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Con 200 milioni di buco e più di 5mila dipendenti dissesto alle porte per le Province siciliane
Nati con una legge regionale del 2013, i «liberi consorzi» avrebbero dovuto anticipare in Sicilia la riforma delle Province arrivata nell'Italia ordinaria solo l'anno successivo con la legge Delrio: ma dopo infiniti tira e molla normativi, che hanno aggravato l'asfissia dei conti pubblici e hanno alimentato un tourbillon di 30 commissari, gli enti di area vasta siciliani sono a un passo dal dissesto di sistema. A Siracusa la sospensione dei servizi di trasporto per gli alunni disabili delle scuole superiori ha portato le famiglie a bussare alle porte della Procura della Repubblica, ad Agrigento e Caltanissetta si sono registrate le ultime dimissioni dei commissari, a Ragusa il default è dietro l'angolo ma la situazione è simile in tutte le ex Province, dove i dipendenti guardano con preoccupazione crescente la sorte delle loro buste paga.
Lo sbilancio
Il disastro è in un numero, questo: i 200 milioni che separano le entrate previste nel 2016 dalle spese fisse e obbligatorie. Vista la situazione dei conti regionali, l'ultima finanziaria approvata all'Ars ha potuto giocare solo una carta poco più che simbolica, con un finanziamento da 19,1 milioni di euro che non copre nemmeno un decimo dello sbilancio. Questi numeri saranno oggi sul tavolo del presidente della Regione Rosario Crocetta, che ha chiamato i commissari (dimissionari e non) per fare il punto della situazione: come per i 500 milioni attesi da Roma ai quali è appesa la sopravvivenza del bilancio regionale, anche la sorte delle ex Province spera in un intervento del governo centrale, a partire dal rinvio del contributo alla finanza pubblica (80 milioni il conto presentato dall'ultima legge di stabilità alle Province siciliane) che tutti chiedono. «Il Governo però non darà un euro - ha avvertito ieri il Governatore - fino a quando l'Ars non recepirà le modifiche chieste da Palazzo Chigi alla legge sui liberi consorzi».
Le prospettive.
Già, perché in questa partita infinita c'è anche il braccio di ferro fra Roma e Palermo sulla riforma alla siciliana, con una serie di correttivi chiesti dal Governo dopo l'impugnativa della legge regionale decisa dal consiglio dei ministri nell'ottobre scorso. Ma nemmeno un colpo di reni dell'Assemblea regionale sembra sufficiente a salvare la situazione, e ad evidenziarlo è un altro numero: 5.133. Sono i dipendenti delle nove Province isolane censiti dall'ultimo conto annuale del tesoro, contro i circa 20mila destinati a rimanere nelle Province "ordinarie" di tutta Italia. La sproporzione è evidente, ma dal punto di vista della finanza locale gli enti siciliani sono trattati come quelli delle Regioni "normali", con il dimezzamento delle risorse che dovrebbe essere accompagnato dall'alleggerimento di funzioni e organici. Ma dove possono essere spostati i dipendenti delle Province siciliane? Nei Comuni ingolfati da 24mila precari, prorogati per l'ennesima volta dall'ultima finanziaria dell'Ars, e in una Regione obesa per organici e spesa di personale, trovare spazio per gli esuberi provinciali non sarà impresa facile.
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TAGLI A SCUOLE, STRADE E OPERE
L'EX PROVINCIA A RISCHIO DEFAULT
La Città metropolitana di Palermo
ha bisogno di 45 milioni di euro per riequilibrare i conti ed evitare
la paralisi dei servizi.
PALERMO - Servizi ai disabili, opere
pubbliche, strade, polizia, edilizia, controlli ambientali. E queste
sono solo alcune delle competenze delle ex province regionali
siciliane che, da un momento all'altro, rischiano di saltare per il
dissesto degli enti. La situazione delle Città metropolitane
dell'Isola è ormai a un punto di svolta: all'appello mancano
decine di milioni di euro, senza i quali le ex Province rischiano di
dover chiudere i battenti.
Una tragedia non solo per i dipendenti,
ma anche per i cittadini che fruiscono dei servizi. Per oggi il
governatore Rosario Crocetta ha convocato una riunione con i
commissari ancora in carica (quelli di Agrigento e Caltanissetta si
sono dimessi) per tentare di trovare una soluzione ed evitare il
default. A Palermo, per esempio, mancano all'appello tra i 40 e i
45 milioni di euro.
"Attualmente abbiamo limitato tutti i
servizi - spiega il commissario di Palazzo Comitini Manlio Munafò -
ma senza una soluzione rischiamo di dover chiudere completamente".
L'ex Provincia di Palermo è riuscita sinora ad assicurare i
servizi mattutini ai ragazzi disabili, ma ha dovuto tagliare quelli
pomeridiani; pesanti decurtazioni hanno subito anche le altre sfere
di competenza che vanno dalla manutenzione delle strade provinciali
all'edilizia delle scuole superiori, dalla polizia provinciale ai
controlli ambientali (come per esempio quelli su Bellolampo), dalle
opere pubbliche alla programmazione comunitaria, dai servizi sociali
alla gestione dei beni culturali, dalla difesa del suolo alla
salvaguardia delle risorse idrogeologiche.
Il problema è che lo Stato da un lato,
nel tempo, ha assorbito alcuni introiti che prima erano delle
Province e dall'altro chiede agli enti di partecipare alla finanza
pubblica. Una situazione insostenibile che ha portato il Parlamento,
nell'ultima legge di Stabilità, a prevedere uno stanziamento di
500 milioni di euro fra edilizia scolastica e infrastrutture
stradali, escludendo però le regioni a statuto speciale come la
Sicilia.
DENTRO C'È DI TUTTO, MA MANCANO I
SOLDI
TUTTE LE NORME DELLA
"FINANZIARIA-BIS"
di Accursio Sabella
Già in salita l'esame all'Ars del
ddl stralcio che "recupera" gli articoli esclusi dalla legge di
stabilità. Tempi lunghi e dubbi sulla copertura finanziaria delle
norme.
PALERMO - Nella legge c'è di tutto. Ma
in molti casi manca un ingrediente essenziale: i soldi. Il ddl
stralcio ha iniziato il viaggio tra le commissioni di merito all'Ars.
Contiene, come fosse un treno fatto da vagoni variopinti, le norme
che erano state escluse dalla Finanziaria approvata una settimana fa.
Un vero e proprio "provvedimento omnibus" l'ha definito il
presidente della Commissione bilancio Vincenzo Vinciullo. Proprio
quella commissione dovrà dare il proprio via libera sotto il profilo
della "copertura finanziaria". Ma in molti casi questa copertura
sembra non esserci. "Il governo dovrà spiegarci - spiega
Vinciullo - come finanziare molti di questi provvedimenti". Già,
perché nella legge in molti casi non è specificata né la somma
necessaria, né la fonte di finanziamento. È il caso, ad esempio, di
una delle norme maggiormente attese: quella riguardante l'impiego di
circa 1.800 lavoratori degli ex sportelli multifunzionali. L'articolo
prevede la possibilità, una volta verificato il fabbisogno dei
Centri per l'impiego e nel rispetto delle procedure di selezione
pubblica, di assumere i lavoratori con un contratto di due anni. Come
finanziare questi contratti però è poco più di un mistero, visto
che si fa riferimento soltanto a "risorse comunitarie dedicate
all'implementazione dei servizi per l'impiego". Nessuna
quantificazione, nessun riferimento specifico.
"Crocetta si era impegnato - la
denuncia di uno dei lavoratori, Adriana Vitale - che in 15 giorni
avrebbero votato la legge stralcio, ma abbiamo compreso che i tempi
per votarla si allungheranno. Noi siamo stremati, ma non molliamo.
Abbiamo deciso che da lunedì, - prosegue - oltre a continuare il
presidio e lo sciopero della fame, ci incateneremo ai cancelli. I
loro tempi sono sicuramente diversi dai nostri, il nostro, in queste
condizioni precarie di vita, è lunghissimo".
Ma i dubbi, sia sui tempi sia sulla
copertura finanziaria, sono anche altrove. Ad esempio all'articolo 11
che prevede l'"integrazione scolastica per gli alunni disabili con
handicap grave". Anche in questo caso la norma è vaga e prevede
l'obbligo per i Liberi Consorzi e le Città metropolitane di
provvedere attraverso convezioni con le scuole. In questo caso, non è
nemmeno quantificata l'eventuale spesa. Duecentomila euro invece
serviranno alla predisposizione dei "registri genealogici delle
colture agricole", ma nello stralcio non è chiarito da dove
prendere quella somma. Oscura anche la copertura per i Consorzi
universitari, a cui la norma riserva solo una "priorità" nei
trasferimenti rivolti alle ex Province. Stesso discorso anche per la
norma che dovrebbe "salvare" l'Oasi Maria Santissima di Troina:
l'Assessorato alla famiglia viene autorizzato a stipulare una
convenzione con l'Istituto che si occupa dei disabili attingendo dal
fondo per le politiche sociali. Anche in questo caso, però, nessuna
quantificazione della spesa per la convenzione stessa. Così come non
viene chiarito da dove reperire 1,2 milioni di euro per il servizio
di dissalazione nell'isola di Vulcano, né i 225 mila euro per i
nuovi "comandati" che dovranno andare all'Ufficio legislativo e
legale, rimasto senza avvocati.
E oltre ai dubbi sulla copertura, ecco
l"andamento lento" della legge all'Ars. "Ho dovuto prendere
atto questo pomeriggio - ha detto Vinciullo - della mancanza dei
pareri da parte delle commissioni di merito. Così, ho dovuto
convocare la commissione bilancio per martedì prossimo". Cioè il
15 marzo quando, invece, stando all'esito di una conferenza dei
capigruppo convocata dal presidente Ardizzone in piena Finanziaria,
il testo stralcio avrebbe dovuto raggiungere già Sala d'Ercole per
l'esame in Aula. Tutto slitta, quindi, probabilmente a fine mese. Il ddl, intanto, prevede anche degli
interventi di riduzione di spesa. Tra questi, il "tetto" agli
stipendi dei dirigenti delle società partecipate, clamorosamente
bocciato in Aula dal voto segreto. Un tetto fissato nello stralcio a
100 mila euro, ma già sceso a 90 mila euro attraverso un emendamento
in prima commissione presentato dal vicecapogruppo del Pd Giovanni
Panepinto: "E' stato poi approvato - aggiunge il deputato - un
altro emendamento con cui si destinano ai comuni i fondi per il
trasporto degli alunni pendolari". Nel ddl previsto anche il via
libera all'assegnazione ad altre amministrazioni pubbliche che ne
facciano richiesta dei testimoni di giustizia assunti in servizio a
Roma, un milione di euro a consorzi di bonifica e forestali per la
manutenzioni delle reti irrigue e dei canali. E ancora dieci milioni
di euro come contributi, una quota a fondo perduto, per le start-up,
restart e sviluppatori d'impresa con il supporto di Sviluppo Italia
Sicilia, il contributo di 250 euro al mese da parte degli Iacp alle
famiglie povere sgomberate da alloggi in precarie condizioni, fondi
agli studenti portatori di handicap delle Accademie delle Belle Arti.
"Ma in quest'ultimo caso - ammonisce Vinciullo - rischiamo una
disparità di trattamento tra questi studenti e tutti gli altri".
Tra i 24 articoli del ddl si trova
anche la soppressioni di enti, come il Consiglio regionale per
l'urbanistica, il fondo per l'assistenza e il collocamento dei
disoccupati, il centro regionale per il restauro e per le scienze
naturali. Prevista anche la modifica alla legge istitutiva
dell'Irsap. I tre posti nel Cda dell'Istituto regionale per lo
sviluppo, che ha assunto i compiti dei Consorzi Asi diventati uffici
periferici, saranno indicati dal governo, in particolare
dall'assessore regionale alle Attività produttive. Ma il cammino
della "legge stralcio" è già in salita. Dentro, infatti, c'è
di tutto. Ma in molti casi mancano i soldi.
Infoagrigento
SICILIA, REGIONE PROSSIMA AL
DEFAULT?
"A breve si dovrebbe consumare sotto
i nostri occhi un vero e proprio genocidio da lungo pianificato e con
effetti devastanti e definitivi. Della Sicilia resterà un cumulo di
macerie". Sono parole dell'economista Massimo Costa. Parole
agghiaccianti, che anticipano scenari terribili per la nostra
regione. Costa si dice convinto che la situazione sia ormai
insanabile [...]
"A breve si dovrebbe consumare sotto
i nostri occhi un vero e proprio genocidio da lungo pianificato e con
effetti devastanti e definitivi. Della Sicilia resterà un cumulo di
macerie". Sono parole dell'economista Massimo Costa. Parole
agghiaccianti, che anticipano scenari terribili per la nostra
regione. Costa si dice convinto che la situazione sia ormai
insanabile al punto tale che solo "la Vergine Odigitria, la 'Bedda
Matri' protettrice della Sicilia", puo' salvare l'isola dal
default. Del resto i recenti tagli a ex province (de facto ormai
condannate all'agonia, con i dipendenti che, a breve, non
riceveranno piu gli stipendi) e comuni fanno presagire mesi
durissimi, di tensioni sociali e proteste.
In tutto cio' la politica, come se
nulla fosse, continua ad infischiarsene: si lasciano i sindaci
friggere nel loro olio, mentre i cittadini sono ormai rassegnati
(termine azzeccato) a vivere tra disservizi, sporcizia e rischi di
epidemie. Il caso di Porto Empedocle è emblematico. Ma presto, tanti
altri comuni potrebbero trovarsi nelle medesime condizioni.
Gli anni dell'opulenza, dello spreco,
del "tanto ci pensa lo stato (o la regione)", sembrano
lontanissimi. Ormai ci stiamo anche abituando a questo stato di cose,
ovvero a vivere in posti dove non funziona piu' nulla, e non vi è
nessuna speranza di miglioramento all'orizzonte. E, forse, è
proprio questo a inquietare maggiormente: la quiescenza soporifera
dei cittadini che, quasi quasi, se ne fregano di quello che sta
accadendo intorno a loro, come se non li riguardasse. Basta chiudere
la porta di casa per lasciare fuori tutti i problemi!
Vedremo, dunque, se la profezia di
Costa si avverrà. E se dalle macerie attuali, i siciliani saranno
capaci di ricostruire una nuova società.
Ex Province, appello di Crocetta
«L'Ars vari subito il ddl
correttivo»
«Situazione disastrosa, ma fino ad
allora il governo nazionale non ci darà un centesimo».
PALERMO Abbandonate a se stesse, perché
virtualmente cancellate dall'ordinamento regionale, le Province non
hanno più risorse per fare fronte alle loro residue competenze.
Però, non sono nati formalmente neanche i liberi consorzi comunali e
le Città metropolitane di Palermo. Catania e Messina, perché la
legge istitutiva che ne regola anche il sistema elettorale di secondo
grado, è stata impugnata dal Consiglio dei mini s e non è stata
ancora approvato dal l'Ars il disegno di legge "correttivo".
L'ente intermedio in Sicilia è una sorta di Minotauro, metà
Provincia metà Libero consorzio comunale. Una istituzione rimasta
nel limbo, senza soldi per pagare gli stipendi dei circa 6,600
dipendenti più 700 precari a tempo determinato più i dipendenti
delle società partecipare. Ancora peggio, senza le necessarie
risorse per garantire il trasporto e l'assistenza scolastica degli
alunni portatori di handicap. Problemi che oggi saranno affrontati
con sette dei nove commissari straordinari delle ex Province (due si
sono dimessi), nel corso di un incontro con il presidente della
Regione, Rosario Crocetta, con l'assessore alL'Economia,
Alessandro Baccei. e con 'assessore
alle Autonomie locali, Luisa Lantieri. Ma difficilmente potranno
essere trovate soluzioni.
«La situazione è catastrofica -
sottolinea l'assessore Lantieri - non si può pagare né il
personale né possono essere garantiti i servizi essenziali. Senza
parlare dei dipendenti delle partecipate che, come nel caso di
Siracusa. Si occupano della pulizia delle sfide e della cura del
verde». Ma non solo. «Ci sono alcune ex Province - aggiunge
l'assessore alle Autonomie locali - che nel 2010 stabilizzarono un
buon numero di precari perché tino al 2015 avevano la garanzia del
contributo regionale. Alcuni hanno chiesto di passare da 32 a 36 ore
e il giudice del Lavoro ha dato loro ragione. Macon quali soldi? Per
il 2015 il contributo per il risanamento delle finanze nazionali è
stato elevato a 120 milioni di euro. Quindi, le entrate sono
diminuite di due terzi. Solo per gli stipendi dei dipendenti sono
necessari 186 milioni di curo circa. Senza dimenticare il dramma
degli alunni disabili, della sicurezza dell'igiene». Per i circa
700 precari delle ex Province, che lo scorso anno erano state
omologate ai Comuni in dissesto, per il 2016 c'è il rischio che
percepiscano il 70% dello stipendio. «Non avendo fatto la Legge -
conclude sconsolata Lantieri - il governo nazionale non ci dà i
contributi che ha dato alle altre Regioni dove per legge, il 50% dei
dipendenti di ruolo delle ex Province deve essere messo in mobilità,
In Sicilia abbiamo già 14 mila precari nei Comuni, che facciamo, li
mandiamo a casa? La situazione è veramente difficile, per non dire
drammatica".
Sarebbe necessaria l'approvazione del
disegno di legge già vanto dalla commissione Affari istituzionali.
"Fino a quando l'A non recepirà le modifiche alla Legge sui
liberi consorzi e le Città metropolitane - secondo il
presidente della Regione, Crocetta - il governo nazionale non ci dà
un centesimo. Lancio un invito al Parlamento a portare in Aula questa
legge, perché penalizza lavoratori e cittadini. Non possiamo avere
enti commissariati definitivamente. Al governo nazionale chiediamo di
prendere i provvedimenti necessari per impedire che le province
siciliane vadano in liquidazione". Il disegno di legge d stabilità,
approvato nei giorni scorsi dall'Assemblea regionale siciliana,
destina ai liberi consorzi comunali e alle Città n politane 19
milioni 850 mila euro, di questi 1 milione 150 mila euro dovranno
essere utilizzati per il trasporto degli alunni disabili; ulteriori
9 milioni sono destinati al pagamento del le rate di mutui; 30
milioni per gli in vestimenti. Una goccia d'acqua nel de- serio, Il
fabbisogno sarebbe di circa 180 milioni di euro.
Convocheremo commissari delle ex
Province - rileva Crocetta - per dire loro che prima devono pensare a
università istruzione e studenti diversa mente abili.
Quando sarà pubblicata la finanziaria
saranno sbloccate le risorse per il servizio di trasporto degli
studenti disabili.
Nel 2015 i problemi sono stati meno
drammatici poiché il governo nazionale autorizzò le ex Pro ad
utilizzare gli avanzi dì amministrazione che, in Sicilia,
ammontavano complessivamente a circa 115 milioni di euro. E,
comunque, problemi sono stati enormi, Il 2016, se non sarà trovata
una soluzione, si annuncia drammatico.
LUISA LANTIERI BATTE CASSA, MA ROMA
NON PAGA SENZA LA RIFORMA, CHE TARDA ALL'ARSù
Sicilia; si cercano fondi per le
Province.
LILLOMICELI
PALERMO. Si sono divisi i compiti
l'assessore alle Autonomie locali, Luisa Lantieri, e quello
all'Economia, Alessandro Baccei, nel tentativo di trovare nuove
risorse economiche per consentire alle Città metropolitane e ai
Liberi consorzi comunali di adempiere ad alcune funzioni d primaria
importanza, come il trasporto degli alunni disabili.
Lantieri eri è stata a Roma dove,
secondo indiscrezioni, avrebbe descritto la catastrofica situazione
delle ex Province siciliane a dirigenti dei ministeri dell'Ecomonia,
dell'interno e degli Affari regionali; Baccei, a Palermo, ha
ricevuto il commissario straordinario di Ragusa, Dario Cartabellotta
(l'incontro collegiale con gli altri commissari è saltato), il
quale ha già disposto la ripresa del tra sporto degli alunni
disabili, per non diventare responsabile di interruzione di pubblico
servizio. A Ragusa, tra l'altro, c'è anche da coprire il
disavanzo di circa 2,3 milioni di euro dello scorso anno.
Il confronto tra l'assessore
all'Economia e Cartabellotta sarebbe stato incoraggiante, ma non
definitivo. «Speriamo di trovare - ha detto Baccei - qualche
soluzione. Occorrono 150-180 milioni che nel bilancio della Regione
non ci so no». Soldi che potrebbero arrivare da Roma, dove è stato
costituito un fondo per le ex Province, ma a cui la Regione siciliana
non può attingere, non avendo ancora approvato la nuova legge, dopo
l'impugnativa del Consiglio dei ministri. «L'approvazione della
legge - ha aggiunto Baccei - è il passaggio da fare per potere
negoziare con il governo nazionale».
Da parte sua, l'assessore Lantieri ha
preferito non sbilanciarsi, ma dovrebbe essere istituito a Roma un
tavolo per esaminare la grave situazione siciliana nell'attesa che
l'Ars approvi il nuovo di segno di legge che dovrà tenere conto
delle motivazioni sulle parti impugnate.
Sullo stallo che impedisce di approvare
il disegno di legge già esitato dal la commissione Affari
istituzionali, presieduta da Salvatore Cascio, è intervenuto il
segretario generale di Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo: «Basta giochetti
sugli enti di area vasta. Va superato il sistema del commissariamento
delle ex Pro vince che si protrae da più di tre anni anche perché
c'è il rischio che lo stop ai servizi istituzionali in tema di
sicurezza scolastica, viabilità, servizi ai disabili, si traduca in
una raffica di denunce all'autorità giudiziaria per omissione di
atti d'ufficio o interruzione di pubblico servizio. Sarebbe
un'impasse nei l'impasse».
Per Milazzo, «vanno garantiti i
servizi alla comunità e Regione e Ars devono sbrigarsi a fare la
loro parte".
Il segretario ha lanciato un appello, a
Crocetta, che ieri avrebbe dovuto incontrare i sette commissari
straordinari delle ex Province che stanno ancora al loro posto,
incontro che è saltato: «All'Ars non arriva ancora in Aula il
testo che emenda la legge regionale su Libero consorzio e Città
metropolitane per far fronte all'impugnativa dell'ottobre scorso
del Consiglio dei ministri. Accelerino perché c'è in ballo il
destino di 5.400 lavoratori a cui vanno aggiunti 700 precari e i
dipendenti delle Partecipate».
ARAGONA: PROCESSO PER TRUFFA
AGGRAVATA.
«Timbravano e se ne andavano»
f. d. m.) Accelerata nel pro cesso per
truffa in corso dinanzi al secondo collegio penale de Tribunale di
Agrigento, presidente Turco, a latere Madia e Croce a carico degli
impiega ti comunali Angelo Buscemi. Salvatore Bellanca, Alfonso
Galluzzo, Secondo quanto accertato dalla Pio cura
del capoluogo, a seguito del tavolo svolto sul campo dagli agenti
della Digos di Agrigento, si sarebbero macchiati di presunti casi di
assenteismo al Comune. Tutto nacque da un esposto anonimo nel
2011, inizialmente sporto per presunti casi di tangenti all'ufficio
tecnico, mutato successivamente in un'indagine sul presunto
assenteismo di alcuni impiegati comunali. Nel mirino finirono una decina di
dipendenti, perché si sarebbero allontanati dal posto di lavoro
privi di permesso. - Durante l'attività investigativa, eseguita
con ausilio di telecamere piazzate agli ingressi degli uffici
comunali, gli agenti della Digos, avrebbero accertato che alcuni
dipendenti si sarebbero allontanati dagli uffici più volte. Ieri hanno deposto tre poliziotti della
Digos che hanno sostanzialmente rievocato le fasi delle indagini,
senza aggiungere granchè rispetto ai testi precedenti. Gli ultimi
testi del pm verranno sentiti il prossimo 18 maggio, mentre il 15
giugno prenderà il via l'escussione dei testi a difesa dei tre
imputati. Buscemi e Galluzzo sono assistiti dall'avvocato Leonardo
Marino, Salvatore Bellanca dall'avvocato Costanza. Il procedimento
fino a ieri si è svolto abbastanza stancamente, specie nella fase
iniziale anche a causa di problemi di natura tecnica. Tra l'altro è
intendimento della Procura giungere al termine del processo per
evitare la prescrizione del reato, cosa che - forse - auspicano difensori degli imputati.