GIORNALE DI SICILIA
E' SCONTRO. Iniziativa
dell'Assemblea in vista delle due mozioni di sfiducia
L'Ars sfida il presidente pure
sulle nuove Province
Mercoledì prossimo l'Ars sarà
chiamata a votare la mozione di censura all'assessore alla
Formazione, Nelli Scilabra. Il giorno dopo sarà messa ai voti la
censura all'assessore alle Attività Produttive, Linda Vancheri, E
il segnale dell'attacco che ampi settori del Parlamento, anche
nella maggioranza, hanno avviato ieri contro il governo.
La mozione contro la Scilabra nasce dal
flop del Piano giovani, la selezione estiva che doveva assegnare
circa 1.500 tirocini formativi. Quella contro la Vancheri è il
frutto di un ritardo nell'attuazione della legge che riscrive le
competenze e il management dell'Irsap. Ma è il segnale politico a
rimbalzare con forza, come rileva Marco Falcone di Forza Italia,
perché nel mirino finiscono due degli assessori simbolo della giunta
Crocetta, E anche perchè l'opposizione si dice sicura di
raccogliere voti anche nella maggioranza: i cuperliani dcl Pd hanno
già annunciato di voler sostenere la censura contro la Scilabra e lo
stesso potrebbero fare singoli deputati di Udc e Articolo 4.
L'eventuale via libera alla mozione non obbligherebbe Crocetta a
togliere la delega. Ma il presidente coglie l'aspetto politico
della vicenda e rilancia: «Nelli è stato l'unico assessore onesto
che si è occupato di formazione. Ha smantellato un sistema che
costava 500 milioni e serviva solo ad alimentare potere e clientele.
Le due censure sono immotivate. Il problema non è politico ma è
legato proprio al tentativo di difendere un sistema indifendibile».
Resta il fatto che, separati da poche
centinaia di metri, i due palazzi della politica ieri hanno viaggiato
su binari paralleli e ostili. Mentre la giunta a Palazzo d'Orleans
stanziava i fondi per la formazione professionale, i partiti a
Palazzo dei Normanni calendarizzavano la censura all'assessore.
Così come mentre Crocetta approvava il disegno di legge di riforma
delle Province, il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone portava
in conferenza dei capigruppo il testo alternativo del Parlamento, che
punta sul recepimento della legge nazionale e sul sostegno
dell'opposizione, dell'Ode e dei cuperliani del Pd. Per Falcone
«sarebbe una sfiducia di fatto per Crocetta ieri ha avvertito dei
rischi a cui la Regione va incontro per lo scontro politico («non ci
sono più soldi per garantire le cose del passato, altrimenti si va
al fallimento») e ha rivolto un appello a tutti i partiti per
sostenere le riforme. GIA.PI
EX PROVINCIA REGIONALE Dopo a
richiesta di condanna di cinque funzionari, ieri e arringhe degli
avvocati
Abuso d'ufficio, spazio alla
difesa
«Le procedure sono state rispettate
alla perfezione seguendo i regolamenti e le direttive interne
dell'ufficio». All'udienza precedente il pubblico ministero
Carlo Cinque aveva chiesto la condanna dei cinque funzionari della
Provincia accusati di abuso di ufficio nell'ambito dell'inchiesta
che ha portato a giudizio l'ex presidente Eugenio D'Orsi. Ieri
mattina, invece, sono iniziate le arringhe difensive che porteranno
alla sentenza prevista per il 4novembre. Cinque gli imputati. Si
tratta di Ignazio Gennaro, vice direttore generale dell'ente; e dei
funzionari Giuseppina Miccichè, Piero Hamel, Antonino Graci e
Gaetano Gucciardo. La pena più alta, tre anni di reclusione, è
stata proposta per Gennaro. Un anno e sei mesi per Miccichè
(richiesta di assoluzione per un singolo capo), sette mesi per Hamel
(assoluzione per alcuni capi), sette mesi per Gucciardo e un anno e
sei mesi per Graci. Il processo, dopo uno stop abbastanza consistente
dovuto alle difficoltà nella composizione del collegio, si sta
celebrando davanti al tribunale presieduto da Francesco Provenzano
con a latere Giancarlo Caruso e Maria Alessandra Tedde. Oltre
all'accusa principale, relativa alle procedure di rimborso delle
spese sostenute da D'Orsi che sarebbe avvenuto in assenza di un
"concreto fine istituzionale", vengono contestate altre ipotesi
di abuso di ufficio. Un filone dell'inchiesta è relativo
all'acquisto di alcuni beni di rappresentanza. Altre accuse
riguardano l'illegittimo affidamento esterno di alcuni incarichi
che, invece, secondo l'accusa potevano essere evitati utilizzando
risorse interne. «Si è invece fatto ricorso - ha sostenuto
l'avvocato Diego Galluzzo, difensore di Hamel - a una prassi
conforme al regolamento e peraltro non ci poteva essere soluzione
diversa in quanto per eseguire ad esempio i cosiddetti frazionamenti
di immobili servivano costose strurnentazioni che l'ente non
possedeva». Ieri anche gli avvocati Antonino Accardo, Daniela
Ciancimino e Rosa Salvago hanno illustrato le loro arringhe. Il 4
novembre toccherà agli avvocati Vincenzo Caponnetto e Antonino
Gaziano. Subito dopo ci saranno le eventuali repliche e la sentenza.
(GECA)
Il turismo regge, presenze in lieve
aumento
In crescita del 15 per cento gli
italiani che hanno trascorso la vacanza in albergo. La Pro Loco:
«Arrivano segnali positivi»
C'e un aumento, minimo, di 497
presenze, nei primi otto mesi del 2014, rispetto allo stesso periodo
del 2013 Le presenze turistiche in città, comunicate ieri dal
Servizio turistico regionale, evidenziano una tenuta di Sciacca in un
annodi particolare crisi anche per questo settore. Fino al 3 agosto
le presenze sono state 320. 473 contro le 319.976 dei primi orto mesi
del 2013. La crescita è stata dello 0,155 per cento. In calo gli
stranieri, passati da 215.950 a 201.265, mentre avanzano gli
italiani, 104.026 nei primi otto mesi del 2015 e 119.2118 nei primi
otto mesi di quest'anno. La crescita sfiora il 15 per cento. Nel
mese di agosto del 2014, invece, c'è stata una crescita del 7 per
cento rispetto ad agosto del 2013. F questo grazie agli italiani,
passati da 25.997 a 36.107, con un aumento del 38,889 per cento. Gli
stranieri, invece, sono diminuiti, da 55.291 a 50.996 con un calo del
7,768 per conto Tra i dati all'interno della statistica comunicata
dal Servizio turistico guidato da Nuccio Catagnano si evidenzia un
calo dell'11 per cento degli stranieri, nei primi otto mesi
dell'anno, rispetto allo stesso periodo del 2013, che hanno scelto
le strutture alberghiere. In crescita, del 15 per cento, invece, gli
italiani hanno trascorso la vacanza in albergo. Ancora più marcato,
del 28 per cento, in questi otto mesi, il calo degli stranieri negli
esercizi extralberghieri o noi Balli. IL numero degli italiani in
queste strutture è cresciuto, invece, del 6,5 per cento. A
trascinare lo presenze turistiche in città è sempre Sciaccamare che
conta di chiudere il 2014 a quota 230 mila. "A mio parere dice il
presidente della Pro Loco Sciacca Terme, Antonio Di Marca questi
risultati in un momento di crisi non possono che essere valutati
positivamente. I turisti ai quali noi offriamo dei servizi valutano
positivamente questa nuova realtà e rilevano che in precedenza non
ricevevano l'assistenza che invece ottengono oggi e questo grazie
anche al nostro lavoro. Io direi che in alcune strutture, a
cominciare da Sciaccamare, ci sono turisti che provengono dalle
stesse zone, ma spesso si tratta anche della stesso persone che,
trovandosi bene, tornano nella nostra città. Tutto questo continua
Di Marca - non può che indurci a fare ancora di più per migliorare
l'offerta e presentarci sul mercato in condizioni migliori". E
anche quest'anno, come noi 2013, sono mancate lo presenze di Torre
Macauda, , rimasto chiuso, e che nel passato rappresentava, invece,
un valido approdo di flussi turistici. G.P.
LA SICILIA
PROCESSO A 5 DIRIGENTI ALLA
PROVINCIA
Ieri la parola alle difese
sentenza. entro novembre
Nel processo ai dirigenti dell'ex
Provincia regionale Ignazio Gennaro, Giuseppina Micciché, Antonino
Graci, Piero Hamel e Gaetano Gucciardo ieri è stata la giornata
delle difése. A esporre le proprie ragioni circa l'innocenza dei
propri assistiti rispetto alle accuse mosse dagli inquirenti sono
stati gli avvocati Daniela Ciancimino per Gaetano Gucciardo, Diego
Galluzzo per Piero 1-lamel, Rosa Salvago per Graci. Nella prossima
udienza fissata per il 4 novembre dal presidente dei collegio, il
giudice Francesco Provenzano, a latere Tedde e Caruso discuteranno
l'avvocato Vincenzo Caponnetto per Ignazio Gennaro e Antonino
Gaziano per Giuseppina Micciché. Non è da escludere che giò in
quella occasione, a discussioni ultimate, il collegio possa emettere
la sentenza, Da ricordare e richieste avanzate nella penultima
udienza dal pubblico ministero, il sostituto procuratore Carlo
Cinque.
Tre annidi reclusione per Ignazio
Gennaro, un anno e sei mesi di reclusione per Giuseppina Micciché e
Antonino Graci, sette mesi per Piero Hamel, Gaetano Gucciardo.
Assoluzione per alcuni capi
d'imputazione mossi a Micciché e Hamel. Per tutti - tranne Hamel -
chiesta interdizione per 5 anni dai pubblici uffici, 1 5 dirigenti
dell'ex Provincia sono accusati d'abuso d'ufficio, in quello
che è il processo parallelo a quello in corso a carico dell'ex
presidente della Provincia Eugenio D'Orsi. Il filone principale
dell'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e
dal sostituto Giacomo Forte (oggi il pm è Carlo Cinque) ipotizza
irregolarit5 che sarebbero state commesse nelle liquidazione dei
rimborsi spese all'ex presidente D'Orsi. Per i 5 imputati oltre
all'accusa dei rimborsi spese, vengono contestate altre ipotesi di
abuso d'ufficio per il periodo compreso fra il 2008 e il 2010, per
l'acquisto di beni di rappresentanza, Altre accuse riguardano
l'illegittimo affidamento esterno di alcuni contratti, Quella di
Cinque fu una requisitoria tranciante. «Sono state violate norme
costituzionali, oltreché quelle del libero mercato. Qui si faceva
ciò che si voleva, Se si fossero effettuati i controlli come si
sai-ebbe dovuto fare, non saremmo qui. E' stata attuata una
gestione privatistico imprenditoriale del denaro pubblico, il capo
era D'Orsi, gli affidamenti degli incarichi esterni, i rimborsi dei
pranzi, gli appalti pubblici senza gara, tutto era fatto senza
rispettai-e la costituzione, Si faceva copia e incolla su quanto
detto dall'organo politico». Le difese ieri hanno tracciato uno
scenario ovviamente diverso, puntando molto sul rispetto delle
«regole burocratiche» nella gestione della Provincia, da parte
degli imputati.
FRANCESCO DI MARE
IMPIANTI SPORTIVI NEL CAPOLUOGO E IN
PROVINCIA
Sbloccati i fondi della Regione
Via libera alla graduatoria definitiva
di un bando regionale che porterà preziose risorse ai Comuni per la
ristrutturazione e la realizzazione di impianti sportivi. Diverse
citt5 beneficeranno di questi fondi, prima fra tutti Agrigento dove
arriveranno 2 milioni e 200mila euro per la riqualificazione della
pista di atletica leggera e la riqualificazione e messa in sicurezza
della palestra di Villaseta. Il campo scuola di atletica leggera
venne realizzato negli anni 70 e inaugurato nel 1976 in occasione di
una gara internazionale tra Italia e Finlandia, Per alcuni anni è
stato punto di riferimento siciliano insieme agli impianti di
Palermo, Catania, Siracusa, Messina e Trapani, le stesse associazioni
sportive della provincia riuscirono a fare emergere molti giovani
atleti che prima di allora correvano solo su strada. Fino a quando
l'incuria e il deterioramento non determinarono la necessitò di
una ristrutturazione che non fu mai fatta. Un milione e 200mila euro
saranno destinati al recupero e messa in funzione della palestra
coperta di Villaseta, ex aula bunker, anch'essa in stato di
abbandono.
Il progetto migliore presentato dai
Comuni agrigentini è stato quello di Naro, piazzatosi in terza
posizione con il completamento dell'impianto San Giovanni per la
pratica del canottaggio (1 milione di euro). Seguono Porto Empedocle
con il completamento del campo sportivo comunale (800mila euro);
Ribera con l'adeguamento della struttura sportiva di contrada
Spataro (1 milione e 500 mila euro); Bivona con il completamento
della piscina coperta (700mila euro) e il completamento del campo
sportivo Trama (1 milione di euro); il rifacimento del palazzetto
dello sport di Licata (800mila euro); manutenzione impianto di
contrada Catuso di Casteltermini (500.000 euro).
GIUSEPPE RECCA
Crocieristi a P. Empedocle
PORTO EMPEDOCLE, E' nuovamente
ormeggiato in porto il Sea Cloud l'elegante veliero battente
bandiera maltese che ospita a bordo circa un centinaio di turisti in
crociera nel Mediterraneo. La nave effettuerà I'overnight e
ripartirà da Porto Empedocle alle 17 di domani pomeriggio
consentendo così ai croceristi di poter visitare con calma la Valle
dei Templi e la cittadina marinara.
Giovedì 9 ottobre invece è atteso in
porto l'arrivo della Costa NeoRiviera, proveniente da Barcellona
con il suo carico abituale di croceristi e diretta a Malta.
L'Amministrazione Comunale ha previsto un servizio di accoglienza
dei turisti in porto con infopoint ed esibizione di un gruppo
folcloristico a bordo. Un «viavai» decisamente gradito, specie dai
pochi commercianti sopravvissuti alla crisi.
L'ARS DISPONIBILE AL RECEPIMENTO
DEL TESTO DI GOVERNO, MA CROCETTA DICE DI NO E PRESENTA UN'ALTRA
BOZZA
Legge Delrio, strappo tra
governatore e capigruppo
GIOVANNI CIANCIMINO
PALERMO, La conferenza dei capigruppo
ha calendarizzato per il 15 ottobre il dibattito sulle mozioni di
censura nei confronti dell'Assessore alla Formazione Nelli
Scilabra. Il 16 invece sarà trattata la mozione di censura del M5S
nei confronti dell'assessore alle attività produttive Linda
Vancheri. La prossima settimana sarà trattata anche la mozione
presentata sempre dal M5S con cui si impegna il governo a prendere
provvedimenti nei confronti del segretario generale della presidenza
della Regione Patrizia Monterosso.
La conferenza dei capigruppo, quindi,
ha ascoltato la proposta del presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone
di recepimento della legge Delrio relativa alla riforma degli enti di
area vasta. Da parte sua, il governatore Rosario Crocetta, in
conferenza stampa a Palazzo d'Orleans, ha illustrato la sua bozza
recante - l'opposto del progetto di recepimento della Delrio.
Infatti, mentre il governatore dice
decisamente no alla Delrio, in sede di capigruppo tutti i settori si
sono pronunciati per il recepimento, anche con qualche distinguo
rispetto al progetto Ardizzone. In ogni caso, martedì prossimo la
capigruppo tornerà sull'argomento entrando nel merito e dopo di
che il progetto sarà trasmetto alla competente commissione
legislativa, perché possa essere approvato dall'Ars entro il mese.
E però contestualmente si dovrà stabilire per legge la proroga dei
commissari delle disciolte Province e l'abrogazione dei referendum
previsti per la fine di novembre.
Come è noto, le linee del progetto
Ardizzone si muovono sull'organizzazione delle aree metropolitane e
dei liberi consorzi di comuni: il ddl dà attuazione alle città
metropolitane istituite con la legge regionale n. 8 del 2014,
prevedendone tre, Messina, Catania e Palermo, il loro territorio
coinciderà con quello dell'attuale provincia, I liberi consorzi
che coincidono con il territorio delle province sono Agrigento,
Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani. Tutto sommato,
cambia il nome, da Provincia a Libero Consorzio, ma la delimitazione
territoriale e le competenze restano quelle stabilite con la
istituzione delle Province regionali. Sono previsti organi eletti con
il sistema di secondo grado, anche se resta una porta aperta ai
dibattito politico, che vede le opposizioni, in particolare Lista
Musumeci e Fi, chiedere a gran voce l'elezione diretta dei
presidenti. Si propone all'art. 7 della bozza Ardizzone che lo
statuto dei nuovi enti possa prevedere l'elezione diretta del
sindaco e del consiglio metropolitano con «sistema elettorale
determinato con una successiva legge regionale».
L'intenzione del governatore,
viceversa, è di portare in Aula un ddl su competenze e funzioni di
Liberi Consorzi e Città Metropolitane e di rinviare a un nuovo testo
la conformazione geografica delle aree vaste, aspettando le decisioni
dei comuni che in base alla legge in vigore devono esprimersi con un
referendum sull'adesione o meno ai nuovi enti.
Secondo Crocetta, «recepire il testo
Delrio significa non fare nulla, poiché non ha abolito le Province,
ma solo gli organi elettivi di primo grado».
Il nuovo ddl governativo, è stato
presentato in giunta dall'assessore alle Autonomie Locali Patrizia
Valenti, Dovrebbe essere approvato dal governo mar- tedi della
prossima settimana. Crocetta è stato netto: «Il ddl del governo è
prioritario rispetto agli altri testi, ma siamo disponibili a
eventuali modifiche». E vero, ma la commissione ha anche il potere
di respingere il testo governativo e di vararne un altro.
Comunque, al già incandescente
rapporto Crocetta-Ars si aggiunge una vera e propria bomba d'acqua.
LiveSicilia
PROVINCE, ARDIZZONE TIRA DRITTO
"IL GOVERNO NON DETTA L'AGENDA
DEI LAVORI D'AULA"
PALERMO - Rosario Crocetta tenta il
contropiede sulla riforma delle Province. Ma all'Ars, le convergenze
sul disegno di legge promosso dalla presidenza, che in qualche modo
recepisce la riforma Delrio adattandola allo Statuto, sono ampie. E
il percorso, sostenuto dal presidente dell'Assemblea Giovanni
Ardizzone, è già avviato. Sarà questo il nuovo scenario di uno
scontro istituzionale tra governo e parlamento? Ardizzone schiva le
polemiche: "I due ddl non sono in competizione", dice a
Livesicilia il presidente. Che però intende tirare dritto sulla
strada avviata, quella di un testo di iniziativa parlamentare. E
ammonisce: "L'agenda dei lavori d'aula la detta la conferenza dei
capigruppo, certamente non il governo".
Presidente Ardizzone, oggi (ieri per
chi legge, ndr) il presidente Crocetta ha annunciato che il ddl del
governo sulla riforma delle province è pronto. E ha criticato
l'ipotesi di un'applicazione del Delrio. Che ne pensa?
"La legge Delrio è una legge di
riforma economica-sociale che comunque si applica anche in Sicilia.
La questione se si applica o no è superata. Non mi risulta che sia
stato presentato un ricorso alla Corte costituzionale avverso la
norma. Ciò detto noi non pensiamo a un recepimento automatico della
riforma Delrio. Il punto di partenza resta la legge cornice, la legge
regionale numero 8".
Bene, e allora dove stanno le
differenze tra la riforma votata dall'Ars e quella Delrio?
"Né la nostra legge né la Delrio
contengono le funzioni da attribuire alle istituzioni di governo di
area vasta. La particolarità della Delrio sta nell'avere definito
invece i confini che coincidono con le ex province e nell'avere
istituto le città metropolitane".
Anche la legge regionale ha
istituito le città metropolitane, ma con criteri diversi...
"Sì, la legge regionale le ha già
istituite e hanno superato il vaglio del Commissario dello Stato".
Ma, obietta il governatore, se si
applicassero i criteri fissati dalla Delrio, Catania e Messina non
potrebbero essere città metropolitane. È così?
"No, Messina e Catania sarebbero
salve. Al cento per cento. E viene fatta salva anche l'autonomia
statutaria. La Delrio istituisce le città metropolitane e noi in
forza del nostro statuto abbiamo istituito le nostre. Quando abbiamo
esitato la legge nella primavera scorsa, abbiamo lasciato insolute le
funzioni in particolare delle città metropolitane".
Insomma, secondo questo disegno di
legge diciamo "parlamentare", cosa prenderebbe il posto delle
vecchie province?
"L'ipotesi elaborata dagli uffici è
quella di tre città metropolitane e sei consorzi. Che coincidono con
i confini delle vecchie province. A tutti diamo le funzioni che
avevano le province, in più, alle città metropolitane attribuiamo
le funzioni che saranno decise dalla Conferenza Stato-regioni. Il
principio fondamentale della Delrio sta nella sussidiarietà: le
istituzioni di governo di area vasta diventano interlocutori diretti
dell'Unione europea".
Questa è stata una sua iniziativa
politica?
"Io ho dato l'indirizzo, ho fatto
preparare il testo dagli uffici, come istituzione parlamentare ho
ritenuto opportuno accelerare un percorso legislativo che comunque
dovrà essere completato entro il 31 ottobre, termine di scadenza dei
commissariamenti delle province. Non possiamo andare molto oltre
anche perché poi si dovrà aprire la sessione di bilancio".
A proposito, a che punto siamo su
quel fronte?
"In parlamento non è arrivata ancora
la relativa proposta da parte del governo. E siamo già in ritardo".
Torniamo al disegno di legge di cui
oggi (ieri, ndr) si è discusso nella conferenza dei capigruppo: cosa
lo distingue da quello del governo?
"Non lo so perché non credo che
nessuno abbia visto il ddl del governo. Ma i due non sono in
competizione. Voglio essere chiaro: questa è un'occasione per fare
una riforma vera sulla base della nostra autonomia. La Regione
dovrebbe occuparsi di politica internazionale. Per capirci, la
Regione deve svolgere meno attività amministrative e più ruolo
politico. Non può occuparsi di rilasciare autorizzazioni per i pozzi
per irrigare l'orto di casa".
Ma se nella vostra proposta i confini
dei nuovi consorzi sono quelli delle vecchie province, i consorzi non
sarebbero più "liberi" come prevedeva la legge regionale. Al
Comune tocca restare dov'era prima. Un particolare che è stato messo
in evidenza criticamente dal presidente Crocetta.
"Abbiamo previsto una soluzione
inversa. Abbiamo visto prevalere una storta di campanilismo nella
scelta su quale consorziò aderire. Ed è quello che in qualche modo
ha fatto naufragare la legge. Con la Delrio vengono previsti i
perimetri delle vecchie province, successivamente però è data la
possibilità ai comuni di aggregarsi diversamente, purché sussista
la continuità territoriale".
Il centrodestra insiste sul
reintrodurre le elezioni di primo grado, cioè la possibilità per
gli elettori di scegliere direttamente gli amministratori delle
province. Che ne pensa?
"La Delrio rinvia a una fase
successiva alla definizione dello statuto per determinare le modalità
di scelta degli organi di governo".
Una differenza tra la Delrio e la legge
approvata dall'Ars riguarda il sindaco delle città metropolitane.
Che per la Delrio è in automatico il sindaco del comune capoluogo,
mentre per la legge regionale veniva eletto.
"Nella Delrio in prima battuta il
sindaco è quello del capoluogo, ma poi si rinvia all'approvazione
degli statuti che possono prevedere una modalità di elezione
diversa".
Se il governo porterà in Assemblea
il ddl annunciato da Crocetta non si creerà un ingolfamento?
"No, lo si valuterà insieme agli
altri disegni di legge. Serve prima una valutazione sull'assetto
complessivo delle funzioni in capo alla Regione siciliana".
Ma ci sono i tempi per rispettare la
scadenza del 31 ottobre?
"Nella prossima conferenza dei
capigruppo si discuterà solo nel merito del disegno di legge che è
stato predisposto dagli uffici dell'Assemblea. Se ci sarà una
condivisione generale questo potrà rappresentare il testo base
perché si avvii il percorso legislativo in commissione, e
successivamente in aula. Serve solo buona volontà".
Quando si avvierebbe questo percorso
legislativo?
"Martedì prossimo, se c'è
l'orientamento favorevole della conferenza dei capigruppo".
Ma nel frattempo l'Aula sarà impegnata
nell'esame di due mozioni di censura a due assessori...
"Il disegno di legge sarà ancora in
commissione quando l'Aula affronterà le mozioni di censura. E potrà
arrivare in Aula i primi di novembre".
Senta, ma non le crea un qualche
imbarazzo politico questa sovrapposizione di disegni di legge,
considerato che quello governativo è di competenza di un assessore
del suo stesso partito?
"Nessun problema, ho agito da
presidente della più alta istituzione che c'è in Sicilia. Che fino
a prova contraria è il parlamento, che rappresenta il tutto e non
una parte".
Ma secondo lei c'è il clima
politico per portare a casa una buona riforma?
"Stando alla conferenza dei
capigruppo di stasera c'è un clima per fare un ottimo lavoro.
L'agenda dei lavori d'aula la detta la conferenza dei capigruppo,
certamente non il governo. Tant'è che è impegno dei singoli
capigruppo evidenziare quali sono i ddl di iniziativa legislativa che
possono avere un percorso accelerato".
Ma il clima non potrebbe avvelenarsi
ulteriormente se dovessero passare le mozioni di censura?
"Questa e una valutazione che
appartiene esclusivamente al governo e alla sensibilità dei singoli
componenti".
Presidente, si dimetterà per
accontentare Pippo Gianni?
"Gianni rimane un grande amico. E' un
personaggio che spesso va sopra le righe ma non per questo non può
non essere considerato un animale politico di razza".
Sicilia24h
Flessione presenze
turistiche nell'agrigentino
L'ex Provincia di Agrigento ha
pubblicato i dati di affluenza turistica ad Agrigento e provincia per
il mese di luglio. Per il terzo mese consecutivo, quindi maggio,
giugno e luglio, vi è una flessione pero è ancora positivo il saldo
turistico dei primi 7 mesi 2014. Infatti nei primi 7 mesi 2013 :
645.570 presenze turistiche. E nei primi 7 mesi 2014 : 651.014
presenze. Nel dettaglio, a luglio 2014 vi è una riduzione dell'
1,09%, degli arrivi rispetto a luglio 2013. I dati sono disponibili
sul sito internet dell'ex Provincia di Agrigento, all'indirizzo
www.provincia.agrigento.it nel portale turismo.
Agrigentonotizie
Turismo in provincia di Agrigento,
terza flessione consecutiva a luglio
Rimane positivo il saldo dei primi
sette mesi del settore. Da gennaio a luglio, gli arrivi nelle
strutture turistiche e ricettive, registrano un aumento dello 0,27
percento rispetto allo stesso periodo del 2013
Luglio certifica, per il terzo mese
consecutivo, una leggera flessione delle presenze nelle strutture
turistico con un - 4,09 percento. Rimane positivo invece il saldo
dei primi sette mesi del settore. In provincia di Agrigento, infatti,
rispetto allo stesso periodo del 2013, da gennaio a luglio le
presenze turistiche, 651.014 contro 645.570 in tutta la provincia,
sono aumentate, sia pure lievemente, dello 0,84 percento.
Si interrompe anche il trend positivo
delle presenze relativo ai turisti italiani che subiscono una
flessione del 4,42 percento. Per gli stranieri il calo è del 3,62
percento. I dati sono elaborati dall'osservatorio turistico del
settore "Attività economiche e produttive" del Libero Consorzio
Comunale di Agrigento.
Complessivamente da gennaio a luglio,
gli arrivi nelle strutture turistiche e ricettive, registrano un
aumento dello 0,27 percento rispetto allo stesso periodo del 2013. A
luglio si è, invece, registrata una flessione degli arrivi dell'1,09
percento, sempre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Nel mese di luglio rispetto allo stesso
periodo del 2013, gli arrivi nelle strutture turistiche degli
italiani sono quasi invariati - 0,16 percento mentre per gli
stranieri il saldo negativo è del 2,12 percento, mentre il calo
maggiore delle presenze complessive attesta un soggiorno dei turisti
più breve nella nostra provincia rispetto allo scorso anno.
Da gennaio a luglio il dato positivo
dei turisti italiani si riferisce sia rispetto al numero di arrivi
con un saldo positivo del 6,29 percento che nei giorni complessivi
del soggiorno (presenze) con un più 6,57 percento. Per gli
stranieri, nei primi sette mesi, invece la situazione è negativa
rispetto allo scorso anno con un calo delle presenze del 5,11
percento. I dati sono disponibili on-line, nel sito del Libero
Consorzio www.provincia.agrigento.it nel portale del turismo.
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