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Rassegna stampa del 3 marzo 2016

Livesicilia

I SOLDI DA ROMA, FORESTALI E PRECARI
E' SOLO LA FINANZIARIA DEI RINVII
di Accursio Sabella
La legge di stabilità ha lasciato in sospeso molte situazioni: dai conti legati all'esito della trattativa con lo Stato, passando per le riforme nel settore agricolo. Mentre per i lavoratori degli enti locali è arrivata la solita proroga e qualche società partecipata non è stata né chiusa, né salvata.
PALERMO - Una Finanziaria dei rinvii. È quella approvata ieri dall'Assemblea regionale, che ha archiviato l'esame della manovra per poi accorgersi di non avere ancora approvato quasi nulla. Perché la legge di stabilità esitata da Sala d'Ercole è quella delle buone intenzioni e delle questioni lasciate in sospeso. A cominciare dal cuore della legge stessa. Quell'articolo 5 che fa riferimento al mezzo milione che lo Stato dovrebbe trasferire all'Isola. Dovrebbe. E se anche - come in tanti sono pronti a giurare - dovesse arrivare il contributo, non si sa ancora se la somma sarà effettivamente quella. "Adesso si ricomincia", ha ammesso Alessandro Baccei a margine dei lavori in finanziaria. Riparte, cioè, la "trattativa" con Roma che dovrebbe (e il condizionale ispira tutta la Finanziaria) scongelare somme vitali. Se, insomma, dovesse incepparsi qualcosa, a saltare in aria sarebbe circa metà del finanziamento destinato ai Comuni e per le ex Province, per i precari degli enti locali, per i Pip, per i Forestali. Oltre a metà dell'entità del cosiddetto "allegato 1". Tradotto: enti regionali, Irsap, Esa, teatri, Enti per il diritto allo studio, fondi per la lotta a cosa nostra. E tanto altro. La Finanziaria approvata, insomma, non ha ancora dato la certezza di poter contare su queste somme. Tutto dipenderà da Roma. Si vedrà, insomma.
Stesso discorso per i precari degli enti locali. E qui la "responsabilità" va suddivisa tra Palazzo dei Normanni e Montecitorio. Anzi, il ruolo centrale qui è quello del parlamento nazionale. Nei mesi scorsi se ne sono sentite di tutti i colori. A cominciare dall'Agenzia nazionale lanciata dal sottosegretario Faraone. E invece, anche quest'anno, esattamente come ogni anno, la politica ha messo la polvere sotto il tappeto. Producendo la solita proroghina annuale che mantiene circa 24 mila lavoratori in bilico, sul filo percorso dalle solite promesse di stabilizzazione.
Si dovrà attendere invece un periodo di quattro mesi per conoscere il vero destino dei Forestali, ai quali il governo ha imposto un blocco temporaneo del turn over (le sostituzioni con aumento di giornate lavorative) in attesa che l'Ars approvi la riforma del settore entro 120 giorni. Se la riforma non si farà? La risposta è nello stesso articolo della Finanziaria: il turn-over verrà riattivato. Ovvero, si torna al punto di partenza. E lo stesso potrebbe succedere nei confronti di enti finiti nel mirino delle polemiche. "I Consorzi di bonifica non hanno nemmeno portato i loro bilanci all'Ars" la denuncia sia dell'assessore Baccei che del presidente della commissione bilancio Vincenzo Vinciullo. Eppure, l'Ars ha deciso di destinare ai Consorzi addirittura più soldi dell'anno scorso: tre milioni in più (36 milioni in tutto), per enti apparentemente chiusi e affidati a due commissari. Ma che continuano ad andare avanti come se niente fosse. Tra dubbi e mega-stipendi. Anche in questo caso, governo e maggioranza hanno previsto una riforma generale del settore. Si farà. Poi.
Così come si farà (forse) il mini-intervento di spending review che dovrebbe portare all'abbattimento degli stipendi dei dirigenti delle società partecipate regionali. Per farla breve, in Aula è arrivata una norma che abbatteva a 118 mila euro il limite massimo degli emolumenti per i dirigenti. A questo, si è aggiunta una proposta dei grillini che abbassava ulteriormente quel tetto. L'Ars, però, col voto segreto, ha deciso di bocciare non solo l'emendamento a cinque stelle, ma l'intero articolo. "Riproporremo come disegno di legge - la reazione dei deputati Pd Alice Anselmo e Giovanni Panepinto - la norma. Chiederemo al presidente dell'Ars Ardizzone ed ai capigruppo di maggioranza - aggiungono - che il ddl venga stralciato ed inviato alla commissione di merito affinché venga esitato un ddl che arrivi all'esame dell'aula già subito dopo la chiusura della sessione di bilancio". Insomma, la maggioranza che ha già bocciato questa norma, dovrebbe approvare un ddl che ripropone lo stesso provvedimento. Un bluff, buono per far calare il polverone delle scontate polemiche.
Perché questa Finanziaria è una collezione di palloni gettati in calcio d'angolo. Per evitare guai. Scegliere di non scegliere, insomma, è sembrato il "mantra" che ha accompagnato i lavori. Ne sanno qualcosa anche un po' di enti, estromessi da quella che fu la "Tabella H" e sospesi nell'attesa dei bandi regionali. E ne sanno qualcosa i dipendenti di Sviluppo Italia e Riscossione Sicilia. Società salve. Ma solo per il momento. In attesa di presentare piani industriali e proposte di riduzione dei costi. Perché a guardare bene in questa Finanziaria non è possibile trovare una sola decisione. Quella approvata ieri è solo la Finanziaria dei rinvii.

Infoagrigento

Nota Anci Sicilia
L' EMERGENZA DELLE EX PROVINCE, LA PREOCCUPAZIONE DELL'ANCISICILIA:
"CHIEDERE UN IMMEDIATO VERTICE A ROMA ASSIEME AL GOVERNO REGIONALE"
"La situazione non è più sotto controllo con gravi rischi per l'erogazione dei servizi essenziali"
"I segnali di queste ultime ore rispetto alla tenuta finanziaria delle ex province, confermano le preoccupazioni, più volte espresse da AnciSicilia, circa la necessità di definire un assetto più razionale della "governance" del territorio. La conferma dell'insostenibile crisi che sta investendo gli enti di II livello è data anche dalle dimissioni dei commissari di Agrigento e Caltanissetta. Si tratta, è bene ricordarlo, di commissari di nomina regionale che non hanno potuto che prendere atto di una situazione ingestibile i cui nodi fondamentali, dall'equilibrio finanziario dei bilanci al futuro del personale, non sono stati mai realmente affrontati. Non possiamo che esprimere una grave preoccupazione circa l'idea che, da qui a pochi mesi, la gestione di tali Enti venga affidata agli amministratori locali sulle cui spalle grava già la difficilissima situazione dei comuni".
Lo hanno detto Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario dell'AnciSicilia, che aggiungono: "Da circa due anni, e da ultimo nel corso delle recenti audizioni nell'ambito della Legge di Stabilità regionale, abbiamo evidenziato più volte come la gestione dei liberi consorzi e delle città metropolitane non sia allo stato possibile se non attraverso un ripensamento delle funzioni e delle fonti finanziarie. Per tali ragioni chiediamo, come già proposto dall'assessore Baccei, con riferimento alla situazione finanziaria dei comuni nel corso dell'assemblea del 25 febbraio all'Ars, che insieme con il governo regionale si avvii un immediato confronto con Roma, consapevoli del fatto che un assetto stabile nella gestione del territorio di comuni e degli enti di II livello debba presupporre un'intesa tra governo nazionale, governo regionale e sistema delle autonomie locali".
"Le conseguenze di questa situazione - conclude Paolo Amenta, vice presidente dell'AnciSicilia - stanno determinando un grave pregiudizio in settori vitali come la manutenzione delle strade provinciali, la gestione delle scuole secondarie, e nel garantire i livelli minimi dei servizi socio-assistenziali per i disabili. Vi è, in quest'ultimo caso, il forte rischio che le famiglie coinvolte possano contestare la mancata erogazione di servizi essenziali con conseguenze anche di natura giudiziaria oggi in capo agli attuali commissari e domani in capo agli amministratori dei comuni che si assumeranno l'onere di gestire liberi consorzi e città metropolitane".

Comunicalo.it

Sicilia, ex Province nel caos, Figuccia (FI): "Disastro annunciato"
"Il caos creato dal governo Crocetta con la 'non riforma' delle province sta avendo ripercussioni devastanti, con enti impossibilitati a programmare, gestire la quotidianità e le emergenze sul territorio e, persino, privi delle risorse necessarie per pagare gli stipendi dei dipendenti. Una situazione disperata che ha visto addirittura due commissari, di Agrigento e di Caltanissetta, rassegnare le dimissioni". Lo dive il vice capogruppo di Forza Italia all'Ars, Vincenzo Figuccia, che aggiunge: "Quanto previsto dalla Finanziaria per le ex province è per di più del tutto insufficiente a risolvere un problema immenso". Per il parlamentare si tratta di "una situazione destinata a peggiorare giorno dopo giorno. Roma continua a prelevare risorse dal territorio, il collasso è in corso. E la preoccupazione è rivolta non solo ai tagli ai servizi forniti dalle ex province, ma soprattutto al rischio che migliaia di lavoratori degli enti possano rimanere senza stipendio. Ci troviamo - conclude Figuccia - di fronte ad un duplice errore: una riforma insensata e un prelievo forzoso inaccettabile. Così il territorio muore".

GdS ondine

OPERE INCOMPIUTE
Renzi: "Il Ponte sullo Stresso si farà. In Sicilia vanno rimesse a posto strade e ferrovie"
ROMA. «Sicuramente il Ponte sullo Stretto verrà fatto prima o poi. L'importante è che prima portiamo a casa i risultati di opere incompiute perchè qui ci son solo quelli che pensano di arrivare e portare a casa progetti faraonici».
Lo dice Matteo Renzi a Isoradio. Dovrà essere «anche per i treni ad alta velocità», ma «bisognerà capire costi e tempi» ma ancora non è possibile indicarli, spiega. Perchè «prima devono finire i lavori sulle strade in Sicilia e Calabria» perchè alcuni tratti sono «indecenti».
«Sul Ponte dello Stretto si è giocato un derby ideologico tra fautori e detrattori totalmente privo di aderenza alla realtà perchè se ci mettiamo un pizzico di buonsenso, prima mettiamo a posto le strade in Sicilia, perchè per un periodo è crollato un viadotto al mese, dopo che negli anni '60 e '70 sono stati fatti lavori coi piedi». Continua il premier.
«Primum vivere deinde filosofari», sottolinea. «In Sicilia vanno rimesse a posto strade e ferrovie. Se non uniamo Palermo, Catania e Messina di che parliamo? In alcuni momenti è stata impercorribile al suo interno ed è indecente per una regione così bella», sottolinea.
«In prospettiva personalmente non ho niente contro il Ponte, anzi lo ritengo utile, l'importante è capire tempistica, costi, collegamento e quando ci sarà dovrà essere anche per i treni. Dovrà essere un pezzo della struttura di Alta velocità del Paese. Perchè abbiamo la struttura ad alta velocità migliore al mondo», aggiunge Renzi. «Ora bisogna andare da Napoli a Bari e da Napoli a Reggio Calabria e in prospettiva anche a Palermo».

LA SICILIA

FONTANELLE
Esercitazione di protezione civile al comprensivo Vincenzo Reale.
Esercitazione di Protezione civile all'istituto comprensivo di Fontanelle per far capire ai ragazzi l'importanza che assume questo tipo di educazione in tutti i casi di pericolo in cui è necessario, per non correre ultèriori rischi, te nere un comportamento corretto.
A spiegare le principali nozioni ai giovani alunni nel salone della scuola in via Alessio Di Giovanni, sono stati Attilio Sciara per il Comune e Marzio Tuttolomondo per la Provincia. I due funzionari con un linguaggio comprensibile ai ragazzi, si sono sofferma ti sul significato di Protezione civile e come essa interviene in caso di emergenza. Agli studenti di Fontanelle è stato spiegato in che modo fare prevenzione e come comportarsi in tutti quei casi della vita che possono verificarsi senza necessariamente fare riferimento ad un terremoto. Ci sono mi le insidie, purtroppo, che vanno affrontati con la dovuta conoscenza. Diffondere nella scuola la cultura di protezione civile è un merito che va riconosciuto alle Istituzioni locali, nel nostro caso Comune e Provincia, i cui diligenti del Settore proprio nelle scuole, come è avvenuto ieri all'istituto "Vincenzo Reale", svolgono delle vere e proprie lezioni formative. In pratica i relatori hanno ribadito che un cittadino bene informato riduce al massimo le eventuali conseguenze scaturite da un qualsiasi rischio. Al termine delle lezioni teoriche, è stata simulato un pericolo con evacuazione dell'edificio attraverso le vie di fuga con gli alunni raccolti nello spiazzale antistante.
EUGENIO CAIRONE

PALMA DI MONTECHIARO
L'istituto superiore Hodierna rinuncia a diverse iscrizioni perché i termini erano scaduti.
La direzione dell'istituto superiore di secondo grado (ex liceo scientifico) Giovan Battista Hodierna» ha dovuto rinunciare alla iscrizione di diversi alunni, poiché la richiesta è stata inoltrata oltre la scadenza del termine stabilito dal Ministero dell'istruzione. Lo si è appreso da fonti attendibili dell'ambiente scolastico palmese.
La notizia certamente non è piacevole, poiché con le nuove iscrizioni (si parla di quasi trenta alunni non ammessi) l'importante istituto scolastico, l'unico statale ad indirizzo superiore nella cittadina palmese, sarebbe stato nella condizione di raggiungere e superare il numero minimo di 600 iscrizioni, indispensabili per potere mantenere l'autonomia nell'armo scolastico 2016-2017.
Secondo infatti la circolare ministeriale del 18 febbraio scorso, per le nuove iscrizioni doveva essere perentorio il rispetto del termine di scadenza.
Termine che evidentemente non hanno potuto scongiurare diverse famiglie palmesi, forse perché - si sostiene - non avrebbero avuto dimestichezza nel potere trasmettere l'istanza per loro tramite il sistema on-line, richiesto dal Miur. E così, con comprensibile disappunto, nell'ex liceo scientifico
Hodierna la preside Milena Siracusa è stata costretta, suo malgrado, a fare rispettare la circolare ministeriale sul rispetto della scadenza nelle iscrizioni.
Ma il fatto ritenuto paradossale e previsto dalla stessa circolare del ministero dell'Istruzione, è che gli alunni che sono stati per così dire obbligatoriamente "rifiutati" potranno essere ripescati.
E cioè potranno nell'anno scolastico 2016-2017 regolarmente frequentare i corsi di studio ai quali hanno chiesto di iscriversi, ma non potranno fare parte dell'organico scolastico dell'importante istituto superiore di secondo grado. Una situazione questa quasi pirandelliana che purtroppo dovrà esser fatta rispettare, con la speranza che la mancata iscrizione, nel rispetto del termine della scadenza, non abbia creato deleterie conseguenze per il futuro dell'unico istituto scolastico statale ad indirizzo superiore in attività da quasi 40 anni, la cui autonomia scolastica forse avrebbe potuto essere salvata con le nuove richieste rifiutate" dalla come sempre in flessibile burocrazia.
FILIPPO BELLIA

CUPA:DALLA REGIONE UNA MAZZATA ALLE SPERANZE PER GARANTIRE IL FUTURO DEL CONSORZIO
Immordino: «La situazione è drammatica. Garantito solo quest'anno accademico».
Il Consorzio universitario di Agrigento at tendeva in «apnea» ì risultati della finanziaria regionale: tutte le speranze per garantire il prossimo anno accademico e il proseguimento dell'attuale erano ripone nelle pieghe del bilancio regionale. Speranze vane, data che, alla fine, a causa della «scure» delta Regione si è stanziata una somma di "soli" 5 milioni e 205mila euro, tre milioni in meno circa rispetto a quanto promesso e di quanto ci si aspirava. Una somma che dovrà essere tra l'altro suddivisa per numero di iscritti e che, alla fine, non risolverà le emergenze del Cupa.
«La situazione è realmente drammatica - spiega con sconforto il presi dente Maria Immordino - Abbiamo rinviato l'assemblea dei soci e il consiglio di amministrazione nei giorni scorsi proprio in attesa dello stanziamento da parte della Regione che però alla fine è stato lo stesso dello scorso anno». Poco, anche in considerazione del fatto che il Cupa ha una scopertura di circa mézzo milione di euro «extra» rispetto alle somme che sono attualmente disponibili che dovrebbero essere garantiti dai soci. A complicare il tutto c'è anche il fatto che la Provincia, pur attualmente senza guida «politica dopo le dimissioni di Marcello Maisano, manterrà il proprio recesso dalla compagine societaria. Questo, tra l'altro, potrebbe avere conseguenze anche rispetto alla struttura di via Quartararo, oggi sede dei corsi di aurea. Un situazione di incertezza che ha portato ad oggi l'altro socio fondatore, la Camera di Commercio, a formalizzare la propria partecipazione societaria per l'anno in corso. Ma non basta. In ossequio al molto secondo il quale piove sempre sul bagnato». tra le carte del Cda del Consorzio emergono tracce di uno scontro di fuoco tra Immordino, il consigliere Tuzzolino e il consigliere in quota Comune Minacori Questi aveva sostanzialmente criticato le scelte fatte in termini, tra le altre cose, di conferma dell'offerta formativa in sede di consiglio di amministrazione, portando i due a una lunga nota di risposta. Nel documento, allegato al verbale della seduta dello scorsa i febbraio, espongono il proprio «disagio» rispetto alle affermazioni del farmacista, che, sì legge ancora nel documento «manifesta con chiarezza la sua volontà di dissociarsi dalle precedenti scelte di grande responsabilità». La conclusione lascia di «sale»: le dichiarazioni di Minacori, dicono Immordino e Tuzzolino «inducono senza indugio a proporre al Cda l'attivazione del procedimento previsto dalla Convenzione quadro per il ridimensionamento dell'offerta formativa nonché della pianta organica del consorzio. Oggi Immordino, in tal senso, appare più «morbida»: «L'offerta formativa attuale — spiega — la porteremo avanti per questo anno accademico. Per il prossimo anno si vedrà, di certo non c'è copertura, per quanto abbiamo richiesta all'università di Palermo di fornire i dati rispetto ai costi dei corsi di laurea".
-E il personale amministrativo in carico al Cupa?
«Guardi, non sarò io a fare macelleria sociale. 1o possiamo confermare sicura mente per questo anno, poi se ne potrà occupare chi verrà dopo di me, dato che il prossimo 21 marzo scade il mandato di questa presidenza e di questo Cda».
G. S.


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