Giornale di Sicilia
Riserve senza fondi, niente lavoro per 90 addetti
La Regione alle associazioni che gestiscono le aree naturali: fermate le attività. L'assessore: finanziamenti in arrivo a giugno
Giacinto Pipitone
...I soldi che dovevano essere sufficienti almeno fino a giugno sono finiti all'inizio di aprile. Le 21 riserve naturali già da sabato saranno affidate a se stesse: stop a manutenzione e pulizia, niente servizio di guardia, niente guide e accoglienza per scolaresche e semplici visitatori, nessun servizio di ristoro. Si ferma tutto, proprio alla vigilia della stagione estiva. Rischiano l'abbandono gioielli dove il mare hal'aspetto caraibico come Torre Salsa nell'Agrigentino o l'Isola Bella di Taormina. Così come aree montane e atipiche che attirano ogni settimana centinaia di amatori rischiano di diventare inaccessibili: da Monte Pellegrino a Palermo alle Macalube. L'elenco completo delle riserve off limits è però molto più lungo: Grotta Conza, Grotta di Entella, Monte Conca, Grotta dei Puntali, Grotta di Molara, Macalube di Aragona, Isola di Lampedusa, Grotta di Carburangeli, Grotta di Santa Ninfa, Lago Sfondato, Sant'Angelo Muxaro, Isola delle Femmine, Biviere di Gela, Saline di Priolo, Monte Pellegrino, Saline di Trapani e Paceco, Torre Salsa,Capo Rama, Lago Preola e Gorghi Tondi, Isola Bella, Complesso Immacolatelle e Micio Conti. Tutte queste sono gestite da sette associazioni: Cai, Gre,Legambiente, Lipu, Rangers d'Italia, WWF e Università di Catania-Cutgana. A questo elenco si aggiungono altre 7 riserve che sono già prive di gestione dalla fine dell'anno scorso per via della fine della convenzione fra Regione e Università di Catania e Italia Nostra: Grotta Monello, Grotta Palombara, Isola Lachea e Faraglioni dei Ciclopi, Vallone di Piano della Corte, Villasmundo Sant'Alfio, Monte Capodarso e Valle dell'Imera. Fatto un rapido calcolo si ferma una galassia intorno alla quale ruotano anche 90 dipendenti (stipendi da circa 1.100 euro), da sabato evidentemente senzalavoro. La decisioneè stata notificata martedì sera alle associazioni ambientaliste che si occupano della gestione delle 21 riserve naturali dall'assessorato all'Ambiente. Il dirigente dell'assessorato, Maurizio Pirillo, ha prima chiesto a ogni gestore di quantificare il costo di tutte le riserve e poi ha calcolato che gli (unici) 859 mila euro per ora disponibili sono già stati tutti «bruciati» dai primi 3 mesi e mezzo di gestione. Altri 900 mila euro sono disponibili solo sulla carta: approvati in bilancio ma congelati in attesa che Roma dia il via libera all'ultima tranche di aiuti alla Regione da 500 milioni. Ciò che sta avvenendo per le riserve è il trailer di quanto potrebbe avvenire a giugno per precari, Comuni ed enti regionali se non arriveranno gli aiuti statali. Da qui l'invito formulato per iscritto da Pirillo ada ndare avanti solo se in cassa ogni associazione ha risorse proprie.L'assessore Maurizio Croce ha assicurato tuttavia che il problema verrà risolto entro due mesi: «Il budget di 859 mila euro è frutto di un taglio deciso in via temporanea a febbraio quando è stata votata la Finanziaria. C'è già l'impegnodi Crocetta e dell'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, a rimpinguare questo finanziamento a giugno, quando la situazione economica della Regione si sarà normalizzata». Oggi alle 10,30 Croce e Pirillo ribadiranno questo impegno ai leader delle associazioni ambientaliste convocati d'urgenza. Nell'attesa però è già esplosa la polemica. «Un fatto gravissimo e senza precedenti che rischia, da un giorno all'altro, di vanificare l'enorme lavoro di salvaguardia e la corretta valorizzazione dei tesori naturalistici siciliani - è il commento della presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi -. La Regione procura un danno di immagine enorme perchè invece di investire su località dallo straordinario valore naturalistico e sul turismo sostenibile sceglie un disimpegno totale e improvviso». Il leader di Legambiente, Gianfranco Zanna, mette nel mirino il ritardo che ha impedito di valorizzare le riserve facendone anche un patrimonio in grado di produrre introiti: «Da anni è in vigore una norma che imporrebbe di far pagare un ticket a chi entra nelle riserve. Pochi euro che permetterebbero di autofinanziare il sistema. Il decreto attuativo è fermo nei cassetti e invece di pubblicarlo arriva questa improvvisa nota che impone di fermare tutte le attività. Una follia. Speriamo che Croce, che sta mostrando attenzione verso il settore, risolva questa emergenza».
L'acqua prende forma
Panepinto: «Per la rescissione del contratto con la Girgenti acque ogni Comune dovrà elencare inadempienze e motivarle. Molti paesi non hanno le mappe delle rete idrica, da adesso i sindaci non hanno più alibi».
I fronti sono tre. Quello dei Comuni che hanno consegnato le reti, quello dei paesi chenonl'hanno fatto e quello delle città più grandi. I tre "fronti" si contendono - visto che a tutt'ora non c'è ancora una decisione comune - il nominativo del presidente e del vice presidente della neonata Ati. I nomi che circolano, e con insistenza, per la presidenza sono quelli del sindaco di Palma di Montechiaro, Pasquale Amato, e del collega di Menfi, Vincenzo Lotà. Anche al sindaco di Bivona, Giovanni Panepinto, la domanda è stata già posta, ma Panepinto non sembrerebbe essere intenzionato ad accettare. Per la vice presidenza, al momento, circola, invece, soltanto un nome: quello di Nuccio Sapia, sindaco di Casteltermini. Martedì, ci sarà una nuova seduta dell'Ati, masembradifficile che, durante quella riunione, si arrivi all'elezione delle più alte cariche. Un'altra certezza sembrerebbe essere quella legata all'iter, lungo e tortuoso, per arrivare al "divorzio" con Girgenti Acque. «Su proposta del sindaco di Racalmuto è passato l'ordine del giorno conil quale si chiede al presidente della Regione di attivare una commissione tecnica affinché valuti le eventuali inadempienze - ha spiegato ieri il sindaco di Bivona, Giovanni Panepinto, - dell'ente gestore del servizio idrico. Questo è un passaggio fondamentale. Ogni sindaco dovrà stilare e motivare un elenco di inadempienze da parte della GirgentiAcquee tutti i sindaci, che compongono oggi l'Ati, potranno dunque chiedere la rescissione del contratto per inadempienze». L'iter è segnato, ma ci sono tanti "ma". «Ci sono Comuni che non hanno le mappe delle saracinesche, altri chenon sono interessati alla gestione diretta dell'acqua - ha continuato Panepinto - e poi c'è il problema, che nonè affatto di poco conto, dei costi e dell'approvvigionamento. L'acqua è cara a monte, ecco perché abbiamo chiesto alla Regione d'avviare l'iter per la rescissione con Siciliacque e poi è necessario capire esattamente quante risorse abbiamo, se siamo in grado di essere autosufficienti con la dotazione idrica di cui disponiamo. Servirà tener conto anche degli invasi artificiali,maanchedelle perdite idriche e di che tipo di perdite stiamo parlando. Se Bivona,Cammarata e Santo Stefano hanno, ad esempio, 700 litri d'acqua al secondo, sarà necessario capire se e quanta acqua si perde per strada, quanti sono i pozzi attivati, se servono lavori di captazione e come si dovranno abbattere i costi di pompaggio. È certo però che da adesso in poi i sindaci non hanno più alibi». «L'Ati insediatasi ieri (martedì ndr.) è la prima in Sicilia e mette un grosso punto alla grande confusione che fino ad ora ha regnato -ha spiegato, invece, il sindaco di Racalmuto Emilio Messana - . L'Ati dovrà rivedere il piano d'ambito e stabilire il nuovo piano tariffario. Verranno stilati gli elenchi delle inadempienze, si verificheranno le ragioni, e saranno contestate alla Girgenti Acque.È vero che la legge ridisciplinando il settore si è pronunciata per una gestione diretta dell'acqua da parte dei Comuni, anche in forma associata,ma non ha revocato l'imperio di contratti e convenzioni in itinere. L'Ati, dunque, dopo che avràmonitorato le inadempienze potrà arrivare alla rescissione del contratto».Rescissione che,come in qualsiasi formula civilistica, potrebbe, naturalmente, finire in tribunale. Certo è, comunque, che quello mosso martedì sera è un passo fondamentale. «L'importanza del momento vissuto -ha scritto il vice sindaco di Naro, Lidia Mirabile - scaturisce dalla creazione di un organo che avrà nuovamente la funzione di controllare la gestione del servizio idrico ed il potere di intervenire laddove illegittimità e disservizi determinano un danno a carico dell'utenza». «È nato l'organismo di governo che ha il preciso ed urgente obiettivo di portare a netti miglioramenti nella gestione del servizio idrico - hanno commentato il sindaco di Sciacca Fabrizio Di Paola e l'assessore ai Servizi a rete Gaetano Cognata - . Sciacca è presente ed attiva. Si riparte con uno strumento che ci consente di riprendere in mano la situazione in maniera diretta. È l'inizio di un processo nuovo». «È un grande passo avanti per i tanti problemi che gravano sulla distribuzione idrica» - ha commentato anche il consigliere comunale del movimento Cinque Stelle di Agrigento, Marcello La Scala - . (*CR*)
Istruzione. Chiusura inevitabile senza il rientro nel Cupa della ex Provincia regionale. Ieri audizione all'Ars
Università in agonia, forse uno spiraglio
...Flebili speranze tengono ancora in via il Polo universitario di Agrigento. Un passo avanti, se si considera che proprio oggi l'assemblea dei soci avrebbe dovuto dichiarare la messa in liquidazione del Consorzio, è stato fatto al termine dell'audizione degli "attori principali" davanti alla quinta commissione parlamentare "Lavoro e formazione professionale dell'Ars" presieduta da Marcello Greco. In pratica non tutto è perduto e dopo un chiarimento delle idee da parte dei soggetti che rappresentano gli enti coinvolti, la presidente del Cupa, la professoressa Maria Immordino, ha deciso di rinviare al 29 aprile la riunione dell'assemblea dei soci, prevista per oggi, e che, dalle previsioni, sarebbe stata l'ultima in quanto si sarebbe stabilito di chiudere i battenti. Invece qualcosa si è mosso e decisiva è stata la presenza del neo commissario dell'ex Provincia, Roberto Barberi, che ha preso tutto il carteggio ed ha chiesto tempo per studiare le carte e dare una risposta. La risposta che il Consorzio attende dall'ex Provincia è il rientro nel Cupa, visto che l'ente, con una delibera firmata dal precedente commissario, Marcello Maisano, aveva deciso il recesso dalla compagine societaria. Questo perché l'ente non ha soldi da investire nel Cupa ed anche perché, in base a quanto stabilito dall'Ars, il contributo da 800mila euro che la Regione concede al Polo universitario agrigentino è destinato direttamente al consorzio, senza passare, come era nelle previsioni, dalle casse dell'ex Provincia. Oltre al commissario Barberi ed alla presidente Immordino, all'audizione erano presenti il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto ed il presidente della Camera di Commercio, Vittorio Messina, che hanno ribadito la volontà di finanziare il Consorzio. L'ente camerale rientrerà nel Cupa solo se la stessa cosa sarà fatta dall'ex Provincia. Presenta anche il rettore dell'Università di Palermo, Fabrizio Micari, che ha confermato la volontà di rivedere la convenzione con il Polo decentrato ed "abbassare i costi" che attualmente sfiorano il milione di euro per l'attivazione dei corsi. «Al termine dell'audizione - commenta la presidente Immordino - posso dire di essere soddisfatta perché quella che doveva essere l'ultima giornata del Cupa si è trasformata invecenel giorno della rinascita. Ho l'impressione che uscire da questa situazione è possibile ed in questo senso sarà decisiva la scelta del commissario dell'ex Provincia, Barberi, di far tornare l'ente nella compagine societaria». Intanto i sindacati sono preoccupati per il futuro dei dipendenti del Cupa. «È un argomento che più volte abbiamo trattatocon i sindacalisti - dice la professoressa Immordino - vedremo l'esito di questa vertenza. C'è solo da aspettare la decisione dell'ex Provincia». (*PAPI*)
Infoagrigento
ALL'ARS SI DISCUTE DEL CUPA,
RINVIATA ASSEMBLEA SOCI: "RACCORDARE GOVERNO E CONSORZIO"
L'Assemblea straordinaria dei
soci del Polo Universitario di Agrigento è stata rinviata a data da
destinarsi su richiesta del nuovo Commissario Straordinario dell'Ex
Provincia di Agrigento, dr.Roberto Barbieri.
L'Assemblea straordinaria dei soci
del Polo Universitario di Agrigento, che avrebbe dovuto tenersi oggi
13 Aprile presso la sede del Cupa, è stata rinviata a data da
destinarsi su richiesta del nuovo Commissario Straordinario dell'Ex
Provincia di Agrigento, dr.Roberto Barbieri. La decisione è stata
presa nella giornata di ieri, in occasione della riunione svoltasi in
V Commissione all'Ars, nel corso della quale si è anche discusso
in merito alle possibili azioni da intraprendere al fine di
scongiurare la chiusura dello stesso Polo agrigentino. "La V
Commissione all'ARS ha tenuto un'utile e proficua riunione per
il rilancio del Consorzio Universitario di Agrigento- scrive su
facebook Bruno Marziano, Assessore Regionale istruzione e formazione
professionale- " Emersa con chiarezza, nel corso dell'incontro,
la volontà di tutti i soggetti interessati di porre in essere ogni
azione necessaria a salvaguardare il CUPA e rilanciarne e
riqualificarne gli obiettivi".
All'ordine del giorno dell'Assemblea
dei soci che avrebbe dovuto tenersi oggi, c'era innanzitutto la
presa d'atto del recesso dalla compagine associativa Cupa del
Libero Consorzio Comunale di Agrigento e delle stessa Camera di
Commercio, cui segue per legge lo scioglimento dello stesso
Consorzio. Una presa d'atto che, in verità e per fortuna, tarda ad
arrivare così come una concreta presa di posizione della Regione
volta a scongiurarla. Risultato? Un polo universitario concretamente
esistente ma teoricamente "fantasma". Negli scorsi Cda infatti,
era l'amministrazione Comunale di Agrigento a fare cadere
deliberatamente il numero legale per prendere tempo e scongiurare
l'uscita del Libero Consorzio.
Secondo il deputato del Pd, Giovanni
Panepinto, il rinvio (l'ennesimo) dell'Assemblea di oggi è
funzionale al fine di "raccordare l'azione del governo, del
consorzio universitario e dei comuni insieme agli studenti". Fino
ad oggi,infatti, il fulcro del problema è certamente stato il
mancato stanziamento di fondi da parte delle stessa Regione, con la
conseguenza di privare il Libero Consorzio della possibilità di
sostenere i costi necessari per la sopravvivenza del Polo
agrigentino.
Non meno importante inoltre, il vero
problema che affligge il Polo Universitario di Agrigento e che vede
al centro dei riflettori la convenzione che regola i rapporti tra lo
stesso e l'Università degli studi di Palermo. Di tutto questo si è
anche parlato questa mattina, nel corso di una Assemblea svoltasi
alla presenza di studenti e lavoratori negli stessi edifici del Polo
Universitario di Agrigento.
Roberta Barone
LA SICILIA
Dal Comitato acqua pubblica appello
ai sindaci «Si torni al forfait».
g. s.) La lettera è stata pensata e
distribuita due giorni fa, per essere consegnata ai sindaci della
provincia di Agrigento riuniti per la costituzione dell'Assemblea
territoriale idrica, ma il suo contenitore è rimasto praticamente
"riservato": applicare misure temporanee di salvaguardia degli
utenti inattesa che la magistratura faccia il suo corso rispetto alle
attività poste in essere fin qui nei confronti della Girgenti acque.
A chiederlo sono il comitato spontaneo per l'acqua pubblica di
Favara, in accordo con i comitati di Intercopa di Casteltermini,
Racalmuto e Comitini "uniti si legge - per la difesa dei
propri diritti". Gli stessi, su base provinciale, 'chiedono ai
sindaci di ogni comune, considerando i fatti accaduti negli ultimi
giorni rispetto al sequestro dei misuratori idrici della società di
gestione del servizio idrico Girgenti Acque, che in attesa dell'esito
delle indagini, si disponga il ritorno al sistema di pagamento
forfettario".
Una richiesta, oggettivamente molto
difficile da soddisfare - per quanto l'eventuale presenza di
anomalie nei misuratori, così come ipotizzato dagli inquirenti,
avrebbe evidentemente conseguenze a cascata in tuffi quei comuni che
hanno ricevuto 'installazione dei contatori made in China -, che è
stata in realtà tradotta dai sindaci in una richiesta a gestore di
verifiche in contraddittorio e a campione sui rilevatori. I comitati,
comunque, chiedono anche provvedimenti sulla depurazione. In tal
senso, si sostiene "considerato il sequestro dei depuratori per
gravi irregolarità nel funzionamenti comitati chiedono la
sospensione del pagamento del costo del depurazione indicato in
bolletta sino al dissequestro con la contemporanea emissione di nuove
fatture, naturalmente entro lo scadere delle fatture emesse". Ma il
rimborso non è possibile attraverso una richiesta da parte degli
stessi utenti? Si, è vero ci spiega Gaetano Milioto, del comitato
spontaneo di Favara - ma i sindaci rappresentano i cittadini. Sta a
loro agire".
TAGLIATI I FONDI
LA REGIONE CHIUDE 21 RISERVE
NATURALI
Stamattina incontro tra l'assessore
Croce e le associazioni ambientalistiche.
Regione senza soldi e Sicilia al palo.
Un capitolo di bilancio praticamente dimezzato e una serie di
disservizi che si profilano all'orizzonte che non faranno bene
all'isola. Stavolta le emergenza cassa della regione riguarda la
gestione delle 21 riserve naturali. In una nota del dirigente
generale del Territorio Maurizio Pirillo viene chiesto alle
associazioni ambientalistiche che le gestiscono, di procedere a una
sospensione di ogni attività, dal 16 aprile, in pratica da subito.
La disponibilità al momento dei capitolo di bilancio ammonterebbe a
soli 359 mila euro. Dai tagli di bilancio effettuati nell'ultima
legge nazionale è scaturita l'ennesima contingenza di difficoltà
per il territorio siciliano. La rimodulazione delle cifre mancanti
dovrebbe avvenire in un secondo momento per effetto dì altre risorse
che potranno arrivare da Roma dopo il trasferimento dei 500 milioni
di euro necessari al bilancio regionale. La difficoltà
dall'assessorato al Territorio viene minimizzata come transitoria,
ma in realtà mette a serio rischio anche posti di lavoro, oltre alla
beffa di bloccare la fruizione di luoghi in cui c'è stato un
costante impegno a proteggere la biodiversità e a presentare i
paesaggi, impegno che adesso rischia di essere messo discussione.
Oggi, in mattinata, è previsto un in contro tra t'assessore
regionale aLlesTì tono Maurizio Croce e le associazioni
ambientaliste. Il timore, più o meno fondato, è che un eventuale
stop possa danneggiare non solo l'aspetto socio economico e di
sviluppo dei singoli luoghi che beneficiano dell'effetto di
richiamo della riserva naturale, ma che si possano verificare
fenomeni- anche isolati - di bracconaggio o vandalismo che possano
danneggiare le riserve. Intanto il dipartimento Ambiente ha trasmesso
la nota a Wwf, Cai, Gre, Legambiente, Lipu e Rangers d'Italia. Il
dettaglio delle riserve naturali costrette alla chiusura, che si
spera quanto più breve possibile, riguarda: Isola di Lampedusa,
Macalube di Aragona, Grotta di Santa Ninfa Grotta di Carburangeli,
Grotta della Molara, Grotta Conza, Grotta d'Entella, Monte Conca.
Capo Rama, Lago Preola e Gorghi Tondi, Saline di Trapani e Paceco ed
ancora Torre Salsa . Isola delle Femmine, Biviere di Gela, Saline di
Priolo, Monte Pellegrino, Complesso Immacolatelle e Micio Conti.
Isola Bella.
«La sospensione delle attività di
gestione delle riserve naturali è un fatto gravissimo e senza
precedenti che rischia re l'enorme lavoro di salvaguardia e la
corretta valorizzazione dei tesori naturalistici siciliani» commenta
la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi.
«Si tratta di una decisione
incomprensibile - aggiunge - e con conseguenze drammatiche non solo
per le aree naturali interessate ma anche i tanti lavoratori che
hanno garantito (e garantiscono) la gestione delle riserve. Così
facendo la Regione siciliana procura al proprio territorio un danno
di immagine enorme perché invece di investire su località dallo
straordinario valore naturalistico e sul turismo sostenibile sceglie
un disimpegno totale e improvviso».