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Rassegna stampa del 19 dicembre 2014

DI SICILIA

REGIONE. Il dipartimento Urbanistica chiede alla Provincia di integrare i documentiTerritorio e Ambiente: «Scalo aeroportuale il progetto è lacunoso»Angelo Bennici (Ncd) e gli agricoltori, sollecitano perciò l'ente a revocare i vincoli apposti sui terreni della PianaL'ex consigliere provinciale ed il Comitato degli agricoltori hanno reso nota una lettera che il Territorio ed Ambiente ha indirizzato alla Provincia. Contro la struttura si è già espresso il consiglio comunale di Licata,La Regione ritiene gravemente lacunoso e privo di documentazione essenziale" il progetto dell'ex Provincia di Agrigento dell'aeroporto di Licata, perciò gli agricoltori chiedono la revoca dei vincoli ormai da qualche anno apposti ai loro fondi. Ad annunciano, ieri, è stato l'ex consigliere provinciale Angelo Bennici, ora leader del Nuovo centro destra a Licata, che è intervenuto sulla questione insieme al Comitato degli agricoltori della Piana. "Il dipartimento Urbanistica dell'assessorato regionale al Territorio ed Ambiente — scrivono Bennici e gli agricoltori ha comunicato alla Provincia Regionale di Agrigento che il procedimento di un'infrastruttura per il trasporto aereo — ed opere connesse nell'area territoriale centro -meridionale siciliana, così come è stato presentato, è gravemente lacunoso e privo di documentazione essenziale perché possa concludersi in maniera positiva. Dalla lettera si evince che la Regione prima di apporre dei vincoli ed autorizzare opere pubbliche ha richiesto alla Provincia di Agrigento di produrre i seguenti pareri che risultano mancanti al procedimento de quo. Nel caso specifico - aggiunge Bennici - mancano: il parere della Soprintendenza ai Beni culturali; copia degli atti di pubblicazione e stralcio diano o più quotidiani a diffusione nazionale e locale; l'attestazione da parte del responsabile del procedimento di avvenuta regolare pubblicazione e riportante l'elenco delle osservazioni presentate; nulla osta e/o pareri da acquisire dagli enti interessati alla realizzazione dell'infrastruttura". Angelo Bennici e gli agricoltori, perciò, chiedono all'ex  Provincia, "vista la mancanza di interesse pubblico a eseguire l'opera aeroportuale, di comunicare alla Regione Siciliana di cessare ogni iniziativa volta a porre dei vincoli urbanistici inutili per terreni agricoli di grande importanza". AA.U.

DOPO LA SENTENZA DEL TRIBUNALE.  Svolta nella gestione, le reti idriche del Tre Sorgenti passano a Girgenti AcqueVertice dei sindaci, avviato lo scioglimento del ConsorzioIl Tre Sorgenti si avvia verso lo scioglimento. Il consorzio acquedottistico, costituito circa un secolo fa da 7 Comuni agrigentini, con lo scopo di fornire acqua potabile ai residenti, ha dovuto cedere" le proprie reti, per effetto della legge Galli, al consorzio d'ambito "Ato idrico" che le girerà al gestore del servizio, cioè Girgenti acque. L'assemblea dei sindaci dei Comuni di: Licata, Canicattì, Campobello di Licata, Ravanusa, Grotte, Palma di Montechiaro e Racalmuto, con il parere contrario dei soli sindaci di Palma, Campobello e Grotte (che si sono riservati di coinvolgere i propri consigli comunali) ha infatti deliberato, dopo la sentenza del Tribunale Superiore delle Acque e del parere del Dipartimento Regionale, di consegnare le reti all'ato idrico. Di fatto, quindi, venendo meno l'oggetto sociale, l'assemblea dei sindaci ha deliberato lo scioglimento, con un iter da attivare nei prossimi mesi "Ormai il Consorzio non aveva motivo di esistere — spiega il sindaco di Ravanusa Carmelo D'Angelo, uno dei promotori dell'assemblea del Tre Sorgenti - e non potevamo permetterci di aumentare il contenzioso con l'Ato idrico, alla luce del provvedimento del Tribunale delle acque e del parere dell'assessorato". Per il presidente del Tre Sorgenti, Moscato, pero è prematuro parlare di scioglimento del consorzio. "Per giungere allo scioglimento spiega- deve essere attivata una procedura particolare che tenga conto di tanti aspetti, del patrimonio dell'ente, del bilancio dei dipendenti che lavorano presso l'ente. Al momento l'assemblea dei sindaci ha solo provveduto a consegnare le reti all'Ato idrico». Ed a poche ore dall'assemblea dei soci del Tre Sorgenti, il commissario straordinario della Provincia, Alessandra Di Liberto, nella duplice veste di commissario dell'Ato idrico, ha provveduto a riunire le parti in causa per iniziare la consegna attraverso una ricognizione tecnica di tutte le reti gestite dal Consorzio "Tre Sorgenti", anche per verificare la presenza di eventuali allacci non  censiti e contestualmente costituire un tavolo tecnico tra "Tre Sorgenti, "Girgenti Acque" e "Sicilia Acque per definire il contenzioso tuttora in corso. Dal commissario Alessandra Di Liberto parte quindi il percorso per la consegna definitiva delle reti del Consorzio Tre Sorgenti" a Girgenti Acque in modo da garantire una gestione unica per provincia così come stabilito dalle norme vigenti in materia di reti idriche. All' incontro hanno partecipato i vertici dell' Ato Idrico, del Consorzio Tre Sorgenti rappresentato dai comuni di Campobello di Licata, Canicattì, Licata, Grotte e Racalmuto oltre alla dottoressa Brescia della prefettura di Agrigento». PAOLO PICONE

CONSORZIO UNIVERSITARIO. Il deputato del Nuovo centrodestra ha contestato, intervenendo all'Ars, a decisione del commissario della Provincia di uscire dall'enteCoro di no contro la scelta di recedere adottata da Alessandra Di Liberto. Cimino si appella al governatore CrocettaManlio Cardella dell'Unione consumatori chiede di «non penalizzare ulteriormente le famiglieagrigentine». Il candidato sindaco Giuseppe Di Rosa: «dove sono stati finora i nostri deputati?»Approda all'Ars il rischio di chiusura del Consorzioio universitario di Agrigento. Vincenzo Fontana, deputato regionale del Nuovo centro destra, proprio durante la seduta dell'Assemblea regionale, rivolgendosi all'assessore Caruso, lo ha invitato a "intervenire per chiedere al commissario dell'ex provincia di Agrigento, Alessandra Di Liberto, di revocare la decisione di uscire dal Cupa". "E' assurdo ha detto Fontana nel corso dell'intervento all' assemblea — il recesso economico nei confronti del Cupa. L'ex  provincia detiene l'80 per cento delle quote all'interno del polo agrigentino. Una scelta gravissima, che rischia di mettere in ginocchio un'area che abbraccia gli studenti universitari della nostra Provincia e non. Il Consorzio Universitario di Agrigento, che è uno dei pochi gioielli sul territorio, svenduto da un commissario che rischia di penalizzare studenti, famiglie, indotto e il diritto allo studio con conseguenze disastrose. Non voglio immaginare che ci sia un disegno politico, ma dopo vent'anni non può un commissario distruggere una struttura e tutti questi corsi di laurea". Attualmente gli iscritti ai sei corsi universitari del Cupa sono tremila. "Ho presentato un'interrogazione e invito il Governo ha concluso il deputato regionale dell' Ncd - ad intervenire per sanare un vulnus che colpisce un territorio, tante famiglie meno abbienti e gli studenti che si troverebbero ad essere sballati in altri atenei per una scelta politica fuori da ogni logica". Ieri, sul rischio di chiusura del Cupa, sono numerosi gli interventi registrati. Per Michele Cimino, deputato regionale del Pdr "è un grosso errore che il commissario dell'ex Provincia Regionale di Agrigento, Alessandra Di Liberto, abbia attivato le procedure di recesso dell'ente dalla partecipazione al Consorzio Universitario, che rappresenta l'unica vera lega culturale per lo sviluppo della nostra provincia. E'impensabile che un commissario nominato dal Governo regionale possa avviare la liquidazione di uno dei tre enti fondatori di un'istituzione di tale importanza per il futuro e lo sviluppo del nostro territorio. Pertanto —ha concluso Cimino chiedo al presidente Crocetta di intervenire immediatamente, affinché il Cupa abbia al suo interno il Libero Consorzio dei Comuni". Per Manlio Cardella dell'Unione nazionale consumatori, "la recente decisione assunta dal commissario straordinario di disimpegnare l'ex Provincia da qualsiasi intervento a favore del Consorzio Universitario, assume un solo significato; eliminare il diritto agli studi universitari degli studenti della nostra provincia, aggravando pesantissimi le già precarie condizioni delle famiglie agrigentine. I.egalità, trasparenza, lotta alla mafia ed alla criminalità, accoglienza, tutti temi questi che quando vengono sbandierati a destra a manca da associazioni di varia e variegata natura si trasformano in convegni affollatissimi ai quali enti ed istituzioni non fanno mai mancate la loro "interessata" presenza. Ma quando si tratta del rischio oramai concreto per la provincia di Agrigento di perdere lentamente ma inesorabilmente il Consorzio Universitario, assistiamo ari una dismissione senza colpo ferire, ad opera di un commissario straordinario". E' di vedute diverse il candidato a sindaco di Agrigento Giuseppe Di Rosa. "Leggere oggi le numerose prese di posizione da parte della deputazione agrigentina al fianco del Cupa, adesso che il suo futuro é più che mai messo a rischio, è francamente ridicolo Dove erano - scrive  Di Rosa- tutti questi paladini dell'Università agrigentina fino a ieri? Cosa hanno fatto per scongiurare questa ennesima emergenza economica? Nulla. Credo sia arrivato il momento di ripensare il Cupa, liberandolo finalmente da qualunque dipendenza da Palermo (le tasse degli iscritti vanno integralmente nella casse della università palermitana), puntando a collaborazioni con altre università italiane e perché no aprire le iscrizioni a corsi senza nessun pre esame per incentivare le iscrizioni". AAU

REGIONE. Caccia a tre miliardi che ancora mancano all'appello: governo costretto a un nuovo rinvio in aula.  Se ne riparlerà lunedì, ma i tempi sono sempre più strettiIl bilancio resta al palo, rischio paralisi  per la spesa Dal primo gennaio conti bloccati, Opposizione e sindacati: Crocetta e Pd si assumano la responsabilità del disastro finanziarioBilancio regionale ancora in alto mare, la giunta va di nuovo a vuoto. Salta ancora l'approvazione del bilancio e dell'esercizio provvisorio, si allungano i tempi della manovra. Ieri il governo è stato costretto a rinviare ancora, se ne parlerà lunedì. Intanto, fra polemiche e accuse, l'esecutivo deve cercare di far quadrare i conti e trovare un'intesa. All'appello mancano circa tre miliardi. E dalle proiezioni effettuate dagli uffici di questi soldi un miliardo e 200 milioni di euro sarebbero minori entrate tributarie: Iva, Irpef, Irap che la Regione nel 2015 risconterebbe in meno, effetto della crisi generale. Il rischio sempre più concreto e che dal I° gennaio si paralizzi la spesa. Ipotizzando che la giunta vari i documenti lunedì, bilancio ed esercizio provvisorio non potrebbe che essere trasmessi all'Ars martedì 23. Facile quindi che la discussione in commissione inizi lunedì 29, quando invece avrebbe dovuto aprirsi il dibattito in aula.  Sala d'Ercole è già convocata per martedì 30, bilancio ed esercizio provvisorio dovrebbero eventualmente essere inseriti all'ordine del giorno. Gia nei giorni scorsi il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone aveva diffidato il governo a presentare tutti i documenti. Sull'ennesimo ritardo insorgono opposizione e sindacati. «Crocetta e il Pd si assumano la responsabilità del disastro finanziario della Regione siciliana dice il capo- gruppo di Forza Italia, Marco Falcone al quale ha contribuito pesantemente anche il Governo nazionale profondamente antimeridionalista e particolarmente accanito nei confronti della nostra terra. Falcone, sottolinea l'assenza della proposta di bilancio e dell'esercizio provvisorio. «La stessa assenza di oggi dei componenti della maggioranza in Commissione Bilancio aggiunge il parlamentare forzista per affrontare la questione precari' dà la chiara immagine di come questo Governo non abbia la volontà ne la capacità di affrontare le emergenze della Sicilia. La proposta a cui sta lavorando il governo, e che il  presidente Crocetta e l'assessore Alessandro Baccei hanno già illustrato ai deputati di maggioranza, passa innanzitutto da sacrifici per il personale: via libera ai prepensionamenti, stop al pagamento di tutte le voci accessorie nella busta paga come pre nella busta paga come premi, straordinari, indennità, taglio 800 posizioni dirigenziali, mobilità. Taglia Comuni, precari e forestali: i soldi basterebbero per coprire solo i mesi dell'esercizio provvisorio. Stop alle partecipate in perdita da almeno tre anni. E un passaggio a Roma, per chiedere uno "sconto" sulla compartecipazione sanitaria per 600 milioni. "Fi — aggiunge Falcone — si adopererà fermamente ad una proposta di bilancio che voglia azzerare il mondo degli enti locali, quello dei precari, dei forestali e sottrarre 300 milioni alla Sanità regionale". " Lo stallo della situazione regionale ci inquieta e ci preoccupa - dice  Mimmo Milazzo, segretario della Cisl Sicilia - , In gioco c'è il destino di migliaia di persone, a cominciare dagli oltre 20 mila precari degli enti locali. Noi siamo disponibili ad assumerci la responsabilità di un contributo al risanamento mi il governo lasci spazi ai temi dello sviluppo duraturo e non facci macelleria sociale.  «L'.'ennesimo ritardo dice Claudio Barone, segretario della Uil Sicilia — blocca tutti i disegni di legge che prevedono un impegno di spesa. Questa situazione non è più accettabile. Sono necessarie scelte politiche chiare, stabilizzare i precari che  già ci sono e non crearne nuovi. Anche il Governo nazionale sta facendo danni  sottraendo i fondi Pac alle regioni del mezzogiorno e bloccando ammortizzatori e mobilità. Tutto questo, va ricordato, senza alcuna prospettiva di sviluppo e occupazione produttiva.Intanto oggi le associazioni  delle imprese siciliane di artigianato, commercio, industria ,agricoltura e turismo e cooperazione manifesteranno davanti all'assessorato regionale all'Economia. Stegi


LA SICILIA

REGIONE A CORTO D RISORSE,  I SINDACAT I PROCCUPATI "URGENTE UN INTERVENTO PER I PRECARI"Bilancio ed esercizio provvisorio, slitta la riunione della GiuntaÈ stata rinviata a lunedì prossimo la seduta della giunta, che avrebbe dovuto svolgersi ieri mattina, per il varo del Bilancio 2015 e del ddl per l'esercizio provvisorio, fino al 30 di aprile. Un rinvio che denuncia la difficile situazione finanziaria della Regione. Peraltro, a causa dell'assenza dell'assessore all'Economia, Baccei, non si è riunita neanche la commissione Bilancio dell'Ars che avrebbe dovuto dare il via libera al ddl che destina 70 milioni ai comuni che, senza queste risorse, non possono avviare il rinnovo dei contratti dei precari degli enti locali. La situazione è difficile, fino ad aprile si potranno effettuare spese in dodicesimi. E l'assessore Baccei è impegnato nel difficile compito di varare un bilancio di previsione che non crei scompensi nei mesi successivi all'esercizio provvisorio. Non a caso, quasi quotidianamente cambiano le cifre: le stime del deficit variano dai 2,5 ai 3,6 miliardi di euro. «Crocetta e il Pd si assumano la responsabilità deldisastro finanziario della Regione - ha sottolineato il capogruppo di Fi, Marco Falcone - al quale ha contribuito pesantemente anche il governo nazionale profondamente antimeridionalista e particolarmente accanito nei confronti della nostra terra. L'assoluta assenza di un ddl di bilancio e dello stesso esercizio provvisorio, dimostrano come questo governo non abbia la volontà né la capacità di affrontare le emergenze della Sicilia. Forza Italia ha già pronto il biglietto di ritorno per Roma dell'assessore-commissario Baccei, che sta dimostrando tutta la sua fragilità e incapacità di affrontare la situazione». Per il leader della Uil siciliana, Claudio Barone, «questa situazione non è più accettabile, I siciliani, tutti i lavoratori hanno bisogno di riposte concrete. Adesso sono necessarie scelte politiche chiare, stabilizzare i precari che già ci sono e non crearne di nuovi, La politica non può pensare di acquisire il consenso cercando risorse per nuove clientele, mentre migliaia di lavoratori, per anni precari, rischiano di perdere tutto senza avere una valida alternativa,Anche il governo nazionale sta facendo danni, sottraendo i fondi Pac alle regioni del Sud e bloccando ammortizzatori e mobilità». Per il neo segretario generale di Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo, «lo stallo della situazione regionale ci inquieta e ci preoccupa. Vorremmo capire, anche perché in gioco c'è il destino di migliaia di persone, a cominciare dagli oltre 20mila precari degli enti locali. I nodi della finanza regionale vanno sciolti e per questo è fondamentale un'operazione verità. Ma è altrettanto urgente rilanciare l'economia e l'occupazione produttiva e aprire il confronto con le forze sociali. Noi siamo disponibili ad assumerci la responsabilità di un contributo al risanamento ma il governo lasci spazi ai temi dello sviluppo duraturo e non faccia macelleria sociale». La commissione Bilancio è stata convocata per il 29 dicembre. In giornata il ddl dovrebbe essere licenziato per farlo approdare l'indomani all'Ars, Se non saranno chiesti i termini per gli emendamenti, 48 ore, l'approvazione potrebbe avvenire giorno 31.

ACQUA. Lo ha deciso l'assemblea dei sindaci, ma il Consorzio per il momento rimarrà in vitaTre Sorgenti consegna le retiIl Consorzio acquedottistico "Tre Sorgenti" cederà le proprie reti all'Ato idrico e, conseguentemente, a Girgenti Acque.  Dopo la decisione adottata dal Tribunale Superiore delle Acque pubbliche dello scorso 31 ottobre, che appunto disponeva il passaggio degli impianti, nella tarda serata di mercoledì, i sindaci dell'Assemblea dell'ente, hanno approvato la proposta avanzata dal sindaco di Canicattì Vincenzo Corbo. Favorevoli alla fine sono stati i comuni di Ravanusa, Grotte e Licata, oltre ovviamente a quello proponente, mentre hanno votato contro i sindaci di Racalmuto, Palma di Montechiaro e Campobello di Licata. " La nostra posizione -  spiega il primocittadino di Racalmuto, Emilio Messana — era quella di avere dei chiarimenti rispetto una serie di problematiche prima di votare una cessione immediata. Al momento, ad esempio, c'è un contenzioso in atto con Girgenti Acque e Sicilia acque che è una questione da definire, così come volevamo maggiori certezze — prosegue - sulla sorte dei lavoratori, anche se la normativa teoricamente li dovrebbe tutelare". Dopo il voto del Consiglio la "macchina" burocratica è adesso in moto. Durante un incontro svoltosi ieri mattina all'Ato Idrico, infatti, sono state attivate le procedure per la consegna, «Abbiamo indetto per lunedì prossimo un incontro con il gestore e il TreSorgenti — spiega il dirigente generale Bernardo Barone — per la prima ricognizione quantitativa e qualitativa delle reti e delle strutture». «Aspettiamo in trepidante attesa che questo avvenga — commenta direttore generale di Girgenti Acque Giandomenico Ponzo - e si possa iniziare una gestione oculata che consenta di evitare sprechi di risorse idriche. Al momento, ovviamente, non sappiamo ancora cosa ci consegneranno, ma rispetto agli aspetti collegati ai costi per l'utenza possiamo già stimare che comunque si riuscirà nell'immediato futuro a garantire una riduzione dei costi di almeno un milione di euro l'anno». E rispetto ai contenziosi con Tre Sorgenti? "Noi stimiamo di aver subito un danno di circa 10 milioni di euro dalla mancata consegna delle reti - aggiunge Ponzo -, ma la questione è ancora da definire". Il Consorzio, però, cederà le reti rimanendo in "vita". "Il patrimonio rimane, così come le concessioni intestate al Tre Sorgenti — spiega il presidente Gaetano Moscato -. L'ente, tra l'altro, non si scioglierà perché sarebbe necessario un pronunciamento da parte dei Consigli comunali dei comuni soci". Intanto sembra che potrebbe a breve terminare la crisi idrica che aveva colpito nei giorni scorsi Naro, Castrofilippo, Grotte e Racalmuto.

L'ex Provincia esce dal Cupa - Università
La decisione adottata dal commissario è giunta come un fulmine a ciel serenoIl Libero consorzio di Agrigento "abbandona" il Cupa con un semplice atto burocratico Di nuovo. Come era stato fatto lo scorso anno dal commissario straordinario Benito Infurnari, anche il successore, il dirigente regionale Alessandra Di Liberto ha disposto con pro pria deliberazione il "recesso dal Consorzio universitario". Un atto che aspettava "in frigo" da oltre un mese (dato che la proposta di delibera è datata 7 novembre) e che è collegato, come il precedente, alla riduzione drammatica delle somme a disposizione dell'ex Provincia. Tutto parte infatti dalla relazione realizzata lo scorso 5 novembre da parte del dirigente del settore Ragioneria, il quale aveva indicato, in vista dei pesanti tagli nei trasferimenti previsti per il 2015, come "improcrastinabile adottare alcune misure correttive quali la fuoriuscita dell'Ente, entro fine anno, dagli organismi partecipati che comportano spese a carico del bilancio". A farne le spese, quindi, è stato il Cupa, sebbene come già accaduto lo scorso anno  nel testo della deliberazione sia inserita la clausola secondo cui "nel caso in cui la situazione finanziaria dovesse significativamente mutare rispetto alle previsioni si provvederà a sospendere l'atto di recesso". E se, sempre lo scorso anno, lo stesso documento era durato il tempo di una notte, questa volta il rischio concreto è che possa tradursi in un "addio" definitivo. Il taglio previsto dall'Upi dei trasferimenti all'ex Provincia di Agrigento, infatti, dovrebbe ammontare per il 2015 ad oltre 4 milioni e mezzo di euro, abbastanza da impedire la sopravvivenza dei servizi minimi. 'Questo atto è per me un 'fulmine a ciel sereno — commento il presidente del Cupa Maria Immordino —, avevo avuto modo di parlare con il commissario Di Liberto nei giorni scorsi ed eravamo rimasti d'accordo un incontro su questo tema, anche perché ledifficoltà economiche del Libero consorzio erano note. Mi chiedo, però, come si fa a tagliare così, di botto, negando così il diritto allo studio a oltre duemila studenti? Si ti tratterebbe di una catastrofe sociale, economica e culturale per questo territorio". Così, mentre fioccano le note stampa di sdegno da parte della deputazione regionale e nazionale (si sono già espressi Giovanni Panepinto, Vincenzo Fontana, Michele Cimino, Tonino Moscatt) e i consiglieri comunali Giuseppe Di Rosa e Antonio Cicero, nella serata di ieri l'assessore regionale all'Istruzione e alla Formazione Monella Lo Bello ha incontrato il commissario Di Liberto per avere chiarimenti sulla vicenda e cercare di capire meglio come stanno le cose. Dalle notizie che sono trapelate la decisione presa dall'ex Provincia non era nota nè all'esecutivo regionale né alla delegazione politica. GIOACCHINO SCHICCHI

NIENTE AEROPORTO,IL NCD CHIEDE DI VENIRE INCONTRO AGLI AGRICOLTORI"Bisogna rimuovere i vincoli"La politica torna a chiedere la rimozione dei vincoli sui terreni «precettati» per la costruzione (poi saltata) dell'aeroporto in provincia di Agrigento. Dopo «Ora Licata Lab», che nei mesi scorsi aveva già prodotto un'interrogazione consiliare sul tema, adesso tocca al Nuovo Centro Destra per mezzo di un documento a firma di Angelo Bennici, probabile candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative. La nota è stata redatta in sinergia con il comitato degli Agricoltori della Piana di Licata per la difesa dei terreni agricoli, presieduto da Termini e Terranova, Il sunto della richiesta è sempre lo stesso. Essendo venuti meno i motivi per mantenere i vincoli sui terreni agricoli destinati alla realizzazione dello scalo aeroportuale, bocciato come si ricorderà  anche dal Consiglio comunale, si torna a chiedere la «liberazione» dei fondi. «Vista la mancanza di interesse pubblico a eseguire l'opera aeroportuale — scrivono Bennici e gli agricoltori — e la mancanza nel procedimento amministrativo di documentazione essenziale, vogliamo che la Provincia comunichi alla Regione siciliana di cessare ogni iniziativa volta a porre dei vincoli urbanistici inutili per terreni agricoli di grande importanza, e rinunciare all'iniziativa fantomatica di un'infrastruttura aeroportuale nel territorio di Licata, e pertanto non variare lo strumento urbanistico del Comune di Licata». Il documento dell'esponente del Ncd e del comitato degli Agricoltori della Piana di Licata si sofferma poi proprio sul piano regolatore e sulle conseguenze che un'eventuale variante potrebbe comportare: "L'autorizzazione di un progetto per un'opera che mai si realizzerà -. si sottolinea nella nota — comporterebbe un'inutile variante allo strumento urbanistico con l'imposizione di vincoli o procedura finalizzata al vincolo, che provocherebbe enormi danni, peraltro senza motivo, sia dal punto di vista urbanistico, sia dal punto di vista commerciale ai terreni della piana di Licata che sono utilizzati per la coltivazione di orticole pregiate in serra ed in pieno campo». La Regione siciliana, come si ricorderà, nel bilancio di previsione 2013 e nel piano delle opere pubbliche aveva escluso ogni finanziamento per «interventi per la realizzazione della Linea di azione 7.lc Aeroporto di Agrigento. Gli agricoltori i cui terreni sono stati vincolati lamentano, tra le altre cose, l'impossibilità di poter eventualmente vendere i propri fondi o di poter accedere ad un determinata tipo di mutui.

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