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Rassegna stampa del 20, 21 e 22 febbraio 2016

20 febbraio - sabato

LA SICILIA

IN MOLTI COMUNI DELLA PROVINCIA non sono corrispondenti a quanto prevede la legge regionale.
GETTONI IMPORTI ESAGERATI.
Il 50% dei comuni tra 10 e 40mila abitanti eroga, o ha erogalo negli ultimi 5 anni, gettoni di presenza con importi diversi da quelli previsti dalla legge. Se nei giorni scorsi il commissario ispettivo Giuseppe Petralia ha contestato l'entità dell'emolumento previsto per gli ex consiglieri comunali di Porto Empedocle, indicando la necessità del recupero delle somme dei cinque anni ci siamo quindi chiesti: è successo anche negli altri comuni?".
La risposta, purtroppo per i cittadini, è in molti casi positiva. Sotto la nostra lente sono finiti i 10
comuni della provincia, appunto, tra i 10 e i 4Omila abitanti e, abbiamo riscontrato, che in 5 casi i gettoni sono o sono stati fuori dai "range" stabiliti dalle leggi. Quale leggi? La prima è la numero 30 del 2000 (resa operativa con un decreto presidenziale, il 19 del 18 ottobre2001), la quale indicava dei tetti massimi per il calcolo dei gettoni, comunque aumentabili fino al 10% in base a specifiche condizioni. Per i comuni da noi considerati la somma indicata era 60mila lire. A questa seguì
un'altra legge, la 22 del 2008. la quale, invece, rendeva quei tetti fissi e modificabili solo al ribasso. A mettere il timbro" finale ci fu la Corte dei Conti che stabilì che le nuove amministrazioni avrebbero dovuto adeguare i gettoni (quindi dopo le elezioni) e che erano comunque tollerabili" so
lo gli aumenti rientranti in quelle specifiche condizioni e in quel 10%. Significa che, a fronte di 6 lire di tetto (lorde), si sarebbe potuti salire al massimo dì seimila lire. Tradotto in euro, un gettone al massimo tra 30 e 33 euro. Così a guardare sugli albi pretori degli enti troviamo come perfettamente in linea sono,e sono stati ne gli ultimi quattro anni, Ribera, Licata, Raffadali, Menfi e Campobello di Licata. Tutti, infatti, hanno un gettone previsto tra le 30.20 euro e le 33 euro. Non possiamo dire lo stesso per gli altri. Se nota è la situazione di Canicattì, dove fino ad un anno fa il gettone dì presenza era di 90 euro (vi furono uno "stop" nelle erogazioni prima, poi l'avvio di verifiche per danno erariale e adesso una riduzione a circa 30 euro), forse in pochi sanno che già nel 2012, ad esempio, a Palma di Montechiaro era di 64 euro (oggi 32), mentre a Favara, dal 201 al 2015 il gettone riconosciuto è stato di quasi 60 euro, ridotti lo scorso anno a 41 euro e poi ridotto ancora a 33 euro a dicembre. E se di Porto Empedocle abbiamo già parlato (73 euro), totalmente fuori parametro è attualmente Ravanusa, dove, dal 2003 fino ad un paio di anni fa, il gettone era di 80 euro, ridotti poi di un 10% fino a t2 euro: ben 4 in più di quanto previsto.
Anche ad Agrigento, patria del fenomeno (mediatico) noto come gettonopoli", ha delle "colpe" la vecchia consiliatura, intendiamo fino al 2011, percepiva 112,5 euro a fronte di un tetto previsto, in quanto comune sopra i 45mila abitanti, di poco più di 100mila lire. La Regione, pare, già nel 2008 aveva indicato come quella somma fosse "fuori quota", ma nessuno ne rispose. Si mosse qualcosa solo nel 2011, quando il gettone venne tagliato del 30% non per adeguarsi alla legge, ma, solamente, per ridurre l'aliquota irpef ai cittadini. Somma che, per pervicace volontà dell'allora ex segretario
generale. Sebastiano Piraino, non venne innalzata ma anzi ridotta nel 2012 fino alle 52 euro attuali, tornando nell'alveo del consentito.
Tutto troppo facile? Forse. Resta il fatto che, per tornare in terna, a Porto Empedocle, da anni i gettoni erano ad un importo che, solo oggi, un commissario regionale ha contestato. Pochi controlli? Forse.
GIOACCHINO SCHICCHI

LiveSicilia

EX PROVINCE: RISCHIO FALLIMENTO
LETTERA AL GOVERNO.
PALERMO - Le ex Province siciliane rischiano il fallimento nel 2016. E se non si metterà mano alla loro situazione economica non potranno redigere i bilanci per quest'anno. Insomma, il rischio default è concreto se in queste ore governo e parlamento non troveranno una soluzione che passi o dall'appostamento di risorse in finanziaria, risorse che oggi non ci sono, o dal congelamento delle somme dovute dalle Province come contributo alla finanza pubblica.
I nove commissari straordinari delle ex Province hanno scritto, o stanno scrivendo in queste ore, una lettera rappresentando il grave stato economico in cui versa l'Ente che amministrano, sottolineando le disastrose conseguenze cui andranno incontro i territori, se non arriveranno le somme necessarie a chiudere i bilanci. Una prospettiva che i responsabili degli enti d'area vasta hanno già esposto alla commissione Bilancio dell'Ars. Ora la missiva al presidente della Regione e agli assessori al Bilancio e agli Enti locali per trovare una soluzione.
"Vista la situazione di precario equilibrio finanziario abbiamo ritenuto opportuno coordinarci - spiega Manlio Munafò, commissario della città metropolitana di Palermo -. Sono diminuiti i trasferimenti da Stato e Regioni, e le entrate dei tributi sono insufficienti a garantire l'equilibrio".
Due le possibili soluzioni: una prevede uno stanziamento da inserire nella manovra in discussione all'Ars. Ma di questi soldi in finanziaria non c'è traccia. Anzi, in tema di enti locali la manovra azzera anche i contributi per le spese in conto capitale dei Comuni. "L'altra possibile soluzione è il congelamento del contributo alla finanza pubblica che noi subiamo - spiega Munafò -. Sono 180 milioni nel 2016 incluse delle somme dell'anno scorso. Questo consentirebbe di gestire gli enti che siamo chiamati ad amministrare, sennò avremmo difficoltà se non impossibilità a fare i bilanci del 2016".
Insomma, il rischio del fallimento delle ex province è dietro l'angolo. Nei giorni scorsi, per esempio, il ragioniere generale del libero consorzio di Enna ha al commissario straordinario Angela Scaduto, ai dirigenti, ai sindaci e ai presidenti dei consigli comunali dell'Ennese mettendo nero su bianco l'impossibilità di gestione e di chiudere il bilancio di previsione 2016. Una situazione che più o meno accomuna tutti e nove gli enti, che potrebbero essere nell'impossibilità di occuparsi dei servizi di loro competenza, in particolare manutenzione delle strade e scuole superiori." Già gli interventi sono stati ridotti al minimo su strade e scuole - ammette Munafò -. Io a Palermo ho dovuto ridurre l'attività di sostegno agli studenti portatori di handicap. Ma se non si interviene si arriverà a procedure di predissesto e dissesto che rischiano di coinvolgere anche il personale. A partire dalle partecipate". Una propsettiva che fa tremare i circa 6.500 dipendenti delle ex Province. E che sarebbe un epilogo tragico alla vicenda quasi grottesca della loro trasformazione in liberi consorzi e città metropolitane. La riforma, come si ricorderà, fu approvata dall'Ars prima ancora di quella nazionale, con il tripudio di Crocetta. Salvo restare monca, per essere terminata quando già lo Stato aveva superato la Sicilia. Una lunga perdita di tempo che certo non ha aiutato a definire con maggiore certezza il futuro degli enti d'area vasta oggi sull'orlo del baratro

21 febbraio - domenica

LA SICILIA

INAUGURATA LA MOSTRA SUL BAROCCO A SANTO SPIRITO CON IL SALVATOR MUNDI DEL BERNINI
Il cardinale Montenegro "punge" i politici sulla cattedrale.
Agrigento è una grande capitale della cultura che meritava il Bernini e il Bernini meritava questa grande capitale della Cultura.. Lo ha detto il Ministro dell'Interno Angelino Alfano intervenuto ieri ad Agrigento all'inaugurazione della mostra dal titolo, "Il Salvator Mundi di Gian Lorenzo Bernini, il Barocco Romano incontra il Barocco Siciliano" ospitata all'interno della Chiesa di Santo Spirito,
Il complesso monumentale, bene di proprietà del Fondo Edifici per il Culto (Fec) conserva lo splendido apparato decorativo a stucco di uno dei massimi rappresentanti del Barocco siciliano, il palermitano Giacomo Serpotta. Sul "dialogo" trai due esponenti del barocco si basa il progetto espositivo visitabile fino al 30 marzo. La magnificenza del Salvator Mundi nei suoi 103 cm di grandezza irrompe con la sua bellezza nella chiesa. I capelli fluenti che l'incorniciano i lineamenti molto delicati del volto. La mano possente, evocativa. Leggermente alzata in atto di benedire. E di bellezza ha parlato il Cardinale Francesco Montenegro nel suo intervento inaugura le: La bellezza si gusta con il cuore — ha detto - e quando un uomo si incontra con la bellezza entra nei mistero di se stesso. Agrigento sta gustando questo momento e lo gusterà per qualche tempo. Il solo titolo, il Salvatore del Mondo, diventa già un messaggio. Ci troviamo di fronte al Cristo dieci vie ne ancora a parlare di liberazione, di salvezza di trascendenza. Un ringraziamento a chi ha voluto arricchirci di questa presenza in questo tempo".
Un incontro con il liberatore del Mondo ha spiegato, infine, il Cardinale deve diventare liberazione dalle cose che ci appesantiscono. Il riferimento è alla Cattedrale. E del recupero della Cattedrale hanno parlato il sindaco Firetto ed il ministro Alfano: dobbiamo immediatamente lavorare per salvare la Cattedrale. Dobbiamo, con fierezza, sentirci protagonisti di un riscatto culturale.
LUIGI MULA

22 febbraio - lunedì

LA SICILIA

ARAN: IL TASSO DI MOBILITÀ ALL'1% PARTE UNA NUOVA OPERAZIONE DI RICOLLOCAMENTO
In un anno trasferiti 30mila dipendenti pubblici. Ora tocca alle Province.
ROMA. In un anno hanno cambiato ufficio meno di 3Omila dipendenti pubblici, per un tasso di mobilità che scivola sotto 11%. A monitorare i trasferimenti è l'Aran. l'Agenzia che rappresenta il governo davanti ai sindacati. I dati sono aggiornati al 2014 e risultano, pur se leggermente, inferiori a quelli dell'anno precedente. Insomma i movimenti all'interno della R A. si mantengono sempre sugli stessi livelli, con le oscillazioni che derivano per lo più da accorpamenti di enti decisi con i decreti di Spending Review.
In particolare, il tasso di mobilità scende allo 004%, corrispondente a circa 1.330 lavoratori, se si guarda agli spostamenti che non implicano solo un semplice cambiamento di scrivania ma di amministrazione, in questi casi si parla di movimenti extracomparto.
La fotografia scattata dall'Aran immortala così la situazione alla vigilia di quella che il ministro della P.A, Marianna Madia, ha definito «la più grande operazione di mobilità della storia italiana». Si tratta del il collocamento dei di pendenti delle ex Province, trasformate in enti di area va sta. Nuove realtà in cui troverà posto solo la metà del per sonale, il resto invece deve essere assorbito da Regioni, che prendono parte delle funzioni delle Province, Comuni e altre amministrazioni.
li numero dei dipendenti coinvolti superai 15 mila, ma gli esuberi, secondo i dati forniti dal Governo, si fermano a 1.800.
Per evitare che qualcuno si ritrovi senza occupazione il ministero della Pubblica Amministrazione ha avviato una mappatura dei posti liberi, trovando, prime stime alla 'nano, oltre 2.500 posizioni vacanti. Ma il numero degli uffici con carenza di personale potrebbe anche raddoppiare. D'altra parte da ricollocare non risono solo i dipendenti delle Province, ma anche quelli della Croce Rossa, dove le eccedenze sono 2mila. Di certo più posti saranno disponi bili più facile sarà soddisfare il dipendente in esubero, che dovrà fare i conti le distanze (non è infatti detto che il nuovo lavoro sia sotto casa). Per i travet quindi i trasferimenti sono destinati ad aumentare, ma non è il solo cambia mento in arrivo. In settimana in Parlamento inizierà l'iter per il parere sul decreto «in materia di misurazione e valutazione delle performance delle pubbliche amministrazioni.. Parte quindi il countdown per il provvedimento chiamato a rivedere il meccanismo che sta alla base delle pagelle degli statali. Le modifiche introdotte vanno dalla creazione di una nuova Commissione di esperti alla definizione di criteri più rigorosi per la scelta dei valutatori, passando per la definizione di nuovi target(tra cui l'avvicinamento del ciclo della performance e quello della programmazione economico finanziaria).
A. A.

COMUNI. Saranno utilizzati in massima parte per pagare gli stipendi arretrati ai dipendenti
Arrivano i soldi dalla Regione.
La Regione riapre i cordoni della borsa e i Comuni tornano a respirare. La distribuzione è per abitanti, con un "plus" per le comunità montane, e le finalità sono varie: gli Enti potranno spenderli per investimenti — ed è abbastanza raro, in realtà-, e in gran par te li useranno per sostenere le spese dei dipendenti. Vera e propria linfa vi tale per i Comuni come Porto Empedocle o Casteltermini, ad esempio, che attualmente vivono situazioni di crisi di liquidità e sono in ritardo con il rinoscimento delle spettanze ai propri lavoratori. Per quanto si tratti solo della prima tranche, in alcuni casi questi soldi potrebbero durare rea so lo il tempo dell'accreditamento. Un esempio: proprio a Porto Empedocle il costo dei lavoratori è orientativamente 450mila euro al mese, quindi 90mila euro in più di quanto trasferito. Non si trattava detto, nemmeno di un contributo eccezionale: è quello che normalmente viene previsto per gli enti. Eccezionale è il fatto che si tratti della prima rata del finanziamento 2015, finora rimasto nelle casse della Regione provocando gravi difficoltà ai comuni siciliani, così come più volte denunciato dall'Anci.
Andando ai numeri secchi, con un principio di distribuzione per abitante, primo comune non può che essere Agrigento, con 1.267.480 euro, seguita da Sciacca con 679.516 euro, Licata con 601.851, l con 598.759 euro, Ribera 445.823 euro, Canicattì con 415.835 euro, Lampedusa con 4O2.069 euro, Porto Empedocle, 372378 euro, Grotte con 350956 euro, Nato con 334.208 euro Raffadali 330.737 euro, Casteltermini con 326.836 euro, Ravanusa 319.495 euro e Racalmuto 303.587 euro.
Sotto quota 300mila euro troviamo invece, in ordine sparso, Aragona (260.221 euro), Cammarata (296.202 euro), Campobello di Licata (267.963 euro), Menfi (258,110 euro). Sambuca di sicilia (275,459 euro) San Giovanni Gemini (261271 euro), Santa Margherita Belice (222.228 euro).
Sotto quota 200mila euro, invece, tutti gli altri comuni, sempre elencati in ordine sparso: Alessandria della Rocca, Bivona (109.532 euro), Burgio (50 euro), Calamo naci (45.240 euro), Caltabellotta (137.065 euro), Camastra (81.440 euro), Castrofilippo (59.347 euro). Catto lica Eraclea (78.886 euro), Cianciana (78 euro), Comitinì (28,342 euro), Joppolo Giancaxio (23.388 euro), Lucca Sicula 46.737 euro), Montallegro (59.350 euro), Montevago (55.l7 euro), Realmente (80.796 euro) San &a g platani (58.479 euro), Santa Elisabetta (77.744 euro). sant'Angelo Muxaro (53.055 euro), Villafranca sicula (31.231 euro).
C SCHICCHI







Giornale di Sicilia

Sabato 20 febbraio 2016

Edilizia scolastica, ecco i primi 50 milioni per lavori e nuovi edifici
In arrivo dalla Regione 50 milioni per ristrutturare scuole siciliane, per costruirne nuove o per effettuare interventi di manutenzione. I sindaci, però, per evitare di perdere i finanziamenti, dovranno inserire i dati e le informazioni sugli istituti scolastici del proprio territorio nel sistema informatico noto come «anagrafe dell'edilizia scolastica» rilanciata dal governo Renzi. Si tratta di un sistema checonsentedi avere il quadro di tutte le scuole, dei lavori fatti, degli importi spesi, dei problemi esistenti. Per ogni sindaco che non aggiorna la banca dati, la Regione viene penalizzata negli stanziamenti statali. Tanto che l'assessore all'Istruzione, Bruno Marziano,hascritto ai97 sindaci dell'Isola inadempienti dando loro due settimane di tempo per mettersi in regola, altrimenti perderanno la possibilità di ricevere finanziamenti. In tutto la Regione conta di avere a breve una disponibilità di 50 milioni circa. La metà arriverà da Roma e dovrà essere spesa entro il 2016. A tal finel'assessore è fiducioso dal momento che presso gli uffici del dipartimento guidato da Gianni Silvia saranno operativi in questi giorni altri trenta dipendenti trasferiti grazie alla mobilità d'ufficio. Altri 20milioni circa dovrebbero arrivare dai ribassi d'asta del bando da 129 milioni con cui sono stati finanziati 126 interventi in scuole siciliane. Tra l'altro alcuni Comuni, dovendo cofinanziare i progetti  e non avendo disponibilità, hanno rinunciato liberando risorse. In questo caso i finanziamenti serviranno non solo a costruire nuovi edifici,ma anche a realizzare interventi di lotta contro la dispersione attraverso la realizzazione di palestre, laboratori e altre strutture utili agli studenti. L'assessore Marziano seguirà inoltre le indicazioni giunte dal governo nazionale e chiederà a tutti i Comuni di presentare i progetti anche se nell'immediato non saranno tutti finanziabili. Sarà insomma creato un «parco progetti» da finanziare rapidamente quando ci saranno le risorse. A breve, ad esempio,da Roma arriveranno 480 milioni dello «Sblocca scuola» che non incideranno sul patto di stabilità, cioè sui vincoli alla spesa pubblica imposti da Roma, e dunque non metteranno in difficoltà le casse comunali. A dare il via al mega piano di ristrutturazione è stata la giunta regionale che su proposta dell'assessore Marziano ha approvato lo schema di un nuovo bando che servirà a finanziare interventi destinati alla realizzazione di nuovi edifici, allamessain sicurezza ed adeguamento antisismico, a opere per il miglioramento degli istituti e al contrasto alla dispersione scolastica. Marziano spiega inoltre che «una delle novità del bando è l'estrema rapidità di attuazione: le fasi preparatorie si chiuderanno infatti entro il 31 marzo. Le somme per alimentare il bando provengono da fondi nazionali, fondi che verranno liberati dal bando attualmente in esecuzione per via di rinunce ad opere previste e da ribassi d'asta rispetto alle somme preventivate». L'avviso si rivolge a Comuni ed ex province, soggetti titolari degli istituti scolastici. I particolari del bando saranno illustrati dall'assessore nei prossimi giorni. «Siamo di fronte ad un risultato importante- dice Marziano-  raggiunto grazie alla volontà e alla professionalità degli ufficie del dirigente del servizio, Mario Medaglia. In questo modo da un lato contribuiamo all'ammodernamento delle nostre strutture scolastiche e al tempo stesso immettiamo una iniezione di energia al settore edile in Sicilia. I tempi stretti con i quali prevediamo di procedere, inoltre, rappresentano una assoluta novità ed uno stimolo a lavorare meglio». Ri. Ve.

Dalle associazioni ai consorzi fino ai Pip: sulla manovra pioggia di emendamenti
I nodi della sicilia

Crocetta: «rivoglio i fondi per gli enti meritevoli e attivi nel sociale». Il finanziamento ammonta a 30milioni
Numerose le richieste di sostegno ai forestali. E intanto in Finanziaria possibilità di nuove assunzioni di portaborse.
Fra le proposte anche il rilancio dell'Irfis nel credito agricolo. Per i forestali l'idea di impiegarli nella protezione civile. Baccei ripete: tagli per 450 milioni in attesa del contributo da Roma.
Lelio Cusimano
I deputati tornano all'assalto della Finanziaria proponendo oltre duemila emendamenti che nella stragrande maggioranza dei casi prevedono un aumento della spesa. I parlamentari proveranno in Aula a ottenere contributi per associazioni, enti e sigle del proprio territorio ma la coperta è cortissima: l'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, in questi giorni ha ribadito che senza le riforme e tagli per 450 milioni,da Roma non arriveranno i00 miliono  necessari a chiudere il bilancio. Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, intanto ha spiegato alla sua maggioranza di voler riproporre alcune norme cassate in commissione: tra queste il finanziamento a una ventina di sigle ritenute meritevoli, per un totale di circa 30 milioni. La norma è stata stralciata all'Ars dal presidente Giovanni Ardizzone assieme ai tanti emendamenti piovuti in commissione sostenendo che per garantire maggiore trasparenza i fondi vanno assegnati tramite bando. MaCrocetta ha voluto riproporla perché tra l'altro aiuterebbe diverse sigle autorevoli e che operano nel sociale. «Questi enti avevano già superato il vaglio di costituzionalità - ha detto Crocetta -e si tratta di enti strumentali che devono avere la possibilità di programmare le attività svolte». In elenco figurano la Fondazione Whitaker, il Brass Group, l'Autodromo di Pergusa, l'Unione italiana ciechi, gli Istituti per ciechi di Palermo e Catania, la Stamperia Braille, il Cerisdi, l'associazione allevatori, il Corfilac, i consorzi agrari. Tra le altre proposte che saranno discusse da lunedì in Aula, tantissime sono a sostegno dei forestali. La norma più contestata è quella che blocca il turn over della categoria, cioè quel meccanismo che prevede l'aumento delle giornate di lavoro e che, se eliminato, vale circa 5milioni di euro di risparmi. Vincenzo Figuccia di Forza Italia e Giovanni Greco dell'Mpa hanno proposto di cancellare questa norma. Nei cuori dei deputati anche i 2.700 Pip, precari palermitani che costano oltre 20 milioni l'anno: Figuccia vuole equipararli a precari di enti pubblici offrendo dunque maggiori garanzie contrattuali e ha ipotizzato di utilizzare i forestali in siti culturali e come protezione civile. Greco ha anche annunciato misure «per i pensionati Eas che sono senza pensione integrativa, operai Coinres ed ex Pip». Nel Pd, il deputato Paolo Ruggirello ha chiesto che la gestione delle Riserve naturali della Regione passi all'Azienda foreste, in modo da poter anche utilizzare i forestali. Il deputato agrigentino Michele Cimino di Sicilia Futura ha proposto di stanziare 100 mila euro per la Fondazione Leonardo Sciascia di Racalmuto e 400 mila euro per i lavori alla miniera Cozzo Disi di Casteltermini. Il palermitano Totò Lentini, sempre di Sicilia Futura, ha presentato un emendamento per assegnare 50mila euro all'associazione Casa dei Giovani di Bagheria e 2 milioni alle scuole per linfanzia. Nel Trapanese il socialista Nino Oddo ha riproposto i finanziamenti all'Ente Luglio Musicale Trapanese e alla Biblioteca Fardelliana e ha chiesto di stanziare altri 5 milioni ai Consorzi di bonifica, enti che in commissione hanno già ricevuto 53 milioni nonostante i dati del governo mettano in evidenza scarsi risultati in materia di riscossione e irrigazione dei terreni agricoli. E ancora, Giuseppe Lupo del Pd chiede più fondi «per la crescita del turismo, della cultura e dello sportper creare occupazione ».Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia, sta puntando su tre norme: credito d'imposta, allargamento dei finanziamenti dell'Irfis anche all'agricoltura e sostegno all'Ircac. Vincenzo Vinciullo, presidente della commissione Bilancio, ha chiesto una correzione su alcune norme che interessano i precari dei Comuni «perchè tra enti in dissesto o prossimi al dissesto c'època chiarezzae rischiano di restare fuori dai finanziamenti piccoli centri come Milo». In favore degli enti esclusi dai contributi intervengono anche i sindacati. Il settore comunicazione della Cgil di Palermosi è schierato al fianco del Brass Group mentre l'ex sindacalista Mariella Maggio ha previsto uno stanziamento di 300 mila euro. Intanto un articolo della manovra consente ai deputati di adeguare i contratti ai porta borse o assumere nuovi collaboratori. I tagli ai costi della politica varati dal governo Monti e recepiti in Sicilia, spiegano dall'Ars,avevano congelato la spesa dei deputati per i collaboratori al 31 dicembre 2013. Da allora ogni deputato non ha potuto sfruttare in pieno i 3.180euro che ha a disposizione per nuovi contratti, restituendo la parte non utilizzata. Adesso se la norma sarà approvata, i parlamentari potranno modificare i contratti in essere o stipularne nuovi, sempre però rispettando il limite di spesa dei 3.180 euro. Nessuno, tra quanti si intestano nuove spese, indica la copertura economica alternativa.

Domenica 21 febbraio 2016

Ad Agrigento l'ultima opera del Bernini
«Questa è una città di arte e storia e merita questa scultura», dice ilministro dell'Interno, Angelino Alfano, all'inaugurazione.
La maestosità del Salvator Mundi di Gian Lorenzo Bernini abbraccia gli stucchi del Serpotta nella chiesa del monastero di clausura: il risultato è bellezza mozzafiato. Ed Agrigento diventa una città di cultura, bellezza ed arte. Come le più grandi capitali europee. Da ieri mattina un «filo» lega la città dei templi greci a Roma e Parigi. Si chiamava Bernini, napoletano di nascita, scultore ed architetto del Seicento, massimo protagonista della cultura figurativa barocca. Suo è il Baldacchino che avvolge l'altare di San Pietro in Vaticano, suo il colonnato di via della Conciliazione. Sua anche la progettazione di Palazzo Montecitorio e di alcune ali del Quirinale. La sua fama raggiunse anche Parigi e la costruzione del Louvre. Da ieri mattina una sua opera è ad Agrigento, e vi resterà fino al 30 marzo grazie ad una intesa raggiunta tra la Prefettura, la Curia, l'Unicredit e il Fondo degli edifici di culto che fa capo al ministero dell'Interno ed al quale l'opera appartiene. Si tratta del busto marmoreo «Salvator Mundi», l'ultimo lavoro dell'artista (morto nel novembre del 1680), che è stato sistemato all'interno della barocca chiesa del Santo Spirito annessa al grande complesso monastico della «Badia Grande »nel cuore del centro storico di Agrigento. A tagliare il nastro tricolore il ministro dell'Interno Angelino Alfano ed il cardinale Francesco Montenegro. «L'esposizione dell'opera marmorea del Bernini - ha detto il sindaco Lillo Firetto - è un omaggio alla storicità di questa città, da sempre culla di antiche civiltà. Annualmente il Parco Archeologico e il Museo sono visitati da oltre 600mila persone eil prestito temporaneo dell'opera del Bernini, per un raffronto se pur minimo tra l'Arte del Seicento con il Barocco siciliano, rappresentato dai pregevoli stucchi del Serpotta che "cingeranno" la preziosa opera del Bernini nella chiesa del Complesso Monumentale di Santo Spirito, è operazione di grande respiro culturale». «Agrigento è una città di storia, di arte, di cultura che merita questo Bernini equesto Bernini merita Agrigento - ha esordito il ministro Alfano - il resto sono solo polemiche strumentali, antimeridionali, con una certa supponenza intellettuale nei confronti della città». Il capo del Viminale ha voluto fare riferimento alla polemica che il trasferimento della scultura ad Agrigento (città natale del ministro) ha scatenato. «Non è il primo spostamento del "Salvator Mundi" in un'altra città rispetto a dove è solitamente allocato, ma è la prima volta che ciò ingenera polemiche, forse perché siamo ad Agrigento? Questo per me è assolutamente inaccettabile». Al taglio delnastroanche il cardinale Franco Montenegro: «In questo momento, Agrigento mi sembra come quella magnifica conchiglia che conserva una perla e tutto l'insieme diventa una bellezza. È un fatto anche un po' particolare perchè Agrigento mentre fa da conchiglia, che accoglie bellezze e perla, essa stessa è perla e merita tutta l'attenzione. Ritrovarci con il busto del Cristo, opera del Bernini, la prima cosa che mi viene da dire è "che bello!". Non perché gli occhi riescano ad essere arricchiti da qualcosa, ma perché quando c'è la bellezza, la bellezza si gusta con il cuore». «Dopo il Bernini, lavoriamo per portare ad Agrigento il Caravaggio», ha detto, a conclusione della cerimonia di inaugurazione dell'esposizione il ministro Alfano, rivolgendosi al prefetto Angelo Carboni, che è il direttore centrale del Fec, il Fondo edifici di culto. Un lungo applauso è seguito alla proposta del ministro Alfano. L'Unicredit, che ha sponsorizzato l'arrivo del «Salvator Mundi» ad Agrigento, ha già rinnovato la sua disponibilità per il futuro: «L'impegno per la cultura - ha sottolineato Paolo Pivetti, responsabile dell'Area Commerciale Agrigento di UniCredit - è di lunga durata. L'intervento ad Agrigento infatti si colloca nel solco di una attività intensa e proficua della nostra banca». La mostra del Bernini resterà ad Agrigento fino al 30 marzo e sarà possibile ammirarla tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalla 15 alle 18 e la domenica dalle 11 alle 17 con orario continuativo.Un corridoio privilegiato lo avranno gli studenti di ogni ordine e grado. (*VA*)  

Lunedì 22 febbraio 2016

Palermo
Finanziaria, l'Ars riapre la maratona
Resta l'incognita dei fondi agli enti
Nelle commissioni. L'obiettivo è approvare il testo delle misure entro sabato. La maratona che porterà all'approvazione della Finanziaria inizia oggi alle 16. E l'obiettivo dei 90 deputati di Sala d'Ercole è arrivare al traguardo al massimo sabato notte. «Tutto dipenderà dalla compattezza della maggioranza - segnala il presidente della commissione Bilancio, Vincenzo Vinciullo - e dalla durezza dell'opposizione dei grillini». Politiche se a parte, i nodi da sciogliere riguardano soprattutto il recupero di tutte o parte delle misure «tagliate» dal presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, dopo l'approvazione del testo base in commissione. Vinciullo rivela che stamani alcune commissioni proveranno a riapprovare alcuni articoli, a cominciare da quelli che stanziano contributi. Ovviamente si tratterà di testi formalmente diversi rispetti a quelli cassati da Ardizzone, poi si aprirà la trattativa per riportarli in aula entro sabato notte. Il secondo nodo politico riguarda il ruolo dei grillini. Ieri si è diffusa fra i deputati la convinzione che almeno su alcune misure-cardine non ci sarà opposizione dura. E ciò potrebbe spianare la strada verso un'approvazione rapida della manovra. Il governo avrebbe provato nelle ultime ore a cercare una intesa con i 5Stelle. Ipotesi smentita da Giancarlo Cancelleri, leader dei grillini siciliani. Ci sono però soprattutto i nodi tecnici. Il più importante lo ricorda l'assessore alle Autonomie Locali, Luisa Lantieri: «I fondi per i Comuni e per i precari sono per la maggior nell'elenco di capitoli di bilancio congelati in attesa che si arrivi all'intesa con lo Stato sul trasferimento di 500 milioni. Serve senso di responsabilità da parte di tutti per approvare un testo che non metta in discussione questa intesa e dunque il futuro di Comuni e precari». Gia. Pi.
Giacinto Pipitone

I nodi della sicilia. L'assessore alle Autonomie Locali, Lantieri: «Dirottare i dipendenti negli Enti locali significherebbe licenziare i 20mila precari, ipotesi impraticabile»
Deficit ex Province, in migliaia a rischio esubero
Palermo ...Casse vuote e deficit fuori controllo, impossibile approvare i bilanci. I 9 commissari mettono nero su bianco che le ex Province sono al dissesto. E che ciò comporta misure eccezionali: taglio dei contratti dei precari e dichiarazione di esubero per migliaia di dipendenti di ruolo. Alla vigilia del via alle votazioni della Finanziaria, i commissari delle Province invocano il soccorso della Regione, che però allarga le braccia: «La manovra- spiega il ragioniere generale, Salvatore Sammartano - prevede per questi enti poco meno di 20 milioni. Difficile trovare altre risorse, anche perchè rimarrebbero impigliate nei limiti del patto di stabilità». Nella lettera inviata a Crocetta i commissari delle Province indicano in almeno 130 milioni il disavanzo. E a ciò si aggiunge un aumento del contributo al risanamento della finanza pubblica, imposto dallo Stato per sistemare il bilancio nazionale: quest'anno costerà circa 60 milioni in più. I commissari scrivono che non approveranno i bilanci. E che già il primo marzo avvieranno la dimissione delle quote di partecipazioni in società ed enti. Ma questa è solo la prima mossa perchè il nodo è ridurre le spese e per farlo la lettera indica solo due strade: «Interruzione dei rapporti a tempo determinato in relazione all'esaurimento delle risorse» e «avvio dell'iter per l'adozione delle misure previste in caso di eccedenza di personale». La legge richiamata è la 15 del 2015 che all'articolo 37 prevede che si possa continuare a utilizzare e pagare il personale «solo nei limiti delle disponibilità finanziarie». Tradotto, significa che ogni commissario delle ex Province dovrebbe individuare quanti dipendenti può ancora permettersi emettere in mobilità tutti gli altri. È una miccia accesa nel cuore del comparto pubblico regionale, perchè a cascata salterebbero anche gli equilibri nei Comuni. E non a caso la lettera ha messo in allarme il governo regionale: «Mettere in mobilità gli esuberi delle Province - spiega l'assessore alle Autonomie Locali, Luisa Lantieri - significa paracadutarli negli unici enti dove si può trovare posto, cioè nei Comuni. Ma il posto si troverebbe a patto di licenziare i 20mila precari Una soluzione impraticabile». Una delle alternative l'ha messa in pratica Manlio Munafò, commissario della Provincia di Palermo: «Entro qualche giorno andranno in prepensionamento 140 dipendenti. Ma è una mossa che non risolve tutti i problemi». Un'altra alternativa, segnalano i commissari, sarebbe quella di ottenere da Roma un rinvio del contributo di solidarietà: ciò equivarrebbe a uno sconto di circa 120 milioni. Soldi che poi dovrebbe trovare lo Stato e per questo motivo nessuno a Palazzo d'Orleans scommette su questa soluzione. Il governo regionale ha provato a ottenere un aiuto da Roma prima di iniziarea votare la Finanziaria. Ma il colloquio fra la Lantieri e il sottosegretario Bressa è stato al limite della lite. L'assessore lo ricostruisce così: «Mi ha chiesto di approvare la riforma delle Province prima di discutere di qualsiasi aiuto. Altrimenti mi ha testualmente suggerito di trasformare i commissari delle Province in commissari liquidatori. Una provocazione difficile da accettare...». Tuttavia il nodo è proprio la mancata riforma delle Province. La Sicilia è l'unica Regione a non aver completato il percorso che darebbe vita ai Liberi Consorzi di Comuni che erediterebbero funzioni, personale e fondi degli enti soppressi. Nell'attesa restano le vecchie Province, a cui però sia lo Stato che la Regione hanno tolto i fondi proprio perchè non dovrebbero più essere operative. Da qui l'appello della Lantieri: «Dopo la Finanziaria si approvi in fretta la riforma delle Province per evitare un terremoto».
I commissari: casse vuote e debiti alle stelle, c'è la grana del personale in eccedenza che rischia di essere destinato ai Comuni

Ribera, Longo: «L'istituto Toscanini senza soldi»

Può resistere ancora un paio di settimane l'istituto musicale Toscanini di Ribera senza risorse da parte della Regione e in attesa del contributostatale e poi sarà la paralisi dell' attività della struttura con ben 200 studenti. Un nuovo appello è stato lanciato sull'asse Agrigento-Palermo, coni concerti dei sei conservatori siciliani, prima al Pirandello della città dei templi e poi nel capoluogo isolano. Con le risorse al momento disponibili la scuola può pagare ai docenti lo stipendio di febbraio, ma non può attivare 600 ore di lezione ancora necessarie per consentire, a giugno, agli studenti, di sostenere gli esami. Insomma, ormai l'allarme rosso è scattato e le necessità sono chiare anche sul piano dei numeri: servono un milione e 700 mila euro all'anno. Con grandi economie si può ridurre il badget a 750 mila euro, ma non si può andare sotto questa soglia, secondo quanto rileva il direttore, Mariangela Longo. Al momento sono in servizio 12 insegnanti, 10 dei qualidi ruolo, e 2,di canto e clarinetto, incaricati. Per completare le cattedre sarebbero necessari 22 insegnanti. C'è anche uno studente diversamente abile, ma la scuola non ha i fondi per affidare l'incarico all'insegnante di sostegno. Insomma, ormai la paralisi della scuola è dietro l'angolo. Il direttore Longo, però, continua a lottare: «L'obiettivo - dice - è di suggerire le soluzioni alla paralisi del sistema, dovuto al ritardo perpetrato da parte del ministero nell'emanazione dei regolamenti attuativi della legge 508 del 99 attesi da ben 17 anni». (*GP*)


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