18 ottobre - sabato
GIORNALE DI SICILIA
Per la scelta delle ditte a cui
affidare i loro figli con handicap
Sostegno per gli studenti disabili
la Provincia chiede aiuto ai
genitori
La sensibilizzazione delle famiglie
nella scelta delle ditte a cui fare assistere i propri figli con
disabilità grave è il contenuto di una nota inviata dai Settore
Servizi Sociali del Libero Consorzio Comunale di Agrigento ai
Dirigenti scolastici delle Scuole superiori della Provincia.
La richiesta di collaborazione è stata
inviata affinché possano essere espletati al meglio i servizi di
supporto organizzativo richiesti dalle Scuole in favore degli alunni
con handicap grave.
La scelta delle famiglie, oltre ad
avere un valore giuridico ed amministrativo, ha sicuramente delle
conseguenze anche sul piano educativo e didattico, in quanto ogni
ditta può fornire altre attività aggiuntive e migliorative di cui
ogni singolo utente può usufruire gratuitamente, oltre a quelle di
base, individuate nelle carte dei servizi. Per fare questa scelta
sono state pubblicate sul sito le carte dei servizi degli enti
accreditati.
L'Ente ritiene che è interesse sia
proprio che delle scuole superiori che i genitori facciano delle
scelte consapevoli tenendo conto dei percorsi educativi in atto nell'
esclusivo interesse dei propri figli.
Pertanto viene chiesto alle scuole un
aiuto nell'attività di sensibilizzazione.
Gli utenti ammessi al servizio saranno
al più presto contattati dai funzionari dell'assessorato Servizi
sociali e verranno così date le informazioni necessarie alle
famiglie per effettuare la scelta dell'associazione da cui farsi
assistere. (PAPI)
IGIENE PUBBLICA. Dopo a protesta per
la presenza di insetti nelle aule. Situazione analoga anche alla
Quasimodo
L'ISTITUTO «FODERÀ» ANTICIPA I
TEMPI LA DISINFESTAZIONE VERRÀ FATTA OGGI
Sarà effettuata oggi la
disinfestazione straordinaria dei locali dell'Istituto tecnico
commerciale per ragionieri "Michele Foderà" al cui interno sono
ospitati anche gli studenti del liceo scientifico e delle scienze
umane "Politi" di Agrigento. L'operazione verrà messa in atto
nella giornata di questo sabato dal personale dell'Asp allertato
dal due dirigenti, Patrizia Pilato del "Foderà" ed Antonio
Manzone del "Politi". L'intervento mira ad abbattere i numerosi
e fastidiosi moscerini e zanzare che stanno infestando da mesi il
nostro territorio. Nonostante gli interventi messi in atto dalla
preside dell'istituto tecnico la situazione è giunta al limite
tanto è vero che alcuni studenti hanno disertato le lezioni in segno
di protesta, convinti che nei locali della scuola vi fossero le
pulci. Nulla di tutto questo. Si tratta solo di zanzare tigri e
moscerini che ormai volteggiano nell'aria a sciami infastidendo le
persone con le loro punture. L'intero complesso del "Foderà",
pertanto, resterà chiuso per l'intera giornata di sabato fino a
lunedì mattina, allorquando il personale ausiliario della scuola
provvederà a far arieggiare i locali per iniziare nel pomeriggio una
pulizia straordinaria.
Situazione analoga ci viene segnalata
da Marcello La scala in merito all'istituto comprensivo "Quasimodo"
dove anche nella giornata di ieri gli alunni non sono entrati a causa
di insetti e moscerini che infestano l'aria. Dopo la seconda
disinfestazione nessun risultato è stato raggiunto: moscerini e
zanzare aleggiano in tutti i locali dell'istituto. Il problema,
sostiene Marcello La Scala, è che nessuna disinfestazione ha effetti
positivi se non si eliminano le cause esterne in quando dopo la
disinfestazione con la riapertura delle finestre per fare arieggiare
i locali zanzare e moscerini ritornano all'interno delle aule. Dopo
la prima disinfestazione era stato promesso che le sterpaglie e di
tronchi bruciati lasciati sul piazzale della scuola sarebbero stati
tolti in giornata. Ma ad oggi nulla di tutto questo è stato fatto e
le zanzare continuano a infestare la "Quasimodo"
(V.A.)
QUESTURA. Il commissario del Comune
di Agrigento ha chiesto alla società Proracing,organizzatrice
dell'evento sportivo, l'immediata rimozione del logo della città
«CASO FABARIA RALLY», DASPO IN
ARRIVO
I provvedimenti sarebbero
indirizzati ad alcuni degli organizzatori della competizione
rallistica che si svolge a Favara
Sul bagnato piove, Dopo le distanze
prese da varie istituzioni pubbliche dal "Fabaria Rally"
essendosi promosso, nel contesto della manifestazione che si è
tenuta sabato e domenica scorsi, un trofeo dedicato a "Milcar",
pseudonimo di Carmelo Milioti, primo vincitore, nel 1991, della corsa
favarese, ma 12 anni dopo ucciso in una sala da barba da un killer
solitario dopo essere stato condannato in primo grado per fatti
collegati alla mafia, anche la Questura di Agrigento sta studiando
iniziative che potrebbero sfociare nell'emissione del daspo per
alcuni degli organizzatori della competizione rallistica. La
divisione anticrimine, guidata da Giovanni Giudice, ha, infatti,
avviato il procedimento che potrebbe vietare la partecipazione a
eventi sportivi a chi verrà raggiunto da tale misura. La proposta di
daspo passerà alla firma del questore Mario Finocchiaro, Subito dopo
si procederà alla notifica Da quel momento gli organizzatori avranno
dieci giorni di tempo per presentare eventuali controdeduzioni. E'
certo che nella brochure distribuita alcuni giorni prima
della corsa non si faceva alcun
richiamo al Trofeo Milcar mentre sul sito della società "Proracing",
organizzatrice della manifestazione è comparso per un breve periodo.
E lo ha fatto notare l'inviata di Strisciala Notizia Stefania
Petyx, piombata a Favara domenica sera con il suo bassotto per
realizzare un servizio per Mediaset, servizio che è andato in onda
martedì scorso. A nulla sono valse le giustificazioni degli
organizzatori e da Pasquale Mauro, in particolare, sostenendo che non
era nelle intenzioni della società ricordare Carmelo Milioti che fu
il primo pilota a vincere il"Fabaria Rally".Intanto, ieri è
arrivata anche la nota del sindaco di Favara che per una decina di
giorni e fino a mercoledì scorso è stato fuori sede.
«L'amministrazione comunale - scrive Rosario Manganella -, in
riferimento alle polemiche sorte in ordine al "Fabaria Rally",
precisa che ha semplicemente assicurato, così come richiesto dagli
organizzatori, il supporto logistico con particolare riferimento al
rilascio delle relative ordinanze di chiusura al traffico e alla
sosta nelle zone interessate dall'evento autorizzando il montaggio
della pedana di partenza in piazza Cavour>. Il sindaco, nel
biasimare la leggerezza con la quale è stato ideato il "Trofeo
Milcar", ritiene sbagliata la scelta di assegnare un premio a una
figura che è stata non solo legata al sistema mafioso ma vittima
dello stesso. E non finisce qui. Il commissario straordinario del
Comune di Agrigento ha chiesto alla società Proracing,
organizzatrice dell'evento sportivo, l'immediata rimozione del
logo della città, dal momento che agli uffici comunali non è mai
pervenuta alcuna richiesta in merito "Risulta pertanto - scrive
nella nota il commissario straordinario, Luciana Giammanco - non
veritiero anche quanto indicato nei vari comunicati stampa
relativamente ad un sedicente "consueto patrocinio" da parte di
questo Comune". Di quanto accaduto a margine del 23'"Fabaria
Rally" sarebbe stata informata la Direzione Distrettuale Antimafia
di Palermo. I carabinieri della locale Tenenza avrebbero predisposto
un rapporto. (UR)
NEANCHE UN CENT PER LA CATTEDRALE
SAN GERLANDO. Ancora nessuna notizia
delle somme necessarie perla messa in sicureza del Duomo lavoro
propedeutico perla messa in sicurezza del costone
Crocetta era stato categorico: «Un
mese di tempo per sbloccare la situazione di stallo che da tre anni
tiene chiusa la Cattedrale di san Gerlando ad Agrigento».
Dal 6 ottobre sono passati già 12
giorni e l'unica notizia certa non è delle più rassicuranti. Pare
infatti che nonostante i tavoli tecnici, i conti non tornano.
Perla Cattedrale non ci sarebbero
soldi, O meglio, mentre si conferma il finanziamento di 5 milioni di
euro, disponibile immediatamente per il costone, e di 20 milioni
inseriti in programmazione per il dissesto idrogeologico, mentre
delle somme necessarie, per la messa in sicurezza della Cattedrale,
lavoro propedeutico alla messa in sicurezza del costone, ancora nulla
si sa del loro reperimento. E la conferma arriva proprio da don
Giuseppe Pontillo, direttore dell'Ufficio Beni Cultuali della Curia
che ha partecipato all'incontro di due giorni addietro a Palermo.
«La situazione è questa - aggiunge Pontillo - e appena finito
l'incontro mi sono sentito con il Capo di Gabinetto del Mariella Lo
Bello, la quale mi ha garantito che, entro una settimana, proverà a
dare delle rassicurazione in merito sentendo gli assessorati
competenti per capire quali potrebbero essere i possibili canali di
finanziamento». Quindi, se si parla ancora di capire da dove i soldi
potranno arrivare, significa che non si sono ancora trovati.
«La Soprintendenza ai beni culturali
ed il Genio Civile, con i relativi dipartimenti regionali - spiega
ancora Don Pontillo - si occuperanno della progettazione e della
messa in sicurezza della Cattedrale alla quale parteciperà anche la
Curia di Agrigento con il suo consulente Teotista Panzeca. Alla
Protezione civile, invece, spetterà la messa in sicurezza del
costone. Questo è un passo in avanti ma resta adesso da dirimere la
questione in merito ai finanziamenti». La discussione sulla
cattedrale e il suo costone, si era riaccesa lo scorso 6 ottobre
quando il presidente Crocetta, su sollecitazione dell'ex assessore
al territorio Mariella Lo Bello, aveva incontrato l'arcivescovo
Franco Montenegro e alcuni tecnici. Durante l'incontro,
sostanzialmente, erano State riconfermate le fasi dei lavori da
eseguire, quelli che serviranno alla stabilizzazione del pendio sui
quali c'è un parere unanime e condiviso, e quelli di messa in
sicurezza del manufatto Cattedrale che prevedono un
pre-consolidamento propedeutico alla stabilizzazione del pendio al
fine di accrescere la capacità resistente dell'immobile, in modo
tale che possa resistere alle vibrazioni e all'indotto degli Sul
pre-consolidamento da effettuare sulla fabbrica del Duomo restano da
dirimere due grosse questioni. La prima è quella della soluzione
progettuale da eseguire sul manufatto e quella consequenziale del
reperimento delle risorse adeguate per attuarla, perché a quanto
pare i fondi disponibili, i famosi 22 milioni che però non sono
spendibili sul manufatto perché, il pre-consolidamento, non è
ascrivibile tra gli interventi di dissesto idrogeologico cui i fondi
sono vincolati.
E quindi? Non si sa. Si aspetta che la,
Regione fornisca ulteriori, speriamo buone notizie.
(AMM)
LA SICILIA
IL RELATIVO PROCEDIMENTO E' STATO
APERTO DAL QUESTORE FINOCCHIARO
Responsabili Fabaria verso il Daspo
Un procedimento di Daspo è stato
aperto dal questore di Agrigento, Mario Finocchiaro, a carico degli
organizzatori del "Rally Fabaria", finalizzato a vietare loro la
partecipazione agli eventi sportivi automobilistici per i prossimi
cinque anni. Tutto nasce dalla polemica per l'iniziativa di
consegnare il trofeo Milcar, ovvero Carmelo Milioti, il boss favarese
ammazzato da Cosa Nostra nell'agosto del 2003 all'interno di una
sala da barba, nonché primo vincitore della corsa nel 1991. Il
premio è stato poi annullato, a poche ore dalla consegna. Come hanno
precisato gli organizzatori, tra i quali Pasquale Mauro della Pro
Racing, « il trofeo Milcar non c'entra nulla con la manifestazione
ufficiale. Non c'entra niente con il Fabaria Rally. Noi non eravamo
d'accordo, ma la famiglia ha insistito.
Gli organizzatori, ora, avranno dieci
giorni di tempo per presentare le loro controdeduzioni, dopodichè il
questore potrebbe emettere i Daspo, da un minimo di un anno ad un
massimo di cinque. Sulla vicenda i carabinieri di Favara hanno
predisposto un rapporto che è stato trasmesso alla Dda di Palermo.
Nel frattempo dopo le prose di posizioni della Provincia di
Agrigento, della Camera di commercio di Agrigento, della Regione e
dell'ente parco archeologico della Valle dei Templi, anche dal
Comune di Agrigento, prendono le distanze dalla manifestazione.
Infine l'Amministrazione comunale di Favara, precisa di avere
«semplicemente assicurato, così come richiesto dagli organizzatori,
il supporto logistico».
A.R.
EX PROVINCE. Desta molti dubbi il
disegno di legge che dovrebbe trasformare gli enti in Liberi Consorzi
RIFORMA A METÀ E COMMISSARI
PROROGATI
Liberi consorzi, altri 5 mesi di
commissariamenti e poca chiarezza sul processo di riforma, Ad un anno
e mezzo di distanza dalla fine dell'amministrazione di Eugenio
D'Orsi e dopo un lunghissimo periodo di "ibernazione", dalla
Giunta regionale è arrivato il disegno di legge che dovrebbe
trasformare le ex Province che come primo effetto avrà quello di
prolungare i commissari, in scadenza il prossimo 30 ottobre fino a
marzo 2015.
Il decreto è però per molti
incompleto, perché se da un lato individua ad esempio le nuove
funzioni aggiuntive dei Consorzi (ad esempio la pianificazione
territoriale e urbanistica e la formazione professionale) non indica
le fonti di finanziamento, così come non offre piena certezza ai
dipendenti, dato che se da un lato dovrebbe consentire la
prosecuzione dei contratti dei precari, dall'altra "precarizza"
la situazione dei lavoratori a tempo indeterminato.
"I dubbi che lascia questa proposta
sono molti — spiega Floriana Russo, Cisl Fp — e come sindacato
confidiamo che si possa ripartire dalla riforma Delrio. Tra i punti
di criticità vi è ad esempio quella del cosiddetto 'bacino unico'
in cui dovranno andare a confluire i dipendenti, e nonostante le
rassicurazioni offerte dall'assessore Valenti noi sappiamo già che
un sistema di questo tipo non ha funzionato dove è stato usato in
passato. Inoltre - conclude - se l'annunciata revisione della
struttura organica dei nuovi consorzi consentirebbe la prosecuzione
dei contratti, la mobilità su scala regionale crea incertezza tra i
lavoratori e, paradossalmente, allarga il precariato".
"Doveva essere una rivoluzione
spiega Luigi Danile, Uil Fp — e
invece si è trasformata in un grande limbo in cui sono precipitati
lavoratori ed enti. Come sindacato regionale abbiamo chiesto un
incontro con i gruppi parlamentari perché è evidente che una
decisione debba essere presa rispetto alla riforma, Il rischio
attualmente è che si proceda con un cambiamento a metà che non
prenda conto della situazione nazionale e del processo di modifica
anche di altri enti, come quella che riguarderà i comuni di piccole
dimensioni".
"I potenziali rischi di questa
riforma sono numerosi — spiega infine Alfonso Buscemi, Cgil Fp -.
Uno fra questi è il potenziale condizionamento politico rispetto
alla formazione ad esempio delle città metropolitane, dove si
potrebbero portare avanti ragionamenti di esclusione o inclusione per
così dire pilotati. Vi è poi la questione delle competenze: è
evidente che assegnare ai comuni compiti aggiuntivi a quelli che
attualmente svolgono senza prevedere la copertura economica
aggiuntiva non può che portare al deficit degli enti".
GIOACCHINO SCHICCHI
IN ATTESA DEI CHIARIMENTI DEL
GOVERNO, MARTEDÌ SI PARTE COL DDL ARDIZZONE
Ruggirello: Province, l'Ars
acceleri sulla riforma
PALERMO. In parallelo con i lavori
d'Aula impegnati dal dibattito sulle mozioni di censura nei
confronti degli assessori Nelli Scilabra e Linda Vancheri, la
commissione Affari istituzionali sarà chiamata a discutere il
progetto del presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, di
recepimento della legge Delrio relativa alla riforma delle Province
con l'istituzione delle Città metropolitane e dei Consorzi di
Comuni. Di solito, i lavori d'Aula e quelli delle commissioni si
svolgono in momenti diversi. Ma nel caso specifico incombe l'urgenza
di chiudere la pagina della riforma degli Enti locali: ai nastri di
partenza la Regione siciliana era stata prima a livello nazionale, a
quelli di arrivo deve accontentarsi del fanalino di coda.
Come è noto, giovedì la commissione
Affari istituzionali non ha potuto entrare nel merito, non essendo
stata ritenuta chiara la proposta avanzata dai governo con il proprio
disegno di legge. Perché martedì si possa dare il via all'esame
di merito si attendono i chiarimenti governativi. In ogni caso, non
si è vincolati dal testo del governo: come recita l'articolo 12
dello Statuto, «l'iniziativa delle leggi regionali spetta al
governo e a ciascun deputato dell'Assemblea regionale». Ergo, se i
chiarimenti del governo non arrivano, la commissione potrà lavorare
sui testi di iniziativa parlamentare, anche se sul piano politico il
confronto governo-assemblea non può che dare risultati positivi.
Da qui la proposta di Articolo 4 che,
tramite Paolo Ruggirello (membro della commissione), sollecita che
martedì si «avvii la discussione della riforma degli enti locali
per la quale occorre fare presto e bene. Un sollecito che non viene
dall'opposizione, ma da una componente politica determinante per la
maggioranza che sostiene il governo Crocetta.
Dice Ruggirello: «Il provvedimento che
istituisce e regolamenta i Liberi consorzi e le Città metropolitane
deve poter essere esaminato e votato in tempi brevi e certi, Siamo
già ampiamente in ritardo rispetto alle scadenze previste e la
mancata riforma rischia di danneggiare ulteriormente la Sicilia.
Martedì prossimo la commissione Affari istituzionali deve entrare
nel vivo della discussione della legge di riforma».
Opportunamente, Ruggirello rileva che
l'allungarsi dei tempi rappresenta un problema anche per i nascenti
nuovi enti di secondo livello: Si pensi — ricorda - alle
opportunità di accesso a finanziamenti statali e comunitari
(previsti per i nuovi enti di "area vasta") «. E benché
sottolinei che il gruppo Articolo 4 sia aperto al confronto su tutti
i disegni di legge attualmente in campo (testi separati del
presidente dell'Ars e del governo), mette qualche paletto in
relazione ai contenuti del ddl del suo collega di gruppo Salvatore
Lentini, «non solo perché si tratta della prima iniziativa in
ordine di presentazione, ma anche perché disciplina compiutamente
alcuni aspetti (società partecipate, aggregazione di Comuni,
abolizione organismi intermedi), che in altri testi sono ignorati o
rinviati ad ipotetici futuri provvedimenti».
Ruggirello manifesta giustificata
preoccupazione delle manovre dilatorie in corso: Abbiamo purtroppo
sperimentato l'inefficacia del "rinvio": dobbiamo partire dai
punti fermi della legge regionale 8 (i sei Consorzi e le tre Città
con elezioni di secondo livello) e realizzare una norma dettagliata,
immediatamente applicabile e che non lasci margini di incertezza
sulla continuità dei servizi, l'occupazione del personale
(compreso quello delle Partecipate) e sul futuro assetto di un
sistema istituzionale più moderno».
Agrigentoflash
Licata, rischio crolli: chiuso il
ponte Ficili
Dopo il crollo del viadotto Petrulla
che ha costretto l'Anas a chiudere al transito la strada statale
626 nel tratto compreso tra Licata e Ravanusa, da ieri è a rischio
un altro ponte. Si tratta del Ficili che si trova proprio sopra al
corso d'acqua che porta lo stesso nome, in contrada Stretto, a
Licata. L'arteria è la provinciale 6, formalmente chiusa alla
circolazione stradale in seguito ai sopralluoghi effettuati,e che
fino a ieri veniva utilizzata da molti automobilisti da Licata a
Ravanusa o viceversa. Proprio ieri mattina sono intervenuti i vigili
del fuoco e i vigili urbani, e dopo gli accertamenti tecnici del
personale dell'Utc di Licata, è stato deciso di chiudere la
strada. La speranza è che possano essere avviati al più presto i
lavori di manutenzione del viadotto Salso, che si trova vicino al
Petrulla. Entro la fine di novembre l'Anas appalterà i lavori per
oltre un milione di euro. Dopo saranno appaltati anche quelli di
rifacimento del ponte Petrulla.
Canicattìweb
Ravanusa, a rischio crolli: chiuso
il ponte Ficili per Licata sulla Provinciale 6
Dopo il crollo del viadotto Petrulla
che ha costretto l'Anas a chiudere al transito la strada statale
626 nel tratto compreso tra Licata e Ravanusa, da ieri è a rischio
un altro ponte. Si tratta del Ficili che si trova proprio sopra al
corso d'acqua che porta lo stesso nome, in contrada Stretto, a
Licata. L'arteria è la provinciale 6, formalmente chiusa alla
circolazione stradale in seguito ai sopralluoghi effettuati,e che
fino a ieri veniva utilizzata da molti automobilisti da Licata a
Ravanusa o viceversa. Proprio ieri mattina sono intervenuti i vigili
del fuoco e i vigili urbani, e dopo gli accertamenti tecnici del
personale dell'Utc di Licata, è stato deciso di chiudere la
strada. La speranza è che possano essere avviati al più presto i
lavori di manutenzione del viadotto Salso, che si trova vicino al
Petrulla. Entro la fine di novembre l'Anas appalterà i lavori per
oltre un milione di euro. Dopo saranno appaltati anche quelli di
rifacimento del ponte Petrulla.
20 ottobre - lunedì
GIORNALE DI SICILIA
IL CASO. Gli stipendi dei
liquidatori e dei componenti dei collegi sindacali costano 400 mila
euro annui nonostante il taglio del 20% adottato da Crocetta nel 2012
REGIONE, TEMPI LUNGHI PER CHIUDERE
11 SOCIETÀ'
La Corte dei Conti ha chiesto
chiarezza sullo scioglimento delle partecipate. Tra queste
Multiservizi, Lavoro Sicilia e le Terme
I record sono detenuti al momento da
Multiservizi e dalle Terme di Sciacca, che ad Anna Rosa Corsello e
Carlo Turriciano assicurano 39 mila e 32 mila euro annui. Ma la
liquidazione delle società partecipate e un tormento che dura in
alcuni casi anche dal 1985 e che costa ancora 400mila euro all'anno
di soli compensi a liquidatori e organi collegi sindacali.
Nell'anno più nero per i conti
pubblici, quello in cui la Regione per la prima volta non riesce a
garantire gli stipendi avarie categorie di precari o dipendenti di
enti collegati, è stata la Corte dei Conti a sollecitare una
radiografia delle gestioni liquidatorie. Hanno questo, i magistrati
contabili, di sapere se e quanto sono stati ridotti i compensi dei
liquidatori e i tempi in cui la Regione prevede di chiudere almeno le
prime 11 società, quelle che da più tempo sono in liquidazione.
E così l'Ufficio speciale per le
liquidazioni, diretto da Grazia Terranova, ha messo tutto nero su
bianco. La Siace è la società che risulta in liquidazione dal 1985
e che assicura a Gaetano Chiaro, dirigente regionale, un compenso di
8 mila euro annui mentre al presidente del collegio sindacale vanno 6
381 euro e ai membri 4.495.
Ma le cifre delle altre società in
liquidazione sono ben più elevate. Multiservizi, come detto,
assicura 39 mila euro all'anno al liquidatore e 20 mila euro al
presidente del consiglio di sorveglianza e 12 mila euro ai vari
membri di quest'organo. Biosphera, altra Società affidata alla
dirigente regionale Corsello, paga 20 mila euro. Soldi che però il
liquidatore non riceve da un anno perche le due società non hanno
più un euro in cassa.
Lavoro Sicilia, che doveva essere
l'ariete della Regione nel mercato occupazionale oche invece ha
registrato perdite clic oscillano fra i 600 mila euro e il milione
all'anno, assicura al commissario liquidatore 25 mila euro:
l'incarico risulta affidato a Giovanni Ravi, che però è
dimissionario. E anche in questo caso al presidente del collegio
sindacale vanno 9.600 euro e 6.400 ai vari membri: si tratta sempre
di cifre lorde annuali.
Sicilia Innovazioni assicura al
liquidatore Margherita Poselli 28 mila euro all'anno. La Quarit,
nata per proniuos ere l'artigianato, assicura alla liquidatrice
Francesca Spedale 24 mila curo annui. E l'InfoRacMap, che si muove
nel campo della ricerca, paga il liquidatore Baldassarre Quartararu
20 mila euro all'anno mentre al revisore contabile anno 6.400 euro.
E poi ci sono i due casi delle società
che meno di tutte hanno lavorato negli ultimi anni. Il Ciem doveva
occuparsi di promozione delle imprese ma ora non ha alcuna mission,
al punto che i dipendenti hanno chiesto di essere trasferiti (e
pagati) altrove. Tuttavia il liquidatore Giuseppe Grazia costa 10
mila euro all'anno. E Cinesicilia, nata per fare dall'isola un
enorme set cinematografico per le grandi case di produzione, è ferma
dai tempi di Lombardo: Crocetta ha affidato a un membro del suo
ufficio di gabinetto, Giancarlo Costa, il compito di liquidarla per
t5 mila euro annoi. Ma c'e da pagare anche i membri del collegio
sindacale. 1.500 euro al presidente e 1.200 a tutti gli altri.
Il caso più strano resta quello delle
terme. Tutto sommato sono ancora fra le poche partecipare a muoversi
sul mercato, malgrado rilevanti perdite. Crocetta ha confermato nei
giorni scorsi l'intenzione di cedere le quote della Regione. Ma al
momento le casse pubbliche pagano due commissari liquidatori: a Luigi
Bosco, che si occupa di Acireale, sanno 16 mila euro e Carlo
Turriciano che sta liquidando quelle di Sciacca sanno 32 mila euro.
Ma entrambe pagano anche 19.209 per il presidente del collegio
sindacale e 16 mila per gli altri componenti mentre al revisore
legale vanno 12 mila euro annui.
Il conto totale fa, appunto, 119 376
euro all'anno: per i liquidatori la Regione spende 238 mila euro e
per revisori e collegi sindacali altri 181.376. E le somme attuali
sono il frutto di un taglio del 20% che la giunta Crocetta ha deciso
a fine 20 12.
LA SICILIA
BISOGNA RIDURRE COMUNI E REGIONI
Tra Renzi e Chiamparino sto con
Fassino. E' evidente che ci sono ragioni che militano a favore del
premier, quando accusa le Regioni di non sa- per ben gestire ciò che
amministrano, a cominciare dalla sanità. Ed è altrettanto evidente
che c'è un elemento di strumentalità politica — della serie un
"nemico al giorno toglie i problemi di torno"— nello scaricare
sui governatori regionali il peso di scelte che sono più complesse
di una sforbiciata lineare. Anche perché non sono certo i 4 miliardi
in meno alle Regioni, dal clamoroso effetto mediatico ma dalla scarsa
efficacia pratica, che "cambieranno verso" al Paese invertendo la
rotta di quel federalismo nefasto e spendaccione che è forse il
frutto più avvelenato della Seconda Repubblica. E allora partiamo
dalla proposta di un sindaco stimato e capace come quello di Torino -
che sollecita ad azzerare i Comuni sotto i 15 mila abitanti — per
semplificare, e di conseguenza ridurre i costi, di un decentramento
inefficiente e improduttivo. Sono rimasto piacevolmente colpito da
Fassino. lo da anni predico la necessità cli sfoltire gli attuali
8.100 Comuni, e pensavo di essere già provocatorio nel proporre
l'accorpamento di quelli sotto i 5.000 abitanti, che pur essendo il
70% del totale rappresentano solo il 17% della popolazione. Ma ora
Fassino mi scavalca, suggerendo di portare la soglia minima di
abitanti a 15 mila e quindi di arrivare entro il 2019 a scendere
sotto le 2.500 amministrazioni comunali. Bene, ottimo. E siccome
Fassino è anche il presidente dell'Anci, perché non prenderlo sul
serio e partire dall per fare spending review seriamente? Altro che
Sprechi cercati con il lanternino o buttare la palla in campo altrui
— datemi4 miliardi di tagli e poi per come fare arrangiatevi -.
questo è il vero modo di tagliare virtuosamente la spesa pubblica:
semplificando e circoscrivendo i perimetri.
Lo stesso potrebbe fare Chiamparino,
nella sua veste di presidente delle Regioni. Lo capisce anche un
bambino che 20 Regioni sono troppe, e che aver dato loro la
competenza della sanità si è rivelato un errore, Il governatore del
Piemonte potrebbe con facilità recuperare un vecchio (ma sempre
attuale) studio della Fondazione Agnelli, in cui si proponeva ridurre
da 20 a 7 le Regioni, riportandole ad una dimensione simile a quella
dei Laender tedeschi, e portarlo al tavolo della mediazione che in
queste ore sta chiedendo al governo. Certo, così facendo Fassino e
Chiamparino sono saranno popolari tra i loro colleghi — il sindaco
di Torino si è già beccato un sacco di insulti — ma
diventerebbero attori politici dl prima grandezza, confermando la
loro fama di riformisti seri, oltre che servire bene il Paese, li
governo, poi, ci metta del suo, togliendo dimezzo la "volontarietà":
la riduzione degli enti locali deve essere obbligatoria. In un arco
di tempo ragionevole, l'unica autonomia che lo Stato centrale
dovrebbe permettere a Comuni e Regione è la scelta del "partner"
con cui unirsi, ovviamente nel rispetto della contiguità
territoriale. E chi resta sotto le soglie, subisce la cancellazione e
amen.
Certo, si tratterebbe di una
rivoluzione. Ma questo è il momento dei cambiamenti radicali. E qui,
prima ancora che la riduzione della spesa, c'è in ballo la
necessità di mettere fine una volta per tutte ai mille vincoli e
veti localistici che bloccano il Paese. Al diavolo le "identità
paesane", c'è da (rì) costruire l'italia al tempo della
globalizzazione.
BARBAGALLO, PROBABILE PROSSIMO
LEADER DEL SINDACATO: LO STATO NON RISPETTA GLI ACCORDI
L'Uil minaccia scioperi selvaggi
nella Pa Alt del Garante
ROMA, Il candidato numero uno alla
segreteria della Uil, Carmelo Barbagallo, non usa mezzi termini:
definisce «inaccettabile» il blocco dei contratti nel pubblico
impiego e avverte: <(Se lo Stato non rispetta gli accordi, anche
noi ci sentiamo sciolti dal rispetto di quegli stessi accordi e,
dunque, non terremo più conto dei limiti previsti per gli scioperi
nel settore». Non sarebbero solo parole, visto che il sindacato
avrebbe già spedito la disdetta dal protocollo d'intesa che regola
le «prestazioni indispensabili» nei casi di stop, dalle fasce
orarie al personale da assicurare, per non lasciare, per esempio,
chiusi ospedali e scuole. Ma subito arriva l'alt del Garante degli
scioperi, Roberto Alesse: la dichiarazione della Uil «non può
essere produttiva di effetti, salvo cadere nell'illegittimità, che
l'Autorità non esiterebbe a sanzionare«.
Mentre la Cgil si sta preparando alla
manifestazione di Piazza del prossimo 25 ottobre, arriva la minaccia
della Uil a seguito delle novità inserite nella legge di stabilità
sugli stipendi dei travet: non solo viene confermato un altro anno
senza rinnovo del contratto, il sesto consecutivo, ma viene anche
congelata l'indennità di vacanza contrattuale fino al 2018. Scelte
giudicate di «arrogante signoria«, con cui il governo trasforma
«tre milioni di cittadini in sudditi». Ecco che senza cambiamenti
nella manovra, annuncia il sindacalista, «chiederemo a Cgil e Cisl
di av
viare una lunga stagione di lotte
unitarie». Un appello quindi per ingaggiare una battaglia che vada
oltre la manifestazione degli statali già proclamata per 18
novembre. Appuntamento che vedrà tutte le sigle scendere insieme in
piazza. D'altra parte fra un mese preciso si chiuderà il congresso
della Uil da cui uscirà il successore di litigi Angeletti e
Barbagallo è di certo in pole position. Per la Cisl risponde
all'invito il segretario generale della categoria, Giovanni
Faverin, che garantisce la partecipazione alla lotta, Ma Faverin non
si sbilancia su eventuali scioperi e su ancora più eventuali nuove
modalità di adesione.
La Uil invece alza i toni e passa ai
fatti, inviando all'Aran, l'agenzia per la rappresentanza
negoziale della Pa, la lettera con cui si tira fuori dal protocollo
«sulle procedure di raffreddamento e conciliazione relative alle
prestazioni indispensabili in caso di sciopero». Una mossa bocciata
dal Garante, che fa notare come «gli accordi tra le parti non
possano essere disdettati unilateralmente. Anche perché si
tratterebbe di norme base, dal contingente minimo di personale negli
uffici per assicurare i servizi indispensabili, alle fasce orarie
garantite, passando per la durata massima dello sciopero e le
procedure per indirlo. La loro violazione, ricorda l'Autorità,
comporterebbe sanzioni che vanno da 2.500 euro ai 100.000 mila in
casi di recidiva.