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Rassegna stampa dell'1 - 2- 3 novembre 2014

1 novembre - sabato

LA SICILIA

EX PROVINCIA REGIONALE. L'incarico di commissario, scaduto ieri, non verrà prorogato Infurnari: fine mandato


Da stamattina l'ex Provincia regionale di Agrigento, oggi costituendo Libero Consorzio, è senza guida amministrativa (per quanto commissariale) e nei prossimo futuro dovrà dire quantomeno "arrivederci" a Benito Infurnari. L'incarico affidato nei giugno del 2013 all'ex funzionario, poi prorogato a febbraio e di nuovo a giugno ma del 2014, infatti, è scaduto ieri (insieme a quelli di tutti gli altri commissari regionali) e, da quanto è emerso, non potrà essere riconfermato.
Ad affermano, mettendolo "nero su bianco", è stato il dirigente regionale del dipartimento delle autonomie locali, Giuseppe Morale, che durante una riunione della prima commissione Ars ha sostenuto la non prorogabilità degli incarichi e soprattutto l'impossibilità di nominare soggetti in pensione.
«In relazione ai temi trattati — dichiara Morale — si evidenziano due temi: la necessità di procedere alla nomina di nuovi commissari straor— dinari in sostituzione di quelli nominati ai sensi della legge regionale 8 del 2004, che decadranno il prossimo 31 ottobre 2014, mentre il secondo attiene alla circostanza che l'amministrazione regionale già applica la norma contenuta nel decreto Renzi che vieta il conferimento di incarichi a soggetti in quiescenza».
«Il mio incarico scade domani (oggi per chi legge) - ha dichiarato Infurnari -, e non vi è possibilità di una mia gestione in proroga, quindi dal primo di novembre non avrò più alcuna responsabilità".
La palla passerà ora quindi alla Presidenza delle Regione, che dovrà riaprire la partita tutta politica delle nomine dei commissari che dovranno accompagnare gli enti intermedi in un accidentato e incerto cammino di riforma. E' possibile che la Regione decida di seguire al momento una soluzione di comodo, nominando dei commissari ad acta e solo in un secondo momento dei commissari straordinari che, insieme ai sindaci, dovranno costituire gli organi politici (in caso fosse questa la strada seguita da un punto di vista della struttura della riforma) dei nuovi consorzi.
Un periodo di instabilità che andrà a peggiorare una situazione già di per sé non rosea: il 31 dicembre, infatti, scadrà la proroga dei contratti dei precari della Provincia regionale di Agrigento, un ente che in questi due anni si è impoverito a causa dei taglio orizzontale dei finanziamenti statali e regionali.
G. SCHICCHI

Liti in maggioranza e Crocetta aggiorna il vertice a lunedì I dissidenti di Articolo 4: «Caleca indicato da Leanza noi non siamo in giunta».
 E vogliono un posto Udc

LILLO MICELI
PALERMO. Scampata la sfiducia, martedì prossimo il presidente della Regione, Rosario Crocetta, insedierà il suo terzo governo. Nel frattempo, gli uffici completeranno I esame su eventuali cause di incompatibilità o inconferibilità dei singoli assessori. Nei giorni scorsi era venuta a galla la presunta incompatibilità di Giovanni Pizzo Udc), assessore in pectore alle Infrastrutture e Mobilità, ma sembra che il caso si sia ridimensionato, mentre si starebbe ancora esaminando la posizione di Maurizio Croce, che dovrebbe andare al Territorio e Ambiente in quota Pdr, essendo stato finora commissario governativo per il risanamento del dissesto idrogeologico per la Puglia, Calabria e Sicilia. Per fare il punto sulla situazione e per l'attribuzione delle deleghe, il presidente della Regione, Crocetta, ieri mattina ha convocato un vertice di maggioranza, a Palazzo d'Orleans. C'erano: Luca Sammartino e Valeria Sudano per Articolo 4, Giovanni Pistorio e Mimmo Turano per Udc, Michele Cimino e Salvatore Cardinale per il Pdr, Beppe Lumia e Giovanni Di Giacinto per il Megafono, Baldo Gucciardi e Giuseppe Lupo per il Pd. Era assente, invece, Lino Leanza, finora incontrastato leader di Articolo 4, entrato in rotta di collisione con cinque degli undici deputati del movimento, dopo la designazione del penalista palermitano Nino Caleca alla carica di assessore alle Risorse agroalimentari in sostituzione di Ezechia Paolo Reale. Leanza non ha partecipato al vertice per evitare di rinfocolare le polemiche, ma anche perché "proprietario" di Articolo 4, da atto notarile, risulta Sammartino.
E Sammartino, all'inizio della riunione, ha subito messo le carte in tavola: noi di Articolo 4 non siamo rappresentati in giunta, Caleca - che è persona di grande valore - è stato indicato da Leanza. Una presa di posizione che rischia di mettere in discussione il Crocetta ter ancora prima che si metta al lavoro Il presidente onorario del Pdr, Salvatore Cardinale, ha cercato di smussare gli angoli sostenendo che Caleca non può essere considerato espressione di una singola forza politica o di un «Articolo 4bis», cioè al gruppo rimasto al fianco di Leanza, ma dell'intera compagine di maggioranza E, comunque, secondo Cardinale, i partiti devono uscire dalla logica che le deleghe assegnate agli assessori siano di proprietà dei partiti che li hanno designati. Perché i problemi da affrontare sono tali e tanti che bisogna fare tutti squadra.
Ma Valeria Sudano ha insistito per ottenere un assessore che sia espressione di Articolo 4, ovvero di Sammaftino & C., proponendo di toglierne uno all'Udc che ne ha due e sarebbe sovradimensionata rispetto alla propria rappresentanza parlamentare, considerato che con nove deputati ha due assessori, oltre la presidenza dell'Ars. Richiesta alla quale, ovviamente, si sono opposti Pistorio e Turano, i quali hanno rilevato che la loro rappresentanza in giunta è figlia di un accordo sancito a Roma e legittimato dal fatto che l'Udc, con Ed e Megafono, ha sostenuto Crocetta in campagna elettorale.
Per Articolo 4 potrebbero esserci delle compensazioni nel sottogoverno, per esempio l'Ircac. Sammartino, Sudano, Ruggirello, Nicotra e Anselmo, però chiedono di entrare nella stanza dei bottoni, ossia in giunta Il presidente della Regione, Crocetta, che ha sostenuto di non volere perdere il sostegno del gruppo che finora ha sempre avuto in Lino Leanza, il punto di riferimento, ha convocato una nuova riunione di maggioranza per lunedì.
«Adesso — ha dichiarato da Roma il segretario del Pd, Fausto Raciti — si deve governare Abbiamo dimostrato che il problema non erano i cuperliani. Bisogna riprendere il dialogo con la società»


Agrigentoflash
Provincia, via Infurnari. Arriva un funzionario Vincenzo Lauro
 
Sono scaduti i mandati per i Commissari delle Province siciliane, in assenza di una legge che prometta proroghe, e mentre la riforma che dovrebbe dare vita ai nuovi consorzi di Comuni resta "paralizzata" all'Ars. Così ieri è scattata l'emergenza, complicata dal fatto che in questo momento formalmente non c'è neppure un assessore regionale agli Enti Locali, in attesa che venga nominato dal governatore Rosaio Crocetta. Alla fine lo stesso Crocetta e il dirigente degli Enti Locali, Giuseppe Morale, hanno individuato una soluzione transitoria: nove funzionari regionali affiancheranno i dirigenti ancora in servizio delle Province, e quanto imposto da urgenza e necessità, potranno firmare provvedimenti in qualità di commissario ad acta. Ad Agrigento fine mandato per Benito Infurnari. Arriva il funzionario Vincenzo Lauro. Si tratta di una soluzione che il Governo pensa di mantenere due o al massimo tre settimane. Poi dovrebbe essere approvata la legge per rinnovare i commissari e dare priorità all'ultimo atto della riferma delle Province per fare partire definitivamente i liberi consorzi. Al momento sono stati nominati i funzionari che "reggeranno" le Province fino a nuove disposizioni.

Sicilia24h
Una struttura provinciale creata per gestire le avverse condizioni meteo
 
Il Commissario Straordinario Benito Infurnari, di concerto con il responsabile della Protezione Civile Marzio Tuttolomondo del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, ha inviato una nota agli Enti e alle associazioni di volontariato per creare una struttura provinciale in grado di occuparsi, specificatamente, delle avverse condizioni meteo che si possono verificare nel territorio, specie nella stagione invernale.
Per il Commissario la nuova struttura dovrà essere in grado di omogeneizzare i linguaggi e definire le procedure d'intervento nel caso si verifichi l'evento calamitoso e per attuare i processi di pianificazione preventiva secondo le linee guida indicate dal Dipartimento Regionale della Protezione Civile.
L'Ente intende, quindi, inserire le associazioni presenti nel territorio nel proprio sistema di gestione allerte e emergenze e per fare ciò ha inviato un questionario per conoscere e aggiornare i dati delle strutture di volontariato presenti nella provincia, in termini di risorse umane e materiali.


2 novembre - domenica
GIORNALE DI SICILIA
RIFIUTI Gli operatori ecologici avrebbero dovuto astenersi dal lavorare, per tutta la giornata di domani. In settimana saranno pagati tutti gli stipendi di settembre

CI SONO I SOLDI
SCIOPERO REVOCATO
 Anche stavolta è andata bene. Nell'ultimo giorno utile per evitare una nuova emergenza igienico sanitaria, il Comune di Agrigento, ha pagato alle ditte del Raggruppamento temporaneo di imprese, la fattura pur i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti sobri urbani in città. Un pagamento, anche stavolta al fotofinish, che ha permesso ai sindacati dei lavoratori, d revocare lo sciopero proclamato tette scorse settimane e che avrebbe dovuto svolgersi domani. Da domani le ditte, si adopereranno per accelerare il più possibile i tempi per pagare ai propri dipendenti lo stipendio di settembre. Una consuetudine ormai, quella che vede contrapporsi le parti di un'infinita vertenza rifiuti. Da un lato i comuni che pagano in ritardo e dall'altro le imprese sempre più stremate da questa situazione. In mezzo, i lavoratori, costretti a proclamare uno sciopero dopo l'altro per tenere alta l'attenzione sul loro diritto allo stipendio puntuale. Una situazione non particolarmente diversa da quella di un mese e mezzo addietro, quando gli operatori ecologici scioperarono. Anche in quel caso, il Comune di Agrigento, era in ritardo nel pagamento della fattura per i servizi resi alle imprese, che di conseguenza, non erano nelle condizioni di pagare lo stipendio ai dipendenti In questi casi, la legge 231 prevede il pagamento entro 30 giorni per i servizi resi e la stessa Comunità europea ha più volte richiamato gli enti locali al rispetto della direttiva in materia. Lo sciopero previsto per domani, è stato revocato anche a Racalmuto, Montallegro e Lampedusa ma non ad Aragona dove fino a venerdì, il comune non aveva provveduto a saldare le spettanze alle imprese E su Aragona si concentra in queste ore, la preoccupazione di Cgil, Cisl e Uil di categoria. «La situazione è confusa per quanto riguarda il pagamenti degli stipendi - spiega il segretario della Fp Cgil Alfonso Buscemi - ma non solo per gli operatorie ecologici. Ci sono infatti anche i dipendenti comunali a non avere certezza del loro stipendio di ottobre non ancora percepito. Speriamo inoltre, clic noti corrispondano al vero le voci che raccontano conte un amministratore abbia detto ai lavoratori, che si sarebbe preferito pagare alcune aziende private piuttosto che gli stipendi. Sarebbe una cosa molto grave se corrispondesse al vero'. Intanto, sempre sul fronte rifiuti, dopo l'approvazione a maggioranza, delle aliquote Fari del Piano economico finanziario, il dibattito tornerà in Consiglio comunale dopodomani sera.
Il tutto, mentre gli uffici comunali stanno lavorando ad un nuovo bando annuale che vada a superare almeno per il 2015 il sistema delle proroghe su ordinanza, mentre il Consiglio dovrebbe avere entro novembre la possibilità di discutere il nuovo sistema di gestione che sarà cardine nel futuro appalto pluriennale. (AMM)

LA SICILIA

Provincia: Lauro prende il posto di Infurnari
 
Cambio di commissari alla Provincia regionale di Agrigento. Nella giornata del 31 ottobre, infatti, la Regione Sicilia ha nominato Vincenzo Lauro, funzionario direttivo dell'ufficio ispettivo vigilanza e controllo degli enti locali dell'assessorato regionale Enti locali nuovo commissario dell'ex Provincia regionale di Agrigento al posto di Benito Infurnari.
Una sostituzione «in corsa» necessaria dopo il secco «stop» imposto al rinnovo di tutti i commissari siciliani dall'assenza di una legge che permettesse qualunque proroga delle figure commissariali
nominate ormai oltre un anno fa. La nomina di Lauro e di tutti gli altri funzionari regionali è però appunto a tempo: se nell'atto è indicata la data del prossimo gennaio, si parla della possibilità che questi resteranno incarica per massimo tre settimane per consentire di non lasciare senza guida gli enti. Entro la prossima settimana, ha infatti dichiarato il presidente
Rosario Crocetta, si dovrebbe poter approvare all'Ars una «leggina» peri! rinnovo dei commissari, la quale quindi, potrebbe aprire nuovamente le «porte» ai commissari regionali al momento «scaduti» ma forse non ad Infurnari. A pesare sulla possibilità di un nuovo incarico è infatti la legge nazionale, che impedisce l'attribuzione di ruoli di questa natura a perso nale in quiescienza, anche se il funzionario non ha mai ritirato la propria disponibilità a ricoprire ancora l'incarico alla guida del costituendo Libero Consorzio di Agrigento e si è limitato a dire di essere in attesa di notizie da parte della Regione. La presenza di Lauro, quindi, dovrebbe essere una «parentesi» in questo periodo travagliato degli enti intermedi per assicurare la continuità amministrativa.
G.S

GIAMMANCO NEL MIRINO
La notizia della convenzione con l'Ente Parco per dare 3Omila euro al premio Empedocle ha irritato i consiglieri comunali che chiedono al commissario di essere "più trasparente"

E' un vero e proprio "vespaio" quello suscitato dalla pubblicazione, da parte del nostro giornale, dell'esistenza di una convenzione stipulata dal commissario del Comune di Agrigento Luciana Giammanco con il Parco archeologico per destinare 3Omila euro all'Accademia di studi mediterranei" per la realizzazione del "Premio Empedocle".
Il consigliere comunale Giuseppe Di Rosa si chiede" Ma come mai sono stati destinati questi soldi a questa associazione, con quale criterio di scelta, rispettando quale regolamento? Possibile che ad Agrigento neppure il commissariamento fermi questa gente? Lunedì nel corso della conferenza stampa già in programma approfondirò sull'argomento invitando la magistratura ad aprire una indagine". Le accuse al commissario riguardano soprattutto la mancata "trasparenza" nelle scelte rispetto all'Aula.
"Quando chiedemmo alla dott. Giammanco di partecipare al dibattito in aula sulle aliquote di Imu, Tasi e Tari — spiega Alessandro Patti, Ncd -,ha ritenuto opportuno non presenziare in Aula sostenendo, si ricorderà, che il suo era un ruolo tecnico e non politico. Nonostante queste premesse — continua Patti — Giammanco ha deciso in solitaria la reviviscenza della Fondazione Teatro nonostante il 'congelamento' operato da Zambuto (sebbene stima io esprima per la figura di Pippo Flora) e adesso sempre bypassando il parlamento cittadino, opera pesanti scelte politiche, quali quelle inerenti la destinazione dei fondi stornati dall'Ente Parco. La misura è pressoché colma. Mi auguro che Giammanco -
conclude - voglia rapidamente tornare sui propri passi ed annullare tutti gli atti politici da ella posti in essere in assenza di qualsivoglia concertazione e confronto col Consiglio Comunale. In mancanza, non rimarrà che considerare l'ipotesi di iniziative forti ed eclatanti".
"Ho appreso dal giornale dell'esistenza di questa convenzione — spiega il presidente del Consiglio comunale Carmelo Settembrino —. Credo che sia necessario che ci sia più collegialità da parte del commissario nelle scelte di questo tipo, coinvolgendo il Consiglio comunale e ascoltando il suo indirizzo. Ritengo — conclude — che se ne parlerà in conferenza dei capigruppo per la redazione di un atto congiunto".
"Sto facendo vagliare da un legale se gli atti portati avanti dal commissario, come la nomina del direttore della Fondazione, gli incarichi per la Sagra ecc, sono legittimi — spiega Simone Gramaglia, Forza Italia -. Credo, comunque, che non sia più sostenibile l'utilizzo delle risorse provenienti dallo sbigliettamento della Valle per finanziare feste e convegni".
GIOACCHINO SCHICCHI

Da martedì una violenta ondata di maltempo Prime piogge già oggi, poi il peggioramento nel Nord-ovest d'Italia: allerta a Genova. Mercoledì l'arrivo in Sicilia


ROMA. «La nuova settimana si prospetta decisamente turbolenta sull'Italia, che sarà nuovamente bersaglio del maltempo», lo annuncia il meteorologo di 3bmeteo.com Edoardo Ferrara, che spiega: " Si conferma l'arrivo di una intensa perturbazione atlantica sul Mediterraneo occidentale, che darà vita ad un vortice ciclonico in prossimità delle Baleari. Il tempo sarà dunque destinato a peggiorare anche sull'Italia a partire dai settori occidentali, con episodi anche di forte maltempo».
Domani «le prime piogge raggiungeranno il Nordovest — prosegue l'esperto
— mentre altrove prevarrà ancora il bel tempo sebbene con nubi in progressivo aumento sui versanti tirrenici. Ma sarà da martedì che il maltempo entrerà nel vivo sempre sul Nordovest, dove sono attese piogge anche particolarmente intense; attenzione soprattutto a Liguria e Piemonte, dove non escludiamo nubifragi con picchi pluviometrici anche superiori ai 60-70mm in meno di 6 ore. La situazione dunque è potenzialmente delicata sul fronte idrogeologico. Piogge e rovesci raggiungeranno anche l'alta Toscana ed in generale il Nordest, concentrandosi tuttavia maggiormente su fascia prealpina e Friuli Venezia Giulia in generale».
«Da mercoledì il maltempo guadagnerà terreno anche su tirreniche ed Isole maggiori — avverte Ferrara — con temporali anche intensi dapprima su Sardegna e Toscana, poi anche Sicilia e Lazio, specie sulle coste; piogge in graduale intensificazione pure sui versanti ionici, specie calabresi. Nei giorni a seguire il peggioramento coinvolgerà gradualmente anche il resto del Paese, con ancora una volta possibilità di piogge intense in particolare al Sud, mentre il medio versante adriatico dovrebbe risultare più riparato con fenomeni più occasionali».
«Si attiveranno inoltre intensi venti di Scirocco entro martedì - conclude l'esperto — che soffieranno su tutti i nostri mari con raffiche anche superiori agli 80-YOkrn/h su Tirreno e Sardegna; sarà possibile anche il ritorno dell'acqua alta a Venezia».
Il Comune di Genova, in relazione al possibile peggioramento delle condizioni meteorologiche, ha riunito il Comitato operativo comunale per «predisporre le misure di prevenzione che potranno rendersi necessarie in caso di allerta emanata dalla Protezione civile regionale». Ne informa lo stesso Comune di Genova relativamente all'annunciato peggioramento delle condizioni meteo che dovrebbero concretizzarsi tra lunedì e martedì con considerevoli precipitazioni.
«Molte azioni - spiega il Comune - sono già in corso: costante monitoraggio delle situazioni a rischio, pulizia di tombini, caditoie e alveo dei torrenti, predisposizione delle condizioni per l'immediata attuazione delle misure previste in caso di dichiarata allerta con particolare riferimento a scuole e parchi».
E allerta anche in Piemonte, dove l'ondata di maltempo fa rivivere l'incubo dell'alluvione del '94, della quale ricorre proprio in questi giorni il ventennale.
R. FAT.

Agrigentonotizie

PROVINCIA REGIONALE AGRIGENTO, SCADUTO IL MANDATO DI INFURNARI

Ad Agrigento provvisoriamente le redini sono state così affidate a Vincenzo Lauro. Si tratta di una impostazione transitoria che il Governo pensa di mantenere in piedi al massimo per due o tre settimane
Sono scaduti i mandati per i commissari delle Province regionali, e così anche ad Agrigento Benito Infurnari ha dovuto lasciare il suo incarico. Una soluzione tampone, resa complicata dal fatto che in questo momento formalmente non c'è neppure un assessore regionale agli enti locali, è stata comunque individuata dal presidente Crocetta e dal dirigente del settore, costretti a muoversi in un corridoio giuridico abbastanza stretto. Dieci funzionari regionali affiancheranno i dirigenti ancora in servizio nelle amministrazioni provinciali e in presenza di provvedimenti urgenti e necessari potranno firmare provvedimenti in qualità di commissario ad a.
Ad Agrigento provvisoriamente le redini sono state così affidate a Vincenzo Lauro. Si tratta di una impostazione transitoria che il Governo pensa di mantenere in piedi al massimo per due o tre settimane in modo da scongiurare il vuoto, che non ci sia nessuno alla guida degli enti che viaggiano verso la soppressione in toto.

3 novembre - lunedì

GIORNALE DI SICILIA

SantoStefano
Passa al comune l'ex preventorio «GB Peruzzo»
Uno spazio destinato per attività di carattere sociale, per allestimento di mostre e rassegne di arte, per la costituzione dell'archivio storico, per uffici distaccati per servizi turistici sarà realizzato a Santo Stefano Quisquina grazie alla cessione di parte di un immobile di proprietà del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, l''Ex Preventorio G.B.Peruzzo". Per realizzare la nuova struttura è stato sottoscritto un contratto di concessione in comodato d'uso dal Commissario Straordinario dell'ente Benito Infurnari e dal sindaco di Santo Stefano Quisquina Francesco Cacciatore. L'immobile resterà a disposizione del comune di Sante Stefano Quisquina, che si obbliga ad effettuare, a propria cura e spese, gli interventi necessari di manutenzione ordinaria e straordinaria e al mantenimento in buono stato dell'immobile, gli adeguamenti degli impianti, il mutamento di destinazione d'uso e tutto quanto occorrente per l'agibilità dei locali per quindici anni. (TC)

IL FUNZIONAMENTO DELLO STATO
L'ANALISI
Di Lelio Cusimano
«MANCANO I DECRETIATTUATIVI META' DELLE LEGGI RESTA INAPPLICATA»
Se tre indizi fanno una prova ormai siamo all'assioma, al principio cioè che si accetta senza discussione. La legislazione italiana che finora ha peccato di eccessi (nulla si fa se non si legifera) è venuta via mutando nell'ultimo decennio, fino ad assumere una veste diversa da quella che la Costituzione le assegna. Da qualche anno non rilevano tanto i contenuti, quanto piuttosto gli effetti che si generano con l'applicazione o meno di una legge.
Non si tratta di una dotta disquisizione tra raffinati giuristi, ma piuttosto dell'impatto su tutti noi cittadini che, inconsapevolmente, subiamo le conseguenze di scelte maturate nelle segrete camere della burocrazia pasticciona o della politica involuta.
E sempre più diffusa la prassi cli bloccare l'iter di leggi in vigore, rallentando il varo delle relative norme di attuazione. Soltanto il 53% delle leggi approvate dagli ultimi tre governi (Monti, Letta e Renzi) è pienamente operativo a causa di quell'armamentario di passaggi, intese e concertazioni che fa la felicità (e la forza) delle burocrazie. Ancora mancano all'appello 429 provvedimenti attuativi, dei quali ben 189 hanno già superato il termine di approvazione (Il Sole24 Ore). Non stiamo parlando di dettagli tecnici, ma di passaggi necessari a dare attuazione a leggi, come la riforma "montiana" del lavoro o le semplificazioni Fiscali dello stesso governo, ma anche a provvedimenti del governo Letta sui pagamenti della pubblica amministrazione, sulla istruzione e sulla cosiddetta legge del fare. Neanche il governo Renzi si è sottratto a questa tagliola, con le leggi sulla casa, l'Irpef e la cultura. C'è poi un'altra modalità di "uso" delle leggi; consiste nello sfruttare tutte le opportunità - e sono davvero tante - offerte dai regolamenti anacronistici delle Camere o dal bicameralismo perfetto, quel meccanismo che impone di discutere e votare due volte, alla Camera ed al Senato, la stessa misura. Secondo Michele Ainis, editorialista del Corriere della Sera, buon senso vorrebbe che prima si procedesse all'approvazione delle norme costituzionali per superare ad esempio il bicameralismo, poi dei regolamenti parlamentari per schiacciare il mostro a nove teste dell'ostruzionismo parlamentare ed infine della legge elettorale. Ma priorità della politica sono altre. La riforma costituzionale, approvata a rischio delle ferie dei senatori, langue ancora nei cassetti; il nuovo regolamento della Camera dopo un anno di lavoro è sepolto sotto una montagna di 300 emendamenti e la stessa legge elettorale, che con una sola Camera sarebbe già legge dello Stato dal 12 marzo scorso, deve invece superare il vaglio del Senato.
C'è infine una terza fattispecie, particolarmente curiosa: è quella delle leggi pienamente in vigore ma che tuttavia non trovano applicazione. Consideriamo ad esempio la cronaca recente. Da qualche a tempo a questa parte, i milanesi "poveri" hanno scoperto sulla propria pelle il fenomeno dell'occupazione abusiva delle case. La legge statale 80 del maggio scorso (misure urgenti per l'edilizia abitativa) prescrive però che chiunque occupi abusivamènte una casa non possa chiedere né la residenza né l'allacciamento ai servizi di luce, acqua e gas. «Perché - si chiede il ministro alle infrastrutture Lupi - prefetti e sindaci non intervengono?». Già, perché?
Questo Giornale qualche giorno fa segnalava l'anomalia del cosiddetto parametro Isee. un indicatore della situazione economica familiare utilizzato per agevolare, con tagli ed abbattimenti, l'accesso ai servizi pubblici. Il beneficio, che dovrebbe riguardare le classi meno abbienti, si è esteso però al 29% delle famiglie italiane ed addirittura al 61% di quelle siciliane e campane. Il problema era stato già affrontato dal governo Monti, intervenuto a modificare il criterio dell'autocertificazione senza controlli successivi. Oggi persino la Cgil riconosce che esiste «qualche abuso» nell'applicazione dell'Isee, che lo stesso sindacato quota in circa 2 miliardi di euro all'anno. Bene la legge Monti, che ha cambiato i criteri per accedere all'indicatore Isee, resta inapplicata dal 2011 (decreto salva Italia).
Ma con la legge del 2010 che ha riscritto il codice della strada arriviamo al paradosso. Chiusa una automobile intestata ad altra persona per più di 30 giorni consecutivi (ma come si dimostra che sto usando un'auto da più di 30 giorni?), "deve" fare registrare il proprio nominativo sulla carta di circolazione. Ebbene la fervida fantasia burocratica, scrive Sergio Rizzo sul Corriere della Sera di ieri, ha "spiegato" una norma di Sette righe con due circolari da 65 pagine totali. Inutile chiedersi perché la legge non trovi attuazione.
Se volessimo riportare il tema all'ambito siciliano dovremmo chiedere un supplemento di spazio; ci limitiamo quindi a richiamare alcune perle. La Regione, per colmare le necessità di personale, applica l'interpello; uno strumento arcaico che affida alla volontà del lavoratore la decisione di accettare il trasferimento. Il principio della volontarietà è stato cancellato dal Parlamento che prevede lo spostamento obbligatorio in un raggio di 50 chilometri. Il Parlamento siciliano ha abrogato l'interpello già nel 2010; peccato che da allora il presidente della Regione non abbia trovato il tempo di varare le norme attuative. Una informazione a margine. Il governo regionale avrebbe dovuto depositare per obbligo di legge, entro il 20 luglio, il documento di programmazione economica (DEF) ed, entro il 15ottobre, il bilancio 2015. Non se ne è fatto nulla. Ma chi bada più a queste quisquilie?

LA SICILIA

LIBERO CONSORZIO
Rc auto, invariata quota provinciale
Rc auto, la quota provinciale rimane invariata. Tra gli ultimi atti firmati dall'ormai ex commissario del Libero Consorzio, Benito Infurnari (il cui mandato è scaduto venerdì scorso) infatti, c'è la conferma dell'aliquota del 16 per cento dell'imposta sulle assicurazioni per la responsabilità civile. Un atto praticamente dovuto, dato che in un momento di estrema difficoltà per l'ente intermedio non può rinunciare alle sue già scarse fondi tributarie — a questa si aggiunge, ad esempio, il tributo unico per i rifiuti Ad aumentare per la prima volta del 3,5 per cento l'aliquota (prima era al 12,5) era stato il presidente Eugenio D'Orsi che attraverso questo provvedimento puntava ad incassare circa 2 milioni di euro in più ogni anno, Un provvedimento che non ebbe vita facile, dato che nel 2012 venne prima bocciato dal Consiglio provinciale di Agrigento e poi, lo scorso anno, trovò lo scoglio della Corte Costituzionale che aveva ritenuto illegittimo, da parte delle Regioni, consentire alle Province di agire sull'aliquota.

Museo al Comune, ma chiude
L'Amministrazione Di Paola si sta muovendo per distaccarvi due dipendenti, ma per perfezionare il tutto bisognerà attendere ancora qualche settimana.
La gestione della Casa museo Scaglione passa dall'assessorato regionale ai beni culturali al Comune, che non ha però la disponibilità di personale adeguato. Da oggi rimarrà probabilmente chiuso l'unico spazio museale del centro urbano, L'ente avrebbe chiesto una proroga alla Soprintendenza, ma al momento non ci sono risposte. Strano destino quello della seconda città del territorio provinciale, destinataria con una legge di una sede museale regionale, ma da quasi 20 anni incapace di fornire alla Regione i locali per realizzare tale spazio espositivo. La Casa museo Scaglione, prezioso palazzo gentilizio che contiene numerose opere d'arte, donate alla città dal proprietario, lo scorso giugno è stata riaperta per la terza volta in 25 anni dopo lavori e adeguamenti vari, Dopo il periodo di gestione a cura del personale dei Beni culturali, arriva la prevista cessione al comune attraverso una disposizione di servizio che impone ai custodi della Soprintendenza il trasferimento, dal primo novembre, all'antiquarium di San Calogero, sempre gestito dall'assessorato regionale ai beni culturali, L'assessore comunale Salvatore Monte conferma che il Comune si sta organizzando, che in una prima fase saranno assegnati alla Casa Museo due dipendenti comunali, selezionati tra quelli in grado di fornire informazioni in lingua inglese, ma occorre attendere ancora qualche settimana. C'è particolare attenzione su questo aspetto, l'amministrazione comunale sa che non può più di ripetere le tante brutte figure fatte con la ex chiesa Santa Margherita, spesso chiusa perché i custodi comunali sono in malattia o rimangono a casa perché non hanno l'integrazione oraria. La stessa organizzazione di eventi all'interno dell'ex chiesa Santa Margherita spesso deve scontare seri problemi operativi che impongono a chi fa mostre o iniziative artistiche, di mettere a disposizione operai, elettricisti o personale vario che si sostituisce a quello comunale. Casa Museo Scaglione dunque al Comune, che non è però ancora pronto. Monte ci riferisce che in prospettiva si punta ad una fase nuova che lui chiama di valorizzazione, con personale che potrà garantire una gestione professionale. All'orizzonte c'è la previsione del pagamento di un ticket ed è facile ipotizzare l'affidamento in gestione ad un'organizzazione privata attraverso bando pubblico. All'orizzonte non c'è nient'altro per una città che punta sulla valorizzazione delle risorse artistiche e monumentali: il Museo regionale può attendere e con esso rimangono nei magazzini le tante opere d'arte ritrovate in città nel corso dei secoli.
GIUSEPPE RECCA

Infoagrigento

Ex provincia regionale di Agrigento, finisce il mandato di Infurnari
Benito Infurnari non è più commissario straordinario della ex Provincia Regionale di Agrigento, ridenominata poi Libero Consorzio dei Comuni; scaduto il mandato, sia ad Agrigento che negli altri capoluoghi, la Regione Siciliana ha provveduto a nominare al posto dei commissari alcuni funzionari regionali, i quali affiancheranno i dirigenti ancora in servizio nei vari enti provinciali.
Una soluzione provvisoria, in mancanza sia dell'assessore regionale agli Enti Locali, per via della mancata (al momento) assegnazione delle deleghe di Crocetta alla sua nuova giunta, e sia per via di un certo caos sulla riforma delle Province a livello regionale, la quale formalmente le ha abolite ma ancora non ha trovato una soluzione alternativa definitiva.
Per cui, scaduti i mandati dei commissari, che hanno assunto le funzioni in mano ai presidenti delle province, ed in assenza di piena attività dell'assessorato e di una specifica legge di riforma, l'unica soluzione era quella della nomina non di nuovi commissari, bensì, per l'appunto, di funzionari regionale che assistono al lavoro dei dirigenti.
Ad Agrigento arriva Vincenzo Lauro: sarà lui a coordinare il lavoro dell'ente. Da Palermo, si apprende come questa soluzione sia comunque provvisoria e non si vuole andare oltre le tre settimane; ma al momento, regna una certa confusione ed in molti alberga il dubbio che in realtà lo 'stallo' nelle ex province regionali perdurerà ancora molte settimane.

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