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/ Rassegna stampa » 2014 » Ottobre » 17 » Rassegna stampa del 18, 19 e 20 ottobre 2014

Rassegna stampa del 18, 19 e 20 ottobre 2014

18 ottobre - sabato

GIORNALE DI SICILIA
Per la scelta delle ditte a cui affidare i loro figli con handicap Sostegno per gli studenti disabili la Provincia chiede aiuto ai genitori La sensibilizzazione delle famiglie nella scelta delle ditte a cui fare assistere i propri figli con disabilità grave è il contenuto di una nota inviata dai Settore Servizi Sociali del Libero Consorzio Comunale di Agrigento ai Dirigenti scolastici delle Scuole superiori della Provincia.
La richiesta di collaborazione è stata inviata affinché possano essere espletati al meglio i servizi di supporto organizzativo richiesti dalle Scuole in favore degli alunni con handicap grave.
La scelta delle famiglie, oltre ad avere un valore giuridico ed amministrativo, ha sicuramente delle conseguenze anche sul piano educativo e didattico, in quanto ogni ditta può fornire altre attività aggiuntive e migliorative di cui ogni singolo utente può usufruire gratuitamente, oltre a quelle di base, individuate nelle carte dei servizi. Per fare questa scelta sono state pubblicate sul sito le carte dei servizi degli enti accreditati.
L'Ente ritiene che è interesse sia proprio che delle scuole superiori che i genitori facciano delle scelte consapevoli tenendo conto dei percorsi educativi in atto nell' esclusivo interesse dei propri figli.
Pertanto viene chiesto alle scuole un aiuto nell'attività di sensibilizzazione.
Gli utenti ammessi al servizio saranno al più presto contattati dai funzionari dell'assessorato Servizi sociali e verranno così date le informazioni necessarie alle famiglie per effettuare la scelta dell'associazione da cui farsi assistere. (PAPI)

IGIENE PUBBLICA. Dopo a protesta per la presenza di insetti nelle aule. Situazione analoga anche alla Quasimodo L'ISTITUTO «FODERÀ» ANTICIPA I TEMPI LA DISINFESTAZIONE VERRÀ FATTA OGGI Sarà effettuata oggi la disinfestazione straordinaria dei locali dell'Istituto tecnico commerciale per ragionieri "Michele Foderà" al cui interno sono ospitati anche gli studenti del liceo scientifico e delle scienze umane "Politi" di Agrigento. L'operazione verrà messa in atto nella giornata di questo sabato dal personale dell'Asp allertato dal due dirigenti, Patrizia Pilato del "Foderà" ed Antonio Manzone del "Politi". L'intervento mira ad abbattere i numerosi e fastidiosi moscerini e zanzare che stanno infestando da mesi il nostro territorio. Nonostante gli interventi messi in atto dalla preside dell'istituto tecnico la situazione è giunta al limite tanto è vero che alcuni studenti hanno disertato le lezioni in segno di protesta, convinti che nei locali della scuola vi fossero le pulci. Nulla di tutto questo. Si tratta solo di zanzare tigri e moscerini che ormai volteggiano nell'aria a sciami infastidendo le persone con le loro punture. L'intero complesso del "Foderà", pertanto, resterà chiuso per l'intera giornata di sabato fino a lunedì mattina, allorquando il personale ausiliario della scuola provvederà a far arieggiare i locali per iniziare nel pomeriggio una pulizia straordinaria.
Situazione analoga ci viene segnalata da Marcello La scala in merito all'istituto comprensivo "Quasimodo" dove anche nella giornata di ieri gli alunni non sono entrati a causa di insetti e moscerini che infestano l'aria. Dopo la seconda disinfestazione nessun risultato è stato raggiunto: moscerini e zanzare aleggiano in tutti i locali dell'istituto. Il problema, sostiene Marcello La Scala, è che nessuna disinfestazione ha effetti positivi se non si eliminano le cause esterne in quando dopo la disinfestazione con la riapertura delle finestre per fare arieggiare i locali zanzare e moscerini ritornano all'interno delle aule. Dopo la prima disinfestazione era stato promesso che le sterpaglie e di tronchi bruciati lasciati sul piazzale della scuola sarebbero stati tolti in giornata. Ma ad oggi nulla di tutto questo è stato fatto e le zanzare continuano a infestare la "Quasimodo"
(V.A.)
QUESTURA. Il commissario del Comune di Agrigento ha chiesto alla società Proracing,organizzatrice dell'evento sportivo, l'immediata rimozione del logo della città «CASO FABARIA RALLY», DASPO IN ARRIVO I provvedimenti sarebbero indirizzati ad alcuni degli organizzatori della competizione rallistica che si svolge a Favara Sul bagnato piove, Dopo le distanze prese da varie istituzioni pubbliche dal "Fabaria Rally" essendosi promosso, nel contesto della manifestazione che si è tenuta sabato e domenica scorsi, un trofeo dedicato a "Milcar", pseudonimo di Carmelo Milioti, primo vincitore, nel 1991, della corsa favarese, ma 12 anni dopo ucciso in una sala da barba da un killer solitario dopo essere stato condannato in primo grado per fatti collegati alla mafia, anche la Questura di Agrigento sta studiando iniziative che potrebbero sfociare nell'emissione del daspo per alcuni degli organizzatori della competizione rallistica. La divisione anticrimine, guidata da Giovanni Giudice, ha, infatti, avviato il procedimento che potrebbe vietare la partecipazione a eventi sportivi a chi verrà raggiunto da tale misura. La proposta di daspo passerà alla firma del questore Mario Finocchiaro, Subito dopo si procederà alla notifica Da quel momento gli organizzatori avranno dieci giorni di tempo per presentare eventuali controdeduzioni. E' certo che nella brochure distribuita alcuni giorni prima
della corsa non si faceva alcun richiamo al Trofeo Milcar mentre sul sito della società "Proracing", organizzatrice della manifestazione è comparso per un breve periodo. E lo ha fatto notare l'inviata di Strisciala Notizia Stefania Petyx, piombata a Favara domenica sera con il suo bassotto per realizzare un servizio per Mediaset, servizio che è andato in onda martedì scorso. A nulla sono valse le giustificazioni degli organizzatori e da Pasquale Mauro, in particolare, sostenendo che non era nelle intenzioni della società ricordare Carmelo Milioti che fu il primo pilota a vincere il"Fabaria Rally".Intanto, ieri è arrivata anche la nota del sindaco di Favara che per una decina di giorni e fino a mercoledì scorso è stato fuori sede. «L'amministrazione comunale - scrive Rosario Manganella -, in riferimento alle polemiche sorte in ordine al "Fabaria Rally", precisa che ha semplicemente assicurato, così come richiesto dagli organizzatori, il supporto logistico con particolare riferimento al rilascio delle relative ordinanze di chiusura al traffico e alla sosta nelle zone interessate dall'evento autorizzando il montaggio della pedana di partenza in piazza Cavour>. Il sindaco, nel biasimare la leggerezza con la quale è stato ideato il "Trofeo Milcar", ritiene sbagliata la scelta di assegnare un premio a una figura che è stata non solo legata al sistema mafioso ma vittima dello stesso. E non finisce qui. Il commissario straordinario del Comune di Agrigento ha chiesto alla società Proracing, organizzatrice dell'evento sportivo, l'immediata rimozione del logo della città, dal momento che agli uffici comunali non è mai pervenuta alcuna richiesta in merito "Risulta pertanto - scrive nella nota il commissario straordinario, Luciana Giammanco - non veritiero anche quanto indicato nei vari comunicati stampa relativamente ad un sedicente "consueto patrocinio" da parte di questo Comune". Di quanto accaduto a margine del 23'"Fabaria Rally" sarebbe stata informata la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. I carabinieri della locale Tenenza avrebbero predisposto un rapporto. (UR)

NEANCHE UN CENT PER LA CATTEDRALE SAN GERLANDO. Ancora nessuna notizia delle somme necessarie perla messa in sicureza del Duomo lavoro propedeutico perla messa in sicurezza del costone Crocetta era stato categorico: «Un mese di tempo per sbloccare la situazione di stallo che da tre anni tiene chiusa la Cattedrale di san Gerlando ad Agrigento».
Dal 6 ottobre sono passati già 12 giorni e l'unica notizia certa non è delle più rassicuranti. Pare infatti che nonostante i tavoli tecnici, i conti non tornano.
Perla Cattedrale non ci sarebbero soldi, O meglio, mentre si conferma il finanziamento di 5 milioni di euro, disponibile immediatamente per il costone, e di 20 milioni inseriti in programmazione per il dissesto idrogeologico, mentre delle somme necessarie, per la messa in sicurezza della Cattedrale, lavoro propedeutico alla messa in sicurezza del costone, ancora nulla si sa del loro reperimento. E la conferma arriva proprio da don Giuseppe Pontillo, direttore dell'Ufficio Beni Cultuali della Curia che ha partecipato all'incontro di due giorni addietro a Palermo. «La situazione è questa - aggiunge Pontillo - e appena finito l'incontro mi sono sentito con il Capo di Gabinetto del Mariella Lo Bello, la quale mi ha garantito che, entro una settimana, proverà a dare delle rassicurazione in merito sentendo gli assessorati competenti per capire quali potrebbero essere i possibili canali di finanziamento». Quindi, se si parla ancora di capire da dove i soldi potranno arrivare, significa che non si sono ancora trovati.
«La Soprintendenza ai beni culturali ed il Genio Civile, con i relativi dipartimenti regionali - spiega ancora Don Pontillo - si occuperanno della progettazione e della messa in sicurezza della Cattedrale alla quale parteciperà anche la Curia di Agrigento con il suo consulente Teotista Panzeca. Alla Protezione civile, invece, spetterà la messa in sicurezza del costone. Questo è un passo in avanti ma resta adesso da dirimere la questione in merito ai finanziamenti». La discussione sulla cattedrale e il suo costone, si era riaccesa lo scorso 6 ottobre quando il presidente Crocetta, su sollecitazione dell'ex assessore al territorio Mariella Lo Bello, aveva incontrato l'arcivescovo Franco Montenegro e alcuni tecnici. Durante l'incontro, sostanzialmente, erano State riconfermate le fasi dei lavori da eseguire, quelli che serviranno alla stabilizzazione del pendio sui quali c'è un parere unanime e condiviso, e quelli di messa in sicurezza del manufatto Cattedrale che prevedono un pre-consolidamento propedeutico alla stabilizzazione del pendio al fine di accrescere la capacità resistente dell'immobile, in modo tale che possa resistere alle vibrazioni e all'indotto degli Sul pre-consolidamento da effettuare sulla fabbrica del Duomo restano da dirimere due grosse questioni. La prima è quella della soluzione progettuale da eseguire sul manufatto e quella consequenziale del reperimento delle risorse adeguate per attuarla, perché a quanto pare i fondi disponibili, i famosi 22 milioni che però non sono spendibili sul manufatto perché, il pre-consolidamento, non è ascrivibile tra gli interventi di dissesto idrogeologico cui i fondi sono vincolati.
E quindi? Non si sa. Si aspetta che la, Regione fornisca ulteriori, speriamo buone notizie.
(AMM)

LA SICILIA
IL RELATIVO PROCEDIMENTO E' STATO APERTO DAL QUESTORE FINOCCHIARO Responsabili Fabaria verso il Daspo Un procedimento di Daspo è stato aperto dal questore di Agrigento, Mario Finocchiaro, a carico degli organizzatori del "Rally Fabaria", finalizzato a vietare loro la partecipazione agli eventi sportivi automobilistici per i prossimi cinque anni. Tutto nasce dalla polemica per l'iniziativa di consegnare il trofeo Milcar, ovvero Carmelo Milioti, il boss favarese ammazzato da Cosa Nostra nell'agosto del 2003 all'interno di una sala da barba, nonché primo vincitore della corsa nel 1991. Il premio è stato poi annullato, a poche ore dalla consegna. Come hanno precisato gli organizzatori, tra i quali Pasquale Mauro della Pro Racing, « il trofeo Milcar non c'entra nulla con la manifestazione ufficiale. Non c'entra niente con il Fabaria Rally. Noi non eravamo d'accordo, ma la famiglia ha insistito.
Gli organizzatori, ora, avranno dieci giorni di tempo per presentare le loro controdeduzioni, dopodichè il questore potrebbe emettere i Daspo, da un minimo di un anno ad un massimo di cinque. Sulla vicenda i carabinieri di Favara hanno predisposto un rapporto che è stato trasmesso alla Dda di Palermo. Nel frattempo dopo le prose di posizioni della Provincia di Agrigento, della Camera di commercio di Agrigento, della Regione e dell'ente parco archeologico della Valle dei Templi, anche dal Comune di Agrigento, prendono le distanze dalla manifestazione. Infine l'Amministrazione comunale di Favara, precisa di avere «semplicemente assicurato, così come richiesto dagli organizzatori, il supporto logistico».
A.R.

EX PROVINCE. Desta molti dubbi il disegno di legge che dovrebbe trasformare gli enti in Liberi Consorzi
RIFORMA A METÀ E COMMISSARI PROROGATI
Liberi consorzi, altri 5 mesi di commissariamenti e poca chiarezza sul processo di riforma, Ad un anno e mezzo di distanza dalla fine dell'amministrazione di Eugenio D'Orsi e dopo un lunghissimo periodo di "ibernazione", dalla Giunta regionale è arrivato il disegno di legge che dovrebbe trasformare le ex Province che come primo effetto avrà quello di prolungare i commissari, in scadenza il prossimo 30 ottobre fino a marzo 2015.
Il decreto è però per molti incompleto, perché se da un lato individua ad esempio le nuove funzioni aggiuntive dei Consorzi (ad esempio la pianificazione territoriale e urbanistica e la formazione professionale) non indica le fonti di finanziamento, così come non offre piena certezza ai dipendenti, dato che se da un lato dovrebbe consentire la prosecuzione dei contratti dei precari, dall'altra "precarizza" la situazione dei lavoratori a tempo indeterminato.
"I dubbi che lascia questa proposta sono molti — spiega Floriana Russo, Cisl Fp — e come sindacato confidiamo che si possa ripartire dalla riforma Delrio. Tra i punti di criticità vi è ad esempio quella del cosiddetto 'bacino unico' in cui dovranno andare a confluire i dipendenti, e nonostante le rassicurazioni offerte dall'assessore Valenti noi sappiamo già che un sistema di questo tipo non ha funzionato dove è stato usato in passato. Inoltre - conclude - se l'annunciata revisione della struttura organica dei nuovi consorzi consentirebbe la prosecuzione dei contratti, la mobilità su scala regionale crea incertezza tra i lavoratori e, paradossalmente, allarga il precariato".
"Doveva essere una rivoluzione
spiega Luigi Danile, Uil Fp — e invece si è trasformata in un grande limbo in cui sono precipitati lavoratori ed enti. Come sindacato regionale abbiamo chiesto un incontro con i gruppi parlamentari perché è evidente che una decisione debba essere presa rispetto alla riforma, Il rischio attualmente è che si proceda con un cambiamento a metà che non prenda conto della situazione nazionale e del processo di modifica anche di altri enti, come quella che riguarderà i comuni di piccole dimensioni".
"I potenziali rischi di questa riforma sono numerosi — spiega infine Alfonso Buscemi, Cgil Fp -. Uno fra questi è il potenziale condizionamento politico rispetto alla formazione ad esempio delle città metropolitane, dove si potrebbero portare avanti ragionamenti di esclusione o inclusione per così dire pilotati. Vi è poi la questione delle competenze: è evidente che assegnare ai comuni compiti aggiuntivi a quelli che attualmente svolgono senza prevedere la copertura economica aggiuntiva non può che portare al deficit degli enti".
GIOACCHINO SCHICCHI

IN ATTESA DEI CHIARIMENTI DEL GOVERNO, MARTEDÌ SI PARTE COL DDL ARDIZZONE
Ruggirello: Province, l'Ars acceleri sulla riforma
PALERMO. In parallelo con i lavori d'Aula impegnati dal dibattito sulle mozioni di censura nei confronti degli assessori Nelli Scilabra e Linda Vancheri, la commissione Affari istituzionali sarà chiamata a discutere il progetto del presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, di recepimento della legge Delrio relativa alla riforma delle Province con l'istituzione delle Città metropolitane e dei Consorzi di Comuni. Di solito, i lavori d'Aula e quelli delle commissioni si svolgono in momenti diversi. Ma nel caso specifico incombe l'urgenza di chiudere la pagina della riforma degli Enti locali: ai nastri di partenza la Regione siciliana era stata prima a livello nazionale, a quelli di arrivo deve accontentarsi del fanalino di coda.
Come è noto, giovedì la commissione Affari istituzionali non ha potuto entrare nel merito, non essendo stata ritenuta chiara la proposta avanzata dai governo con il proprio disegno di legge. Perché martedì si possa dare il via all'esame di merito si attendono i chiarimenti governativi. In ogni caso, non si è vincolati dal testo del governo: come recita l'articolo 12 dello Statuto, «l'iniziativa delle leggi regionali spetta al governo e a ciascun deputato dell'Assemblea regionale». Ergo, se i chiarimenti del governo non arrivano, la commissione potrà lavorare sui testi di iniziativa parlamentare, anche se sul piano politico il confronto governo-assemblea non può che dare risultati positivi.
Da qui la proposta di Articolo 4 che, tramite Paolo Ruggirello (membro della commissione), sollecita che martedì si «avvii la discussione della riforma degli enti locali per la quale occorre fare presto e bene. Un sollecito che non viene dall'opposizione, ma da una componente politica determinante per la maggioranza che sostiene il governo Crocetta.
Dice Ruggirello: «Il provvedimento che istituisce e regolamenta i Liberi consorzi e le Città metropolitane deve poter essere esaminato e votato in tempi brevi e certi, Siamo già ampiamente in ritardo rispetto alle scadenze previste e la mancata riforma rischia di danneggiare ulteriormente la Sicilia. Martedì prossimo la commissione Affari istituzionali deve entrare nel vivo della discussione della legge di riforma».
Opportunamente, Ruggirello rileva che l'allungarsi dei tempi rappresenta un problema anche per i nascenti nuovi enti di secondo livello: Si pensi — ricorda - alle opportunità di accesso a finanziamenti statali e comunitari (previsti per i nuovi enti di "area vasta") «. E benché sottolinei che il gruppo Articolo 4 sia aperto al confronto su tutti i disegni di legge attualmente in campo (testi separati del presidente dell'Ars e del governo), mette qualche paletto in relazione ai contenuti del ddl del suo collega di gruppo Salvatore Lentini, «non solo perché si tratta della prima iniziativa in ordine di presentazione, ma anche perché disciplina compiutamente alcuni aspetti (società partecipate, aggregazione di Comuni, abolizione organismi intermedi), che in altri testi sono ignorati o rinviati ad ipotetici futuri provvedimenti».
Ruggirello manifesta giustificata preoccupazione delle manovre dilatorie in corso: Abbiamo purtroppo sperimentato l'inefficacia del "rinvio": dobbiamo partire dai punti fermi della legge regionale 8 (i sei Consorzi e le tre Città con elezioni di secondo livello) e realizzare una norma dettagliata, immediatamente applicabile e che non lasci margini di incertezza sulla continuità dei servizi, l'occupazione del personale (compreso quello delle Partecipate) e sul futuro assetto di un sistema istituzionale più moderno».

Agrigentoflash

Licata, rischio crolli: chiuso il ponte Ficili
Dopo il crollo del viadotto Petrulla che ha costretto l'Anas a chiudere al transito la strada statale 626 nel tratto compreso tra Licata e Ravanusa, da ieri è a rischio un altro ponte. Si tratta del Ficili che si trova proprio sopra al corso d'acqua che porta lo stesso nome, in contrada Stretto, a Licata. L'arteria è la provinciale 6, formalmente chiusa alla circolazione stradale in seguito ai sopralluoghi effettuati,e che fino a ieri veniva utilizzata da molti automobilisti da Licata a Ravanusa o viceversa. Proprio ieri mattina sono intervenuti i vigili del fuoco e i vigili urbani, e dopo gli accertamenti tecnici del personale dell'Utc di Licata, è stato deciso di chiudere la strada. La speranza è che possano essere avviati al più presto i lavori di manutenzione del viadotto Salso, che si trova vicino al Petrulla. Entro la fine di novembre l'Anas appalterà i lavori per oltre un milione di euro. Dopo saranno appaltati anche quelli di rifacimento del ponte Petrulla.

Canicattìweb

Ravanusa, a rischio crolli: chiuso il ponte Ficili per Licata sulla Provinciale 6
Dopo il crollo del viadotto Petrulla che ha costretto l'Anas a chiudere al transito la strada statale 626 nel tratto compreso tra Licata e Ravanusa, da ieri è a rischio un altro ponte. Si tratta del Ficili che si trova proprio sopra al corso d'acqua che porta lo stesso nome, in contrada Stretto, a Licata. L'arteria è la provinciale 6, formalmente chiusa alla circolazione stradale in seguito ai sopralluoghi effettuati,e che fino a ieri veniva utilizzata da molti automobilisti da Licata a Ravanusa o viceversa. Proprio ieri mattina sono intervenuti i vigili del fuoco e i vigili urbani, e dopo gli accertamenti tecnici del personale dell'Utc di Licata, è stato deciso di chiudere la strada. La speranza è che possano essere avviati al più presto i lavori di manutenzione del viadotto Salso, che si trova vicino al Petrulla. Entro la fine di novembre l'Anas appalterà i lavori per oltre un milione di euro. Dopo saranno appaltati anche quelli di rifacimento del ponte Petrulla.



20 ottobre - lunedì

GIORNALE DI SICILIA

IL CASO. Gli stipendi dei liquidatori e dei componenti dei collegi sindacali costano 400 mila euro annui nonostante il taglio del 20% adottato da Crocetta nel 2012
REGIONE, TEMPI LUNGHI PER CHIUDERE 11 SOCIETÀ'
La Corte dei Conti ha chiesto chiarezza sullo scioglimento delle partecipate. Tra queste Multiservizi, Lavoro Sicilia e le Terme
I record sono detenuti al momento da Multiservizi e dalle Terme di Sciacca, che ad Anna Rosa Corsello e Carlo Turriciano assicurano 39 mila e 32 mila euro annui. Ma la liquidazione delle società partecipate e un tormento che dura in alcuni casi anche dal 1985 e che costa ancora 400mila euro all'anno di soli compensi a liquidatori e organi collegi sindacali.
Nell'anno più nero per i conti pubblici, quello in cui la Regione per la prima volta non riesce a garantire gli stipendi avarie categorie di precari o dipendenti di enti collegati, è stata la Corte dei Conti a sollecitare una radiografia delle gestioni liquidatorie. Hanno questo, i magistrati contabili, di sapere se e quanto sono stati ridotti i compensi dei liquidatori e i tempi in cui la Regione prevede di chiudere almeno le prime 11 società, quelle che da più tempo sono in liquidazione.
E così l'Ufficio speciale per le liquidazioni, diretto da Grazia Terranova, ha messo tutto nero su bianco. La Siace è la società che risulta in liquidazione dal 1985 e che assicura a Gaetano Chiaro, dirigente regionale, un compenso di 8 mila euro annui mentre al presidente del collegio sindacale vanno 6 381 euro e ai membri 4.495.
Ma le cifre delle altre società in liquidazione sono ben più elevate. Multiservizi, come detto, assicura 39 mila euro all'anno al liquidatore e 20 mila euro al presidente del consiglio di sorveglianza e 12 mila euro ai vari membri di quest'organo. Biosphera, altra Società affidata alla dirigente regionale Corsello, paga 20 mila euro. Soldi che però il liquidatore non riceve da un anno perche le due società non hanno più un euro in cassa.
Lavoro Sicilia, che doveva essere l'ariete della Regione nel mercato occupazionale oche invece ha registrato perdite clic oscillano fra i 600 mila euro e il milione all'anno, assicura al commissario liquidatore 25 mila euro: l'incarico risulta affidato a Giovanni Ravi, che però è dimissionario. E anche in questo caso al presidente del collegio sindacale vanno 9.600 euro e 6.400 ai vari membri: si tratta sempre di cifre lorde annuali.
Sicilia Innovazioni assicura al liquidatore Margherita Poselli 28 mila euro all'anno. La Quarit, nata per proniuos ere l'artigianato, assicura alla liquidatrice Francesca Spedale 24 mila curo annui. E l'InfoRacMap, che si muove nel campo della ricerca, paga il liquidatore Baldassarre Quartararu 20 mila euro all'anno mentre al revisore contabile anno 6.400 euro.
E poi ci sono i due casi delle società che meno di tutte hanno lavorato negli ultimi anni. Il Ciem doveva occuparsi di promozione delle imprese ma ora non ha alcuna mission, al punto che i dipendenti hanno chiesto di essere trasferiti (e pagati) altrove. Tuttavia il liquidatore Giuseppe Grazia costa 10 mila euro all'anno. E Cinesicilia, nata per fare dall'isola un enorme set cinematografico per le grandi case di produzione, è ferma dai tempi di Lombardo: Crocetta ha affidato a un membro del suo ufficio di gabinetto, Giancarlo Costa, il compito di liquidarla per t5 mila euro annoi. Ma c'e da pagare anche i membri del collegio sindacale. 1.500 euro al presidente e 1.200 a tutti gli altri.
Il caso più strano resta quello delle terme. Tutto sommato sono ancora fra le poche partecipare a muoversi sul mercato, malgrado rilevanti perdite. Crocetta ha confermato nei giorni scorsi l'intenzione di cedere le quote della Regione. Ma al momento le casse pubbliche pagano due commissari liquidatori: a Luigi Bosco, che si occupa di Acireale, sanno 16 mila euro e Carlo Turriciano che sta liquidando quelle di Sciacca sanno 32 mila euro. Ma entrambe pagano anche 19.209 per il presidente del collegio sindacale e 16 mila per gli altri componenti mentre al revisore legale vanno 12 mila euro annui.
Il conto totale fa, appunto, 119 376 euro all'anno: per i liquidatori la Regione spende 238 mila euro e per revisori e collegi sindacali altri 181.376. E le somme attuali sono il frutto di un taglio del 20% che la giunta Crocetta ha deciso a fine 20 12.

LA SICILIA

BISOGNA RIDURRE COMUNI E REGIONI
Tra Renzi e Chiamparino sto con Fassino. E' evidente che ci sono ragioni che militano a favore del premier, quando accusa le Regioni di non sa- per ben gestire ciò che amministrano, a cominciare dalla sanità. Ed è altrettanto evidente che c'è un elemento di strumentalità politica — della serie un "nemico al giorno toglie i problemi di torno"— nello scaricare sui governatori regionali il peso di scelte che sono più complesse di una sforbiciata lineare. Anche perché non sono certo i 4 miliardi in meno alle Regioni, dal clamoroso effetto mediatico ma dalla scarsa efficacia pratica, che "cambieranno verso" al Paese invertendo la rotta di quel federalismo nefasto e spendaccione che è forse il frutto più avvelenato della Seconda Repubblica. E allora partiamo dalla proposta di un sindaco stimato e capace come quello di Torino - che sollecita ad azzerare i Comuni sotto i 15 mila abitanti — per semplificare, e di conseguenza ridurre i costi, di un decentramento inefficiente e improduttivo. Sono rimasto piacevolmente colpito da Fassino. lo da anni predico la necessità cli sfoltire gli attuali 8.100 Comuni, e pensavo di essere già provocatorio nel proporre l'accorpamento di quelli sotto i 5.000 abitanti, che pur essendo il 70% del totale rappresentano solo il 17% della popolazione. Ma ora Fassino mi scavalca, suggerendo di portare la soglia minima di abitanti a 15 mila e quindi di arrivare entro il 2019 a scendere sotto le 2.500 amministrazioni comunali. Bene, ottimo. E siccome Fassino è anche il presidente dell'Anci, perché non prenderlo sul serio e partire dall per fare spending review seriamente? Altro che Sprechi cercati con il lanternino o buttare la palla in campo altrui — datemi4 miliardi di tagli e poi per come fare arrangiatevi -. questo è il vero modo di tagliare virtuosamente la spesa pubblica: semplificando e circoscrivendo i perimetri.
Lo stesso potrebbe fare Chiamparino, nella sua veste di presidente delle Regioni. Lo capisce anche un bambino che 20 Regioni sono troppe, e che aver dato loro la competenza della sanità si è rivelato un errore, Il governatore del Piemonte potrebbe con facilità recuperare un vecchio (ma sempre attuale) studio della Fondazione Agnelli, in cui si proponeva ridurre da 20 a 7 le Regioni, riportandole ad una dimensione simile a quella dei Laender tedeschi, e portarlo al tavolo della mediazione che in queste ore sta chiedendo al governo. Certo, così facendo Fassino e Chiamparino sono saranno popolari tra i loro colleghi — il sindaco di Torino si è già beccato un sacco di insulti — ma diventerebbero attori politici dl prima grandezza, confermando la loro fama di riformisti seri, oltre che servire bene il Paese, li governo, poi, ci metta del suo, togliendo dimezzo la "volontarietà": la riduzione degli enti locali deve essere obbligatoria. In un arco di tempo ragionevole, l'unica autonomia che lo Stato centrale dovrebbe permettere a Comuni e Regione è la scelta del "partner" con cui unirsi, ovviamente nel rispetto della contiguità territoriale. E chi resta sotto le soglie, subisce la cancellazione e amen.
Certo, si tratterebbe di una rivoluzione. Ma questo è il momento dei cambiamenti radicali. E qui, prima ancora che la riduzione della spesa, c'è in ballo la necessità di mettere fine una volta per tutte ai mille vincoli e veti localistici che bloccano il Paese. Al diavolo le "identità paesane", c'è da (rì) costruire l'italia al tempo della globalizzazione.

BARBAGALLO, PROBABILE PROSSIMO LEADER DEL SINDACATO: LO STATO NON RISPETTA GLI ACCORDI
L'Uil minaccia scioperi selvaggi nella Pa Alt del Garante
ROMA, Il candidato numero uno alla segreteria della Uil, Carmelo Barbagallo, non usa mezzi termini: definisce «inaccettabile» il blocco dei contratti nel pubblico impiego e avverte: <(Se lo Stato non rispetta gli accordi, anche noi ci sentiamo sciolti dal rispetto di quegli stessi accordi e, dunque, non terremo più conto dei limiti previsti per gli scioperi nel settore». Non sarebbero solo parole, visto che il sindacato avrebbe già spedito la disdetta dal protocollo d'intesa che regola le «prestazioni indispensabili» nei casi di stop, dalle fasce orarie al personale da assicurare, per non lasciare, per esempio, chiusi ospedali e scuole. Ma subito arriva l'alt del Garante degli scioperi, Roberto Alesse: la dichiarazione della Uil «non può essere produttiva di effetti, salvo cadere nell'illegittimità, che l'Autorità non esiterebbe a sanzionare«.
Mentre la Cgil si sta preparando alla manifestazione di Piazza del prossimo 25 ottobre, arriva la minaccia della Uil a seguito delle novità inserite nella legge di stabilità sugli stipendi dei travet: non solo viene confermato un altro anno senza rinnovo del contratto, il sesto consecutivo, ma viene anche congelata l'indennità di vacanza contrattuale fino al 2018. Scelte giudicate di «arrogante signoria«, con cui il governo trasforma «tre milioni di cittadini in sudditi». Ecco che senza cambiamenti nella manovra, annuncia il sindacalista, «chiederemo a Cgil e Cisl di av
viare una lunga stagione di lotte unitarie». Un appello quindi per ingaggiare una battaglia che vada oltre la manifestazione degli statali già proclamata per 18 novembre. Appuntamento che vedrà tutte le sigle scendere insieme in piazza. D'altra parte fra un mese preciso si chiuderà il congresso della Uil da cui uscirà il successore di litigi Angeletti e Barbagallo è di certo in pole position. Per la Cisl risponde all'invito il segretario generale della categoria, Giovanni Faverin, che garantisce la partecipazione alla lotta, Ma Faverin non si sbilancia su eventuali scioperi e su ancora più eventuali nuove modalità di adesione.
La Uil invece alza i toni e passa ai fatti, inviando all'Aran, l'agenzia per la rappresentanza negoziale della Pa, la lettera con cui si tira fuori dal protocollo «sulle procedure di raffreddamento e conciliazione relative alle prestazioni indispensabili in caso di sciopero». Una mossa bocciata dal Garante, che fa notare come «gli accordi tra le parti non possano essere disdettati unilateralmente. Anche perché si tratterebbe di norme base, dal contingente minimo di personale negli uffici per assicurare i servizi indispensabili, alle fasce orarie garantite, passando per la durata massima dello sciopero e le procedure per indirlo. La loro violazione, ricorda l'Autorità, comporterebbe sanzioni che vanno da 2.500 euro ai 100.000 mila in casi di recidiva.

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