sicilia24h.it
Riapre
il centro per migranti di Lampedusa. A dirigerlo il suocero del
fratello di Alfano. Ultim'ora: Lorenzo Montana si è dimesso
A
seguito delle polemiche sorte attorno alla vicenda che ha riguardato
Lorenzo Montana, presidente del Centro di accoglienza di
fresca apertura e della Confederazione delle Misericordie, nonchè
suocero del fratello del ministro Angelino Alfano, inevitabili
sono scattate le dimissioni dalla presidenza. Il tutto perchè ieri
era apparso un articolo sul Fatto Quotidiano (che riportiamo di
seguito) che comprovava, appunto, il rapporto di parentela tra
il fratello del ministro e il presidente del Centro di Accoglienza.
Lampedusa è
con il fiato sospeso: la paura degli isolani è di tornare a essere
la frontiera
militarizzata d'Europa. Sì, perché il combinato disposto fra il
probabile arretramento della missione di ricerca e soccorso in alto
Mare Nostrum (o la sua sostituzione con l'europea Frontex
plus) e la riapertura del centro per immigrati vuole dire solo
una cosa: riportare le lancette dell'orologio a quando l'Isola
era il principale punto di accoglienza dei flussi
migratori provenienti dall'Africa. Ai tempi a gestire la struttura
era la Lampedusa Accoglienza, una cooperativa controllata
dal onsorzio Sisifo che ha dovuto fare le valige dopo la diffusione
da parte del Tg2, a dicembre 2013, del video choc dei
migranti disinfettati con l'idrante all'interno della
struttura.
Poi è arrivata Mare Nostrum e gli immigrati,
recuperati dalla nostra Marina militare a poche miglia dalle
coste della Libia, venivano trasb ordati direttamente in Sicilia
o in Calabria, così il centro di contrada Imbracola è rimasto
praticamente quasi sempre chiuso, eccezion fatta per qualche piccolo
sporadico sbarco.
Ora, passate le celebrazioni per la strage
del 3 ottobre 2013 e tornati a casa i superstiti di quel
terribile naufragio, a Lampedusa si torna a fare sul serio e il
centro, dopo un mese di lavori di ristrutturazione, è pronto a
riaprire i battenti sotto una nuova gestione: quella
della Confederazione nazionale delle Misericordie che si è
aggiudicata l'appalto in seguito a una procedura negoziata
della Prefettura
di Agrigento. A dirigerlo c'è Lorenzo Montana che annuncia
l'apertura ufficiale entro fine mese: "Ma già da ora siamo in
condizione di accogliere perché abbiamo dei moduli operativi".
In
attesa dei primi ospiti, il nuovo direttore si deve però difendere
da una parentela ingombrante: sua figlia è sposata con
Alessandro Alfano, fratello del ministro Angelino: "Non sono stato
scelto dal capo del Viminale, ma dalla Confederazione
Misericordie per le mie qualità personali, umane, professionali
e intellettive. E
anche perché sono un lampedusano doc". E il ministro? "A lui che
interessa? Io ho rapporti con con il prefetto Morcone e col mio
prefetto che è il dottor Diomede". Il primo è Mario Morcone,
da giugno capo del dipartimento Immigrazione del Viminale, il
secondo, Nicola Diomede, dirige invece la Prefettura di
Agrigento. Ma lui tiene botta: "Sono idoneo a dirigere in questo
lembo di terra, che è l'ultimo d'Europa, una struttura così
importante come il Cpsa".
di
Lorenzo Galeazzi, Il Fatto Quotidiano
Pubblicato
sul sito internet l'avviso per l'adozione dell'A.U.A.
E'
stato pubblicato sul sito istituzionale della Provincia Regionale,
oggi Libero Consorzio Comunale, l'avviso per le piccole e medie
imprese e per i titolari di impianti non soggetti alla disciplina
dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.). L'avviso
contiene il modello di domanda per l'Autorizzazione Unica
Ambientale (A.U.A.), ovvero un nuovo provvedimento amministrativo che
può sostituire ben sette titoli abilitativi che sinora andavano
richiesti separatamente. La Provincia è l'autorità competente per
il rilascio, rinnovo e aggiornamento dell'A.U.A (della durata di 15
anni) che confluisce nel provvedimento conclusivo di autorizzazione
rilasciata dallo Sportello Unico per le Attività Produttive dei
Comuni (o associazioni di Comuni).
La
richiesta di A.U.A. deve essere presentata alla Provincia Regionale
per il tramite dello Sportello Unico per le Attività Produttive dei
Comuni ove insiste (o insisterà) l'impianto da autorizzare, che a
loro volta dovranno trasmettere tramite PEC la domanda di A.U.A. alla
Provincia, oggi Libero Consorzio Comunale.
Responsabile
A.U.A. per la Provincia è la dott.ssa Carmela Virone, funzionario
responsabile del Gruppo 5 del Settore Ambiente e Territorio.
Per
maggiori informazioni consultare il
sito http://www.provincia.agrigento.it
Torre
Salsa, lavori al casello Omomorto
A
Siculiana, nella riserva naturale di Torre Salsa gestita dal Wwf,
presso il casello Omomorto in contrada Garebici, sono in corso
d'opera gli interventi di ristrutturazione dello stesso casello. Il
progetto è stato redatto dallo staff tecnico del settore Ambiente
della ex Provincia di Agrigento, i lavori sono eseguiti dall'
impresa Grasso forniture di Catania per 125mila euro, e si
protrarranno 8 mesi. Sarà anche realizzata una roccioteca con
un'esposizione permanente di campioni di rocce provenienti dalla
riserva e da altre zone della Sicilia.
La
sicilia.it
La
Regione «contende»
la struttura a se stessa
"Pezzi"
della Regione si "contendono" tra di loro il Palacongressi
di Agrigento. La struttura congressuale chiusa ormai da un paio di
anni, infatti, è al centro di una interlocuzione tra il Dipartimento
regionale dei Beni Culturali e il Demanio (che ne è il
"proprietario") per ottenere la disponibilità
dell'immobile.
Un confronto avviato alcuni mesi fa del quale il
Comune di Agrigento è stato messo a conoscenza quasi per caso, dato
che il Dipartimento ha sostanzialmente chiesto al Municipio un parere
rispetto al potenziale cambio di titolarità. Ovviamente a Palazzo
San Domenico la questione interna è interessata fino ad un certo
punto e la risposta pare sia stata (in estrema sintesi), che
importava relativamente poco di questo aspetto ma che fosse
necessario fare definitivamente chiarezza su un iter che la stessa
regione aveva avviato giusto un paio di anni fa e che al momento
"congela" ogni possibilità di utilizzo della
struttura.
Era il settembre del 2012 quando la Regione decise,
senza interpellare coloro a cui aveva affidato l'edificio (e a cui è
ancora oggi affidato), ovvero il Comune, di tentare di vendere la
struttura per disfarsene. Un tentativo reiterato ma senza alcun
risultato apprezzabile, forse perché il Palacongressi fu ritenuto
poco appetibile dagli acquirenti privati. A ciò conseguì un lungo e
ininterrotto periodo di chiusura e di incertezza per il Municipio.
Per consentire la fruibilità dell'edificio (che è attualmente privo
della certificazione per la prevenzione degli incendi) infatti
basterebbe "solo" una somma compresa tra le 40 e le 50mila
euro per l'adeguamento degli impianti. Soldi che ovviamente il Comune
non vuole spendere fino a quando non avrà certezze mettendo "nero
su bianco" un affidamento pluriennale. L'unica notizia positiva,
a quanto pare, sarebbe che gli anni di chiusura non avrebbero
arrecato particolari danni alla struttura. Una relazione realizzata
dal Demanio regionale, che periodicamente effettua il monitoraggio
delle proprie proprietà, indicherebbe infatti l'assenza di
problematiche diverse da quelle già note.
Questo è attualmente
lo "stato dell'arte", il Comune non ha più ricevuto alcun
aggiornamento sul futuro del Palacongressi e non si sa quindi se la
"macchina" regionale sia o no in movimento. Qualche
speranza si ripone nel commissario Luciana Giammanco, che in quanto
dirigente regionale potrebbe - come sta già facendo per la vicenda
del pontile comunale - ottenere informazioni "di prima mano"
rispetto alla vicenda.
L'interessamento dei Beni culturali,
comunque, non è una novità in assoluto: il 16 giugno scorso,
infatti, si tenne un incontro tra l'assessore al Turismo Michela
Stancheris e le associazioni degli albergatori, presente il direttore
generale del Settore, Rino Giglione, con il quale si ragionò anche
della possibilità di utilizzare parte dei fondi provenienti dai
ticket di accesso alla valle dei templi per il recupero e la gestione
della struttura.
Gioacchino Schicchi
La
storia
Il
primo finanziamento per la costruzione del Palazzo dei Congressi
risale agli anni '80: tre miliardi che tuttavia nel gennaio 1982,
essendo ancora inutilizzati (la Soprintendenza non aveva ancora
espresso il proprio parere sull'area prescelta in un primo tempo)
l'allora assessore regionale al turismo Natoli avrebbe voluto
stornare ad altra opera. Come riportano le cronache dell'epoca, fu il
sindaco Calogero Zambuto (il papà dell'ex sindaco Marco) a fare in
modo che non si perdessero quei soldi individuando un'altra area al
Villaggio Mosè. La scelta venne poi ratificata dal Consiglio
comunale il 31 gennaio dello stesso anno. Così Natoli non solo
confermò i tre miliardi, ma ne aggiunse altri cinque per la
realizzazione del progetto che nel frattempo era stato elaborato
dall'architetto Umberto Di Cristina. Questi, dato che l'edificio
doveva sorgere in prossimità della Valle dei templi, adottò lo
stile neoclassico che ancora oggi possiamo vedere anche dagli arredi
interni. Alla fine costò 24 miliardi di lire e ben cinque anni di
lavoro. Il cantiere venne chiuso nel 1989 e l'edificio rimase
inutilizzato per circa un anno: venne inaugurato il 25 marzo 1990,
alla presenza dei vertici politici ed imprenditoriali della Sicilia e
diede luogo a grandi aspettative sia turistiche che occupazionali.
Tuttavia destò subito delusione: già all'indomani
dell'inaugurazione venne chiuso perché non c'era nessuno che potesse
gestirlo. Dopo alcuni mesi venne affidato ad un'azienda romana nella
speranza che potesse decollare sul piano della congressistica, ma con
scarsi risultati. Venne soltanto utilizzato come teatro: ospitò
spettacoli di prosa, serate cinematografiche, gli spettacoli del
festival del folklore, ma dopo un paio d'anni si scoprì che erano
necessari dei lavori di adeguamento alle normative vigenti e venne
chiuso. Rimase in abbandono per circa cinque anni; a seguito del
maltempo si allagarono anche gli scantinati, ma nel 1997 l'allora
sindaco Calogero Sodano decise di assumersi la responsabilità di
riaprirlo, impartendo le necessarie disposizioni ai tecnici. Ci
vollero 800 milioni per renderlo di nuovo agibile, ma alla fine ci
riuscì: lo stesso anno, prima di Natale, la struttura ospitò un
congresso di farmacisti. Da allora è stato gestito dal Comune,
ospitando manifestazioni di vario genere, parecchie anche di
spessore, fino all'ultima chiusura dell'estate 2012.
Canicattì,
l'Ipia chiede un immobile sequestrato alla mafia
Canicattì-
Assegnare un bene confiscato alla mafia alla sede di Canicattì
dell'Ipia Marconi. In questo modo si consentirebbe agli studenti di
avere una sede definitiva e dignitosa dove svolgere le lezioni. E'
questo l'appello lanciato dalla dirigente scolastica dell'Ipia
Guglielmo Marconi di Canicattì Rosanna Rizzo Pinna, al direttore
dell'agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla mafia
l'ex Prefetto di Agrigento Umberto Postiglione.
La richiesta è
stata avanzata ufficialmente durante l'incontro che Postiglione ha
avuto a Canicattì giovedì scorso e che si è svolto al teatro
Sociale. "Le chiedo- ha detto la prof. Rizzo Pinna di valutare
se vi sia la concreta possibilità di assegnare alla nostra scuola
una struttura confiscata alla mafia in città per permettere
finalmente ai nostri studenti di avere una sede definitiva. Lo scorso
anno- ha aggiunto la responsabile della scuola che ha la sua sede
centrale a Favara- i ragazzi sono stati costretti a frequentare le
lezioni di pomeriggio e la sera spesso costretti a ritornare a casa
con l'autostop considerata l'ora tarda che non prevedeva
collegamenti. Adesso- ha continuato la docente- abbiamo avuto
assegnata la sede del centro sociale di contrada Bastianella- ma si
tratta pur sempre di una sede provvisoria e non certamente idonea al
100% per far svolgere con serenità le lezioni ai nostri alunni. Per
questo le chiedo se vi sia la possibilità di potere avere assegnata
una struttura di quelle che sono state confiscate alla mafia nel
territorio canicattinese". "Prenderò in esame- ha risposto
l'ex Prefetto di Agrigento- questa sua richiesta aggiungendo:
purtroppo ci sono leggi che regolamentano questo settore
dell'assegnazione dei beni confiscati a Cosa Nostra, molto
farraginose ma se la normativa lo consentirà farò di tutto per
potere dare al professionale Marconi di Canicattì, una struttura
adeguata".
Carmelo Vella
La Sicilia
Canicattì, l'ipia chiede un immobile
sequestrato alla mafia
Assegnare un bene confiscato alla mafia
alla sede di Canicattì dell'ipia Marconi. in questo modo si
consentirebbe agli studenti di avere una sede definitiva e dignitosa
dove svolgere le lezioni. E' questo l'appello lanciato dalla
dirigente scolastica dell'Ipia Guglielmo Marconi di Canicattì
Rosanna Rizzo Pinna, al direttore dell'agenzia nazionale per i beni
sequestrati e confiscati alla mafia l'ex Prefetto di Agrigento
Umberto Postiglione.
La richiesta è stata avanzata
ufficialmente durante l'incontro che Postiglione ha avuto a
Canicattì giovedì scorso e che si è svolto al teatro Sociale. "Le
chiedo- ha
detto la prof. Rizzo Pinna di valutare
se vi sia la concreta possibilità di assegnare alla nostra scuola
una struttura confiscata alla mafia in città per permettere
finalmente ai nostri studenti di avere una sede definitiva. Lo scorso
anno- ha aggiunto la responsabile della scuola che ha la sua sede
centrale a Favara- i ragazzi sono stati costretti a frequentare le
lezioni di pomeriggio e la sera spesso costretti a ritornare a casa
con l'autostop considerata l'ora tarda che non prevedeva
collegamenti. Adesso- ha continuato la docente- abbiamo avuto
assegnata la sede del centro sociale di contrada Bastianella- ma si
tratta pur sempre di una sede provvisoria e
non certamente idonea al 100% per far
svolgere con serenità le lezioni ai nostri alunni, Per questo le
chiedo se vi sia la possibilità di potere avere assegnata una
struttura di quelle che sono state confiscate alla mafia nel
territorio canicattinese". "Prenderò in esame- ha risposto l'ex
Prefetto di Agrigento- questa sua richiesta aggiungendo: purtroppo ci
sono leggi che regolamentano questo settore dell'assegnazione dei
beni confiscati a Cosa Nostra, molto farraginose ma se la normativa
io consentirà farò di tutto per potere dare al professionale
Marconi di Canicattì, una struttura adeguata".
CARMELO VELLA
domenica
La Sicilia
Legge Delrio? Non si tratta di
recepimento automatico
PALERMO. Non è una rivoluzione, ma il
recepimento della Delrio annulla la riforma parlata e in parte
scritta sulla istituzione dei liberi consorzi con relativa
polverizzazione territoriale. L'iniziativa la scorsa settimana è
partita dal presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone.
In cosa consiste li recepimento della
Delrio?
«È fuorviante parlare di recepimento
automatico. Con la legge 8 liberi consorzi ed aree metropolitane,
ndr) della scorsa primavera si sono istituite le tre città
metropolitane di Palermo Catania e Messina. Questo è un punto di
partenza fuori discussione, così come si è optato per l'elezione
di secondo grado per gli organismi di governo delle aree vaste,
intendendo, ove non fosse chiaro, sia le città metropolitane che i
consorzi. La Delrio, al comma 5 dell'art I, dice espressamente che
i suoi principi valgono come grande riforma economico e sociale da
adottare anche in Sicilia in conformità allo Statuto, Con la legge 8
abbiamo anticipato i principi contenuti nella Delrio' elezioni di
secondo grado e governo di aree vaste».
Quali conseguenze senza la Deirio?
«Perderemmo quelle opportunità
dettate dalla cosiddetta "Agenda Urbana e Pon Metro". In Italia
paghiamo lo scotto della mancanza di regia regionale e soprattutto
della frammentazione degli attori, coinvolti a diverso titolo, nella
definizioni delle politiche urbane. La legge nazionale ha inteso
avviare in applicazione del principio di sussidiarietà di origine
europea, la localizzazione delle funzioni ai livelli territoria
li cui afferiscono i relativi bisogni.
l»a nostra Regione è tenuta a disciplinare gli enti che saranno i
destinatari della governance europea per gli orientamenti
2014-2020»
Quali conio gli aspetti più
significativi rispetto alla recente riforma varata dall'Ars?
«Tecnicamente la legge nazionale e
quella regionale coincidono in molti punti. La differenza sta nelle
funzioni La nostra legge 9 dell' 86 (istituzione delle Province
regionali, ndr) conferisce ampie funzioni alle Province, che è ne
cessano mantenere, mentre la legge nazionale rinvia alla
concertazione tra Stato e regioni Abbiamo anticipato la legge Delrio
di ben tre mesi, ma la cor nice non è stata riempita di contenuto
Sono stati previsti i liberi consorzi con elezione di secondo grado e
le città metropolitane, ma non sono state attribuite le funzioni. Si
rinviava ad una successiva norma e nel frattempo è intervenuto il
legislatore nazionale. Quindi sul sistema di elezione, sugli organi e
sull'organizzazione non sussistono grandi discrasie. Ma la Delrio
individua anche le province come aree vaste al 0- ne di renderle come
aree urbane, così come richiede la strategia 2020. Pertanto, si deve
provvedere a darne immediata attuazione con l'individuazione delle
cx province come nuovi liberi consorzi di area vasta. Tuttavia resta
ferma la possibilità per un comune appartenente ad un libero
consorzio o città metropolitana di deliberare un'adesione ad un
ente diverso purché sia rispettato il criterio della continuità
territoriale. Decisione da sottoporre a referendum».
Che integrazione dovrà adottare l'Ars?
«Un lavoro di coordinamento nel
rispetto della nostra autonomia sull'ordinamento degli enti locali.
Si tratta di completare il lavoro avviato dalla legge regionale 8, ma
alla luce del nuovo assetto delineato dalle riforme in itinere.
Innanzitutto sia alle città metropolita- che ai consorzi dovranno
essere attribuite tutte le funzioni previste dalla
legge 9/86, con l'aggiunta per le
città metropolitane di quelle ulteriori funzioni che saranno frutto
dell'accordo Stato-Regioni. La Regione dovrà trasferire le
funzioni amministrative agli enti di governo di area vasta. Nel 2020
è impensabile che la Regione si occupi delle autorizzazioni per la
realizzazione di un pozzo per irrigare l'orticello di casa. La
Sicilia con i suoi 5 milioni di abitanti è chiamata per vocazione a
svolgere un ruolo internazionale, I paesi esteri ci guardano con
interesse. E noi cosa offriamo? »
Ha un senso politico il recepimento.
«Abbiamo visto prevalere più esigenze campanilistiche che
l'avvertita esigenza di aggregarsi per l'istituzione di un ente
di governo di un'area vasta competitiva a livello europeo
Addirittura in qualche caso è emersa la possibilità di un riscatto
per qualche torto subito subito 60 anni fa. Oggi si corre il rischio
che territori già marginali per ragioni orografiche ed
infrastrutturali vengano per loro scelta marginalizzati
ulteriormente,
L'Anci si è espressa positivamente e
dai diversi incontri con il suo presidente, Leoluca Orlando, si è
convenuto sull'opportunità e necessità di fornire i Comuni di
quegli strumenti reali per essere loro i protagonisti dello sviluppo
del territorio. Senza differenziare piccoli o grandi comuni»
Entro quando la nuova normativa?
«Al 31 ottobre scadono le gestioni
commissariali. L'Ars dovrà trovare l'energia per fare una grande
riforma strutturale dell'ordinamento che potenzi il governo delle
aree vaste e limiti lo strapotere amministrativo della Regione.
Lunedi 6 ottobre
La Sicilia
Lavori sul ponte Drago
Viabilità. Consegnato il cantiere per
il ripristino dell'arteria sulla Spi
Ponte Drago, consegnato il cantiere, si
parte con i lavori.
Inizieranno nei prossimi giorni infatti
gli interventi sulla struttura che si trova lungo la SpI, nei pressi
cli Villaseta e che è chiusa ormai da un paio di anni per problemi
di natura strutturale.
L'Ati che si è aggiudicata l'appalto
(costo complessivo circa 400mila euro) si occuperà della
ristrutturazione del ponte, inibito al transito nel 2012 a causa
delle condizioni di pesante degrado in cui versava il ferro presente
all'interno dei pilastri.
Oltre a questo la ditta provvederà al-
la posa di nuove barriere stradali di
sicurezza e della segnaletica stradale. Un intervento, precisano
dalla Provincia, di natura conservativa, (dato che in un certo senso
si tratta anche di un bene storico), che sarà quindi condotto con
tecniche abbastanza avanzate, ma che alla fine modificherà comunque
in parte il ponte, dato che sarà ridotta la larghezza della
carreggiata per impedire il passaggio di due mezzi pesanti alla
volta.
Il termine di esecuzione dell'opera è
previsto in circa un anno, ma l'attesa è stata lunga fino ad oggi
per avere quantomeno l'avvio delle opere: l'aggiudicazione
definitiva dell'appalto risale infatti al maggio 2014.
Alla fine degli interventi, comunque,
il beneficio che si avrà per la circolazione in quella parte della
città sarà immediato.
Al momento infatti il traffico
veicolare, sempre molto intenso, viene tutto deviato sul ponte Drago
(2) che però non conduce all'abitato di Villaseta, ma piuttosto
alla strada statale Agrigento-Porto Empedocle, sovraccaricando una
zona già di intenso traffico data anche la presenza del centro
commerciale.
G,s.
Il Sole 24ore
Personale, limiti ad hoc per gli enti
sperimentatori
Ora che gli enti locali soggetti a
Patto di stabilità hanno trovato un parametro dì riferimento, ai
fìni della riduzione delle spese di personale, iniziano i primi
dubbi operativi. Il Di 90/2014 ha infatti previsto che, per applicare
l'obbligo di riduzione in valore assoluto delle spese di personale
previsto dal comma della legge 296/2006 si debba fare riferimento al
«valore medio del triennio precedente alla data di entrata in vigore
della presetite disposizione». Con nota o, 73024 del 6 settembre
2014, la Ragionenia Generale dello Stato ha confermato che si tratta
degli anni 2011, 2012 e 2013.
Fino al 2013, in virtù di quanto
stabilito dalla Corte dei conti Sezione Autonomie, con la
deliberazione n. 3/2010, la base perla riduzione delle spese era il
consolidato dell'anno precedente. Un limite, quindi, dinamico
destinato a mutare di anno dopo anno, creando noopochi problemi agli
enti locali, sempre alle prese con la necessità di ridurre (ma non
troppo)
la spesa di personale. Bastipensare a
tutta la vicenda correlata ai cosiddetti effetti prenotativi.
Finalmente, con il 1)1 90/2014, viene fornito un tetto entro il
quale, dal 2014, le spese vanno "contenute" (termine previsto dal
legislatore) e non ridotte. In termini pratici, stabilita la media
del triennio 2011/2013, l'ente potrà anche scendere anno dopo
anno, non precludendosi, però, la possibilità di risalire fino a
questo limite.
Poiché il comma 557-quater, si applica
solo a decorrere dal 2014, il legislatore fa salvo quanto operato in
passato, spiegando però alle amministrazioni come procedere da ora
in poi. Rimangono, quindi, confermate le voci di spesa da includere e
da escludere, anche se ci si chiede se, questa, non sia l'occasione
per «ripartire da zero». In altre parole, il dubbio riguarda se sia
necessario prendere i dati del triennio 2011/2013, dai questionari
già inviati alla Corte dei conti, relativi ai rispettivi bilanci,
oppure se sia più corretto ripartire dagli impegni dei tre anni in
esame e ricostruire la spe
sa. Questo, soprattutto in un'ottica
di revisione degli importi relativi ai rinnovi contrattuali, per i
quali non avrebbe senso fare confronti con gli anni passati.
Inattesa, quindi, di maggiori
istruzioni operative provenienti dalle sezioni regionali della Corte
dei conti, la Ragioneria Generale dello Stato, con la nota del
settembre scorso, risolve la questione del calcolo del triennio per
gli enti che, dall'anno 2012, hanno iniziato la sperimentazione
dell'armonizzazione contabile. I valori del triennio, proprio
perché "misti", non permetterebbero un esaustivo e corretto
calcolo della media. Pertanto, secondo la Rgs, gli impegni degli enti
a sperimentazione contabile del 2012, non costituiscono una base
corretta per calcolare il valore medio del triennio, ai 6 anni della
verifica dei contenimento della spesa di persona- le. Perciò, in
tali enti, invece che al triennio 2011, 2012, 2013, si dovrà fare
riferimento al triennio costituito dagli esercizi 2011,2011 e 2013,