Giornale di Sicilia
I nodi della regione
L'Ars chiamata al voto entro la fine del mese.
Bloccati fino all'estate 550 milioni. Baccei:«L'accordo arriverà»
Slitta l'intesa a Roma sui 500 milioni di aiuti
La Finanziaria è subito in salita
Niente intesa, almeno per ora. Il vertice di mercoledì notte a Palazzo Chigi per strappare allo Stato altri500 milioni e mettere le ultime toppe al bilancio regionale si è chiuso con un rinvio. E ciò imporrà a Crocetta di pprovare entro fine mese una manovra che prevede di tenere congelate spese per almeno mezzo miliardo. E sarà un voto, quello dell'Ars sulla Finanziaria, che a Roma attendono come un test per verificare il mantenimento degli impegni di Palazzo d'Orléans. I 900 milioni stanziati per la Sicilia con la legge di Stabilità a dicembre non bastano a portare il bilancio in pareggio. Servono altri 500 milioni. dè suquestocheil governoregionale sta trattando con quello nazionale. Il verticedi mercoledì già alla vigilia non era considerato decisivo ma ha fatto chiarezza sulle posizioni in campo: «L'incontro è stato un altropasso avanti nel cammino che porta aunaccordoobiettivamentecomplicato ha detto l'assessore all'Economia Alessandro Baccei . Restiamoottimisti anche se realisticamente dobbiamo prevedere che i 500 milioni non arriveranno prima di aprile, perché per tradurre l'accordo politico servirà poi una legge in Parlamento nazionale». I tempi non coincidono tuttavia con il calendario dell'Ars. Il Parlamento siciliano voterà la Finanziaria entro fine febbraio e ciò obbligherà ad approvare la manovra congelando 550 milioni di spese (soprattutto per Comuni, precari ed enti regionali) che verranno sbloccati in estate, sempre che l'accordo a Roma si chiuda in primavera. Le incognite riguardano la contropartita degli aiuti. Il sottosegretario Claudio De Vincenti ha sollecitato a Baccei e Crocetta l'approvazione di riforme che «permettano di allineare spese e regole della Sicilia a quelle del resto d'Italia». Crocetta e Baccei hanno confermato che la Finanziaria conterrà misure di contenimento della spesa per politici comunali,personale regionale, partecipate ed enti regionali. De Vincenti avrebbe rilanciato chiedendo garanzie sul rispetto di un dato che Baccei ha inserito in Finanziaria: il risparmio di 450 milioni a meno. Crocetta e Baccei hanno confermato questo impegno. E ciò implica che la manovrache sta per arrivare al voto è praticamente blindata, almeno per le uscite. Un passaggio chea nche in questo caso non sposa la linea che sta maturando all'Ars. Ieri si è chiuso il termine per la presentazione degli emendamenti in commissione Bilancio: ne sono arrivati circa 1.500, segnale che i partiti anche di maggioranza non ci stanno a votare un testo blindato. Il Pdr ha presentato un pacchetto di norme che aumenta i fondi per le imprese. I grillini hanno presentato emendamenti per bocciare l'intera Finanziaria e riscriverla poi inserendo l'esenzione dal ticket sanitario per gli inoccupati, finanziamenti e per potenziare i siti Unesco e varie borse di studio e dottorati: il tutto finanziabile grazie al taglio delle indennità di politici (deputati e assessori non potrebbero superare i 6 mila uro mensili) e dirigenti. Anche Forza Italia ha presentato una contro - Finanziaria mentre l'Anci sta sollecitando deputatia bocciare la norma con cui l'assessore Vania Contrafatto prevede di introdurre una tassa a carico dei Comuni che non raggiungono livelli ottimali di raccolta differenziata.
Le misure chieste dal governo:
tagli a personale e partecipate
Roma sarebbe pronta a stanziare anche l'ultima tranche di aiuti da 500 milioni. Ma chiede in cambio riforme e ulteriori tagli per 450 milioni. Per questo motivo Baccei ha inserito in Finanziaria una misura che adegua già quest'anno il compenso di sindaci e consiglieri comunali a quello in vigore nel resto d'Italia: la riduzione è quella prevista dalla riforma dell'anno scorso che però rinviava alla prossima legislatura il taglio. Dovrà proseguire anche la riduzione delle spesa per il personale: a partire da quella per la dirigenza (taglio di 5milioni). Prevista la riduzione della buonuscita (oggi più ricca che altrove). Stop ai premi di rendimento per i sindacalisti in distacco. Altre due misure viaggiano parallelamente alla Finanziaria. La prima è la riduzione delle partecipate a non più di 10: il percorso è già iniziato ma molte liquidazioni sono in corso da anni e ora dovrebbe anchescattare la vendita di quote azionarie. Previsto il taglio di enti regionali come Iacp, Ipab e relative poltrone nei cda.
A secco in attesa dei fondi
Comuni, precarie forestali
In attesa che lo Stato versi alla Sicilia gli ultimi 500 milioni di aiuti, la Finanziara approvata dalla giunta prevede di congelare varie spese. I Comuni sono il settore più esposto: dei340 milioni di stanziamenti ordinari, 170 vengono congelati e dunque potranno essere erogati solo da maggio in poi se l'accordo con Roma verrà chiuso ad aprile. Anche i Liberi Consorzi (ex Provicne) vedranno congelati finanziamenti per quasi 10 milioni. E per i precari congelati 116 milioni. L'Eas subisce il congelamento di 6 milioni. Altri 3 milioni destinati alla tutela del territorio non potranno essere utilizzati prima dell'estate. Congelati 5 milioni per precari, i consorzi di bonifica e 23 milioni destinati alla Sas (la più grande partecipata regionale). Anche i forestali dovranno temporaneamente rinunciare a 73 milioni e i Pip dovranno attendere prima di veder sbloccati 15 milioni. Gia. Pi.
Panoramica dei Templi, oggi verrà riaperta
Ieri sono iniziati i lavori di scarificatura di alcuni tratti del manto stradale «per migliorare l'aderenza in alcuni punti critici»
La riapertura avviene sotto il segno della polemica. Di Rosa: «Basta con iniziative di valore solamente mediatico. Il Comune tenta di prendersi meriti che non ha»
Riapre oggi la via Panoramica dei Templi, dopo l'interruzione causata dalla caduta di alcuni massi. La strada, tra le principali arterie che collegano la zona sud della città al centro di Agrigento, torna a fluire e a decongestionare il traffico di attraversamento della zona archeologica. L'accelerazione degli interventi era stata richiesta in vista dello svolgimento della Sagra del Mandorlo in Fiore, dall'11 febbraio al 13 marzo. Ieri sono iniziati i lavori di scarificatura di alcuni tratti del manto stradale. Si tratta di lavori programmati per migliorare l'aderenza in alcuni punti critici, per la cui effettuazione però si è dovuto attendere la fine delle operazioni di messa in sicurezza di alcune porzioni di costone roccioso da parte dell'Ente Parco Archeologico, dopo il distacco di un masso che lo scorso 19 dicembre aveva portato alla chiusura della strada con ordinanza del Settore Infrastrutture Stradali. «Entro domani (oggi ndr) pomeriggio - si legge in una nota -dovrebbe essere completata la bitumatura dei tratti scarificati,e solo a quel punto sarà possibile riaprire al traffico la SP 4, importante tassello nel reticolo viario intorno alla città, la cui chiusura ha provocato on pochi disagi alla circolazione. Molto probabile, dunque la riapertura entro questo fine settimana ». La riapertura avviene sotto il segno della polemica politica. «Basta con menzogne, basta con iniziative di valore solamente mediatico. Basta! », scrive in una nota Giuseppe Di Rosa di «Noi con Salvini». «La città ha bisogno di iniziative forti che cambino il passo amministrativo, non di iniziative mediatiche e di facciata». «Panoramica dei Templi, il Comune tenta maldestramente di prendersi i meriti della riapertura della panoramica dei templi. Ma gli agrigentini, hanno ancora una dignità o davvero sono disposti a tutto pur di continuare a sognare. Vogliamo parlare della «Via Volpe»? Il candidato sindaco Firetto si era appropriato di "meriti" non suoi e ne ha fatto un volantino in campagna elettorale; i lavori sono ,ed era palese, di competenza della "protezione civile regionale" e di conseguenza, seguiti, appaltati e diretti dal "Genio Civile" Provinciale; sono trascorsi ben 10 mesi dal "volantino" e la strada è e sarà ancora chiusa al traffico non si sa per quanto tempo. Però le inferriate sono state dipinte in quel posto e non in altri dove sicuramente necessitavano! E la città?». La strada Panoramica è stata chiusa quasi un mese da dopo il distacco di alcune pietre di calcarenite che hanno messo a rischio la sicurezza e l'incolumità pubblica.
La Sicilia.
GESTITO DAL LIBERO CONSORZIO
Il gazebo di Porta V aperto anche il sabato
Il Gazebo informativo di Porta V nella Valle dei Templi, gestito dall'ufficio Relazioni con il Pubblico del Libero Consorzio (ex Provincia Regionale di Agrigento), sarà operativo anche il sabato mattina, li libero Consorzio di Agrigento, dopo il successo dell'apertura sperimentale del periodo natalizio, intende potenziare, per tutto il periodo del Festival del Mandorlo in Fiore, il proprio impegno per la promozione dei beni monumentali e culturali del territorio agrigentino. A partire da domani il personale dell'ex Provincia sarà a disposizione dei visitatori per fornire informazioni dettagliate sugli eventi riguardanti il Festival, orari dei trasporti pubblici, ubicazione ed orari di apertura dei principali siti archeologici e architettonici, ed informazioni generali sui territorio provinciale, 11 gazebo informativo di Porta V, da diversi anni è già operativo nella Valle dei Templi, ed è diventato, nel tempo, un fondamentale punto di riferimento per quanti visitano la provincia di Agrigento ed il Parco Archeologico.
R.A.
LIBERO CONSORZIO
In mostra la scultura "Il bambino e la pace"
Migliaia di bambini del mondo vittime innocenti di una Comunità che resta indifferente di fronte al dramma epocale di una immigrazione selvaggia. E questo il tema della giornata di dibattito e di riflessione, rivolto alle scuole agri genti che il Libero Consorzio di Agrigento ha organizzato giovedì li febbraio, alle ore 10, nell'a trio del Palazzo dell'ex Provincia in concomitanza con t'inizio del Festival internazionale i Bambini del mondo, In occasione della manifestazione sarà anche, si esposta la scultura dell'artista corleonese Biagio Governali "Il bambino e la pace" conosciuta anche con il titolo Segni di Pace" Si tratta di una statua in bronzo raffigurante un bambino con la mano rivolta in alto nell'atto di liberare una colomba. Un'immagine simbolo, evocativa del dramma che migliaia di bambini vivono in questo particolare momento nelle diverse latitudini del Globo in fuga dalla guerra e dalla fame ed in cerca di pace e di libertà.
«Il concetto di arte -ha detto Governati consiste nell'arrivare ad esternare l'intimo dell'animo umano al ricerca di saldi principi umani e cristiani: finalità che riesco a raggiungere tramite il simbolismo».
La cerimonia, che si terrà alla presenza di una rappresentanza dei gruppi foiklòristicì parteci panti al festival, sarà preceduta da un momento comrnemorativo e di riflessione (brevi letture e poesie) curato degli Istituti scolastici partecipanti.
agrigentonotizie.it
Corso
di Beni culturali da Agrigento a Palermo, gli studenti scrivono ai
politici
Gli
studenti dei Corsi di laurea in Archeologia e Beni Culturali di
Agrigento scrivono una lettera aperta alla classe politica
agrigentina per "richiamare
l'attenzione relativamente al probabile
trasferimento del Corso di laurea in Beni Culturali da Agrigento a
Palermo".
"Dalla
metà degli anni Novanta-
si legge -questi
Corsi di studio hanno sempre costituito per la città di Agrigento un
fiore all'occhiello e un grande motivo di orgoglio, vantando un
personale docente composto da validi professionisti affermati in
ambito archeologico italiano ed internazionale e formando in modo
impeccabile generazioni di studenti. Detto questo, il
trasferimento di questi Corsi di laurea nella sede di Palermo
ovviamente non intaccherebbe in alcun modo il loro prestigio e la
validità della formazione che questi forniscono, in quanto, com'è
noto, fanno parte dell'Ateneo palermitano. D'altra parte
l'esistenza in se del Corso in Beni Culturali ha favorito le
attività connesse non solo all'università, ma anche a quelle
complementari alle necessità degli studenti. Le domande che pertanto
vogliamo rivolgere alle autorità politiche locali sono le seguenti:
davvero intendete assistere impotenti allo spostamento di sede del
Corso di laurea? Non
sarebbe più opportuno e formativo per gli studenti svolgere il loro
percorso di studi in una città che vanta la presenza di uno dei siti
più importanti del Mediterraneo e sito dell'Unesco,
nel quale avrebbero l'opportunità di mettere a frutto le proprie
conoscenze attraverso le attività svolte sul campo? E soprattutto,
ritenete di aver contribuito sufficientemente al mantenimento di una
realtà così importante nella vostra città? Vi invitiamo a
riflettere affinché possiate dare valide risposte alle nostre
domande e magari trovare un'imminente ed efficace soluzione che
possa garantire la sopravvivenza di questi importanti Corsi di laurea
ad Agrigento".
Grandangoloagrigento.it
Rifiuti
in Sicilia, Lo Bello: "L'idea è quella di mini
termovalorizzatori"
Due
mega termovalorizzatori o sei mini-impianti in Sicilia? Il nodo, dopo
la riunione della conferenza Stato-Regioni di oggi, rimane. E'
certo invece che la Sicilia, considerata macroarea, ha in capo 600
milioni di tonnellate da smaltire, ma non in discarica. Spettera'
alla Regione, sotto infrazione, redigere un piano dettagliato e senza
perdite di tempo, altrimenti interverra' Roma. "La nostra idea e'
quella di mini impianti, due nelle aree metropolitane di Palermo e
Catania, il resto aggregando gli altri territori - dice l'assessore
regionale alle Attivita' produttive Mariella Lo Bello - In questo
modo si riducono anche i costi di trasporto che lieviterebbero se
dovessimo puntare su due mega-termovalorizzatori". Il governo
Crocetta ha intenzione di coinvolgere i comuni nella redazione del
piano.
Ilsole24ore.it
Statali, rischio tagli agli stipendi
con il rinnovo dei contratti - Per i sindacati prospettiva
«impossibile»
di Gianni Trovati
Per il rinnovo dei contratti dei
dipendenti pubblici «oggi non ci sono le condizioni». Parola dei
sindacati del pubblico impiego, che ieri hanno incontrato il
ministro della Pa Marianna Madia per avviare il confronto sul nuovo
testo unico, atteso entro l'estate, ma hanno ovviamente messo sul
tavolo i problemi più spinosi della stretta attualità: a partire
dal fatto che, con 300 milioni a disposizione, il rinnovo dei
contratti rischia addirittura di far perdere soldi ad alcuni
lavoratori, per l'obbligo di applicare le tre fasce di merito
previste dalla riforma Brunetta nella distribuzione dei "premi"
di produttività .
Il meccanismo
Da un lato,
infatti, i 300 milioni (a cui si aggiungono le risorse che Regioni
ed enti locali devono individuare nei propri bilanci), permettono
solo mini-aggiustamenti nelle buste paga, mentre dall'altro
l'obbligo della «meritocrazia» targata Brunetta imporrebbe di
tagliare drasticamente i "premi" al 25% dei dipendenti,
quelli che verranno collocati nell'ultima fascia di merito, e
produrrebbe qualche taglio anche al gruppone più numeroso,
rappresentato dal 50% del personale, destinato a finire nella fascia
di merito media: le buone notizie sarebbero riservate al 25%
giudicato più "produttivo", al netto delle difficoltà di
avviare davvero un sistema di valutazione che finora nei fatti è
rimasto congelato.
Madia: niente incrocio tra riforma
e contratti
Ovviamente la nuova ondata di polemiche
sull'assenteismo impone di dare segnali concreti sull'introduzione
di trattamenti diversi a seconda dei risultati individuali e
d'ufficio, ma un rinnovo contrattuale che dopo sette anni di blocco
finirebbe per alleggerire molte buste paga sembra una prospettiva
politicamente impercorribile, prima di tutto per i sindacati. I
problemi della riforma Brunetta, che già sta imponendo la
complicata riduzione dei comparti pubblici (sulla proposta di nuova
articolazione, si incrociano
con i tempi di approvazione del futuro testo unico. Sul punto, il
ministro ha rivendicato la «massima apertura a un confronto tecnico
nel merito e approfondito» sul testo unico, chiedendo però ai
sindacati di «non legare a questo percorso il tema del rinnovo dei
contratti», che secondo il ministro è bloccato a causa dei ritardi
nell'accordo sul taglio ai comparti.
Per i sindacati «così il rinnovo
è impossibile»
Proprio questo incrocio, tuttavia, sta a
cuore alle organizzazioni sindacali: «Chiudendo l'accordo sui
comparti - riflette per esempio Michele Gentile, responsabile dei
settori pubblici della Cgil - si dimostrerà come il rinnovo dei
contratti abbia grandi difficoltà ad entrare nel merito e non solo
per le risorse che sono assolutamente insufficienti, quanto per il
fatto che la legislazione vigente oggi è gravemente lesiva della
situazione contrattuale». Analoga la posizione della Uil, che con
il segretario generale Michele Foccillo taglia corto sostenendo che
«i contratti oggi non si possono fare perché non ci sono le
risorse e perché le norme tolgono invece di dare soldi ai
dipendenti»; la Cisl, dal canto suo, con il segretario confederale
Maurizio Bernava ha manifestato «la volontà di fare un percorso
comune con il Governo» sia sulla legge delega sia sul rinnovo
contrattuale, «ma se ci ascoltano solo quando il procedimento è
già chiuso, il meccanismo non serve».
Province, incostituzionali i tagli che
azzerano i servizi
di Gianni Trovati
Le riforme che alleggeriscono i
bilanci degli enti locali non possono tradursi in una sforbiciata
così profonda da rendere impossibile lo svolgimento delle loro
funzioni; i tagli «sproporzionati», infatti, violano non solo
l'autonomia finanziaria delle amministrazioni territoriali, prevista
dagli articoli 117 e 119 della Costituzione e il «buon andamento»
della pubblica amministrazione tutelato dall'articolo 97, ma entrano
in conflitto soprattutto con il principio dell'eguaglianza
sostanziale di fronte alla legge fissato dall'articolo 3.
La sentenza
Sono
queste le indicazioni cruciali che emergono dalla sentenza
10/2016, depositata venerdì (presidente Criscuolo, relatore
Carosi), con cui la Corte costituzionale ha dichiarato
l'illegittimità di una serie di norme del bilancio 2014 approvato
dalla Regione Piemonte, in linea con le premesse seguite nella
sentenza
188/2015 sui conti regionali dell'anno precedente.
Queste
norme, cumulandosi a tagli precedenti, avevano finito per ridurre
del 65,6% rispetto al 2010 i fondi regionali per le funzioni
delegate alle Province, un ventaglio di attività che spazia dalla
tutela di acque e del suolo all'istruzione, ai servizi sociali e ai
beni culturali. Contro queste decisioni, contenute nell'ultima
manovra regionale della vecchia giunta di centrodestra e nel primo
assestamento approvato dalla gestione di centrosinistra, si sono
ribellate le Province di Asti e di Novara, che attraverso il Tar
sono arrivate alla Consulta.
Il caso e i principi generali
I
giudici si sono occupati quindi di una vicenda limitata nella
geografia e nelle cifre in gioco (i fondi in questione erano stati
ridotti da 60 a meno di 20 milioni) ma come mostra un altro caso
piemontese finito alla Consulta, quello relativo alla gestione dei
fondi sblocca-debiti che ha poi prodotto il decreto salva-Regioni
per evitare il rischio di un buco contabile multimiliardario, il
sale della sentenza è nei principi generali espressi dalla
Corte.
In questo caso, lo snodo-chiave è nella considerazione
che i tagli, non accompagnati da «una riorganizzazione dei servizi
o da un'eventuale riallocazione delle funzioni», non vanno
d'accordo con la Costituzione, che orienta la sua tutela sul piano
sostanziale: soprattutto quando in gioco ci sono «settori di
notevole rilevanza sociale», in cui il mancato svolgimento dei
servizi mette a rischio l'uguaglianza dei cittadini. Un'involuzione
di questo tipo, aggiunge la Corte, non si può verificare nemmeno
durante il cantiere della riforma delle Province, che può portare
alla loro soppressione dopo l'ultimo passaggio parlamentare della
legge Boschi e il referendum. Il punto sono i servizi pubblici
«indipendentemente dal soggetto che ne è temporalmente titolare»,
perché il loro esercizio effettivo non può «essere negativamente
influenzato dalla complessità del processo di passaggio tra diversi
modelli di gestione».
Personale, le assunzioni extra rispetto
agli esuberi provinciali sono impossibili solo per la Polizia locale
di Laura Lanzaro
La Corte
dei conti Toscana, con il parere n. 3/2016, è tornata a
occuparsi della possibilità per le amministrazioni di procedere a
nuove assunzioni a prescindere dall'assorbimento degli esuberi
provinciali generati dalla riforma Delrio; la Corte ammette questa
possibilità tranne che per i vigili, per i quali la legge 190/2014
prima e la 125/2015 poi hanno previsto una disciplina speciale non
derogabile.
Le domande del Comune
Quattro i quesiti
posti alla Corte da un sindaco toscano:
* se, rispettato ogni
altro vincolo normativo e finanziario relativo alla spesa di
personale per il biennio 2015-2016, sia consentita l'assunzione di
personale a tempo determinato tramite scorrimento di graduatorie a
tempo indeterminato, proprie o di altro ente, ex articolo 36 del
Dlgs 165/2001;
* se si possano conferire incarichi dirigenziali
a tempo determinato ex articolo 110, comma 1, del Dlgs 267/2000;
*
se possa essere stabilizzato il personale con profilo "infungibile"
e, in particolare, quello educativo e docente degli enti locali;
*
quali siano le modalità di reclutamento di agenti e ispettori di
polizia municipale nei casi in cui le procedure di mobilità
volontarie riservate al personale delle Province siano andate
deserte, in attesa del completamento dell'iter previsto dai commi
424 e 425 della legge 190.
Il parere della Corte dei
conti
Il comma 424 della legge 190/2014 ha introdotto
una disciplina speciale per le assunzioni a tempo indeterminato
nelle amministrazioni per gli anni 2015 e 2016 e per le capacità
assunzionali degli anni 2014-2016, riservando le vacanze di
organico al personale dichiarato in soprannumero dalle Province
a seguito del taglio delle relative spese nell'aliquota del 30% e
del 50% di quelle cristallizzate al 7 aprile 2014 (data di entrata
in vigore della legge 56/2014) e sostenute, rispettivamente, dagli
enti di area vasta e dalle Città metropolitane, così da
riassorbirlo.
Questo divieto di reclutamento secondo i sistemi
ordinari, tuttavia, non è da ritenersi assoluto, perché non si
applica né per i resti assunzionali del triennio antecedente il
2014 né per i contratti flessibili ed a termine, ed esclude anche
alcuni specifici professionali che richiedano titoli abilitativi o
iscrizione in albi.
Al riguardo, infatti, la sezione Autonomie
con il parere 19/2015 ha chiarito che «il comma 424 contiene solo
un espresso regime derogatorio a specifiche norme che regolano la
fattispecie dei limiti e dei vincoli alle assunzioni a tempo
indeterminato». La disposizione, introducendo un regime speciale, è
oggetto di stretta interpretazione, sicché non può trovare
applicazione né con riferimento alle assunzioni a tempo determinato
né con riferimento agli incarichi dirigenziali, fiduciari e a
termine ex articolo 110, comma 1, del Dlgs 267/2000.
Quanto al
terzo quesito, inerente la possibilità di stabilizzare il personale
con profilo "infungibile", il giudice contabile la ammette
richiamando ancora una volta la delibera della sezione Autonomie, e
osservando che questa assunzione secondo le modalità ordinarie (e
senza, dunque, il rispetto della precedenza accordata dal comma 424
al personale provinciale soprannumerario) è consentita purché si
tratti di coprire un posto di organico per il quale sia prevista una
specifica e legalmente qualificata professionalità. Questa
caratteristica deve essere attestata, ove contemplato dalla legge,
da titoli di studio precisamente individuati, e questa strada è
percorribile per assicurare l'espletamento di un servizio essenziale
rispetto al quale la figura sia strettamente e direttamente
funzionale ed assente tra tutte le unità collocate in soprannumero
e da riassorbire.
Tra queste professionalità l'articolo 4, comma
2-bis, del Dl 78/2015 ha individuato quelle addette ai servizi
educativi e scolastici, munite di titoli abilitativi
specifici.
Entro questi limiti, dunque, la delibera n. 3/2015
della sezione Toscana fornisce risposta positiva anche al terzo
quesito.