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rassegna stampa del 30 settembre 2014

Sicilia24h.

IL FODERA' - BRUNELLESCHI ALLA CERIMONIA DI INAUGURAZIONE DELL'ANNO SCOLASTICO AL QUIRINALE. POI AL VIMINALE RICEVUTI DA ALFANO

Lunedì scorso, 22 settembre, una delegazione dell' I.I.S.S. " M. Foderà ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione dell'a. S. 2014/2015 che si è svolta presso il cortile d'onore del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano, del ministro del MIUR Stefania Giannini, dei presidenti delle Camere e di molte altre personalità del mondo politico, sportivo, associativo e culturale.
L' istituto " Foderà" ha partecipato alla cerimonia con una delegazione di 8 persone costituita da docenti alunni e dal D.S. Patrizia Pilato .La manifestazione, volta a sottolineare l'importanza della scuola nella formazione delle giovani generazioni è stata l'occasione per presentare le molteplici iniziative, realizzate dai ragazzi delle scuole, su legalità, integrazione, solidarietà, scienza ed innovazione. Punti focali dell'iniziativa sono stati senza dubbio gli interventi del Ministro Giannini e del Presidente Napolitano. La prima ha definito la scuola come " la comunità educante in cui tutte le differenze si ricompongono" e i docenti come "il più grande esercito europeo che opera e lavora in pace".
Ha posto l'accento sulle esigenze di cambiamento illustrate nel piano la buona scuola che punta a valorizzare l'alternanza scuola-lavoro , l'apprendimento delle lingue, della storia dell'arte e della musica e ha anticipato che le proposte di cambiamento saranno sottoposte al giudizio degli operatori e degli utenti della scuola con un metodo aperto, mediante una consultazione che per due mesi coinvolgerà tutto il paese dentro e fuori la rete on-line e off-line , perché a suo parere per cambiare la scuola non basta un governo ma occorre la partecipazione dell'intero paese.
A suo parere l'Italia non uscirà dalla crisi riducendo il costo del lavoro al livello dei paesi in cui si calpestano i diritti e le libertà, ma affrontando i problemi in chiave diversa, puntando su programmi che si basano sull'intelligenza e sulla tecnologia per sviluppare un artigianato moderno.
L'istruzione è, per il ministro, una leva per uscire dalla crisi, e, a prescindere dalle proposte di riforma enunciate nel piano 'La buona scuola', la scuola italiana pur fra tanti "difetti e insufficienze", ha comunque prodotto ragazzi che sono diventati brillanti studiosi o brillanti imprenditori, o che si sono mossi nel mondo come cervelli ambiti, ciò vuol dire che la scuola ha al suo interno la soluzione ai suoi problemi: perché la scuola è e rimane un valore. Il presidente Napolitano, dopo i saluti e i ringraziamenti di rito, ha posto in rilevo l'importanza di questa manifestazione che considera fra le più belle e significative organizzate dal Quirinale, perché non vi è nulla di più importane e gratificante che dedicarsi a migliorare la nostra scuola, per facilitare e migliorare l'espressione di intelligenze energie e creatività di cui ha bisogno tutta l'Italia per uscire da questo momento così critico. Ha sottolineato che l'angoscia di molte famiglie dovuta soprattutto alla crisi economica e occupazionale non si risolve sbraitando contro l'Europa , ma al contrario sostenendo il progetto europeo all'insegna degli ideali espressi dai padri fondatori, perché solo insieme ci si potrà rinnovare per affrontare le sfide della competizione mondiale. Ha affermato che è necessario rivedere le nostre istituzioni, le nostre strutture sociali, i nostri comportamenti collettivi e che il nostro paese non deve restare prigioniero di corporativismi, conservatorismi e ingiustizie, e ha invitato i giovani a considerare l'Europa come il luogo del loro futuro e il centro di valori di modernità e progresso in cui credere e che per questo motivo il governo ha deciso di potenziare il programma Erasmus per intensificare gli scambi fra studenti delle scuole superiori. Ha sottolineato che a cento anni dalla guerra mondiale del 1914-18 si avverte ancora di più l'importanza dell'aver costruito un'Europa unita all'insegna della pace e della affermazione dei principi del pluralismo politico, culturale e religioso, e dei diritti umani, civili e sociali. E' questo il patrimonio di valori che l'Europa dovrà difendere dalla nuova ondata di fanatismo, di barbarie, di terrore a cui si sta assistendo in questi ultimi mesi. Ma questi sono anche i valori che la scuola deve trasmettere alle nuove generazioni, perché formazione significa assunzione di valori storici e ideali decisivi per orientarsi nella vita professionale, famigliare e sociale. E' necessario inoltre per migliorare il processo di formazione combattere l'abbandono, la dispersione scolastica, e puntare dallo sviluppo delle abilità di base fino alla massima apertura verso le tecnologie più avanzate. Conclude con un ringraziamento agli insegnanti per il loro lavoro e per il loro spirito di sacrificio e auspica che il governo, così come ha annunciato, risolva al più presto il problema del precariato divenuto ormai insostenibile.
Il giorno successivo è stato dedicato alla visita del Viminale e di Montecitorio. In occasione della prima la delegazione è stata ricevuta dal Ministro Alfano, che si è intrattenuto a conversare con gli studenti sui temi più scottanti dell'attualità quali l'operazione Mare Nostrum e la vicenda dei Marò e che si è impegnato a partecipare ad un convegno sulla legalità che sarà organizzato dalla scuola nei prossimi mesi. A proposito dell'operazione Mare Nostrum il ministro ha anticipato che proporrà l'arretramento dell'intervento a 30 miglia dalle coste italiane, nello spazio Schengen, perché è quella la frontiera europea, ma ha aggiunto anche che ciò non risolverà il problema degli arrivi di immigrati nel nostro paese, potrà solo ridurlo. La vera soluzione sarebbe quella di stabilizzare la situazione politica in Libia dai cui porti partono la maggior parte delle imbarcazioni. In relazione alla vicenda dei Marò ritiene che la situazione sia stata gestita male fin dall'inizio dal governo Monti, e che in India, un paese arrabbiato per aver perso due connazionali, un trattamento di clemenza nei confronti degli Italiani non sarebbe stato ben visto. Auspica ovviamente che la situazione possa risolversi nel più breve tempo possibile considerato che l'attuale governo si sta muovendo in tal senso.
Durante la visita in Parlamento, oltre al consueto giro dei luoghi più rappresentativi dell'edificio, si è assistito anche alla votazione per l'elezione di una parte dei componenti della Consulta e del CSM.


Livesicilia

PROVINCE, I DEPUTATI "SCAVALCANO" CROCETTA
"LA RIFORMA LA FACCIAMO NOI" di Accursio Sabella

 PALERMO - Il contropiede è stato lanciato da Giovani Ardizzone. E adesso, a seguire la "palla" lanciata dal presidente della Assemblea potrebbero essere in tanti. "La riforma delle Province? Applichiamo la legge Delrio", questa in sintesi la posizione della massima carica del parlamento siciliano. Una posizione che sta trovando ampia condivisione a Sala d'Ercole. Dove diverse forze politiche, anche di maggioranza, sono pronte a "scavalcare" il governo Crocetta. E fare da sé.
Non è un caso che Ardizzone abbia fatto riferimento a un "appello lanciato da più parti politiche, - spiega - ma soprattutto dall'Anci e dai sindacati, per un'applicazione in Sicilia della legge Delrio sulle autonomie locali. Pertanto, - ha annunciato - all'attenzione della prossima conferenza dei capigruppo all'Ars porterò il relativo disegno di legge. Non credo - continua Ardizzone - che recependo la normativa nazionale sia in gioco l'autonomia della Sicilia, tutt'altro. Con la legge regionale del marzo scorso, infatti, sono già stati già istituiti i liberi consorzi dei Comuni e le città metropolitane e si attendeva proprio la norma statale in ordine alle funzioni da attribuire loro. Soprattutto per le città metropolitane, che, è opportuno ricordarlo, diventeranno istituzioni concorrenziali per la gestione di aree vaste a livello europeo".
Ma come detto, Ardizzone ha annunciato anche la presentazione di un ddl alla conferenza dei capigruppo. Un'ipotesi, quella di applicare il Delrio, che prende sempre più piede, anche tra i partiti di maggioranza. "Il mio gruppo - spiega il deputato dei Pdr Michele Cimino - si è riunito pochi giorni fa e ha concordato, sulle Province, la linea da seguire: noi siamo dell'idea che vada applicato sic et simpliciter il decreto Delrio, anche per garantire un quadro uniforme rispetto alle altre Regioni e alle altre Province".
Un'applicazione che manderebbe definitivamente in soffitta la "vera" riforma delle Province, quella del governo Crocetta. Dopo il semplice scioglimento del vecchio ente e la creazione dei Liberi consorzi (che nei confini, in pratica, non muteranno granché, visto che appena quattro comuni hanno manifestato l'intenzione di lasciare le città metropolitane o le Province d'origine), serviva infatti la norma che "riempisse" quelli che sono, al momento, solo dei contenitori vuoti. "Per carità - insiste Cimino - finora si è fatto un buon lavoro. Ma adesso è il momento di accelerare, e l'applicazione della norma nazionale mi pare una buona soluzione".
Una posizione, del resto, che troverà anche l'appoggio delle opposizioni. "Il presidente Crocetta - ha detto infatti il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone - riconosca una volta per tutte il fallimento della sua pseudo-riforma delle province, e porti subito in Aula un testo che ne consenta l'abrogazione. Forza Italia propone per la Sicilia il recepimento della riforma Delrio, ma - aggiunge - con una modifica sostanziale, ossia l'introduzione dell'elezione diretta del presidente da parte dei cittadini. Crocetta eviti un estenuante quanto inutile braccio di ferro con la sua stessa maggioranza e giunga alla ragionevolezza. Le province hanno bisogno di essere ben governate e - afferma - in tal senso la strada intrapresa dal governo regionale è la più sbagliata".Una richiesta che rilancia, anche riguardo all'elezione diretta del presidente, quella di qualche giorno fa di Nello Musumeci.
Insomma, il fronte per lavorare al nuovo ddl che "scavalchi" quello governativo è davvero ampio e trasversale. E adesso anche il Pd ci sta pensando. I deputati si riuniranno nei prossimi giorni proprio per verificare lo stato di avanzamento della riforma, confrontandosi anche con gli altri partiti della maggioranza. "Dobbiamo valutare - spiega il capogruppo Pd Baldo Gucciardi - tutti gli aspetti, anche di natura tecnica. Senza dimenticare che esiste uno Statuto e che è già stata approvata una legge regionale, mentre un'altra sta per essere esitata. Il mio gruppo valuterà, anche confrontandosi dal punto di vista politico con Roma, poi deciderà".
"Con le Province - ha detto però apertamente anche in Aula il capogruppo di Articolo 4 Luca Sammartino - abbiamo fallito: non ha senso proporre riforme che non siamo capaci di portare a termine. Applichiamo da subito la norma nazionale". E il gruppo parlamentare è andato anche oltre le dichiarazioni. Il deputato Totò Lentini ha anche depositato, venerdì scorso, un ddl che prevede il recepimento del Delrio. Un atto che ha, come emerge anche dalle dichiarazioni del parlamentare, una chiara valenza politica: "Le giuste critiche per l'impasse in cui è scivolata la riforma devono trovare risposta concreta: recependo la legge Delrio - spiega Lentini - la Sicilia può recuperare immediatamente sul percorso di modernizzazione del sistema istituzionale. I siciliani ci chiedono di agire concretamente: mi auguro che la mia proposta, che immagino troverà ampia condivisione politica, venga immediatamente sottoposta all'esame ed all'approvazione dell'Ars. Il tempo delle tattiche e delle chiacchiere - conclude - è ampiamente scaduto. Il parlamento ed il governo mostrino responsabilità recependo subito una buona legge che serve allo sviluppo dell'Isola, taglia i costi della politica ed allinea la Sicilia ai più moderni modelli europei."
Il decreto Delrio in estrema sintesi prevede il mantenimento delle Province, per le quali però verranno ridefiniti compiti e funzioni. Ma, come del resto previsto anche dalla norma regionale sui Liberi consorzi, l'ente cesserà di essere un organo elettivo: a fare parte delle nuove giunte provinciali e dei nuovi consigli, infatti, sarebbero i sindaci, gli assessori o i consiglieri eletti dei Comuni che appartengono al territorio sotto cui la giurisdizione della provincia rimane. Gli stessi non percepirebbero alcuna indennità. Gli organi quindi verranno scelti attraverso le cosiddette elezioni di "secondo livello". Il presidente, sarà il sindaco del comune capoluogo; l'assemblea dei sindaci raggrupperà tutti i primi cittadini del circondario, il consiglio provinciale, sarà formato da 10 a 16 membri scelti tra gli amministratori municipali del territorio. Sul fronte delle competenze, la più importante funzione in capo alle Province sarà quella relativa all'edilizia scolastica oltre a quella riguardante le pari opportunità. Mentre su trasporti, ambiente e mobilità gli enti avranno il compito della pianificazione. Durissimi i parlamentari del Movimento cinque stelle. Secondo i pentastellati, se la riforma delle Province sarà un flop, "sarà esclusivamente colpa di Crocetta. Poteva e doveva essere - spiegano i parlamentari Cappello e Siragusa - una riforma epocale, ma come sempre il 'Re Mida al contrario ha lasciato tutto a metà e ora cerca di scaricare ad altri le responsabilità della sua inettitudine. Per lui e la sua armata Brancaleone il tempo è scaduto. Deve andare a casa. Quanto sta avvenendo su questo tema - aggiungono i deputati - è l'ennesima prova del fallimento politico di Crocetta e del suo governo di inetti ed incompetenti. La totale assenza da parte del presidente della Regione di una qualsiasi visione politica ed amministrativa e di una progettualità per il futuro hanno di fatto bloccato la possibilità di dare vita in Sicilia ad una realtà amministrativa diversa e migliore per gli enti locali e, come suo costume, il presidente scarica i suoi fallimenti sugli altri, additando l'introduzione del referendum confermativo come causa del flop della legge. Questo è invece il risultato di una politica basata sugli annunci e sugli scoop, ma non supportata - concludono Cappello e Siragusa - da una adeguata competenza e preparazione e da una strategia seria". E così, è già partito il contropiede.


"PROVINCE, APPLICARE LA LEGGE DELRIO
PORTERÒ PRESTO IL DDL ALL'ARS"

Il presidente dell'Ars: ""Non credo che recependo la normativa nazionale sia in gioco l'autonomia della Sicilia, tutt'altro. Se mettiamo da parte le divisioni ideologiche e le presunte lesioni statutarie si potrà fare, nell'immediato, un ottimo lavoro".
PALERMO - "Raccolgo l'appello lanciato da più parti politiche, ma soprattutto dall'Anci e dai sindacati, per un'applicazione in Sicilia della legge Delrio sulle autonomie locali. Pertanto, all'attenzione della prossima conferenza dei capigruppo all'Ars porterò il relativo disegno di legge". Lo afferma il presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone. "Non credo - continua Ardizzone - che recependo la normativa nazionale sia in gioco l'autonomia della Sicilia, tutt'altro. Con la legge regionale del marzo scorso, infatti, sono già stati già istituiti i liberi consorzi dei Comuni e le città metropolitane e si attendeva proprio la norma statale in ordine alle funzioni da attribuire loro. Soprattutto per le città metropolitane, che, è opportuno ricordarlo, diventeranno istituzioni concorrenziali per la gestione di aree vaste a livello europeo". Il presidente dell'Ars lancia anche un appello ai partiti presenti in Parlamento. "Se mettiamo da parte le divisioni ideologiche e le presunte lesioni statutarie - riprende Ardizzone - si potrà fare, nell'immediato, un ottimo lavoro che renda chiaro il quadro istituzionale e ordinamentale degli enti locali in Sicilia. Mi auspico che l'Assemblea possa trovare un accordo e procedere celermente, e senza indugi, all'approvazione del relativo disegno di legge".


Siciliainformazione
PROVINCE, CORO DI CONSENSI SULLA LEGGE NAZIONALE. FORZA ITALIA, M5S, ARTICOLO 4
   
"Il presidente Crocetta riconosca una volta per tutte il fallimento della sua pseudo-riforma delle province, e porti subito in Aula un testo che ne consenta l'abrogazione", sostiene  Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all'Ars. "Forza Italia propone per la Sicilia il recepimento della riforma Delrio, ma con una modifica sostanziale, ossia l'introduzione dell'elezione diretta del presidente da parte dei cittadini. Crocetta eviti un estenuante quanto inutile braccio di ferro con la sua stessa maggioranza e giunga alla ragionevolezza. Le province hanno bisogno di essere ben governate e in tal senso la strada intrapresa dal governo regionale è la più sbagliata", "Martoriare ulteriormente il territorio siciliano con un provvedimento inadeguato e dannoso è un grave errore da evitare", dichiara Giovanni Occhipinti, vicepresidente regionale di Forza Italia."La riforma delle province, voluta dal presidente Rosario Crocetta, sia pertanto abrogata immediatamente dal parlamento regionale, e come già richiesto dal nostro capogruppo all'Ars, Marco Falcone, si recepisca la norma Delrio, introducendo però l'elezione diretta del presidente. L'istituzione provinciale continuerà ad avere un ruolo centrale nella vita dei cittadini, nell'economia dei nostri territori, come da sempre accade nel ragusano, per questo motivo chiediamo che gli elettori possano deciderne il vertice, a piena garanzia della volontà popolare. Nessun costo aggiuntivo, solo maggiore rappresentatività. Forza Italia è come sempre pronta a sostenere il cambiamento vero della nostra Regione", E' stato formalizzato il deposito, venerdì scorso, del disegno di legge n.819, recante "Disposizioni in materia di Liberi Consorzi di Comuni, Città Metropolitane e fusione di Comuni. Norme di attuazione della Legge Regionale 24 marzo 2014, n.8 e di adeguamento ai principi fondamentali dell'ordinamento della Repubblica." Il testo, proposto dall'on. Totò Lentini (Articolo 4), prevede il recepimento delle norme della Legge Delrio (n.56/2014) in materia di "enti di area vasta": Città Metropolitane e Liberi Consorzi di Comuni, che succederanno alle ormai disciolte Province regionali. Con un provvedimento proprio (garantendo così la potestà legislativa autonoma) la Regione recepisce in toto le norme della legge nazionale, in materia di funzioni, organizzazione ed elezione dei vertici dei nuovi enti, superando l'impasse determinatosi dopo l'approvazione della L.R. 8. I nuovi organismi, esattamente come previsto dalla "Delrio", verrebbero individuati con elezioni di "secondo livello" ed i loro componenti svolgerebbero le funzioni a titolo gratuito. La norma proposta fissa scadenze precise ed inderogabili, individuando i compiti di ciascun livello istituzionale coinvolto, e le concrete modalità per l'avvio dei nuovi enti ed il passaggio ad essi delle competenze, del patrimonio e del personale delle ex Province. Si prevedono, inoltre, norme per agevolare la fusione fra Comuni (maggiori trasferimenti, possibilità di istituire circoscrizioni corrispondenti ai vecchi Municipi con incarico gratuito per i componenti, premialità nell'accesso alle misure di finanziamento) e per la soppressione degli organismi intermedi. "Le giuste critiche per l'impasse in cui è scivolata la riforma devono trovare risposta concreta: recependo la legge Delrio la Sicilia può recuperare immediatamente sul percorso di modernizzazione del sistema istituzionale." - dichiara l'on. Lentini - "I siciliani ci chiedono di agire concretamente: mi auguro che la mia proposta, che immagino troverà ampia condivisione politica, venga immediatamente sottoposta all'esame ed all'approvazione dell'ARS. Il tempo delle tattiche e delle chiacchiere" - conclude - "è ampiamente scaduto. Il parlamento ed il governo mostrino responsabilità recependo subito una buona legge che serve allo sviluppo dell'Isola, taglia i costi della politica ed allinea la Sicilia ai più moderni modelli europei". E' lapidario il giudizio dei parlamentari del Movimento 5 stelle all'Ars sulla legge 8 del 2014, forse la più grande incompiuta del governo Crocetta, fermatasi a metà del suo cammino. "Quanto sta avvenendo su questo tema - dicono i deputati Salvatore Siragusa e Francesco Cappello - è l'ennesima prova del fallimento politico di Crocetta e del suo governo di inetti ed incompetenti. La totale assenza da parte del presidente della Regione di una qualsiasi visione politica ed amministrativa e di una progettualità per il futuro hanno di fatto bloccato la possibilità di dare vita in Sicilia ad una realtà amministrativa diversa e migliore per gli enti locali e, come suo costume, il presidente scarica i suoi fallimenti sugli altri, additando l'introduzione del referendum confermativo come causa del flop della legge. Questo è invece il risultato di una politica basata sugli annunci e sugli scoop, ma non supportata da una adeguata competenza e preparazione e da una strategia seria.

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