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Rassegna stampa dell'8 ottobre 2014

GIORNALE DI SICILIA
E' SCONTRO. Iniziativa dell'Assemblea in vista delle due mozioni di sfiducia L'Ars sfida il presidente pure sulle nuove Province Mercoledì prossimo l'Ars sarà chiamata a votare la mozione di censura all'assessore alla Formazione, Nelli Scilabra. Il giorno dopo sarà messa ai voti la censura all'assessore alle Attività Produttive, Linda Vancheri, E il segnale dell'attacco che ampi settori del Parlamento, anche nella maggioranza, hanno avviato ieri contro il governo.
La mozione contro la Scilabra nasce dal flop del Piano giovani, la selezione estiva che doveva assegnare circa 1.500 tirocini formativi. Quella contro la Vancheri è il frutto di un ritardo nell'attuazione della legge che riscrive le competenze e il management dell'Irsap. Ma è il segnale politico a rimbalzare con forza, come rileva Marco Falcone di Forza Italia, perché nel mirino finiscono due degli assessori simbolo della giunta Crocetta, E anche perchè l'opposizione si dice sicura di raccogliere voti anche nella maggioranza: i cuperliani dcl Pd hanno già annunciato di voler sostenere la censura contro la Scilabra e lo stesso potrebbero fare singoli deputati di Udc e Articolo 4. L'eventuale via libera alla mozione non obbligherebbe Crocetta a togliere la delega. Ma il presidente coglie l'aspetto politico della vicenda e rilancia: «Nelli è stato l'unico assessore onesto che si è occupato di formazione. Ha smantellato un sistema che costava 500 milioni e serviva solo ad alimentare potere e clientele. Le due censure sono immotivate. Il problema non è politico ma è legato proprio al tentativo di difendere un sistema indifendibile».
Resta il fatto che, separati da poche centinaia di metri, i due palazzi della politica ieri hanno viaggiato su binari paralleli e ostili. Mentre la giunta a Palazzo d'Orleans stanziava i fondi per la formazione professionale, i partiti a Palazzo dei Normanni calendarizzavano la censura all'assessore. Così come mentre Crocetta approvava il disegno di legge di riforma delle Province, il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone portava in conferenza dei capigruppo il testo alternativo del Parlamento, che punta sul recepimento della legge nazionale e sul sostegno dell'opposizione, dell'Ode e dei cuperliani del Pd. Per Falcone «sarebbe una sfiducia di fatto per Crocetta ieri ha avvertito dei rischi a cui la Regione va incontro per lo scontro politico («non ci sono più soldi per garantire le cose del passato, altrimenti si va al fallimento») e ha rivolto un appello a tutti i partiti per sostenere le riforme. GIA.PI

EX PROVINCIA REGIONALE Dopo a richiesta di condanna di cinque funzionari, ieri e arringhe degli avvocati Abuso d'ufficio, spazio alla difesa «Le procedure sono state rispettate alla perfezione seguendo i regolamenti e le direttive interne dell'ufficio». All'udienza precedente il pubblico ministero Carlo Cinque aveva chiesto la condanna dei cinque funzionari della Provincia accusati di abuso di ufficio nell'ambito dell'inchiesta che ha portato a giudizio l'ex presidente Eugenio D'Orsi. Ieri mattina, invece, sono iniziate le arringhe difensive che porteranno alla sentenza prevista per il 4novembre. Cinque gli imputati. Si tratta di Ignazio Gennaro, vice direttore generale dell'ente; e dei funzionari Giuseppina Miccichè, Piero Hamel, Antonino Graci e Gaetano Gucciardo. La pena più alta, tre anni di reclusione, è stata proposta per Gennaro. Un anno e sei mesi per Miccichè (richiesta di assoluzione per un singolo capo), sette mesi per Hamel (assoluzione per alcuni capi), sette mesi per Gucciardo e un anno e sei mesi per Graci. Il processo, dopo uno stop abbastanza consistente dovuto alle difficoltà nella composizione del collegio, si sta celebrando davanti al tribunale presieduto da Francesco Provenzano con a latere Giancarlo Caruso e Maria Alessandra Tedde. Oltre all'accusa principale, relativa alle procedure di rimborso delle spese sostenute da D'Orsi che sarebbe avvenuto in assenza di un "concreto fine istituzionale", vengono contestate altre ipotesi di abuso di ufficio. Un filone dell'inchiesta è relativo all'acquisto di alcuni beni di rappresentanza. Altre accuse riguardano l'illegittimo affidamento esterno di alcuni incarichi che, invece, secondo l'accusa potevano essere evitati utilizzando risorse interne. «Si è invece fatto ricorso - ha sostenuto l'avvocato Diego Galluzzo, difensore di Hamel - a una prassi conforme al regolamento e peraltro non ci poteva essere soluzione diversa in quanto per eseguire ad esempio i cosiddetti frazionamenti di immobili servivano costose strurnentazioni che l'ente non possedeva». Ieri anche gli avvocati Antonino Accardo, Daniela Ciancimino e Rosa Salvago hanno illustrato le loro arringhe. Il 4 novembre toccherà agli avvocati Vincenzo Caponnetto e Antonino Gaziano. Subito dopo ci saranno le eventuali repliche e la sentenza.
(GECA)

Il turismo regge, presenze in lieve aumento In crescita del 15 per cento gli italiani che hanno trascorso la vacanza in albergo. La Pro Loco: «Arrivano segnali positivi» C'e un aumento, minimo, di 497 presenze, nei primi otto mesi del 2014, rispetto allo stesso periodo del 2013 Le presenze turistiche in città, comunicate ieri dal Servizio turistico regionale, evidenziano una tenuta di Sciacca in un annodi particolare crisi anche per questo settore. Fino al 3 agosto le presenze sono state 320. 473 contro le 319.976 dei primi orto mesi del 2013. La crescita è stata dello 0,155 per cento. In calo gli stranieri, passati da 215.950 a 201.265, mentre avanzano gli italiani, 104.026 nei primi otto mesi del 2015 e 119.2118 nei primi otto mesi di quest'anno. La crescita sfiora il 15 per cento. Nel mese di agosto del 2014, invece, c'è stata una crescita del 7 per cento rispetto ad agosto del 2013. F questo grazie agli italiani, passati da 25.997 a 36.107, con un aumento del 38,889 per cento. Gli stranieri, invece, sono diminuiti, da 55.291 a 50.996 con un calo del 7,768 per conto Tra i dati all'interno della statistica comunicata dal Servizio turistico guidato da Nuccio Catagnano si evidenzia un calo dell'11 per cento degli stranieri, nei primi otto mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo del 2013, che hanno scelto le strutture alberghiere. In crescita, del 15 per cento, invece, gli italiani hanno trascorso la vacanza in albergo. Ancora più marcato, del 28 per cento, in questi otto mesi, il calo degli stranieri negli esercizi extralberghieri o noi Balli. IL numero degli italiani in queste strutture è cresciuto, invece, del 6,5 per cento. A trascinare lo presenze turistiche in città è sempre Sciaccamare che conta di chiudere il 2014 a quota 230 mila. "A mio parere dice il presidente della Pro Loco Sciacca Terme, Antonio Di Marca questi risultati in un momento di crisi non possono che essere valutati positivamente. I turisti ai quali noi offriamo dei servizi valutano positivamente questa nuova realtà e rilevano che in precedenza non ricevevano l'assistenza che invece ottengono oggi e questo grazie anche al nostro lavoro. Io direi che in alcune strutture, a cominciare da Sciaccamare, ci sono turisti che provengono dalle stesse zone, ma spesso si tratta anche della stesso persone che, trovandosi bene, tornano nella nostra città. Tutto questo continua Di Marca - non può che indurci a fare ancora di più per migliorare l'offerta e presentarci sul mercato in condizioni migliori". E anche quest'anno, come noi 2013, sono mancate lo presenze di Torre Macauda, , rimasto chiuso, e che nel passato rappresentava, invece, un valido approdo di flussi turistici. G.P.

LA SICILIA
PROCESSO A 5 DIRIGENTI ALLA PROVINCIA Ieri la parola alle difese sentenza. entro novembre Nel processo ai dirigenti dell'ex Provincia regionale Ignazio Gennaro, Giuseppina Micciché, Antonino Graci, Piero Hamel e Gaetano Gucciardo ieri è stata la giornata delle difése. A esporre le proprie ragioni circa l'innocenza dei propri assistiti rispetto alle accuse mosse dagli inquirenti sono stati gli avvocati Daniela Ciancimino per Gaetano Gucciardo, Diego Galluzzo per Piero 1-lamel, Rosa Salvago per Graci. Nella prossima udienza fissata per il 4 novembre dal presidente dei collegio, il giudice Francesco Provenzano, a latere Tedde e Caruso discuteranno l'avvocato Vincenzo Caponnetto per Ignazio Gennaro e Antonino Gaziano per Giuseppina Micciché. Non è da escludere che giò in quella occasione, a discussioni ultimate, il collegio possa emettere la sentenza, Da ricordare e richieste avanzate nella penultima udienza dal pubblico ministero, il sostituto procuratore Carlo Cinque.
Tre annidi reclusione per Ignazio Gennaro, un anno e sei mesi di reclusione per Giuseppina Micciché e Antonino Graci, sette mesi per Piero Hamel, Gaetano Gucciardo.
Assoluzione per alcuni capi d'imputazione mossi a Micciché e Hamel. Per tutti - tranne Hamel - chiesta interdizione per 5 anni dai pubblici uffici, 1 5 dirigenti dell'ex Provincia sono accusati d'abuso d'ufficio, in quello che è il processo parallelo a quello in corso a carico dell'ex presidente della Provincia Eugenio D'Orsi. Il filone principale dell'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Giacomo Forte (oggi il pm è Carlo Cinque) ipotizza irregolarit5 che sarebbero state commesse nelle liquidazione dei rimborsi spese all'ex presidente D'Orsi. Per i 5 imputati oltre all'accusa dei rimborsi spese, vengono contestate altre ipotesi di abuso d'ufficio per il periodo compreso fra il 2008 e il 2010, per l'acquisto di beni di rappresentanza, Altre accuse riguardano l'illegittimo affidamento esterno di alcuni contratti, Quella di Cinque fu una requisitoria tranciante. «Sono state violate norme costituzionali, oltreché quelle del libero mercato. Qui si faceva ciò che si voleva, Se si fossero effettuati i controlli come si sai-ebbe dovuto fare, non saremmo qui. E' stata attuata una gestione privatistico imprenditoriale del denaro pubblico, il capo era D'Orsi, gli affidamenti degli incarichi esterni, i rimborsi dei pranzi, gli appalti pubblici senza gara, tutto era fatto senza rispettai-e la costituzione, Si faceva copia e incolla su quanto detto dall'organo politico». Le difese ieri hanno tracciato uno scenario ovviamente diverso, puntando molto sul rispetto delle «regole burocratiche» nella gestione della Provincia, da parte degli imputati.
FRANCESCO DI MARE

IMPIANTI SPORTIVI NEL CAPOLUOGO E IN PROVINCIA Sbloccati i fondi della Regione Via libera alla graduatoria definitiva di un bando regionale che porterà preziose risorse ai Comuni per la ristrutturazione e la realizzazione di impianti sportivi. Diverse citt5 beneficeranno di questi fondi, prima fra tutti Agrigento dove arriveranno 2 milioni e 200mila euro per la riqualificazione della pista di atletica leggera e la riqualificazione e messa in sicurezza della palestra di Villaseta. Il campo scuola di atletica leggera venne realizzato negli anni 70 e inaugurato nel 1976 in occasione di una gara internazionale tra Italia e Finlandia, Per alcuni anni è stato punto di riferimento siciliano insieme agli impianti di Palermo, Catania, Siracusa, Messina e Trapani, le stesse associazioni sportive della provincia riuscirono a fare emergere molti giovani atleti che prima di allora correvano solo su strada. Fino a quando l'incuria e il deterioramento non determinarono la necessitò di una ristrutturazione che non fu mai fatta. Un milione e 200mila euro saranno destinati al recupero e messa in funzione della palestra coperta di Villaseta, ex aula bunker, anch'essa in stato di abbandono.
Il progetto migliore presentato dai Comuni agrigentini è stato quello di Naro, piazzatosi in terza posizione con il completamento dell'impianto San Giovanni per la pratica del canottaggio (1 milione di euro). Seguono Porto Empedocle con il completamento del campo sportivo comunale (800mila euro); Ribera con l'adeguamento della struttura sportiva di contrada Spataro (1 milione e 500 mila euro); Bivona con il completamento della piscina coperta (700mila euro) e il completamento del campo sportivo Trama (1 milione di euro); il rifacimento del palazzetto dello sport di Licata (800mila euro); manutenzione impianto di contrada Catuso di Casteltermini (500.000 euro).
GIUSEPPE RECCA


Crocieristi a P. Empedocle
PORTO EMPEDOCLE, E' nuovamente ormeggiato in porto il Sea Cloud l'elegante veliero battente bandiera maltese che ospita a bordo circa un centinaio di turisti in crociera nel Mediterraneo. La nave effettuerà I'overnight e ripartirà da Porto Empedocle alle 17 di domani pomeriggio consentendo così ai croceristi di poter visitare con calma la Valle dei Templi e la cittadina marinara.
Giovedì 9 ottobre invece è atteso in porto l'arrivo della Costa NeoRiviera, proveniente da Barcellona con il suo carico abituale di croceristi e diretta a Malta. L'Amministrazione Comunale ha previsto un servizio di accoglienza dei turisti in porto con infopoint ed esibizione di un gruppo folcloristico a bordo. Un «viavai» decisamente gradito, specie dai pochi commercianti sopravvissuti alla crisi.

L'ARS DISPONIBILE AL RECEPIMENTO DEL TESTO DI GOVERNO, MA CROCETTA DICE DI NO E PRESENTA UN'ALTRA BOZZA
Legge Delrio, strappo tra governatore e capigruppo
GIOVANNI CIANCIMINO
PALERMO, La conferenza dei capigruppo ha calendarizzato per il 15 ottobre il dibattito sulle mozioni di censura nei confronti dell'Assessore alla Formazione Nelli Scilabra. Il 16 invece sarà trattata la mozione di censura del M5S nei confronti dell'assessore alle attività produttive Linda Vancheri. La prossima settimana sarà trattata anche la mozione presentata sempre dal M5S con cui si impegna il governo a prendere provvedimenti nei confronti del segretario generale della presidenza della Regione Patrizia Monterosso.
La conferenza dei capigruppo, quindi, ha ascoltato la proposta del presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone di recepimento della legge Delrio relativa alla riforma degli enti di area vasta. Da parte sua, il governatore Rosario Crocetta, in conferenza stampa a Palazzo d'Orleans, ha illustrato la sua bozza recante - l'opposto del progetto di recepimento della Delrio.
Infatti, mentre il governatore dice decisamente no alla Delrio, in sede di capigruppo tutti i settori si sono pronunciati per il recepimento, anche con qualche distinguo rispetto al progetto Ardizzone. In ogni caso, martedì prossimo la capigruppo tornerà sull'argomento entrando nel merito e dopo di che il progetto sarà trasmetto alla competente commissione legislativa, perché possa essere approvato dall'Ars entro il mese. E però contestualmente si dovrà stabilire per legge la proroga dei commissari delle disciolte Province e l'abrogazione dei referendum previsti per la fine di novembre.
Come è noto, le linee del progetto Ardizzone si muovono sull'organizzazione delle aree metropolitane e dei liberi consorzi di comuni: il ddl dà attuazione alle città metropolitane istituite con la legge regionale n. 8 del 2014, prevedendone tre, Messina, Catania e Palermo, il loro territorio coinciderà con quello dell'attuale provincia, I liberi consorzi che coincidono con il territorio delle province sono Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani. Tutto sommato, cambia il nome, da Provincia a Libero Consorzio, ma la delimitazione territoriale e le competenze restano quelle stabilite con la istituzione delle Province regionali. Sono previsti organi eletti con il sistema di secondo grado, anche se resta una porta aperta ai dibattito politico, che vede le opposizioni, in particolare Lista Musumeci e Fi, chiedere a gran voce l'elezione diretta dei presidenti. Si propone all'art. 7 della bozza Ardizzone che lo statuto dei nuovi enti possa prevedere l'elezione diretta del sindaco e del consiglio metropolitano con «sistema elettorale determinato con una successiva legge regionale».
L'intenzione del governatore, viceversa, è di portare in Aula un ddl su competenze e funzioni di Liberi Consorzi e Città Metropolitane e di rinviare a un nuovo testo la conformazione geografica delle aree vaste, aspettando le decisioni dei comuni che in base alla legge in vigore devono esprimersi con un referendum sull'adesione o meno ai nuovi enti.
Secondo Crocetta, «recepire il testo Delrio significa non fare nulla, poiché non ha abolito le Province, ma solo gli organi elettivi di primo grado».
Il nuovo ddl governativo, è stato presentato in giunta dall'assessore alle Autonomie Locali Patrizia Valenti, Dovrebbe essere approvato dal governo mar- tedi della prossima settimana. Crocetta è stato netto: «Il ddl del governo è prioritario rispetto agli altri testi, ma siamo disponibili a eventuali modifiche». E vero, ma la commissione ha anche il potere di respingere il testo governativo e di vararne un altro.
Comunque, al già incandescente rapporto Crocetta-Ars si aggiunge una vera e propria bomba d'acqua.

LiveSicilia

PROVINCE, ARDIZZONE TIRA DRITTO
"IL GOVERNO NON DETTA L'AGENDA DEI LAVORI D'AULA"
PALERMO - Rosario Crocetta tenta il contropiede sulla riforma delle Province. Ma all'Ars, le convergenze sul disegno di legge promosso dalla presidenza, che in qualche modo recepisce la riforma Delrio adattandola allo Statuto, sono ampie. E il percorso, sostenuto dal presidente dell'Assemblea Giovanni Ardizzone, è già avviato. Sarà questo il nuovo scenario di uno scontro istituzionale tra governo e parlamento? Ardizzone schiva le polemiche: "I due ddl non sono in competizione", dice a Livesicilia il presidente. Che però intende tirare dritto sulla strada avviata, quella di un testo di iniziativa parlamentare. E ammonisce: "L'agenda dei lavori d'aula la detta la conferenza dei capigruppo, certamente non il governo".
Presidente Ardizzone, oggi (ieri per chi legge, ndr) il presidente Crocetta ha annunciato che il ddl del governo sulla riforma delle province è pronto. E ha criticato l'ipotesi di un'applicazione del Delrio. Che ne pensa?
"La legge Delrio è una legge di riforma economica-sociale che comunque si applica anche in Sicilia. La questione se si applica o no è superata. Non mi risulta che sia stato presentato un ricorso alla Corte costituzionale avverso la norma. Ciò detto noi non pensiamo a un recepimento automatico della riforma Delrio. Il punto di partenza resta la legge cornice, la legge regionale numero 8".
Bene, e allora dove stanno le differenze tra la riforma votata dall'Ars e quella Delrio?
"Né la nostra legge né la Delrio contengono le funzioni da attribuire alle istituzioni di governo di area vasta. La particolarità della Delrio sta nell'avere definito invece i confini che coincidono con le ex province e nell'avere istituto le città metropolitane".
Anche la legge regionale ha istituito le città metropolitane, ma con criteri diversi...
"Sì, la legge regionale le ha già istituite e hanno superato il vaglio del Commissario dello Stato".
Ma, obietta il governatore, se si applicassero i criteri fissati dalla Delrio, Catania e Messina non potrebbero essere città metropolitane. È così?
"No, Messina e Catania sarebbero salve. Al cento per cento. E viene fatta salva anche l'autonomia statutaria. La Delrio istituisce le città metropolitane e noi in forza del nostro statuto abbiamo istituito le nostre. Quando abbiamo esitato la legge nella primavera scorsa, abbiamo lasciato insolute le funzioni in particolare delle città metropolitane".
Insomma, secondo questo disegno di legge diciamo "parlamentare", cosa prenderebbe il posto delle vecchie province?
"L'ipotesi elaborata dagli uffici è quella di tre città metropolitane e sei consorzi. Che coincidono con i confini delle vecchie province. A tutti diamo le funzioni che avevano le province, in più, alle città metropolitane attribuiamo le funzioni che saranno decise dalla Conferenza Stato-regioni. Il principio fondamentale della Delrio sta nella sussidiarietà: le istituzioni di governo di area vasta diventano interlocutori diretti dell'Unione europea".
Questa è stata una sua iniziativa politica?
"Io ho dato l'indirizzo, ho fatto preparare il testo dagli uffici, come istituzione parlamentare ho ritenuto opportuno accelerare un percorso legislativo che comunque dovrà essere completato entro il 31 ottobre, termine di scadenza dei commissariamenti delle province. Non possiamo andare molto oltre anche perché poi si dovrà aprire la sessione di bilancio".
A proposito, a che punto siamo su quel fronte?
"In parlamento non è arrivata ancora la relativa proposta da parte del governo. E siamo già in ritardo".
Torniamo al disegno di legge di cui oggi (ieri, ndr) si è discusso nella conferenza dei capigruppo: cosa lo distingue da quello del governo?
"Non lo so perché non credo che nessuno abbia visto il ddl del governo. Ma i due non sono in competizione. Voglio essere chiaro: questa è un'occasione per fare una riforma vera sulla base della nostra autonomia. La Regione dovrebbe occuparsi di politica internazionale. Per capirci, la Regione deve svolgere meno attività amministrative e più ruolo politico. Non può occuparsi di rilasciare autorizzazioni per i pozzi per irrigare l'orto di casa".
Ma se nella vostra proposta i confini dei nuovi consorzi sono quelli delle vecchie province, i consorzi non sarebbero più "liberi" come prevedeva la legge regionale. Al Comune tocca restare dov'era prima. Un particolare che è stato messo in evidenza criticamente dal presidente Crocetta.
"Abbiamo previsto una soluzione inversa. Abbiamo visto prevalere una storta di campanilismo nella scelta su quale consorziò aderire. Ed è quello che in qualche modo ha fatto naufragare la legge. Con la Delrio vengono previsti i perimetri delle vecchie province, successivamente però è data la possibilità ai comuni di aggregarsi diversamente, purché sussista la continuità territoriale".
Il centrodestra insiste sul reintrodurre le elezioni di primo grado, cioè la possibilità per gli elettori di scegliere direttamente gli amministratori delle province. Che ne pensa?
"La Delrio rinvia a una fase successiva alla definizione dello statuto per determinare le modalità di scelta degli organi di governo".
Una differenza tra la Delrio e la legge approvata dall'Ars riguarda il sindaco delle città metropolitane. Che per la Delrio è in automatico il sindaco del comune capoluogo, mentre per la legge regionale veniva eletto.
"Nella Delrio in prima battuta il sindaco è quello del capoluogo, ma poi si rinvia all'approvazione degli statuti che possono prevedere una modalità di elezione diversa".
Se il governo porterà in Assemblea il ddl annunciato da Crocetta non si creerà un ingolfamento?
"No, lo si valuterà insieme agli altri disegni di legge. Serve prima una valutazione sull'assetto complessivo delle funzioni in capo alla Regione siciliana".
Ma ci sono i tempi per rispettare la scadenza del 31 ottobre?
"Nella prossima conferenza dei capigruppo si discuterà solo nel merito del disegno di legge che è stato predisposto dagli uffici dell'Assemblea. Se ci sarà una condivisione generale questo potrà rappresentare il testo base perché si avvii il percorso legislativo in commissione, e successivamente in aula. Serve solo buona volontà".
Quando si avvierebbe questo percorso legislativo?
"Martedì prossimo, se c'è l'orientamento favorevole della conferenza dei capigruppo".
Ma nel frattempo l'Aula sarà impegnata nell'esame di due mozioni di censura a due assessori...
"Il disegno di legge sarà ancora in commissione quando l'Aula affronterà le mozioni di censura. E potrà arrivare in Aula i primi di novembre".
Senta, ma non le crea un qualche imbarazzo politico questa sovrapposizione di disegni di legge, considerato che quello governativo è di competenza di un assessore del suo stesso partito?
"Nessun problema, ho agito da presidente della più alta istituzione che c'è in Sicilia. Che fino a prova contraria è il parlamento, che rappresenta il tutto e non una parte".
Ma secondo lei c'è il clima politico per portare a casa una buona riforma?
"Stando alla conferenza dei capigruppo di stasera c'è un clima per fare un ottimo lavoro. L'agenda dei lavori d'aula la detta la conferenza dei capigruppo, certamente non il governo. Tant'è che è impegno dei singoli capigruppo evidenziare quali sono i ddl di iniziativa legislativa che possono avere un percorso accelerato".
Ma il clima non potrebbe avvelenarsi ulteriormente se dovessero passare le mozioni di censura?
"Questa e una valutazione che appartiene esclusivamente al governo e alla sensibilità dei singoli componenti".
Presidente, si dimetterà per accontentare Pippo Gianni?
"Gianni rimane un grande amico. E' un personaggio che spesso va sopra le righe ma non per questo non può non essere considerato un animale politico di razza".

Sicilia24h

Flessione presenze turistiche nell'agrigentino
L'ex Provincia di Agrigento ha pubblicato i dati di affluenza turistica ad Agrigento e provincia per il mese di luglio. Per il terzo mese consecutivo, quindi maggio, giugno e luglio, vi è una flessione pero è ancora positivo il saldo turistico dei primi 7 mesi 2014. Infatti nei primi 7 mesi 2013 : 645.570 presenze turistiche. E nei primi 7 mesi 2014 : 651.014 presenze. Nel dettaglio, a luglio 2014 vi è una riduzione dell' 1,09%, degli arrivi rispetto a luglio 2013. I dati sono disponibili sul sito internet dell'ex Provincia di Agrigento, all'indirizzo www.provincia.agrigento.it nel portale turismo.

Agrigentonotizie

Turismo in provincia di Agrigento, terza flessione consecutiva a luglio
Rimane positivo il saldo dei primi sette mesi del settore. Da gennaio a luglio, gli arrivi nelle strutture turistiche e ricettive, registrano un aumento dello 0,27 percento rispetto allo stesso periodo del 2013
Luglio certifica, per il terzo mese consecutivo, una leggera flessione delle presenze nelle strutture turistico con un - 4,09 percento. Rimane positivo invece il saldo dei primi sette mesi del settore. In provincia di Agrigento, infatti, rispetto allo stesso periodo del 2013, da gennaio a luglio le presenze turistiche, 651.014 contro 645.570 in tutta la provincia, sono aumentate, sia pure lievemente, dello 0,84 percento.
Si interrompe anche il trend positivo delle presenze relativo ai turisti italiani che subiscono una flessione del 4,42 percento. Per gli stranieri il calo è del 3,62 percento. I dati sono elaborati dall'osservatorio turistico del settore "Attività economiche e produttive" del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.
Complessivamente da gennaio a luglio, gli arrivi nelle strutture turistiche e ricettive, registrano un aumento dello 0,27 percento rispetto allo stesso periodo del 2013. A luglio si è, invece, registrata una flessione degli arrivi dell'1,09 percento, sempre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Nel mese di luglio rispetto allo stesso periodo del 2013, gli arrivi nelle strutture turistiche degli italiani sono quasi invariati - 0,16 percento mentre per gli stranieri il saldo negativo è del 2,12 percento, mentre il calo maggiore delle presenze complessive attesta un soggiorno dei turisti più breve nella nostra provincia rispetto allo scorso anno.
Da gennaio a luglio il dato positivo dei turisti italiani si riferisce sia rispetto al numero di arrivi con un saldo positivo del 6,29 percento che nei giorni complessivi del soggiorno (presenze) con un più 6,57 percento. Per gli stranieri, nei primi sette mesi, invece la situazione è negativa rispetto allo scorso anno con un calo delle presenze del 5,11 percento. I dati sono disponibili on-line, nel sito del Libero Consorzio www.provincia.agrigento.it nel portale del turismo.


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