetibilità ha
comportato e continua a comportare una continua erosione delle
tariffe di vendite con il risultato, oggi sotto gli occhi di tutti,
di strutture ricettive che versano in precarie condizioni economiche.
In questi ultimi anni noi abbiamo assistito alla chiusura di alcune
strutture ricettive (Hotel Villa Eos, Akrabello, Grand Hotel dei
Templi) oltre al 60% delle strutture ricettive che già da alcuni
anni purtroppo hanno cominciato ad operare in regime di stagionalità
e pertanto con sospensioni e licenziamenti. Si consideri, inoltre,
che nel 2014 abbiamo rilevato una flessione degli arrivi e delle
presenze che lancia un ulteriore allarme rispetto alla situazione
economica della filiera turistica e che certamente comporterà
ulteriori riduzioni Al mese di luglio di
quest'anno risultano essere diverse migliaia le presenze in meno
nelle strutture ricettive ed il riempimento medio dei posti letto, su
base annua, è fermo al 23% quindi 3 posti su 4 disponibili rimangono
vuoti tutto l'anno anche se poi su questi spazi si continua a
pagare regolarmente la tassa sulla spazzatura e sulla superficie ex
Imu. Stante la politica di
riduzione delle tariffe per essere competitivi, è facile comprendere
che una nuova tassa ricadrà interamente sugli operatori, poiché il
sistema non è ancora in grado di permettersi un incremento dei
prezzi, rischiando di ridurre le prenotazioni, con la conseguenza di
perdere ricavi. Chi se lo potrà
permettere? Gli scenari possibili
comprendono la chiusura stagionale, il licenziamento di parte dei
dipendenti, la riduzione del reddito dell'albergatore. Ma chi sta ragionando di
imporre questa tassa, ha pensato che colpirà il settore che dovrebbe
condurre verso lo sviluppo il territorio agrigentino? Ma, la politica che
decide sulle sorti della città, (cioè, tutti coloro che sbandierano
ai quattro venti che il nostro futuro sta tutto nello SVILUPPO
TURISTICO, che ci sarà nuova occupazione e nuovi investimenti se si
incentiva il settore turistico), si rende conto che, invece, dovrebbe
incoraggiare gli operatori del turismo locale, limitarne i costi di
gestione facilitando l'accesso ai servizi, abbattere le tasse per
chi investe nel turismo e nelle attività culturali, sentire tutte le
loro doglianze e garantire i servizi essenziali? Dove sta la logica del
buon governo, dell'amministrare nell'interesse dei cittadini per
garantire un equilibrato sviluppo economico-sociale della città?
Il problema che agita
l'amministrazione comunale di Agrigento ed il consiglio comunale è
quello di chiudere il bilancio preventivo, sanando o pareggiando
eventuali falle che possono esporli (personalmente e come organi
dell'Ente) a doverne rispondere avanti la Magistratura contabile.
Ma il metodo e la
sostanza della loro azione non possono essere affatto condivisi.
In primo luogo, la tassa
è una tassa di scopo, cioè, destinata a coprire spese destinate ai
servizi turistici, in primo luogo e poi eventualmente altri servizi
di contorno.
Ora è noto a tutti che
il Comune non ha investito sui servizi turistici necessari,
importanti, prioritari, di interesse del settore e richiesti in mille
modi diversi dagli operatori o dal sistema turistico organizzato. Non ha investito prima e
non sembra avere intenzione di investire ancora.
Un esempio su tutti è la
pessima gestione degli introiti spettanti al Comune di Agrigento dal
ricavato della vendita dei biglietti della Valle dei Templi, della
Casa Museo Pirandello e del Museo Archeologico. Il Comune, per il
miglioramento dei servizi turistici che svolge o dovrebbe svolgere
potrebbe raggiungere la cifra annuale prossima al milione di euro.
Invece, riceve poco più di un terzo e solo a consuntivo d'anno.
Di fatto il trasferimento
delle risorse da parte dell'ente parco valle dei templi ha da oltre
10 anni rappresentato una autentica "tassa di soggiorno" pagata
dai turisti. Nessuna altra città ha fino ad ora beneficiato di tale
opportunità con elevate disponibilità si pensi, per esempio, alle
somme disponibili nel bilancio 2013 pari a 350.000€ . Ci si chiede
quante di queste somme siano state orientate e quante lo sono
nell'attuale bilancio al miglioramento dei servizi turistici e
pertanto con quale credibilità ed autorevolezza si possa immaginare
di chiedere ulteriori sacrifici alla filiera turistica? In oltre
dieci anni sono stati buttati al vento, senza nessun miglioramento
per la fruizione turistica (segnaletica, sistemazione delle strade,
pulizia e decespugliamento delle aree turistiche, servizi pubblici
urbani, info Point turistici, pensiline nelle aree di attesa ecc.
Ecc.) milioni e milioni di euro che sono serviti a gratificare
qualcuno ma nessuno di questi per gli obiettivi fissati dalla norma.
Un fallimento politico ed amministrativo.
E per cosa utilizza
questi fondi? A) per una Sagra del mandorlo in fiore dell'ultimo
minuto, che, nei recenti anni, non ha soddisfatto più nessuno e
tanto meno gli operatori turistici che, per la pessima
programmazione, non ricevono prenotazioni significative nel mese di
febbraio, tanto è vero che gli stessi operatori si domandano a cosa
serve una Sagra del Mandorlo così fatta. B) per finanziare la
stagione del teatro Pirandello, la cui gestione non è sempre stata
felice. C) per altre piccole spese del tipo: spettacoli estivi e
natalizi, anch'essi privi di una necessaria programmazione e
pertanto generanti scarsissimi ritorni per il sistema turistico.
Politici, innanzitutto,
se ritenete di voler fare qualcosa per il turismo agrigentino,
riunite le organizzazioni degli operatori ed il distretto turistico,
per un programma serio di interventi nei servizi prioritari che
servono realmente a chi del turismo ne fa una ragione di vita
lavorativa e apriamo insieme un tavolo di lavoro con l'assessorato
beni culturali e con la direzione del Parco per stabilire un uso
appropriato della massima parte delle somme destinate al Comune dallo
sbigliettamento. Si potrà ottenere una somma ben maggiore della
tassa di soggiorno.
Solo dimostrando di saper
investire quel fondo nel migliore dei modi, potrete avere la
legittimazione per trattare d'altro.
Ma, esaminando la
gestazione di questa nuova tassa, non possiamo nasconderci dietro un
dito;
ed è a tutti evidente
che questa imposizione sia voluta per pareggiare alcuni capitoli di
bilancio e non certo per investire in servizi al turismo e rilanciare
questo comparto pensando a creare nuova occupazione.
Tutto ciò puzza di
illegittimità manifesta, di sviamento dalla causa tipica normativa e
di abuso della discrezionalità propria della Pubblica
Amministrazione.
Infatti, la norma che
consente alle amministrazioni di introdurre la tassa di soggiorno,
prevede un uso assolutamente mirato al miglioramento dei servizi
turistici.
Ciò rimanda, senza voli
pindarici, ad un programma di interventi specifico e ad appositi
capitoli di bilancio, non alla generica intuizione che il
miglioramento delle condizioni cittadine equivale a far star bene il
turista, per cui si possono utilizzare le somme della tassa di
soggiorno anche per le manutenzioni delle strade, dei marciapiedi,
dei giardini, raccolta dei rifiuti e cose simili. Non è così.
Se devo costruire una
casa non posso utilizzare i miei risparmi per realizzare un giardino,
perché, sarà pure molto bello, ma non ho ancora la casa che era e
rimarrà il mio obiettivo non raggiunto. L'esempio serve a dire
che prima di pensare di imporre una nuova tassa, con gli effetti di
cui abbiamo parlato, occorrerà valutare quali sono i servizi da fare
e quali sono i costi aggiuntivi. Questa operazione non è stata
fatta, con il fine consapevole di un prossimo uso distorto del ricavo
della tassa.
In ultimo si aggiungano
due elementi, oggi non ancora valutati da chi amministra pensando
solo all'imposizione e non a soluzioni alternative che
mostrerebbero reale capacità di analisi e di ricerca di soluzioni
alternative che non siano semplicemente orientate alla sola
imposizione, che potrebbero contribuire a far scongiurare
l'attivazione di questa folle idea della tassa di soggiorno e che
riguardano due fatti connessi alla legge vigente sull'utilizzo di
parte degli introiti dello sbigliettamento dei visitatori della Valle
dei Templi. Una recente norma
nazionale, immediatamente resa operativa dalla Regione siciliana, ha
ridotto le categorie esonerate al pagamento del biglietto di ingresso
lasciando esenti solo gli studenti under 18 in visite didattiche. Ciò
significa che circa 100.000 visitatori, tra gli attuali 200.000 annui
gratuiti, hanno già cominciato a pagare il biglietto di ingresso
della Valle già da diversi mesi con un maggior introito annuo di
circa 1.000.000 di € e che considerando l'attuale convenzione,
che ha destinato circa il 10/12% degli incassi, produrrà circa
100.000/120.000 € in più a disposizione del Comune da utilizzare
per il miglioramento della fruizione dei servizi turistici per i
quali si chiede oggi la tassa di soggiorno. Inoltre va detto che la
legge vigente prevede che le somme destinate al Comune di Agrigento
possano arrivare fino al 30% ma mai questa percentuale è stata
raggiunta probabilmente per la mancanza di autorevolezza della classe
politica che ha concordato le percentuali di partecipazione o più
semplicemente perché le spese sostenute con tali somme non hanno mai
rispettato il vero obiettivo legislativo e pertanto, correttamente ed
in termini prudenziali, il consiglio del parco e la regione non ha
ritenuto utile aumentare la percentuale dello spreco di tali risorse.
Quindi oggi con una
azione collegiale più autorevole (commissario, consiglio comunale e
filiera turistica) si può immaginare di articolare una proposta che
preveda un reale investimento di tali somme destinato realmente al
miglioramento della fruizione turistica chiedendo con l'autorevolezza
della programmazione degli investimenti il 15/20 e perché no il 30%
previsto dalla normativa. In quest'ultimo caso potrebbero essere
indirizzati a tale progetto fino a 1.350.000 di € derivanti dal 30%
degli attuali 3.500.000 di € di incassi del 2013 a cui vanno
aggiunti circa 1.000.000 di € di nuovi incassi derivanti dalla
riduzione delle esenzioni. Questo potrebbe rappresentare un passaggio
importante di cambio di tendenza indirizzata ad una visione della
politica che guarda con attenzione alla reale difesa ed allo sviluppo
dell'unico comparto produttivo che oggi sostiene l'economia
cittadina e che può rappresentare il volano reale di una crescita
possibile solo se si opera con criterio e visione strategica.
Federalberghi Agrigento
Distretto Turistico Valle
dei Templi
Assohotel Agrigento
Francesco Picarella
Gaetano Pendolino
Paolo Pullara
Agrigentonotizie
PROVINCIA REGIONALE
AGRIGENTO, IL COMMISSARIO APPROVA LO SCHEMA DI BILANCIO 2014
Le spese per gli
investimenti sono destinate prevalentemente agli interventi sulla
viabilità interna, sulle infrastrutture stradali, all'edilizia
scolastica provinciale e alle scuole
Adottato con delibera n.
136 del 23 settembre 2014 dal commissario straordinario Benito
Infurnari, in sostituzione della Giunta provinciale, lo schema di
bilancio di previsione 2014. Lo schema prevede entrate e uscite per
94.068.684,49 euro.
Le entrate sono
costituite da entrate tributarie per 23.510.217,63 euro,
trasferimenti da altri enti per 9.512.621,80 euro, entrate
extratributarie per 1.516,797,83 euro, entrate derivanti da
alienazioni, trasferimenti di capitale e riscossioni crediti per
56.821.720,00 euro e un avanzo di amministrazione di 3.514929,19
euro. Le uscite prevedono: spese correnti per 37.760.433,21 euro,
spese per investimenti per 56.308.251,28 euro e spese per rimborso
prestiti per 8.807.601,96 euro.
Le spese per gli
investimenti sono destinate prevalentemente agli interventi sulla
viabilità interna, sulle infrastrutture stradali, all'edilizia
scolastica provinciale e alle scuole. Il bilancio di previsione 2014,
ha dovuto subire una ulteriore contrazione a causa dei mancati
trasferimenti dallo Stato e dalla Regione. Il taglio ai trasferimenti
al bilancio provinciale, negli ultimi quattro anni, è stato
impressionante. Solo nell'ultimo anno i trasferimenti sono diminuiti
di quasi due milioni di euro, dopo la pesante riduzione di oltre 5
milioni di euro avuta nel 2012, per un totale, in due anni, di sette
milioni di euro a fronte del mantenimento delle competenze assegnate
dalla legge. Dopo l'approvazione da parte del Commissario
straordinario lo schema di bilancio sarà esaminato dal Collegio dei
revisori per il parere obbligatorio previsto dalla legge. Acquisito
il parere dei revisori dei Conti lo schema di bilancio ritornerà al
Commissario, nella sua funzione di sostituto del Consiglio
provinciale, per l'approvazione definitiva.
Anche quest'anno,
nonostante la drastica riduzione dei trasferimenti - dichiara il
commissario straordinario Infurnari - siamo riusciti ad assicurare i
servizi essenziali e le risorse per garantire il regolare
funzionamento del Libero Consorzio grazie ad un notevole sforzo di
contenimento e razionalizzazione delle spese. Il mio augurio è che
entro il 2015 siano definite le nuove competenze dell'Ente e vengano
assegnate maggiori risorse per assicurare i servizi necessari ai
cittadini e per garantire quelle attività che, attualmente, sono di
competenza dell'Ente come le scuole Superiori, la viabilità
provinciale e i servizi sociali con particolare riferimento alle
persone affette da grave handicap".