1 novembre - sabato
LA SICILIA
EX PROVINCIA REGIONALE. L'incarico
di commissario, scaduto ieri, non verrà prorogato Infurnari: fine
mandato
Da stamattina l'ex Provincia
regionale di Agrigento, oggi costituendo Libero Consorzio, è senza
guida amministrativa (per quanto commissariale) e nei prossimo futuro
dovrà dire quantomeno "arrivederci" a Benito Infurnari.
L'incarico affidato nei giugno del 2013 all'ex funzionario, poi
prorogato a febbraio e di nuovo a giugno ma del 2014, infatti, è
scaduto ieri (insieme a quelli di tutti gli altri commissari
regionali) e, da quanto è emerso, non potrà essere riconfermato.
Ad affermano, mettendolo "nero su
bianco", è stato il dirigente regionale del dipartimento delle
autonomie locali, Giuseppe Morale, che durante una riunione della
prima commissione Ars ha sostenuto la non prorogabilità degli
incarichi e soprattutto l'impossibilità di nominare soggetti in
pensione.
«In relazione ai temi trattati
dichiara Morale si evidenziano due temi: la necessità di
procedere alla nomina di nuovi commissari straor dinari in
sostituzione di quelli nominati ai sensi della legge regionale 8 del
2004, che decadranno il prossimo 31 ottobre 2014, mentre il secondo
attiene alla circostanza che l'amministrazione regionale già
applica la norma contenuta nel decreto Renzi che vieta il
conferimento di incarichi a soggetti in quiescenza».
«Il mio incarico scade domani (oggi
per chi legge) - ha dichiarato Infurnari -, e non vi è possibilità
di una mia gestione in proroga, quindi dal primo di novembre non avrò
più alcuna responsabilità".
La palla passerà ora quindi alla
Presidenza delle Regione, che dovrà riaprire la partita tutta
politica delle nomine dei commissari che dovranno accompagnare gli
enti intermedi in un accidentato e incerto cammino di riforma. E'
possibile che la Regione decida di seguire al momento una soluzione
di comodo, nominando dei commissari ad acta e solo in un secondo
momento dei commissari straordinari che, insieme ai sindaci, dovranno
costituire gli organi politici (in caso fosse questa la strada
seguita da un punto di vista della struttura della riforma) dei nuovi
consorzi.
Un periodo di instabilità che andrà a
peggiorare una situazione già di per sé non rosea: il 31 dicembre,
infatti, scadrà la proroga dei contratti dei precari della Provincia
regionale di Agrigento, un ente che in questi due anni si è
impoverito a causa dei taglio orizzontale dei finanziamenti statali e
regionali.
G. SCHICCHI
Liti in maggioranza e Crocetta
aggiorna il vertice a lunedì
I dissidenti di Articolo 4: «Caleca
indicato da Leanza noi non siamo in giunta».
E vogliono un posto Udc
LILLO MICELI
PALERMO. Scampata la sfiducia, martedì
prossimo il presidente della Regione, Rosario Crocetta, insedierà il
suo terzo governo. Nel frattempo, gli uffici completeranno I esame su
eventuali cause di incompatibilità o inconferibilità dei singoli
assessori. Nei giorni scorsi era venuta a galla la presunta
incompatibilità di Giovanni Pizzo Udc), assessore in pectore alle
Infrastrutture e Mobilità, ma sembra che il caso si sia
ridimensionato, mentre si starebbe ancora esaminando la posizione di
Maurizio Croce, che dovrebbe andare al Territorio e Ambiente in quota
Pdr, essendo stato finora commissario governativo per il risanamento
del dissesto idrogeologico per la Puglia, Calabria e Sicilia. Per fare il punto sulla situazione e
per l'attribuzione delle deleghe, il presidente della Regione,
Crocetta, ieri mattina ha convocato un vertice di maggioranza, a
Palazzo d'Orleans. C'erano: Luca Sammartino e Valeria Sudano per
Articolo 4, Giovanni Pistorio e Mimmo Turano per Udc, Michele Cimino
e Salvatore Cardinale per il Pdr, Beppe Lumia e Giovanni Di Giacinto
per il Megafono, Baldo Gucciardi e Giuseppe Lupo per il Pd. Era
assente, invece, Lino Leanza, finora incontrastato leader di Articolo
4, entrato in rotta di collisione con cinque degli undici deputati
del movimento, dopo la designazione del penalista palermitano Nino
Caleca alla carica di assessore alle Risorse agroalimentari in
sostituzione di Ezechia Paolo Reale. Leanza non ha partecipato al
vertice per evitare di rinfocolare le polemiche, ma anche perché
"proprietario" di Articolo 4, da atto notarile, risulta
Sammartino.
E Sammartino, all'inizio della
riunione, ha subito messo le carte in tavola: noi di Articolo 4 non
siamo rappresentati in giunta, Caleca - che è persona di grande
valore - è stato indicato da Leanza. Una presa di posizione che
rischia di mettere in discussione il Crocetta ter ancora prima che si
metta al lavoro Il presidente onorario del Pdr, Salvatore Cardinale,
ha cercato di smussare gli angoli sostenendo che Caleca non può
essere considerato espressione di una singola forza politica o di un
«Articolo 4bis», cioè al gruppo rimasto al fianco di Leanza, ma
dell'intera compagine di maggioranza E, comunque, secondo
Cardinale, i partiti devono uscire dalla logica che le deleghe
assegnate agli assessori siano di proprietà dei partiti che li hanno
designati. Perché i problemi da affrontare sono tali e tanti che
bisogna fare tutti squadra.
Ma Valeria Sudano ha insistito per
ottenere un assessore che sia espressione di Articolo 4, ovvero di
Sammaftino & C., proponendo di toglierne uno all'Udc che ne ha
due e sarebbe sovradimensionata rispetto alla propria rappresentanza
parlamentare, considerato che con nove deputati ha due assessori,
oltre la presidenza dell'Ars. Richiesta alla quale, ovviamente, si
sono opposti Pistorio e Turano, i quali hanno rilevato che la loro
rappresentanza in giunta è figlia di un accordo sancito a Roma e
legittimato dal fatto che l'Udc, con Ed e Megafono, ha sostenuto
Crocetta in campagna elettorale.
Per Articolo 4 potrebbero esserci delle
compensazioni nel sottogoverno, per esempio l'Ircac. Sammartino,
Sudano, Ruggirello, Nicotra e Anselmo, però chiedono di entrare
nella stanza dei bottoni, ossia in giunta Il presidente della
Regione, Crocetta, che ha sostenuto di non volere perdere il sostegno
del gruppo che finora ha sempre avuto in Lino Leanza, il punto di
riferimento, ha convocato una nuova riunione di maggioranza per
lunedì.
«Adesso ha dichiarato da Roma il
segretario del Pd, Fausto Raciti si deve governare Abbiamo
dimostrato che il problema non erano i cuperliani. Bisogna riprendere
il dialogo con la società»
Agrigentoflash
Provincia, via Infurnari. Arriva un
funzionario Vincenzo Lauro
Sono scaduti i mandati per i Commissari
delle Province siciliane, in assenza di una legge che prometta
proroghe, e mentre la riforma che dovrebbe dare vita ai nuovi
consorzi di Comuni resta "paralizzata" all'Ars. Così ieri è
scattata l'emergenza, complicata dal fatto che in questo momento
formalmente non c'è neppure un assessore regionale agli Enti
Locali, in attesa che venga nominato dal governatore Rosaio Crocetta.
Alla fine lo stesso Crocetta e il dirigente degli Enti Locali,
Giuseppe Morale, hanno individuato una soluzione transitoria: nove
funzionari regionali affiancheranno i dirigenti ancora in servizio
delle Province, e quanto imposto da urgenza e necessità, potranno
firmare provvedimenti in qualità di commissario ad acta. Ad
Agrigento fine mandato per Benito Infurnari. Arriva il funzionario
Vincenzo Lauro. Si tratta di una soluzione che il Governo pensa di
mantenere due o al massimo tre settimane. Poi dovrebbe essere
approvata la legge per rinnovare i commissari e dare priorità
all'ultimo atto della riferma delle Province per fare partire
definitivamente i liberi consorzi. Al momento sono stati nominati i
funzionari che "reggeranno" le Province fino a nuove
disposizioni.
Sicilia24h
Una struttura provinciale creata per
gestire le avverse condizioni meteo
Il Commissario Straordinario Benito
Infurnari, di concerto con il responsabile della Protezione Civile
Marzio Tuttolomondo del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, ha
inviato una nota agli Enti e alle associazioni di volontariato per
creare una struttura provinciale in grado di occuparsi,
specificatamente, delle avverse condizioni meteo che si possono
verificare nel territorio, specie nella stagione invernale.
Per il Commissario la nuova struttura
dovrà essere in grado di omogeneizzare i linguaggi e definire le
procedure d'intervento nel caso si verifichi l'evento calamitoso
e per attuare i processi di pianificazione preventiva secondo le
linee guida indicate dal Dipartimento Regionale della Protezione
Civile.
L'Ente intende, quindi, inserire le
associazioni presenti nel territorio nel proprio sistema di gestione
allerte e emergenze e per fare ciò ha inviato un questionario per
conoscere e aggiornare i dati delle strutture di volontariato
presenti nella provincia, in termini di risorse umane e materiali.
2 novembre - domenica
GIORNALE DI SICILIA
RIFIUTI Gli operatori ecologici
avrebbero dovuto astenersi dal lavorare, per tutta la giornata di
domani. In settimana saranno pagati tutti gli stipendi di settembre
CI SONO I SOLDI
SCIOPERO REVOCATO
Anche stavolta è andata bene.
Nell'ultimo giorno utile per evitare una nuova emergenza igienico
sanitaria, il Comune di Agrigento, ha pagato alle ditte del
Raggruppamento temporaneo di imprese, la fattura pur i servizi di
raccolta e smaltimento dei rifiuti sobri urbani in città. Un
pagamento, anche stavolta al fotofinish, che ha permesso ai sindacati
dei lavoratori, d revocare lo sciopero proclamato tette scorse
settimane e che avrebbe dovuto svolgersi domani. Da domani le ditte,
si adopereranno per accelerare il più possibile i tempi per pagare
ai propri dipendenti lo stipendio di settembre. Una consuetudine
ormai, quella che vede contrapporsi le parti di un'infinita
vertenza rifiuti. Da un lato i comuni che pagano in ritardo e
dall'altro le imprese sempre più stremate da questa situazione. In
mezzo, i lavoratori, costretti a proclamare uno sciopero dopo l'altro
per tenere alta l'attenzione sul loro diritto allo stipendio
puntuale. Una situazione non particolarmente diversa da quella di un
mese e mezzo addietro, quando gli operatori ecologici scioperarono.
Anche in quel caso, il Comune di Agrigento, era in ritardo nel
pagamento della fattura per i servizi resi alle imprese, che di
conseguenza, non erano nelle condizioni di pagare lo stipendio ai
dipendenti In questi casi, la legge 231 prevede il pagamento entro 30
giorni per i servizi resi e la stessa Comunità europea ha più volte
richiamato gli enti locali al rispetto della direttiva in materia. Lo
sciopero previsto per domani, è stato revocato anche a Racalmuto,
Montallegro e Lampedusa ma non ad Aragona dove fino a venerdì, il
comune non aveva provveduto a saldare le spettanze alle imprese E su
Aragona si concentra in queste ore, la preoccupazione di Cgil, Cisl e
Uil di categoria. «La situazione è confusa per quanto riguarda il
pagamenti degli stipendi - spiega il segretario della Fp Cgil Alfonso
Buscemi - ma non solo per gli operatorie ecologici. Ci sono infatti
anche i dipendenti comunali a non avere certezza del loro stipendio
di ottobre non ancora percepito. Speriamo inoltre, clic noti
corrispondano al vero le voci che raccontano conte un amministratore
abbia detto ai lavoratori, che si sarebbe preferito pagare alcune
aziende private piuttosto che gli stipendi. Sarebbe una cosa molto
grave se corrispondesse al vero'. Intanto, sempre sul fronte
rifiuti, dopo l'approvazione a maggioranza, delle aliquote Fari del
Piano economico finanziario, il dibattito tornerà in Consiglio
comunale dopodomani sera.
Il tutto, mentre gli uffici comunali
stanno lavorando ad un nuovo bando annuale che vada a superare almeno
per il 2015 il sistema delle proroghe su ordinanza, mentre il
Consiglio dovrebbe avere entro novembre la possibilità di discutere
il nuovo sistema di gestione che sarà cardine nel futuro appalto
pluriennale. (AMM)
LA SICILIA
Provincia: Lauro prende il posto di
Infurnari
Cambio di commissari alla Provincia
regionale di Agrigento. Nella giornata del 31 ottobre, infatti, la
Regione Sicilia ha nominato Vincenzo Lauro, funzionario direttivo
dell'ufficio ispettivo vigilanza e controllo degli enti locali
dell'assessorato regionale Enti locali nuovo commissario dell'ex
Provincia regionale di Agrigento al posto di Benito Infurnari.
Una sostituzione «in corsa»
necessaria dopo il secco «stop» imposto al rinnovo di tutti i
commissari siciliani dall'assenza di una legge che permettesse
qualunque proroga delle figure commissariali
nominate ormai oltre un anno fa. La
nomina di Lauro e di tutti gli altri funzionari regionali è però
appunto a tempo: se nell'atto è indicata la data del prossimo
gennaio, si parla della possibilità che questi resteranno incarica
per massimo tre settimane per consentire di non lasciare senza guida
gli enti. Entro la prossima settimana, ha infatti dichiarato il
presidente
Rosario Crocetta, si dovrebbe poter
approvare all'Ars una «leggina» peri! rinnovo dei commissari, la
quale quindi, potrebbe aprire nuovamente le «porte» ai commissari
regionali al momento «scaduti» ma forse non ad Infurnari. A pesare
sulla possibilità di un nuovo incarico è infatti la legge
nazionale, che impedisce l'attribuzione di ruoli di questa natura a
perso nale in quiescienza, anche se il funzionario non ha mai
ritirato la propria disponibilità a ricoprire ancora l'incarico
alla guida del costituendo Libero Consorzio di Agrigento e si è
limitato a dire di essere in attesa di notizie da parte della
Regione. La presenza di Lauro, quindi, dovrebbe essere una
«parentesi» in questo periodo travagliato degli enti intermedi per
assicurare la continuità amministrativa.
G.S
GIAMMANCO NEL MIRINO
La notizia della convenzione con
l'Ente Parco per dare 3Omila euro al premio Empedocle ha irritato i
consiglieri comunali che chiedono al commissario di essere "più
trasparente"
E' un vero e proprio "vespaio"
quello suscitato dalla pubblicazione, da parte del nostro giornale,
dell'esistenza di una convenzione stipulata dal commissario del
Comune di Agrigento Luciana Giammanco con il Parco archeologico per
destinare 3Omila euro all'Accademia di studi mediterranei" per la
realizzazione del "Premio Empedocle".
Il consigliere comunale Giuseppe Di
Rosa si chiede" Ma come mai sono stati destinati questi soldi a
questa associazione, con quale criterio di scelta, rispettando quale
regolamento? Possibile che ad Agrigento neppure il commissariamento
fermi questa gente? Lunedì nel corso della conferenza stampa già in
programma approfondirò sull'argomento invitando la magistratura ad
aprire una indagine". Le accuse al commissario riguardano
soprattutto la mancata "trasparenza" nelle scelte rispetto
all'Aula.
"Quando chiedemmo alla dott.
Giammanco di partecipare al dibattito in aula sulle aliquote di Imu,
Tasi e Tari spiega Alessandro Patti, Ncd -,ha ritenuto opportuno
non presenziare in Aula sostenendo, si ricorderà, che il suo era un
ruolo tecnico e non politico. Nonostante queste premesse continua
Patti Giammanco ha deciso in solitaria la reviviscenza della
Fondazione Teatro nonostante il 'congelamento' operato da Zambuto
(sebbene stima io esprima per la figura di Pippo Flora) e adesso
sempre bypassando il parlamento cittadino, opera pesanti scelte
politiche, quali quelle inerenti la destinazione dei fondi stornati
dall'Ente Parco. La misura è pressoché colma. Mi auguro che
Giammanco -
conclude - voglia rapidamente tornare
sui propri passi ed annullare tutti gli atti politici da ella posti
in essere in assenza di qualsivoglia concertazione e confronto col
Consiglio Comunale. In mancanza, non rimarrà che considerare
l'ipotesi di iniziative forti ed eclatanti".
"Ho appreso dal giornale
dell'esistenza di questa convenzione spiega il presidente del
Consiglio comunale Carmelo Settembrino . Credo che sia necessario
che ci sia più collegialità da parte del commissario nelle scelte
di questo tipo, coinvolgendo il Consiglio comunale e ascoltando il
suo indirizzo. Ritengo conclude che se ne parlerà in
conferenza dei capigruppo per la redazione di un atto congiunto".
"Sto facendo vagliare da un legale se
gli atti portati avanti dal commissario, come la nomina del direttore
della Fondazione, gli incarichi per la Sagra ecc, sono legittimi
spiega Simone Gramaglia, Forza Italia -. Credo, comunque, che non sia
più sostenibile l'utilizzo delle risorse provenienti dallo
sbigliettamento della Valle per finanziare feste e convegni".
GIOACCHINO SCHICCHI
Da martedì una violenta ondata di
maltempo Prime piogge già oggi, poi il peggioramento nel Nord-ovest
d'Italia: allerta a Genova. Mercoledì l'arrivo in Sicilia
ROMA. «La nuova settimana si prospetta
decisamente turbolenta sull'Italia, che sarà nuovamente bersaglio
del maltempo», lo annuncia il meteorologo di 3bmeteo.com Edoardo
Ferrara, che spiega: " Si conferma l'arrivo di una intensa
perturbazione atlantica sul Mediterraneo occidentale, che darà vita
ad un vortice ciclonico in prossimità delle Baleari. Il tempo sarà
dunque destinato a peggiorare anche sull'Italia a partire dai
settori occidentali, con episodi anche di forte maltempo».
Domani «le prime piogge raggiungeranno
il Nordovest prosegue l'esperto
mentre altrove prevarrà ancora il
bel tempo sebbene con nubi in progressivo aumento sui versanti
tirrenici. Ma sarà da martedì che il maltempo entrerà nel vivo
sempre sul Nordovest, dove sono attese piogge anche particolarmente
intense; attenzione soprattutto a Liguria e Piemonte, dove non
escludiamo nubifragi con picchi pluviometrici anche superiori ai
60-70mm in meno di 6 ore. La situazione dunque è potenzialmente
delicata sul fronte idrogeologico. Piogge e rovesci raggiungeranno
anche l'alta Toscana ed in generale il Nordest, concentrandosi
tuttavia maggiormente su fascia prealpina e Friuli Venezia Giulia in
generale».
«Da mercoledì il maltempo guadagnerà
terreno anche su tirreniche ed Isole maggiori avverte Ferrara
con temporali anche intensi dapprima su Sardegna e Toscana, poi anche
Sicilia e Lazio, specie sulle coste; piogge in graduale
intensificazione pure sui versanti ionici, specie calabresi. Nei
giorni a seguire il peggioramento coinvolgerà gradualmente anche il
resto del Paese, con ancora una volta possibilità di piogge intense
in particolare al Sud, mentre il medio versante adriatico dovrebbe
risultare più riparato con fenomeni più occasionali».
«Si attiveranno inoltre intensi venti
di Scirocco entro martedì - conclude l'esperto che
soffieranno su tutti i nostri mari con raffiche anche superiori agli
80-YOkrn/h su Tirreno e Sardegna; sarà possibile anche il ritorno
dell'acqua alta a Venezia».
Il Comune di Genova, in relazione al
possibile peggioramento delle condizioni meteorologiche, ha riunito
il Comitato operativo comunale per «predisporre le misure di
prevenzione che potranno rendersi necessarie in caso di allerta
emanata dalla Protezione civile regionale». Ne informa lo stesso
Comune di Genova relativamente all'annunciato peggioramento delle
condizioni meteo che dovrebbero concretizzarsi tra lunedì e martedì
con considerevoli precipitazioni.
«Molte azioni - spiega il Comune -
sono già in corso: costante monitoraggio delle situazioni a rischio,
pulizia di tombini, caditoie e alveo dei torrenti, predisposizione
delle condizioni per l'immediata attuazione delle misure previste
in caso di dichiarata allerta con particolare riferimento a scuole e
parchi».
E allerta anche in Piemonte, dove
l'ondata di maltempo fa rivivere l'incubo dell'alluvione del
'94, della quale ricorre proprio in questi giorni il ventennale.
R. FAT.
Agrigentonotizie
PROVINCIA REGIONALE AGRIGENTO,
SCADUTO IL MANDATO DI INFURNARI
Ad Agrigento provvisoriamente le
redini sono state così affidate a Vincenzo Lauro. Si tratta di una
impostazione transitoria che il Governo pensa di mantenere in piedi
al massimo per due o tre settimane
Sono scaduti i mandati per i commissari
delle Province regionali, e così anche ad Agrigento Benito Infurnari
ha dovuto lasciare il suo incarico. Una soluzione tampone, resa
complicata dal fatto che in questo momento formalmente non c'è
neppure un assessore regionale agli enti locali, è stata comunque
individuata dal presidente Crocetta e dal dirigente del settore,
costretti a muoversi in un corridoio giuridico abbastanza stretto.
Dieci funzionari regionali affiancheranno i dirigenti ancora in
servizio nelle amministrazioni provinciali e in presenza di
provvedimenti urgenti e necessari potranno firmare provvedimenti in
qualità di commissario ad a.
Ad Agrigento provvisoriamente le redini
sono state così affidate a Vincenzo Lauro. Si tratta di una
impostazione transitoria che il Governo pensa di mantenere in piedi
al massimo per due o tre settimane in modo da scongiurare il vuoto,
che non ci sia nessuno alla guida degli enti che viaggiano verso la
soppressione in toto.
3 novembre - lunedì
GIORNALE DI SICILIA
SantoStefano
Passa al comune l'ex preventorio
«GB Peruzzo»
Uno spazio destinato per attività di
carattere sociale, per allestimento di mostre e rassegne di arte, per
la costituzione dell'archivio storico, per uffici distaccati per
servizi turistici sarà realizzato a Santo Stefano Quisquina grazie
alla cessione di parte di un immobile di proprietà del Libero
Consorzio Comunale di Agrigento, l''Ex Preventorio G.B.Peruzzo".
Per realizzare la nuova struttura è stato sottoscritto un contratto
di concessione in comodato d'uso dal Commissario Straordinario
dell'ente Benito Infurnari e dal sindaco di Santo Stefano Quisquina
Francesco Cacciatore. L'immobile resterà a disposizione del comune
di Sante Stefano Quisquina, che si obbliga ad effettuare, a propria
cura e spese, gli interventi necessari di manutenzione ordinaria e
straordinaria e al mantenimento in buono stato dell'immobile, gli
adeguamenti degli impianti, il mutamento di destinazione d'uso e
tutto quanto occorrente per l'agibilità dei locali per quindici
anni. (TC)
IL FUNZIONAMENTO DELLO STATO
L'ANALISI
Di Lelio Cusimano
«MANCANO I DECRETIATTUATIVI META' DELLE LEGGI RESTA
INAPPLICATA»
Se tre indizi fanno una prova ormai
siamo all'assioma, al principio cioè che si accetta senza
discussione. La legislazione italiana che finora ha peccato di
eccessi (nulla si fa se non si legifera) è venuta via mutando
nell'ultimo decennio, fino ad assumere una veste diversa da quella
che la Costituzione le assegna. Da qualche anno non rilevano tanto i
contenuti, quanto piuttosto gli effetti che si generano con
l'applicazione o meno di una legge.
Non si tratta di una dotta
disquisizione tra raffinati giuristi, ma piuttosto dell'impatto su
tutti noi cittadini che, inconsapevolmente, subiamo le conseguenze di
scelte maturate nelle segrete camere della burocrazia pasticciona o
della politica involuta.
E sempre più diffusa la prassi cli
bloccare l'iter di leggi in vigore, rallentando il varo delle
relative norme di attuazione. Soltanto il 53% delle leggi approvate
dagli ultimi tre governi (Monti, Letta e Renzi) è pienamente
operativo a causa di quell'armamentario di passaggi, intese e
concertazioni che fa la felicità (e la forza) delle burocrazie.
Ancora mancano all'appello 429 provvedimenti attuativi, dei quali
ben 189 hanno già superato il termine di approvazione (Il Sole24
Ore). Non stiamo parlando di dettagli tecnici, ma di passaggi
necessari a dare attuazione a leggi, come la riforma "montiana"
del lavoro o le semplificazioni Fiscali dello stesso governo, ma
anche a provvedimenti del governo Letta sui pagamenti della pubblica
amministrazione, sulla istruzione e sulla cosiddetta legge del fare.
Neanche il governo Renzi si è sottratto a questa tagliola, con le
leggi sulla casa, l'Irpef e la cultura. C'è poi un'altra
modalità di "uso" delle leggi; consiste nello sfruttare tutte le
opportunità - e sono davvero tante - offerte dai regolamenti
anacronistici delle Camere o dal bicameralismo perfetto, quel
meccanismo che impone di discutere e votare due volte, alla Camera ed
al Senato, la stessa misura. Secondo Michele Ainis, editorialista del
Corriere della Sera, buon senso vorrebbe che prima si procedesse
all'approvazione delle norme costituzionali per superare ad esempio
il bicameralismo, poi dei regolamenti parlamentari per schiacciare il
mostro a nove teste dell'ostruzionismo parlamentare ed infine della
legge elettorale. Ma priorità della politica sono altre. La riforma
costituzionale, approvata a rischio delle ferie dei senatori, langue
ancora nei cassetti; il nuovo regolamento della Camera dopo un anno
di lavoro è sepolto sotto una montagna di 300 emendamenti e la
stessa legge elettorale, che con una sola Camera sarebbe già legge
dello Stato dal 12 marzo scorso, deve invece superare il vaglio del
Senato.
C'è infine una terza fattispecie,
particolarmente curiosa: è quella delle leggi pienamente in vigore
ma che tuttavia non trovano applicazione. Consideriamo ad esempio la
cronaca recente. Da qualche a tempo a questa parte, i milanesi
"poveri" hanno scoperto sulla propria pelle il fenomeno
dell'occupazione abusiva delle case. La legge statale 80 del maggio
scorso (misure urgenti per l'edilizia abitativa) prescrive però
che chiunque occupi abusivamènte una casa non possa chiedere né la
residenza né l'allacciamento ai servizi di luce, acqua e gas.
«Perché - si chiede il ministro alle infrastrutture Lupi - prefetti
e sindaci non intervengono?». Già, perché?
Questo Giornale qualche giorno fa
segnalava l'anomalia del cosiddetto parametro Isee. un indicatore
della situazione economica familiare utilizzato per agevolare, con
tagli ed abbattimenti, l'accesso ai servizi pubblici. Il beneficio,
che dovrebbe riguardare le classi meno abbienti, si è esteso però
al 29% delle famiglie italiane ed addirittura al 61% di quelle
siciliane e campane. Il problema era stato già affrontato dal
governo Monti, intervenuto a modificare il criterio
dell'autocertificazione senza controlli successivi. Oggi persino la
Cgil riconosce che esiste «qualche abuso» nell'applicazione
dell'Isee, che lo stesso sindacato quota in circa 2 miliardi di
euro all'anno. Bene la legge Monti, che ha cambiato i criteri per
accedere all'indicatore Isee, resta inapplicata dal 2011 (decreto
salva Italia).
Ma con la legge del 2010 che ha
riscritto il codice della strada arriviamo al paradosso. Chiusa una
automobile intestata ad altra persona per più di 30 giorni
consecutivi (ma come si dimostra che sto usando un'auto da più di
30 giorni?), "deve" fare registrare il proprio nominativo sulla
carta di circolazione. Ebbene la fervida fantasia burocratica, scrive
Sergio Rizzo sul Corriere della Sera di ieri, ha "spiegato" una
norma di Sette righe con due circolari da 65 pagine totali. Inutile
chiedersi perché la legge non trovi attuazione.
Se volessimo riportare il tema
all'ambito siciliano dovremmo chiedere un supplemento di spazio; ci
limitiamo quindi a richiamare alcune perle. La Regione, per colmare
le necessità di personale, applica l'interpello; uno strumento
arcaico che affida alla volontà del lavoratore la decisione di
accettare il trasferimento. Il principio della volontarietà è stato
cancellato dal Parlamento che prevede lo spostamento obbligatorio in
un raggio di 50 chilometri. Il Parlamento siciliano ha abrogato
l'interpello già nel 2010; peccato che da allora il presidente
della Regione non abbia trovato il tempo di varare le norme
attuative. Una informazione a margine. Il governo regionale avrebbe
dovuto depositare per obbligo di legge, entro il 20 luglio, il
documento di programmazione economica (DEF) ed, entro il 15ottobre,
il bilancio 2015. Non se ne è fatto nulla. Ma chi bada più a queste
quisquilie?
LA SICILIA
LIBERO CONSORZIO
Rc auto, invariata quota provinciale
Rc auto, la quota provinciale rimane
invariata. Tra gli ultimi atti firmati dall'ormai ex commissario
del Libero Consorzio, Benito Infurnari (il cui mandato è scaduto
venerdì scorso) infatti, c'è la conferma dell'aliquota del 16
per cento dell'imposta sulle assicurazioni per la responsabilità
civile. Un atto praticamente dovuto, dato che in un momento di
estrema difficoltà per l'ente intermedio non può rinunciare alle
sue già scarse fondi tributarie a questa si aggiunge, ad
esempio, il tributo unico per i rifiuti Ad aumentare per la prima
volta del 3,5 per cento l'aliquota (prima era al 12,5) era stato il
presidente Eugenio D'Orsi che attraverso questo provvedimento
puntava ad incassare circa 2 milioni di euro in più ogni anno, Un
provvedimento che non ebbe vita facile, dato che nel 2012 venne prima
bocciato dal Consiglio provinciale di Agrigento e poi, lo scorso
anno, trovò lo scoglio della Corte Costituzionale che aveva ritenuto
illegittimo, da parte delle Regioni, consentire alle Province di
agire sull'aliquota.
Museo al Comune, ma chiude
L'Amministrazione Di Paola si sta
muovendo per distaccarvi due dipendenti, ma per perfezionare il tutto
bisognerà attendere ancora qualche settimana.
La gestione della Casa museo Scaglione
passa dall'assessorato regionale ai beni culturali al Comune, che
non ha però la disponibilità di personale adeguato. Da oggi rimarrà
probabilmente chiuso l'unico spazio museale del centro urbano,
L'ente avrebbe chiesto una proroga alla Soprintendenza, ma al
momento non ci sono risposte. Strano destino quello della seconda
città del territorio provinciale, destinataria con una legge di una
sede museale regionale, ma da quasi 20 anni incapace di fornire alla
Regione i locali per realizzare tale spazio espositivo. La Casa museo
Scaglione, prezioso palazzo gentilizio che contiene numerose opere
d'arte, donate alla città dal proprietario, lo scorso giugno è
stata riaperta per la terza volta in 25 anni dopo lavori e
adeguamenti vari, Dopo il periodo di gestione a cura del personale
dei Beni culturali, arriva la prevista cessione al comune attraverso
una disposizione di servizio che impone ai custodi della
Soprintendenza il trasferimento, dal primo novembre, all'antiquarium
di San Calogero, sempre gestito dall'assessorato regionale ai beni
culturali, L'assessore comunale Salvatore Monte conferma che il
Comune si sta organizzando, che in una prima fase saranno assegnati
alla Casa Museo due dipendenti comunali, selezionati tra quelli in
grado di fornire informazioni in lingua inglese, ma occorre attendere
ancora qualche settimana. C'è particolare attenzione su questo
aspetto, l'amministrazione comunale sa che non può più di
ripetere le tante brutte figure fatte con la ex chiesa Santa
Margherita, spesso chiusa perché i custodi comunali sono in malattia
o rimangono a casa perché non hanno l'integrazione oraria. La
stessa organizzazione di eventi all'interno dell'ex chiesa Santa
Margherita spesso deve scontare seri problemi operativi che impongono
a chi fa mostre o iniziative artistiche, di mettere a disposizione
operai, elettricisti o personale vario che si sostituisce a quello
comunale. Casa Museo Scaglione dunque al Comune, che non è però
ancora pronto. Monte ci riferisce che in prospettiva si punta ad una
fase nuova che lui chiama di valorizzazione, con personale che potrà
garantire una gestione professionale. All'orizzonte c'è la
previsione del pagamento di un ticket ed è facile ipotizzare
l'affidamento in gestione ad un'organizzazione privata attraverso
bando pubblico. All'orizzonte non c'è nient'altro per una
città che punta sulla valorizzazione delle risorse artistiche e
monumentali: il Museo regionale può attendere e con esso rimangono
nei magazzini le tante opere d'arte ritrovate in città nel corso
dei secoli.
GIUSEPPE RECCA
Infoagrigento
Ex provincia regionale di Agrigento,
finisce il mandato di Infurnari
Benito Infurnari non è più
commissario straordinario della ex Provincia Regionale di Agrigento,
ridenominata poi Libero Consorzio dei Comuni; scaduto il mandato, sia
ad Agrigento che negli altri capoluoghi, la Regione Siciliana ha
provveduto a nominare al posto dei commissari alcuni funzionari
regionali, i quali affiancheranno i dirigenti ancora in servizio nei
vari enti provinciali.
Una soluzione provvisoria, in mancanza
sia dell'assessore regionale agli Enti Locali, per via della
mancata (al momento) assegnazione delle deleghe di Crocetta alla sua
nuova giunta, e sia per via di un certo caos sulla riforma delle
Province a livello regionale, la quale formalmente le ha abolite ma
ancora non ha trovato una soluzione alternativa definitiva.
Per cui, scaduti i mandati dei
commissari, che hanno assunto le funzioni in mano ai presidenti delle
province, ed in assenza di piena attività dell'assessorato e di
una specifica legge di riforma, l'unica soluzione era quella della
nomina non di nuovi commissari, bensì, per l'appunto, di
funzionari regionale che assistono al lavoro dei dirigenti.
Ad Agrigento arriva Vincenzo Lauro:
sarà lui a coordinare il lavoro dell'ente. Da Palermo, si apprende
come questa soluzione sia comunque provvisoria e non si vuole andare
oltre le tre settimane; ma al momento, regna una certa confusione ed
in molti alberga il dubbio che in realtà lo 'stallo' nelle ex
province regionali perdurerà ancora molte settimane.