15 novembre - sabato
GIORNALE DI SICILIA
VERTICE DEI SINDACI Sempre meno
pazienza dai lavoratori dell'agrigentino in attesa di una
stabilizzazione
Precari, dieci giorni per le
risposte
Si va verso la «mobilitazione»tampa del 15-16 e 17 novembre 2014Una settimana, dieci giorni massimo, di
tempo per ottenere un incontro urgente, e concreto, sul dramma dei
precari. In caso contrario scatterà la mobilitazione dei sindaci
dell'Agrigentino e di tutti i lavoratori in attesa di
stabilizzazione. E' stata molto partecipata - con l'aula
consiliare "Marchese" del Comune di Racalmuto super affollata -
la riunione convocata dal sindaco Emilio Messana per dibattere circa
l'impossibilità di una proroga indiscriminata dei contratti dei
precari degli enti locali. Una trentina, forse anche qualcuno in più,
i capi delle amministrazioni che si sono recati, ieri mattina, a
Racalmuto. "Entro oggi (ieri ndr) - ha spiegato Messana, a margine
del meeting - chiederemo un incontro urgente al presidente regionale
dell'Anci, al presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta,
agli assessori regionali agli Enti locali, Lavoro e Bilancio e un
incontro con la commissione Enti locali all'Ars. "Non ci sono le
condizioni per stabilizzare tutti i precari degli enti locali - è
tornato a ribadire il sindaco di Racalmuto durante il vertice - . Ed
è giusto che della regia di questo problema, un vero e proprio
dramma, si occupi la Regione, non certamente i Comuni. Abbiamo
bisogno di un incontro urgente durante il quale si affronti, in
maniera decisiva e finale, il problema. Un incontro che permetta di
partorire una decisione definitiva, senza andare avanti con proroghe
di anno in anno che aggravano il problema, trasformandolo in
cancrena". I sindaci dell'Agrigentino si sono aggiornati per un
nuovo incontro venerdì prossimo, sempre a Racalmuto. "Se non
avremo una data certa di incontro, una data imminente, - ha concluso,
facendo il resoconto del vertice di ieri, Messana - tireremo le somme
e ci avvieremo alla mobilitazione generale dei sindaci
dell'Agrigentino, assieme a tutti i lavoratori precari di questa
provincia". Prioritariamente c'e' da tutelare il diritto al
lavoro, e alla sopravvivenza economica, dei lavoratori. Ma c'e'
anche da capire come gli enti locali dovranno muoversi. Perché a
rischio ci sono gli equilibri finanziari dei Municipi."La Corte dei
Conti siciliana in un recentissimo parere, il numero 192/2014, datato
7 novembre 2014, dice a chiare lettere - aveva spiegato il sindaco di
Racalmuto - che non sarà possibile una proroga indiscriminata dei
contratti con i precari degli enti locali siciliani. Dunque,
l'ipotesi finora circolata di prevedere la stabilizzazione anche di
una sola figura per poter prorogare tutte le altre - entrava nel
merito Messana - si rivela foriera di rischi per la validità dei
procedimenti di stabilizzazione, con conseguenze disastrose per il
futuro dei lavoratori precari e per gli equilibri finanziari degli
enti locali siciliani". (CR)
MAXI ELENCO DEI DIPENDENTI CHE
POTREBBERO CAMBIARE SEDE. IRA DEI SINDACATI. DIPENDENTI IN CATENE PER
PROTESTA
Regionali, in 800 possono essere già
trasferiti
Le assegnazioni affidate a un
programma informatico che non tiene conto delle mansioni. In alcuni
casi uffici svuotati
Dei tre funzionari dei Centro per
l'impiego di Carini uno stava per finire alla Formazione a Palermo.
Alla Protezione civile, invece, erano pronti a fare le valigie i due
soli funzionari di un ufficio, che sarebbe così rimasto vuoto.
Errori di cui la Funzione pubblica si è accorta in tempo annullando
i trasferimenti dei regionali e ripescando da un elenco nel quale
sono già ben 800 i nomi di dipendenti potenzialmente trasferibili a
Palermo, dove si registrano i problemi di organico maggiori. Limature
di una vasta operazione che prosegue e punta in prima battuta a
riempire i cento posti vuoti alla Formazione così come richiesto
dall'assessore Maria Lo Bello. Ma tra i regionali esplode la
protesta. Il programma informatico usato per i trasferimenti non
rivela se i dipendenti coprono particolari mansioni negli uffici.
Tanto che i sindacati denunciano che posti chiave
dell'amministrazione rischiano di restare vuoti. La Cgil parla
addirittura di tre dipendenti che si sarebbero incatenati davanti
alla Soprintendenza mentre i Cobas-Codir e Sadirs minacciano ricorsi
e azioni di protesta.
Ma il governo va avanti. E già bello e
pronto un elenco con i nomi di circa 800 dipendenti al lavoro a
Palermo e potenzialmente trasferibili. Numero comunque destinato a
calare man mano che saranno approfondite le verifiche sui requisiti e
sui criteri escludenti. Il tutto in attesa che martedì, all'Aran,
riprenda la trattativa tra governo e sindacati per trovare un accordo
ed evitare ricorsi. I Cobas-Codir e Sadirs già minacciano di «adire
l'Autorità giudiziaria e la Procura della Corte dei Conti,
proclamano 'lo stato di agitazione del personale e annunciano
«ulteriori azioni di lotta.
L'amministrazione ammette intanto di
avere incontrato un ostacolo nei trasferimenti: nella banca dati
utilizzata per scogliere il personale da trasferire, sono elencati i
criteri come il titolo di studio, la mansione, l'eventuale presenza
di figli piccoli a carico o l'utilizzo della 104 per accudire i
familiari inferno, ma non è chiarito se il dipendente svolge qualche
particolare ruolo all'interno dell'ufficio. Così gli autonomi
denunciano che «è stato trasferito persino li responsabile unico
del procedimento delle gare e di responsabile della rendicontazione
delle misure comunitarie 2007/2013». E la Cgil, per voce di Michele
Palazzotto ed Lazo Abbinanti, ritiene «grave che ad essere
trasferiti siano funzionari della Soprintendenza dei beni culturali
che si occupano di fondi europei o delle gare d'appalto». Luca
Crimi della Uil Upl aggiunge che «ad abbandonare 0 proprio ufficio
dovrebbe essere anche il Consegnatario dei Beni culturali, figura
cardine che gestisce i beni della Soprintendenza e nominata tra
l'altro con decreto quinquennale». li capo del personale, Luciana
Giammanco, spiega proprio clic «dalla banca dati non emerge se ad
esempio un dipendente Isa il molo di cassiere, per cui abbiamo
chiesto un programma per gestire meglio l'archivio sui dipendenti.
In ogni caso per portare avanti verifiche e selezioni più
approfondite serve più tempo e attendiamo in merito indicazioni dal
governo». Anche la Cisl Fp con Gigi Caracausi continua a chiedere di
bloccare l'operazione.
Intanto però la dirigente ha firmato
altri dite trasferimenti d ufficio. A spostarsi alla Formazione ci
saranno anche Lucio Augello e Paolo Garofalo che provengono
dall'ufficio del garante dei detenuti (RIVE)
LA SICILIA
I FIGLI DI "MILCAR" SULLE
POLEMICHE SORTE DOPO LA DEDICA DEL FABARIA RALLY AL LORO GENITORE
«Siamo sempre stati rispettosi
delle leggi e contro la mafia»
«Siamo rispettosi delle leggi dello
Stato, delle Istituzioni e delle forze di polizia tutte, io e mio
fratello siamo sempre stati contro la mafia e i mafiosi. Volevamo
fare solo sport». Lo hanno detto Giuseppe e Antonio, 32 e 35 anni, i
figli di "Milcar", com'era conosciuto Carmelo Milioti, boss
della mafia favarese ammazzato nell'agosto del 2003, e il cui
premio alla memoria ha procurato diversi guai ai tre organizzatori
del "Fabaria Rally" dello scorso mese di ottobre, raggiunti dal
Daspo. I due Milioti, ieri mattina attraverso
il loro avvocato Giuseppe Barba, hanno diffuso una nota, con cui
sperano di fare chiarezza sulla vicenda, che ha avuto anche una
grande risonanza in ambito nazionale. «Siamo onesti lavoratori,
padri di famiglia e con sacrificio e dignità vogliamo crescere i
nostri figli in questa terra di Sicilia, con l'educazione, i
principi e i valori trasmessi da nostro padre, che volevamo ricordare
così, quale uomo di sport, slegato da qualsivoglia vicenda illecita
che lo ha interessato». Il loro intervento è mirato a
cancellare qualsiasi macchia di imposizione mafiosa nell'indire il
premio in memoria del padre. «Ci scusiamo con gli organizzatori -
hanno aggiunto -, con le istituzioni e con tutti i cittadini se, con
il nostro comportamento e con la nostra richiesta di trofeo, Favara è
stata fatta apparire quale città che sale alla ribalta nazionale per
eventi negativi e collegati alla mafia, quando invece, meriterebbe di
essere ricordata per quello che di positivo riesce a dare». I due
fratelli hanno anche rilevato come il padre sia stato uno dei fon
datori della gara nata nel 1984. «Nostro padre ci ha inségnato che
lo sport è importante poiché conserva, anche nelle espressioni
agonistiche, più alte, il carattere di confronto leale e gioioso, di
incontro e rapporto amichevole. Le vicende giudiziarie che lo hanno
coinvolto risalgono ad un periodo della nostra vita in cui non
eravamo consapevoli di nulla».
ANTONINORAVANÀ
PRECARI
«Appare in atto difficile il
rinnovò dei contratti»
I sindaci chiedono un incontro al
presidente della Regione
RACALMUTO Sindaci ed amministratori di
mezza provincia di Agrigento, in tutto una trentina, si sono riuniti
ieri mattina a Racalmuto per parlare del futuro dei precari che
lavorano presso gli enti pubblici e che rischiano a dicembre di
rimanere senza occupazione a causa del mancato rinnovo dei loro
contratti. Presenti anche i deputati nazionali del partito
democratico Angelo Capodicasa e Maria Iacono. Durante la riunione è
stato deciso di chiedere un incontro al Presidente della Regione,
agli assessori regionali al lavoro, bilancio ed enti locali,
all'Anci, per vedere quali siano le soluzioni attuabili affinché i
problemi vengano superati e in questo modo si possa garantire la oro
stabilizzazione. Incontri che si dovrebbero tenere la settimana
prossima e poi all'altro venerdì nuovamente i sindaci torneranno
ad incontrasi nell'aula consiliare di Racalmuto per fare il punto
della situazione alla luce delle proposte che ne verranno fuori.
"Così come stanno attualmente le cose - ha ribadito ieri mattina
il sindaco di «Racalmuto Emilio Messana è difficilissimo che i
comuni possano provvedere ad un rinnovo dei contratti. Le cause non
possono sostenere questa spesa ed il rischio concreto è quello di un
dissesto finanziario, la Corte dei Conti siciliana ha aggiunto il
capo dell'amministrazione comunale - dice a chiare lettere che non
sarà possibile una proroga indiscriminata dei
contratti. " Dunque -prosegue - Messana - l'ipotesi finora
circolata di prevedere la stabilizzazione anche
di una sola figura per poter prorogare tutte le altre si rivela piena
di rischi per la validità dei procedimenti di stabilizzazione, con
conseguenze disastrose per il futuro dei lavoratori e per gli
equilibri finanziari degli enti locali siciliani. Occorre,
immediatamente, trovare una soluzione legislativa diversa rispetto a
quella avanzata in questi annidi porre a carico dei comuni l'onere
giuridico e, infine, economico, dei contratti, I comuni non sono in
grado di assorbire tutti questi lavoratori ai quali, in prospettiva
conclude Mensa ha rischiano di aggiungersi anche quelli del
bacino Asu". A poche settimane oramai dalla scadenza
dei contratti per centinaia di precari che lavorano nei comuni
dell'agrigentino alla luce di quello che sta avvenendo sembra
davvero difficile che possano avere rinnovato il rapporto di lavoro
con gli enti se non emergeranno sostanziali novità che potrebbero
consentire di trovare una soluzione soddisfacente in grado di
consentire la stabilizzazione di questi lavoratori.
CARMELO VELLA
16 novembre - domenica
GIORNALE DI SICILIA
Domani una nuova udienza
Riprende domani mattina, davanti al
collegio di giudici presieduto da Giuseppe Melisenda Giambertoni, il
processo all'ex presidente della Provincia Eugenio D'Orsi,
accusato di concussione, truffa, peculato e abuso di ufficio.
Esaurita la lista dei testi dell'accusa
(rappresentata in aula dal procuratore
aggiunto Ignazio Fonzo e dal pm Carlo Cinque), saranno ascoltati
alcuni testi della difesa affidata agli avvocati Daniela Posante e
Giuseppe Scozzari. Il dibattimento è agli sgoccioli, prima di Natale
potrebbe esserci già la requisitoria dei pm (GECA)
LA SICILIA
STOP AL PIANO PAESAGGISTICO
RIBERA. La città delle arance, dopo
Menti, ottiene dal Tar lo stop allo strumento della Regione Molte
categorie professionali si sono dichiarate contrarie all'adozione
del decreto assessoriale
Buone notizie per l'eventuale blocco
del piano paesaggistico contestato da mesi da tecnici,
professionisti, amministratori comunali.
Il Tardi Palermo ha accolto la
richiesta cautelare avanzata dal comune di Ribera. Come si ricorderà
l'adozione del piano paesaggistico degli ambiti ricadenti nella
provincia di Agrigento è stato oggetto di ampio dibattito da parte
degli ordini professionali e degli enti locali. Nelle settimane
passate, il comune di Ribera, in persona del sindaco Carmelo Pace,
seguendo l'esempio del comune di Menti che aveva ottenuto la
sospensiva, ha deciso di intraprendere la via giudiziaria, proponendo
un ricorso davanti al Tar Sicilia, con il patrocinio dell'avvocato
Girolamo Rubino, contro l'Assessorato Regionale dei Beni Culturali
e dell'Identità siciliana e contro la Soprintendenza per i Beni
Culturali ed ambientali di Agrigento per l'annullamento, previa
sospensione, del decreto assessoriale di adozione del piano
paesaggistico, In particolare l'avvocato Rubino ha censurato il
provvedimento impugnato sotto molteplici profili; segnatamente sotto
il profilo della mancata concertazione istituzionale con il sistema
delle autonomie locali, del mancato esame delle osservazioni
presentate dall'ufficio tecnico comunale e dalla mancanza di
coordinamento con gli altri strumenti di pianificazione urbanistica
comunale. Si sono costituiti in giudizio sia
l'assessorato regionale dei Beni Culturali, sia la Soprintendenza
per i Beni Culturali ed Ambientali di Agrigento, con il patrocinio
dell'avvocatura distrettuale dello Stato di Palermo, per chiedere
il rigetto del ricorso, previa reiezione dell'istanza cautelare. li
Tar Sicilia, Palermo, sezione prima, presidente Caterina Criscenti,
relatore Luca Lamberti, ritenendo che le esigenze cautelari avanzate
dal comune riberese siano apprezzabili favorevolmente e tutelabili
adeguatamente con la sollecita definizione del giudizio nei merito,
ha accolto l'istanza cautelare avanzata dal difensore del comune,
fissando con ordinanza collegiale per la trattazione del ricorso nel
merito l'udienza pubblica del 25 giugno 2015, così come in
precedenza aveva fatto pronunziandosi sul ricorso analogo proposto
dal comune di Menti.
Per quella data pertanto, il Tar
Sicilia deciderà direttamente il merito della controversia, ovvero
si pronunzierà sulla richiesta di annullamento del decreto
assessoriale avente ad oggetto l'adozione del piano paesaggistico.
Soddisfazione è stata espressa da centinaia di professionisti e
tecnici che hanno contestato il piano. ENZO MINIO
SCIACCA Assemblea dei sindaci
sull'organico della Srr approva la dotazione
SCIACCA. L'assemblea dei sindaci
dell'ex Ato rifiuti ha approvato la dotazione organica della Srr,
la società per la regolamentazione del servizio di gestione dei
rifiuti. Si tratta del personale proveniente dalla Sogeir, società
che era a capo dell'Ato rifiuti, che è stato tutto confermato.
Non ci saranno nuove assunzioni, e
nemmeno i licenziamenti che si paventavano e che avevano fatto
preoccupare non poco i lavoratori del settore. Ma a buona parte degli
amministratori dei 17 Comuni dell'ex Ato presenti alla riunione,
sarebbe apparso eccessivo il numero dei dipendenti destinati al
settore amministrativo rispetto ai numero dei dipendenti destinati
alla raccolta dei rifiuti. Una sproporzione dovuta al fatto che la
Srr non si occuperà più di raccolta, attività questa che sarà
gestita cia ogni singolo Aro (Area di raccolta ottimale) comunali.
Ogni Comune sta decidendo alla forma di gestione della raccolta e
smaltimento dei rifiuti. Buona parte stanno scegliendo la gestione in
house, ovvero in proprio, alcuni Comuni, come i belicini Santa
Margherita e Montevago, hanno costituito un unico Aro, mentre le
città più grandi, vedi Sciacca, stanno procedendo nella direzione
della esternalizzazione del servizio affidandolo ad una ditta
privata, un iter che rende necessario espletare ori bando.
La fase occupazionale, quella cioè
riguardante il mantenimento dell'attuale organico, era quella che
maggiormente preoccupava i dipendenti. Una successiva assemblea dovrà
distribuire il personale ai vari Aro della Srr Agrigento Ovest, ma
per i dipendenti le prospettive sono positive, anche se allo stato
attuale, con la gestione commissariale di Sogei ci sono ancora
parecchi problemi nel garantire stipendi puntuali. Ed a proposito di
Aro, a Sciacca i gruppi consiliari di opposizione sono intervenuti
sulla vicenda dopo i chiarimenti della Regione in merito alle
perplessità avanzate dopo il rinvio della presa d'atto che
delibera della giunta comunale da parte del consiglio comunale. La
Regione ha dato ragione a chi riteneva la procedura di competenza
consiliare. 'Se la maggioranza dicono i partiti di opposizione
- avesse avuto l'umiltà e la ragionevolezza di ascoltare le nostre
ragioni anzichè chiudersi a riccio nelle proprie certezze e verità
assolute probabilmente si sarebbe potuto risparmiare tempo prezioso,
rendendo assai più produttivi lavori delle istituzioni consiliari e
soprattutto evitando l'ennesimo inutile braccio di ferro, che noi
non volevamo e che al contrario il centro destra ha cercato in tutti
i modi, uscendo- ne oggi male dinanzi all'opinione pubblica".
A Sciacca e negli altri Comuni dell'ex
Ato, il previsto sciopero del 14 novembre scorso non è stato
attuato. Il commissario ha cominciato a pagare gli stipendi del mese
di ottobre e la raccolta dei rifiuti si è svolta con regolarità.
GIUSEPPE RECCA
GIRGENTI ACQUE Il presidente
Campione: «Dopo l'aggressione di Ravanusa gli operatori hanno
paura»
«Contro di noi odio e veleni»
"Se siamo sotto attacco? Certo che
sì, e l'aggressione subita da ori nostro dipendente è la prova di
un clima avvelenato che ci preoccupa non poco'.
Così il presidente della Girgenti
Acque, Marco Campione, commentai gravi fatti avvenuti due giorni fa a
Ravanusa, dove un operaio dell'ente gestore del servizio idrico è
stato mandato in ospedale da un utente al quale aveva appena
sigillato il contatore idrico. "Il nostro operatore è stato prima
aggredito alle spalle dice e poi percosso con una sbarra
mentre era a terra. E' stato inoltre costretto dal suo aggressore a
ripristinare l'allaccio che aveva poco prima, legittimamente,
interrotto. Abbiamo presentato formale denuncia nei confronti del
cittadino che si è reso colpevole di questo atto, ma temiamo che
possa passare il concetto che con la violenza si possano imporre le
proprie regole".
C'è preoccupazione adesso tra i
vostri dipendenti che si occupano dei tagli?
"Sì, molta. Mi è stato chiesto di
raddoppiare la presenza degli operatori in modo che essendo in coppia
possano eventualmente fronteggiare anche situazioni critiche. Voglio
comunque precisare che avevamo già preso contatti con i carabinieri
di Ravanusa prima di effettuare questo taglio, e che in genere
operiamo sempre insieme alle forze dell'ordine quando queste hanno
le risorse umane da dedicarci".
Vi sentite sotto attacco?
"Certo che sì, e la cosa che
preoccupa è che ad alimentare molte polemiche assolutamente
strumentali sia la politica, la quale dovrebbe invece occuparsi di
far rispettare i dettati normativi o, se questi vengono ritenuti non
giusti, adoperarsi per cambiarli. Noi, e lo dimostreremo martedì
durante una conferenza stampa che abbiamo già convocato, abbiamo
operato nel rispetto della legge e del regolamento di utenza".
In un momento di crisi economica come
quello attuale, però, il taglio delle utenze idriche non può che
generare esasperazione.
"Noi agiamo sempre con la massima
apertura e collaborazione con l'utenza, e provvediamo al taglio
solo dopo almeno un anno. Rispetto ai fatti di Lucca Sicula, vorrei
aggiungere, sbaglia il sindaco ad affermare che l'utente poi
purtroppo deceduto per un malore stesse regolarizzando la propria
posizione. Noi non facciamo di questi errori".
La stranizza l'assenza di comunicati
stampa o attestati di solidarietà non a voi, ma almeno al
lavoratore?
"Francamente no, credo che non si
sarebbe detto nulla nemmeno se l'avessero ucciso, e questo è
frutto del clima di odio di cui parlavo poco fa. In molti,
soprattutto nella politica, ci seguono a distanza e aspettano di
capire che succede e, alla fine, salire sul carro del vincitore".
GIOACCHINO SCHICCHI
17 novembre - lunedì
GIORNALE DI SICILIA
Giornata dedicata agli stakehoders
L assessorato regionale del Turismo
nell'ambito della ricorrenza del 25esimo anno della morte di
Leonardo Sciascia una giornata di animazione dedicata agli
stakehoders perche possano farsi carico nei loro gruppi di relazione
e nelle proprie attività di commercializzazione di proporre la
fruizione di un rinnovato itinerario culturale sulla strada degli
scrittori che va da Porto Empedocle a Caltanissetta. L'iniziativa è
in programma, mercoledi 19 novembre a Racalmuto (PAPI)
LA SICILIA
RIBERA Contro le trivellazioni in
mare il vecchio campione scenderà nell'isola Ferdinandea
LA PROTESTA DI ENZO MAIORCA
RIBERA. Contro le trivellazioni
petrolifere nel Canale di Sicilia scende in campo anche Enzo Maiorca,
il subacqueo siracusano, campione del mondo delle immersioni in mare
dove è sceso fino a 101 metri di profondità, che ha annunciato che
nella prossima primavera, all'età di 84 anni, farà una immersione
nelle acque dell'isola Ferdinandea per sensibilizzare il governo
nazionale ad evitare di concedere le autorizzazioni a perforare il
mare della costa agrigentina.
Lo ha annunciato io stesso subacqueo
nei giorni scorsi in streaming da Siracusa e in collegamento con la
sala Tatarella dei gruppi parlamentari, alla Camera dei Deputati,
quando la delegazione agrigentina, composta da Alessandro Giannì,
Mimmo Macaluso, Giacomo Cortese, ambientalisti, ricercatori,
avvocati, sono stati ricevuti dalle forze politiche alle quali sono
stati prospettati i gravissimi rischi che mare, territorio e
popolazione corrono se saranno impiantate in mare, di fronte alla
costa agrigentina, le trivelle che cercheranno gas e petrolio.
Nella grande immagine sullo schermo a
Mimmo Macaluso che, sorpreso della presenza del vegliardo campione
del mondo, gli chiedeva se conosceva l'area marina dell'isola
Ferdinandea, risponde: "Nei decenni scorsi ho fatto dell'immersioni
in quest'area del Canale di Sicilia. E' folle andare a fare delle
trivellazioni in questo tratto di mare straordinario. Per dare
l'esempio vi annuncio che, nonostante l'età, verrà da voi nella
prossima primavera per immergermi sui resti dell'isola dove
l'ecosistema marino è eccezionale e non può essere deturpato
dalla presenza delle trivelle",
Non ciede alle proprie orecchie il
ricercatore Mimmo Macaluso che della salvaguardia
del Canale di Sicilia dalle ricerche
petrolifere ne ha fatto una ragione di impegno quotidiano,
"Organizzerò con la Lega Navale di
Sciacca ci dice l'ispettore onorario dei beni culturali della
Regione Siciliana una crociera attorno all'isola Ferdinandea.
Il messaggio sarà forte perché Maiorca è un testimonial
d'eccezione, il re delle profondità marine, per dire no alle
trivellazioni in questo tratto di mare dove i terremoti, le maccalube
e le emissioni di gas e fumarole sono all'ordine del giorno, Ci ha
promesso davanti a tutti che nella giornata delle immersioni, nella
prossima primavera, lui ci sarà". ENZO MINIO
Canicattìweb
Sicilia, Riforma Province: protesta
dei lavoratori delle società partecipate
da Redazione Canicatti Web
"Ad oggi non c'è alcuna certezza
sul futuro dei lavoratori delle società partecipate delle Province.
Chiediamo un incontro urgente al presidente della Regione, Rosario
Crocetta. Martedì prossimo i lavoratori realizzeranno un sit-in con
assemblea davanti a Palazzo d'Orleans": lo scrivono in una nota i
leader di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, Salvatore
Leonardi, Mimma Calabrò e Marianna Flauto in merito al destino
degli oltre 600 lavoratori del settore.
"Non è stata data alcuna garanzia
formale ed esplicita che preveda la garanzia di tutti i livelli
occupazionali dei lavoratori - prosegue la nota - l'ex
assessore aveva comunicato l'insediamento di alcune commissioni di
studio, ognuna con incarichi differenti, tra le quali ad una di esse
era stato dato l'incarico specifico di studiare le possibilità di
passaggio dei lavoratori delle società partecipate delle provincie
ai nuovi enti costituiti. Ma non conosciamo quali siano le
determinazioni assunte su tale materia, sulla quale invece continuano
a permanere forti dubbi e perplessità, anche di garanzia e di tutela
delle retribuzioni di questi lavoratori anche nel breve periodo, cosa
che sta creando fortissime preoccupazioni per il futuro di tutte le
famiglie coinvolte".
Provincia di Agrigento, precari
negli enti: i Sindaci chiedono incontro con il Presidente della
Regione Sicilia
da Redazione Canicatti Web
Sindaci ed amministratori di mezza
provincia di Agrigento, in tutto una trentina, si sono riuniti ieri
mattina a Racalmuto per parlare del futuro dei precari che lavorano
presso gli enti pubblici e che rischiano a dicembre di rimanere senza
occupazione a causa del mancato rinnovo dei loro contratti.
Presenti anche i deputati nazionali del
partito democratico Angelo Capodicasa e Maria Iacono. Durante la
riunione è stato deciso di chiedere un incontro al Presidente della
Regione, agli assessori regionali al lavoro, bilancio ed enti locali,
all'Anci, per vedere quali siano le soluzioni attuabili affinché i
problemi vengano superati e in questo modo si possa garantire la loro
stabilizzazione. Incontri che si dovrebbero tenere la settimana
prossima e poi all'altro venerdì nuovamente i sindaci torneranno
ad incontrasi nell'aula consiliare di Racalmuto per fare il punto
della situazione alla luce delle proposte che ne verranno fuori.
"Così come stanno attualmente le
cose - ha ribadito ieri mattina il sindaco di Racalmuto Emilio
Messana - è difficilissimo che i comuni possano provvedere ad un
rinnovo dei contratti. Le casse non possono sostenere questa spesa ed
il rischio concreto è quello di un dissesto finanziario. La Corte
dei Conti siciliana - ha aggiunto il capo dell'amministrazione
comunale - dice a chiare lettere che non sarà possibile una
proroga indiscriminata dei contratti. " Dunque -prosegue Messana -
l'ipotesi finora circolata di prevedere la stabilizzazione anche di
una sola figura per poter prorogare tutte le altre si rivela piena di
rischi per la validità dei procedimenti di stabilizzazione, con
conseguenze disastrose per il futuro dei lavoratori e per gli
equilibri finanziari degli enti locali siciliani. Occorre,
immediatamente, trovare una soluzione legislativa diversa rispetto a
quella avanzata in questi anni di porre a carico dei comuni l'onere
giuridico e, infine, economico, dei contratti. I comuni non sono in
grado di assorbire tutti questi lavoratori ai quali, in prospettiva -
conclude Messana - rischiano di aggiungersi anche quelli del bacino
Asu".
A poche settimane oramai dalla scadenza
dei contratti per centinaia di precari che lavorano nei comuni
dell'agrigentino alla luce di quello che sta avvenendo sembra
davvero difficile che possano avere rinnovato il rapporto di lavoro
con gli enti se non emergeranno sostanziali novità che potrebbero
consentire di trovare una soluzione soddisfacente in grado di
consentire la stabilizzazione di questi lavoratori.
Carmelo Vella