Livesicilia
I SOLDI DA ROMA,
FORESTALI E PRECARI
E' SOLO LA FINANZIARIA
DEI RINVII
di Accursio Sabella
La legge di stabilità
ha lasciato in sospeso molte situazioni: dai conti legati all'esito
della trattativa con lo Stato, passando per le riforme nel settore
agricolo. Mentre per i lavoratori degli enti locali è arrivata la
solita proroga e qualche società partecipata non è stata né
chiusa, né salvata.
PALERMO - Una Finanziaria
dei rinvii. È quella approvata ieri dall'Assemblea regionale, che ha
archiviato l'esame della manovra per poi accorgersi di non avere
ancora approvato quasi nulla. Perché la legge di stabilità esitata
da Sala d'Ercole è quella delle buone intenzioni e delle questioni
lasciate in sospeso. A cominciare dal cuore della legge stessa.
Quell'articolo 5 che fa riferimento al mezzo milione che lo Stato
dovrebbe trasferire all'Isola. Dovrebbe. E se anche - come in tanti
sono pronti a giurare - dovesse arrivare il contributo, non si sa
ancora se la somma sarà effettivamente quella. "Adesso si
ricomincia", ha ammesso Alessandro Baccei a margine dei lavori in
finanziaria. Riparte, cioè, la "trattativa" con Roma che
dovrebbe (e il condizionale ispira tutta la Finanziaria) scongelare
somme vitali. Se, insomma, dovesse incepparsi qualcosa, a saltare in
aria sarebbe circa metà del finanziamento destinato ai Comuni e per
le ex Province, per i precari degli enti locali, per i Pip, per i
Forestali. Oltre a metà dell'entità del cosiddetto "allegato 1".
Tradotto: enti regionali, Irsap, Esa, teatri, Enti per il diritto
allo studio, fondi per la lotta a cosa nostra. E tanto altro. La
Finanziaria approvata, insomma, non ha ancora dato la certezza di
poter contare su queste somme. Tutto dipenderà da Roma. Si vedrà,
insomma.
Stesso discorso per i
precari degli enti locali. E qui la "responsabilità" va
suddivisa tra Palazzo dei Normanni e Montecitorio. Anzi, il ruolo
centrale qui è quello del parlamento nazionale. Nei mesi scorsi se
ne sono sentite di tutti i colori. A cominciare dall'Agenzia
nazionale lanciata dal sottosegretario Faraone. E invece, anche
quest'anno, esattamente come ogni anno, la politica ha messo la
polvere sotto il tappeto. Producendo la solita proroghina annuale che
mantiene circa 24 mila lavoratori in bilico, sul filo percorso dalle
solite promesse di stabilizzazione.
Si dovrà attendere
invece un periodo di quattro mesi per conoscere il vero destino dei
Forestali, ai quali il governo ha imposto un blocco temporaneo del
turn over (le sostituzioni con aumento di giornate lavorative) in
attesa che l'Ars approvi la riforma del settore entro 120 giorni. Se
la riforma non si farà? La risposta è nello stesso articolo della
Finanziaria: il turn-over verrà riattivato. Ovvero, si torna al
punto di partenza. E lo stesso potrebbe succedere nei confronti di
enti finiti nel mirino delle polemiche. "I Consorzi di bonifica non
hanno nemmeno portato i loro bilanci all'Ars" la denuncia sia
dell'assessore Baccei che del presidente della commissione bilancio
Vincenzo Vinciullo. Eppure, l'Ars ha deciso di destinare ai Consorzi
addirittura più soldi dell'anno scorso: tre milioni in più (36
milioni in tutto), per enti apparentemente chiusi e affidati a due
commissari. Ma che continuano ad andare avanti come se niente fosse.
Tra dubbi e mega-stipendi. Anche in questo caso, governo e
maggioranza hanno previsto una riforma generale del settore. Si farà.
Poi.
Così come si farà
(forse) il mini-intervento di spending review che dovrebbe portare
all'abbattimento degli stipendi dei dirigenti delle società
partecipate regionali. Per farla breve, in Aula è arrivata una norma
che abbatteva a 118 mila euro il limite massimo degli emolumenti per
i dirigenti. A questo, si è aggiunta una proposta dei grillini che
abbassava ulteriormente quel tetto. L'Ars, però, col voto segreto,
ha deciso di bocciare non solo l'emendamento a cinque stelle, ma
l'intero articolo. "Riproporremo come disegno di legge - la
reazione dei deputati Pd Alice Anselmo e Giovanni Panepinto - la
norma. Chiederemo al presidente dell'Ars Ardizzone ed ai capigruppo
di maggioranza - aggiungono - che il ddl venga stralciato ed
inviato alla commissione di merito affinché venga esitato un ddl che
arrivi all'esame dell'aula già subito dopo la chiusura della
sessione di bilancio". Insomma, la maggioranza che ha già bocciato
questa norma, dovrebbe approvare un ddl che ripropone lo stesso
provvedimento. Un bluff, buono per far calare il polverone delle
scontate polemiche.
Perché questa
Finanziaria è una collezione di palloni gettati in calcio d'angolo.
Per evitare guai. Scegliere di non scegliere, insomma, è sembrato il
"mantra" che ha accompagnato i lavori. Ne sanno qualcosa anche un
po' di enti, estromessi da quella che fu la "Tabella H" e sospesi
nell'attesa dei bandi regionali. E ne sanno qualcosa i dipendenti di
Sviluppo Italia e Riscossione Sicilia. Società salve. Ma solo per il
momento. In attesa di presentare piani industriali e proposte di
riduzione dei costi. Perché a guardare bene in questa Finanziaria
non è possibile trovare una sola decisione. Quella approvata ieri è
solo la Finanziaria dei rinvii.
Infoagrigento
Nota Anci Sicilia
L' EMERGENZA DELLE
EX PROVINCE, LA PREOCCUPAZIONE DELL'ANCISICILIA:
"CHIEDERE UN
IMMEDIATO VERTICE A ROMA ASSIEME AL GOVERNO REGIONALE"
"La situazione non è
più sotto controllo con gravi rischi per l'erogazione dei servizi
essenziali"
"I segnali di queste
ultime ore rispetto alla tenuta finanziaria delle ex province,
confermano le preoccupazioni, più volte espresse da AnciSicilia,
circa la necessità di definire un assetto più razionale della
"governance" del territorio. La conferma dell'insostenibile
crisi che sta investendo gli enti di II livello è data anche dalle
dimissioni dei commissari di Agrigento e Caltanissetta. Si tratta, è
bene ricordarlo, di commissari di nomina regionale che non hanno
potuto che prendere atto di una situazione ingestibile i cui nodi
fondamentali, dall'equilibrio finanziario dei bilanci al futuro del
personale, non sono stati mai realmente affrontati. Non possiamo che
esprimere una grave preoccupazione circa l'idea che, da qui a pochi
mesi, la gestione di tali Enti venga affidata agli amministratori
locali sulle cui spalle grava già la difficilissima situazione dei
comuni".
Lo hanno detto Leoluca
Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e
segretario dell'AnciSicilia, che aggiungono: "Da circa due anni,
e da ultimo nel corso delle recenti audizioni nell'ambito della
Legge di Stabilità regionale, abbiamo evidenziato più volte come la
gestione dei liberi consorzi e delle città metropolitane non sia
allo stato possibile se non attraverso un ripensamento delle funzioni
e delle fonti finanziarie. Per tali ragioni chiediamo, come già
proposto dall'assessore Baccei, con riferimento alla situazione
finanziaria dei comuni nel corso dell'assemblea del 25 febbraio
all'Ars, che insieme con il governo regionale si avvii un immediato
confronto con Roma, consapevoli del fatto che un assetto stabile
nella gestione del territorio di comuni e degli enti di II livello
debba presupporre un'intesa tra governo nazionale, governo
regionale e sistema delle autonomie locali".
"Le conseguenze di
questa situazione - conclude Paolo Amenta, vice presidente
dell'AnciSicilia - stanno determinando un grave pregiudizio in
settori vitali come la manutenzione delle strade provinciali, la
gestione delle scuole secondarie, e nel garantire i livelli minimi
dei servizi socio-assistenziali per i disabili. Vi è, in
quest'ultimo caso, il forte rischio che le famiglie coinvolte
possano contestare la mancata erogazione di servizi essenziali con
conseguenze anche di natura giudiziaria oggi in capo agli attuali
commissari e domani in capo agli amministratori dei comuni che si
assumeranno l'onere di gestire liberi consorzi e città
metropolitane".
Comunicalo.it
Sicilia, ex Province
nel caos, Figuccia (FI): "Disastro annunciato"
"Il caos creato dal
governo Crocetta con la 'non riforma' delle province sta avendo
ripercussioni devastanti, con enti impossibilitati a programmare,
gestire la quotidianità e le emergenze sul territorio e, persino,
privi delle risorse necessarie per pagare gli stipendi dei
dipendenti. Una situazione disperata che ha visto addirittura due
commissari, di Agrigento e di Caltanissetta, rassegnare le
dimissioni". Lo dive il vice capogruppo di Forza Italia all'Ars,
Vincenzo Figuccia, che aggiunge: "Quanto previsto dalla Finanziaria
per le ex province è per di più del tutto insufficiente a risolvere
un problema immenso". Per il parlamentare si tratta di "una
situazione destinata a peggiorare giorno dopo giorno. Roma continua a
prelevare risorse dal territorio, il collasso è in corso. E la
preoccupazione è rivolta non solo ai tagli ai servizi forniti dalle
ex province, ma soprattutto al rischio che migliaia di lavoratori
degli enti possano rimanere senza stipendio. Ci troviamo - conclude
Figuccia - di fronte ad un duplice errore: una riforma insensata e
un prelievo forzoso inaccettabile. Così il territorio muore".
GdS ondine
OPERE INCOMPIUTE
Renzi: "Il Ponte
sullo Stresso si farà. In Sicilia vanno rimesse a posto strade e
ferrovie"
ROMA. «Sicuramente il
Ponte sullo Stretto verrà fatto prima o poi. L'importante è che
prima portiamo a casa i risultati di opere incompiute perchè qui ci
son solo quelli che pensano di arrivare e portare a casa progetti
faraonici».
Lo dice Matteo Renzi a
Isoradio. Dovrà essere «anche per i treni ad alta velocità», ma
«bisognerà capire costi e tempi» ma ancora non è possibile
indicarli, spiega. Perchè «prima devono finire i lavori sulle
strade in Sicilia e Calabria» perchè alcuni tratti sono
«indecenti».
«Sul Ponte dello Stretto
si è giocato un derby ideologico tra fautori e detrattori totalmente
privo di aderenza alla realtà perchè se ci mettiamo un pizzico di
buonsenso, prima mettiamo a posto le strade in Sicilia, perchè per
un periodo è crollato un viadotto al mese, dopo che negli anni '60 e
'70 sono stati fatti lavori coi piedi». Continua il premier.
«Primum vivere deinde
filosofari», sottolinea. «In Sicilia vanno rimesse a posto strade e
ferrovie. Se non uniamo Palermo, Catania e Messina di che parliamo?
In alcuni momenti è stata impercorribile al suo interno ed è
indecente per una regione così bella», sottolinea.
«In prospettiva
personalmente non ho niente contro il Ponte, anzi lo ritengo utile,
l'importante è capire tempistica, costi, collegamento e quando ci
sarà dovrà essere anche per i treni. Dovrà essere un pezzo della
struttura di Alta velocità del Paese. Perchè abbiamo la struttura
ad alta velocità migliore al mondo», aggiunge Renzi. «Ora bisogna
andare da Napoli a Bari e da Napoli a Reggio Calabria e in
prospettiva anche a Palermo».
LA SICILIA
FONTANELLE
Esercitazione di
protezione civile al comprensivo Vincenzo Reale.
Esercitazione di
Protezione civile all'istituto comprensivo di Fontanelle per far
capire ai ragazzi l'importanza che assume questo tipo di educazione
in tutti i casi di pericolo in cui è necessario, per non correre
ultèriori rischi, te nere un comportamento corretto.
A spiegare le principali
nozioni ai giovani alunni nel salone della scuola in via Alessio Di
Giovanni, sono stati Attilio Sciara per il Comune e Marzio
Tuttolomondo per la Provincia. I due funzionari con un linguaggio
comprensibile ai ragazzi, si sono sofferma ti sul significato di
Protezione civile e come essa interviene in caso di emergenza. Agli
studenti di Fontanelle è stato spiegato in che modo fare prevenzione
e come comportarsi in tutti quei casi della vita che possono
verificarsi senza necessariamente fare riferimento ad un terremoto.
Ci sono mi le insidie, purtroppo, che vanno affrontati con la dovuta
conoscenza. Diffondere nella scuola la cultura di protezione civile è
un merito che va riconosciuto alle Istituzioni locali, nel nostro
caso Comune e Provincia, i cui diligenti del Settore proprio nelle
scuole, come è avvenuto ieri all'istituto "Vincenzo Reale",
svolgono delle vere e proprie lezioni formative. In pratica i
relatori hanno ribadito che un cittadino bene informato riduce al
massimo le eventuali conseguenze scaturite da un qualsiasi rischio.
Al termine delle lezioni teoriche, è stata simulato un pericolo con
evacuazione dell'edificio attraverso le vie di fuga con gli alunni
raccolti nello spiazzale antistante.
EUGENIO CAIRONE
PALMA DI MONTECHIARO
L'istituto superiore
Hodierna rinuncia a diverse iscrizioni perché i termini erano
scaduti.
La direzione
dell'istituto superiore di secondo grado (ex liceo scientifico)
Giovan Battista Hodierna» ha dovuto rinunciare alla iscrizione di
diversi alunni, poiché la richiesta è stata inoltrata oltre la
scadenza del termine stabilito dal Ministero dell'istruzione. Lo si
è appreso da fonti attendibili dell'ambiente scolastico palmese.
La notizia certamente non
è piacevole, poiché con le nuove iscrizioni (si parla di quasi
trenta alunni non ammessi) l'importante istituto scolastico,
l'unico statale ad indirizzo superiore nella cittadina palmese,
sarebbe stato nella condizione di raggiungere e superare il numero
minimo di 600 iscrizioni, indispensabili per potere mantenere
l'autonomia nell'armo scolastico 2016-2017.
Secondo infatti la
circolare ministeriale del 18 febbraio scorso, per le nuove
iscrizioni doveva essere perentorio il rispetto del termine di
scadenza.
Termine che evidentemente
non hanno potuto scongiurare diverse famiglie palmesi, forse perché
- si sostiene - non avrebbero avuto dimestichezza nel potere
trasmettere l'istanza per loro tramite il sistema on-line,
richiesto dal Miur. E così, con comprensibile disappunto, nell'ex
liceo scientifico
Hodierna la preside
Milena Siracusa è stata costretta, suo malgrado, a fare rispettare
la circolare ministeriale sul rispetto della scadenza nelle
iscrizioni.
Ma il fatto ritenuto
paradossale e previsto dalla stessa circolare del ministero
dell'Istruzione, è che gli alunni che sono stati per così dire
obbligatoriamente "rifiutati" potranno essere ripescati.
E cioè potranno
nell'anno scolastico 2016-2017 regolarmente frequentare i corsi di
studio ai quali hanno chiesto di iscriversi, ma non potranno fare
parte dell'organico scolastico dell'importante istituto superiore
di secondo grado. Una situazione questa quasi pirandelliana che
purtroppo dovrà esser fatta rispettare, con la speranza che la
mancata iscrizione, nel rispetto del termine della scadenza, non
abbia creato deleterie conseguenze per il futuro dell'unico
istituto scolastico statale ad indirizzo superiore in attività da
quasi 40 anni, la cui autonomia scolastica forse avrebbe potuto
essere salvata con le nuove richieste rifiutate" dalla come sempre
in flessibile burocrazia.
FILIPPO BELLIA
CUPA:DALLA REGIONE UNA
MAZZATA ALLE SPERANZE PER GARANTIRE IL FUTURO DEL CONSORZIO
Immordino: «La
situazione è drammatica. Garantito solo quest'anno accademico».
Il Consorzio
universitario di Agrigento at tendeva in «apnea» ì risultati della
finanziaria regionale: tutte le speranze per garantire il prossimo
anno accademico e il proseguimento dell'attuale erano ripone nelle
pieghe del bilancio regionale. Speranze vane, data che, alla fine, a
causa della «scure» delta Regione si è stanziata una somma di
"soli" 5 milioni e 205mila euro, tre milioni in meno circa
rispetto a quanto promesso e di quanto ci si aspirava. Una somma che
dovrà essere tra l'altro suddivisa per numero di iscritti e che,
alla fine, non risolverà le emergenze del Cupa.
«La situazione è
realmente drammatica - spiega con sconforto il presi dente Maria
Immordino - Abbiamo rinviato l'assemblea dei soci e il consiglio di
amministrazione nei giorni scorsi proprio in attesa dello
stanziamento da parte della Regione che però alla fine è stato lo
stesso dello scorso anno». Poco, anche in considerazione del fatto
che il Cupa ha una scopertura di circa mézzo milione di euro «extra»
rispetto alle somme che sono attualmente disponibili che dovrebbero
essere garantiti dai soci. A complicare il tutto c'è anche il
fatto che la Provincia, pur attualmente senza guida «politica dopo
le dimissioni di Marcello Maisano, manterrà il proprio recesso dalla
compagine societaria. Questo, tra l'altro, potrebbe avere
conseguenze anche rispetto alla struttura di via Quartararo, oggi
sede dei corsi di aurea. Un situazione di incertezza che ha portato
ad oggi l'altro socio fondatore, la Camera di Commercio, a
formalizzare la propria partecipazione societaria per l'anno in
corso. Ma non basta. In ossequio al molto secondo il quale piove
sempre sul bagnato». tra le carte del Cda del Consorzio emergono
tracce di uno scontro di fuoco tra Immordino, il consigliere
Tuzzolino e il consigliere in quota Comune Minacori Questi aveva
sostanzialmente criticato le scelte fatte in termini, tra le altre
cose, di conferma dell'offerta formativa in sede di consiglio di
amministrazione, portando i due a una lunga nota di risposta. Nel
documento, allegato al verbale della seduta dello scorsa i febbraio,
espongono il proprio «disagio» rispetto alle affermazioni del
farmacista, che, sì legge ancora nel documento «manifesta con
chiarezza la sua volontà di dissociarsi dalle precedenti scelte di
grande responsabilità». La conclusione lascia di «sale»: le
dichiarazioni di Minacori, dicono Immordino e Tuzzolino «inducono
senza indugio a proporre al Cda l'attivazione del procedimento
previsto dalla Convenzione quadro per il ridimensionamento
dell'offerta formativa nonché della pianta organica del consorzio.
Oggi Immordino, in tal senso, appare più «morbida»: «L'offerta
formativa attuale spiega la porteremo avanti per questo anno
accademico. Per il prossimo anno si vedrà, di certo non c'è
copertura, per quanto abbiamo richiesta all'università di Palermo
di fornire i dati rispetto ai costi dei corsi di laurea".
-E il personale
amministrativo in carico al Cupa?
«Guardi, non sarò io a
fare macelleria sociale. 1o possiamo confermare sicura mente per
questo anno, poi se ne potrà occupare chi verrà dopo di me, dato
che il prossimo 21 marzo scade il mandato di questa presidenza e di
questo Cda».
G. S.