Italiaoggi
Madia: primi dati incoraggianti. Ma l'incontro di domanda e offerta resta problematica
Mobilità, ci sono 2.500 posti per 1.957 dipendenti in soprannumero delle province
DI LUIGI OLIVERI E FRANCESCO CERISANO
I posti messi a disposizione dalle pubbliche amministrazioni sono maggiori dei dipendenti provinciali in soprannumero: 2.500 contro i 1.957 ancora in cerca di ricollocazione. Non si tratta ancora di dati definitivi, visto che l'offerta di posti si è conclusa solo il 12 febbraio, mentre è ancora in corso (il termine scade oggi) l'aggiornamento dei dati da parte delle p.a. (si veda ItaliaOggi del 16/2/2016), ma per il dipartimento della funzione pubblica si può già parlare di un successo che rende in discesa il percorso di ricollocamento dei dipendenti soprannumerari delle province, più volte definito da palazzo Vidoni come "la più grande operazione di mobilità della storia italiana».
"I primi dati che emergono dall'incrocio tra domanda e offerta di mobilità sono molto incoraggianti", ha commentato il ministro Marianna Madia, secondo cui l'operazione testimonia come "i tempi siano maturi per entrare definitivamente nella logica dell'amministrazione unica della Repubblica".
Soddisfazione per le prime cifre trapelate è stata espressa anche dall' Anci. "Ora i comuni potranno tornare ad assumere", ha commentato il vicepresidente Anci con delega alle politiche del personale Umberto Di Primio. Secondo il sindaco di Chieti, tuttavia, ora è indispensabile che si riaprano le assunzioni nelle regioni dove sono state concluse le ricollocazioni del personale perché «non ha senso che i comuni di una regione debbano aspettare la conclusione dello stesso percorso in altre regioni non ancora al passo".
In attesa di sapere se l'offerta di posti sia stata equamente distribuita sul territorio nazionale, una cosa è certa: il dato anticipato ieri dal ministro Madia va valutato con attenzione perché potrebbe non garantire; o non garantire del tutto, l'assorbimento del personale in esubero.
In primo luogo, occorre osservare che il numero dei posti dichiarati disponibili dalle tantissime amministrazioni pubbliche coinvolte nella ricollocazione appare modesto, se solo lo si confronta con alcuni dati emergenti dal Conto annuale del personale.
Nel 2014, negli enti interessati alla ricollocazione vi sono state 14.565 assunzioni, delle quali 2.823 nelle sole regioni ed enti locali; di queste, 2.167 sono state le assunzioni solo nei comuni. Se - si guarda al dato della mobilità, sempre nel 2014 nei soli comuni vi sono state 3.766 assunzioni, oltre a quelle effettuate per concorso.
I dati pregressi, dunque, sembrano evidenziare come le amministrazioni pubbliche abbiano tenuto nascoste, le proprie disponibilità di posti: le circa 2.500 posizioni offerte sono una frazione esigua delle assunzioni effettuate negli anni precedenti per concorso o per mobilità.
Non si può che concludere, dunque, che le disponibilità effettive, cioè i posti vacanti realmente presso le amministrazioni siano di gran lunga superiori a quelli indicati nel portale: questo perché non è stato esplicitato da nessuno l'obbligo di evidenziare le vacanze effettive d'organico, né tanto meno nessuno ha potuto o voluto controllare nel merito l'adempimento.
La sovrabbondanza di soli circa 500 posti disponibili in più rispetto ai lavoratori in sovrannumero pone un serio rischio di "mismatching". Infatti, tendenzialmente per ciascun dipendente soprannumerario, al momento di effettuare la scelta, vi sarà poco meno di 1,5 posti tra i quali scegliere. Il pericolo della presentazione di molte domande su pochi posti è, dunque, elevatissimo, con la conseguenza di mancate ricollocazioni volontarie e la necessità di ricollocazioni d'imperio decise dalla Funzione pubblica, ai sensi dell'articolo 9 del decreto ministeriale 14.9.2015.
Ma, l'ulteriore, e più concreto rischio, è che i pochi posti messi a disposizione da parte delle amministrazioni non corrispondano pienamente ai requisiti professionali dei dipendenti provinciali.
È probabile infatti che la gran parte dei posti disponibili sia per i dipendenti inquadrati nella categoria C (gli istruttori), mentre nelle province moltissimi funzionari di categoria D ed esecutori di categoria B si sono ritrovati in sovrannumero. Se così fosse, per molti dipendenti non vi sarebbe proprio alcuna possibilità di ricollocazione.
Bilanci al 30/4, in provincia al 31/7
Slitta al 30 aprile il termine per l'approvazione dei bilanci di previsione 2016 dei comuni. Mentre per i preventivi di province e città metropolitane ci sarà tempo fino al 31 luglio. Lo ha stabilito ieri la Conferenza stato-città e autonomie locali, spostando di un mese la dead-line attualmente fissata al 31 marzo per i municipi. Deciso lo slittamento di un mese anche della nota di aggiornamento al Dup, al momento da presentare entro il 28 febbraio insieme allo schema di preventivo e ai pareri dei revisori. Ora le nuove scadenze dovranno essere ufficializzate da un decreto del ministero dell'interno. Il copione è lo stesso ormai da diversi anni, con l'esecutivo che promette "mai più rinvii" ma che poi è costretto a concederli a causa delle numerose incognite che rendono quanto mai incerta la quadratura dei conti di comuni ed enti di area vasta. Questa volta, ufficialmente, il rinvio è stato richiesto dall'Upi, visto il persistente stato comatoso in cui versano i bilanci di province e città metropolitane. Ma anche i comuni brancolano nel buio. Come negli anni scorsi, il principale problema da risolvere riguarda fondo di' solidarietà comunale, ormai sempre più simile a un rebus. Stando a quanto previsto dalla legge di stabilità (legge n. 2081/2015) il riparto dovrebbe essere definito al più tardi entro il 30 aprile, una tempistica evidentemente incompatibile con l'attuale scadenza di fine marzo. Molte le questioni da risolvere, dall'adeguatezza dei fondi stanziati per compensare il mancato gettito di Imu e Tasi all'impatto dei nuovi fabbisogni standard, il cui peso quest'anno è cresciuto dal 20 al 30%. Al riguardo, nella Conferenza di ieri è stato fatto un primo passo avanti, con l'approvazione della nota metodologica relativa alle procedure di calcolo e stima delle capacità fiscali dei singoli comuni. Tale parametro dovrà essere confrontato con i «costì giusti» in corso di aggiornamento da parte della Sose per stabilire chi deve contribuire e chi ricevere dalla perequazione. Sempre ieri è stato anche deciso di confermare la distribuzione dei tagli previsti dal dr 66/2014 già utilizzata nel 2015. Infine, la Conferenza ha dato il via libera allo schema di decreto che disciplina tempi e modalità per l'invio della certificazione richiesta dall'art. 243, comma 2, del TUEL agli enti strutturalmente deficitari.
Matteo Barbero.
GIORNALE DI SICILIA
Finanziaria, scatta la ribellione ai tagli: i deputati riaprono la corsa ai contributi
Cala da 13 milioni a 12,4 il contributo in favore del Teatro Bellini di Catania. Circa 400 mila euro in meno- 7,986 milioni invece di 8,406 - alla Fondazione Orchestra sinfonica siciliana.
La Finanziaria dei tagli non piace ai deputati che provano in massa a proporre modifiche. Teatri, associazioni, enti di ogni tipo restano nei cuori dei parlamentari regionali che hanno tempo fino a stasera alle 20 per presentare emendamenti a supporto delle sigle sponsorizzate. Circa trenta milioni di contributi previsti nella manovra sono stati cancellati dal presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, per il quale bisogna assegnare le risorse tramite un bando pubblico per garantire la massima trasparenza. Ma in Finanziaria c'è anche una tabella, nota come Allegato 1, che vale 189 milioni e nella quale sono inseriti tutta una serie di capitoli di spesa dei vari assessorati per erogare soldi a una galassia di enti regionali. All'Irsap, l'Istituto per lo sviluppo delle Attività produttive,andranno 10milioni,quasi un milione e mezzo è destinato al personale dell'ente Fiera del Mediterraneo, 4,9 milioni all'Istituto regionale della vite e del vino, due milioni per l'Istituto di incremento ippico di Catania. Cala da 13 milioni a 12,4 il contributo in favore del Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania. Circa 400 mila euro in meno - 7,986 milioni invece di 8,406 - alla Fondazione Orchestra sinfonica siciliana. L'Istituto del dramma antico riceverà 574 mila euro nel 2016 invece dei 604 mila stanziati per il 2015. In tutto si tratta di 186 milioni,somme però legate alla trattativa romana tra la Regione e il governo nazionale: senza i 500 milioni di aiuti promessi dal governo Renzi, la Regione sarà costretta a prendere le contromisure cancellando contributi per milioni di euro. Intanto ieri il presidente della Regione, Rosario Crocetta,ha riunito assessori e capigruppo in una riunione di giunta allargata per fare il punto sulla Finanziaria. Lo stesso Crocetta ha parlato della possibilità di riproporre alcune norme cassate in commissione Bilancio a partire dai contributi a sigle ritenute meritevoli. Un tema sul quale ha trovato il massimo consenso della maggioranza. In Aula il deputato trapanese del Pse, Nino Oddo, ha annunciato che ripresenterà gli emendamenti a favore dell'Ente Luglio Musicale Trapanese, della Biblioteca Fardelliana, del Consorzio Universitario di Trapani, dei Consorzi di Bonifica e dell'Università, proposte non accolte dalla commissione Bilancio. Oddo proporrà anche di aumentare di 5milioni il contributo ai Consorzi di bonifica «o la stagione irrigua estiva non partirà». Per Oddo servono anche
«somme utili per far ripartire i corsi di specializzazione e le borse per i laureati dell'area non medica».
Proposte sulle quali l'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, ha mostrato segnali di apertura: «Spero che la Finanziaria sia ulteriormente migliorata in Aula, c'è la mia massima disponibilità fermo restando pochi punti che per me restano intoccabili». Insomma, la spesa non deve aumentare. Discorso fatto in un'Aula deserta: «Purtroppo, come sta diventando abitudine, rispondo a delle sedie vuote e non alle persone che hanno fatto le osservazioni». Tema sul quale l'autonomista Giovanni Greco è andato oltre: «La Presidenza dell'Ars modifichi il regolamento che consente a 35 colleghi di essere presenti malgrado non siano in Aula». Si riferisce al meccanismo della presenza d'ufficio
assegnata a deputati che ricoprono cariche particolari come i capigruppo o i presidenti delle commissioni. «Mi chiedo il motivo - ha aggiunto Greco - per il quale io da Marineo debba venire qua per svolgere il mio lavoro, mentre altri possono seguire la seduta comodamente seduti sul divano di casa». Intanto il capogruppo di Sicilia democratica, Giambattista Coltraro, ha chiesto di «recuperare la norma sulle start-up per dare un segnale ai nostri giovani. La costituzione di acceleratori dello sviluppo locale e di laboratori territoriali è la strategia innovativa per la crescita, indispensabile per dare le prime risposte ai tanti ragazzi che provano ad investire sul loro futuro». Norme sponsorizzate anche da Vincenzo Figuccia di Forza Italia che invita «la commissione Attività produttive ad esaminarle ». Giovanni Panepinto del Pd ha chiesto destinare altri due milioni ai sericoltori di Licata e Palma di Montechiaro danneggiati dalla tromba d'aria dello scorso ottobre.
Protesta poi il Brass Group, una delle associazioni il cui contributo è stato azzerato (Un servizio a pagina 40 nelle pagine degli spettacoli). Nicola D'Agostino di Sicilia Futura chiede infine di cancellare la norma che prevede la possibilità di costruire entro i 200 metri di distanza da opere pubbliche come aeroporti e autostrade. Nello Musumeci intanto attacca: «Questa è una Regione ormai commissariata dal governo Renzi e lei, assessore Baccei, ne è l'esecutore».
Trasferimenti forzati per 30 regionali
Copriranno i vuoti alla Formazione
Applicata per la prima volta, a oltre quattro mesi dalla pubblicazione, la circolare firmata dall'ex assessore Giovanni Pistorio sulla mobilità d'ufficio entro i 50 chilometri. Arriveranno da Termini Imerese, Partinico, Monreale, Bagheria, Carini. Lasceranno il proprio ufficio per spostarsi a Palermo al dipartimento della Formazione e dell'istruzione, inviale Regione Siciliana al civico 33: sarà la loro nuova sede di lavoro. Sono i trenta regionali che per la prima volta nella storia dell'Isola saranno spostati d'imperio, senza trattare coi sindacati e senza il nulla osta del dirigente del proprio dipartimento. Il dirigente generale della Formazione, Gianni Silvia, a metà gennaio aveva chiesto ufficialmente alla giunta di trovare dei rinforzi per i propri uffici a causa di una carenza d'organico e di imminenti scadenze da rispettare. La giunta ha dato mandato al Capo del personale, Luciana Giammanco, che assieme al suo staff ha individuato i nomi in base ai curricula: questa mattina invierà il provvedimento ai dipartimenti interessati che a loro volta informeranno i dipendenti. Il cambio di sede è immediato ma probabilmente sarà operativo da lunedì. Viene così applicata per la prima volta, a oltre quattro mesi dalla pubblicazione, la circolare firmata dall'ex assessore Giovanni Pistorio sulla mobilità d'ufficio entro i 50chilometri. Norma varata dal governo nazionale ma mai recepita nell'Isola anche a causa del muro dei sindacati. Un primo tentativo di attuare i trasferimenti era fallito nel novembre 2014, adesso sembra arrivata la volta buona. Silvia aveva chiesto quattro funzionari direttivi e otto istruttori direttivi per supportare l'ufficio che si occupa di interventi per l'edilizia scolastica e universitaria. A potenziarlo saranno 2 dipendenti provenienti dalla Funzione pubblica, dalla Programmazione, dalle Infrastrutture, dal Centro per l'impiego di Monreale, dalle attività produttive, dalla Pesca, dal dipartimento Tecnico, dall'Agricoltura, dalla Sanità e persino dal Centro per l'impiego di Lipari. In quest'ultimo caso si tratta di un dipendente che ha dato volontariamente adesione trattandosi di una distanza superiore a quella consentita dalla legge. Questi 12 regionali si occuperanno dei piani per l'adeguamento antisismico delle scuole e del piano di edilizia scolastica 2016, per i quali in Sicilia sono arrivati nuovi finanziamenti e dunque il lavoro, considerando anche gli arretrati, non mancherà. Altri 18 dipendenti invece saranno trasferiti alla Formazione dove Silvia ha richiesto quattro funzionari direttivi, sei istruttori direttivi e operatori della categorie più basse. Alcuni lavoratori in questo caso dovranno percorrere qualche chilometro in più perché lasceranno i Centri per l'impiego di Partinico, Termini, Carini, Monreale, Bagheria. Altri invece provengono dal Bilancio, Agricoltura, Sanità e uffici del Lavoro di Palermo. Questo gruppo si occuperà soprattutto delle verifiche sui finanziamenti erogati agli enti di formazione negli anni fra il 2003 e il 2011 per capire se, a causa di alcune vicende giudiziarie, quei soldi vanno recuperati prima che vadano in prescrizione.
La Funzione pubblica non ha fornito pubblicamente i nomi dei trasferiti così come avvenne nel primo tentativo andato a vuoto nel 2014, anche per evitare nuove polemiche coi sindacati. Il provvedimento chiarisce che il dirigente della Formazione e istruzione potrà utilizzare questo personale solo negli uffici per i quali aveva fatto richiesta. «Non è stato un lavoro semplice - dice Giammanco - abbiamo incontrato qualche difficoltà perché la banca dati del personale non è stata ancora adeguata e non risponde alle esigenze dell'amministrazione. Abbiamo comunque verificato i titoli e la posizione di ogni singolo dipendente utilizzando tutti gli strumenti possibili per verificare il possesso dei criteri e accertare eventuali cause ostative». Il provvedimento esclude ad esempio i dirigenti sindacali per cui serve il nulla osta del sindacato che tra l'altro, in merito a questi trasferimenti, sarà solo informato e non avrà alcun potere di veto. «Salvi» anche i lavoratori a un anno dalla pensione. Prima della circolare Pistorio, per trasferire un dipendente si ricorreva a un atto di interpello che però andava quasi sempre a vuoto perché era basato sull'adesione volontaria del dipendente e richiedeva il nulla osta del dirigente generale del dipartimento di provenienza, che quasi mai arrivava. Tutto questo ora è stato superato e i dipendenti potranno essere spostati d'imperio, nel raggio di 50 chilometri, per andare a lavorare dove l'amministrazione ha necessità. La circolare prevede comunque che per due anni saranno esclusi da ulteriori trasferimenti.
Kolymbetra, una finestra sulla storia contadina
Domenico Vecchio
Le tradizioni contadine e gli antichi sapori di una volta rivivono oggi nel giardino della Kolymbetra tra il tempio di Castore e Polluce e quello di Vulcano. «Riproduciamo l'agricoltura di un tempo, quando si coltivava per sostentare le proprie famiglie e dunque il raccolto faceva parte dell'economia domestica. Laddove l'anno scorso abbiamo raccolto il frumento, quest'anno - ha spiegato il direttore della Kolymbetra Giuseppe Lo Pilato -abbiamo seminato le fave che rilasceranno l'azoto che il prossimo anno sarà utile a far crescere nuovamente il frumento. Quest'anno le fave stanno maturando con qualche ritardo per via delle condizioni meteorologiche, è questo uno dei riflessi negativi del cambiamento climatico sull' agricoltura. L'idea di piantare le fave e il frumento ad anni alterni, così come le altre coltivazioni della Kolymbetra, nasce da un confronto - ha spiegato - con i vecchi agricoltori che già nel dopo guerra avevano utilizzato i terreni del giardino. Le fave, in particolare, verranno utilizzate per arricchire con minestre e frittate i menù proposti durante le "Scialate girgentane" che vengono organizzate in primavera, tra la Pasquetta e il primo maggio, ma anche durante gli eventi estivi dove tra gli aranci e i limoni, i mandorli e gli ulivi del "giardino degli dei", si possono degustare di piatti tipici della cucina contadina siciliana. Ricco il menù che va dalla fritte da di fave e piselli a quella di broccoli, dalla caponata di melanzane all'insalata di arance e finocchi, dalle olive verdi "cunzate"alle olive nere, per fare alcuni esempi. Ma anche ricotta di pecora, formaggio pecorino, pizza ripiena (cuddiruni), pane cunzatu, salsiccia alla brace, dolci di mandorle e pistacchi, vini bianchi e rossi del territorio. Bene storico, naturalistico e paesaggistico di grandissimo rilievo, il giardino della Kolimbetra,dopo un lungo abbandono nel corso del quale
era diventato una selva di rovi, è stato affidato al FAI in concessione gratuita dalla Regione siciliana per un periodo di 25 anni. Autentico gioiello archeologico e agricolo della Valle dei Templi, è un giardino straordinario per la meraviglia della natura e per la ricchezza dei reperti archeologici che ancora vengono alla luce. La Kolymbetra, "conquistando" il 12% dei visitatori del parco archeologico della valle dei templi, ha chiuso il 2015 con ben 61.628 visitatori segnando un incremento del 52% rispetto ai 40.500 visitatori del 2014. Intanto, «per le generazioni presenti e future », si è svolto ieri ad Agrigento un incontro formativo con Daniele Meregalli e Laura Suzzani del FAI sui temi dell'ambiente e della sostenibilità di cui la Kolymbetra è tra le massime espressioni in Italia. (*CAGI*)
La repubblica.it
"Per i circa 1.800 lavoratori inclusi negli elenchi di mobilità, sono state ricevute oltre 2.500 proposte di offerta complessiva di posti da parte delle amministrazioni interessate". Il ministero della Pubblica Amministrazione ha diffuso così i dati provvisori dell'"operazione mobilità", che coinvolge i lavoratori delle ex Province, dopo la trasformazione in enti di area vasta. I dati servono per fotografare la situazione, poi il personale in soprannumero dovrebbe esprimere le preferenze per il ricollocamento, quindi dovrebbe scattare l'assegnazione ai nuovi datori di lavoro e quindi l'entrata in servizio. Un capitolo a parte è invece quello della Croce Rossa (per cui i dati non sono ancora disponibili). "L'offerta si è conclusa lo scorso 12 febbraio con una numerosa partecipazione da parte delle amministrazioni", spiega il ministero. Ora, evidenzia, si lavora "per un riallineamento tecnico dei dati, considerato anche l'elevato numero delle amministrazioni che hanno comunicato la loro disponibilità sul portale, al fine di incrociare e, per quanto possibile, far coincidere domanda e offerta delle professionalità, soprattutto a livello territoriale". Per il ministero "si avvia così a conclusione la più grande operazione di mobilità della storia italiana". Marianna Madia, commentando i numeri, sottolinea: "I primi dati che emergono dall'incrocio tra domanda e offerta di mobilità sono molto incoraggianti. L'offerta da parte delle amministrazioni ha superato di gran lunga il numero dei lavoratori inclusi negli elenchi di mobilità. Questa operazione - aggiunge - si avvia a conclusione e testimonia come i tempi siano maturi per entrare definitivamente nella logica dell'amministrazione unica della Repubblica".
Stanziati due milioni per gli agricoltori agrigentini colpiti dalla tromba d'aria
LICATA. Buone nuove per gli agricoltori di Licata e Palma di Montechiaro colpiti dalla tromba d'aria dello scorso 10 di ottobre che ha distrutto le loro aziende. Nella manovra regionale sono stati inseriti due milioni di euro per risarcire almeno parte dei danni subiti. Secondo le stime degli stessi uffici regionali la tromba d'aria dell'inizio di ottobre ha devastato cinquanta ettari di terreno, compresi tra i territori di Licata e Palma di Montechiaro, radendo letteralmente al suolo cento aziende che si occupavano soprattutto di coltivazioni in serre ed in tunnel. Il danno quantificato supera i sette milioni di euro. I due milioni previsti nel bilancio della Regione, dunque, non basteranno a risarcire tutti, ma si tratta certamente di un passo avanti. "Abbiamo ottenuto - ha annunciato ieri Giovanni Panepinto, vice presidente del gruppo del Pd all'Ars - un primo importante risultato per i serricoltori di Licata e Palma di Montechiaro danneggiati dalla tromba d'aria dello scorso ottobre inserendo, nell'ambito dell'esame della finanziaria in commissione Bilancio, una norma che va in loro sostegno.