GIORNALE DI SICILIA
REGIONE. Due donne alla ex Provinciaed al Comune di Licata: Alessandra Diliberto e Mariagrazia Brandara.
Le quote rosa dei commissari
Gli enti locali agrigentini si tingonodi rosa. Due le commissarie" in arrivo nell'agrigentino, sudiposizione del presidente della Regione, Rosario Crocetta. Al Liberoconsorzio, ex Provincia, arriva Alessandra Diliberto, funzionariadella Regione, fedelissima del governatore Crocetta, mentre al Comunedi Licata è stata nominata Mariagrazia Brandara, ex deputatoregionale Udc, ex sindaco di Naro ed attuale presidente del Consorzioagrigentino per la legalità e lo sviluppo. Mariagrazia Brandarasostituisce Dario Cartabellotta clic è stato inviato, comecommissario all'ex Provincia di Ragusa. Mentre Alessandra Dilibertoprenderà il posto di Vincenzo Lauro che era stato nominato lo scorso31 ottobre, alla scadenza dei termini dei vecchi commissari (adAgrigento per 18 mesi l'incarico di commissario era stato ricopertoda Benito Infurnari), in attesa del passaggio parlamentare all'Ars.La nomina di Lauro, che aveva iniziato ad occuparsi della vicenda deiprecari e di altri settori vitali della pubblica amministrazione, eraa tempo" cioè per 45 giorni, ma prima della scadenza il presidenteCrocetta, a seguito dell'approvazione della proroga all'assemblearegionale siciliana, ha messo mano alle nomine, attuando unarotazione radicale. E così al Libero consorzio di Agrigento arrivaAlessandra Diliberto, che in passato ha ricoperto prestigiosiincarichi commissariali alla guida della fiera del Mediterraneo diPalermo e l'anno scorso nominata alla guida del teatro Bellini diCatania. Adesso la nuova esperienza alla guida dell'ex Provincia diAgrigento, dove sarà chiamata sin da subito ad occuparsi dei 107precari con contratto in scadenza il 31 dicembre. Ed ancora adoccuparsi di viabilità provinciale, in vista delle piogge invernaliche ancora non si sono abbattute sul territorio, così come unapriorità sarà quella della situazione in cui versano le scuole dicompetenza dell'ente. Sono tre le donne commissario in Provincia,tutte nomiate dal governatore. Ad Agrigento c'è Luciana Giammanco,all'ex Provincia arriva Alessandra Diliberto mentre al Comune diLicata ci sarà Mariagrazia Brandara che torna in città 10 anni dopol'esperienza di presidente della Dedalo ambiente. (PAPI)
TRASPARENZA. Le amministrazionihanno tempo fino al 31 marzo per rispondere
Lotta alla corruzione, questionariper sapere cosa fanno i Comuni
L'iniziativa nasce da unacollaborazione fra il Consorzio per la legalità e la sicurezza el'Associazione "A testa alta".
Un questionario per sapere come simuovo le amministrazioni comunali per combattere e prevenir e lacorruzione, infatti partita la partnership fra il ConsorzioAgrigentino per Legalità e lo Sviluppo e l'associazione "A testaalta". Il progetto è proprio quello di riuscire a realizzare unrapporto sullo stato di attuazione delle norme sulla prevenzione erepressione della corruzione nei comuni della provincia di Agrigento.
I questionari vengono inviati in questigiorni a tutte le amministrazioni comunali dei 43 comuni che avrannotempo fino al 31 marzo per rispondere e rispedirli agli ideatori delprogetto.
«In questo modo - spiega il presidentedel Consorzio per la legalità Maria Grazia Brandara - proveremo adavere un quadro il più possibile reale di cosa stanno facendo icomuni della nostra provincia per arginare i fenomeni corruttivi e irischi di inquinamento mafioso».
Il progetto infatti, si prefigge diraccogliere informazioni da parte degli enti locali per verificare sequesti sono strutturati per difendersi dai fenomeni corruttivi edalla pressione della criminalità organizzata.
«È indispensabile — aggiunge ilpresidente dell'associazione "A testa Alta" Antonino Catania -è quindi la partecipazione delle amministrazioni, che dovrannorispondere ai questionari che invieremo loro e che dovranno essereinoltrati entro il prossimo 31 marzo 2015 all'indirizzo di postaelettronica certificata report-anticorruzione@pec.it. Sulla base deidati desumibili dai questionari e delle altre informazioni raccolte,sarà elaborato e pubblicato il Report conclusivo del progetto, i cuirisultati saranno presentati nel l'incontro-dibattito che avràluogo nel mese di dicembre 2015 e al quale parteciperanno ancheautorità istituzionali, giornalisti, rappresentanti delle forzedell'ordine e magistrati impegnati nella lotta alla mafia e sulfronte dei reati contro la pubblica amministrazione. Tutti dobbiamofare la nostra parte per donare ai cittadini una guida amministrativaquanto più possibile trasparente nella gestione del bene pubblico».
Alle amministrazioni comunali verràchiesto ad esempio, se sono in regola con la redazione del pianotriennale di prevenzione della corruzione e di indicare gli eventualireferenti, saranno chiesti gli indicatori dei tempi medi di pagamentorelativi ad acquisti di beni, servizi e forniture e le modalità disvolgimento dei controlli.
«La prevenzione — aggiunge laBrandara — sta divenendo ancora più importante se si tiene contodella metamorfosi quantitativa e qualitativa che caratterizza lamafia nella provincia di Agrigento. In un contesto come il nostrocaratterizzato da connessioni di varia natura tra mafia,imprenditoriale politica, così come emerso anche dalle indaginidelle Forze di polizia che sono state alla base dello scioglimento didiversi consigli comunali in provincia di Agrigento, la corruzione ele illegalità non possono che rappresentare il terreno di incontrotra mafia e pubblica amministrazione». (AMM)
LA SICILIA
IL FATTO Dopo Benito Infurnari eVincenzo Lauro, Crocetta nomina Alessandra Di Liberto ritenutafunzionario «di fiducia»
Terzo commissario per l'exProvincia
Libero Consorzio di Agrigento, finiscedopo appena 25 giorni l'era' di Vincenzo Lauro e a lui subentrail nuovo commissario straordinario Alessandra Di liberto.
A deciderlo, nel pomeriggio di sabato,è stato il governatore Rosario Crocetta, il quale ha così chiuso lafase provvisoria guidata dal commissario ad acta di originiagrigentine scegliendo un dirigente regionale per l'ultima (sispera) fase prima della riforma di trasformazione delle ex Province.
Come fatto nel resto dell'isola ilgovernatore sembra si sia rivolto principalmente a uomini e donne disua strettissima fiducia, dato che Di Liberto era stata nominata acapo di gabinetto all'Energia proprio da Crocetta (che ha ancora ladelega ad interim) fino a poco tempo fa. li dirigente, del resto, hacollezionato nella sua carriera pochi incarichi "operativi":nominata dirigente regionale nel marzo del 1993 presso la Segreteriagenerale della Presidenza della Regione Siciliana, nel 1999 è statodirigente presso l'ufficio di diretta dipendenza della Presidenza,tra il 2001 e il 2005 capo della segreteria tecnica dell'ufficio diGabinetto della Presidenza, poi del gabinetto dell'assessoredestinato alla Presidenza e poi dal 2008 al 2009 direttore delservizio pianificazione e controllo strategico dell'AssessoratoTurismo.
A questo si aggiungono poi periodi piùo meno lunghi presso i Gabinetti di altri Assessorati, con breviparentesi di commissario presso l'Ente Fiera del Mediterraneo diPalermo e il Bellini di Catania.
Il rimaneggiamento della guida delleprovince siciliane, inoltre, ha diverse conseguenze a livello locale.Come è noto, infatti, ieri si è dimesso il commissariostraordinario del Comune di Raffadali, Antonio Parrinello, perchéchiamato a guidare l'ex Provincia di Enna, mentre il commissariostraordinario del Comune di Licata, Dario Cartabellotta è statonominato commissario della Provincia Regionale di Ragusa e, comeannunciato, dovrebbe dimettersi nella giornata di oggi dalla guida diPalazzo dell'Aquila.
Al suo posto, si vocifera, potrebbearrivare l'attuale capo della segreteria particolare delvicepresidente della Regione e già sindaco di Naro, MariagraziaBrandara.
Ciò che è certo è che una voltachiuso il quadro delle nomine il Governo dovrà decidere cosa faredelle ex Province. La riduzione drammatica delle risorse, ledifficoltà rispetto alla possibilità di stabilizzare il personaleprecario e l'assenza di un quadro normativo stabile, infatti,stanno rischiano seriamente di provocare il default i degli entiintermedi. G. SCHICCHI
TURISMO E CULTURA
L'ex stazione di P.Empedocle èeletta «Parco ferroviario»
L'area ferroviaria dell'ex stazionedi Porto Empedocle diventa 'Parco ferroviario", sussistendol'interesse culturale del bene.
A deciderlo, con apposito decreto, èstato nei giorni scorsi il dirigente generale dell'Assessorato deiBeni Culturali, il quale ha approvato la relazione presentata dallaSoprintendenza di Agrigento e firmata dai dirigenti Angelo Di Franco,Francesco Vecchio e dal soprintendente Caterina Greco, confermando,dopo anni di abbandono da parte delle amministrazioni pubbliche,l'importanza dell'area. "Questa— scrivono - ha un valore ditestimonianza storica perché rappresenta la memoria deglispostamenti dei viaggiatori e delle merci nel territorio, così comegli immobili presenti vanno considerati come un unicum di cui vannopreservate la leggibilità e la percezione d'insieme".
Interessata dal provvedimento, infatti,non è la sola stazione, ma tutto il complesso individuato a est dalvallone Caos, a sul dall'ex area Montedison e ad ovest dal centroabitato. "La stazione ferroviaria di Porto Empedocle — si leggenella relazione - presenta aspetti rilevanti in merito allo sviluppodei tratti ferroviari siciliani del Novecento e alle loroimplicazioni socio-economiche e storico culturali". Questo perchéfino all'inaugurazione della nuova stazione Agrigento centrale nel1933 essa fu la 'stazione di testa della trattaPalermo-Roccapalumba-Girgenti-Porto Empedocle e della linea ascartamento ridotto Castelvetrano Porto Empedocle, chiusa nel 1978.Da qui, sottolineano i tecnici della Soprintendenza, sono passati"alcuni momenti caretterizzanti della storia economica e culturaledel territorio", come quelli collegati al commercio dello zolfo,essenziale per lo sviluppo e l'indipendenza" del Molo di Girgentidal capoluogo, al punto che, scrivono, "è impossibile scindere lalettura del paesaggio empedoclino dalla ferrovia". Dopo un passatocosì "glorioso", però, a partire dagli anni '70 l'areaferroviaria iniziò a vedere il suo progressivo tracollo, fino allatrasformazione, a metà degli anni '90 in un deposito per lademolizione carri.
Ed è a questo punto che intervengono iprivati dell'associazione "Ferrovie Kaos", che in tutti questianni hanno garantito la fruibilità della ferrovia e hanno investitosulla sfruttabilità turistica della tratta Porto Empedocle —Tempio di Vulcano, riuscendo ad attirare l'interesse dellaFondazione Ferrovie dello Stato e della stessa Fs, che sta investendoper il recupero delle aree attigue,
"Quando arrivammo alla stazione —spiegano da Ferrovie Kaos — parte dell'area era già in vendita evi erano da parte di privati progetti di tipo speculativo. Con iltempo questo bene ha accolto migliaia di visitatori e passeggeri, eadesso il riconoscimento dell'Assessorato è un valore aggiuntoperché va ad un'area ad oggi sempre bistrattata ma per la quale èadesso riconosciuto il valore storico".
G. SCHICCHI
L'Unesco ripensa alla Valle inseritadal 1997 fra i siti patrimonio dell'umanità
L'Unesco potrebbe togliere La Valledei templi dal suo elenco dei beni patrimonio dell'umanità. Lanotizia non è ancora ufficiale, ma a rendere di dominio pubblicoquesta ipotesi è stato il giornalista Gian Antonio Stella che sullecolonne del Corriere della Sera ha fatto sapere che la Sicilia conl'arrivo dell'alberello di uva Zibibbo, ha raggiunto un numeroalto, se non eccessivo, di beni diventati patrimonio dell'urnanità.
"Hanno ragione quanti brindano alladecisione dell'Unesco di riconoscere lo zibibbo come settimopatrimonio dell'umanità siciliano" scrive Stella, che peròaggiunge "A vedere come usiamo questi tesori, però, c'è da berela cicuta. Tanto che lo stesso organismo parigino manda a dire:avanti così, e qualche riconoscimento verrà revocato. Ne abbiamogià 50, di «bollini» Unesco. Con la consacrazione ufficiale dellavite ad alberello di Pantelleria, la prima "pratica agricola" adavere il premio, saranno 51. Nessuno ne ha quanti noi. Nessuno: ne ha38 la Francia, 39 la Germania, 43 la Spagna, 46 la Cina e lassù invetta, noi.
Ma, ci viene contestato, non siamo ingrado di sfruttare questa situazione, anzi, come ci viene contestato,non sappiamo gestire quello che dovrebbe essere l'aspetto cardinedi questo riconoscimento, ovvero il turismo, li settore non ècambiato dopo il riconoscimento dell'Unesco, quindi..., è inutile.Una affermazione perentoria che
coinvolgerebbe anche altri sitisiciliani, compresa Taormina. Ma per Agrigento, questo titoloottenuto nel novembre del 1997, costituisce il giusto riconoscimentodelle sue bellezze e del suo impegno verso il turismo,
Certo il percorso è stato lento elungo, ma qualcosa, obiettivamente, si sta muovendo e ogni anno dipiù si aggiungono tasselli che vanno verso la direzione di una cittàturistica, Il ritiro del titolo sarebbe certamente un messaggionegativo per la città e chi v opera.
A reagire per primo a questa notizia èstato ieri mattina il deputato nazionale della Lega Marco Marcolin,ormai agrigentino d'adozione, che pur essendo a Montecitorio per ilavori d'aula, si è subito adoperato per reagire in modo concretoa questo pericolo.
«E' una notizia aberrante» ci hadetto al telefono. La Valle dei templi di Agrigento è la Sicilia.Poi se vogliamo fare lo zibibbo patrimonio dell'Unesco, va beneanche quello, ma mi sembra riduttivo rispetto a una valle dove glidei stessi hanno che si può vivere. In questo momento c'è ildirettore Giuseppe Parello che sta lavorando molto e di questo loringrazio. Purtroppo la Regione gli taglia molti fondi e questo midispiace".
- Si adopererà per scongiurare questorischio?
"Io e Angelo Attaguile, che è delmio gruppo, stiamo preparando una interrogazione parlamentare chepresenteremo in questi giorni. Probabilmente domani.