LiveSicilia
La riforma delle Province
Città metropolitane, sì alla Delrio
L'Ars ha deciso, Crocetta sconfitto
di Accursio Sabella
In conferenza dei capigruppo forze politiche d'accordo: "Adeguare la norma sui sindaci a quella nazionale". Ma si poteva fare già 10 mesi fa.
PALERMO - Oggi l'Ars prenderà una decisione che poteva essere assunta già dieci mesi fa. La conferenza dei capigruppo convocata dal presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone, infatti, sta per prevedere l'ennesima modifica alla legge di riforma sulle Province. Una modifica che consisterà, in pratica, nell'adeguamento all'ultimo dei rilievi sollevati in estate da Palazzo Chigi sulla legge approvata da Sala d'Ercole.
Dopo la mega impugnativa di Roma alla riforma esitata a luglio, infatti, governo e parlamento si erano trovati d'accordo sulla scelta di ignorare la Delrio solo nel passaggio in cui si prevede la coincidenza tra il sindaco del capoluogo e il sindaco metropolitano. Una scelta che era sembrata a tanti - anche per il fatto stesso di essere l'unico punto non 'ricopiato' dalla norma nazionale - una mossa per penalizzare gli attuali sindaci di Palermo e Catania, Leoluca Orlando ed Enzo Bianco. A dieci mesi dall'approvazione di quella norma e a diverse settimane dalla prima "correzione in corsa" del parlamento, insomma, l'Ars deciderà quello che poteva essere deciso molto prima. Lo farà - questo filtra dalla conferenza dei capigruppo - attraverso un emendamento alla cosiddetta "legge stralcio" che preveda il recepimento della Delrio anche su quel punto. Una posizione, del resto, già assai diffusa in Aula durante l'iter della legge. In questo senso, ad esempio, si era espresso il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone, pronosticando l'impugnativa che poi sarebbe puntualmente arrivata, ma anche altre forze politiche come il Nuovo centrodestra e anche il Pd, che aveva presentato un emendamento in questo senso. Emendamenti bocciati, però, dal voto segreto a Sala d'Ercole. E la posizione della più numerosa forza politica all'Ars non sarebbe mutata: "Nel corso dell'esame d'aula del ddl di riforma delle Province e istituzione delle Città metropolitane, - dichiara infatti la capogruppo Alice Anselmo, - il Pd aveva presentato un emendamento che prevedeva la coincidenza fra sindaco del capoluogo e sindaco metropolitano. Quella proposta è stata bocciata con voto segreto, ma per quel che ci riguarda la posizione del Partito Democratico resta immutata. Adesso, - aggiunge - anche alla luce delle osservazioni del governo nazionale, crediamo che l'aula debba esprimersi in maniera definitiva ed alla luce del sole: ognuno si assuma la propria responsabilità". E a dire il vero, le forze politiche di maggioranza (ma anche buona parte dell'opposizione) sono ormai concordi sulla scelta di applicare la Delrio, nonostante il presidente Crocetta, presente alla conferenza dei capigruppo, si fosse detto pubblicamente "contrario" a quella decisione. Ma come detto, gli alleati la pensano diversamente dal presidente. Con rare eccezioni, come quella del gruppo di Sicilia Democratica, presieduto da Giambattista Coltraro: "Non possiamo legiferare sotto dettatura di Roma". Ma in realtà anche in quel gruppo, composto da quattro deputati, non c'è unità d'intenti: "Dal primo momento in cui si è discussa in assemblea la norma - dichiara infatti il deputato di Sd Salvatore Giuffrida - sono stato sempre convinto assertore che i sindaci delle città capoluogo debbano rappresentare il vertice delle aree metropolitane. Non c'è alcun motivo - aggiunge - per il quale dobbiamo comportarci diversamente dalle altre regioni italiane, in tale fattispecie non rilevo alcuna violazione delle norme dello statuto siciliano. L'allineamento della Sicilia alle altre Regioni costituisce un doveroso adempimento in materia di organizzazione degli enti di area vasta aventi rilevanza costituzionale". Un adeguamento che poteva essere portato a termine già dieci mesi fa. Ma si è preferito fare diversamente, fermare tutto, salvo poi tornare sui propri passi. Mettendo in bilico anche il futuro dei lavoratori e i trasferimenti dallo Stato. Tutto per un capriccio.
Repubblica Palermo
Ex Province, accordo all'Ars sulla legge Delrio. Crocetta battuto
Alla conferenza dei capigruppo passa la linea del presidente Ardizzone. Emendamento alla Finanziaria bis oggi in Aula. Palazzo Chigi aveva bacchettato la Regione sull'elezione dei presidenti delle Citta metropolitane
di CLAUDIO REALE
L'accordo è arrivato pochi minuti fa. Prevede la presentazione di un emendamento alla Finanziaria-bis, che oggi pomeriggio va in aula, per adeguarsi alla legge Delrio sulla riforma delle Province. In conferenza dei capigruppo passa dunque la linea del presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone, che ancora la settimana scorsa aveva manifestato il proprio disappunto per il nuovo stop alla riforma: mercoledì la legge che istituisce i Liberi consorzi e le Città metropolitane, approvata il mese scorso dopo un'impugnativa del governo Renzi, è finita di nuovo sotto la lente di ingrandimento di Palazzo Chigi perché prevede l'elezione del presidente anche per le Città metropolitane come Palermo, Catania e Messina. A livello nazionale, invece, la norma prevede che il sindaco della città capoluogo guidi automaticamente anche la Città metropolitana. La decisione era arrivata con un voto segreto dell'Ars, ma ancora pochi giorni fa il presidente della Regione Rosario Crocetta aveva manifestato l'intenzione di andare avanti comunque.
La lettera della settimana scorsa era molto dura. Nel giorno dell'annuncio della visita di Renzi in Sicilia, il sottosegretario agli Affari regionali Gianclaudio Bressa ha preso carta e penna per affermare che, se la Sicilia non si fosse adeguata anche su questo fronte, il governo avrebbe portato avanti l'impugnativa, facendo finire così la questione di fronte alla Corte costituzionale. La mossa del governo nazionale è stata letta come una bacchettata a Crocetta, che però sabato ha ammorbidito la propria posizione prendendo le distanze dalla polemica: "Sulle Province - ha detto - non c'è nessuno scontro con Giovanni Ardizzone. Se il presidente dell'Ars presenterà una nuova proposta la sosterremo". Così è stato nella conferenza dei capigruppo di oggi, con il voto favorevole della gran parte dei gruppi parlamentari. Il consenso, però, non è stato unanime: il Movimento 5 Stelle, ad esempio, ha votato no. La parola passa all'Aula. Che deciderà a partire dai prossimi minuti.
Sudpress
Riforma ex province, accordo all'Ars su legge Delrio.
L'accordo prevede la presentazione di un emendamento alla Finanziaria-bis per adeguarsi alla legge Delrio sulla riforma delle Province
L'Assemblea siciliana aveva approvato il disegno di legge che adegua la Sicilia alla legge Delrio soltanto in tre dei quattro rilievi che erano stati mossi dal Consiglio dei Ministri nell'impugnativa di parte della legge che nell'isola ha sciolto gli enti sostituendoli con i Liberi consorzi e con le tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina.
Oltre ad aver approvato la riforma delle ex provincie, l'Ars- con 33 voti contrari e 29 favorevoli- aveva bocciato, con voto segreto, un emendamento del Pd, al testo esitato dalla commissione Affari istituzionali, che assegnava di diritto ai sindaci Renato Accorinti, Enzo Bianco e Leoluca Orlando il ruolo di sindaci delle città metropolitane.
Oggi, nel corso della conferenza dei capigruppo è passata, come scrive Repubblica, la linea del presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone, che la settimana scorsa aveva manifestato il proprio disappunto per il nuovo stop alla riforma. Secondo l'accordo preso dai capigruppo all'Ars, attraverso un emendamento alla cosiddetta "legge stralcio", è previsto il recepimento della legge Delrio anche sul punto che riguarda i sindaci delle città metropolitane.
Giornale di sicilia
Province, l'Ars copierà la legge
nazionale.
Oggi al voto la norma di Ardizzone:
alla guida delle tre città metropolitane andranno i sindaci dei
capoluoghi.
Il presidente dell'Ars, Giovanni
Ardizzone, strappa alla maggioranza dei partiti l'impegno a
recepire la riforma nazionale delle Province. Ma è l'unica intesa
di una giornata parlamentare in cui la Finanziaria bis ha mosso
pochissimi passi, vittima di scontri in aula e della carenza di fondi
per sostenere le proposte dei deputati. Il caso Province dovrebbe
essere archiviato oggi. Dopo l'impugnativa da parte dello Stato
dell'ultima versione della riforma, oggi l'Ars dovrebbe votare
l'adeguamento alla legge nazionale anche nella parte che riguarda
la scelta dei vertici delle città metropolitane. Verrà cancellata
la norma siciliana che prevede l'elezione e si copierà l'articolo
della legge Delrio che assegna la guida di questi maxi enti
automaticamente ai sindaci delle città capoluogo. Passa quindi la
linea di Ardizzone. Crocetta, che in un primo momento aveva
annunciato l'intenzione di riproporre la norma siciliana ha invece
detto che accetterà il volere dell'aula. Dunque, oggi la prova del
voto (che a questo punto non dovrebbe essere segreto ma palese): la
norma diventerà un articolo della Finanziaria bis. E in questo modo
la Regione dovrebbe salvare finanziamenti per centinaia di milioni
che il governo nazionale ha indirizzato verso le Città Metropolitane
che sostituiranno le Province a Palermo, Catania e Messina mettendo
insieme i Comuni del territorio. Per il resto l'Ars ieri si è
arrovellata soprattutto sull'articolo che ridurrà gli stipendi dei
vertici degli enti regionali e delle società partecipate. Alla fine
è stato approvato ma c'è voluto un intero pomeriggio di tira e
molla sul testo. La proposta iniziale di Giovanni Panepinto (Pd) era
di portare il tetto a 100 mila euro (oggi c'è chi arriva a
sfiorare i 200 mila, soprattutto nei consorzi di bonifica). Ma un
emendamento dell'Ncd con Vincenzo Vinciullo ha proposto di arrivare
a 118 mila. A quel punto i grillini, con Giancarlo Cancelleri, hanno
temuto che l'obiettivo fosse far saltare tutto, come già era
accaduto durante l'approvazione della prima Finanziaria: «Fatta
così, sarebbe stata solo una norma spot». E di fronte al caos
l'articolo è stato accantonato. In serata è stato rimesso ai voti
e approvato: il nuovo tetto per i dirigenti di enti vigilati e
partecipate è di 100 mila euro lordi all'anno. I contratti che
attualmente prevedono un limite più alto devono essere riscritti
entro 30 giorni. Restano esclusi dal taglio dei compensi i dirigenti
di Asp e ospedali. Per Panepinto «in un clima di tagli generali, una
norma come questa aiuta a tenere vicina la gente alle istituzioni».
Il voto segreto, in questa Finanziaria bis, è sempre una miccia
accesa. Così è stato bocciato un articolo proposto dal governo:
prevedeva la possibilità per alcune società partecipate di passare
dall'amministratore unico a un consiglio di amministrazione
composto da tre membri. Un largo fronte trasversale ha negato questa
chance al governo. Molte altre norme sono state accantonate perchè
il governo non ha dato copertura finanziaria. L'assessore
all'Economia, Alessandro Baccei, ha più volte messo le mani avanti
spiegando in aula che non è possibile allargare la spesa della
Regione. E così anche una delle norme più attese, quella che
avrebbe permesso di avere più tempo per certificare alcune spese
europee, ha dovuto faticare nell'attesa di trovare la formula che
non preveda uscite per la Regione. Alla fine anche questa è stata
approvata. La norma più attesa era però quella che offre un
paracadute ai 1.700 ex sportellisti: personale degli enti di
formazione professionale in passato impiegato nel servizio di
orientamento al lavoro e ora senza contratto. «La norma approvata -
ha spiegato Mariella Maggio del Pd - prevede la creazione di un albo
in cui questo personale verrà iscritto. Da questo albo attingeranno
il Ciapi e i Centri per l'impiego per selezionare quanti
lavoreranno alla gestione di bandi destinati a giovani e disoccupati
e finanziati con fondi europei e nazionali. Gli ex sportellisti non
avranno quindi un nuovo contratto ma verranno selezionati nel momento
in cui partirà la fase 2 di investimenti come Garanzia Giovani e
altre iniziative simili. La prima chiamata - calcolavano ieri in casa
Pd - dovrebbe arrivare fra settembre e ottobre, quando questi piani
decolleranno. La Finanziaria bis non è ancora approvata del tutto.
Oggi è previsto il rush finale. E contemporaneamente a Roma potrebbe
chiudersi un'altra delicatissima partita: Crocetta è nella
Capitale per ribadire al governo nazionale la necessità di un
commissariamento nel settore rifiuti. Al presidente servono poteri
speciali per evitare il caos che si genererà fra un mese, quando
alcune delle principali discariche saranno sature. Ieri un vertice
con l'assessore Vania Contrafatto ha individuato il
commissariamento come unica soluzione nel breve periodo.
Sicilia24h.it
Rigassificatore Porto Empedocle:
domani il Riesame valuterà se catturare indagati.
Tutte le carte
dell'inchiesta.
Domattina, con altra tornata venerdì
prossimo, avanti il Tribunale del Riesame di Palermo verrà discusso
il ricorso dei sostituti procuratori della Repubblica di Palermo,
Emanuele Ravaglioli e Calogero Ferrara, componenti della Direzione
distrettuale antimafia, che hanno chiesto di modificare il
provvedimento di rigetto ad opera del Gip del Tribunale di Palermo
Alessia Geraci, di emissione di misura cautelare in carcere nei
confronti di Aurelio Cesareo, 61 anni di Catanzaro site manager della
"Ingegneria e ricerca spa" (gruppo Enel);; Giuseppe Luzzio, 62
anni di Viterbo, amministratore delegato di Nuove energie (gruppo
Enel);; Antonio Lorenzo Poli, 52 anni di Milano procuratore della
"Ingegneria e ricerca spa" (gruppo Enel); Nunzio Adesini, 32 anni
di Gela amministratore delegato della ditta Mondello spa; Emanuele
Mondello, 57 anni di Gela imprenditore, socio e presidente del
Consiglio di amministrazione della ditta Mondello spa; Giuseppe
Scariano, 64 anni di Favara proprietario e gestore di fatto della
Gest quarry srl; Salvatore Scariano, 41 anni di Favara (nato ad
Agrigento) proprietario e gestore di fatto della Gest quarry srl;
Antonio Sgarito, 29 anni di Favara (nato ad Agrigento) proprietario e
gestore di fatto della Gest quarry srl; Gaetano Sferrazza, 40 anni,
di Agrigento, titolare delle quote e amministratore unico della Gest
quarry srl; misura cautelare dell'obbligo degli arresti domiciliari
per Francesco Torres, 30 anni, di Agrigento titolare delle quote
della Gest quarry srl; misura cautelare dell'obbligo di
presentazione alla Pg, Giuseppe Citino, 63 anni di Varapodio (Rc)
residente ad Avola, impiegato presso il cantiere di Porto Empedocle,
dipendente "Ingegneria e ricerca spa" (gruppo Enel). Contestualmente la Dda ha anche chiesto
il sequestro preventivo con contestuale nomina di un custode e
amministratore giudiziario il sequestro dell'intero capitale
sociale della ditta Gest quarry srl di Favara, appartenente a Gaetano
Sferrazza (95%) e Francesco Torres (5%) nonché i beni aziendali
della medesima ditta di cui amministratore unico è Giuseppe Scariano
di Favara. La vicenda è quella della
realizzazione del rigassificatore di Porto Empedocle che secondo la
prospettazione della pubblica accusa, con riferimento ad una ingente
fornitura di pietrisco ad opera della ditta Gest quarry, sarebbe
stata commessa frode in pubbliche forniture aggravata dall'art. 7,
ossia per procurare un vantaggio alla mafia Il Gip, con il suo provvedimento, ha
escluso l'aggravante mafiosa così come ha escluso l'esistenza di
gravi indizi di colpevolezza in relazione agli altri due reati
contestati ossia l'intestazione fittizia di beni e violazione di
sigilli. Per il Gip non esiste alcuna aggravante mafiosa, pur
riconoscendo l'illiceità dei comportamenti degli indagati con
riferimento alla frode L'inchiesta
sul rigassificatore di Porto Empedocle è scattata dopo che l'ex
sindaco di Porto Empedocle Paolo Ferrara, divenuto testimone di
giustizia ed oggi sotto scorta, aveva narrato di una maxi tangente
Enel da un milione di euro destinata ai maggiori esponenti politici
empedoclini per facilitare l'iter che avrebbe dovuto portare alla
realizzazione del mega-impianto di rigassificazione. Ma, come scrive
testualmente il Gip:"Le
predette attività investigative evidenziavano stretti contatti e
frequentazioni tra i soggetti indicati dal Ferrara e coloro che
stavano materialmente seguendo l'avvio della realizzazione
dell'impianto di rigassificazione a Porto Empedocle, anche se non
consentivano di acquisire riscontri in ordine all'ipotizzato
pagamento di tangenti da parte di funzionari dell'Enel in favore di
uomini politici o funzionari amministrativi".
Sicilia24h
Ripresa la rimozione dei rifiuti
sulle strade provinciali
Sono iniziate, a cura del Gruppo Tutela
Ambientale del Settore Ambiente del Libero Consorzio Comunale, le
operazioni di bonifica di alcune strade provinciali. La rimozione dei
rifiuti, compresi quelli speciali, sta interessando la SP n.1 e a
breve anche le altre strade di competenza del Libero Consorzio sulle
quali sono state segnalate discariche abusive o abbandoni di rifiuti
pericolosi, in particolare amianto. Le operazioni sono eseguite dagli
operai dell'impresa LVM SRL di San Biagio Platani, aggiudicataria
dell'appalto, dell'importo a base d'asta di 85.500,00 euro, per
la raccolta, trasporto e conferimento in discarica (o presso le
ditte autorizzate al recupero) dei rifiuti. La bonifica consentirà
di rimuovere, oltre all'amianto, rifiuti ordinari e speciali come
pneumatici, lana di vetro e teli bituminosi, elettrodomestici
dismessi, carta e inerti.
Si tratta di una importante attività
che il Libero Consorzio esegue regolarmente, ma che rischia di
interrompersi a partire dal 2017 a causa della mancanza di risorse,
dovuta alla situazione di incertezza sul futuro delle ex Province
Regionali. Un problema ovviamente più generale, ma che, nel caso
specifico riguarda direttamente il decoro delle strade provinciali,
soprattutto nelle zone a maggior vocazione turistica (si pensi alle
strade provinciali lungo la fascia costiera), e la salute dei
cittadini, essendo ben noti i rischi legati all'abbandono
dell'amianto.
L'impegno del Libero Consorzio,
dunque, nonostante le citate difficoltà economiche, continua in
tutti i suoi settori di intervento, in particolare nella tutela
dell'ambiente.
Agrigento, Open day all'
Università
A volte la scelta del corso di studi
universitario avviene in modo superficiale, senza sapere e
approfondire effettivamente quali materie di studio siano trattate e
quali siano gli esami da sostenere, ignorando soprattutto i reali
sbocchi professionali del corso di studio prescelto. Per tali
ragioni, l'Ateneo di Palermo e la sede decentrata del Consorzio
universitario di Agrigento hanno organizzato l'Open Day,
incontrando gli studenti delle ultime classi delle Scuole secondarie
superiori, proponendo delle iniziative volte a far conoscere, alle
future matricole, la propria offerta formativa. Tra i corsi già
attivi vi sono Architettura, Giurisprudenza, Servizi Sociali e
continuerà ad essere operativo anche per il prossimo anno accademico
il corso di laurea magistrale in Archeologia. L' Open Day è un'
occasione che serve a fornire informazioni sulle modalità di
iscrizione alle prove di accesso e ai corsi di studio, sulle borse di
studio e sui servizi del Polo universitario in genere...
Agrigentoweb
Libero Consorzio Ripresa la
rimozione dei rifiuti sulle strade provinciali
Sono iniziate, a cura del Gruppo Tutela
Ambientale del Settore Ambiente del Libero Consorzio Comunale, le
operazioni di bonifica di alcune strade provinciali. La rimozione dei
rifiuti, compresi quelli speciali, sta interessando la SP n.1 e a
breve anche le altre strade di competenza del Libero Consorzio sulle
quali sono state segnalate discariche abusive o abbandoni di rifiuti
pericolosi, in particolare amianto. Le operazioni sono eseguite dagli
operai dell'impresa LVM SRL di San Biagio Platani, aggiudicataria
dell'appalto, dell'importo a base d'asta di 85.500,00 euro, per
la raccolta, trasporto e conferimento in discarica (o presso le
ditte autorizzate al recupero) dei rifiuti. La bonifica consentirà
di rimuovere, oltre all'amianto, rifiuti ordinari e speciali come
pneumatici, lana di vetro e teli bituminosi, elettrodomestici
dismessi, carta e inerti.
Si tratta di una importante attività
che il Libero Consorzio esegue regolarmente, ma che rischia di
interrompersi a partire dal 2017 a causa della mancanza di risorse,
dovuta alla situazione di incertezza sul futuro delle ex Province
Regionali. Un problema ovviamente più generale, ma che, nel caso
specifico riguarda direttamente il decoro delle strade provinciali,
soprattutto nelle zone a maggior vocazione turistica (si pensi alle
strade provinciali lungo la fascia costiera), e la salute dei
cittadini, essendo ben noti i rischi legati all'abbandono
dell'amianto.
L'impegno del Libero Consorzio,
dunque, nonostante le citate difficoltà economiche, continua in
tutti i suoi settori di intervento, in particolare nella tutela
dell'ambiente.
Agrigentooggi
Università di Agrigento, Firetto :
così chiuderà
Lo ha affermato il sindaco di Agrigento
al Giornale di Sicilia. Nell'articolo pubblicato sul quotidiano si
legge che la maggior parte dei soci hanno disertato il cda del Cupa.
Presente soltanto il Comune ed assenti la Camera di commercio e il
Libero consorzio.«Dopo 10 mesi si continua a fare un inutile gioco
al rimpiattino - ha afermato il sindaco di Agrigento Calogero
Firetto - . Un gioco che produrrà la morte del Consorzio
universitario di Agrigento. La Camera di commercio aveva detto che
sarebbe stata disponibile a rientrare nel Cupa e a dare 50 mila euro.
L'ex Provincia regionale, che è invece il socio di maggioranza, si
è detta disponibile ad un rientro fittizio. Si vuol valutare
l'affitto dell'immobile e compartecipare in proporzione. È un
gioco. Il Comune, allo stato attuale, è l'unico pronto, nonostante
le difficoltà finanziarie, a conferire i 150 mila euro dovuti".
LA SICILIA
RIBERA
"Toscanini", stanziati i fondi
per il 2016.
RIBERA. e.m.) Buone notizie per
l'istituto superiore di studi musicali Arturo Toscanini" arrivano
dal sottosegretario di stato alla Pubblica Istruzione e Cultura
Davide Faraone in visita a Ribera. al palazzo comunale e nella sede
di via Roma del conservatorio musicale. C stato l'annuncio che il
governo nazionale ha assegnato una prima fetta di finanziamenti,
circa 370 mila euro, in aggiunta ai 244mila già erogati. che, con i
200 mila euro della Regione Siciliana, dovrebbero consentire
all'istituto di chiudere senza grossi problemi l'anno accademico.
Al palazzo comunale, il parlamentare
palermitano, alla presenza del prefetto di Agrigento Diomede, del
sindaco Pace, della giunta e del consiglio comunale, ha detto che è
stato fatto un passo avanti che, non ancora decisivo, dovrebbe
portare a breve alla statizzazione e che attorno al Toscanini" c'è
la mobilità di tutta la provincia e la disponibilità del governo
centrale. Nell'istituto si è svolta la conferenza stampa del
sottosegretario alla presenza della direttrice Mariangela Longo, del
presidente dell'istituto Giuseppe Tortorici, della deputazione
agrigentina Angelo Capodicasa, Mi chele Ornino, Giovanni Panepinto,
MargheritaLa Rocca Ruvolo, Salvatore Cascio e de senatore Bocchino
componente della commissione Cultura del Senato. E' stato
annunciato che si lavora ad un progetto che potrà portare alla
realizzazione a Ribera della Città della Musica.
ISTRUZIONE
Studenti in visita all'ex
Provincia.
Diverse decine di studenti del
l'istituto comprensivo "Rapisardi" di Canicattì hanno "invaso"
ieri mattina la sede istituzionale del libero consorzio, ex Provincia
Regionale di Agrigento.
Gli studenti accompagnati da alcuni
insegnanti hanno visitato la galleria della Scala Reale, la
biblioteca "Ambrosini" e l'aula consiliare Giglia" del
seicentesco palazzo, I ragazzi hanno seguito con attenzione le
spiegazioni sulle vicende storiche che hanno preceduto la costruzione
della prima struttura realizzata fuori dalla cinta muraria
dell'antica Girgenti; curiosità ed aneddoti che hanno immediata
mente catturato l'attenzione dei numerosi studenti che, infine,
hanno voluto approfondire alcuni aspetti legati alla storia passata e
recente dell'Ente.
La visita si inserisce nell'ambito
delle iniziative poste in essere dall'ex Provincia volte a
valorizzare i "tesori" storici, archi tettonici, artistici e
librari del palazzo che conserva una copia del capolavoro
dell'Illuminismo: L' Encyclopédie.
SERVIZIO IDRICO
Il «conclave» dei sindaci
convocato domani a Ribera.
g. sch.) Assemblea territoriale idrica.
nuovo tentativo per l'elezione della Presidenza e degli organi
politici dell'organismo.
I sindaci sono stati infatti convocati
il prossimo 5 maggio a Ribera per una nuova seduta dell'assemblea,
dopo il "nulla di fatto" rimediato nelle scorse settimane, quando
tra Emilio Messana e Vincenzo Lotà, il primo candidato dei sindaci
"consegnatari" e il secondo espressione dei cosiddetti "ribelli"
si raggiunge un pareggio da molti ritenuto "strategico". Ad oggi,
in fatti, i sindaci che ha consegnato le reti a Girgenti acque nel
2008 sono la maggioranza assoluta dell'assemblea e, nonostante
questo, al momento del voto si arrivò ad un 20 a 20 con una scheda
bianca che lasciò molto da pensare.
Per cercare di arrivare a nominativi
condivisi prima della seduta del 5 ci sarà una "pre-riunione"
che però potrebbe a non portare a trovare una sintesi tra posizioni
ritenute inconciliabili, dato che ognuno dei due schieramenti
rivendica per sé un ruolo centrale nella gestione politica dell'Ati.
Così, in base ad una prima stesura, i comuni "consegnatari"
ritennero di dover ottenere il presidente e tre su cinque dei
consiglieri, lasciando ai "ribelli" vicepresidenza e la minoranza
nel Consiglio.
IL FATTO. Il sindaco Firetto mostra
i "muscoli" sul futuro del Cupa, rivolgendosi con energia ai 2
soci del consorzio.
«Il Comune non mollerà. Voi... ? »
Anche ieri mattina è mancato il
numero legale per l'insediamento dell'Assemblea.
"Basta giocare con il futUro del
Cupa: Camera di Commercio e Libero consorzio dicano cosa vogliono fa
re. Il Comune pronto anche a farsi carico da solo dell'Università
cercando alternative sostenibili". ft sindaco di Agrigento lilla
Firetto è un fiume in piena.
Ieri mattina, Come noto, era stata
infatti convocata l'Assemblea del Consorzio universitario e, per
l'ennesima volta negli ultimi mesi, è mancato il numero legale
necessario per poter far insediare l'organo. Tutto perché si era
già convocato, per il sei maggio, un nuovo incontro al centro del
quale spicca però il tema "modifica statutaria". Un cambiamento
delle regole che dovrebbe riguardare in particolare le condizioni di
partecipazione alla compagine societaria del Consorzio, con l'ex
Provincia intenzionata a mutare la propria quota da un trasferimento
economico a un cambio merce", dando la disponibilità della
struttura di via Quarta- raro. Una possibilità che, in realtà, il
Comune aveva già respinto mesi fa.
La realtà dice Firetto - è che il
Libero consorzio non ha i soldi e non intende metterne. L'immobile
di cui si sta parlando è costruito dal Comune di Agrigento, ed è
stato ceduto all'ex Provincia perché lo usasse come sede
dell'università. E' evidente che quindi non può essere
utilizzato come merce di scambio. Questa idea che il Libero consorzio
o la Regione, era stata già avanzata dall'ex commissario Maisano,
il quale però non si sentì di portarla avanti perché davvero non
risolveva il problema. Firetto, che ieri mattina ha fatto mettere a
verbale delle dichiarazioni simili per tono e tematiche a quelle
contenute nella nostra interviste, si dichiara disponibile anche a
non proporre nessuno per il Cda se c'è chi interviene
economicamente". Del resto, la situazione è allarmante, e lo si sa
da tempo. "Il Consorzio universitario - tuona Firetto - sta morendo
per consunzione. E' arrivato il tempo della chiarezza e delle
scelte nette. Noi vogliamo assumerci le nostre responsabilità,
vogliamo continua re a garantire il nostro contributo e la nostra
partecipazione, ma pretendiamo che gli altri attori in questa vicenda
dicano cosa intendono fare. C'è o non c'è il loro sostegno
all'università? Personalmente aggiunge ancora - io ritengo che
il Cupa debba avere un futuro. Quindi a questo punto, se nessuno ci
vuole più credere, escano fuori dalla compagine societaria, smettano
di fare dichiarazioni inutili".
G. SCHICCHI