LA SICILIA
Regione: manca Governo, rinviato
esame ddl su precari
Una nuova assenza dei rappresentanti
del Governo oggi in Commissione Lavoro dell'Assemblea regionale
siciliana ha fatto saltare, ancora una volta nel giro di appena una
settimana, la discussione dei due disegni di legge, a firma del vice
presidente vicario Antonio Venturino, che riguardano la definitiva
stabilizzazione dei circa 24mila precari, che da oltre 25 anni
lavorano nella pubblica amministrazione.
«Oggi è andata in onda la stessa
scena di sette giorni fa - afferma Venturino - quando la mancanza in
commissione degli assessori Giuseppe Bruno e Patrizia Valenti, ha
generato il rinvio ad oggi. Ma purtroppo, questa mattina, abbiamo
dovuto registrare di nuovo l'assenza dell'assessore al Lavoro
Bruno, mentre l'assessore Valenti si è fatta rappresentare da un
suo delegato. Di conseguenza, anche oggi non abbiamo potuto discutere
nel merito le proposte».
«Ormai è chiaro che il Governo vuole
sfuggire alla trattazione di due leggi che puntano a mettere fine al
precariato - prosegue Venturino -. Le mie proposte hanno avuto il
benestare di eminenti avvocati giuslavoristi e giudici del lavoro. La
presenza del Governo è indispensabile e queste assenze vanno contro
quella richiesta di dialogo che anche il presidente Crocetta ha
chiesto a tutte le forze politiche».
GIORNALE DI SICILIA
ARS. Renziani e Articolo 4 si
defilano: gli alleati insistono sul recepimento in Aula della norma
nazionale
Riforma delle Province, governo
sempre più isolato
Prima si sono allontanati i renziani,
qualche ora dopo anche l'Articolo 4 di Lino Leanza, E così
Crocetta è sempre più isolato sulla riforma delle Province: tutti i
partiti alleati gli chiedono di abbandonare il disegno di legge della
giunta per l'ultimo atto della riforma che dà vita ai consorzi di
Comuni. La soluzione, da giorni sposata anche dal Pdr di Giuseppe
Picciolo, è il recepimento della norma nazionale scritta da Delrio,
a cui da un paio di settima- ne lavora in prima persona il presidente
dell'Ars Giovanni Ardizzone (Udc).
Sulle Province sono emerse posizioni
che influiscono sulla crisi aperta nella maggioranza. L'ala
renziana si allontana per la prima volta dal presidente della
Regione. I cuperliani di Cracolici da giorni si sono detti a favore
del recepimento della legge Delrio e comunque sono ormai un'ala di
opposizione. Ma ieri il sindaco di Siracusa, Nino Garozzo, sempre più
influente nel dibattito regionale, ha spostato i renziani sulla
stessa linea: «Bisogna uscire da una situazione che sta danneggiando
i cittadirii e rischia di mettere definitivamente in crisi i Comuni.
La via maestra è una sola: il recepimento anche in Sicilia del
riforma Delrio, che già sta entrando in vigore nel resto d'Italia».
Posizione che la vicesegretaria regionale Mila Spicola conferma
annunciando una Leopolda in Sicilia.
Per Garozzo il percorso a cui è
arrivato il governo rischia di trasformarsi «in un pericolosissimo
vuoto di potere e di risorse che provocherà la sospensione delle
attività e dei servizi offerti dalle Province. I disagi più
evidenti riguardano la manutenzione stradale e la cura degli istituti
superiori».
Il recepimento della Delrio è
un'opzione che piace anche all'Anci. Ardizzone ne ha discute da
giorni col leader dei sindaci Leoluca Orlando, Ma ancora martedì
sera Crocetta la riteneva impossibile «perchè lascia tutto come è
adesso. Noi invece vogliamo davvero rivoluzionare gli enti locali".
Ma il presidente della Regione ha registrato ieri anche la scelta
opposta di Articolo 4, che conta 10 deputati: «È necessario dare
risposte immediate ai territori che necessitano di una guida stabile
e non commissariale per il rilancio e l'amministrazione dei servizi
ai cittadini. Si recepisca la Delrio, partendo dal disegno di legge
già presentato da due settimane da Articolo 4». Leanza e Luca
Sammartino chiamano l'opposizione alla massima convergenza e
«offre» in questa chiave il sostegno a un eventuale candidato
unitario del centrodestra alla vicepresidenza dell'Ars, poltrona
per la quale molti equilibri si stanno rompendo in questi giorni.
Intanto la posizione dei renziani
rafforza indirettamente l'ala Cuperlo che con il Lillo Speziale
ieri ha risposto all'invito alla collaborazione avanzato da
Crocetta: «Il governo ha fallito. Serve una svolta profonda e un
governo di alto profilo politico e programmatico, adeguato ad
affrontare la drammatica situazione che stiamo attraversando.
Crocetta se ne renda conto prima di imboccare definitivamente la
strada del suo crollo politico».
«LA CARICA DELLE 104».
Interrogazioni ai governi regionali e nazionali. "Si calcoli anche
il danno erariale"
Falsi invalidi, attacco dei 5Stelle:
«Controlli a tappeto in ogni Asp»
«Il governo regionale dia maggiore
impulso ai controlli a tappeto in tutte le1 sedi provinciali delle
Asp regionali per accertare e contrastare gli abusi con la legge
104». Il M5s all'Ars torna sulla questione delle centinaia di
falsi invalidi scoperti nell'agrigentino da Digos e Procura e sul
fenomeno dello spropositato aumento di accessi ai benefici della
legge 104. Lo fa il deputato Matteo Mangiacavallo attraverso
un'interrogazione depositata ieri mattina all'Assemblea regionale
dopo che, già all'indomani dei diciannove arresti e delle 101
denunce, aveva predisposto un insieme di richieste di accesso agli
atti. Il parlamentare M5s chiede anche se non si intenda avviare
iniziative in seno alla confèrenza Stato-Regioni, volte alla
revisione ed alla semplificazione dell'intero sistema di
accertamento di invalidità civile, stato di handicap e disabilità,
definito < obsoleto, farraginoso e inefficiente> . Anche il M5s
alla Camera interviene con un'interrogazione ad hoc che ha come
prima firmataria, Giulia Di Vita. «Mi chiedo - scrive - a cosa serva
il piano Inps se poi accadono questi fatti sotto gli occhi di tutti e
ci deve pensare la magistratura, la polizia e gli stessi cittadini.
L'interesse generale non è certo quello di contrastare
l'individuazione dei falsi invalidi, ma di fare in modo che siano
rispettati i diritti fondamentali delle vere persone con disabilità
e che i controlli siano condotti evitando inutili disagi e
vessazioni. La Di Vita chiede al Ministro del lavoro e al Ministro
della salute di indicare con esattezza il numero dei controlli
relativi al piano di verifiche straordinarie Inps sui così detti
"falsi invalidi" effettuati presso la Asp di Agrigento e, in
generale, nelle Asp siciliane. Attraverso lo stesso atto, chiede di
sapere quanti ditali controlli abbiano portato alla revoca dei
benefici assistenziali e una stima del danno erariale provocato dal
fenomeno.
Sicilia24h
Nuova organizzazione del Settore
Infrastrutture Stradali
Con provvedimento n. 55/2014 l'ing.
Bernardo Barone, direttore del Settore Infrastrutture Stradali della
Provincia Regionale, oggi Libero Consorzio Comunale, ha disposto una
nuova organizzazione del Settore Infrastrutture Stradali, assegnando
il personale e i mezzi ai vari Gruppi per rendere più efficace le
azioni di monitoraggio e manutenzione della complessa rete strale di
competenza del Libero Consorzio.
Con una precedente disposizione erano
stati definiti i tre gruppi di riferimento della Viabilità
provinciale e nominati i funzionari tecnici responsabili ing
Michelangelo Di Carlo (gruppo 10, viabilità sezione est), arch.
Alfonso Giulio (gruppo11, viabilità sezione centro-nord) e ing.
Filippo Napoli (gruppo 12, viabilità sezione ovest). Il gruppo 3
invece ha assunto la nuova denominazione di "Gruppo segnaletica e
logistica".Il recente provvedimento integra le competenze, gli
obiettivi e le risorse umane assegnate ai vari gruppi, disponendo
anche l'assegnazione dei mezzi in dotazione al Settore e il
personale. Al fine di migliorare e rendere più efficienti e
produttivi i servizi, è stata effettuata anche una rotazione del
personale tecnico e stradale.
Continua, dunque, il processo di
riorganizzazione del Settore Infrastrutture Stradali (accorpato al
Settore Ambiente, Territorio, Protezione Civile, Politiche
Comunitarie e Giardino Botanico) nell'ambito delle competenze del
Libero Consorzio Comunale, pienamente operativo nonostante la
trasformazione delle Province in Liberi Consorzi e il conseguente
drastico taglio delle risorse finanziarie
Livesicilia
Attorno a Crocetta terra bruciata
Si allunga la lista degli scontenti
di Accursio Sabella
Adesso anche i renziani chiedono a
Crocetta di rinunciare alla sua riforma delle Province. Negli stessi
minuti, la protesta dell'Anci: "Il governo non è un
interlocutore serio". E tra gli scontenti, oltre ai soliti
cuperliani, ecco anche Articolo 4, il Pdr, Ardizzone e persino... i
pacifisti.
PALERMO - Adesso ci si mettono anche i
renziani. Dopo i "Cardiale-boys", i deputati di Articolo 4, il
presidente dell'Ars Ardizzone, il suo neocrocettiano ex grillino vice
Antonio Venturino. E poi i Comuni (giusto per non racchiudere tutto
nella diatriba con l'aspirante anti-Crocetta, cioè Leoluca Orlando),
i Forestali, i dipendenti della Formazione, i sindacati, i lavoratori
delle partecipate e persino quelli del Ciapi di Priolo. Ce l'hanno
tutti con lui, che predica la pace: "Basta con gli odi". Ma
attira persino l'ira dei pacifisti: "Perché non ha patrocinato la
marcia della pace ad Assisi?".
Il presidente della Regione è
accerchiato. Attorno a lui, terra bruciata dai vari fuochi che a
stento ormai Rosario Crocetta riesce a spegnere. Giorni, questi
ultimi, scanditi dai problemi, dai malumori, dalle offese e dai "mal
di pancia". Lievitati negli ultimi giorni, cresciuti al punto tale
da gettare quasi ai margini i poveri "cuperliani" che fino a
qualche giorno fa detenevano lo scettro dei disfattisti, degli
sfascisti, dei "poltronisti". E invece, guarda un po', si ci
mettono anche i renziani. Che sono al governo, per intenderci. Con
una presenza massiccia e in ruoli-chiave. Un governo, tra l'atro, nel
quale potrebbe iniziare a farsi strada un po' di diffidenza su alcune
scelte del presidente. In occasione della giunta in cui sono stati
nominati i nuovi manager della Sanità, Nico Torrisi e Ezechia Paolo
Reale hanno deciso di astenersi. Potrebbe essere un segnale.
Ma è sulle Province, sembrano dire
ormai davvero tutti, che Rosario Crocetta ha fallito. E non è un
fallimento come gli altri. Perché quella riforma è stata indicata
come fiore all'occhiello di questa prima parte di legislatura. È
stata il cavallo di Troia mediatico per esportare l'immagine di una
rivoluzione che rischia di essere in gran parte smorzata con un colpo
di penna. Quello che servirà per ricopiare (e in parte ridefinire)
il decreto Delrio. Lo chiedono in tanti, ormai. Lo hanno chiesto le
opposizioni, ovviamente. Ma non solo. Un appello così ampio da
spingere Giovanni Ardizzone a lavorare a un testo largamente
condivisibile oggi. Un testo alternativo a quello di Patrizia
Valenti, che dell'Udc fa parte come il presidente dell'Ars.
Ma un testo per chiedere l'applicazione
del Delrio esiste già. E anche in questo caso non è stato
presentato dalle opposizioni. "La vicenda della Riforma delle
Province - si legge in una nota di Articolo 4 - non può
trascinarsi oltre. Si recepisca la legge Delrio, partendo dal disegno
di legge già presentato da due settimane da Articolo 4, con una
norma che la adegui alle esigenze siciliane migliorandola. Si
raccolga, intorno a questa proposta il più ampio consenso possibile
da parte di maggioranza ed opposizione senza dimenticare quanto di
valido è stato fatto con la legge 8".
La "carezzina" finale alla legge
con cui la Regione ha cambiato il nome alle Province, non può
nascondere la sostanza delle cose. La maggioranza ha tolto dalle mani
di Crocetta la "epocale riforma" dell'ente intermedio. E l'ultimo
"colpo", il più duro, forse, da incassare, arriva persino dai
renziani, appunto. Prima col sindaco di Siracusa Garozzo, poi anche
tramite le parole del deputato regionale Vullo: "La riforma che ha
introdotto i liberi consorzi non sta funzionando - ha detto - e per
di più sta determinando lentezze nel procedimento di creazione dei
nuovi organi intermedi. Anziché tentare un rattoppo come viene
annunciato in queste ore, sarebbe meglio recepire le norma
nazionale". Ci si mettono anche loro, i renziani. Che rilanciano le
richieste dell'Anci. I Comuni siciliani, guidati da un aggueritissimo
(non è una novità, ovviamente) Leoluca Orlando, hanno attaccato
frontalmente il presidente: "Non riteniamo il governo un
interlocutore serio. Parleremo solo con l'Assemblea regionale". E
l'Ars è pronta a parlare. Un dialogo che taglia fuori Crocetta.
Che dovrà fronteggiare, nei prossimi
giorni, anche le mozioni di censura a Scilabra e Vancheri. Che fanno
rima con Lumia e Confindustria. L'attacco "politico" è al cuore
dell'identità di questo governo regionale. Le censure avrebbero,
insomma, una portata politica che Crocetta non potrebbe
sottovalutare. Nel frattempo, però, di mozione rischia di
aggiungersene un'altra. L'ha annunciata Antonio Venturino. E
l'assessore nel mirino, stavolta, è quello al Lavoro, il renziano
Giuseppe Bruno, "colpevole" di avere per l'ennesima volta
disertato la commissione Lavoro. E Venturino sarebbe un amico, un
alleato del governatore. Così come sono alleati-amici i parlamentari
del Pdr che non hanno preso affatto bene una battutaccia del
presidente dopo l'esito delle elezioni di Siracusa ("Morto un Pippo
Gianni se ne fa un altro"), e hanno risposto per le rime,
costringendo lo stesso governatore alle scuse.
Nel frattempo, i Palazzi "scottano",
non solo dal punto di vista politico. Due giorni fa, sotto Palazzo
d'Orleans, Forestali, dipendenti dei Consorzi di bonifica, formatori
hanno protestato con toni molto duri nei confronti del governatore.
Ieri a Palazzo dei Normanni, in commissione bilancio, una sfilata di
enti alla canna del gas: alla Sas rischiano di mancare cinque
milioni, al Ciapi 800 mila euro, qualche centinaia di migliaia di
euro agli stessi Consorzi.
Già, ma il presidente apparentemente
vuole spegnere i fuochi. Dice che in passato le proteste erano
maggiori, e più temibili. E invita a evitare gli "sfascismi".
"Basta con gli odi", ha chiesto in modo accorato. Basta con gli
odi. Il presidente cerca la pace. E invece, trova la guerra persino
da parte dei ... pacifisti. "Sorprende che la richiesta di
patrocinio e della presenza alla marcia Perugia-Assisi del presidente
Rosario Crocetta, avanzate dall'organizzazione nel periodo estivo,
- ha dichiarato Francesco Lo Cascio presidente Mir Palermo per il
'Comitato per la Nonviolenza, la Pace e i Diritti Umani' che
raccoglie associazioni e Ong pacifiste - siano state ignorate dalla
presidenza della Regione Siciliana. La promessa di una 'Rivoluzione
Siciliana'del Presidente Crocetta, - prosegue - non poteva non
riguardare il destino di Pace della Sicilia in mezzo ad un
Mediterraneo, oggi attraversato da tanti conflitti. Dia la sua
adesione alla marcia del 19 ottobre ad Assisi e dichiari la Sicilia
'Ente locale per la pace'". Ma per il presidente, oggi, davvero non
c'è pace. Attorno a lui, solo terra bruciata.